Il mattino fu presto sostituito dal primo pomeriggio e Elizabeth invitò tutti a pranzare da lei: Jo e James accettarono di buon grado ma Danielle non se la sentì: con gli occhi gonfi e addolorati dalla recentissima perdita, si sentiva molto debole e poco prima aveva avuto anche un mancamento. Jo nutriva una profonda tristezza ma la madre si era fatta promettere da lei che avrebbe passato la giornata felicemente, perchè era ciò che più si meritava, e di non preoccuparsi se lei non ci sarebbe potuta essere al funerale del padre: il dono più bello glielo aveva già fatto ed in un modo o nell'altro lei sarebbe stata comunque presente benchè lontana. E dopo un ultimo abbraccio e l'appuntamento a prima del tramonto, madre e figlia si separarono. Un pranzo succulento fu preparato in casa del governatore e, pur non necessitando più il cibo, i due ospiti non rifiutarono nulla di ciò che era loro offerto, perchè erano molto mancate le prelibatezze della cucina, il gusto e il sapore del cibo. Josephine era tornata apparentemente felice e spensierata, ma James vedeva il velo di cupa tristezza che le velava gli occhi, una malinconia che era alimentata soprattutto dal ricordo del passato e dei momenti vissuti con il padre, buoni e brutti, insieme ad un grande senso di colpa per non essergli potuta stare abbastanza vicino in quei suoi ultimi anni di vita e per avergli provocato tante sofferenze e delusioni in passato. Elizabeth si accorse dello sguardo preoccupato che James rivolgeva a Jo e sorrise: era felice che Jo avesse potuto realizzare il suo sogno e che James, dall'altra parte, avesse potuto dimenticare l'amore impossibile che provava per lei e avesse trovato una moglie perfetta.
Guardò Will e il figlioletto, la sua
famiglia, ciò a cui lei teneva di più e che, sapeva bene,
la sua amica, forse, non avrebbe mai potuto avere: era molto
improbabile che nel Mondo dei Morti avrebbero potuto avere la stessa
felicità che lei e Will, come genitori, avevano avuto; ma non si
poteva mai sapere. Il suo sguardo si soffermò sul figlio:
sembrava proprio che Will junior si fosse
affezionato ai loro ospiti, soprattutto a James Norrington, che
ogni tanto guardava con occhi adoranti. Ridacchiò quando lo
colse in uno di quei momenti: chi l'avrebbe mai detto che si sarebbero
ritrovati tutti insieme, che James Norrington, loro antico nemico,
sarebbe stato accolto tra loro come un vecchio amico e, soprattutto,
che suo figlio lo potesse venerare in quel modo?
- Forse per tutto ciò che gli ho raccontato di buono su di lui. – pensò la madre guardando il bambino mangiare e nel frattempo guardare l’uomo.
Il suo silenzio venne subito notato dall'amica, che la scosse per una spalla.
“Perché
sorridi?” chiese Josephine all’amica. Lei si riscosse dai suoi pensieri.
“Oh nulla,
stavo pensando.” Rispose con un gesto della mano. Jo la guardò con occhi
indagatori e incrociando le braccia su petto.
“Non ma la racconti giusta. Confessa!” le ordinò con un ghigno. Elizabeth ricambiò lo sguardo con una punta di malizia.
"Se tu sapessi..." rispose Elizabeth con finta aria sognante. E vedendo che l'amica continuava a fissarla in attesa, ghignò. "Sto pensando a quanto è bello tuo marito e a come sono stata sciocca a lasciarmelo sfuggire." voltò lo sguardo per osservare l'effetto di quello parole e fu proprio quello sperato: il sorriso si era gelato sul volto di Jo e i suoi occhi erano di ghiaccio. Nel frattempo, però, Will e James ridevano di gusto, mentre Will Junior guardava la madre sorpreso da quell'improvvisa rivelazione. Ma l'espressione di Jo era talmente buffa, che Elizabeth non potè trattenere le risa.
"Sto scherzando, tontolona!" esclamò dandole un buffetto sulla guancia. Solo a quell'affermazione, il suo volto acuistò di nuovo colorito e anche lei si unì alle risate. Poi, quando gli animi si furono calmati, Elizabeth parlò per prima.
“Parlando seriamente, se si può, non ci avete
ancora raccontato di voi.” Disse la ragazza.
Josephine e il marito si guardarono con un sorriso.
“Racconta
tu.” Josephine invitò James. Lui annuì e cominciò a raccontare.
“Ebbene, è
una storia lunga.” Iniziò. “Quando…ehm…Josephine ha raggiunto il Regno degli
Inferi, ha caricato noi defunti sull’Olandese
e da quel momento qualcosa di più profondo ha cominciato a svilupparsi
velocemente in me.”
“Svilupparsi?”
colse subito Elizabeth. Li guardò con un sopracciglio alzato.
“Come come? Vuol dire che c’era già qualcosa tra
voi?” si
guardarono arrossendo.
“Oh no, no!”
esclamarono in coro. “Cioè…” tentò di spiegare Jo. “da parte mia si, lo sai
Liz.”
“E da parte
tua?” domandò Will a James.
“La notte che sono stato ucciso ho capito e ho ammesso a me stesso di non tenere a lei come un semplice
conoscente o, per così dire, amico, ma come qualcosa di più importante e più
forte.” Disse lui.
“Lo sapevo!”
esclamò Liz. Lui la guardò interrogativo. “Ti ho visto sai? Quando la guardavi
di sottecchi.” Esclamò lei. Fu allora che Jo si intromise nel discorso.
“Sai che mi
ha anche spiato?” domandò furbamente Josephine all’amica. Questa la guardò
stupita, avida di sapere. Mentre gli occhi di Norrington la pregavano di non
parlarne, lei ghignò e raccontò. “Mi ha visto mentre Beckett mi baciava, ed era
nascosto nell’ombra.” Spiegò la ragazza. Tutti risero di gusto, mentre James
arrossiva improvvisamente.
“Certo che sei cattiva." la rimproverò. "Ora dovrai farti perdonare.” Ghignò in direzione della
moglie che lo guardava sospettosa. Poi sorrise maliziosamente.
“Quando hai
ragione, hai ragione.” Lo baciò velocemente sulle labbra.
“Non
aspettarti che questo saldi il conto, tesoro.” Commentò lui tornando a
mangiare. Lei sbuffò.
“Io sarò cattiva, ma tu sei insaziabile!” si lamentò. Poi guardò Liz gioiosa.
“Sono senza parole.” Commentò la ragazza. I due amanti risero e si presero
la mano stringendosela. “E il matrimonio?” domandò incuriosita.
“Padre
Jonathan è un sacerdote affogato anni fa. Lo recuperammo insieme
a tutti gli
altri e gli chiedemmo di sposarci. Così ha fatto una cerimonia
improvvisata. E' stato magnifico...” spiegò Jo.
“E gli
anelli?” domandò Will.
“Una vecchia
coppia.” Rispose James. “Ce li hanno dati loro come regalo di nozze.” Elizabeth
sorrideva felice.
“Che bello!”
esclamò. Will Junior, nel frattempo, si era avvicinato a James.
“Signor
Norrington.” Lo chiamò e lui si voltò sorpreso.
“James.” Lo
corresse. “Di cosa hai bisogno?” il bambino arrossì di colpo.
“M-mi
racconti la vicenda della…della…” balbettò
ma non riuscì a finire la frase. Il padre alzò gli occhi
al cielo con un sorriso.
“…della ruota
del mulino.” Finì per lui. James lo guardò interrogativo. “E’
appassionato a quella storia. Non immagini neanche quante volte gliel’ho raccontata.
Migliaia. Ed ogni volta si mette a ridere.” Disse.
James prese
il bambino e lo fece sedere sulle proprie ginocchia. Cominciò a raccontare e il
piccolo Will lo guardava con ammirazione esordendo con qualche esclamazione
sorpresa o qualche risatina. Josephine guardò i due: avrebbe tanto voluto essere madre, ma era
piuttosto impossibile, vista la loro condizione. Si perse, come
sempre, ad osservare i profondi occhi verdi dell’amato marito, rimanendone
ammaliata per l’ennesima volta. Quando James finì il suo racconto, Josephine
propose di raggiungere l’Olandese Volante:
voleva fare una sorpresa sia a Will senior che a James, i quali la guardarono
interrogativi.
“Seguitemi e
vedrete.” Disse enigmaticamente la ragazza. Prese per mano il marito e,
affiancata dall’amica che trascinava Will e suo figlio, si diressero verso il
porto, dove una piccola imbarcazione li attendeva. Vi salirono sopra e
raggiunsero l’Olandese Volante. Sul
ponte, Josephine si staccò da James e lasciò i compagni sbalorditi dietro di
sé. Dopo qualche passo, si fermò e si voltò guardando il piccolo Will.
“Will, potresti venire
con me un secondo?” domandò lei porgendogli la mano. Il ragazzino guardò la madre e il
padre per un cenno di assenso poi seguì la ragazza lungo il ponte. Arrivarono
alla plancia e trovarono il timoniere chino su delle carte: Sputafuoco Bill
Turner. La ragazza lo chiamò e gli presentò il nipote dicendogli soltanto il
nome.
“Lui è Will.”
Disse e il piccolo chinò leggermente il capo verso quello che non sapeva ancora
che fosse suo nonno. Poi Jo si rivolse al piccolo. “Lo accompagni da tuo padre,
per favore? Così glielo presenti.” Lui annuì e precedette l’uomo che guardava
meravigliato il suo capitano.
“Capitano, cosa…?” lei sorrise e lo invitò a seguire il ragazzino. Poi si diresse verso la sua cabina ed entrò: l’aveva decorata con tutto ciò che aveva trovato durante i suoi viaggi, dalle cose più strane a quelle normali. A volte erano doni che le facevano i passeggeri per ringraziarla del ‘passaggio’ ricevuto: aveva molte simpatie nell’altro mondo e questo le faceva molto piacere; dalla ciurma, poi, era rispettata ed erano tutti molto amichevoli con lei, ligi al dovere e capaci di intavolare una conversazione. Una ciurma migliore non poteva esistere da nessun’altra parte, aveva pensato spesso, e anche James aveva ammesso che non aveva mai conosciuto un equipaggio così affezionato al proprio capitano e ligio al dovere come quello. Quello a cui si era più affezionata era proprio Sputafuoco Bill, ed era una persona che nutriva la massima fiducia del capitano e grande affetto, quasi quanto quello che una figlia prova per suo padre. Sorrise nell’entrare in quella cabina, invasa dai ricordi di dolci momenti passati con il suo amato James Norrington, dove c’erano solo lui, lei e nessun altro. Si avvicinò alla cassettiera e si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno, poi aprì un cassetto segreto alla base del mobile e prese il suo contenuto: l’oggetto aveva una forma lunga e appuntita ed era avvolto in un panno color porpora per ripararlo dall’umidità e dagli sguardi dei curiosi. Lo aveva tenuto nascosto per tanto tempo e gli doveva tanto, sia in negativo che in positivo: l’aveva sì allontanata dai genitori e dai suoi amici di Port Royal, ma le aveva permesso di ritrovare quello che ora era l’uomo della sua vita.
Uscì
dalla cabina, nascondendo l'oggetto dietro la schiena, e raggiunse il
gruppetto: Will e suo padre si stavano abbracciando affettuosamente e
il
bambino sorrideva vedendo quel caloroso abbraccio tra il padre e il
nonno che
non aveva mai visto, Elizabeth li osservava commossa e anche lei alla
fine abbracciò il suocero; James, che aveva imparato a
rispettare l’uomo che l’aveva
ucciso e che, in fondo, gli voleva un gran bene, li guardava in
disparte, come se si sentisse di troppo in quel
quadretto famigliare. Quando vide Josephine arrivare, le si
avvicinò e
l’abbracciò teneramente, stringendola a sé e
dandole un leggero bacio sulle
labbra rosee.
A-Ah!!! Tutti in vacanza, eh? Bravi, bravi, in vacanza alle mie spalle! Io, povera tapina non mi muovo di casa tranne che per gli scout... oh, wow... campo scuola in arrivo... Aiutatemi!!! Non ho voglia, non ce la faccio e non ce la posso fare... sigh, sob :'(
Beh, spero che almeno per voi le vacanze stiano andando bene. Ho fatto che aggiornare (adoro Will Junior!!! **) cos quando tornate ne avrete 2 di capitoli da leggere!! ^^
Baci e abbracci a todos!!!
monipotty