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Autore: darkroxas92    22/09/2019    5 recensioni
E se Harry Potter fosse finito per sbaglio nel mondo di Fairy Tail durante la sua infanzia? E se fosse stato accolto proprio nella gilda numero uno di Fiore? E se un giorno Albus Silente riuscisse a ritracciarlo, chiedendogli di tornare nel suo mondo d’origine? Come si svilupperà la storia del mago più famoso della comunità magica con queste premesse?
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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75: La presa di posizione di Hermione
Capitolo 75: La presa di posizione di Hermione

Capitolo 75: La presa di posizione di Hermione
Il sole cominciò ad illuminare lentamente un parco, riscaldando quasi immediatamente con il suo calore i fili d’erba e gli alberi presenti.
Sopra uno di essi, una carta da gioco rifletté la luce, cominciando ad emanarla di propria volontà pochi secondi dopo, scivolando infine a terra.
Non appena toccò il suolo la luce aumentò d’immensità, e quando scomparve si mostrarono Dudley e Sho, il primo mezzo addormentato e il secondo preso a stiracchiarsi le braccia.
“Dobbiamo per forza svegliarci così presto?” Si lamentò Dudley, tentando inutilmente di soffocare uno sbadiglio.
“Se vuoi evitare che qualcuno ci scopra, allora temo proprio di sì.” Replicò l’altro ragazzo, per poi chinarsi e raccogliere la carta. “E ringrazia che sono riuscito a racchiudere qui dentro un’intera casa, altrimenti ci toccherebbe dormire all’aperto.”
“Su questo nessuna lamentela.” Concordo Dudley. “Allora, qualche idea di dove siamo oggi?”
“Dimentichi che io non sono nemmeno di questo mondo, come diamine potrei saperlo?” Disse Sho, senza tuttavia mostrare alcun fastidio in ciò. “Non mi dispiace affatto andare in giro senza meta.”
“Beato te che sei così spensierato…” Borbottò Dursley, abbassando lo sguardo.
Sho fissò il suo compagno di viaggio, immaginando a cosa stesse pensando.
Erano passate solo poche settimane da quando, grazie a un giornale trovato in giro, avevano scoperto che i genitori di Dudley avevano pubblicamente detto che ormai non avevano più speranze di ritrovarlo vivo. E sapendo che in realtà erano ben consci che era vivo, significava che non avevano alcuna intenzione di avere di nuovo a che fare con lui.
Sho digrignò i denti sovrappensiero. Per lui l’idea che dei genitori rinnegassero in tal modo il proprio figlio era inaudita. Lui, Erza e gli altri erano cresciuti senza di loro, vero, ma era sicuro che non li avrebbero mai buttati via così. Gli piaceva pensare che erano morti cercando disperatamente di ritrovare i figli portatigli via.
“Beh, vediamo un po’ che cosa troviamo oggi.” Disse, girandosi. “Ci servono delle provviste, quindi preparati. Direi che è il momento di testare nuovamente la tua magia.”
“Dobbiamo proprio? Già non mi piace l’idea di dover rubare, ma fare così…”
“Beh, se preferisci possiamo sempre cercare qualche bosco e andare a caccia. Ma ti avviso, io non sono granché a cucinare selvaggina.”
Dudley sospirò, per poi mettere una mano in tasca. “E va bene… Andiamo allora. Avvertimi prima di iniziare a trasformare la refurtiva in carte, così almeno posso tentare di nasconderti.”
“Sì, sì, non preoccuparti.”
A quel punto i due iniziarono la loro camminata, finché non si ritrovarono in un paesino, il quale sembrava essere rimasto indietro di almeno cinquant’anni.
“Uh? E lì che succede?” Domandò Sho, fermandosi a guardare una piccola folla di persone, le quali si trovavano ai piedi del giardino di una villa abbandonata, con una piccola casa in mezzo ad esso.
Ed era lì che due uomini stavano portando via una barella, con una persona sopra coperta da un telo bianco.
“Terribile…” Sentirono dire non appena avvicinatisi. “Proprio come cinquant’anni fa…”
“Dicono che sia morto proprio come i Riddle.”
A quel nome Dudley e Sho spalancarono gli occhi, per poi guardarsi a vicenda e annuire.
“Scusate…” Interruppe il ragazzo di Fiore, facendo girare verso di loro alcuni degli anziani presenti. “Cos’è successo?”
“Nulla che interessi a due ragazzini forestieri.” Rispose un vecchio, solo per venire interrotto da una signora.
“Solo un evento che ha riportato alla nostra mente vecchi ricordi.”
La signora si voltò a guardare la villa.
“Mezzo secolo fa quella villa era la residenza di una ricca famiglia, i Riddle. Erano rispettati da tutti noi, anche con quello che successe al povero Tom…”
“Ossia?”
“Fu uno scandalo all’epoca. Scappò di casa assieme a una ragazzaccia, la figlia di Graunt, con la quale si sposò. Ritornò qualche anno dopo, affermando di non avere idea di cosa gli fosse preso. Ve lo dico io, quella ragazza era una strega di sicuro.”
“Considerando la sua famiglia, di sicuro era pazza a sufficienza per drogare quel povero ragazzo e costringerlo a fare quello che voleva.” Commentò un altro anziano.
“Beh, non che abbia molta importanza. I Riddle non sono riusciti a vedere nemmeno la fine della seconda guerra mondiale. Sono stati trovati morti, Tom e i genitori, tutti e tre senza un solo segno sopra.”
I due ragazzi si guardarono, pensando la stessa cosa: si trattava quindi di un altro Tom Riddle?
“Tutti noi abbiamo pensato che fosse opera del loro giardiniere, il vecchio Frank Bryce. Ma non hanno mai trovato prove contro di lui e fu scagionato da tutte le accuse. Ma ora, forse non era così…”
“Perché?”
“Lo hanno trovato morto stamattina, e proprio come i suoi vecchi datori, senza un solo segno sopra, ma solo con la faccia distorta in una smorfia di paura. Come se avesse visto il diavolo in persona. Probabilmente c’è una maledizione di qualche tipo su villa Riddle.”
“Che triste storia.” Disse Sho. “Vi ringraziamo per il tempo che ci avete dedicato.”
“Di nulla. È difficile vedere dei ragazzi così disposti ad ascoltare le storie di noi vecchi.”
I due ragazzi si allontanarono, fermandosi solo una volta sicuri di essere da soli.
“Riddle è il cognome del mago che vuole uccidere Harry, vero? Non sono io a ricordare male?” Chiese Dudley.
“No, ricordi perfettamente. Tom Orvoloson Riddle. Però non capisco… Dicono che è stato trovato morto mezzo secolo fa. E sappiamo bene che non è così.”
“Forse un omonimo?”
“Può essere, ma è strano… hanno detto che sono stati trovati morti senza alcun segno sopra di loro. E sappiamo entrambi che con la magia ciò è più che possibile.”
Sho prese un sospiro. “Forse… Forse si trattava di suo padre?”
“Ma questo significherebbe che-”
“Dobbiamo andarcene di qui, il prima possibile.” Lo interruppe Sho. “Se questo è davvero il paese natale di Voldemort, conviene allontanarsi subito. Ma dovremmo tornarci di nuovo. Forse qui potremmo trovare qualche indizio su di lui.”
“Ma è morto, vero? È morto quando ha cercato di uccidere Harry.”
Sho distolse lo sguardo, ripensando a quello che aveva sentito da Urrutia.
“Vorrei esserne sicuro… ma non lo sono. Ho paura che non sia così.”
Dudley deglutì. “A-Allora… Allora dobbiamo aiutare Harry e gli altri! Se ho capito bene, Voldemort voleva uccidere tutti coloro che non erano maghi purosangue. Se così fosse, tutti i non maghi-”
“Finirebbero con il venire eliminati da lui. E conoscendo lo stile, sarebbe solo il primo passo. Com’è che si chiama questo paese?”
“Little Hangleton. Ho visto il cartello prima.”


~~~~~~~~~~~~~~~~


“Che cosa?!” Urlarlo tutti i Weasley
“Avete capito bene” Fece il Master, sospirando. “Quest'anno Fairy Tail non frequenterà Hogwarts.”
“Ma perché?!” Esclamò Ron. “Cos’è successo?”
“Ne ho già parlato con Silente.” Proseguì Makarov. “E ha accettato. Harry e gli altri devono svolgere una missione particolare, e questo richiederà la loro presenza.”
“Allora resteremo anche noi!” Esclamarono i gemelli. “Dopotutto, anche noi siamo di Fairy Tail!”
“Mi dispiace, ma non è possibile. Silente ha chiesto ai vostri genitori, ma non erano disposti a farvi saltare un anno di scuola.”
“E come farete con la scuola?” Domandò Ginny.
“Noi studieremo a parte e faremo gli esami a fine anno, così da poter proseguire normalmente.” Spiegò Erza. “Mi dispiace, ma non possiamo farci nulla.”
“Quindi immagino non verrete nemmeno alla Tana, vero?” Chiese Ron, ricevendo una risposta negativa. “Cavoli, non riesco nemmeno ad immaginarlo un anno scolastico senza di voi. Avete sempre fatto in modo che non fosse noioso…”
“Oh, io non darei per scontata la noia. Ho sentito che ci sarà un’interessante novità ad Hogwarts quest’anno.”
Questo attirò immediatamente l’attenzione dei Weasley. “Ossia?”
“Mi dispiace, ma ho promesso a Silente di tenervi all’oscuro per garantirvi l’effetto sorpresa.” Ridacchiò il Master, per poi voltarsi a guardare Neville, che annuì. “In più… nemmeno Neville tornerà a Hogwarts.”
La famiglia dai capelli rossi fece scattare tutti assieme la testa verso il compagno, che deglutì.
“M-Mia nonna ha detto che era d’accordo a lasciarmi qui per allenarmi. Ha visto i miei progressi ed è convinta che per me sia un bene restare qui.”
“Quindi ci scaricate così?” Fece Ron.
“Certo che no.” Rispose Harry. “Continueremo a sentirci grazie allo specchio di Sirius. E poi chissà, magari ogni tanto riusciremo a venirvi a trovare.”
Lucy si fece avanti, evocando Loki. “Già! Dopotutto, non è impossibile per noi viaggiare tra un mondo e l’altro.”
“Il Re degli Spiriti ha concesso ulteriori viaggi, quindi non dovete preoccuparvi.” Spiegò lo spirito del Leone. “Ora, siete pronti?”
Borbottando, i Weasley afferrarono i loro bagagli.
“Almeno ci sarà la finale della Coppa del Mondo a consolarci…” Bofonchiarono i gemelli, mentre loro e i fratelli salutavano gli amici che sarebbero rimasti a Fiore.
“Vero. Mentre la guardate pensate a noi che ci perderemo il divertimento!” Esclamò Erza, sorridendo mentre i Weasley scomparivano nella luce.
Passarono pochi secondi prima che tutti tirarono un sospiro di sollievo.
“Cavoli, non credevo ci saremo davvero riusciti.” Fece Gray, per poi indicare Natsu. “Ero sicuro che ci avrebbe fatto saltare la copertura.”
“Ehi!” Replicò lui, sputando una fiammata. “Guarda che anch’io so come stare zitto! E poi è bastato pensare di essere come un ninja in missione!” Continuò, alzandosi la sciarpa per coprirsi la bocca e mettendosi in una buffa posizione, imitato da Happy, nuovamente con l’aspetto umano.
“Bene, e con questo la missione ha avuto ufficialmente inizio!” Esclamò Makarov, sorridendo. “Neville, Harry, ora tocca a voi con la seconda parte.”
I due ragazzi sorrisero, mentre Majutsu tirò fuori dalla tasca quattro lettere.
“Non si preoccupi Master. Partiremo oggi stesso. Però sappi che voglio un aumento della ricompensa, visto chi dovremmo incontrare.”
Il Master sospirò. “Lo so, e mi dispiace. Ma tu sei il migliore assieme a Erza per rappresentare Fairy Tail, e voglio che Neville impari qualcosa in più, ora che è uno di Classe S.”
Majutsu diede una pacca sulla schiena a Neville, il quale dovette cercare di non cadere in avanti.
“Continuerò ad allenarlo durante il viaggio. Immagino ci vorrà almeno un mese prima di riuscire a tornare indietro, visto che vuoi che parliamo con loro di persona.”
“Non c’è fretta, siamo ancora in largo anticipo. E se non fossero disponibili, possiamo sempre tentare con il piano B.”
A sentire ciò tutti rabbrividirono.
“Non sarebbe un po’ troppo?” Domandò Mira, ricevendo un assenso dagli altri presenti.
“Lo so, e nemmeno lì siamo sicuri di poterlo trovare in tempo… Però ho assicurato a Silente che ci avremmo pensato noi, e non posso venire meno alla parola data.”
“Faremo di tutto per portare a termine con successo la nostra missione.” Disse Majutsu. “Per quanto mi piacerebbe rivederlo, non voglio affidargli una simile missione. Non quando ci sono buone possibilità di esservi coinvolto a mia volta.”
“Concordo. Noi invece inizieremo la terza parte della missione. Ora che i Weasley sono partiti, non dobbiamo più agire di nascosto e andremo più veloci.”
“Molto bene allora! Che tutti vadano ai loro posti!” Ordinò Makarov.
Harry e Neville recuperarono due grossi zaini che avevano nascosto dietro ad alcune casse, mettendoseli sulla schiena.
“Allora alla prossima! E quando vedete Sirius e Remus ditegli che li saluto!”
“Riferirò, aye!” Rispose Happy.
Poco lontano, Luna sorrise. “Ho fatto bene a decidere di restare qui per il resto delle vacanze. I Nargilli sono sempre più vispi.”

~~~~~~~~~~~~~~~~

Era passata qualche settimana da quando i Weasley erano tornati a casa.
Nel frattempo erano stati raggiunti da Hermione non appena tornata dalla Francia.
Il signor Weasley era riuscito a procurarsi grazie ad alcuni contatti all’interno del Ministero dei biglietti per la finale di Coppa del Mondo di Quidditch, così, dopo una giornata frenetica, la famiglia con l’aggiunta di Hermione stava rientrando nella tenda magicamente espansa.
“Ancora non ci credo!” Esclamò Ron, entusiasta. “Ho visto da vicino Krum! E ha anche preso il boccino d’oro!”
“Ricordati però che ha vinto l’Irlanda, proprio come avevamo scommesso!” Fece Fred.
“E dobbiamo ringraziare Cana per questo. Chi avrebbe detto che ci avrebbe davvero predetto la squadra vincente? A saperlo avremmo scommesso di più.” Aggiunse il gemello, ghignando mentre sollevava un sacco pieno di monete d’oro. “Bagman non ha fatto un grande affare.”
“Io non riesco ancora a credere a quello che ha fatto Crouch!” Sbottò invece Hermione, lasciandosi cadere seduta su una delle brande. “E sono ancora più sorpresa che nessuno abbia detto nulla!”
“Suvvia Hermione, lo sai come la pensa la maggior parte degli elfi domestici.” Disse Ginny.
“Non m’importa! Già trovo disgustoso il fatto che vengano trattati come schiavi, se poi penso che vengono costretti a fare cose di cui hanno pure paura… Quella poverina è rimasta sugli spalti più alti nonostante soffrisse di vertigini, e Crouch non si è nemmeno degnato di presentarsi!”
“Non puoi farci nulla purtroppo.” Fece Ron. “Puoi dirgli quello che vuoi, non farai cambiare idea a nessuno di loro. Pensa solo a Malfoy e a come trattava Dobby.”
“È proprio questo il punto!” Esclamò Hermione. “Tutti voi avete visto quanto è felice ora! Perché non può essere così anche per gli altri elfi?”
“Perché-”
Ma qualunque cosa stesse per dire il signor Weasley fu coperta da delle urla, le quali aumentarono subito di intensità e di numero.
“Che sta succedendo?” Domandò Fred, mentre tutti si diressero verso l’uscita della tenda, per poi restare a guardare centinaia di maghi in fuga, mentre poco lontano da loro alcuni babbani (i proprietari del campo dove il Ministero aveva deciso di creare gli spiazzi per le tende degli spettatori della finale), venivano tenuti a mezz’aria dalle bacchette di alcuni tizi con una maschera bianca a coprirli il volto, i quali stavano sghignazzando divertiti, incuranti del panico da loro creato.
“Non è possibile… Sono Mangiamorte!” Esclamò il signor Weasley, sbiancando. “Presto, andate tutti al riparo nel bosco!”
“Ma papà, noi-” Iniziò Ron, solo per venire subito interrotto dal genitore.
“Non m’importa cosa pensate di poter fare, non ho intenzione di farvi rischiare contro di loro!” Gli urlò contro il padre. “Perciò almeno stavolta cercate di ascoltarmi, ok?”
“Va bene!” Risposero i due gemelli, afferrando per un braccio ciascuno Ron. “Cerca solo di tornare indietro intero, ok papà?”
“Certo. Altrimenti chi la sente più vostra madre?” Scherzò lui di risposta, per poi alzare la bacchetta e andare verso i maghi mascherati, imitato da pochi altri coraggiosi.
“Forza, andiamo!” Fece Ginny, mentre poco lontano una tenda esplodeva, venendo subito avvolta dalle fiamme.
Il gruppo non disse nulla, inoltrandosi subito nel bosco vicino, cercando di evitare la folla di persone impaurite.
“Accidenti… Non potevamo avere un evento normale una volta tanto?” Si lamentò Ron, non appena trovarono uno spiazzo vuoto.
“Giusto per non sentire la mancanza degli altri, eh?” Scherzò George. “Beh, ora come ora non siamo ancora ai livelli di Phantom Lord almeno… Quei tizi saranno solo degli ubriachi che vogliono ricordare quelli che per loro erano i bei tempi.”
“Andrà tutto bene, vero? O dite che è il caso di chiamare Majutsu e gli altri?” chiese Hermione, stringendo la borsa che aveva dietro.
“Aspettiamo un attimo per vedere come vanno le cose. Se solo potessimo usare liberamente la magia… Ma sono sicuro che il Ministero ci manderebbe un avvertimento nel giro di pochi minuti.”
Tuttavia, prima che qualcuno potesse commentare la frase di Ron, si sentirono dei passi pochi lontani: passi strascicati, seguiti da un respiro altrettanto irregolare e infine da un piccolo tonfo.
Nel silenzio attonito, una bacchetta s’illuminò, e in seguito alla parola “Morsmordre!” lanciò un incantesimo verde verso il cielo, dove esplose in un teschio colossale composto da stelle di smeraldo, dalla cui bocca al posto della lingua uscì un serpente.
Immediatamente le urla aumentarono, mentre anche i Weasley e Hermione spalancano gli occhi increduli.
“Il Marchio Nero…” Mormorò Fred, deglutendo, per poi tirare fuori la bacchetta e puntarla verso il punto da cui era stato lanciato l’incantesimo.
Ma prima che potesse fare qualcosa, decine di maghi spuntarono alle loro spalle, lanciando tutti assieme degli incantesimi rossi, che costrinsero i ragazzi a buttarsi a terra per evitarli.
“Fermi!” Urlò una voce a loro famigliare. “Basta! Quelli sono i miei figli!”
Il signor Weasley sbucò da dietro i maghi, i quali si fermarono, lasciandolo passare.
“Ragazzi…” Fece lui con aria terrorizzata. “State tutti bene?”
“Togliti di mezzo Arthur!” Disse una voce fredda e asciutta, appartenente ad un uomo anziano, vestito in un completo giacca e cravatta, dai capelli grigi con la scriminatura tanto dritta da sembrare innaturale, come i suoi baffetti a spazzolino, che parevano quasi essere stati tagliati con l’aiuto di un righello.
Il signor Crouch continuò a tenere la sua bacchetta contro i Weasley e Hermione, imitato da qualche altro mago del Ministero. “Chi di voi ha evocato il Marchio Nero?” Domandò furioso.
“Non siamo stati noi!” Rispose Ginny.
“È stato qualcuno nel bosco e-”
“Non osate mentire! Siete stati colti sul luogo del delitto!”
“Barty, sono ragazzi, non ne sarebbero mai stati in grado…” Cercò di calmarlo una strega.
“Avete detto che è stato qualcuno nel bosco?” Domandò Arthur.
“Sì. Era qualcuno che sembrava faticare a stare in piedi, dai rumori che faceva… Ha urlato l’incantesimo e-”
“Oh, davvero? Era là, eh?” La interruppe il signor Crouch, guardandola incredulo. “Mi sembra che lei sia ben informata su come si evoca il Marchio, signorina…”
Tuttavia solo lui sembrava credere che fossero loro i responsabili dell’incantesimo. Infatti gli altri maghi si avvicinarono al punto indicatogli, tenendo le bacchette alzate.
“Si saranno già smaterializzati.” Fece uno di loro.
“Forse no.” Disse un mago con un’ispida barba bruna, che i Weasley riconobbero essere il padre di Cedric Diggory. “I nostri Schiantesimi sono andati dritti tra quegli alberi, ci sono buone probabilità che li abbiamo colpiti.”
“Fai attenzione Amos.” Fecero alcuni maghi allarmati, mentre Diggory raddrizzata le spalle e attraversava la radura, sparendo nell’oscurità.
Ci volle solo qualche istante prima di sentirlo urlare entusiasta.
“Sì! Abbiamo preso qualcuno! È svenuto! È… Ma… santi numi…”
“Chi hai preso?” Gridò Crouch, sorpreso. “Chi è?!”
Il signor Diggory tornò nuovamente in vista, tenendo tra le braccia una piccola figura, appartenente niente di meno che a Winky, l’elfo domestico che Hermione e gli altri avevano incontrati sugli spalti dello stadio, dove si trovava per ordine del signor Crouch, che fissò l’elfo esterrefatto, con il viso pallido.
“Non… può… essere…” Mormorò a scatti. “No…”
Senza guardare un secondo di più la creatura tra le mani di Diggory, Crouch si avviò di fretta nel punto dove era stata trovata Winky, cominciando a spostare i cespugli, alla disperata ricerca di qualcun altro.
“Imbarazzante.” Commentò Diggory, poggiando a terra la creatura. “L’elfo domestico di Barty Crouch…”
“Suvvia Amos.” Disse piano Arthur. “Non crederai che sia stata davvero lei? Il Marchio Nero è un segno da maghi, serve una bacchetta magica.”
“E infatti ce l’aveva.” Rispose l’altro uomo, per poi mostrare a tutti i presenti una bacchetta. “Ce l’aveva ancora in mano. Ed è quella di Ludo Bagman. È un’infrazione dell’articolo tre del Codice dell’uso delle Bacchette, oltre al furto e al Marchio Nero.”
“Beh, forse non proprio furto.” Disse un mago, avvicinandosi. “Mi sono accorto di aver perso la bacchetta dopo la partita… Probabilmente mi è scivolata e Winky l’ha raccolta per restituirmela. Ma come mai si trovava proprio qui non ne ho idea…”
“È quello che voglio scoprire.” Disse Crouch, tornando indietro, ancora visibilmente pallido.
Diggory annuì, per poi puntare la sua bacchetta contro l’elfo domestico. “Innerva.”
Winky cominciò subito a muoversi debolmente, per poi aprire i suoi occhioni marroni, sbattendo più volte le palpebre, perplessa.
Tremante, si mise seduta, per poi guardare in alto, dove il Marchio Nero era ancora ben visibile.
Non ci volle che qualche secondo prima che scoppiasse a piangere disperata.
“Elfa!” Esclamò severamente Amos. “Sai chi sono? Sono un membro dell’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche!”
Winky cominciò a oscillare avanti e indietro, con il respiro rotto e affannoso, visibilmente preoccupata.
“Come vedi, elfa, il Marchio Nero è stato evocato qui.” Continuò il signor Diggory. “E poco dopo tu sei stata scoperta sotto di esso! Vogliamo una spiegazione, se non ti dispiace!”
“I-I-Io non l’ha fatto, signore!” Esalò lei. “Io non sa come si fa, signore!”
“Sei stata trovata con una bacchetta in mano!” Abbaiò il membro del Ministero, mostrandogliela. “Sappiamo che il suo proprietario l’ha persa. L’hai trovata e hai pensato di fare qualche magia, eh?”
“I-Io non fa magie con quella, signore!” Si difese Winky, mentre le lacrime scorrevano sul viso. “Io l’ha… Io l’ha solo trovata, signore! Io non fa il Marchio Nero, signore, io non sa come si fa!”
“Stai mentendo, elfa!”
“Basta!” Esclamò Hermione, incapace di trattenersi ulteriormente di fronte a quello spettacolo. “Ma vi sentite? Non vedete quant’è spaventata? Inoltre, se ci aveste finito di far parlare, vi avremmo detto che la voce che ha pronunciato l’incantesimo era maschile, e di sicuro non apparteneva a un povero elfo domestico!”
Diggory la guardò come se fosse pazza. “Beh, questo si può verificare subito.” Disse, per poi puntare la sua bacchetta contro quella che aveva trovato con Winky. “Prior Incantatio!”
Dalla punta della bacchetta uscì una copia in miniatura e grigia del Marchio Nero, che scomparve non appena Amos pronunciò “Deletrius!”.
Tutti i presenti a quel punto tornarono a guardare Winky, la quale non aveva mai smesso di piangere.
“Allora, direi che le prove sono chiare.” Continuò il mago, guardando trionfante l’elfa.
“No! Io non l’ha fatto!” Squittì lei. “Io non sa, io non sa come si fa! Io è un buon elfo, io non usa bacchette, io non sa come si fa!”
“Sei stata colta sul fatto, con la bacchetta colpevole in mano!”
“Amos, pensaci bene… Pochi maghi sanno come fare quell’incantesimo, come avrebbe fatto a impararlo?” Fece il signor Weasley, mentre Hermione continuava a fissare furiosa Diggory.
“Forse Amos sta insinuando che io abbia l’abitudine di insegnare ai miei servi come si evoca il Marchio Nero.” Disse freddamente Crouch, facendo calare un silenzio molto spiacevole e facendo sbiancare Diggory.
“S-Signor Crouch… No, non stavo-”
“Ma c’è andato molto vicino, signor Diggory.” Proseguì l’altro. “Confido che ricordi le molte prove che ho dato, nel corso di una lunga carriera, del mio odio e disprezzo per le arti oscure e per coloro che le praticano!”
“Signor Crouch, io… io non ho mai insinuato che lei abbia qualcosa a che fare con questa faccenda…” Mormorò Amos Diggory, sbiancando.
“Ma sta accusando la mia elfa, e di conseguenza accusa me.” Gridò Crouch. “Altrimenti dove avrebbe imparato a evocarlo?”
“Lei… Lei potrebbe averlo imparato ovunque…”
“Precisamente Amos.” Disse Arthur, intervenendo a favore dell’amico. “Potrebbe averlo imparato ovunque. Winky, dove hai trovato quella bacchetta?”
L’elfa si torceva con tanta veemenza l’orlo del suo strofinaccio che questo le si stava sfilacciando tra le dita.
“Io… Io l’ha trovata… l’ha trovata là, tra gli alberi, signore…”
“E questo è tutto, Amos.” Concluse il signor Weasley. “Winky ha solo trovato la bacchetta dopo che questa è stata usata per evocare il marchio. Ha solo avuto la sfortuna di essere nel luogo sbagliato al momento sbagliato.”
“Ma allora potrebbe aver visto chi è stato! Elfa, hai visto qualcuno?”
Winky riprese a tremare, guardando alternativamente il signor Crouch, Bagman e Diggory, per poi scuotere la testa.
“No signore… Io non ha visto nessuno… Nessuno…”
“Amos.” Disse seccato Crouch. “Sono pienamente consapevole che normalmente dovrebbe portare Winky al suo Ufficio per interrogarla. Ma le chiedo di lasciarla a me. Può stare certo che verrà punita.” Aggiunse freddamente, notando il fastidio negli occhi di Diggory.
“P-P-Padrone…” Balbettò Winky con occhi traboccanti di lacrime. “T-T-Ti prego, p-p-padrone…”
Crouch la fissò di rimando, senza mostrare alcuna pietà. “Questa sera Winky si è comportata in un modo che non avrei mai creduto possibile.” Disse. “Le avevo ordinato di restare nella tenda mentre uscivo a sistemare la faccenda, e ora scopro che mi ha disubbidito. Questo vuol dire vestiti.”
“No!” urlò disperata Winky, prostrandosi ai piedi del signor Crouch. “No padrone! Vestiti no, vestiti no!”
Senza mostrare alcun pentimento nelle sue parole, Crouch cominciò a togliersi la giacca.
“Lei è un mostro.” Disse Hermione, attirando su di sé lo sguardo di tutti i presenti.
“Hermione, per piacere…” Mormorò Ron, venendo tuttavia ignorato dalla ragazza.
“Quella povera elfa si sta disperando alla sola idea di venire liberata dalla sua schiavitù! Nonostante come la tratta, costringendola ad ignorare le sue paure, si rifiuta di abbandonarla! E lei la tratta come se fosse spazzatura?”
“Un elfo domestico che ignora gli ordini del suo padrone è spazzatura, signorina.” Replicò l’uomo, guardandola freddamente e allontanandosi da Winky. “Con le sue azioni ha solo macchiato la mia reputazione.”
“La sua reputazione? Per quanto mi riguarda, la sua reputazione vale meno di zero!” Gridò la ragazza. “Non so cos’ha fatto in passato, e non mi interessa! Tutti i presenti sanno benissimo che un elfo domestico non potrebbe aver mai evocato il Marchio Nero! E con tutti i maghi che scappavano, senza contare quelli che attaccavano le tende, non mi stupisco che sia uscita dalla tenda! Restare dentro le sarebbe anche potuto costare la vita!”
“Non parlare di cose che non sai, ragazzina. Un elfo domestico è tenuto a obbedire al suo padrone, non importa a che prezzo.”
“Davvero? E perché? Perché i maghi sono superiori agli elfi o qualche altra idiozia del genere? Per come la vedo io chi la pensa così è allo stesso livello di Voldemort e dei suoi seguaci!”
Ignorando il fiato collettivo che veniva trattenuto al nome, Hermione e Barty Crouch continuarono a fissarsi a vicenda, con lo sguardo pieno d’odio.
“Ci tieni davvero così tanto a quest’elfa incapace, eh?” Disse infine Crouch. “Allora puoi anche prendertela. Voglio proprio vedere cosa ne farai.”
“Sicuramente la tratterò meglio di quanto ha fatto lei! Mi assicurerò che si senta al sicuro, tranquilla e senza alcun obbligo! Se non vorrà fare nulla sarà libera di fare così, e se vorrà aiutare in casa allora sarà mia premura che non si sforzi più del dovuto!”
Crouch la derise. “Molto bene, signorina. Se pensi realmente di poter cambiare il normale ordine delle cose, allora Winky è tua. Non pensare di poterle chiedere qualcosa sul mio conto, gli elfi sono tenuti a mantenere il segreto dei loro vecchi padroni, anche di fronte ad un ordine di quelli nuovi.”
“Non ho la minima intenzione di chiedere qualcosa su un uomo riprovevole come lei! E non sarò la sua padrona! Se lo vorrà sarò sua amica. Non sarebbe il primo elfo domestico con cui faccio amicizia.”
“Hai sentito, elfa?” Disse Crouch, senza nemmeno abbassare il suo sguardo. “Da adesso in poi non sei più al mio servizio, ma a quello della signorina… Credo di non aver capito il suo nome.”
“Hermione Granger.” Rispose lei freddamente.
“Bene signorina Granger. I miei complimenti, è appena entrata in possesso di un elfo domestico incapace.”
“Le dimostrerò che si sbaglia, signore.” Replicò Hermione, per poi raggiungere Winky e abbassarsi alla sua altezza. “Ehi… Dai, andiamocene da qui.” Disse, con tono decisamente più tranquillo.
“M-Ma io… Io deve servire famiglia… Winky è un fallimento…”
“No, non lo sei.” Disse Hermione, sorridendole. “E tranquilla. Sono sicura che i miei genitori saranno felici di accoglierti a casa nostra.”
Dicendo ciò le porse la mano, che l’elfa fissò per qualche secondo, prima di prenderla.
“Bene, lo spettacolo è finito!” Esclamò Arthur, battendo le mani. “Direi che per stanotte tutti noi abbiamo vissuto fin troppe emozioni. Forza ragazzi, torniamo indietro.”
I Weasley più giovani annuirono, ancora attoniti da ciò a cui avevano appena assistito.
“Cavoli… Hermione è stata troppo tempo con Erza e Mira.” Mormorò Fred. “Meno male che la sua magia è innocua.”
Hermione non disse nulla, limitandosi a prendere tra le braccia un’ancora sconvolta Winky, per poi seguire il signor Weasley.
In pochi minuti, sul posto rimase solo il signor Crouch.



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Okay... stavolta temo proprio di essermi superato con il ritardo...
Vorrei poter trovare una scusa valida, ma l'unica cosa che posso dire è che sono stato preso, sia tra impegni nella vita reale sia con altri progetti legati alle fan fiction... Infatti ho recentemente iniziato a lavorare a una nuova fiction. Ma dato che non sarà lontanamente lunga come questa o Equilibrio, ho deciso che inizierò a pubblicarla solo una volta che sarà terminata... E visto che il fandom che la riguarda ha già visto diversi miei fallimenti come scrittura, voglio prima essere sicuro di concluderla. Ma sono già oltre la metà, quindi stavolta ho buone speranza... perciò posso solo dire Plus Ultra ù.ù
Tornando a questa fan fiction, ho una confessione da fare: sono andato a rilento perché ho letteralmente finito i capitoli che avevo già messo giù come base. L'ultima saga è stata sfortunata: ci ho messo più di quattro anni a concluderla, e non ho vere e proprie scuse per questo... nei miei piani iniziali a quest'ora dovevo aver già concluso la storia. Ho tutto in mente, ma non riesco a scrivere, motivo per cui sto andando così a rilento. Ma appunto, non sono bloccato perché non so come andare avanti, ma più che altro perché non riesco a mettere per scritto le mie idee...
Ma non mi arrendo! Voglio concludere questa storia e Equilibrio. Non mi sono mai fermato per nessuna delle due. Come anche per le altre mie storie, sia iniziate sia ancora in fase di scrittura.
Spero di riuscire a portarvi i prossimi capitoli prima che passi più di mezzo anno... posso solo augurarmi di continuare ad intrattenervi con le mie storie.
   
 
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