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Autore: Cara93    05/11/2019    1 recensioni
Approdo del Re. Tywin Lannister ha deciso che Sansa Stark dovrà sposare un Lannister. Non sposerà il Folletto, però, bensì il vero erede di Castel Granito: Jaime.
What if?
Sansa/Jaime; Jaime/Cersei, Sansa/Tyrion
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaime Lannister, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Una cosa Jaime l'aveva capita: i suoi fratelli sapevano. E per ragioni del tutto aleatorie, avevano deciso di tacere. Erano passati giorni dal suo arrivo nella capitale, eppure né Tyrion né Cersei avevano accennato ai progetti paterni. In particolare, non poteva perdonare Tyrion. Sapeva che la gemella aveva la tendenza ad ignorare ciò che non le piaceva, convincendosi che non esistesse, finché non si fosse trovata costretta ad affrontare un problema più grosso di quello che aveva testardamente escluso dalla propria mente. Non così Tyrion. Non capiva perché il Folletto si fosse prestato a quella pratica omertosa.

"Tu lo sapevi" lo accusò, non appena uno dei servitori lo fece entrare nelle stanze del più giovane dei Lannister.

"Io sapevo cosa?"

"Sansa Stark" pronunciò il nome della ragazza con violenza. Tyrion lo guardò in silenzio, per un tempo piuttosto lungo, tanto da farlo irritare ancora di più."E non ti azzardare a dire che non sai di cosa sto parlando", aggiunse.

"So di cosa stai parlando, ma non vedo il problema."

"Non lo vedi? Dovrò sposare una ragazzina!"

"Anche Cersei dovrà sposarsi. Anche Loras. O Sansa. Eppure, non si stanno lamentando quanto te."

"Cersei guadagnerà un marito solo di nome, Loras avrà una solida copertura oltre a guadagnare un'alleanza con la famiglia più importante dei Sette Regni. La ragazzina diventerà Lady di Castel Granito. Non vedo per quale motivo dovrebbero lamentarsi!" sbottò irritato.

'Mio fratello non può davvero essere così stupido', pensò Tyrion, sospirando.

"Se credi che Sansa Stark sprizzi gioia da tutti i pori per questo fidanzamento, se credi che Loras Tyrell preferisca il matrimonio ai Guardiani della Notte, per esempio; se credi che Cersei non farà tutto quello che è in suo potere per evitare di sposare Loras o a te di sposare Sansa non hai capito proprio nulla di come funzionino le cose qui."

"Spiegamelo, allora"

"Se devo spiegartelo, significa che per te non c'è alcuna speranza, fratello."
 



Il grande giorno era arrivato. Quella sera, dopo aver congedato Ser Jaime dal suo ordine, re Joffrey avrebbe annunciato all'intera corte il suo fidanzamento. Per l'occasione, si sarebbe presentata all'apice della propria bellezza. Se gli occhi di tutti si fossero soffermati sul pregio del suo abito, sulla complessità dell'intreccio dei suoi capelli, forse nessuno avrebbe notato la profondità della sua disperazione. Si sentiva circondata, pressata. Approdo del Re era soffocante, non solo per il suo clima temperato. Non riusciva a credere che solo un anno prima, a Grande Inverno, il suo desiderio più grande era vivere a corte.

"Siete bellissima, mia signora. Quel colore vi sta a meraviglia!" disse Shae, sistemando l'ultima ciocca rossa in modo che si confondesse con le due trecce principali che cadevano sulla scollatura leggera dell'impalpabile abito azzurro. Ed era sincera. Sansa Stark, quella sera, possedeva la bellezza tragica della giovane immolata. E, dal punto di vista della giovane lupa era proprio così. Shae proprio non riusciva a vedere in quella situazione tutta la gravità che la giovane faceva trasparire nell'intimità delle proprie stanze. Mai, Sansa Stark si sarebbe sognata di mostrare le proprie debolezze all'intera corte, ma non aveva ancora appreso l'accortezza necessaria a celare i propri pensieri alla servitù. Ancora non aveva capito, non del tutto almeno, che lì tutti spiavano tutti per conto di tutti.    

"Grazie Shae. Sei gentile", sorrise tristemente.

"Mia signora" Shae non era del tutto sicura del perché lo stesse facendo, perché desiderasse alleviare lo sconforto della giovane "non sarà un cattivo marito. Ser Jaime."
Sansa si irrigidì. Pensava si trattasse di un annuncio riservato, invece, a quanto pareva il suo fidanzamento imminente era una sorta di segreto di Pulcinella.

"Forse hai ragione, Shae."
 




Non sarebbe dovuto passare per quei corridoi, ma una forza irresistibile, una preoccupazione inspiegabile, aveva spinto Tyrion Lannister a dirigersi per la prima volta in quella parte della Fortezza Rossa in cui Sansa era stata alloggiata. Sperava di alleviare le sue pene, perché sapeva che Jaime non era nelle condizioni di farlo. Aveva intenzione di tranquillizzarla, nel tragitto che la separava verso la Sala del Trono. La vide proprio mentre usciva dalle sue stanze, più con l’aria di una condannata a morte che di una futura sposa novella. Esattamente la stessa espressione di Jaime, che strana ironia. Tyrion non aveva più visto il fratello dalla loro infelice conversazione, ma era certo che Jaime avesse incontrato Cersei, probabilmente per farsi consolare da lei. Sapeva fin troppo bene quanto Cersei fosse in grado di circuirlo a proprio vantaggio.
‘È persino riuscita a portarselo a letto; come minimo, potrebbe convincerlo a uccidere Sansa nel sonno.’

“Lady Sansa” la apostrofò, schiarendosi la gola. Nello stato mentale in cui si trovava, sicuramente la ragazza non lo avrebbe notato.

“Oh, Lord Tyrion. Non vi avevo visto.”

“Posso scortarvi, mia lady?”

“Se vi fa piacere...”

Sansa non si era ancora del tutto abituata alla presenza di quel mostriciattolo, nonostante nel corso della sua permanenza ad Approdo del Re avesse cominciato a mettere in dubbio le proprie certezze: perché non sempre “bello” si accompagnava a “buono”. Eppure, trovò del tutto rilassante la sua presenza, anche se non gli avrebbe mai affidato la vita o accordato la sua fiducia. Era un Lannister, dopotutto. Tyrion, per contro, non riusciva quasi a guardarla, da quanto la trovava bella. Gli sembrava... immorale. Come se solo il semplice fatto di trovare Sansa Stark attraente lo facesse sentire sporco. ‘È una bambina’ continuava a ripetersi. Nel suo apprezzamento, però, aveva potuto notare l’accortezza che la ragazza aveva avuto nell’apparire: infatti, la giovane aveva optato per un abito dal taglio audace, come Margaery Tyrell, anche se piuttosto casto se confrontato con i canoni della futura regina; l’acconciatura accurata e vistosa, invece, rieccheggiava quelle preferite da Cersei Lannister, anche se meno ornata ed intricata. Come se Sansa volesse rendere omaggio ad entrambe le donne, o emularle. O annullare il proprio sé per necessità, per proteggersi dalle brutture della vita. Provava un preoccupante senso di protezione, nei confronti della giovane lupa. Non andava bene, per niente.

“Certo che mi fa piacere. Più o meno lo stesso sentimento che provereste se, al posto di mio fratello, doveste fidanzarvi con Loras Tyrell”, commentò con audacia. Non era da lui scoprire le proprie carte, ma era curioso di vedere la reazione della ragazza. Voleva stupirla, mostrarle la propria intelligenza, ne sentiva il bisogno. No, non andava affatto bene. Di nuovo.

Sansa non emise un suono, anzi, non mosse neppure un muscolo. E lui che sperava, con quella rivelazione, di strapparle uno sguardo sorpreso. Ma Sansa non era sorpresa, non troppo almeno.

“Siete l’uomo più arguto che conosca, Lord Tyrion,” si limitò a commentare. Per Tyrion quella frase sembrava avere un sapore dolceamaro, difficile da digerire. Il sapore dell’innocenza strappata di Sansa Stark.





Jaime fremeva di rabbia e risentimento. Dopo tutto quello che aveva fatto, tutto l’impegno e la devozione che aveva riversato sulle Cappe Bianche e sul suo compito, tutto ciò che rimaneva del suo onore, sarebbe stato rigettato dalla sua stessa famiglia. Dal figlio che non poteva riconoscere. E, oltre al danno la beffa: sarebbe stato immolato a fini politici, perché la Casata Lannister potesse annoverare il Nord tra i suoi affiliati. Un’alleanza di comodo. Il suo matrimonio con Sansa avrebbe spaccato i lord, quelli meno propensi a sostenere una guerra logorante si sarebbero schierati dalla parte della sorella del giovane lupo. Forse, se il suo destino non fosse stato deciso così, se quegli annunci non dovessero essere resi pubblici in quel modo, durante una beffarda giornata in suo onore, forse sarebbe riuscito a sopportarlo.

Il primo di essi, il più doloroso e quello che avrebbe sancito la fine di ciò che era, sarebbe stato dato nella Sala del Trono, perché era lì che tutti i suoi giuramenti erano stati pronunciati ed infranti. Suo padre era stato metodico, in questo.

“Ora che la corte è tutta riunita” cominciò il re, la voce non ancora del tutto adulta “io, Joffrey della Casa Baratheon, Primo del suo nome, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Protettore dei Sette Regni proclamo e annuncio che Jaime della Casa Lannister, capo delle Guardie Reali è ufficialmente congedato. Jaime della Casa Lannister non farà più parte delle Cappe Bianche e tornerà ad essere l’erede di Castel Granito. Avete servito bene, zio.”

Quelle parole lo ferirono nel profondo. Come lo feriva e gli toglieva ogni certezza quello che era stato costretto a fare. Non voleva essere un Lord, voleva proteggere il suo re, qualunque esso fosse. Voleva essere un degno cavaliere. Tutti i presenti avevano cominciato a rumoreggiare, incapaci di
trattenere lo stupore. Solo i maggiori Lord avrebbero avuto l’onore di presenziare al banchetto ed assistere alla sua completa umiliazione.  



 
   
 
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