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Autore: BellatrixBlack_    22/09/2019    0 recensioni
Ecco una storia (spero coinvolgente e non noiosa) sulla storia d'amore di Bellatrix e Tom Riddle/Lord Voldemort. ;) buona lettura a tutti :*
P.S. Dopo anni sono tornata a scrivere ed ho aggiornato la storia se pertanto volete leggere il primo capitolo riscritto da capo andate al terzo. I primi due li ho lasciati più per ricordo che altro.
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Bellatrix Lestrange, Sorelle Black, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lily/Severus, Lucius/Narcissa
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Il cielo fuori dalla finestra non le era mai sembrato tanto scuro come quella notte. Nonostante fossero appena le undici, infatti, sembrava di trovarsi già in quel momento della giornata in cui tutto rimane immobile, come morto, ed il silenzio pervade ogni cosa. A riprova di ciò, fuori non volava una mosca e l'unico suono appena percettibile era quello della leggera brezza notturna che, a discapito della calura estiva di fine agosto, risultava fredda a contatto con la pelle. A lei però non dispiaceva e, sul davanzale di quella finestra, in una delle parti più remote di quella casa, rimaneva incantata da quel tocco leggero e l'immensità del paesaggio, che la riportava con la mente a certi pensieri che l'attanagliavano ormai da mesi.
«Tutto bene sorellona?» la voce della piccola Cissy la prese alla sprovvista e, in un baleno, la riportò alla realtà, ma ciononostante si sforzo di non apparire troppo stupita o infastidita da quell'intrusione. «Sì tranquilla, stavo solo ammirando la vista da quassù.» le mentì con un accenno di sorriso sulle labbra. «E non hai paura di cadere?» replicò la sorellina guardando con titubanza il davanzale e la finestra aperta. In quell'attimo il suo sorriso si caricò di una dolcezza improvvisa. «Non c'è nulla di cui aver paura. Vieni, ti faccio vedere.» e, così dicendo, la invitò ad avvicinarsi con lieve cenno delle dita. Di risposta, Cissy si fece più avanti, ciononostante, l'incertezza e la diffidenza non abbandonarono il suo sguardo. «Bella... ho paura...» aggiunse poi, mentre lei la prendeva tra le sue braccia e l'adagiava sopra di sé. «È tutto ok sorellina, ci sono qua io a tenerti.» dopo quelle parole dette con tanto affetto, lo sguardo della sua sorellina si rilassò e, passati alcuni minuti, grazie al leggero tocco delle sue dita tra i suoi lisci capelli biondi, anche il resto del suo corpo si distese ed abbandonò la paura.
Rimasero in quella posizione per diverso tempo ed il suo sguardo tornò a vagare nel cielo notturno. Si interrogò riguardo diversi dubbi che aleggiavano nella sua mente, ma il filo dei suoi precedenti pensieri le parve perso, almeno fino a che questo non riapparve. Si affrettò a riprenderlo, a tirarlo verso di sé ed a tenerlo stretto per non perdere di nuovo quelle riflessioni a lei tanto care, in quel medesimo istante, però, la dolce vocina di Cissy ruppe il silenzio per esprimere i suoi dubbi riguardo lo smistamento che l'avrebbe attesa appena arrivata ad Hogwarts, e perciò perse di nuovo traccia di quei pensieri. Sospirò e per la seconda volta portò lo sguardo sui profondi occhi azzurri della sorella con un sorriso accennato sulle labbra. «Non c'è nulla da temere Cissy. Tu, come già Andromeda, io e tutti i nostri antenati prima di te, finirai in Serpeverde. È scritto nel tuo destino ed è provato dal nostro albero di famiglia.» nel parlare, la sua voce rassicurante si caricò di una sicurezza che lasciò sorpresa la sorella. Al contrario suo, che nel corso degli anni aveva avuto modo di consolidare il suo orgoglio verde e argento ed emergere tra i tanti per le sue doti e la sua fierezza, infatti, Cissy aveva vissuto per lo più tra le mura di quella casa, a condividere le sue giornate con loro madre e qualche amichetta purosangue accuratamente selezionata dai loro genitori. Perciò, non biasimava il suo stupore e la sua incertezza, ma, al contempo, voleva farle capire che erano sentimenti infondati e che la loro famiglia, la nobile famiglia Black, avrebbe continuato ad appartenere a quella casata anche nelle generazioni successive alla loro.
«Se lo dici tu sorellona...» Cissy però non aveva abbandonato del tutto i suoi dubbi e, pertanto, per scacciare via ciò che rimaneva di essi, si accovacciò ulteriormente tra le braccia della sorella e chiuse gli occhi. Il giorno seguente sarebbe stato un grande giorno: per la prima volta sarebbe salita anche lei su quel treno che ogni anno, all'inizio di settembre, le portava via le sue adorate sorelle maggiori; e in quella speciale occasione non voleva essere da meno di loro. Ricordava ancora con grande lucidità, infatti, con quale entusiasmo e orgoglio Bella era salita per la prima volta su quelle scalette e la naturalità e compostezza con le quali le aveva poi salutate dal finestrino; o la più modesta partenza di Andromenda che, pur condividendo l'entusiasmo che precedentemente aveva mosso la sorella maggiore, iniziava quel nuovo ed importante percorso con più incertezza e titubanza. Al contrario suo, loro non erano mai sembrate incerte sul loro destino, neppure Andromeda, che per settimane si era lamentata di non voler andare così lontana da casa, aveva mai messo in dubbio la sorte e la casa in cui sarebbe finita; Bellatrix, poi! Ancor prima di giungere in quell'antico castello si era informata su tutto ciò che c'era da sapere su quella prestigiosa casata: dagli autorevoli maghi che ne avevano fatto parte, alle leggende che giravano sul dormitorio sotto la laguna e sulle antiche mura entro cui era stato costruito. Ricordava inoltre il suo entusiasmo e curiosità nello scoprire che, in qualche parte remota ed opportunamente celata del castello, abitava un enorme serpente, detto basilisco, che con lo sguardo era in grado di pietrificare tutti coloro dal sangue impuro. Quel luccichio nei suoi occhi l'aveva lasciata esterrefatta e lo stesso era stato per loro madre, Druella, che un istante dopo l'aveva rimproverata e si era pentita di averle raccontato di quella voce e dell'episodio accaduto quando lei frequentava ancora quelle mura. Nonostante non avesse provato pietà o dispiacere per i sangue marcio colpiti durante l'accaduto, infatti, non voleva rischiare che sua figlia si facesse prendere da chissà quali idee e, a causa della sua troppa curiosità, si mettesse a girovagare per il castello, rischiando così di finire nei guai. "Quelle mura serbano numerosi segreti e pericoli, ma nessuno di essi vale abbastanza da rischiare l'osso del collo o la reputazione." aveva difatti concluso quel giorno la madre.
Perciò, con quelle parole e quei pensieri ancora in testa, si addormentò; e come Bella se ne accorse la portò in braccio nella sua stanza e le rimboccò le coperte. Dopodiché, tornò nella sua camera, e con ancora mille pensieri per la teta, si mise a dormire.
Quell'estate erano girate parecchie voci su un ex-studente, giovane e di bell'aspetto, che avrebbe preso il ruolo di professore di Difesa contro le Arti Oscure con l'inizio del nuovo anno accademico e lei non vedeva l'ora di incontrarlo.













NOTE AUTRICE: Dopo anni sono tornata! E per rimediare all' "orrore" scritto in precedenza, riparto riscrivendo il primo capitolo. Il prossimo aggiornamento non ho idea di quando arriverà ma vi prometto che prima o poi concluderò questa storia e renderò anche voi partecipi di quello che mi passa per la testa!
  
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