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Autore: warblerslushie    29/11/2019    1 recensioni
Kurt e Blaine sono sposati da diversi anni e Blaine sente il desiderio di creare una famiglia insieme, dal momento che stanno diventando adulti.
Tuttavia, tra le rispettive attività lavorative ed il fatto che Kurt non si sente ancora pronto per crescere dei bambini, le cose all'interno della famiglia Anderson-Hummel hanno subito un brusco rallentamento.
Ma cosa accadrà quando la coppia riceverà un'inaspettata notizia?
Tratto dalla storia:
"«N-non posso tornare con lui, Coop» gemette Blaine, arricciando la mano intorno al polso di Cooper «Non posso»
«Non devi farlo»
«I-io lo amo così tanto... ma lui n-non mi ama più»
«Blaine – »
«Perché n-non mi ama?»
Blaine pianse, tirando Cooper più vicino a sé, e con la mano buona strinse suo fratello in un serrato abbraccio, singhiozzando contro il colletto della sua camicia."
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
Capitoli:
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Kurt sentì il suono acuto di un pianto e sospirò, rotolando sul letto mentre si strofinava gli occhi assonnati.

Calciò le gambe di lato e si tirò su, ondeggiando leggermente ancora assonnato; poi si voltò per assicurarsi che Blaine stesse ancora dormendo .

Non lo era.

In effetti, Blaine non era proprio a letto.

“Merda” pensò tra se Kurt mentre si guardava intorno nella stanza da letto al buio, trovando il posto completamente vuoto.

Blaine doveva aver portato il bambino nella nursery, così che non dovessi alzarmi.

Solo poche ore prima , la famiglia si era sistemata per dormire, Blaine e Kurt nel loro letto e Liam dormiva nella sua culla sistemata poco lontana da loro.

Il piano era alternarsi con Blaine che si alzava per prendersi cura del bambino e poi sarebbe toccato a  Kurt; ma in qualche modo il piano doveva essere cambiato perché ora Blaine ed il bambino erano in fondo al corridoio mentre Kurt era rimasto solo a dormire.

Ma come poteva dormire sapendo che Blaine stava avendo problemi a far addormentare loro figlio?

A dire il vero, il povero Liam non si sentiva bene ultimamente.

Il bambino , che ora aveva poco più di un mese, stava avendo problemi nel digerire il latte in polvere ed anche se Blaine era riuscito ad avere un appuntamento con il pediatra di Liam per quel venerdì, dovevano ancora ascoltare loro figlio lamentarsi e piangere per qualcosa che non riuscivano a capire.

Una telefonata a Burt e Carole li informò che avrebbe potuto essere un'allergia di Liam a qualcosa  nel latte in polvere, così Kurt era uscito a comprare diversi tipi di latte da provare fin quando non avessero  visto il pediatra; ma nulla sembrava funzionare e Liam era semplicemente infelice.

Per sottolinearlo, un urlo particolarmente forte si sentì giù per il corridoio e Kurt sentì il cuore dolergli a causa del suono.

Con un sospiro triste si precipitò fuori verso il pianto che sapeva provenire dalla nursery.

Aprì silenziosamente la porta socchiusa e sbirciò dentro, per nulla sorpreso di trovare suo marito che andava avanti ed indietro con Liam tra le braccia, canticchiare sottovoce per cercare di calmare il bambino urlante che teneva stretto contro il suo petto.

I capelli di Blaine erano vaporosi ed arruffati e c'erano delle borse sotto ai suoi occhi, la prova di tutti gli alti e bassi dell'essere genitore  soprattutto durante questo periodo difficile.

La piccola testa di Liam era nascosta sotto il suo mento; Kurt non poteva vedere il suo volto ma sapeva che suo figlio aveva pianto così tanto da essere tutto rosso in volto.

“Gli  fa ancora male il pancino?” chiese Kurt, entrando in camera e Blaine inclinò la testa di lato, sbattendo gli occhi assonnati mentre fissava suo marito.

“Dovresti tornare a letto... devi lavorare domani mattina”

“Mio figlio sta male e mio marito sembra esausto... non vado domani.”

“Ma tu...”

“Isabelle capirà, tesoro”

Kurt si avvicinò a Blaine ed abbassò lo sguardo su loro figlio, accarezzando poi gli scuri ciuffetti ricci di Liam-

“Povero piccolo... da quanto tempo è sveglio?”

“Da circa un'ora... non si sente per niente bene. Ha vomitato tutto il latte ed ho provato ad accarezzargli il pancino per aiutarlo a dormire, ma sta ancora male...ed io... non so cosa fare e lo odio.”

“Potremmo portarlo in ospedale”

“No... solo...” sussurrò Blaine, fermandosi quando Liam si lamentò di nuovo, “odio il fatto che sia così a disagio.

Mi sembra come se non ci fosse nulla che io possa fare, ma se lo portassimo in ospedale e li ci dicono che è solo un po' d'aria nel pancia?

E se poi non lo portiamo ed invece è qualcosa si serio?

Solo... ho paura!”

Kurt fissò suo marito e gli baciò la tempia prima di mettersi davanti all'uomo più basso per pendere delicatamente Liam dalle braccia di Blaine.

Con attenzione, poggiò il figlio contro il petto ed accarezzò la calda schiena del bambino.

“Oh tesoro” sussurrò, baciando la fronte di Liam, “ ti aiuteremo a stare meglio, okay? Andrà tutto bene. I tuoi papà miglioreranno le cose”.

Alzando lo sguardo su Blaine, Kurt smise di accarezzare la sua schiena e allungò una mano per stringere quella di suo marito.

Non rimase sorpreso dal sentire la mano di Blaine tremare.

“Perché non torni a letto a dormire un altro po'? Resto io con lui e se non riesco a calmarlo, ti vengo a svegliare e troveremo insieme una soluzione”

“Ma lui...”

“Carole ha detto di controllarlo per la notte ed io posso farlo.

Non hai dormito bene negli ultimi giorni e ti sentiresti meglio.. diamine , io mi sentirei meglio .. se dormi un po'... per favore? Puoi farlo per me?”

Blaine lo guardò per un momento, sbattendo, lentamente,  gli occhi nocciola prima di annuire comprensivo così diede il bacio della buonanotte al marito ed al figlio.

Esitò solo un attimo sulla soglia fin quando Kurt non lo cacciò via ed una volta che fu lontano, Kurt si lasciò cadere sulla sedia a dondolo , poggiò una mano ferma sulla schiena di Liam dando , con dolcezza, delle pacche sul sedere di suo figlio mentre il bambino si lamentava contro di lui.

“Papi è qui, scimmietta. Shh!”

Per le successive ore, rimase a guardarlo, cullandolo con attenzione continuando a tenerlo d’occhio per tutta la note.

Quando arrivò l'alba, Blaine si trascinò per il corridoio ed entrando nella nursery rimase sorpreso di trovare Kurt e Liam addormentati sulla sedia a dondolo ed anche se sapeva che Kurt avrebbe avuto un dannato torcicollo, era felice che suo marito fosse riuscito a calmare il bambino abbastanza da permettere a tutta la famiglia  di dormire.



I problemi di stomaco di Liam erano causati da un'allergia al lattosio, il cui rimedio fu passare al latte di soia.

Il nuovo latte in polvere funzionava a meraviglia, cosa che fu una manna dal cielo per Blaine e Kurt che furono sbalorditi dal cambiamento di atteggiamento di loro figlio.

Il bambino, però, ora era felice ed in salute ed era tutto quello che potevano chiedere, soprattutto visto che Kurt era tornato a lavorare a tempo pieno e Blaine si stava abituando al suo nuovo ruolo di papà casalingo.

Nonostante le giornate fossero lunghe e stancanti, Blaine sapeva che non c'era nulla al mondo che amava di più che essere padre.

Doveva coccolare Liam e semplicemente divertirsi con lui ogni singolo giorno fino a quando Kurt tornava a casa e Blaine lasciava che legasse col figlio mentre lui riposava.

Tuttavia, non andava mai a dormire visto che amava troppo guardare suo marito parlare o cantare per il loro bambino.

Kurt era entrato nel ruolo di papà davvero bene, proprio come un gioco da ragazzi, un enorme cambiamento rispetto ai terribili mesi in cui aveva rotto con Blaine a causa della gravidanza e la sua paura di diventare padre.

“Ti vuole davvero bene, sai?” mormorò Blaine, una sera a cena; stava mangiando un'insalata di pollo e guardava Kurt dare il latte serale a Liam.

“Hm?”

“Liam... ti adora... fa le faccine più divertenti, tristi ed imbronciate quando lo baci la mattina prima di andare al lavoro; è come se sapesse che non ti vedrà per alcune ore  e penso che lo odi... è adorabile.

Farò una foto per te uno di questi gironi.”

Kurt ridacchiò, muovendo il braccio per tirare Liam un po' più su.

“Ha il tuo stesso broncio, penso.

Nessuno sa fare gli occhi da cucciolo come fai tu”

“Oh sta zitto”

“Cosa? È vero.

Voi due avete le stesse espressioni facciali.

Non vedo l'ora  che sia abbastanza grande da saper parlare; vi farò sfidare per vedere chi sa fare le facce più ridicole... sarà divertentissimo”

Blaine ruotò gli occhi e sorrise quando Kurt squittì perché Liam aveva finito la bottiglina.

“Era affamato”

“Oh si lo era proprio” tubò Kurt , poggiando la bottiglia vuota sul tavolo prima di portarsi il bambino sulle spalle sopra al tovagliolo.

Un paio di pacche sulla schiena ed il bambino  fece un ruttino piuttosto forte ed entrambi gli Anderson-Hummel scoppiarono a ridere.

“È un bravo bimbo” disse Kurt felice che il loro bambino fosse sazio ed avesse anche fatto il ruttino poi si appoggiò allo schienale, continuando ad accarezzare la schiena di Liam, guardando in silenzio Blaine mentre infilava dei piccoli bocconi di insalata in bocca.

“Speriamo prenda anche le tue impeccabili maniere a tavola”.

Blaine ridacchiò.

“Fin quando non guardi suo zio Finn quando mangia e decida che il mio sia il modo giusto per pulire il piatto… stiamo apposto”

Entrambi ruotarono gli occhi e Blaine tornò a mangiare, ignorando gli occhi vigili su di lui.

Dopo alcuni minuti passati a guardare Blaine, Kurt tornò finalmente alla realtà e si alzò da tavola, posando delicatamente Liam nella sua culla 3in1.

“Hai ricevuto una strana lettera, comunque.

Non so perché non me ne sono ricordato fino ad ora”

Una strana lettera?”

“Si”

Kurt uscì per un momento dalla stanza, tornando poco dopo con una grande busta da lettera.

“Penso sia un bigliettino, ma non c’è il mittente quindi non so chi te l’ha mandata… penso sia qualcosa per congratularsi con noi per la nascita di Liam.

Però è indirizzata a te quindi penso che debba aprirla tu.

Scusa se non te l’ho data prima.

Me ne sono completamente dimenticato quando sono tornato a casa”

“Va bene” disse dolcemente Blaine, prendendo la busta dalle mani di Kurt.

Sussultò leggermente quando notò la calligrafia usata per scrivere il suo nome e Kurt sollevò un sopracciglio per questa reazione.

“Tesoro?”

“Quella…. Quella è la scrittura di mia madre… la riconoscerei ovunque”

“Cosa? Davvero?”

“Si” disse Blaine, tenendo la lettera tra le mani, le dita tremanti mentre pensava a cosa potesse contenere.

Sembrava pesante sul suo palmo, leggermente spessa come se ci fosse qualcosa all’interno e Blaine respirò tremante mentre girava la busta per poterla aprire.

Ci riuscì facilmente, nonostante gli tremassero le mani; tirò fuori la lettera dalla busta, scioccato di trovare  anche un biglietto d’auguri blu.

La parte davanti era bianca con la scritta in corsivo  “Congratulazioni” fatta con dei brillantini azzurro pastello.

Una foto di un bambino dentro ad un cesto portato da una cicogna era al centro sotto la scritta e Blaine sentì il cuore balzargli in gola mentre guardava il biglietto.

“Non capisco”

“È un biglietto d’auguri?”

“Si”

Kurt si alzò e si appoggiò alla sedia di Blaine, chinandosi per guardare il biglietto.

Una volta letto, poggiò una mano sulla spalla di Blaine e la strinse, offrendo il suo sostegno al marito mentre il ragazzo più giovane continuava a fissare il biglietto con aria assente.

“Apri il resto”

Con attenzione, Blaine finì di strappare la busta e questa volta sussultò ancora di più quando un pezzo di carta cadde da dentro per finire sul suo grembo.

“Ha mandato un assegno”

Kurt allungò una mano e prese l’assegno, spalancando gli occhi quando notò l’importo scritto.

“Ci ha mandato un assegno di cinque mila dollari, Blaine”

“Oh mio Dio…”

“Credo ci sia anche una lettera” sottolineò , sollevando lo sguardo per controllare l’espressione sul volto di Blaine quando lo sentì prendere un profondo e tremante respiro.

“Tesoro?”

“Non capisco… non riesco a capire”

“Leggi la lettera, tesoro. Ti lascio da solo “

Kurt baciò la spalla di Blaine ed uscì dalla stanza, lasciando Blaine da solo con la lettera ( ed un addormentato Liam, accoccolato nella sua culla).

Una volta che Kurt se ne fu andato, le lacrime che Blaine aveva finora trattenuto, cominciarono a scorrere e Blaine sistemò sul tavolo il biglietto, la lettera e l’assegno; poi poggiò la testa tra le mani mentre piangeva.

Non riusciva a capire; non riusciva a capire cosa stesse succedendo.

Come aveva fatto sua madre a scoprire che aveva avuto un bambino?

A meno che qualcuno vicino a loro non glielo avesse detto e… Oh… Oh… era stato Cooper.

Doveva essere stato lui.

Dannato Cooper.

Blaine si asciugò le lacrime e si sporse, tirando, con rabbia, la lettera fuori dalla busta.

L’aprì e si accigliò quado vide la perfetta calligrafia di sua madre sulla pagina.

Era difficile dimenticare l’ondulata e sinuosa scrittura di sua madre anche se erano passati cinque anni dall’ultima volta che l’aveva vista o che aveva parlato con lei.

E poi anche se era stato terribilmente arrabbiato con lei per aver lasciato che il marito lo sminuisse durante quella cena del Ringraziamento tanti anni fa, Blaine non poté fare a meno di pensare a quanto gli mancassero i suoi genitori, soprattutto quando vedeva quale meravigliosa famiglia fossero gli Hudmels.

Tirando su col naso, Blaine avvicinò la lettera al viso fissando la calligrafia col cuore che batteva forte quando lesse il saluto con cui iniziava la lettere.

“Mio caro bambino.

È passato molto tempo, vero? Ma è stata tutta colpa mia.

Sono passati più di cinque anni dall’ultima volta che ho sentito la tua voce o che ho visto il tuo volto e sono stata davvero stupida in questi ultimi anni, Blaine.

Sei mio figlio minore, il mio bambino e non sono stata giusta con te né lo è stato tuo padre.

Mentre sono qui seduta a scriverti, non posso fare a meno di pensare a tutte le cose della tua vita che mi sono persa in questi anni sprecati.

Sei cresciuto così tanto, tesoro mio, ed odio il fatto di aver permesso  che accadesse tutto questo.

Ed ora, ora so di essermi persa un’altra enorme pietra miliare  della tua vita e mi si spezza il cuore sapere che è successo.

Ti prego, non arrabbiarti con lui, ma Cooper mi ha detto del bambino.

Il mio primo nipotino: un maschietto.

Un nipote maschio!

Santo cielo, quando Cooper mi ha mandato un messaggio per avvisarci che era nato, ho pianto per giorni, Blaine.

Davvero l’ho fatto.

Perché ho perso il giorno più importante della tua vita: la prima volta che sei diventato papà.

Accidenti, ammetto che la prima volta che hai detto a me ed a tuo padre che eri portatore del gene Reddin, ero spaventata a morte.

Non avevo idea di come anche un uomo potesse rimanere incinto per non parlare di poterlo crescere dentro di se e farlo nascere .

Ma poi ci hai detto di avere quel gene e pensai a quella sera , quando eri più giovane, in cui ci dicesti di essere gay ed al fatto che fossi arrabbiata perché non avresti mai potuto darci un nipotino.

So che è stato un pensiero egoista.

Lo so ora ma era qualcosa a cui avevo pensato e che rimpiango tanto; così come rimpiango il fatto di non fare più parte della tua vita in questi ultimi anni.

Ed ora sei padre, il papà di un bellissimo bambino ( ho visto delle foto solo alcuni scatti di lui nella nursery dell’ospedale ed alcuni che Cooper ha fatto qualche giorno dopo la nascita) e mi si è spezzato il cuore per essermi persa tutto questo a causa della mia stupidità.

Blaine, caro, mi manchi.

Mi sei mancato da quella sera che andasti via e mi dispiace così tanto di non aver lottato per te e di averti lasciato andar via quella sera.

Avrei dovuto lottare più duramente, avrei dovuto dire a tuo padre di chiudere la bocca e di crescere perché non sei stato altro che un figlio perfetto per noi ed invece di focalizzarsi sulle grandi cose che hai fatto, tuo  padre si è focalizzato sul suo bigottismo ed io ho lasciato che ti ferisse.

Mi dispiace così tanto.

So che è troppo tardi per chiedere o implorare il tuo perdono ma voglio solo farti sapere che mi dispiace tanto e che ti voglio davvero tanto bene.

Io e tuo padre abbiamo parlato di quello che accadde quella sera ed anche lui è molto dispiaciuto, Blaine.

Ha capito che quello che aveva fatto era sbagliato e che non avrebbe mai dovuto dirti quelle cose orribili su Kurt e sul tuo gene.

Ci manchi davvero tanto tesoro, ed odiamo il fatto di starci perdendo così tante cose della tua vita e della vita del nostro caro nipote per qualcosa di così stupido che abbiamo fatto così tanto tempo fa.

Quindi, ho incluso un assegno di 5 mila dollari per te, per poter comprare qualcosa di carino per te, Kurt ed il bambino.

Cooper non ha voluto dirmi il suo nome perché mi ha detto di aver già oltrepassato il limite mandandoci la foto e che volevamo saperlo dovevamo chiedere a te, ma ha anche detto che ci sarebbe piaciuto molto.

Penso che amerei comunque lo stesso il suo nome qualunque sia perché è bellissimo , Blaine.

È così bello.

Sembra te quando eri neonato, in realtà.

Ti ho mandato alcune tue foto di quando eri un piccolissimo ometto e puoi confrontarle se vuoi.

Sembra che i geni degli Anderson siano dominanti nel tuo piccolo anche se posso vedere anche un po’ di Kurt in lui… soprattutto il naso!

Quello è sicuramene il naso degli Hummel!

Così carino!

Solo scrivere di quanto bello sia mio nipote senza nemmeno averlo visto di persona, mi spezza il cuore, ma so che non è altro che colpa mia e mia soltanto.

Sono stata orribile con te, Blaine e spero tu possa un giorno accettare le mie scuse e possa permettermi di tornare nella tua vita.

Mi manchi davvero tanto e farò qualsiasi cosa per dimostrarti quanto sia dispiaciuta.

Per favore da un bacio a Kurt da parte nostra e ti prego dai un bacio anche al tuo bellissimo bambino.

Spero un giorno di poterlo incontrare, anche solo per un secondo.

Ti voglio tanto bene, Blaine Devon.

Io e tuo padre siamo molto dispiaciuti e speriamo di sentirti.

Ti voglio bene!

Mamma”


Blaine lasciò cadere la lettera sul tavolo e si chinò in avanti poggiando la fronte sulla mani, respirando a fatica.

Si sentiva come se qualcuno fosse seduto sul suo petto e lo stesse soffocando e sentiva lo stomaco sottosopra mentre pensava al dolore che aveva sofferto quando aveva tagliato fuori dalla sua vita i suoi genitori.

Pensò alle prime settimane di gravidanza quando era solo nell’appartamento di Cooper e a quanto  avesse desiderato chiamare sua madre per parlarle delle sue paure perché tanto, tanto tempo fa era stata una buona ascoltatrice… beh almeno fino al suo coming out… poi quella era una storia diversa.

Aveva pensato a lei mentre era in ospedale con Liam che dormiva sul suo petto, la guancia poggiata contro i folti capelli del bambino e pensò al fatto che c’era una foto nel suo vecchio album di neonato a casa che era molto simile a quella scena; una foto di sua madre che lo teneva tra le braccia proprio così, la guancia poggiata sui ricci di Blaine mentre lo cullava amorevolmente.

In quel momento avrebbe voluto chiamarla per farle migliaia di domande su come prendersi cura di un neonato, ma aveva lasciato perdere ancora ferito dal modo in cui aveva lasciato che suo padre calpestasse i suoi sentimento così tanti giorni del Ringraziamento fa.

Così si era rivolto a Carole che era stata più di una madre per lui, più di sua madre ed aveva lasciato che il dolore che aveva riempito la sua anima  sparisse mentre dimenticava i problemi con sua madre.

Ma ora li seduto , in sala da pranzo, la testa tra le mani, la cena dimenticata davanti a lui, così come la lettera, il pacchetto di foto e l’assegno sparpagliati sul tavolo, Blaine si sentì perso.

“Kurt” lo chiamò, la voce roca e piena di tristezza.

Kurt entrò nella stanza e sospirò , tristemente, quando vide l’espressione disperata sul viso di Blaine.

“Oh tesoro” sussurrò, tirandolo a se e lasciandolo piangere; con una mano accarezzava la testa di Blaine, l’altra era avvolta attorno alle sue spalle.

“Va tutto bene… sono qui; andrà tutto bene”

Accanto a loro, Liam cominciò ad agitarsi, essendosi svegliato a causa di tutto il trambusto e Kurt prese un profondo respiro , il cuore a pezzi nel sentire Blaine crollare e dei piagnucolii che venivano dalla culla.

“Shh! Shh! Ci sono io “

Un paio di minuti dopo, Blaine tirò su col naso e si tirò indietro , sciogliendosi dall’abbraccio di Kurt per andare a prendere Liam.

Tirò su il bambino e lo strinse al petto, accarezzando i morbidi capelli neri di Liam, abbassando la voce e sussurrando parole di conforto al bambino.

“Blaine?”

“Non diventerò come loro, Kurt. Mai”

“Intendi i tuoi genitori?”

“Se dovessi mai ferire Liam, come hanno fatto loro con me, non meriterò di essere perdonato”

“È quello che vogliono?” chiese cautamente Kurt, avvicinandosi lentamente al marito ed al figlio.

Allungò una mano e fece voltare Blaine  in modo da trovarsi faccia a faccia, le mani di Kurt si abbassarono e strinsero la vita di Blaine mentre guardava la sua famiglia.

“Vogliono che li perdoni?”

“Cooper gli ha detto di Liam e vorrebbero far parte della sua vita.

Vogliono conoscerlo , anche se loro… mio padre… lui…anche se ha detto che è un abominio partorire grazie al gene”

“Forse hanno cambiato idea?”

“Kurt, io non…”

Kurt sorrise tristemente, scuotendo la testa per zittire il marito.

Aspettò che Blaine tacesse prima di continuare.

“So che i tuoi genitori ti hanno ferito . Davvero lo so….ma cos’hai appena detto… “come hanno potuto chiedere perdono dopo tutto quello che è successo?”… forse ti stanno allungando un ramoscello d’ulivo.

So che ti hanno ferito davvero molto.

E li odio per quello che ti hanno fatto ma…

Ti dispiace se leggo la lettera?

Forse se potessi leggerla, potrei spiegarti meglio le cose”.

Blaine scrollò le spalle e Kurt annuì, allontanandosi per prendere la lettera gettata.

Gli diede una scorsa, prendendosi qualche minuto per leggere il tutto ed una volta finito, alzò lo sguardo incrociando gli occhi arrossati di suo marito, un sorriso dolce sul viso.

“TI ricordi quando mi hai perdonato per tutto quello che ho fatto?”

“Si”
“Ricordi quanto fossi spaventato di diventare padre? Quanto sono stato egoista allora?”

“Si”

“Ricordi quanto ottuso ero diventato e di come ci abbiamo lavorato insieme?”

“Si … ma Kurt…”

“Non sto dicendo che dovresti perdonare I tuoi genitori per il modo in cui sis ono comportati, ma forse hanno cambiato idea?

Forse, finalmente, hanno realizzato quanto siano stati stupidi ed hanno, alla fine, realizzato di aver incasinato tutto?

Forse sono finalmente rinsaviti?”

“Kurt…”

“Sai… tanto tempo fa mi dicesti che avevi paura di diventare come tuo padre.

Forse ora è il momento di parlare con lui… e con tua madre… e scoprire cosa  diamine è successo perché cambiassero il loro atteggiamento nei tuoi confronti.

Puoi semplicemente parlare con loro una sola volta e vedere come va e se la cosa ti mette a disagio, puoi semplicemente tagliare tutti i ponti con loro.

Ti supporterò al mille per cento, ma onestamente, penso che per te sia un bene anche solo parlare con loro.

Perdonare è una cosa difficile da fare quando sai stato ferito, ma… entrambi, tu ed io… l’abbiamo affrontato e ne siamo venuti fuori bene, giusto?”

Blaine annuì, voltandosi solo per un momento per rimettere Liam, addormentato, nella culla.

Una volta sistemato, Blaine si voltò e si gettò letteralmente tra le braccia di Kurt, poggiando la testa contro la spalla di suo marito, sospirando tremante.

“Pensi davvero che dovrei telefonargli?”

“Non ti farebbe male, tesoro”

“Lo pensi davvero?”

“Chiamali e parla semplicemente con loro.

Se, in qualsiasi momento, ti mettono a disagio o ti sembrerà di non essere pronto o non sono così dispiaciuti come pensi siano… puoi riattaccare e non preoccuparti mai più di loro”.

“Ci parleresti insieme a me?”

“Farò qualsiasi cosa tu voglia che io faccia, Blaine.

Qualsiasi cosa tu voglia”



Ci volle un’intera settimana a Blaine per accettare quello che stava per fare.

Kurt era rimasto accanto a lui, disposto e pronto a cogliere qualsiasi necessità di Blaine.

Passarono tutta la settimana a discutere di tutte le opzioni.

Così come ne parlarono con la loro analista  e quando finalmente ebbero un solido piano, Kurt disse ad Isabelle che aveva bisogno di prendersi una mezza giornata libera per risolvere dei problemi familiari e poi se ne tornò a casa prima; poi si sedette accanto ad un pietrificato Blaine, seduto al tavolo della cucina col cellulare stretto in pugno.

“Sei pronto?”

“Pronto come non mai”

Blaine fece partire la chiamata, mise il vivavoce e si appoggiò allo schienale, stringendosi poi al braccio di Kurt.

Il telefono squillò per un po’ prima che una voce familiare rispondesse, il suo tono calmante riempì l’aria dell’appartamento mentre parlava.

“Pronto?”

Blaine aprì la bocca come per parlare, ma nulla uscì dalle sue labbra e Kurt si accigliò, stringendo la mano di suo marito che scosse la testa.

La signora Anderson continuava a chiedere se c’era qualcuno al telefono ed , alla fine, Kurt rispose, chinandosi per avvicinarsi al telefono e parlare.

“Signora Anderson? Marisol… sono Kurt.  Kurt Hummel”

“Kurt? Oh mio dio Kurt… ciao!

Blaine è con te?”

Blaine prese un respiro tremante e poi espirò, facendosi poi riconoscere.

“Mamma?”

“Blaine… oh mio dio, Blaine… “

“Ciao mamma”

“Oh tesoro. Mi dispiace così tanto… Mi dispiace così tanto…!”

La donna dall’altra parte cominciò a singhiozzare e Kurt si morse il labbro quando sentì Blaine cadere a pezzi accanto a lui; l’altro uomo stava cercando di nascondere il fatto di aver cominciato a piangere  dopo aver sentito la voce di sua madre dopo cinque anni.

“Mamma… “

La signora Anderson iniziò a balbettare, singhiozzando scuse e promesse di non ferirlo di nuovo, mai più.

Blaine a malapena parlò, passò il tempo della conversazione ad annuire con la testa, sebbene sua madre non potesse vederlo e dopo alcuni minuti in cui i due piansero , un debole lamento li fece zittire.

“Oh…”

“Tesoro, vado a pendere Liam…torno subito” sussurrò Kurt, baciando Blaine sulla testa prima di uscire dalla stanza.

Blaine si rivoltò e si accigliò quando non sentì altro che silenzio.

“Mamma?”

“Liam? Lo hai chiamato Liam?”

“Liam Elijah, lo abbiamo chiamato così per nonno… cioè… lui... solo…”

“Lo hai chiamato così per papà?”

Oh… quella era una voce nuova… il signor Anderson.

“Papà?”

“Blaine”

Kurt tornò in cucina con Liam, cullandolo piano mentre i dolci piagnucolii del bimbo si calmavano.

Quando vide Blaine con gli occhi e la bocca spalancati si accigliò ma quando sentì la voce del padre di Blaine venire dal telefono, capì perché il marito fosse così sconvolto.

“Signor Anderson?”

“Ciao Kurt”

Liam piagnucolò di nuovo e Marisol singhiozzò forte, risvegliando Blaine dal suo sogno ad occhi aperti.

Il giovane Anderson alzò lo sguardo su suo marito e su suo figlio e poi di nuovo sul telefono, le dita che tremavano mentre fissava il timer della chiamata.

“Volete vedere Liam?”

“Cosa?”

“Volete vedere il bambino? Con facetime?”

“Oh tesoro… certo”

Blaine si alzò ed aprì Facetime dal loro Ipad, chiamando poi i suoi genitori mentre Kurt si sedeva con Liam e lo preparava ad incontrare per la prima volta gli altri nonni.

In pochi secondi i volti di Marisol e di Nicholas Anderson apparvero  sullo schermo e Kurt osservò quanto la coppia fosse invecchiata.

I capelli castano scuri di Nicholas ora erano brizzolati ed indossava un paio di occhiali dalla montatura scura che proteggeva i suoi occhi azzurri.

I capelli mossi di Marisol erano tirati indietro in una coda di cavallo e c’erano ombre scure sotto gli stanchi occhi nocciola.

Quando i due adulti  videro Blaine sullo schermo , entrambi sorrisero tristemente.

Sei cresciuto” commentò Marisol e Blaine arrossì.

“Sono passati cinque anni, mamma”

“Lo so… ho perso così tanto”.

“Si… io e Kurt siamo genitori ora!”

Kurt si chinò quando sentì il suo nome , salutando con la mano libera i suoi suoceri.

Entrambi gli Anderson risposero al saluto e Blaine riportò la telecamera  su di lui.

“Pronti ad incontrare Liam?”

Assolutamente” disse Nicholas.

Blaine voltò lo schermo verso Kurt che si tirò su , sistemando meglio il bambino tra le braccia così da essere davanti alla fotocamera dell’Ipad.

Quando riuscirono a vederlo , un coro di “aww” e di parole adoranti venne dai nonni che cominciarono poi a tirar su col naso , sempre di più.

Kurt alzò lo sguardo e si ritrovò a fissare due persone completamente commosse e sconvolte e si scambiò un’occhiata con Blaine, non sorpreso di trovare il marito con il labbro inferiore tra i denti.

“Stai bene?” sussurrò a Blaine , guardandolo annuire lentamente.

Blaine voltò di nuovo la telecamera su di lui e si spostò più vicino a Kurt e a Liam, chinandosi mentre la giovane famiglia guardava i suoi genitori.

Nicholas li guardava con meraviglia e Marisol si stava asciugando le lacrime dagli occhi con un fazzoletto.

Quando Liam sbadigliò, i nonni lo guardarono sbalorditi e Marisol allungò una mano per stringere quella di Nicholas.

“È bellissimo, tesoro”

“Grazie” mormorò Blaine, abbassando lo sguardo sul figlio assonnato.

Kurt sollevò un po’ più su il bambino e lo passò al marito , guardando con amore il modo in cui Blaine prese Liam tra le braccia con così tanta cura.

“È il mio mondo… insieme a Kurt, naturalmente”

“Avete fatto un ottimo lavoro, ragazzi”

“Grazie”

Dopo ciò, la conversazione scemò soprattutto visto che gli Anderson erano rimasti incantati da loro nipote.

I successivi minuti trascorsero quasi in totale silenzio ( a parte i dolci sbuffetti che Liam faceva mentre beveva la sua bottiglina di latte  pomeridiana) e quando Blaine, alla fine, poggiò la bottiglia vuota di lato e gli fece fare il ruttino, Marisol parlò.

“So che siamo stati distanti e che ti abbiamo davvero ferito tanto, tesoro; ma… ci stavamo chiedendo se possiamo venirvi a trovare o forse … voi ragazzi potete fermarvi da noi la prossima volta che venite in Ohio…”

Kurt si morse il labbro, spostando lo sguardo su Blaine per cercare di capire cosa stesse pensando, ma sul viso di Blaine c’era solo un’espressione vuota.

L’uomo più giovane sembrava perso nei suoi pensieri , sbattendo lentamente le palpebre mentre lasciava vagare la mente.

I suoi genitori aspettavano pazientemente dall’altra parte, senza dire una parola, ma Kurt poté vedere la loro preoccupazione quando Blaine non rispose.

“Blaine?”

“Saremo in Ohio per il Ringraziamento”

“È meraviglioso tesoro. Assolutamente meraviglioso”.



“Non posso credere che siamo finalmente qui” sospirò Kurt mentre apriva la portiera della sua macchina e si stiracchiava.

Blaine scese dal lato del passeggero e si arrampicò immediatamente sul sedile posteriore per sganciare Liam dal seggiolino.

Il loro bambino , che aveva 4 mesi ora, dormiva profondamente, essendo stato attirato nel mondo dei sogni durante il viaggio verso casa dei nonni; e quando Blaine sollevò il bambino dal seggiolino, Liam sbadigliò e ricadde contro il petto di suo padre, felice di ascoltare il battito del cuore di Blaine mentre l’uomo lo portava verso casa.

“Questo è stato il viaggio più lungo che abbia mai fatto… ed ero solito usare l’autobus per gli eventi scolastici”

“Come me… ricordi il viaggio a Chicago per le Nazionali durante il mio ultimo anno? È stato abbastanza disgustoso”

Blaine ridacchiò e si fermò davanti alla porta , tenendo Liam  cautamente con una sola mano mentre con l’altra bussava.

La porta si aprì ancora prima che Blaine finisse di bussare ed apparve Carole che strillò alla vista dei suoi cari.

“Ciao ragazzi! Oh… datemi il mio nipotino”

Blaine gli diede il bimbo  poi si voltò per tornare indietro e prendere alcuni dei bagagli che Kurt aveva lasciato sui gradini.

Una volta che lui e Kurt avevano finalmente finito di scaricare la macchina, entrambi si rifugiarono nel tepore della casa dove trovarono Carole e Burt con un Liam ora sveglio che sbatteva gli occhi mentre li guardava imbronciato.

“Probabilmente è arrabbiato perché si è svegliato, ma comunque è meglio se è sveglio adesso.

Ho bisogno che dorma stanotte”

Carole annuì al commento di Blaine e si spostò sul divano permettendo a Burt di sistemarsi accanto a lei mentre l’uomo più grande  faceva dei versi al nipotino.

“Questo è il mio bambino! C’è il mio piccolo Liam! C’è il bimbo del nonno”

“Penso che papà si sia dimenticato come parlare inglese “ lo prese in giro Kurt, sorridendo a suo padre quando Blaine gli diede una gomitata in un fianco.

“Oh… va bene… anche io ho dimenticato come parlare correttamente accanto a Liam”

“Kurt fa versi al bambino a casaccio, quindi ignorerei semplicemente questo cretino!

Usa un linguaggio infantile più di quanto faccia io, quindi non ha il diritto di prenderti in giro, Burt”

“Immagino… di solito parlava in modo infantile anche alla sue scarpe firmate… mi mancano molto quei tempi”

Kurt ruotò gli occhi e si voltò verso Blaine, incoraggiando il marito a seguirlo al piano di sopra per sistemare i loro bagagli.

Una volta arrivati nella vecchia stanza di Kurt ed aver appoggiato le valigie a terra, Kurt attaccò suo marito con un bacio, sorridendo contro le labbra di Blaine quando sentì il marito gemere.

“Scusami” sussurrò quando si allontanò, “ Questa stanza ha riportato indietro molti ricordi”

“Direi” aggiunse Blaine, ridacchiando.

Si sporse e baciò Kurt di nuovo, gemendo contro le sue labbra mentre l’altro uomo accarezzava le sue labbra con la lingua.

I due continuarono a sbaciucchiarsi, lasciando che Burt e Carole passassero un po’ di tempo con il loro nipotino prima di decidere di smettere e di tornare al piano di sotto.

Quando entrarono in salotto, i due nonni non commentarono le loro labbra rosse e gonfie a causa del baci ed il loro aspetto arruffato, ma si notò dai loro sorrisini consapevoli che sapevano cosa stessero facendo al piano di sopra, Blaine e Kurt.

“Allora” iniziò Burt, “ Io e Carole stavamo pensando che potreste lasciarci Liam tutte la notte.

Possiamo sistemare la culla nella nostra stanza in modo che voi possiate dormire ininterrottamente per una notte mentre noi ci occupiamo di nostro nipote.

Cosa ne dite?”

La coppia si scambiò un’occhiata prima di voltarsi di nuovo verso Burt.

“Sarebbe meraviglioso papà. Non abbiamo avuto così tante notti da soli da quando è nato” concordò Kurt.

Nel frattempo, Blaine, dopo aver annuito per concordare con Kurt, si sedette sul divano accanto a Carole, chinandosi verso sua suocera per parlare col figlio.

“Ama davvero la sua nonna!”

“Certo che si! Ed anche la sua nonna lo ama!” sorridendo raggiante al nipotino, Carole gli baciò i ricci sulla testa, ridacchiando quando il piccolo tra le sue braccia, brontolò cercando di divincolarsi dalla presa.

“Sembra un po’ affamato… ti spiace se gli do io da mangiare?”

“No… certo che no. Vado a preparargli la bottiglina”

“Vengo con te” disse Carole alzandosi e seguendo Blaine in cucina, lasciando i due Hummel da soli.

Quando Burt se ne accorse, batté un amano sul divano per dire a Kurt di sedersi.

Nel frattempo, Burt si sedette sulla poltrona, sorridendo quando Kurt si accomodò.

“Sono contento tu sia potuto venire qui per le vacanze, figliolo”

“Sono contento di aver potuto prendermi questi giorni.

Isabelle mi ha detto di venire a casa visto che Liam è ancora piccolo e che voi  meritate di vederlo più spesso”

“Ho sempre saputo che quella donna mi piaceva”

“E con Blaine che va dai suoi genitori questo Venerdì…” si interruppe.

“Come la sta affrontando Blaine? È pronto per tutto questo? È un grande passo”

Kurt annuì e sprofondò ancora di più nel divano.

“Penso che voglia semplicemente farla finita e vedere cosa succede.

So che è preoccupato visto che non li vede da anni , ma credo che voglia far pace con loro per il bene di Liam, sai?

Andremo li, staremo con loro e Cooper per un po’ per poi tornare qui così che le cose non diventino troppo strane”

“Capisco…

Come sta Cooper, a proposito?

Non lo vedo da quando è tornato in California dopo la nascita di Liam”

“Beh… sta andando bene… sta ancora facendo le riprese del suo film.

Sono in pausa per il Ringraziamento, quindi verrà per qualche giorno qui prima di rientrare per le altre riprese.

E so che Blaine è molto eccitato di rivederlo.

Parlano su Skype ed al telefono per tutto il tempo.

Penso che a Blaine manchi”

“Probabilmente si… hanno fatto affidamento l’un l’altro  molto negli ultimi anni”

“Si, davvero”

Il resto della conversazione su Cooper fu interrotta quando Carole tornò in salotto, il bambino in braccio e Blaine al seguito.

Sorrise a Kurt e poi si voltò per dare il bambino a Burt.

“Devo parlare un attimo con Blaine, puoi finire di dare la pappa a Liam?”

“Come se potessi perdermi l’opportunità di dar da mangiare alla mia piccola pulce” brontolò Burt, con voce scherzosa.

Sorrise al piccolo tra le braccia e cominciò a dire, con voce infantile, che gran mangione fosse Liam.

“Cosa state combinando voi due?”

“Non si inizia mai troppo presto a fare le compere di Natale!” urlò Carole mentre trascinava Blaine al piano di sopra.

Mentre sparivano, i due Hummel riuscirono a sentire Blaine ridere.

Era ovvio che Carole aveva qualcosa in mente, ma era un suo segreto così non fecero domande.

Lascia che si diverta.

Una volta che i due furono fuori dalla loro vista, Kurt si voltò verso suo padre, intenerito alla vista dell’uomo più grande che blaterava col nipotino.

“Non è troppo pesante per te, vero papà?”

“Pesante? Ti prego Kurt…è a malapena grande quanto il mio braccio… è leggero come una piuma”

“Dillo ai miei bicipiti”

“È solo un bambino che mangia sano. Questo è tutto! È vero, tesoruccio?

Ti piace fare gnam gnam!”

Kurt ruotò, con affetto, gli occhi poi tornò ad osservare suo padre con suo figlio.

Mentre Burt dava da mangiare al bambino, Kurt parlò di come Liam cresceva e di quanto fosse paffuto.

Il piccolo bimbo era in salute, il che era grandioso, visto che non stava più soffrendo come prima che cambiassero il suo latte in uno senza lattosio; ed in più cresceva come un normale bimbo di quattro mesi.

Liam amava ascoltare Blaine cantare per lui e Kurt leggere per lui, soprattutto quando Kurt cambiava tono di voci per ogni personaggio.

Fondamentalmente amava il suono delle voci dei suoi genitori.

Inoltre amava i sonagli e gli oggetti che stridevano ma amava sopra ogni cosai “giochi sul pancino”… cioè quando uno dei suoi papà lo sistemava su una soffice coperta per poi sistemarsela sulla pancia lasciando che il bimbo si muovesse un po’.

Non faceva molto, ma stava migliorando tanto nell’alzare la testa e nell’agitare gli arti, cosa che faceva pensare a Blaine che presto avrebbe cominciato a rotolare.

“Ahh… rotolare... mi ricordo quando iniziasti a rotolare. Un giorno ti sistemai sul letto per un riposino ed in qualche modo sei rotolato giù, facendomi quasi venire un infarto.

E tua mamma… tua mamma mi ha quasi spellato  vivo perché mi sono voltato per un secondo e boom eri sul pavimento!

Grazie a dio non ti sei fatto male.

Anche se a volte mi chiedo se tu non abbia sbattuto la testa sul pavimento quando sei caduto…”

“Papà!”

“Sto scherzando” ridacchiò Burt , un grande sorriso sul volto mentre scuoteva la bottiglina ormai vuota in mano.

“Qualcuno aveva fame!”

Si chinò in avanti, posò la bottiglia sul tavolino prima di sistemarsi Liam sulle ginocchia iniziando a dargli dei leggeri colpetti alla schiena, sorridendo a Kurt quando Liam fece un mostruoso ruttino.

“Ecco qua! Questo è il mio ragazzo!”

“Onestamente, penso abbia preso da zio Finn il modo di ruttare.

Non è qualcosa che ha ereditato da me o da Blaine”

“Potrebbe averlo ereditato da suo nonno, vero piccolino?”

Liam tubò con nonno ed allungò le manine paffute per afferrare i polsini  della camicia a quadri di Burt.

Gli fece un sorriso senza denti quando Burt rise ed il cuore di Kurt si sciolse alla vista.

Nel guardare i due legare, Kurt non poté fare a meno di ammirare quanto fossero adorabili e quanto fosse emozionato di vedere suo padre così felice.

Un anno prima, non avrebbe mai potuto immaginarsi in una situazione come questa: vedere suo padre tenere in braccio il suo primo nipotino.

Non si sarebbe nemmeno mai immaginato un figlio nato da lui e Blaine… ma ora non poteva immaginarlo in nessun altro modo.

Sospirando felice, si alzò dal divano ed andò a sedersi davanti alla poltrona, bilanciandosi, attentamente, sulle ginocchia mentre si chinava a baciare le guance paffute di Liam.

“Ti voglio bene, tesoro”

Burt sorrise al gesto, togliendo una della mani dalla schiena di Liam per dare una pacca sulla spalla a suo figlio.

“Sai… sono così fiero di te, Kurt.

Sei cresciuto molto in quest’ultimo anno e voglio solo che tu sappia quanto fiero di te io sia.

Ti voglio un mondo di bene, figliolo”

“Grazie papà… ti voglio bene anche io”

I due tornarono a giocare con Liam e dopo alcuni minuti distratti dalla totale dolcezza del bambino, non si accorsero, nessuno dei due, di Blaine a Carole che li guardavano dalla soglia del salotto, entrambi sorridenti per la preziosa vista.

“Dovrei prendere la macchina fotografica?” chiese Carole, estasiata quando sentì Kurt cantare al bambino mentre Kurt lo cullava contro la propria spalla.

Accanto a lei, Blaine scosse la testa e tirò fuori qualcosa dalla tasca: il suo cellulare.

“Ci penso io “



Kurt ruotò su se stesso, facendo scivolare un braccio attorno alla vita di Blaine, avvicinando ancora di più a se il marito addormentato.

Erano a letto da un paio di ore, ora, e dopo aver fatto l’amore, lentamente ma con passione, Blaine si era addormentato subito, ma Kurt era ancora sveglio, la mente vagava mentre fissava il soffitto illuminato dalla luna.

Era così strano non avere Liam in stanza, sia che fosse nella sua culla accanto al loro letto, sia se stesse dormendo insieme a loro.

Il piccolo era stato con loro dal giorno che era tornato a casa dall’ospedale, quindi era strano sapere che stesse dormendo  da qualche altra parte, ma Kurt sapeva che era in buone mani, soprattutto visto quanto fossero sembrati eccitati i suoi genitori di fare un piccolo pigiama party col loro nipotino.

Ed in più non è che Blaine e Kurt non avessero approfittato del tempo da soli che gli era stato donato.

Riuscire a fare sesso senza doversi preoccupare di svegliare il bambino addormentato era stato sorprendente anche se avevano dovuto comunque essere silenziosi  per non disturbare gli altri occupanti della casa.

Tuttavia, i due uomini avevano limitato i loro gemiti e si erano semplicemente goduti l’amore l’uno per l’altro ed il loro tempo insieme senza interruzioni.

Arrossendo al ricordo di come Blaine fosse andato in pezzi sotto di lui, Kurt strinse un po’ troppo forte suo marito e poggiò il volto contro quello di Blaine, strofinando , con dolcezza, la guancia contro quelle trasandata di suo marito.

Al contatto, Blaine mormorò ed aprì gli occhi, voltandosi leggermente tra le braccia di Kurt per fissare, ancora assonnato, il volto di suo marito.

Sbatté le palpebre a causa del buio e sbadigliò, gli occhi socchiusi mentre fissava nell’oscurità.

“Kurt? Sei ancora sveglio? Che ore sono?”

“Sono tipo … le 4 meno un quarto… è tardi.

Torna a dormire, tesoro… io non ho sonno”

“No… no… almeno fino a quando non provi a dormire anche tu. Abbiamo una giornata impegnativa domani” commentò Blaine, ricordando a Kurt la loro giornata di spese per la cena del Ringraziamento prevista tra qualche giorno.

Kurt ruotò gli occhi e baciò la fronte di Blaine , respirando il profumo della pelle di suo marito.

“Non dobbiamo andare a fare spese così presto.

Possiamo prenderci una giornata in piena pigrizia  ed andare più tardi.
Senza fretta”.

“Disse l’uomo a cui piace trascinarmi in giro al mattino per evitare la folla”

“A volte certe azioni devono essere fatte per assicurarci di trovare quello di cui abbiamo bisogno.

Dubito che avremmo problemi nel trovare quello che ci serve qui a Lima, Ohio”

Blaine sbuffò.

“lo dici adesso, ma vedrai:  andiamo a fare compere e non avranno più le patate dolci e di chi sarà la colpa?

Tua.

Perché vuoi prenderti una giornata pigra.”

“Oh ti prego...”

“Ed in più abbiamo promesso ai tuoi genitori che saremmo usciti mentre loro terranno il bambino.

Non vuoi farli arrabbiare, vero?”

“Oh si… perché se non usciamo saranno sconvolti “ lo prese in giro Kurt, baciando la tempia di Blaine proprio nel punto in cui i capelli di suo marito si arricciavano in modo davvero adorabile.

“Una parte di me pensa che quello che si arrabbierebbe saresti tu se non approfittassimo di tutto questo domani!”

“E se lo facessi?”

“Non lo farai perché andremo a cena da Breadstick…” ignorò lo sbuffo di Blaine, “ e tu piacerà. Sarà proprio come ai vecchi tempi”

“Si… a prima che avessimo un bambino e a prima che io fossi grosso come una casa”

“Oh sta zitto!” gemette Kurt,  colpendo Blaine su un fianco.

Nonostante il bambino fosse nato a Luglio , Blaine pensava ancora che il suo corpo non fosse tornato come era prima, anche se aveva già perso tutti i chili presi a causa del bambino ed era semplicemente bellissimo ( affascinante, bellissimo, magnifico, favoloso) per Kurt.

Più e più volte, l’uomo più giovane si girava e rigirava davanti allo specchio e faceva perfino spegnare la luce a Kurt ogni volta che facevano l’amore, cosa che lo infastidiva tantissimo perché amava il corpo di Blaine, ma era ancora un tasto dolente per il nuovo papà.

Sospirando impotente, perché sapeva che era una battaglia che non avrebbe vinto, Kurt continuò.

“Sei perfetto, tesoro.

Hai appena avuto un bambino ed il tuo corpo sta bene.”

“Ho ancora delle smagliature”

“Davvero? Dove? Perché non le ho mai viste “

“Sono ovunque. Semplicemente non ti faccio guardare abbastanza a lungo”

“Beh… ho visto più che abbastanza e non ho mai visto queste smagliature di cui parli, quindi devi essertele immaginate.

Ed in più sei bellissimo.

Hai avuto un figlio quattro mesi fa e sei stato costretto a non poter far molto a causa dei punti.

Sei bellissimo.

Sei perfetto e vorrei che potessi vederlo anche tu”

Blaine sospirò ovviamente perso nei suoi pensieri, così Kurt si arrampicò su di lui con dolcezza, sospirando mentre si chinava per catturare le labbra di suo marito con le sue.

Se non poteva convincere Blaine di quanto fosse sexy, Kurt poteva farglielo vedere, poteva farglielo sentire

Così lasciò che fosse il suo corpo a mostrarglielo, muovendo, lentamente, i fianchi per dimostrare a Blaine che nonostante tutto, Kurt Hummel pensava ancora che suo marito fosse l’uomo più sexy del pianeta.

“Blaine?” gemette Kurt mentre si tirava indietro.

Non voleva interrompere la loro sessione di coccole, ma mentre si spingeva contro la coscia di suo marito, la sua mente era scivolata altrove e tutto ad un tratto ebbe il bisogno di parlare.

“Si?”

“Riesci a crederci che l’anno scorso, in questo periodo… eri incinto? Cioè eri a malapena incinto, ma lo eri comunque”

“Io… lo so. È strano, vero? Continuo a pensare al periodo natalizio dell’anno scorso e a quanto fosse tutto frenetico..”

“Mi dispiace…”

“TI prego, tesoro… no... abbiamo superato  tutto e so che ti dispiace.

Me lo hai detto mille volte e ti ho perdonato tempo fa.

Stiamo bene ora, giusto?”

“Si”

“Allora basta scuse.

Siamo andati avanti ed è tutto quello che conta”

“Lo so… ti amo”

“Ti amo anche io”

Kurt sorrise chinandosi di nuovo per baciare Blaine, la mano che accarezzava il fianco di suo marito prima che le portasse ad accarezzare il petto nudo di Blaine.

Blaine si inarcò al tocco, ansimando quando Kurt cominciò a baciare la sua mascella ed il suo collo.
“Kurt?”
“Sono qui” sussurrò l’uomo più grande, leccando la clavicola di Blaine.

Infilò una mano tra i loro corpi per afferrare il pene duro di Blaine, quando un urlo squarciò l’aria.

Sotto di lui, Blaine rimase immobile per un minuto prima di ridacchiare; poi la sua risata si unì alle urla che provenivano dal corridoio.

Kurt si fermò, scioccato dal cambio di umore ma poi cominciò a ridere anche lui, cadendo con non curanza contro il petto di Blaine mentre i lamenti del figlio si sentivano per tutto il corridoio.

“Siamo stati appena bloccati da nostro figlio e non è nemmeno qui” ridacchiò Blaine, ansimando per le risate e Kurt sbuffò, colpendolo su una spalla.

“Sei tu quello che ha iniziato a ridere! Potevamo continuare”

“Mi dispiace… non ho potuto farne a meno .

È come se sapesse.

Farà… farà questo per il resto delle nostre vite, lo sai questo, vero?”

Kurt sogghignò e si tirò su a sedere, ancora a cavalcioni di Blaine, mentre fissava il viso sorridente di suo marito.

Anche alla luce della luna, Kurt poteva leggere su tutto il viso di Blaine , l’amore che suo marito provava per lui, soprattutto nei suoi straordinari occhi; ed ancora ora, dopo tutti questi lunghi anni ed i momenti difficili, quell’amore, quell’emozione faceva ancora sentire Kurt come se fosse in cima al mondo.

Sbattendo le palpebre, per trattenere le lacrime che cercavano di sopraffarlo, Kurt sorrise a Blaine, accarezzando la sua mascella e guardando l’amore della sua vita ( il padre di suo figlio, il suo tutto) che lo fissava.

Eccoli li:

Kurt Hummel, un uomo di trent’anni, un marito, un padre che aveva superato così tanto nella vita.

Aveva affrontato le avversità, un cuore spezzato, una paura travolgente ed ora stava vivendo ed amando più di quanto avesse mai fatto prima.

Era innamorato di tutto, ora.

Amava la sua famiglia, amava suo marito ed amava suo figlio e dopo un anno così duro e lungo, dopo aver quasi perso due delle persone più importanti della sua vita, sapeva che questo… questo momento, questa volta nella sua vita era tutto per lui.

Col cuore che batteva forte, Kurt guardò Blaine e lo baciò di nuovo sulle labbra.

Mentre si tirava indietro, sentì suo padre cantare a Liam da qualche parte in corridoio ed il suo sorriso si allargò , poi sussurrò la risposta alla domanda di Blaine, nell’aria notturna.

“Certo che lo farà… e a me va bene così”.



NOTE

Ed eccoci alla fine di questa storia... lasciata incompleta per tanto tempo...

Alla prossima traduzione ( ancora non ho deciso quale... mi prendo un paio di giorni di "riposo", per tradurre un paio di articoli per la mia pagina dedicata a Darren su Facebook)...
  
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