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Autore: MaryFangirl    26/09/2019    3 recensioni
Bastò davvero poco, e all'improvviso tutto ciò che Hanamichi riuscì a vedere e pensare, fu Kaede Rukawa. [...] Kaede si sarebbe reso presto conto che non sarebbe più riuscito a togliersi Hanamichi dalla testa.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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“Mi ero scordato di averla. Te l'avrei infilata nell'armadietto o nello zaino”
Kaede rimase quasi a bocca aperta per quanto la loro linea di pensieri avesse seguito lo stesso percorso. Guardò di sfuggita la busta bianca senza alcun segno o ghirigoro, il modo con cui Hanamichi gliela tendeva lo faceva assomigliare a uno che sta pagando il suo spacciatore.
Kaede la prese con delicatezza, pensando di sfuggita che nella cultura giapponese non era previsto il passarsi soldi direttamente da una mano all'altra, ma aveva dubbi sul fatto che Hanamichi potesse regalargli del denaro. La scartò dissimulando abilmente la curiosità crescente, rivelando un'altra busta che lo portò vicino all'attacco di cuore, mentre gli occhi si spalancavano e le mani tremavano. La scritta 'Chicago Bulls' con la testa rossa del famoso toro non erano enormi, ma fu tutto ciò che lui vide. C'era il suo nome scritto sopra. Guardò Hanamichi con aria allibita, temendo fosse uno scherzo, dentro avrebbe trovato un libretto di barzellette sconce o uno di quegli aggeggi che riproducevano il rumore dei peti. L'espressione di Hanamichi era però dolce e serena, Kaede iniziava seriamente a pensare di doversi rivolgere a un cardiologo perché non gli sembrava che i movimenti del suo cuore fossero normali, ma si sentì invitato a proseguire nella scoperta del contenuto di quel prezioso involucro e fece attenzione a non strappare tutta la carta, aprendo con timore il foglio che vi era custodito, contento di essersi impegnato tanto in inglese per la comprensione immediata che ricavò dalle righe a cui non voleva pertanto credere. Balbettò con voce strozzata e irriconoscibile che non era possibile, non avendo idea di come Hanamichi avesse potuto contattare i Chicago Bulls per chiedere loro di omaggiare lui, un ragazzetto di Kanagawa, di una settimana trascorsa insieme a loro, ad allenarsi respirando il sudore, avendo nelle orecchie lo stridio delle scarpe dei giocatori dell'NBA. La settimana designata era una delle due corrispondenti alle vacanze di primavera e Kaede non poteva credere che attaccati alla lettera ci fossero anche i biglietti aerei. Da domenica 3 a domenica 10 aprile. Non avrebbe neanche dovuto assentarsi per il compleanno di Hanamichi, rifletté frettolosamente con la testa in procinto di esplodere, aveva ancora meno parole del solito e fissò il tesoro che aveva tra le mani, sconvolto, sapendo per certo di essere invaso da una violenta emozione che lo paralizzava in contrasto con il turbinio interiore che possedeva ogni suo organo. La mano di Hanamichi sulla sua ebbe l'effetto di un calmante su un cavallo pazzo e Kaede si ricordò di respirare.
“Riprenditi, Volpe, è tutto vero. Ma non ho fatto tutto io, non ci sarei riuscito. Anzai sensei ha la maggior parte del merito, è lui che ha sfruttato i suoi agganci in America per concretizzare la mia idea. Non è stato neanche facile convincerlo che in estate siamo diventati amici e solo per questo mi è venuta in mente questa sorpresa” si fermò ripensando agli occhietti da rapace di Anzai che parevano sapere sempre molto di più di quanto lui non esprimesse a parole. “Sappi che il loro coach ha visto qualche tua registrazione prima di dare il consenso, non avrebbe accettato di ospitare un brocco qualunque...e così avrai l'occasione di sperimentare cos'è il basket in America senza doverti trasferire del tutto” continuò, ottenendo la silenziosa approvazione di Kaede che durante l'esperienza nella nazionale junior aveva preso consapevolezza di quanto fosse stato presuntuoso e arrogante nel ritenere di essere pronto per il palcoscenico degli Stati Uniti, grato che Anzai lo avesse fermato prima di finire in un'enorme pozza di delusione al sapore di madornale figura di merda.
“E ora arriva la parte divertente. Puoi immaginare che questo progetto richiedesse un bel po' di soldi...Anzai sensei ha coinvolto la responsabile del giornalino che ha fatto circolare a scuola la richiesta di un contributo per aiutare Kaede Rukawa ad esaudire il suo sogno. Tu non te ne sei accorto, perso nel mondo delle dormite per il 90% del tempo, ma le ragazze si sono svenate arrivando a dare mesi di paghetta per poter comprare quei biglietti!”
La realtà colpì Kaede come una folgore, scorgendo gli occhi divertiti di Hana che portò la mano alla bocca per non esternare un sogghigno comunque già ampio.
“Un momento, stai dicendo che sono in debito con quelle invasate?”
Hanamichi annuì.
“Con quelle babbuine?”
Hanamichi annuì.
“Con quelle disgrazie ambulanti?”
Hanamichi annuì.
“Con quelle-”
“Sì, Volpe, con la massa di ormoni impazziti che deambulano e ululano ogni volta che ti si nomina, sì!” sbottò Hanamichi volendo evitare di sentire tutti gli appellativi che Kaede avrebbe potuto trovare per le sue fan, per quanto la prospettiva fosse divertente.
Kaede si ammutolì, basito, non abbandonando del tutto l'ipotesi di uno scherzo, magari c'era un negozio chiamato Chicago Bulls a due passi da lì, o era una trappola che ancora non poteva decifrare...sapeva che era assurdo, Hanamichi teneva a lui e non gli avrebbe fatto uno sgarbo del genere, ma Kaede tendeva a sospettare quando tutto sembrava andare troppo bene.
“Ho il terrore di quello che potrebbero volere da me in cambio” disse serio, ma Hanamichi rise come se avesse fatto una battuta spassosissima.
“Francamente, il minimo sarebbe uno spogliarello”
Kaede dovette apparire orripilato perché Hana rise più forte.
“Una stretta di mano sarà tutto ciò che otterranno” disse lapidario.
“Dai, poverine, ti hanno pagato un viaggio andata e ritorno per gli Stati Uniti! Un bacio sulla guancia è davvero obbligatorio”
Kaede lo guardò stupito. “Davvero ti andrebbe bene?”
“Che baciassi la guancia delle millemila galline? Lo spogliarello mi sembrava più facile...anche per ammazzarle tutte con un colpo solo!” Hanamichi cominciò a starnazzare sulla propria genialità e Kaede per una volta non riuscì a contraddirlo. Era davvero una pensata da tensai.
“Posso accettare di salutarle tutti i giorni fino alla fine della scuola e di leggere almeno qualche loro lettera...” concedette, non poteva proprio promettere di più. Hanamichi scosse il capo sorridendo, ma ritornò serio quando Kaede mise sul tavolino, con cura, il suo regalo e gli si sedette sulle ginocchia, passandogli le braccia intorno al collo e guardandolo con i suoi occhi blu che sembravano volerlo attirare nei loro abissi per sempre. Arrossì leggermente, le sue emozioni erano sempre ben accese quando si trattava di Kaede Rukawa. “Dovrò trovare anche un degno regalo per te...ho tempo fino ad aprile per pensarci, non è tanto!” disse un po' impettito, come avrebbe mai fatto a ricambiare Hanamichi che sconfiggeva l'imbarazzo e parlava con Anzai sensei di un'idea così pazzesca?
Avevano rischiato di perdersi a causa dei loro problemi di comunicazione. Riconosceva di essere stato un po' impulsivo di fronte ai timori non tanto infondati di Hanamichi, che a sua volta non aveva avuto la pazienza di trovare una soluzione che non implicasse la rottura. Il momento idilliaco non sarebbe durato per sempre, ci sarebbero state liti e incomprensioni a volontà, e quello che consideravano di vitale importanza a 16 anni probabilmente sarebbe stato infimo anche solo l'anno dopo. Sapeva che Hanamichi era sul punto di ribattere che non aveva bisogno di regali, e non si lasciò sfuggire l'occasione di prenderlo un po' in giro:
“Dovrei farti pompini non stop per tre mesi per dimostrare la mia gratitudine” aggiunse fingendosi dubbioso, attendendo senza rimanere deluso la tinta paonazza che si diffuse sul volto di Hana, con l'immancabile “KITSUNE PERVERTITA” che non impedì tuttavia ad Hana junior di manifestare la sua approvazione. Sul punto di sbraitare altre insignificanti sciocchezze, Kaede gli tappò la bocca con un bacio che prese subito fuoco e li impegnò fino a trasportarli in un altro mondo dal quale non volevano fare ritorno. Dovendolo fare per il banale bisogno d'ossigeno che gli esseri umani richiedevano, Kaede si spostò a mordicchiargli il collo e l'orecchio.
“È Natale, Do'aho...”
La sua mano tra le gambe di Hanamichi spezzò qualsiasi futile protesta.
 
Giovedì 1° gennaio
 
“Volpe, ho un regalo per te” annunciò Hanamichi con voce che voleva sicura e ferma. Finalmente la location era cambiata, quella sera erano a casa di Hana, approfittando delle vacanze che Kyoko e zia Rei si erano concesse per la fine dell'anno: il tanto lavoro aveva ben fruttato ma, come diceva la zia, non serviva a niente accumulare soldi senza usarli per fare qualcosa di bello. La casa di Hana puntava tutta sul tradizionale a differenza dell'appartamento molto europeo di Kaede, a sottolineare ulteriormente la differenza tra loro che comunque non riusciva a fare altro che attirarli di più l'uno all'altro. Kaede, che mangiava pop corn di fronte a un festival canoro trasmesso in tv, e conosceva meno della metà delle 'star' presenti, si voltò scandalizzato. “Tu non devi regalarmi più niente per i prossimi cinque anni, te l'ho già detto”
Hana rise, emozionato che lui parlasse spesso di loro in futuro, insieme, sperando ardentemente che avesse ragione.
“Ma secondo me non potrai rifiutare”
Il suo tono un po' sommesso attirò l'attenzione del volpino, a cui Hana spiegò quello che intendeva bisbigliandogli nell'orecchio, come se i matti dallo schermo che urlavano per l'ennesima idol potessero sentire. Kaede rischiò l'infarto per la seconda volta in una settimana. Lo fissò incredulo, stringendogli la mano che già stava tenendo mollemente.
“Hana, sei...sicuro?”
Non ne avevano esattamente parlato, a Natale il loro allenamento al campetto era stato bidonato in favore di esercizi un po' più piacevoli, concernenti la scoperta del piacere derivato dal sesso orale, sia davanti che dietro, e Hanamichi si era stupito di quanto gli fosse piaciuto non solo ricevere ma anche dare.
Adesso si sentiva pronto a dare, a darsi completamente. Vedeva lo sguardo preoccupato di Kaede, che si sentiva un po' scemo perché lo desiderava da parecchio, ma temeva di fare un qualsiasi gesto maldestro che lo avrebbe fatto soffrire e traumatizzato per il resto della vita.
La mano dolce sul suo viso gli risultò delicata e al contempo potente come se lo avesse schiaffeggiato, aiutandolo a ridestarsi dal turbine di paure in cui stava scivolando, poi le labbra di Hanamichi sulle sue spazzarono via tutto come una folata gelida e rigenerante in una stanza che sapeva di aria viziata, e il bacio fu presto dimostrazione di passione e di scarsa voglia di attendere ancora, in un attimo di meravigliosa follia Kaede era sopra Hanamichi e i vestiti venivano eliminati con una strana calma che ben celava la frenesia. Quel calore, quella sensazione di pelle contro pelle faceva fremere e perdere il senno a entrambi, ma Kaede mantenne un barlume di lucidità, anche se si sentiva sconvolto dalla felicità, un po' spaventato come la prima volta che era salito sulle montagne russe, trovando bello come più non poteva essere il viso fiducioso e annebbiato di desiderio di Hanamichi. Gli lasciò un bacio sul collo e un altro sulla guancia, guardandolo poi negli occhi. Se vi avesse scorto volontà di non procedere, si sarebbe fermato, per quanto potesse costargli o frustrarlo. Voleva che Hanamichi fosse felice, mai avrebbe insistito per fargli fare nulla che non volesse.
“Sei sicuro?” ansimò di nuovo, con difficoltà nel percepire l'erezione del compagno addosso, il suo odore sensuale che non c'entrava niente con deodoranti o profumi, era il suo odore, unico come l'impronta digitale, come i suoi occhi castani e dorati, come quei capelli dal colore alieno in Giappone.
La mano di Hana sulla sua nuca lo tranquillizzò e anche quello era assurdo, perché tra i due quello sempre esagitato e con atteggiamenti da cavallo imbizzarrito era Hanamichi, ma su di lui il suo tocco era come l'accordo di uno strumento sgangherato, pronto a funzionare al meglio. La voce di Hanamichi risultò surreale ma si marchiò a fuoco nella testa e nell'anima di Kaede Rukawa, come ormai era marchiata l'idiota e splendida scimmia rossa a cui il destino lo aveva legato.
“Volpe...sei sempre nella mia mente e nel mio cuore...tanto vale averti tutto dentro di me...”
 
 
FINE! Ce l'ho fatta a concluderla, che fatica O_O penso di aver già narrato un po' la genesi di questa storia, quindi non mi ripeterò, dico solo che all'inizio ho scritto un capitolo dopo l'altro per poi rischiare di arenarmi come una balena sulla spiaggia nel finale...ci ho messo MESI solo a scrivere i due capitoli finali ^^;; ma ci sono riuscita, viva me *_* ringrazio tantissimo chi ha letto, messo tra le seguite/ricordate/preferite la storia, e soprattutto, com'è mia consuetudine, chi ha commentato *_* quindi un grazie con cuoricino a Cathy Black, _sckarlett_, ThelviaBB, Ste_exLagu, Mara_92 :)
Al momento non ho in progetto nulla, ma mai dire mai, e comunque viva sempre HanaRu!
  
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