Anime & Manga > Detective Conan
Ricorda la storia  |      
Autore: Mari Lace    04/12/2019    8 recensioni
Curglaff: la sensazione di shock e di rinvigorimento che si prova tuffandosi nell'acqua fredda.
Osserva le onde, ma i suoi occhi ne vedono altre: onde violente di un oceano diverso, lambenti una spiaggia in cui l’ha portata Gin.
È il suo primo ricordo legato al mare, si rende conto. E per assurdo non è così male.
«Paura dell’acqua, Sherry?»

Nella mia testa si può trovare un antefatto di questa storia in "Labbra e vin brûlè", ma non è assolutamente necessario averla letta.
[Questa storia è stata scritta per la WordWar indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp, su sfida di wIly; partecipa alla Challenge delle Parole Intraducibili indetta da Soly Dea sul forum di EFP]
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Gin, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Tuffo nel Tempo

 

 

Shiho lo odia, lo odia, lo odia.

L’ha odiato con ogni fibra del proprio essere – perché, allora, si sente così strana alla vista del suo corpo immoto davanti a lei? Del corpo a cui lei ha sottratto l’alito vitale, come testimonia la pistola ancora fumante ai suoi piedi?

Trema, Shiho, di fronte al ghigno spregevole che ancora aleggia sulle fredde labbra di Gin.

Labbra di cui lei ha assaggiato il calore, in un’altra vita.

La schernisce – è morto, l’ha visto esalare l’ultimo respiro, ma la paura non se n’è andata. La tiene ancora prigioniera. Non è giusto. Non lo è, eppure tutto ciò che riesce a fare è voltarsi. Non può guardarlo, non sostiene la vista del suo cadavere.

Quasi non reagisce quando, qualche minuto più tardi, Shinichi la raggiunge e la porta via da lì, afferrandole la mano con gentile decisione. Lo lascia fare.

~

È passata una settimana. Shiho si sente strana quanto il primo giorno.

Shinichi – ma è quasi certa che l’idea sia stata del dottor Agasa – l'ha portata al mare, per distrarla o per proteggerla, non lo sa.

Ma neanche lui può proteggerla da sé stessa e dai suoi pensieri.

Osserva le onde, ma i suoi occhi ne vedono altre: onde violente di un oceano diverso, lambenti una spiaggia in cui l’ha portata Gin.

È il suo primo ricordo legato al mare, si rende conto. E per assurdo non è così male.

«Paura dell’acqua, Sherry?»

Aveva insistito lei per quella gita. Aveva compiuto molti passi in avanti nella sua ricerca, presto avrebbe potuto lavorare a un prototipo: quella era la sua ricompensa. Gin non si era opposto né le aveva assegnato un sorvegliante, riservando a sé stesso quel compito.

«No» aveva sibilato lei, continuando a fissare a distanza l’ampia distesa oceanica. Al suo confronto, si sentiva così piccola. Pensò ad Akemi, che parlava spesso del suo amore per il mare. Era lei il motivo per cui aveva fatto quella richiesta – perché allora si sentiva così triste? La vastità del mare rinforzava solo il senso di vuoto che aveva dentro.

«Bene. È solo acqua, tanto» aveva decretato Gin, gettando sulla sabbia un mozzicone di sigaretta.

Sorride amaramente. Quella volta, la presenza dell’uomo in nero l’aveva fatta sentire meno sola. È ridicolo, ma anche vero. In fondo, cosa ci si sarebbe potuti aspettare da una ragazzina cresciuta sola in mezzo a un’organizzazione di assassini? Si era adattata a trovare conforto in chi aveva intorno. Persino in Gin.

Forse è questo, il punto. Nonostante tutto, Gin ha costituito una parte importante della sua vita – non importa quanto orribile. Vederlo morto ha significato chiuderla definitivamente.

Ma se è così, se Sherry smette definitivamente di esistere, questo cosa significa per lei? Chi le resta di essere? Ai Haibara, la bambina troppo matura per la sua età? Sbuffa frustrata. Pensa a Mitsuhiko, Ayumi, Genta… come Ai, deve mentire a tutti. Persino più di quanto abbia mentito Sherry.

Improvvisamente, l’acqua del mare le lambisce il piede. È fredda, e Shiho sussulta stupita. Poi fa una follia: si alza e inizia a correre. Dritta nella gelida massa oceanica. Raggiunta una profondità sufficiente, si tuffa.

Dopo lo shock iniziale, si sente accolta. L’acqua la culla, il freddo la rinvigorisce – dopo pochi secondi neanche lo sente più. Se non dovesse riprendere fiato, neanche riemergerebbe. Quando lo fa, la luce del sole le ferisce gli occhi. Li socchiude, ma continua a guardare: il cielo sopra di lei è bellissimo.

È allora che le lacrime iniziano a scorrere. Shiho lascia che si mescolino al liquido salino senza cercare di trattenerle. Non si è mai sentita così libera.

Passa più di un’ora prima che esca. Shinichi accenna un sorriso; se è preoccupato, è bravo a celarlo. «Stai bene?» le domanda.

Shiho assente – si rende conto che non è una menzogna, stavolta. Sta bene. «Gin… ha segnato una fase della mia vita, in un modo o nell’altro» dice, non sa bene perché. Shinichi l’osserva in silenzio, come invitandola a continuare. Shiho non sa perché, ma lo fa. «Avrei dovuto sentirmi sollevata, quand’è finita, e l’ho fatto, ma…» gli occhi blu di Shinichi la scrutano. Non c’è ombra di giudizio in loro. «…mi sono anche sentita spaesata, credo».

Shinichi non dice niente, le porge un asciugamano.

«Grazie» mormora Shiho, accettandolo.

~

«Assassinio sull’Orient Express?» propone Shinichi, lo sguardo sul pc.

Shiho sorride divertita. Il detective non cambierà mai. «Mi stai veramente proponendo un giallo, Kudo?»

Shinichi aggrotta la fronte. «Perché, non va bene? Vuoi una storia romantica?» si informa, visibilmente preoccupato. Le richiede un grande sforzo non scoppiare a ridere.

«Almeno scegline uno meno noto» decreta, lanciandogli un cuscino. «Anzi, se proprio dobbiamo passare la serata guardando la gente morire, ho un’idea» afferma spingendolo per impadronirsi del computer.

La lascia fare, alzando le mani in segno di resa. «Non ti facevo tipo da musical».

«Nemmeno io» mormora lei pensosa, facendo partire il video. Si accomoda sul divano, mentre Shinichi va a spegnere la luce.

Il film non è iniziato da molto quando Shiho inizia ad avere freddo. Trema leggermente, desiderando una coperta. Sulle note di Who am I? sta per alzarsi per recuperarne una quando il braccio di Shinichi la circonda, stringendola a sé. Passata la sorpresa, si sente invadere da un calore piacevole, familiare. Abbassando le difese, poggia la testa sulla spalla del ragazzo.

Quando alla fine del film Shinichi abbassa lo sguardo su di lei, nota che si è assopita con il sorriso sulle labbra. Silenziosamente, la porta al suo letto.

Quella notte, Shiho non sogna Gin, ma di tuffarsi in una distesa d’acqua gelata.

È un bel sogno.

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: Mari Lace