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Autore: Angel Foster    30/08/2019    5 recensioni
[STORIA A OC/ISCRIZIONI SEMPRE APERTE]
I ragazzi si stavano godendo l'estate nella loro città tra allenamenti e uscite con gli amici, quando l'allenatore Kidou fa loro una strana proposta: passare due settimane nella sua villa al mare per divertirsi e distrarsi un po'. Accettarono quasi tutti entusiasti, esaltati maggiormente dalla presenza di alcuni giocatori della famosa Inazuma Japan.
Tuttavia ancora non sapevo che lì vicino c'era altra villa in cui si trovavano ragazze in attesa di qualcuno su cui sfogarsi. E i giocatori capitarono porprio nel momento perfetto.
Come se la caveranno i nostri cari Inazumiani? Riusciranno a sopportare quello che questa vacanza ha in servo per loro?
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alla domanda di Alice, dopo un breve momento di silenzio, si levò un coro di voci in cui ognuno espresse la sua preferenze.

Ovviamente nessuno capì nulla.

-I'm sorry- iniziò a dire Elinor, sovrastando il vociferare che si era creato -ma io ho intenzione di prendere un po' il sole. In Inghilterra c'è sempre brutto tempo, quindi approfitto di questa vacanza per abbronzarmi- continuò poi girandosi di spalle e tornando dove avevano lasciato le borse per tirare fuori il suo telo e stendercisi sopra.

-Che idea fantastica tesoro. Ti raggiungo subito- le rispose Aurora sistemandosi di fianco alla rossa ed estraendo dalla sua borsa una rivista di Vogue, iniziando a sfogliarla.

I ragazzi le guardarono straniti. Avevano a disposizione un'intera spiaggia con un campo da beach soccer, da beach tennis e da beach volley, e loro volevano semplicemente stare sdraiate sulla sabbia a non fare nulla.

-Certo che le ragazze sono proprio strane- commentò Endou che non riusciva a concepire come qualcuno potesse stare fermo per più di due minuti.

Tuttavia fu costretto a ricredersi quando anche Goenji e Kurama si stesero sul loro asciugamano a prendere il sole.

Sentendosi osservati alzarono la testa in una muta domanda

-Beh? Che avete da guardare? Come credete che mantenga il mio bel colorito?- chiese Goenji spazientito facendo vedere loro la sua pelle abbronzata.

Kurama gli diede manforte e, dopo non aver ricevuto altro che silenzio, si rimisero sdraiati, ignorando gli sguardi stupiti dei loro compagni.

-Io vado a farmi una bella nuotata- annunciò Asami avviandosi verso il mare dove Kirino e Kariya le stavano facendo segno di unirsi a loro.

Shindou, osservando la castana allontanarsi sempre più dal loro gruppo considerò l'idea di seguirla in mare e iniziare una conversazione. Dopotutto l'aveva attirato fin dalla sera prima ma ancora non era riuscita a parlarle. Tuttavia prese la sua decisione quando vide Masaki con un ghigno che non prometteva nulla di buono.

-Aspetta Asami vengo con te- gli urlò il regista di rimando. “Meglio entrare insieme e stare attento a cosa quel diavolo potrebbe combinare” pensò mentre affiancava la ragazza, non notando come le guance di lei avessero assunto una leggera sfumatura rossastra.

Alice guardò divertita i due giovani pensando a quanto fossero carini insieme.

Lei decise di fare una passeggiata sul bagnasciuga, le avrebbe fatto bene alle caviglie, deboli di natura.

-Stai attenta perché più avanti c'è un tronco proprio vicino alla riva- l'avvisò Hiroto, ricordandosi la caduta di solo poche ore prima

-Si, e fai attenzione anche a chi potrebbe venirti addosso- la ammonì Scarlet scoccando un'occhiataccia al rosso che si sentì nuovamente in colpa.

-Vengo anch'io, ho proprio bisogno di sgranchirmi le gambe- affermò Fubuki cogliendo l'occasione per conoscere meglio quella ragazza piena d'energia.

-Ottima idea! Quasi quasi mi unisco anch'io- disse Endou, cambiando però idea velocemente vedendo lo sguardo ammonente che l'albino gli rivolse.

Alice e Shirou quindi si allontanarono insieme iniziando a chiacchierare.

-C'è qualcuno che vuole fare una partita a beach tennis?- propose invece Kazuki che non vedeva l'ora di mettere in mostra tutta la sua bravura

-Oh, adoro le sfide- gli rispose Kyousuke sfoderando orgoglioso la sua Quicksand Blu accesa con disegni arancioni.

I due ragazzi si lanciarono uno sguardo di puro odio e si avviarono al campo mentre la tensione era palpabile nell'aria.

-Beh, vi va una partita a carte?- chiese Ayaka battendo le mani e tirando fuori un mazzo di carte dalla sua borsa da spiaggia.

Tutti accettarono, si sistemarono sotto l'ombra di un gazebo di un bar li vicino e iniziarono a giocare.

 

Intanto in mare quattro ragazzi parlavano del più e del meno

-Beh, il motivo per cui noi siamo qui lo sai già. Perchè non ci dici come sei finita a casa di Misaki?- domandò Shindou curioso di sapere di più su quella ragazza.

-In verità non l'ho ben capito nemmeno io. I miei genitori litigavano su una possibile vacanza da farmi fare. Alla fine sono venuti a conoscenza di questa opportunità e papà ha colto la palla al balzo, mandandomi in un posto dove sarebbe stato sicuro che nessuno mi avrebbe importunato- spiegò Asami mentre si divertiva nell'acqua, anche solo stare a mollo le dava una sensazione di benessere e piacere che da nessun altra parte riusciva a provare.

Kariya ridacchiò iniziando già a escogitare qualche scherzo da tirare alla castana e lanciando un occhiata furtiva a Shindou, a cui tornarono in mente le parole di Alice la sera prima sul padre protettivo della ragazza. Il virtuoso iniziò ad allarmarsi ma si convinse fermamene che una persona che non era nemmeno presente non poteva impedirgli di conoscere meglio Asami, che lo incuriosiva sempre di più.

-Dì un po', ma sei fidanzata perchè Shindou si è preso una bella- iniziò a dire Masaki iniziando a smuovere le carte in tavola, anche se fu brutalmente interrotto da Kirino che lo spinse sott'acqua, impedendogli di continuare.

Il regista arrossì visibilmente, era convinto di essere riuscito a camuffare bene il suo interessamento per la castana.

-No no, se dovessi portare a casa un ragazzo, mio padre lo farebbe fuori all'instante. Quindi per la sua incolumità è meglio che non stia con nessuno- disse la ragazza sorridendo. Non la preoccupava la sua situazione sentimentale, era convinta che il suo primo amore sarebbe arrivato con i rispettivi tempi.

Kariya riemerse cercando disperatamente aria e, dopo aver ripreso fiato, iniziò a litigare con Ranmaru, tirandolo per i codini.

Gli altri due risero di quella scena e si unirono alla lotta di schizzi.

 

Alice e Fubuki si stavano godendo la brezza del mare mentre passeggiavano sulla riva del mare, con l'acqua che solleticava loro le caviglie.

Al giovane albino cadde più volte lo sguardo sulla figura di Alice, alta e snella, esaltata maggiormente dal bikini turchese che le evidenziava le forme generose nei punti giusti.

Riscuotendosi leggermente decise di portare la sua conversazione, fin ora basatasi su constatazione come “è proprio bello il tempo oggi” o “certo che l'acqua è proprio fredda”, su qualcosa di più interessante

-Allora Alice, il tuo nome è inglese eppure parli molto bene il giapponese. Posso chiederti il motivo?- chiese Shirou inclinando leggermente il capo e strizzando gli occhi a causa del sole

-Si, domandami pure tutto quello che vuoi, adoro parlare, come probabilmente avrai notato. Comunque hai ragione, io sono americana ma mi sono trasferita qui in Giappone circa tre anni fa per lavoro, però ho sempre sognato lavorare qui, quindi ho iniziato a studiare la vostra lingua in America- gli rispose Alice sistemandosi al meglio gli occhiali da sole. Infatti aveva gli occhi molto delicati e non riusciva a sopportare la vista del sole diretto, perciò indossava quasi sempre i suoi amati occhiali Wifi della Rayban.

-E che lavoro fai?- domandò di rimando l'albino

-Faccio la modella. É iniziato tutto casualmente. Tre anni fa mentre stavo passeggiando un fotografo chiese se potevo posare per alcune foto. All'inizio pensavo fosse una così a se stante ma non appena gli scanni vennero pubblicati una compagnia mi ha notato e mi ha chiesto se volevo diventare una loro modella. Non ho accettato subito però. Sai, non è un lavoro che molti riconoscono come tale, poi mia mamma mi ha convinto e sono entrata in quell'agenzia. Dopo nemmeno un anno mi proposero di venire a lavorare qui con alcuni modelli del posto. Alla fine mi sono trasferita proprio qui vicino e giro il Giappone in base agli scatti che mi vengono richiesti o quelli che ambisco a fare. E tu invece? Sei anche tu un calciatore giusto?- spiegò Alice per poi chiedere informazioni anche su di lui. Quel ragazzo l'aveva colpita anche la sera prima, quando si era complimentato con lei per le sue presentazioni “particolari” se così si potevano definire

-In verità non più. Lo sono stato quando ero più giovane, ora sono l'allenatore di una squadra di calcio. Mi piace molto vedere i progressi dei miei ragazzi- disse Fubuki mentre gli occhi iniziavano a brillargli. Era veramente orgoglioso di tutti i suoi allievi, che miglioravano a vista d'occhio.

-Ah si? Eppure non mi sembri così vecchio da non poter più giocare, avrai all'incirca la mia stessa età- affermò Alice, non credendo possibile che il ragazzo atletico al suo fianco fosse molto più adulto di lei.

-Assolutemente! Ho solo ventisette anni. Con i miei amici gioco ancora ma non sono più un professionista, ho passato la palla ai più giovani e sto cercando di trasmettere loro tutte le mie tattiche- chiarì Fubuki passandosi una mano tra i capelli, e trattenendo una risata per essersi immaginato a sessant'anni mentre correva dietro un pallone con i suoi compagni e con la schiena ricurva.

Alice ridacchiò, rendendo Shirou molto orgoglioso per essere riuscita a farla ridere.

All'improvviso una folata di vento scompiglio tutti i capelli della mora facendoli finire i tutte le direzioni, fra cui anche sul viso dell'albino che le camminava a fianco.

-O mio Dio, mi dispiace un sacco Fubuki, spero non ti abbiano fatto male. Dio sono così imbarazzata- dichiarò Alice risistemandosi i suoi lunghi capelli sulla spalla. Sapeva bene che se arrivano in viso potevano anche fare male.

-Non preoccuparti Alice, non p successo nulla. Non è colpa tua e non potevi prevederlo. Inoltre non mi hanno fatto nulla, mi hanno solo permesso di annusarli e sentire il loro buonissimo odore- disse Shirou dolcemente mentre la ragazza abbassava il capo per nascondere le guance imporporare.

Dopo quel episodio ci fu un momento di silenzio, spezzato poi dall'albino che propose di fermarsi a parlare su un tronco poco più lontano.

 

Nel frattempo la partita tra Kazuki e Tsurugi iniziava a scaldarsi.

Dopo alcuni palleggi relativamente calmi, entrambi decisero che era ora di fare sul serio.

Kazuki, essendo stato campione di beach tennis per ben tre anni di fila, non credeva che quello sbruffone sarebbe riuscito a tenergli testa così a lungo. Il punteggio era infatti fermo sul 1-1, il primo set l'aveva vinto Kazuki mentre il secondo Tsurugi. Il terzo, quello deciso, vedeva il verde 4 a 3.

-Se vuoi arrenderti ti risparmi la fatica di giocare e l'umiliazione della sconfitta- gli gridò Kazuki mentre colpiva la pallina con un rovescio mandandola proprio nell'angolo opposto.

Tsurugi non perse la calma e con un corsa veloce prese in pieno la palla appena prima che toccasse terra e la rispedì indietro aggiungendo -Magari non sarò io a perdere-

La partita continuò e Kyousuke riuscì a raggiungere l'altro fino a raggiungere il match point.

Nagai iniziò a preoccuparsi. Un solo punto e avrebbe perso.

Seguì la palla con spasmodica attenzione, la colpì e la ricolpì stando sempre attento a non sbagliare colpo.

La situazione si capovolse, ora era il turno di Kazuki ad essere sul match point. Aveva visto quanto l'altro fosse bravo quindi decise di imbrogliare un po'. Si era accorto degli sguardi che gli mandava, soffermandosi particolarmente sul suo fisico scolpito da quasi quindici anni di karate e pensò che potesse approfittarne.

-Dì un po', che ne dici di una bella scommessa? Se io vinco tu sarai il mio schiavetto per tutto il giorno- propose Kazuki controllando la resistenza della pallina per calibrare al meglio la sua battuta

-Oh, mi piace. Sai che non dico mai di no a una sfida. E se invece vinco io?- domandò Kyousuke piantando bene i piedi nella sabbia, pronto a ricevere il tiro dell'altro

-Se vinci tu- iniziò Kazuki lanciando la palla in alto -potrai fare di me quello che voi- disse poi colpendola.

Tsurugi, troppo sconvolto dalle parole dell'altro, non riuscì a muoversi di un solo millimetro e, com'era prevedibile, Kazuki fece punto, portandosi a casa la partita.

Il verde esultò per la vittoria alzando un pugno in aria per poi volgere lo sguardo in direzione del compagno, che ripresosi dallo stupore avanzava impettito verso di lui.

-Hai imbrogliato- dichiarò quando gli fu vicino e lo spintonò con una mano. L'aveva distratto, usando il suo fisico, il suo bellissimo fisico, per guadagnarsi la vittoria.

-Tecnicamente non ho imbrogliato, sei tu che ti sei lasciando abbindolare- rispose Kazuki alzando le spalle per poi continuare -comunque mi spiace per te, ma io ho vinto la partita e la scommessa, quindi, se non ti dispiace, puoi portarmi lo zaino fino al bar? Ho proprio bisogno di rinfrescarmi- disse lasciandogli la sua racchetta e avviandosi al bar dove gli altri stavano giocando a carte.

-Sei un bastardo- bofonchiò Tsurugi prendendo sia la sua sacca che quella dell'altro e camminandogli dietro.

 

Intanto la maggior parte del gruppo era al bar a giocare a Karuta, tra le risate di Misaki e le lamentele di Fudou che stava miseramente perdendo.

Il gioco era semplice. Midorikawa, offertosi volontario, aveva mescolato i due mazzi di carte. Ogni carta di un mazzo aveva scritto una parte di una poesia o di un proverbio e l'altra parte si trovava su una carta dell'altro mazzo. Il compito di Ryuuji era di leggere la scritta di una carta che pescava da un mazzo mentre i giocatori dovevano trovare quella che la completava sul tavolo su cui era stato sparso l'altro mazzo.

Se inizialmente la partita era cominciata in maniera tranquilla, ormai tutti aveva rinunciato a giocare, spaventati dall'eccessiva competitività di Kidou, Kazemaru e Afuro. Ormai giocava solo loro, mentre Fudou si lagnava perché non riusciva a prendere nemmeno una carta.

Tutti e tre sembravano essere circondati da un aura di malvagità pura, pronti a scattare per rubare la carta sotto lo sguardo attonito dell'avversario.

Gli altri erano presi a guardarli impressionati. Era questioni di centesimi di secondo prima che qualcuno trovasse la carta che si accoppiava a quella letta da Midorikawa.

Le ragazze, ma anche i giovani calciatori, erano stupiti di quella natura così competitiva dei più grandi. Li avevano sempre visti come adulti pacati e riflessivi, non si sarebbero mai aspettati che si scaldassero così tanto per qualcosa, sopratutto se non era una partita di calcio.

Misaki stava ridendo ininterrottamente, fortunatamente non troppo rumorosamente, non da disturbare la partita almeno, mentre Rikka in un angolino del tavolo stava segretamente ritraendo la scena.

Quando infatti Hikaru cercò di avvicinarsi a lei per sbirciare il suo disegno chiuse il blocco di colpo. Se il ragazzo dapprima sembrò un po' sorpreso riprese subito la sua espressione felice e le si sedette accanto, solo per farle sapere che c'era se aveva bisogno.

-Il saluto è una divinità- inizia a dire Midorikawa leggendo sulla sua carta.

-Che si rivolge provvidenzialmente- finì Afuro prendendo subito la carta giusta. E d'altronde chi poteva vincere quel round se non Aphrodi, la divinità più vanitosa di tutto l'olimpo?

-La bocca- continò Ryuuji mostrando loro la scritta, che i tre non degnarono nemmeno di uno sguardo, troppo impegnati a cercare l'altra parte del proverbio

-è la porta della disgrazia- esordì Kazemaru gloriosamente accaparrandosi la carta vincente.

La partita era finita e l'azzurro l'aveva vinta.

Si alzò tra gli applausi dei suoi amici, delle ragazze e di qualche passante che stava battendo le mani giusto per partecipazione

-Grazi grazie. Se sono arrivato fino qui lo devo sopratutto ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuto, incoraggiandomi a seguire i miei sogni. Inoltre mi sento in dovere di ringraziare anche i miei due avversari, per essere stati degni di tale nome, e Fudou, per essere stato invece fonte di tanto divertimento- disse solennemente Kazumaru per poi venire brutalmente interrotto da Afuro che gli aveva tirato la coda, fatta occasionalmente a causa del troppo caldo, facendolo cadere a terra.

-Sei solo invidioso, biondina- sussurrò il vincitore, massaggiandosi la testa dolorante mentre si risedeva compostamente.

-Ehi ragazzi che state combinando?- chiese un Kazuki pimpante, al cui seguito c'era Tsurugi, carico degli zaini di entrambi

-Niente di particolare, Kazemaru ha appena battuto Terumi e Kidou a Karuta, noi ci siamo ritirati già da un po'. E la vostra partita? Deduco che abbia vinto tu, Kazuki- spiegò Misaki, comodamente seduta a gambe incrociate sulla sua sedia

-Esatto, sorellina, e ora lui è il mio servetto per tutto il giorno- annunciò felice il verde indicando Kyousuke con il dito, il quale stava digrignando i denti per la frustrazione, mentre la bionda sbuffò -Sono più grande di te baka-

Taiyou guardò sorpreso l'ex imperiale. Una persona orgogliosa come lui ridotta a eseguire gli ordini di qualcun altro? Questa cosa lo stupiva anche se da una parte lo rendeva estremamente felice, finalmente qualcuno riusciva a tenere testa a quel darkettone.

-E come hai fatto a vincere? Ho visto giocare Kyousuke ed è veramente bravo- domandò quindi, incuriosito Anemiya

-Oh, in verità è stato lui che- iniziò Kazuki venendo però interrotto però da una mano che si posò sulle sue labbra.

Tsurugi infatti aveva mollato le borse ed era andato a tappargli la bocca per evitare che dicesse qualcosa che lo avrebbe reso ridicolo

-Hai ragione, ma giocavo controluce, quindi ero svantaggiato- disse il blu per poi sussurrare al verde -Prova a dire come hai vinto e te lo scordi che io assecondi i tuoi desideri-

Kazuki, già imbarazzato per l'eccessiva vicinanza dell'altro, anzi, gli era proprio attaccato, non poté fare a meno di arrossire mentre un brivido gli percorse tutta la schiena

-Bene! Qui fa troppo caldo, vado a comprarmi da bere- trillò, fin troppo eccitato, e iniziò ad allontanarsi da tutta quella gente che lo stava fissando

-Certo, hai caldo. Si, come no- bofonchiò Misaki maliziosa, non facendosi sentire da nessuno.

Anche Ayaka si alzò ma si diresse, al contrario del verde, verso le docce per bagnarsi. Il caldo era veramente torrido e sentiva la necessità di una bella rinfrescata.

Il gruppo ritornò a parlare del più e del meno, solo Kidou non riuscì a distogliere gli occhi da quella ragazza.

Guardava il costume intero argentato che evidenziava in maniera perfetta le sue curve.

Guardava come l'acqua scivolava sul suo corpo e come gli appiattiva i capelli corti.

Guardava il suo viso, la sua espressioni appagata per essersi liberata da quella calura.

Prima di passare per un maniaco si obbligò ad allontanare lo sguardo da Ayaka, che stava tornando da loro, e rivolgerlo altrove.

Si disse che avrebbe altre occasioni per ammirarla e, magari, anche parlarle.

Scorse in lontananza Goenji e Kurama, distesi ancora sotto il sole. Un ghignò gli si formò sul viso. Se non aveva vinto la partita almeno si sarebbe divertito in un altro modo.

Sussurrò qualcosa all'orecchio di Tsurugi, che aveva altrettanto bisogno di svagarsi un po' a discapito di qualcun altro.

Insieme andarono a riempire d'acqua due secchi, chiesti alla barista, che li aveva guardati stranita e decisamente scettica, e poi si diressero di soppiatto verso i loro due amici.

Misaki intanto era già con il telefono in mano, pronta a riprendere quella scena mentre gli altri guardavano impazienti.

I due complici, arrivati appena dietro di loro si guardarono e contarono silenziosamente

-Ma che diavolo? Il sole è sparito- esclamò Goenji, facendo per alzarsi.

Tuttavia fu costretto a rimettersi sdraiato schiacciato dalla forza dell'acqua, rovesciata su di lui e sul piccolo Kurama che si svegliò di soprassalto, iniziando a inveire per poi trattenersi con un colpo di tosse

-Voi, bastarti, me la pagherete- sibilò il bomber di fuoco mentre slegava i suo capelli per eliminare l'acqua.

Kariya, che aveva assistito alla scena insieme ai suoi amici dal mare ebbe una meravigliosa idea. O almeno lo era per lui.

Spiegò il suo piano agli altri ragazzi che si mostrarono d'accordo. Solo Asami era leggermente preoccupata. Dopo l'accaduto della mattina, aveva paura di cosa poteva succedere se spezzavi la routine di Elinor Lancaster.

Masaki e Shindou uscirono dall'acqua e si avvicinarono alle due ragazze.

La rossa stava beatamente dormendo, ascoltando la musica. Kariya lasciò vagare un ottimo lo sguardo sulla ragazza, sul suo bikini e sulle sue gambe lunghe. Si riscosse dai suoi pensieri, deciso a dare fastidio a qualcuno.

Shindou, suo complice si accovacciò vicino la sua migliore amica, che stava ancora leggendo vogue.

-Cosa ci fate qui? Dai Takuto, allontanati un po' che mi stai bagnando tutta- si lamentò la castana togliendosi i suoi occhiali Gucci e tirando fuori una salviettina per asciugarsi.

Contrariamente a quanto si sarebbe aspetta, il virtuoso non solo non si allontanò ma la prese proprio in braccio a mo' principessa.

Aurora, presa alla sprovvista, iniziò a urlare e a supplicarlo di fermarsi. Aveva capito i suoi piani e, sapendo di non poter fare nulla per evitarlo, voleva almeno cercare di salvare i suoi capelli dal bagno imminente.

Shindou, ovviamente, non l'ascoltò e corse verso il mare, dove la lasciò cadere non appena l'acqua era un po' più profonda.

Elinor, risvegliata dalle grida dell'amica guardò a sinistra, aspettandosi di vederla, magari con un insetto addosso, causa delle sue urla.

Non trovandola volse lo sguardo a destra e si trovò il viso di Kariya a pochi centimetri dal suo.

Le sue guance si imporporarono leggermente, rossore che crebbe non appena sentì le mani dell'altro andarle dietro le ginocchia e dietro le spalle.

Quando si sentì sollevare da terra buttò le braccia al collo di Masaki per paura di cadere e iniziò a gridare

-Guardie! Guardie! Portatelo via!- iniziò per poi ricordarsi che non c'era nessuna guardia pronta e eseguire i suoi ordini.

Kariya sogghignò e iniziò a incamminarsi, molto lentamente. Voleva far durare quel momento più che poteva, sia perché la sensazione di avere quel corpo nelle sue mani gli faceva girare la testa, sia perché era divertente vederla disperarsi

-Please, Please. Questo costume non può bagnarsi, si rovinerà! O My God. Non il mio bellissimo costume di Tommy, fammi quello che vuoi, ma non toccare Tommy. I miei capelli poi, li ho lavati solo ieri. Mi ci vorranno ore per togliere tutto il sale- si lamentò Elinor per tutto il tragitto, smettendo anche di dimenarsi. Ormai aveva rinunciato all'idea di combattere e si era arresa ad andare al patibolo.

Alla fine, il tanto atteso impatto arrivò e la rossa si ritrovò totalmente bagnata di fianco la sua amica che la guardava come a dire “lo so cosa provi, ci sono passata anche io”, cosa effettivamente vera.

La scena suscito l'ilarità di tutto il gruppo, a parte ovviamente quella delle povere malcapitate. Anche Goenji e Kurama avevano sorriso per lo scherzo, compassionevoli però verso di loro, anche se il verde non aveva del tutto gradito il modo in cui Shindou aveva toccato la castana.

Misaki, con le lacrime agli occhi. salvò immediatamente il video anche di quella bravata e si preoccupò di condividerli subito con Yuuto, così che si salvassero se il suo telefono avesse dovuto subire danni.

All'improvviso a tutti venne voglia di andare a farsi un bel bagno e corsero, alcuni, altri preferirono camminare, verso il mare.

Inaspettatamente però, Kazuki si ritrovò con i piedi sollevati da terra e lo sguardo rivolto a terra. Kyousuke infatti l'aveva sollevato e messo sulla sua spalla come un sacco di patate.

-Brutto idiota! Cosa pensi di fare? Mettimi subito giù- ordinò battendo i pugni, accorgendosi un momento dopo che stava letteralmente prendendo a pugni il sedere del blu, piuttosto sodo a detto sua.

Imbarazzato portò le braccia al petto ma continuò a dimenarsi.

Tsurugi in tutta risposta strinse maggiormente la presa su di lui, che, guarda caso, era proprio sul suo didietro

-Mi spiace, padrone, ma così facendo ti risparmio la fatica di camminare- lo prese in giro il blu per poi buttarlo in acqua non appena arrivato alla riva

-Eccoci arrivati. Ha gradito il viaggio?- continuò tuffandosi anche lui.

Kazuki sbuffò e iniziò a pensare che farlo diventare il suo servo per tutto il giorno non era stata poi una buona idea.

Anche Rikka era andata a farsi una nuotata, non prima di aver posato il suo blocco da disegno nel suo zaino e al sicuro sotto l'ombrellone.

Solo Scarlet era rimasta a riva. Non aveva un gran voglia di bagnarsi, quindi si era seduta sulla sabbia con lo sguardo puntato sull'orizzonte.

Ayaka e Misaki, accorgendosi che la loro compagna non era in acqua andarono da lei e cercarono di convincerla ad entrare, senza successo. Allora si sederono vicino a lei e iniziarono a parlare.

A un certo punto Afuro Terumi si avvicinò alle ragazze e porse la mano a Misaki per invitarla a rientrare

-Ti va di tornare dentro? Lì sembri una sirena e non posso fare a meno di continuare a guardarti- le disse Aphrodì, continuando la sua lotta, ora inutile, per conquistarla.

-Mi spiace, ma non riusciresti a rimorchiare una ragazza nemmeno con il carro attrezzi- gli rispose a tono Misaki alzandosi e voltandosi per andarsene da lì, o meglio, da lui.

Tuttavia non si curò molto di dove mettesse i piedi, così uno le finì dritto su una conchiglia spezzata, che le procurò un piccolo taglio.

Reggendosi su una gamba sola allora la bionda cercò di capire se la ferita fosse grave. Purtroppo l'equilibrio non era mai stato il suo punto forte, quindi lo perse e si preparò mentalmente all'impatto che però non arrivò.

Afuro infatti l'aveva presa al volo e ora la teneva in braccio

-Allora, vuoi tornare in acqua o ti porto sotto l'ombrellone- le domandò dolcemente guardandola dritta negli occhi, occhi dai Misaki non riuscì più a distogliere lo sguardo

-No, va bene in acqua- sussurrò, non accennando minimamente a rompere il contatto visivo. Quei occhi color cremisi erano talmente profondi che ci si sarebbe potuta perdere.

Terumi la portò lontano dalla riva e accompagnò la sua discesa fino a quando lei non riusci a toccare il fondo

-Grazie- disse abbassando lo sguardo per non far notare le sue gote, sicuramente rosse.

-Di nulla principessa- gli rispose lui alzandole il viso con le dita e lasciando un leggero bacio sulla sua guancia.

La bionda l'osservò allontanarsi, iniziando a pensare che forse Afuro Terumi non era così male.

Intanto Ayaka e Scarlet guardavano la scena divertite. Erano sicure che prima o poi il biondino avrebbe fatto cadere la loro amica.

Ben presto però le loro chiacchiere furono nuovamente interrotte, questa volta da Kidou, che le invitò a fare una nuotata al largo insieme a lui e altri suoi compagni.

Ayaka tentennò a rispondere. Da una parta desiderava tornare in mare ma non voleva lasciare da sola Scarlet. Fu proprio quest'ultima invece ad incoraggiarla ad andare. Alla fine, seppur titubante la giovane avvocatessa accettò a seguire Kidou.

Insieme i due notarono che il gruppo con cui dovevano andare era già partito. Decisero quindi raggiungerli.

Quello che la castana non sapeva era che era stato proprio il regista a chiedere ai suoi amici di avviarsi, per poter rimanere un po' da solo con la giovane donna che aveva affianco in quel momento.

-Allora, me lo sto chiedendo da ieri sera, come è finito un avvocato in casa di Misaki? La compagnia Nagai si appoggia allo stesso studio legale della mia famiglia- gli chiese sinceramente perplesso.

-Beh, mentre studiavo dovevo pur mantenermi. Ho fatto qualche lavoro per la sua famiglia e i signori Nagai sono sempre stati gentili con me e ci siamo tenuti in contatto, anche dopo che la mia carriera era avviata. Non so come ma sono venuti a sapere che non mi prendevo una vacanza da un po' di tempo e mi hanno quasi obbligato a venire qui- gli rispose Ayaka continuando a nuotare e sorridendo al pensiero dei genitori di Misaki, pronti ad aiutarla in qualunque momento

-Quindi lavori molto?- continuò poi l'allenatore della Raimon, questa volta curioso. Era difficile trovare una donna così intraprendente

-Eh si. Ho uno studio con il mio socio e ci tocca lavorare molto. Gestiamo numerose pratiche e ogni giorno si presentano nuovi clienti per avere il nostro aiuto. È iniziato tutto quando siamo riusciti a dimostrare il traffico illecito di reperti antichi del “Samurai Museum”. Da lì la nostra piccola agenzia è diventata importante e molti hanno iniziato a rivolgersi a noi. Purtroppo siamo solo due quindi non riusciamo a occuparci di tutte le pratiche che ci vengono presentate- spiegò la castana mentre sorrideva, pensando al suo lavoro e a quanta strada avesse fatto.

Kidou l'ammirò. Lei insieme al suo socio erano riusciti in un impresa che aveva spaventato tutti gli avvocati, costringendoli ad abbandonare anche solo l'idea di prendere in mano la pratica. Era sicuramente una persona molto intraprendente

-E tu? Invece?- domandò poi mentre si riunivano al gruppo e la conversazione continuò anche con Kazemaru, Midorikawa e Goenji, che si erano fermarti ad aspettarli.

Intanto Rikka stava parlando con Asami con cui stava iniziando a stringere amicizia. La loro chiacchierata al mattino era stata piacevole e di fianco a lei aveva Kagekaya, la cui presenza la rassicurava alquanto.

Insieme a loro c'erano anche Yukio, preso da una conversazione interessante con Aurora. I due ragazzi infatti stava comparando le due cucine, quella italiana e quella giapponese, elencando le varie somiglianze o differenze e i pregi o i difetti.

Elinor intanto stava chiacchierando con Kirino che si era scusato per lo scherzo dei suoi amici.

Alla fine decisero di tornare su per asciugarsi, dopotutto si era fatta quasi l'una e tra poco sarebbero salite per preparare il pranzo.

Fey però trattenne per un attimo Yukio e gli chiese se poteva mantenere il suo segreto.

-Non preoccuparti. Il tuo segreto è al sicuro con me, Future boy- gli disse Yukio girandosi e raggiungendo gli altri dalle loro borse.

Fey sorrise per il nomignolo che l'altro gli aveva affibiato e si affrettò a tornare con i suoi amici.

Finalmente si riunirono anche Alice e Fubuki al gruppo. Alla fine, fermi sul tronco a cui aveva fatto riferimento Kiyama, avevano continuato a parlare, del lavoro, dei loro hobby, della loro famiglia, anche se su questo argomento erano stati entrambi un po' vaghi.

-Ma ragazzi! Potevate aspettarci!- gridò Alice correndo a posare gli occhiali nella sua borsa per poi andare a riva con l'intenzione di fare il bagno.

Tuttavia non notò Scarlet proprio sulla sua traiettoria e andò a finirci sopra.

Fortunatamente Shirou prese Alice prima che potesse cadere a terra. La ragazzo lo ringraziò mentre si scusava con Scarlet, che iniziò a perdere la calma.

-Non mi basta che questa mattia quel decerebrato mi abbia calpestato, ora anche Alice mi è venuta addosso. Cosa sono, trasparente?- invei la castana alzandosi in piedi e scrollandosi la sabbia

-Te l'avevo detto io che non puoi stare sulla riva senza far nulla, la gente non guarda sempre a terra- la schernì Hiroto che aveva assistito divertito alla scena insieme a Fudou.

Scarlet fece per dire qualcosa ma sembrò ripensarci e girò i tacchi, tornando dalla sua borsa e avvolgendosi nell'asciugamano.

Alice era costernata ma il rosso la rassicurò dicendole che non doveva preoccuparsi, il suo scatto d'ira era dovuto a una loro questione personale.

Dopo nemmeno venti minuti, di comune accordo, andarono ad asciugarsi tutti e, senza nemmeno rivestirsi, iniziarono a salire verso la villa di Kidou, dove avrebbero mangiato insieme.

In fondo alla coda si udivano la voce disperata si Elinor, per aver rovinato il suo Tommy, e quella di Aurora che le ricordava che in fondo si erano divertite in acqua.

Entrarono tutti a casa, con il disappunto di Kazuki, visto che stavano gocciolando sul pavimento, e iniziarono a dividersi i compiti per preparare il pranzo.

Il disastro stava per compiersi.

 

 

My Little Space:
Lo so. Lo so. Sono una brutta persona,
Ci ho impiegato anni per pubblicare questo capitolo, ma ho un valido motivo! Okay non così valido.
In verità progettavo di finirlo e pubbliacarlo intorno al venti. Tuttavia i miei due migliori amici, quei pazzi, mi hanno letteralmente rapito da casa e portata in montagna. Mio fratello, complice, ha permesso alla mia migliore amica di farmi la valigia e ovviamente lei non ha pensato di caricare anche il computer, quindi io sono stata senza la mia ragione di vita per quasi dieci giorni.
Anche se mi sono divertita molto in vacanza.
Per perdonarmi vi ho fatto un capitolo più lungo, anche se ormai siete abituati alle mie lunghezze, che aumentano sempre di più.
A proposito di questo volevo chiedervi se preferite dei capitoli di circa questa lunghezza in cui parlo e approfondisco, almeno un minimo, tutti i vostri Oc o capitolo più corti, e con
aggiornamenti più frequenti di conseguenza, in cui magari ne tralascio qualcuno e ne parlo meglio quello successivo? Ditemi voi! Preferite capitoli lunghi ma più radi, circa uno ogni dieci giorni, o capitoli più lunghi ma più frequenti? Fatemi sapere.
Inoltre volevo chiedervi se sto facendo un buon lavoro con i vostri personaggi, spero di si. Vorrei sapere anche se avete qualche richiesta da farmi riguardo la vostra cotta, la sua evoluzione, e se poteste, potreste dirmi circa i personaggi, sia vostri che di Inazuma, con cui andrebbe più d'accordo?
Ah, riuscireste a scrivermi anche qualche episodio che riguarda il suo passato? Non so se mai li userò ma potrebbero essere utili in una conversazione.
Vi sarei grata se riuscite a mandarmi il tutto per MP, oppure anche in risposta al mio messaggio va bene.
Inoltre vi avviso che da lunedì inizierò un attività di tutoraggio quindi avrò poco tempo per scrivere, anche se cercherò di trovare un po' di spazio. Devo anche finire i compiti sigh
Mi scuso ancora un sacco per avervi fatto aspettare a lungo, so di essere una brutta persona, e mi scuso anche se ci sono errori di grammatica o di battitura.
Attendo le vostre risposte e spero di risentirvi presto!
Bye,
#Angel

   
 
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