Film > Il gobbo di Notre Dame
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Autore: Angelica Cicatrice    27/11/2019    1 recensioni
Clopin aveva dedicato tutta la sua vita nel donare il sorriso ai bambini di Parigi. Non desiderava altro nella sua umile vita da giullare della piazza. Eppure, qualcosa stava per stravolgere quella felice monotonia, e la paura di essere dimenticato o messo da parte ( per colpa dell'arrivo di un nuovo cantastorie ) lo avrebbe logorato. Per non parlare dell'imminente giorno della Festa dei Folli. I due giullari si sarebbero scontrati in un duello all'ultimo spettacolo? O sarebbe accaduto qualcosa di assolutamente inaspettato da far rovesciare gli eventi? Il re degli zingari non si era mai posto il quesito: e se esistesse, in questo mondo folle, una persona come me ?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clopin, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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                                                                         Capitolo Extra
                                                               El tango de Roxanne


Nonostante fossero passati due giorni dalla splendida cerimonia nuziale del 3 Marzo, i cittadini erano ancora carichi di euforia per omaggiare la novella coppia. Non era una cosa insolita, anzi, era nella più antica tradizione prolungare i festeggiamenti di un lieto momento come quello. E per tale motivo, in quei giorni, il piazzale di Notre Dame si riempì di gioia e allegria, con tanto di banchetti che durarono per ore e ore. Ovviamente. i due giullari fecero del loro meglio per far divertire tutti con i loro spettacolini, dove partecipò anche la piccola Cosette come personale assistente. In fondo, era il suo sogno poter diventare un'abile giullare, seguendo così l'esempio della coppietta. Manovrando i due pupazzetti, il petit Clopin e la petit Roxanne ( quest'ultima un regalino da parte della bambina ) venne raccontata l'avventura dei due eroi che tutti conoscevano. Perfino i più scettici e diffidenti nei confronti degli zingari, avevano cambiato opinione e imparato ad ammirare i due cantastorie. Questo era certo per la gente comune, ma ben presto anche per qualcun'altro, di alto lignaggio,  avrebbe scoperto il valore di quei due artisti, che vivevano solo di semplicità e umiltà. Tutto iniziò poco dopo la fine dei festeggiamenti di quel giorno, quando le prime luci infuocate del tramonto si accesero lungo l'orizzonte. Il capitano Febo, da poco tornato al piazzale, raggiunse il carretto e bussò alla porta. 
- Febo, che piacere!  Ci sei mancato oggi! - disse Roxanne invitandolo ad entrare - ti sei perso un grande spettacolo  -. 
- Cioè? La vostra esibizione con i pupazzi? - chiese incuriosito l'uomo dall'armatura dorata. 
Roxanne rise divertita e dopo essersi messa da parte, gli mostrò la risposta che cercava.
- Ohi, ohi...Febo, ti voglio bene e lo sai, ma ti prego abbassa il tuo vocione...mi scoppia la testa -.
Il re del piazzale era disteso sul divanetto, ancora col costume variopinto, e si manteneva sulla fronte un fazzoletto di stoffa bagnata. Dal tono della voce e dalla faccia, Febo capì subito a cosa si riferiva la violinista, e rise piano, tappandosi la bocca per non fare troppo baccano.
- Puoi essere fiero di lui. Ha vinto il primo posto alla gara "Tutto d'un fiato". Li ha stracciati di brutto - lo informò lei, bisbigliando. 
Il capitano si rilassò su uno sgabello di legno, e dopo aver consegnato un delizioso mazzo di fiori alla novella sposa, disse con voce bassa.
- Mi dispiace di non essere stato presente, ma ho avuto una giornata molto impegnativa. E sono qui non solo per farvi visita, ma perché ho un messaggio importante. Da parte di sua Maestà, re Luigi XI -.
Finalmente l'invito ufficiale da parte del sovrano, che aveva annunciato qualche tempo fa lo stesso Febo, era arrivato. Il capitano spiegò che il re si trovava a Tours, una piccola cittadina dove era solito fermarsi durante i viaggi, specialmente per riposarsi dato che aveva una certa età. 
- Il re spera che possiate raggiungerlo a Tours. Altrimenti dovreste aspettare ancora chissà quanto tempo prima del suo ritorno. E lui ha una grande ansia di conoscervi - terminò l'uomo dai capelli dorati, mentre aspettava un resoconto da parte della giullare.
Roxanne non poteva prendere quella decisione senza averne prima parlato con Clopin. Ammetteva però che il pensiero di fare un viaggio verso un nuovo posto,  sola col suo novello sposo, non le dispiaceva affatto. Dopo averci pensato su, la giullare fece un mezzo sorriso al capitano e rispose:
- Ne parlerò con lui appena si sveglierà. Ti faremo sapere il prima possibile, se non stasera, domani mattina -.
Detto ciò, Febo si alzò dal suo posto e si accinse ad uscire dal teatrino.
- Ah, quando avrà sfumato la sbornia, digli da parte mia " Questo è quello che succede quando non ci sono io. Se fossi stato presente, lo avrei lasciato a bocca asciutta, con i barili vuoti - sentenziò il capitano, con un tono basso ma beffardo al tempo stesso. 
Roxanne lo salutò con un risolino divertito e quando la porta si chiuse, si affrettò a cambiarsi d'abito. Quando le campane suonarono le otto di sera, la giullare era intenta a preparare la cena. Era avanzato parecchio cibo dalla tavolata di quel giorno, quindi era già tutto pronto. Nell'aria si diffuse un buon profumo di minestra alla zucca e carote, e ciò fece destare il re degli zingari. Avvertendo i suoi mugugni, Roxanne si avvicinò al divano con in mano una ciotola colma di acqua fresca. Appena gli occhi si aprirono, Clopin si passò una mano sul volto per togliersi la mascherina.
- Oh...è un angelo quello che ho davanti a me? - disse, ancora con la voce marcata dalle note dell'alcol.
- Impossibile - rispose sua moglie, ridendo - Tu non credi agli angeli -.
- Non ne sono più così sicuro, cheri... - aggiunse lui, per poi attirarla a se per baciarla con trasporto. 
- Sei ancora ubriaco... - disse lei, sussurrandogli sulle labbra. Clopin poteva anche essere un tipo passionale, ma era anche Roxanne, con quei modi sensuali e sfuggenti, a infuocare sempre di più il suo desiderio. Sembrava che lo facesse quasi apposta, per provocarlo.
- Forse...ma non di te, mon cher... -.
La situazione si stava facendo sempre più ardente, ma la giullare si ricordò della visita di Febo e a mal voglia dovette fermarsi.
- Placa i tuoi bollori, adesso. Dobbiamo parlare - disse infine lei, ricomponendosi sul divano.
Clopin rimase per un attimo confuso, chiedendosi cosa ci fosse di così urgente da interrompere quel momento così intimo tra loro.
- Devo preoccuparmi? - fece lui, allargando un sorrisetto ironico, mentre cercava di rimanere lucido e attento.
- Non esattamente - rispose la sua sposa, donandogli un'occhiata divertita e misteriosa.
Durante la cena, gli raccontò tutto ed espose la sua opinione in merito. La giullare riteneva che quell'incontro con il sovrano di Francia fosse molto importante e quindi non potevano rinunciarci. Insomma, non capitava tutti i giorni di ricevere un simile invito, per due gitani come loro per giunta. Vero, sarebbe stato tutto più semplice se l'incontro fosse avvenuto alla corte di Parigi, invece di affrontare un lungo viaggio fino a Tours.
- Vedila così: ci siamo da poco sposati, e abbiamo pensato a tutto tranne a un possibile viaggio di nozze. Sarebbe l'occasione giusta per noi - spiegò la violinista, mentre terminava la sua zuppa cremosa. 
Clopin ascoltò con calma, rigirando il cucchiaio di legno nella sua ciotola ancora piena. In effetti, sua moglie non aveva tutti i torti. Clopin era un po  restio ad allontanarsi nuovamente dalla Corte dei Miracoli, specialmente dopo tutto quello che era accaduto. Ma era anche vero, che da quando Armand non c'era più, la pace era tornata in città. Inoltre, poteva sempre contare sull'aiuto di suo cognato Febo. Il giullare stava ancora riflettendo sulla decisione,  ma guardando la sua Roxanne si rese conto che quel viaggio significasse davvero tanto per lei. Anche se si era adattata a quella vita, tra il piazzale e la Corte, dimostrando di essere degna del suo ruolo di regina, Roxanne rimaneva pur sempre una gitana nomade che aveva passato l'intera vita spostandosi da un posto all'altro. Forse, sentiva la mancanza di quello stile di vita e della sensazione unica di essere uno spirito libero.
- Sai che ti dico? - rispose finalmente il giullare - Credo proprio che dovremo prepararci per domani. Partiremo il prima possibile, cherì -.
A quel punto, il viso di Roxanne si illuminò di gioia e si gettò tra le braccia del suo sposo, con il rischio di fargli rovesciare la zuppa.
- Grazie, mon cher! - disse ad alta voce la giullare col cuore che le batteva forte. 
Dopo aver svuotato la ciotola, Clopin la strinse a se, facendola sdraiare sul divano. Col torace che premeva sul suo seno, non resisteva più dalla voglia di riempirla di carezze e baci, ma prima aveva una domanda che gli frullava in testa.
- Dimmi un po, ti ha detto qualcos'altro il mio cognatino? -.
Al solo ricordo, Roxanne si fece sfuggire una risatina, mentre attorcigliava le dita tra i capelli corvini del suo amato.
- In effetti sì. In poche parole, che se oggi fosse stato presente anche lui, ti avrebbe sconfitto alla gara - gli rivelò.
- Tsk, tutta invidia la sua! Lo sa benissimo che sono il migliore in fatto di svuotare boccali - proferì il giullare, con aria altezzosa.
- Davvero? - fece la sua sposa, con tono canzonatorio - E in cos'altro saresti il migliore? -.
- Lo capirai presto... - rispose Clopin in un bisbiglio, e solo in quel momento si lasciò andare, donando un bacio che fece sciogliere la sua violinista. 
Quella notte, non sarebbero tornati alla Corte dei Miracoli, poiché sarebbe stato un vero peccato rinunciare a quel cielo colmo di stelle, al suono delle campane e all'atmosfera così magica che solo il piazzale di Notre Dame poteva donare.

Pianificare e organizzare tutto per il viaggio non fu poi così difficile. Il giorno dopo, all'alba, i due giullari radunarono le prime cose essenziali e quando Febo ed Esmeralda andarono a trovarli, con il piccolo Zephyr, diedero a loro la notizia. I due sposini sarebbero partiti ancor prima di mezzogiorno. Li aspettava un viaggio molto lungo e non potevano perdere altro tempo. Intanto, il capitano scrisse una lettera per il re, dove avvisava dell'arrivo dei suoi ospiti, e fu mandata in maniera urgente usando un falco addomesticato dalle guardie.
- Mi raccomando fate molta attenzione - disse la zingara dagli occhi color smeraldo, dopo aver abbracciato calorosamente suo fratello e sua cognata.
- Anche voi. E tranquilli, torneremo presto - la rassicurò Clopin, per poi dare una carezza al suo nipotino che sgambettava tutto pimpante. 
- Portate i nostri saluti a tutti gli abitanti della Corte e avvisate i piccoli del piazzale del nostro viaggio - chiese Roxanne, rendendosi conto che per qualche giorno i bambini avrebbero sentito la loro mancanza. Quello era uno dei motivi per cui le dispiaceva dover lasciare Parigi, anche se per poco tempo. Prima di partire, decisero di fare una capatina veloce al campanile per salutare Quasimodo. Lì, sul suo tavolo da lavoro, in mezzo al mini piazzale, c'erano ancora le due statuine con le loro fattezze. Il campanaro rimase un pò dispiaciuto per quella partenza improvvisa. 
- Il piazzale non sarà più lo stesso, senza di voi - disse amaramente il gobbo. 
La coppia gli promise che sarebbero tornati il più presto possibile e gli avrebbero raccontato tutto di quella nuova avventura.
Ormai era arrivato il momento di partire, e dopo aver caricato l'interno del teatrino con tutto il necessario, i due sposini spronarono i cavalli e si lasciarono alle spalle il piazzale e infine l'intera città di Parigi. Secondo i calcoli ci avrebbero impiegato almeno cinque giorni per arrivare a Tours. Il viaggio era da poco iniziato e i due giullari si stavano già godendo dei momenti allegri e spensierati. Quando calarono le ombre della sera, si accamparono nei pressi di una brughiera e accesero 
un falò per cuocere lo stufato e scaldarsi. Com'era bello il paesaggio di quella serata! L'aria profumava di erba bagnata e il cielo notturno era tempestato di stelle luminose. Roxanne aveva vissuto varie volte quell'esperienza, sia con i suoi genitori che da sola. Ma era tutta un'altra sensazione in compagnia del suo giullare. Rimasero per tutto il tempo davanti al fuoco, l'una accanto all'altro, ammirando le stelle e la luna su quel mantello nero chiamato cielo.
- Ne senti la mancanza? - chiese a un certo punto Clopin, mentre osservava lo spicchio lunare. 
Roxanne lo guardò con aria interrogativa, ma seguendo il suo sguardo comprese ciò che intendeva. La giullare girò il volto del suo sposo nella sua direzione, facendo tintinnare l'orecchino a cerchio dove dondolava il ciondolo del sole e della luna. 
- La verità, un po sì - affermò lei - ma davvero, non ho alcun rimpianto. Se dovessi tornare indietro, farei nuovamente la stessa scelta -. 
Da quando aveva accettato di sposarlo e diventare la regina degli zingari, spesso Clopin si era chiesto se quella era la vita che la sua amata desiderasse. Sapeva quanto fosse grande l'amore per lui,  ma forse la Corte dei Miracoli era troppo piccola per lei. Si chiedeva se tutto ciò fosse giusto. Clopin si lasciò invadere dal calore di quella pelle candida, per poi aggiungere con una nota malinconica:
- Sai, pensandoci, avrei potuto portarti a Marsiglia, la tua terra d'origine. Quella sì, che sarebbe stata la metà perfetta per un viaggio di nozze -.
Il giullare conosceva bene sua moglie ed era certo che uno dei suoi desideri più profondi, fosse tornare un giorno in quella splendida città del sud della Francia, bagnata dal mare azzurro e dalle coste baciate dal sole.
- Vorrei poterti dare di più - confessò infine il giullare, sospirando impotente.
La violinista gli sorrise dolcemente. Ecco perché si era innamorata di lui ed ogni volta sentiva di amarlo sempre di più.
- Mi hai già donato la cosa più bella del mondo - disse lei, accoccolandosi tra le braccia dello zingaro - Non c'è nient'altro che io desidera. Fin quando ci sarai tu la mia vita è meravigliosa -.
A quella confessione, Clopin strinse più forte la sua sposa, gettandosi alle spalle tutti i dubbi che lo avevano turbato. Ciò che aveva detto Roxanne valeva anche per lui. La sua vita non avrebbe avuto più senso se non ci fosse stata lei. Il mondo era una grande commedia, fatta di maschere e finzione, ma da quando si era follemente innamorato della giullare, aveva cominciato davvero a vivere. Non importava quanto fosse difficile, insieme a lei sentiva che era capace di superare ogni cosa. L'aria della notte si stava facendo più fredda e allora lo zingaro prese in braccio la sua amata, cogliendola di sorpresa.
- Che fai?! - rise lei, con le braccia attorno al collo di lui.
- Vi conduco nella nostra alcova, mia Regina. Non posso permettere che vi venga un malanno - rispose Clopin, con un'espressione furbetta e ammaliante.
Era proprio vero. Bastava essere in due, con un piccolo carretto e un amore così grande, per essere felici.

I giorni seguenti furono tranquilli. Il viaggio non ebbe ne incidenti ne imprevisti. I due sposini non persero mai di vista la strada ma allo stesso tempo coglievano ogni occasione per passare qualche momento spensierato. Come ad esempio, durante una sosta, Roxanne sfidò il suo giullare in una corsa fino a un prato ricoperto di fiori. Il perdente che sarebbe arrivato per ultimo, avrebbe guidato il carretto per tutto il resto della giornata. Il povero Clopin si ritrovò con il fiatone e la penitenza da pagare. Ma per sua fortuna, ci furono anche momenti molto piacevoli. Quando arrivarono nei pressi di un fiume ( che li avrebbe guidati fino a Tours) la violinista scese dal carretto e dopo essersi liberata delle vesti, entrò in acqua, invitando suo marito a raggiungerla. Naturalmente, Clopin non se lo fece ripetere due volte. Il loro primo bagno insieme. Nonostante l'acqua fredda, il calore dei loro corpi abbracciati bastò per fargli vivere con piacere quell'esperienza. Peccato che non poterono soffermarsi troppo a lungo. Era il quinto giorno e dovevano presentarsi al re prima che tramontasse il sole. Finalmente arrivarono alle porte della città di Tours, e con loro grande sorpresa, una notevole folla si accalcò vicino al carretto. Evidentemente la loro fama da eroi di Parigi li precedeva, dato che gli abitanti li accolsero con omaggi ed elogi. Alcune guardie dalle uniformi reali guidarono la coppia verso il castello dove li attendeva il sovrano. All'interno del palazzo tutto era arredato con mobili antichi e quadri che raffiguravano membri dell'alta nobiltà. L'atmosfera sembrava alquanto tenue, ma Roxanne si sentiva molto emozionata. Ciò che però la preoccupava era lo stato d'animo di suo marito. Conoscendolo, sapeva che i membri di alto rango non gli suscitassero molta simpatia. Forse, era anche per quel motivo che fin dall'inizio aveva esitato ad accettare l'invito. Il valletto che faceva strada alla coppia si fermò sull'uscio di una porta aperta. I due giullari si fermarono a loro volta e attesero. 
- Vostra Maestà vi presento Clopin Trouillefou, giullare del piazzale di Notre Dame a Parigi, e la sua consorte Roxanne Carraro Trouillefou -.
I due giullari, allora, fecero il loro ingresso nella stanza, cercando di mantenere un'aria serena e rilassata. Davanti a loro, seduto su un divano pomposo, c'era un uomo dall'apparente età si 60 anni, di corporatura tozza, capelli grigi, e con un naso a patata. Sembrava un placido vecchio, ma i suoi occhi stretti e scuri rivelavano una gran forza d'animo. La coppia si era fermata a pochi metri da quel divano, e Roxanne fu la prima a fare una riverenza, abbassando il capo. Clopin rimase per qualche secondo immobile, poi fece un leggero inchino senza sforzarsi troppo. Lo zingaro non conosceva personalmente quell'uomo, ma aveva sentito varie voci sul suo conto. Luigi XI, detto anche " il prudente" per via del carattere scettico. Era nota a tutti la sua diffidenza nei confronti di chiunque non contribuisse al proprio dovere civico e che fosse causa di disordine sociale. Una diffidenza rivolta anche verso gli zingari. Schiarendosi la voce, il sovrano cominciò a parlare:
- Siate i benvenuti a Tours, mia devota cittadina e luogo di riposo. Spero che abbiate fatto buon viaggio e che la vostra permanenza sia di vostro gradimento -.
La voce del sovrano sembrava così calma e gentile. Magari, non era così male come persona.
- Grazie, Vostra Maestà - fece Roxanne, piacevolmente colpita da quella accoglienza - siamo così onorati del vostro invito -. 
Il re rimase ad osservare per un pò la figura della violinista, squadrandola dalla testa ai piedi. La giullare provò un improvviso senso di disagio.
- Roxanne Carraro, vero? Ho sentito parlare molto di voi - proferì infine il sovrano - come ad esempio, che nelle vostre vene scorre il sangue dei Roux. " I gitani della falce lunare ". Il mio caro nonno ebbe contatti con i vostri antenati, e ne ha sempre portato un piacevole ricordo -.
Nonostante quegli occhi indagatori fossero così cupi, Roxanne non distolse lo sguardo, e con fierezza fece un cenno col capo. Poi, il re si rivolse a Clopin, che era rimasto ad osservare la scena con aria vigile.
- Clopin Trouillefou. Mi hanno riferito che siete molto famoso a Parigi, ma tutti si rivolgono a voi in tanti modi. Il giullare di Notre Dame. Il re del piazzale. Il mago delle feste...titoli degni di un "vero re" - disse il vecchio, marcando il tono della voce sulle ultime parole.
Lo zingaro serrò gli occhi color carbone. Lui sa benissimo chi sono, disse fra sé. Non era un segreto che Luigi fosse a conoscenza della situazione a Parigi,  e che la popolazione dei gitani avesse creato quel rifugio conosciuto come la Corte dei Miracoli.
- Non sono i titoli a rendere Re una persona, sire, ma le scelte e le azioni giuste verso il popolo - rispose lo zingaro - e se ciò basti a fare di un semplice giullare un sovrano, allora sono lieto di poter parlare al cospetto di un mio pari, seppur di grado superiore al mio -.
Il re rimase per un attimo ammutolito da quelle parole, che mai si sarebbe aspettato di udire dalla bocca di un misero zingaro.
- E proprio perché vi ritenete "un mio pari" che avete eliminato uno della vostra razza? - chiese a un certo punto il sovrano. 
Roxanne sentì che quella era una domanda scomoda e si girò verso il suo giullare. Come a volerla rincuorare, suo marito le prese la mano.
- Ho solo fatto ciò che ritenevo giusto, sire, e per proteggere chi amo - rispose, stringendo di più la mano della sua amata - Vorrei anche precisare, che Armand non faceva assolutamente parte della "mia razza". E nonostante non sia stato il mio coltello a porre direttamente fine alla sua vile esistenza, lo avrei comunque cancellato dalla faccia della terra. Voi, probabilmente, avreste agito nello stesso modo se un traditore del vostro popolo avrebbe minacciato la vostra vita o quella dei vostri cari. E vi parlo non da Re, ma da semplice uomo che esige giustizia -.
Udendo ciò, il sovrano rimase colpito dal carattere fiero e sincero di quel gitano che, ormai ne era certo, si trattasse davvero del re della Corte dei Miracoli. Ma la sua natura scettica rimase ancora intatta, e allora mise all'opera il suo piano.
- Sono d'accordo con voi, Monsieur Clopin. In fondo, grazie a voi e alla vostra consorte, avete reso un gran favore sia a me che a Parigi. Quel fuorilegge ci stava causando parecchi grattacapi. Avevo anche posto una ricompensa in denaro sulla sua testa, ma di questo ne riparleremo nel dettaglio più tardi. Esattamente dopo cena e dopo la vostra esibizione -.    
Il sovrano aveva da poco terminato di parlare, che i due giullari rimasero di sasso e si scambiarono un'occhiata confusa.
- Perdonatemi, Vostra Maestà, avete detto " esibizione" ? - riuscì a dire Roxanne, rompendo quell'attimo imbarazzante.
- Certamente. Stasera saranno presenti tutti i nobili di Tours per festeggiare il vostro trionfo. Uno spettacolo nel vostro stile, di certo, delizierà i commensali - spiegò il sovrano, con una sicurezza disarmante che fece crollare nell'ansia la coppia.
- Ma...non ci è stato anticipato niente del genere dal vostro messaggio d'invito - aggiunse poi la giullare, cercando di mantenere un tono garbato.
Intanto Clopin avvertiva una sensazione fastidiosa salirgli verso la testa. Era ovvio che quel vecchio astuto li stesse mettendo in difficoltà.
- Suvvia, siete pur sempre artisti di strada. Sono sicuro che per gente come voi non sarà un problema - disse Luigi, che non aveva la minima intenzione di accettare obbiezioni. In quel momento, il re degli zingari, non riuscì più a trattenere la lingua.
- Per essere il re " prudente" mi sembra che poniate molta fiducia su " gente come noi" -.
Quella frase scivolò dalle labbra del giullare come un fiume in piena, ma era chiara come il cristallo. Il sovrano, che nonostante l'età aveva l'udito sano, fulminò con lo sguardo il suo ospite, mentre il valletto lì vicino trattenne il respiro.
- Come, prego? - fece Luigi, allungando la testa in direzione del giullare. 
"Oh, sì, avvicinati di più e userò quelle belle corde dei tuoi tendaggi per appenderti come so fare solo io! Vedrai che spettacolo ti daremo!"
Clopin era sul punto di accontentare quel vecchiaccio presuntuoso, ma la mano di Roxanne si fece più stretta come a volerlo calmare dalla foga del momento. Il giullare si rese conto che quello non era l'atteggiamento giusto e nemmeno quello più furbo. Seguendo l'esempio calmo di sua moglie, decise quindi di agire con astuzia, adottando uno spirito più moderato. Non sarebbe caduto in quel tranello, facendo così il gioco del sovrano.
- Mi sono espresso male - riprese così il cantastorie - Dovete capire, sire, proprio perché siamo umili artisti di strada, siamo disorientati da tanta fiducia da parte vostra. Non ci siamo mai esibiti a una corte come la vostra, e se non ci verrà data la possibilità di prepararci, potremo deludere le vostre aspettative. Vi preghiamo, dunque, di darci qualche ora a disposizione, giusto il tempo per organizzare tutto, così da assicurarvi un'esibizione coi fiocchi -.
Fortunatamente quella richiesta fu accolta dal monarca, e ordinò a una domestica di accompagnare gli ospiti nella loro camera personale, in modo che si potessero riposare dal lungo viaggio. Appena i due si trovarono soli nella grande stanza, il re degli zingari si lasciò cadere sul letto a baldacchino, sbuffando e serrando i pugni dalla rabbia. 
- Maledetto vecchiaccio! Che umiliazione! - ringhiò lui, senza badare alle coperte morbide e al calore che proveniva dal camino acceso.
Roxanne si tolse lo scialle dalle spalle, e si accomodò su un lato del letto, accanto a suo marito.
- Poteva andarci peggio, sai - gli fece notare lei - una parola di troppo e gli avremo dato il motivo valido per cacciarci fuori. O buttarci in cella -.
Anche se avvertiva ancora quella fastidiosa sensazione, Clopin doveva ammettere che la sua sposa aveva ragione. Quell'uomo li stava mettendo alla prova e aspettava un solo passo falso per dimostrare che la sua antipatia verso gli zingari era più che giustificata. Il re del piazzale fece un respiro profondo.
- E adesso cosa ci inventiamo?- chiese ad alta voce, mentre si toglieva il cappello violaceo e facendolo volare per aria.
La sua amata allungò un sorriso mesto per dargli coraggio, e cominciò a solleticargli il pizzetto.
- Qualsiasi cosa che ci verrà in mente. Siamo o non siamo artisti di strada? - tagliò corto lei, riuscendo a strappargli una lieve risatina.

Dopo essersi preparati, indossato mascherine e muniti di pupazzetti, i due artisti si presentarono nel salone addebito alle feste e ai balli. Ai lati e al centro della sala correva una lunga tavolata, imbandita e decorata con candele, calici d'argento, piatti di ottone, e tante pietanze che facevano venire l'appetito solo a guardarle. Il re Luigi li presentò ai suoi amici come ospiti d'onore. Molti nobili dimostrarono curiosità nei confronti dei due eroi di Parigi, mentre altri rimanevano un pò distaccati e preferivano non scambiare parola con loro. Invece, proprio come avevano deciso insieme, i due giullari mantennero un comportamento calmo e rilassato, rispondendo alle domande ed evitando commenti scomodi in qualche discussione. La cena fu ottima, e dopo aver soddisfatto gli stomaci, il sovrano era già in ansia per assistere a qualche spettacolo. Clopin, allora, approfittando che tutti i commensali erano ancora seduti, scivolò dal suo posto e si nascose insieme a Roxanne sotto il tavolo. Dal bordo della tovaglia sbucarono fuori quattro pupazzetti, guidati dalle mani del giullare e dai 
piedi della violinista. Misero in scena una commedia esilarante, e tutte le dame e i nobili risero di gusto. Anche il re sembrava apprezzare quella esibizione, ma cercava comunque di non risultare troppo divertito. Quando lo spettacolino terminò, i commensali riempirono l'atmosfera di applausi e qualcuno chiese addirittura il bis. La serata proseguì senza intoppi, e alla fine il re fece un'ultima richiesta. Una ballata in stile gitano. I due, allora, presero posto al centro della sala, dove tutti potevano assistere alla scena. Dopo un breve silenzio, Roxanne fu la prima a muoversi e sfregando l'archetto sulle corde del violino, un suono melodioso vibrò nell'aria. Clopin, a pochi metri di distanza, si esibì in una danza armoniosa, fatta di movimenti fluidi e giravolte ritmiche. Quei passi venivano dalla sua terra natia, la lontana e calda Andalusia. Invece, Roxanne, fece ondeggiare la gonna con le sue piroette, e i cammei dorati della catena tintinnarono come campanelli. Una danza che aveva imparato da sua madre e che faceva parte della tradizione dei Roux. Un miscuglio di due tradizioni diverse, ma che unite insieme stavano creando qualcosa di affascinante e irresistibile. Sotto gli occhi sbalorditi dei presenti, i due continuarono a danzare separati, fino ad avvicinarsi man mano, e i loro volti si incontrarono. Gli occhi del giullare si incatenarono a quelli della sua amata, e si fermarono per un secondo.
- Sei nervosa, cheri? - le domandò a bassa voce lui, approfittando di quel momento. Poi le cinse il fianco con un braccio.
- No...non più - gli rispose lei, mentre sollevava di un pò l'archetto per ricominciare a suonare.
Era ovvio. Dopo tutti gli ostacoli superati, i due giullari avevano imparato a vincere le proprie paure. Roxanne aveva smesso di nascondersi nella penombra per evitare il giudizio altrui. Clopin aveva smesso di nascondere i propri sentimenti e aveva accettato il passato per accogliere il futuro. E insieme, avrebbero superato anche quel traguardo senza indugi. Il violino emise una nuova melodia, più veloce e più travolgente. I due artisti, senza sciogliere il contatto visivo, girarono su se stessi. Quei passi li fece ritornare indietro, a quel memorabile giorno in cui avevano ballato per la prima volta. Clopin la prese per la vita 
e la fece volteggiare proprio come quella volta al ruscello. Dopo averla lasciata libera, il giullare afferrò una sedia vuota e la trascinò al centro della sala. Roxanne, con un movimento agile delle gambe, ci salì sopra e si esibì in equilibrio su una sola gamba, lasciando di stucco il pubblico. Infine, il giullare tirò fuori dal suo cappello una manciata di coriandoli che volarono in alto come minuscoli petali. A quel segnale, Roxanne saltò giù dalla sedia, e atterrò tra le braccia del suo amato. Clopin volteggiò con lei fino a quando la musica non sfumò e allora una vaporosa nuvola rossa esplose per poi espandersi. I due giullari erano spariti dalla vista di tutti, e ciò che rimase fu una manciata di coriandoli e della polvere colorata. Dopo un attimo di silenzio, il re Luigi fu il primo a battere le mani, e così anche il resto dei commensali si unirono all'applauso. Con grande sorpresa generale, i due artisti uscirono allo scoperto da sotto il tavolo centrale, dove si erano nascosti, e si inchinarono per raccogliere quelle attenzioni. Tutto era andato per il verso giusto, e Roxanne, raggiante come un astro splendente, donò un sorriso smagliante al suo giullare. Quello fu il ballo più bello e indimenticabile che avessero mai fatto insieme. Dopo aver ricevuto innumerevoli complimenti dai nobili, la coppia raggiunse il sovrano nel salotto privato per poter discutere indisturbati. 
- Un' esibizione molto originale - cominciò il re - Era da parecchio tempo che non mi emozionavo così tanto. E poi, voi Clopin, sapete bene come intrattenere gli ospiti -.
Quel giudizio inaspettato fece riempire d'orgoglio il re del piazzale e per un attimo dimenticò i momenti scomodi avvenuti qualche ora fa.
- Per tale motivo, miei eroi, lasciate che vi faccia una proposta: non solo vi pagherò la ricompensa per la dipartita di Armand. Ma desidero nominarvi miei cantastorie personali. Non dovrete più vivere in condizioni misere a Parigi. Avrete una stanza tutta vostra e un compenso fruttuoso ad ogni spettacolo che farete alla mia Corte. Potrete anche venire a vivere qui a Tours, se lo gradite. E' un'offerta vantaggiosa -.
Quando il sovrano pronunciò quella richiesta, i due giullari non potevano credere alle proprie orecchie. In effetti, quella era davvero una generosa offerta. Accettandola, la coppia poteva considerare il proprio futuro ricco e agiato, e avrebbero avuto una vita pari a quella delle ricche famiglie. Ma i due sposi non avevano bisogno di rifletterci a lungo, e dopo essersi scambiati uno sguardo di intesa, Clopin si rivolse al sovrano:
- Vostra Maestà, vi siamo davvero grati per la vostra generosità. Ma, non possiamo accettare -.
A quella risposta, il vecchio monarca aggrottò la fronte. Solo un folle avrebbe rinunciato a quell'occasione unica.
- Perché mai? - chiese, lievemente confuso.
- Sono certa che possiate capire, sire, che anche noi abbiamo delle responsabilità - prese la parola Roxanne - Anche se il nostro "reame" non è così vasto, abbiamo dei doveri nei confronti della nostra gente. Se non fossimo pienamente consapevoli del nostro ruolo, avremo accettato subito la vostra offerta. Inoltre, vogliamo rimanere i giullari di Notre Dame, per continuare a servire il buon umore ai bambini e alla povera gente. E' quello il nostro posto -.
In quel momento, negli occhi del sovrano, così cupi, si accese una luce piena di ammirazione. Con un mesto sorriso egli disse:
- Forse, sono stato troppo malevolo al nostro primo incontro, quando ho messo in dubbio la vostra "regale figura". Avevate proprio ragione, Re Clopin. La lealtà di un sovrano verso il popolo vale più di ogni altra cosa. E dietro a un grande re, c'è una grande regina -.
Gli occhi del monarca si posarono su Roxanne, e la violinista provò un gran senso di fierezza e gioia. Quella serata però, terminò comunque con una seconda proposta del sovrano, altrettanto vantaggiosa. Tra un mese Luigi sarebbe tornato a Parigi. Da lì, per celebrare la stagione dei balli, ogni terza domenica di ogni mese, i due giullari si sarebbero esibiti alla sua corte, ricompensati con cibo e denaro. In questo modo avrebbero mantenuto il loro stile di vita sia come regnanti della Corte dei Miracoli, sia come giullari del piazzale. Clopin e Roxanne accettarono con grande gioia e ringraziarono immensamente il re. Una volta tornati nella loro stanza, si rilassarono, cantando e ballando per la stanza, e sorseggiando vino rosso. 
- Oltre alla bella notizia, cosa racconteremo agli altri alla Corte? - chiese a un certo punto Clopin, mentre si sistemava sui cuscini del lettone.
Con tutto il da fare che avevano avuto per preparare lo spettacolo, non avevano avuto neanche il tempo di godersi quella stanza così lussuosa. Roxanne, seduta vicino a suo marito, fece vagare lo sguardo per la camera e dopo aver bevuto dell'altro nettare rosso rispose.
- Che abbiamo avuto il privilegio di dormire in una vera camera regale -.
Felici e spensierati, i due risero scambiandosi qualche occhiata, fino a quando rimasero in silenzio. Clopin mise da parte il calice mezzo pieno. 
- Già, dormire... - aggiunse con una nota maliziosa, mentre si allungava su di lei, intrappolandola col suo corpo e con lo sguardo. 
Con il viso rosso come una mela, Roxanne accolse sulle sue labbra il bacio imminente, mentre le mani del suo amato scivolarono sul seno e sulle gambe. Ad un tratto un leggero scoppiettio della legna, proveniente dal camino accesso, interruppe quel momento focoso. 
- Stai pensando a quello che sto pensano io, cherì?...- chiese Clopin, già intento a sciogliere i nastri del corsetto rigido di lei.
- Spero proprio di sì... - sussurrò Roxanne, con gli occhi vermigli che brillavano come gemme alla luce del sole.

Diversamente da come ci si potesse aspettare, i due giullari ignorarono il lettone e scelsero il tappeto davanti al camino. Quello spazio insolito era così familiare, e ricordava la loro prima volta nel carretto, in mezzo al bosco. La giullare aveva fin da subito preso il comando, nella sua posa da amazzone, sopra di lui. E pensare che quella posizione era ritenuta proibita da molti popolani religiosi. Ma a Clopin non interessava, sia perché non faceva parte di quella cerchia di fanatici, sia perché aveva scoperto di non poterne fare a meno. Avere la sua sposa in quel ruolo così attivo gli dava un piacere ineguagliabile. Ma a un
certo punto, forse per la troppa passione, il re dei giullari riprese il controllo e si ritrovò su di lei, donandole tutto il piacere che poteva offrirle. Quando la danza terminò, Clopin si rilassò poggiando la testa sul petto di sua moglie. Riusciva a percepire il cuore che martellava come fosse impazzito. Roxanne non riusciva a frenare la corsa dei suoi respiri e un leggero tremore scuoteva le sue gambe tese.
- Perdonami, mon cher... - si scusò lui, sollevando la testa per guardarla - forse sono stato troppo... selvaggio -.
La giullare cercò di regolare il respiro e affondando le mani tra i capelli di suo marito, posò gli occhi su di lui.
- Sto bene... - lo rassicurò, donandogli un sorriso che era un misto tra stanchezza e soddisfazione. Con le sue curve nude e i capelli lunghi che le incorniciavano il capo, sembrava una ninfa vergine che aveva da poco scoperto la passione nella sua forma carnale.
- E' stato meraviglioso... - confessò lei, accarezzandogli una guancia.
- No, tu sei meravigliosa, cherì - specificò lui, baciandole delicatamente la mano - Ti adoro -.
Quando l'ultimo pezzo della legna si consumò, i due giullari erano già addormentati accoccolati tra i cuscini. Il giorno dopo, quando erano pronti per ripartire, il re consegnò un sacco pieno di monete d'oro, sia per la ricompensa sia per la loro esibizione. Augurando un buon ritorno a casa, Luigi li salutò amichevolmente e il carretto si allontanò con un corteo festoso fatto di cori gioiosi. Dopo qualche giorno la coppia ritornò a Parigi e fu accolta festosamente da tutti gli abitanti del piazzale e della Corte. La soddisfazione e la gioia degli amici fu grande quando seppero le ultime novità, e fu un buon pretesto per tornare alla taverna di Marcel per condividere quella bella notizia. Dal canto suo, Luigi fu un uomo di parola, e quando fece ritorno in città, mandò il suo valletto al piazzale per invitare ufficialmente i suoi giullari prediletti. E così, come era stato stabilito, ogni mese ci fu una festa e uno spettacolo, che i due giullari vissero con allegria. Per di più, la fiducia e la stima del re nei loro confronti, crebbe così tanto che ci fu un proclama: il sovrano di Francia aveva stabilito una legge che proteggeva tutti gli zingari e i gitani che facevano parte della Corte dei Miracoli. Grazie a quella regola, molti zingari onesti non dovettero più nascondersi o temere la presenza delle guardie reali. In seguito, alcuni abitanti della Corte decisero di trasferirsi ai piani alti per una vita normale come tutti. Ma forse, c'era un motivo in più dietro a quella legge: assicurando la sua protezione, il sovrano poté invitare i suoi giullari preferiti a seguirlo nei suoi abituali viaggi, tra una città all'altra. E grazie a ciò, i due regnanti realizzarono un piccolo sogno che avevano addirittura dimenticato. Mantenendo il ruolo di re e regina, andarono a vivere nei pressi di quel ruscello, nel boschetto immerso nella natura che era stato testimone del loro amore. Con i loro sforzi, non solo la prosperità e la serenità resero migliore la vita del popolo gitano, ma avevano 
anche conquistato quella libertà che tanto desideravano. Ovviamente, non si dimenticarono di tornare spesso alla Corte per accertarsi della situazione e ogni mattina si presentarono nuovamente al piazzale per donare felicità e gioia al loro piccolo pubblico. E fu proprio una di quelle mattine, qualche tempo dopo, mentre Roxanne guardava il cielo con lo sguardo perso, che Clopin le annunciò con un sorriso solare:
- Nuove notizie! Luigi ci ha invitato a seguirlo in un nuovo viaggio. Indovina dove siamo diretti? -
- Dove? Su, dimmelo sono curiosa! - esclamò lei, scuotendolo per la mantella coi campanelli.
- Marsiglia -.  
La giullare esplose dalla gioia e gettò le braccia al collo del suo grande amore. Da qualche settimana si sentiva strana, più sensibile, più emotiva. Non ne era sicura, ma forse qualcosa di nuovo stava crescendo dentro di sé. Ma era ancora presto per dirlo. Con occhi languidi, i due giullari si baciarono, mentre l'aria primaverile si stava diffondendo nel piazzale e le campane risuonarono come un eco paradisiaco.
- Wooooooow - ulularono un gruppetto di bambini sotto al davanzale del carretto, cogliendo sul fatto la coppietta. 
I due giullari sorrisero un po imbarazzati, e dopo essersi ricomposti, con la loro solita allegria e vivacità, si affrettarono per quel pubblico di pargoli.
- Pronti per una nuova storia? - canticchiarono i due pupazzetti e in risposta si elevò un coro eccitato.
E fu così, che in quel giorno, nella grande piazza, un nuovo racconto stava prendendo vita nel carretto del re e della regina dei giullari. 

Angolo dell'autrice
" UN GRANDE SOSPIRO" Bene gente, e con questo capitolo extra ( o non so, finale alternativo, come volete definirlo...o capitolo 21 XD ) possiamo dare una fine a questa storia. Per essere un capitolo extra è stato più difficile degli altri, ( mah non lo so, sarà perché volevo cercare di non renderlo banale e mi sono incasinata parecchio, e per questo motivo ci ho messo un bel pò). Comunque ammetto che, come noterete, ci ho aggiunto varie parti, vaghi e non, dove i due piccioncini si " concentrano" molto su loro due <3 E voglio dire, ci voleva anche XD Inoltre, ora immagino che molti si chiederanno se Roxanne sia rimasta incinta di Clopin <3 Ma sapete, fin dall'inizio non avevo alcuna intenzione di terminare il tutto con un evento simile ( che ho visto e stravisto in altre storie. Non che ci sia qualcosa di male O.O) ma penso che il cambiamento, quello essenziale, lo abbiamo visto già nel capitolo precedente. E poi, una storia d'amore non deve per forza terminare con un bebè in arrivo, per quanto sia una bella cosa. Quindi, ho voluto lasciare la cosa molto vaga ( che può essere sì o no, lascio decidere a voi lettori XD) anche perché credo che Clopin e Roxanne abbiano già trovato la piena felicità insieme. Comunque, volevo informarvi che la prossima storia che scriverò sarà tipo un crossover, ma nel senso temporale. Sotto richiesta della mia amica Dreamereby, la trama sarà quella del film animato Anastasia ma i personaggi saranno quelli del gobbo di Notre Dame ( sì, ancora loro XD e il bello è che ci sarà anche Roxanne tra loro ). Come ultima cosa, se riuscirò, scriverò anche altri capitoli extra, un pò corti, dove descriverò nel dettaglio alcuni momenti "mancati" della storia tra i due giullari. Ultimissima cosa, vedrò di fare una versione più " originale" del racconto, in modo da poter sperare di farmela pubblicare ** Detto ciò, io vi ringrazio per aver seguito la mia storia e per avermi accompagnata in questo lungo viaggio. Per me è stato davvero importante.
Alla prossima <3 Vi voglio bene <3 

Note: Dovete sapere che nel Medioevo, la posizione sessuale dell'amazzone era ritenuta proibita perchè, almeno secondo i religiosi, portava la donna ( vista ancora come essere inferiore e più rivolta a peccare facilmente ) a sottomettere l'immagine dell'uomo, e quest'ultimo perdeva tutta la sua credibilità autoritaria e quindi superiore alla donna. ( ma quanti complessi si facevano >>! ). Ma meno male che Clopin non è così ( è ateo XD) e si dona con piacere alla sua Roxanne <3 Bravoooo! 
Per quanto riguarda la cerimonia nuziale, che la coppia fosse povera o ricca, i festeggiamenti potevano durare per giorni, e si organizzavano tavolate immense perfino dentro la chiesa. E se il cibo era troppo, bisognava cercare di mangiarne il più possibile ( sì, insomma, fino a farti scoppiare lo stomaco XD). 
Fonti: Vivi Everyday ( seguite i suoi video <3 )
Una curiosità su Luigi XI, era davvero detto " il prudente" per il suo scetticismo, e Tours era la sua cittadina preferita e devota. Inoltre, giusto per farvi sapere, morirà nell'agosto dello stesso anno che ha conosciuto i giullari, purtroppo ç_ç 
   
 
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