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Autore: sissi MIKA    31/08/2019    0 recensioni
“Rimani come sei. Insegui il tuo destino perché tutto il dolore che hai dentro non potrà mai cancellare il tuo cammino”
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Robin Hood
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cammino sorridente per la strada. Sono felice e non perché c’è il sole. Sono felice e basta - cosa che accade raramente. Una mano è sul pancione in maniera protettiva. Mentre l’altra ondeggia seguendo il mio passo. Mi guardo in giro cercando di catturare le meraviglie che mi circondano e non mi accordo che i miei piedi mi hanno portato davanti al 108 di Mifflin Street - quella che poco più di un anno fa era la mia casa. Mi fermo a osservare tutti quei dettagli che hanno coronato la mia infanzia e la mia adolescenza: l’albero di mele, il giardino dove anche negli inverni più terribili non mancava mai il pupazzo di neve, quel portico dove ogni mattina - o quasi - le mie mamme si scambiavano un tenero bacio perché solo una delle due mi portava a scuola, quel vialetto dove mia madre Regina era costretta un giorno sì e l’altro pure a rincorrermi per ricordarmi che avevo dimenticato il mio pranzo. Ricordi impressi nella mia mente, ma che non ci sono più in quella delle mie mamme e in quella di tutti gli abitanti di Storybrooke. Abbandono i miei pensieri perché sente delle voci in lontananza che si stanno avvicinando a quella che era la mia abitazione. Sono Emma e Regina che discutono. Mi nascondo dietro una macchina parcheggiata nella via e mi metto a origliare. “Così ora ti fidi di Silvia” dice Emma. Forse allora il mio discorso ha avuto effetto su Regina penso. “Non lo so! So solo che c’è qualcosa in lei che mi spinge a crederle. Quindi se quello che lei dice è vero io e te saremmo sposate” dice Regina in maniera titubante. “A quanto pare!”. “Beh allora cosa hai intenzione di fare Miss Swan?” sento dire da Regina con un tono seducente. “Io? E cosa dovrei fare Signor Sindaco?”. “Per una volta Miss Swan usa quella testa e chiedimi di uscire in maniera che io non possa rifiutare”. “Beh, Signor Sindaco le va di uscire con me?” dice inchinandosi. “Controllo la mia agenda e le faccio sapere al più presto, Miss Swan, ma credo che posso concedermi un’uscita” dice Regina, picchiettandosi un dito sul mento come se ci stesse davvero pensando. “Va bene signor sindaco. Buona giornata” dice avvicinandosi a Regina, la quale - volendo evitare il suo sguardo - si gira verso la porta per aprirla e scomparire dentro casa. Esco dal mio nascondiglio faccio finta di non aver assistito alla scena. Sento Emma, che poco prima stava percorrendo il dialetto della grande abitazione, dietro di me. “Ehi Silvia come stai? Non ti avevo visto prima”. Mi giro verso di lei “ciao Emma, tutto bene, tu? Cosa ci fai da queste parti?” dico facendo la finta tonta. “Mm nulla di che. Tutto bene comunque. Ti va di andare da Granny? Si sta avvicinando l’ora di pranzo e ho una certa fame”. “Ma certo! Sono contenta che tu me lo abbia chiesto”. “Beh, in realtà avrei bisogno di un tuo aiuto”. “Del mio aiuto? Di che si tratta?” chiedo facendo finta di non sapere che mi chiederà consigli su come affrontare l’appuntamento con Regina. “Preferisco dirtelo quando siamo sedute da Granny”. Dopo venti minuti di cammino, finalmente siamo arrivate. Sono molto stanca anche perché il mio peso non è più quello di un tempo. Ora c’è un piccolo bambino che cresce dentro di me e mi frega anche l’ossigeno che inalo. Una volta seduta al tavolo ordiamo: per lei panino con patatine fritte; io opto invece per un’insalata e patatine fritte a parte. Sono pur sempre figlia delle mie madri. Emma dopo aver ordinato esordisce dicendo “sei proprio figlia di tua madre, anche se qualche merito lo ho anche io”. So per certo che si riferisce alle patatine. Continua dicendo “comunque, non siamo qui per discutere sulla tua educazione. Ma voglio sapere come hai fatto a convincere Regina di questa storia? E poi ho bisogno di una mano. Beh, io - dice imbarazzata - ho chiesto a Regina di uscire. Siamo spostate e mi ha detto che tu le hai detto così, quindi vorrei in qualche modo ricostruire quello che avevamo. Mi ha anche detto del bacio che ha rotto l’incantesimo”. Dice tutto ciò senza fermarsi un attimo. “Non è stato facile convincerla. Anche perché in questo momento lei si avvicina molto di più alla definizione di Regina cattiva che di semplice Regina Swan Mills, moglie innamorata e devota. Comunque per la serata devi solamente essere te stessa e tutto andrà per il verso giusto. Ne sono convinta!” dico sorridente. Continuo “a quando il grande giorno?”. “Beh, pensavo martedì. Così entrambe abbiamo un po’ di tempo per prepararci” dice ancora più in imbarazzo e capisco che non vede l’ora che arrivi Ruby con le nostre ordinazioni. Il pranzo passa velocemente. Dopo aver parlato di Regina, mi ha chiesto della mia vita. Speravo davvero con tutto il cuore che il mio racconto facesse riaffiorare dei ricordi, ma ciò non accadde. Solo alla fine, Emma si accorse della mia collana. Era una collana d’oro con il mio nome che risaltava al centro. Le spiegai che me la regalarono loro quando compii un anno e con il tempo divenne parte di me. Ovviamente ha subito delle modifiche poiché la prima era molto più piccola però l’ho sempre portata con me. È il mio portafortuna. Quando sono lontano da casa, lo tengo tra le mani ricordandomi che ho persone che mi amano anche se non sono fisicamente lì con me. Infondo è vera la frase “Home isn’t a place. It’s the people in it”. Il pomeriggio decido di fare delle ricerche. Mi dirigo prima in biblioteca, ma per mia sfortuna non trovo nulla che faccia al caso mio. Trovo solo un libro, apparentemente insignificante per gli altri, ma per me delizioso. Cime Tempestose: il primo libro che mia madre Regina, nonché accanita lettrice, mi ha regalato. Decido di prenderlo in prestito. Lo rileggerò per la milionesima volta, ma fa nulla: lo adoro troppo. Dopo aver finito in biblioteca mi dirigo alla mia camera. È vuota e penso ‘finalmente Andrew ha deciso di fare qualcosa di produttivo anziché starsene rinchiuso qui a dormire’. Prendo in mano il mio adorato pc con una delle schermate più amorevoli che ci siano: ci sono io distesa sul letto che faccio una linguaggio con entrambe le mie madri al mio fianco che mi danno un bacio sulla guancia. Dopo aver fissato quella foto per un tempo troppo lungo, decido di indagare sul passato di Lily. Chiamo anche un amico - che ho lasciato a NY - per chiedergli informazioni, dato che ha la fidanzata che lavora al distretto di polizia. Finalmente riesco a trovare qualche informazione in più sul conto di Lily: dove è andata a scuola, qual era l’orfanotrofio in cui è vissuta, informazioni non del tutto utili ma che solleticano la mia curiosità. Decido di chiudere tutto e fare una doccia rilassante. Dopo essermi piazzata sotto il getto d’acqua lascio vagare i miei pensieri. Inizio a ipotizzare cosa sarebbe accaduto se non avessi incontrato Andrew; cosa sarebbe successo se non fossi stata adottata e Regina avesse tenuto Lily; cosa sarebbe successo se Emma non fosse mai venuta qui. Domande a cui non c’è una risposta - che forse solo Doctor Strange avrebbe avuto. Domande che si affollano nella mente insieme a tutte le altre che mi pongo ogni giorno. Domande a cui ho paura a rispondere, perché se la vita fosse stata diversa sicuramente sarebbe stata peggio. Molto peggio. Insomma, sono quelle domande esistenziali che immancabilmente, o sotto la doccia o prima di addormentarci, arrivano e iniziano a tormentarci. Quando il mio cervello decide di darmi una tregua, esco dalla doccia e inizio a preparami anche se non devo andare da nessuna parte, se non a mettere qualcosa sotto i denti. Opto per qualcosa di comodo solo perché sono veramente troppo stanca per cercare qualcosa di decente. Dopo essermi cambiata mi stendo un po’ sul letto, chiederò a Andrew se gli va di cenare con me. Mando un messaggio al mio amico e la risposta affermativa non tarda ad arrivare. Dopo che anche lui si è sistemato e preparato, decidiamo di scendere le poche scale che ci dividono dalla nostra cena. Decido di prendere solo dell’insalata leggere e delle Coca Cola - rigorosamente zero - mentre lui opta per un hamburger. Poco dopo che le nostre orinazioni sono arrivate, sentiamo il campanello della porta suonare e appaiono due personaggi: uno che non avevo mai visto prima, anche se vagamente mi ricorda Robin Hood, e l’altro è Killian, meglio conosciuto come Capitano Uncino - o come lo chiama mia madre Regina Capitan Mascara. Si siedono a un tavolo poco distante da noi e ordinano anche loro qualcosa da mangiare. Tutto questo si svolge in un assoluto silenzio da parte di me e Andrew che osserviamo la scena con una faccia shoccata. Le domande che entrambi ci poniamo senza esprimerle sono le stesse: cosa ci fa qui Hook con Hood, non sono mai stati amici quei due. Ma soprattutto, come fa Robin a essere vivo? Mia madre Regina mi aveva spiegato come erano andate le cose tra di loro - ovviamente non molto bene poiché poi si era resa conto che Emma era il suo vero amore - e mi aveva anche spiegato come era morto: Ade pensando di fare un torto a Regina, che non voleva che stesse con Zelena, lo aveva ammazzato, ignaro del fatto che lei era palesemente e perdutamente innamorata della signorina Swan. Andrew decide di rompere quel silenzio e sapevo che la fatidica domanda sarebbe arrivata: “cosa ci fa qui Robin? Non mi avevi detto che era morto e la sua anima si era distrutta”. “Era quello che pensavo anche io. Sicuramente non può essere tornato dal mondo dei morti, senza un aiuto da parte di qualcuno. Dobbiamo solo scoprire chi sia questo qualcuno e perché lo vuole ancora vivo” dico picchettando le dita sul tavolo. “Non c’è nulla nella storia della tua famiglia che ci possa dare qualche indizio? Parliamo di Hook, nonché ex fidanzato di Emma, e Hood, ex fidanzato di Regina. Avranno sicuramente a che fare con loro, anche perché ricorda che hanno cancellato la memoria a tutti”. Devo dare atto ad Andrew. Quello che ha appena detto può sicuramente c’entrare con il colpevole della maledizione. “Sai che puoi avere ragione. Entrambi hanno avuto delle storie con le mia madri. E se hanno eliminato la memoria a tutti perché avessero intenzione di - che ne so - cambiare il destino di entrambe? Prima della maledizione sapevano di essere spostate e si amavano. Ora il loro amore c’è ancora ma è nascosto perché non sanno di amarsi, o almeno non lo sanno ancora. Quindi, dobbiamo fare in modo di far innamorare quelle due, in modo che la maledizione si spezzerà dopo che si sono scambiate il bacio del vero amore e in più quei due non la fanno franca” dico tutto d’un fiato. Un Andrew pensieroso annuisce ad ogni cosa che dico e forse il mio ragionamento ha una base solida. Apre bocca e dice “quindi? Come facciamo a farle innamorare?”. “A questo ci ho pensato io. Domani sera hanno un appuntamento. Dobbiamo solo fare in modo che vada tutto per il meglio e che mia madre Regina si presenti. Dopo il mio discorso di oggi, dubito che non si presenterà ma è imprevedibile. È pur sempre Regina Swan Mills”.
  
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