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Autore: Mikirise    11/12/2019    1 recensioni
Uraraka spesso sbuffa, lamentandosi di Midoriya. Non è giusto, dice, che lui abbia un ragazzo perché gli è letteralmente caduto dal cielo tra le braccia. Non tutti possono essere così fortunati.
E Midoriya la guarda con un'espressione un pochino offesa, mentre si posa una mano sul petto. "Non è stata fortuna!" esclama un giorno. "Ho dovuto controllare la pressione dell'aria e la temperatura e che fosse abbastanza nuvoloso, che i pianeti si allineassero e che mia mamma mi desse la benedizione, poi aspettare pazientemente con le braccia aperte. Non è fortuna. È preparazione."
Uraraka ride a questo punto, dandogli un buffetto sul naso.
Midoriya è davvero cambiato tantissimo dalla prima volta che lo hanno conosciuto.
[vigilantes!au][tododeku][identity porn]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Shouto Todoroki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzo che cade dai palazzi (e quello che lo afferra al volo)

“Lo condurrò per mano finché non avrà la forza di procedere da solo; e toglierò dal suo percorso quante più pietre potrò, e gli insegnerò a evitare quelle rimaste o a camminare saldamente sopra di esse.” (Anne Brontë)
 

#0 Le Origini: Il ragazzo col pigiama di All Might!!

La prima volta che si sono incontrati, Shouto-kun stava penzolando dalla finestra della camera di Izuku, tenendosi con una sola mano, mentre Izuku sbatteva velocemente le palpebre e si guardava intorno, prima di allungare la mano e provare ad aiutarlo a salire su, verso la sua camera.

Ripensandoci adesso, con la mente lucida, e dopo che glielo hanno ripetuto davvero tante volte, forse, quello che ha fatto non è stato davvero una buona idea. È stato fortunato, gli ripetono in continuazione. Shouto-kun è un bravo ragazzo, si stava allenando per essere un eroe già ai tempi e sicuramente non aveva nessuna cattiva intenzione, né un’inclinazione a fare del male. Ma Izuku rimaneva un civile di soli quindici anni, nel suo pigiama da All Might e completamente disarmato, che ha fatto entrare in camera sua, volontariamente, un estraneo. Izuku non è mai stato famoso per il suo istinto di sopravvivenza e il suo carattere sembra essere molto incline a cercare il bene in tutti, nonostante tutto.

Aveva sentito qualcuno fuori dalla finestra. Almeno, lui ha detto così. Shouto-kun è caduto dal palazzo proprio poco prima della fine di uno scontro con un cattivo. È stata una fortuna, in realtà, che Iida fosse con lui e che lo avesse coperto, prima di ricevere un colpo che gli avrebbe fatto perdere conoscenza. Purtroppo, Iida non può essere ovunque, nonostante la sua velocità e i suoi riflessi pronti, non è riuscito a fermare la sua caduta. Shouto-kun ha provato ad allungare le mani, ad afferrarsi a qualsiasi cosa di solido per non scivolare fino a terra. E spaccarsi l’osso del collo. Quello sarebbe stato davvero molto inconveniente.

In quelle frazioni di secondo, mentre cadeva, Shouto-kun ha provato a ripetere dentro di sé tutto quello che il professor Aizawa aveva cercato di insegnargli dall’inizio dell’anno scolastico. Il modo giusto in cui cadere. Il modo giusto a cui afferrarsi alle finestre. Il professore ha provato a fargli capire la teoria. Basterebbe metterla in pratica. Quando ha chiuso gli occhi, ha pensato di sentire e vedere suo padre (sei debole) e ha iniziato a perdere il controllo sulla sua respirazione, (dovresti sapere di più) a perdere la sua lucidità, (dovresti essere migliore) mentre provava ad afferrarsi alle mura e la sua mano iniziava a bruciare, i calli iniziavano ad aprirsi e -è stato abbastanza doloroso, in effetti. Almeno, lui dice così. Se è riuscito ad afferrarsi alla finestra di Izuku è stato semplicemente per fortuna, nient’altro. E anche che Izuku si era affacciato prontamente, con le orecchiette di All Might, allungando le braccia per prenderlo, come se sapesse già quello che sarebbe potuto succedere.

Izuku non ha mai raccontato il loro primo incontro. Ha solo commentato ogni tanto, mentre Shouto-kun spiegava per quale motivo si conoscevano, quindi non è proprio chiaro come mai avesse aperto la finestra e come mai si fosse gettato in avanti per afferrare Shouto-kun senza nemmeno pensarci. Shouto-kun ha sempre parlato di istinto unito alla natura generosa e compassionevole. Non doveva farsi altre domande. Ma ricorda che, quando lo ha afferrato e quando ha visto le orecchiette sopra la sua testa -ricorda di aver pensato di nuovo lui. Non sa esattamente perché. Era come se si trovasse in una situazione familiare, al sicuro, e quella voce dentro la sua testa, che assomigliava davvero tanto alla voce di suo padre, era rimasta in silenzio, finalmente. Appena ha visto il viso di Izuku, comunque, la sensazione è scomparsa nel nulla, e ha solo pensato a come salire su per la parete, entrando in una stanza luminosa e incontrando per la prima volta un ragazzo con un pigiama di All Might in una stanza tappezzata di poster di All Might. In un altro momento, la situazione lo avrebbe fatto sorridere.

Il ragazzo si era portato una mano sul petto e aveva preso un respiro profondo, mettendosi a sedere sul pavimento, a pochi centimetri da Shouto-kun che si era ritrovato in ginocchio, mentre cercava di riprendere fiato.

“È stato un bel volo” aveva riso piano Izuku, sorridendo. Non è rimasto troppo tempo a terra, comunque. E Shouto-kun lo aveva guardato in silenzio, passandosi una mano sulla frangetta, per tirarla indietro. Non ha mai saputo come parlare con gli sconosciuti e non ha mai saputo come interagire coi civili. Quindi ha continuato a seguirlo con lo sguardo, mentre Izuku si era mosso per guardare sopra la finestra e poi verso il tetto. “Perché se cade qualcuno, tanto vale afferrarlo, vero?” gli ha detto ridendo.

A Shouto-kun è bastato conoscerlo per cinque minuti per sapere che Izuku è incurante della propria vita. Ne ha avuto la certezza a due minuti della loro conoscenza, quando lo ha visto sporgersi dalla finestra, con metà busto fuori, per controllare che effettivamente tutto fosse in ordine sul tetto del suo condominio. Si era tolto il cappuccio del pigiama, per vedere meglio, scoprendo la sua chioma folta, illuminata soltanto dalla luce della sua camera. Non si trovavano al primo o al secondo piano. Certo, non erano nemmeno all’ultimo, ma una caduta del genere, per un civile, voleva dire sicuramente la morte. E forse per questo gli aveva afferrato il braccio, per ritirarlo verso la camera. Le mani gli bruciavano. Non aveva pensato a usare i piedi e nemmeno le gambe, e parte della pelle sui polpastrelli e sui palmi era stata graffiata via violentemente. Non stava perdendo sangue. Ma le sue mani bruciavano. Izuku si era girato verso di lui, sbattendo velocemente le palpebre e poi era tornato sui suoi stessi piedi. Era rimasto in silenzio, si era guardato intorno, prima di guardare le mani di Shouto-kun e poi aveva fatto una piccola smorfia incerta.

Shouto-kun aveva lasciato andare il suo braccio e Izuku aveva sorriso ancora. “Sembra che abbiano tutto sotto controllo, i tuoi compagni” gli aveva detto, prima di muoversi verso la scrivania e aprire un cassetto, tirando fuori una crema e delle bende. “Per le mani” gli aveva spiegato.

Shouto-kun non ha fatto molto, durante questo loro primo incontro. Ha guardato un ragazzo con le lentiggini in un pigiama a pezzo unico di All Might (della Silver Age), prendere un tubetto di crema e mostrarglielo, prima di mostrargli i palmi delle mani e Shouto-kun lo ha imitato, per ritrovarsi della crema che gli pizzicava e subito dopo delle fascette bianche, che puzzavano di ospedale. Ha fatto in fretta, Izuku, quella volta. Neanche un minuto e aveva medicato le mani di Shouto-kun, come se fosse già abituato, come se fosse qualcosa che faceva o doveva fare quotidianamente. Chissà.

“Preferisci usare la porta, o vuoi risalire dalla finestra?” gli aveva chiesto Izuku e Shouto-kun aveva sbattuto le palpebre, guardandosi le mani e poi la finestra. Non avrebbe potuto usare la sua Unicità, così. Lo ha pensato, ma non ha detto niente. Direzionare il ghiaccio e il fuoco con le mani è sicuramente più comodo. Per creare il ghiaccio da terra, deve toccare almeno il pavimento, per usare l’umidità nell’aria e nella terra e non sarebbe certo riuscito a farlo in questo stato. Izuku ha aspettato pazientemente una risposta e Shouto-kun ha pensato a che cosa avrebbe dovuto fare. Izuku si è mosso di nuovo verso la finestra e ha teso l’orecchio. “Non penso che stiano combattendo. Se lo stanno facendo, non lo fanno quassù.”

Shouto-kun si è affacciato alla finestra, poi ha aggrottato le sopracciglia e pensato a Iida e Uraraka, da soli, su un tetto, senza di lui. Sarebbe potuto succedere di tutto e lui non avrebbe potuto fare niente. Doveva occuparsene lui. Doveva essere lui a fronteggiare quel cattivo, mantenere la sua attenzione, finché un pro non si fosse fatto vedere. Era compito suo. “Quanti piani sopra di noi?” aveva chiesto e Izuku aveva alzato quattro dita. Shouto-kun non è mai stato troppo veloce. Se non si fosse fatto male avrebbe preferito la finestra. “Correrò per le scale.”

Izuku aveva annuito. “Buona fortuna, allora” gli aveva augurato genuinamente, tirandosi su il cappuccio del pigiama e sedendosi sul letto. Poi aveva fatto un cenno con la mano per salutarlo e aveva gridato: “Mamma, non ti preoccupare, un eroe sta passando per il nostro salotto, ma va tutto bene!”

Shouto-kun aveva alzato un lato delle labbra e sbuffato una risata, correndo verso l’entrata. In effetti, è stato davvero un modo strano di incontrare per la prima volta una persona. Soprattutto, è strano pensare che si siano incontrati una seconda volta, o una terza volta. Beh, non che ai tempi Shouto-kun potesse sapere.

 

#0 Le Origini: Le origini di Midoriya Izuku!!

Ora che abbiamo finito di parlare di bugie e di racconti che si fanno per tranquillizzare le persone che non si sta facendo niente di illegale, raccontiamo la verità.

Izuku, a pensarci, non riesce a guardare in faccia nessuno e vorrebbe poter morire schiacciato dalle sue stesse colpe. Non è certo quello che vorrebbe fare, raccontare bugie e perdere la fiducia delle persone intorno a lui. Non lo vuole per davvero, ma ci sono scelte che devono essere prese e ci sono rischi che si devono correre.

Izuku prova sempre a non parlare, mentre Shouto-kun lo presenta e racconta questo loro primo stranissimo incontro al suo gruppo di amici. Non parla per due ragioni. La prima, che è un po’ il motivo per cui non parla molto in generale, è che è difficile per lui parlare con gli sconosciuti. Entra sempre nel panico. Non sa che cosa dovrebbe dire e non sa mai che cosa invece dovrebbe fare. Di solito, cerca di dare il meno fastidio possibile, di essere invisibile, di non dire niente di sconveniente. Quindi, parlare agli amici, di Shouto-kun, gli eroi della UA, lo ha sempre messo e un po’ anche adesso lo mette in soggezione, tantissima pressione addosso che non riesce a togliersi dalle spalle. Il secondo motivo per cui Izuku non dice molto durante questi racconti è che se il loro incontro in quanto Todoroki Shouto e Midoriya Izuku è andato proprio in questo modo (con Shouto-kun che cade dal tetto e le mani bruciate e Izuku con il pigiama da All Might), quello non è stato esattamente il loro primissimo incontro. E, quello che stava facendo Izuku durante il loro primissimo incontro, non era esattamente legale, motivo per cui meno le persone sanno, meglio è.

Sa che è una frase banale e una scusa molto debole ma: lui lo fa veramente per loro. È fortemente convinto di questo, anche se la scelta di non dire nulla lo rende essenzialmente solo.

Per capire il primo incontro di Shouto-kun e Midoriya, quindi, si deve tornare un pochino indietro nel tempo. Non di molto, solo di qualche mese. E Izuku non vuole e non avrebbe mai voluto che le cose andassero in questo modo, davvero, soltanto che la vita a volte si mette in mezzo e non puoi fare altro se non seguire la corrente. Lui e All Might adorano fare piani e i loro piani non hanno mai un lieto fine e Izuku non è riuscito a passare il test di ammissione per UA, per colpa sua. Perché non si è allenato abbastanza, forse, perché non è riuscito a padroneggiare l’unicità che All Might gli ha passato, perché ha pensato troppo, prima di agire, perché ha preso l’esame sottogamba, perché perché perché. Unicità o meno, ci sarebbe dovuto riuscire da solo a superare quest’ostacolo. E non ce l’ha fatta. Ha salvato la ragazza, ma non è stato abbastanza. All Might gli ha spiegato che il consiglio era diviso sulla sua ammissione e che è stato il voto di un singolo professore a fare in modo che l’ammissione di Izuku non fosse accettata.

All Might gli ha confessato che in realtà va benissimo non frequentare la sua stessa scuola, che va benissimo non essere coinvolti immediatamente nella vita da eroe e che va benissimo fare tutto con il suo proprio passo. Izuku ha pianto. È difficile pensare che non abbia fatto altro, in realtà. Non riusciva nemmeno a guardare All Might negli occhi, dopo il grande fiasco al test di ammissione. L’Unicità non si era attivata in tempo, c’è stata una latenza di due giorni. Due interi giorni in cui sia Izuku che All Might si giravano i pollici, sulla spiaggia, chiedendosi che cosa ci fosse di sbagliato in quello che avevano fatto, nelle loro scelte, nel loro modo di affrontarle.

All Might non ha mai dubitato che Izuku fosse la scelta giusta. Questo ha fatto piangere per il senso di colpa Izuku e -alla fine va bene seguire i propri tempi. E, secondo All Might, andava bene seguire un percorso parallelo a quello che seguono tutti per diventare eroi. Ci sono dei precedenti. Secondo il loro piano, tutto doveva filare liscio e non si sarebbero dovuti preoccupare di niente.

Il vigilantismo è stato un effetto collaterale. Ma a questo ci arriviamo con calma.

Quando si è manifestato per la prima volta il One for All, erano sulla spiaggia, Izuku si è rotto il braccio che ha usato per tirare un pugno e ha sentito un dolore allucinante, che gli ha fatto vedere le stelle, come nei cartoni animati. Nonostante il dolore, Izuku si è girato verso All Might e si era tenuto il braccio e aveva sorriso e aveva anche gridato: “È qui!” Per poi correggersi con un: “All Might, io sono qui!” E quella deve essere stata la prima volta che All Might ha pianto insieme a Izuku. Lo ha preso tra le braccia. E, nonostante il dolore al braccio, nonostante l’improvvisa stanchezza, quello è forse uno dei ricordi più belli che Izuku ha di tutta la sua vita. L’abbraccio di All Might e quell’espressione di orgoglio -forse sarebbe stato più orgoglioso se fosse entrato nella UA, ma in quel momento andava bene anche così. Sembrava che gli volesse bene per davvero. Izuku aveva strofinato la fronte contro le clavicole del suo eroe (All Might!!) e aveva pianto e avevano pianto e, per la prima volta in vita sua, Izuku era stato sicuro, sicuro per davvero, che tutto si sarebbe sistemato.

Dopo ha fatto la conoscenza di Recovery Girl e ha dormito per una giornata intera.

Ci sono diverse scuole, accanto e intorno casa di Izuku. Molte di queste scuole hanno dei corsi da eroi. All Might gli consiglia di non scegliere i corsi per eroi, però.

La latenza dell’Unicità lo ha portato a pensare che, come tutti i ragazzi hanno avuto un certo numero di anni per sincronizzarsi con la propria Unicità, così anche Izuku avrebbe dovuto passare del tempo a provare a entrare in contatto col suo stesso corpo, con la sua nuova Unicità, con il suo nuovo stile di vita. Gli allenamenti che avevano portato avanti nell’ultimo anno avrebbero dovuto aiutarlo, ma All Might aveva iniziato a pensare che forse non era una sola questione di corpo, ma anche di spirito. Come nono portatore del One For All, Midoriya Izuku doveva essere seguito, doveva essere educato e cresciuto, ma, soprattutto, doveva essere protetto. Alla fine, esistono eroi che non hanno frequentato le apposite scuole, o i corsi. Non è così frequente, certo, ma non è nemmeno impossibile che questo succeda. Tutti possono partecipare all’esame di licenza provvisoria da eroe, in fondo. E questo è stato l’unico motivo per cui All Might si è fatto forza per chiedere al suo precedente mentore tappa-buchi, Gran Torino, di aiutarlo a crescere il ragazzo. Di questi suoi pensieri non ha mai parlato con Izuku, che ha soltanto pensato che forse All Might aveva ancora qualche riserva sulla sua scelta di passare a lui il One for All.

Non ne hanno mai parlato. In fondo, né Izuku né All Might sono molto bravi a parole, per qualche motivo e ci sono cose che non sanno dire ad alta voce. È stata una frustrazione individuale, la loro. E Izuku rimaneva molto spesso fermo in camera sua, davanti a libri e quaderni e penne e matite, con dei pesi in mano, chiedendosi cosa avrebbe potuto fare di diverso, per ottenere la fiducia di All Might. Per dimostrargli che meritava anche lui di essere un eroe. Per convincerlo.

Il vigilantismo è stato davvero un effetto collaterale di una serie di scelte di Izuku e non. E conoscere Shouto-kun, così come Uravity-san, Froppy e Tenya-kun, è stato un effetto collaterale del vigilantismo.

La prima volta che si sono incontrati -era intorno al giorno del compleanno di Izuku, si stava allenando con Gran Torino nel controllo dell’Unicità, in un palazzo abbandonato. E Shouto-kun stava penzolando da una finestra, scivolando pericolosamente verso il basso. Ed è qui che inizia veramente questa storia. Non che Izuku possa o sia capace di raccontarla.

 

#0 Le Origini: La pericolosità del vigilantismo!!

Shouto era caduto dal palazzo più perché è stato spinto da Iida, che per qualche altro motivo. Non era stato il cattivo a calciarlo via. Non era stato un nemico, era stato qualcuno che doveva essere un alleato a spingerlo via e quindi, più che il calcio dritto in pancia, era stato il suo orgoglio quello veramente ferito. Motivo per cui doveva tornare il più in fretta possibile, per prendere dal colletto quello stupido e fargli capire che ci sono battaglie in cui non dovresti mettere il naso, ci sono delle cose che non dovresti fare e momenti in cui dovresti fare un passo indietro e lasciare che le persone che possono fare meglio di lui si possano muovere senza che qualcuno, lui, metta i zampini tra le ruote. Vuole gridargli contro. Vuole spingerlo verso il muro e immobilizzarlo con il suo ghiaccio. Voleva -beh, prima di poterlo fare, doveva riuscire a salire su per il palazzo e magari tornare prima che quell’idiota si facesse uccidere. Quindi aveva provato a tirarsi su con le braccia, prima di notare un ragazzo con -le orecchie a coniglio, o qualcosa del genere.

Il Ragazzo Con Le Orecchie A Coniglio Verdi, si era sporto per prendergli entrambe le braccia e tirarlo su, trascinandolo verso il piano abbandonato del palazzo, facendogli anche male, a dirla tutta. Il venire trascinato aveva fatto male alla pancia di Shouto e poi anche alle gambe, ma non aveva esattamente tempo per lamentarsi. Aveva fatto un cenno con la testa al ragazzo col costume da coniglio, per ringraziarlo, e aveva iniziato a correre per tornare da Iida e tornare a combattere. Nella sua concentrazione, non si era nemmeno reso conto della figura più bassa accanto al tipo vestito da coniglio e non si è nemmeno reso conto dello sguardo che si erano lanciati. Aveva solo iniziato a correre.

Muoversi col costume che aveva disegnato, mezzo ghiaccio, era davvero difficile. E lui non è mai stato davvero troppo veloce, senza l’uso della sua Unicità, motivo per cui deve essere stato davvero molto facile per il Ragazzo Coniglio raggiungerlo, mentre lo inseguiva. Un altro che non sa quando tirarsi indietro, aveva pensato lui. Perfetto. Aveva provato a correre più veloce, ma il ragazzo coniglio aveva iniziato a muoversi per i palazzi, saltando da una parte all’altra. Ci sono dei movimenti che risultavano familiari a Shouto, ma non riusciva a capire esattamente perché, quindi ha pensato bene di non pensarci troppo.

Iida era ancora vivo, e questa deve essere stata la cosa importante. Shouto vuole diventare un eroe. Vuole salvare le persone. Iida a terra, che non si poteva muovere, che non sapeva come difendersi, non avrebbe dovuto dargli queste emozioni contrastanti. Il sentire un pizzico di vittoria, come se gli avesse potuto dire te lo avevo detto, in un impeto di infantilità. E dall’altra parte quella morsa allo stomaco, perché sarebbe potuto morire, sarebbe potuto morire, sarebbe potuto morire. Shouto aveva sbattuto il piede sull’asfalto, per creare una barriera tra Iida e Stain. Il combattimento corpo a corpo non è il suo forte. Lo ha detto. Lo sa che quello che deve fare adesso è tenere duro finché non arriverà un pro. Da solo non può sconfiggere o proteggere. Da solo lui...

“Alzati” continuava a mormorare, mentre era corso davanti a Iida, per proteggerlo, creando anche una barriera di ghiaccio intorno a Native. “Alzati.”

Il Ragazzo Coniglio ha continuato a correre. È corso tra le pareti dei palazzi intorno a loro e poi ha usato la parete di ghiaccio che aveva creato Shouto, per saltare verso Stain e dargli un calcio dritto nella pancia, usandolo anche come trampolino per poter tornare dietro le mura di ghiaccio che aveva creato Shouto. Poi si era rimesso in posizione per tornare a correre. Un’esca perfetta. Correva a destra, poi a sinistra, saltava da una parte all’altra, cercava di non farsi toccare, provava solo a colpire, colpire e colpire ancora. Finché l’attenzione di Stain fosse rimasta su di lui, forse Shouto...

Iida aveva detto qualcosa. Qualcosa sul fatto che non era la sua battaglia. Che non era una cosa che dovevano affrontare Shouto o quel misterioso ragazzino che probabilmente non era nemmeno un eroe. Doveva affrontarlo lui. Doveva ucciderlo lui. Doveva sconfiggerlo. Doveva vendicare. E Shouto aveva deglutito, rispondendo per l’ennesima volta con un: “Allora alzati.” Che ha fatto arrabbiare Iida, che ha stretto un pugno, che sembrava volersi mettere a piangere, che... “Alzati.”

Shouto aveva sbattuto di nuovo il piede sull’asfalto, creando del ghiaccio intorno a Stain, che all’inizio sembrava essere stato colpito, ma che non sembrava riportare gravi danni. Tsk. Shouto non sapeva che cosa fare, non sapeva nemmeno come dovrebbe comportarsi. Cosa fanno gli eroi in questo momento? Non poteva sconfiggere. C’era una voce nel retro della sua testa che gli diceva che non poteva sconfiggere, non poteva salvare. Non poteva sconfiggere. Non poteva salvare. Non riusciva a farla stare zitta. Continuava a ripetere. Continuava a fargli venire dubbi. E gli iniziava a fare male il braccio per colpa del freddo. Cosa fare? Cosa dovrebbe fare? Perché nessuno vuole mai dirgli che cosa dovrebbe fare?

Il Ragazzo Coniglio è stato colpito in quel momento d’incertezza di Shouto. Era caduto contro un muro, che si era spaccato sotto il suo peso. Avrebbe potuto battere la testa, sarebbe potuto anche essere morto. Stain ha leccato il suo coltello. Il Ragazzo Coniglio non si sarebbe più potuto muovere. Se lo avesse sfruttato, Shouto avrebbe potuto salvare almeno due vite, per poi tornare e continuare a combattere al suo fianco. Ha perso un’occasione. Shouto aveva la certezza, per qualche ragione, di non poter proteggere. E si è lasciato sfuggire una via di salvezza. Stava anche iniziando a provare freddo. Doveva finire questo scontro in fretta, preferibilmente senza morire. Non sapeva come fare.

Stain si era avvicinato al Ragazzo Coniglio. Gli aveva detto qualcosa. Il ragazzo aveva alzato lo sguardo. Shouto non sa se ha risposto qualcosa. Non sa quali sono le parole che si sono detti, non sa nemmeno quale espressione quel ragazzo indossasse. In quel momento, non aveva nemmeno pensato che fosse importante.

Nella mente di Shouto, l’unico pensiero che aveva una forma era come fare a salvare se stesso e gli altri. La domanda si formulava ancora e ancora e ancora e lui non aveva nessuna risposta. Il primo a morire sarebbe stato il Ragazzo Coniglio. E sarebbe stata colpa di Shouto, di nessun altro. Solo sua. Perché lui è andato lì seguendo Shouto, perché è Shouto che lui stava provando a difendere. Difendere. Che cosa dovrebbe fare?

Shouto era congelato, paralizzato per colpa del suo nervosismo. Stava pensando troppo. Lui di solito prova a non pensare. Che cosa dovrebbe dare?

E poi, miracolosamente, Iida si è alzato. E il Ragazzo Coniglio si è alzato. E Shouto è riuscito a immobilizzare Stain con il suo ghiaccio, mentre Iida e il Ragazzo Coniglio, senza nemmeno scambiarsi una parola o uno sguardo, solo per puro istinto, per pura voglia di sopravvivere, si sono lanciati contro di lui, pronti a colpirlo col calcio più potente che avevano. Ed è stato questo a salvare loro la vita.

Ha provato a farlo capire ai pro, ma non importava quante parole lui dicesse e non importava quanto lui provasse a convincerli. La loro risposta è stata la stessa. E deve essere stato questo il motivo per cui Iida, appena Stain era caduto a terra, si era girato verso il Ragazzo Coniglio, facendogli cenno di andare via. E il Ragazzo Coniglio, con la sua maschera davanti al viso, senza nemmeno dire una parola, ha dato un buffetto sulle spalle di Iida. Sembrava star sorridendo. Poi è andato via, nello stesso modo in cui è arrivato. Correndo sulle pareti.

Shouto ha davvero provato a far capire la sua situazione.

“È molto bello che tu provi a difenderlo” gli ha detto Manual, quando Shouto aveva provato a spiegare tutto quello che era successo durante la battaglia contro Stain per l’ennesima volta. Aveva un sorriso gentile e gli ha posato una mano sulla testa, come se lo volesse tranquillizzare. Anche Iida, seduto sul suo letto da ospedale lo guardava con un pizzico di senso di colpa. “La verità è che questo Ragazzo Coniglio, o come lo vuoi chiamare, non ha la licenza da eroe, né permanente né provvisoria. Dite che indossava un costume e che ha usato la sua Unicità per aiutarvi a sconfiggere lo Hero Killer. Ma lui non si trovava nei paraggi, non è stato attaccato da Stain, non ha usato la sua Unicità per legittima difesa, ha solo attaccato.”

“Per difendere noi” ha esclamato Shouto, alzandosi in piedi.

“Per legge, soltanto gli eroi possono usare le proprie Unicità per difendere gli altri” ribatte Manual, lanciando uno sguardo verso il basso. “Davanti alla legge, quel ragazzo è nella stessa posizione del Hero Killer. È stato inserito nella lista dei vigilanti di questa città.”

Non cancella il debito morale che Shouto ha con lui, però. E nemmeno quello che aveva iniziato ad accumulare Iida. La cosa paradossale stava nel fatto che quel ragazzo non voleva fare del male. Quel ragazzo voleva davvero aiutare. E, sempre quel ragazzo, lo aveva fatto senza aspettarsi niente in cambio. E la legge avrebbe punito lui. Lui. Il ragazzo con il costume da coniglio verde. Lui. La legge non avrebbe potuto toccare suo padre, ma, a quanto pare, poteva essere usato contro qualcuno che non voleva fare del male.

Shouto aveva stretto i pugni. Quel ragazzo è nella stessa posizione di Stain. Quel ragazzo sarebbe dovuto essere punito. Non suo padre. Non sua madre. Quel ragazzo. (Così come anche lui e Iida, okay, ma quando parlavano di loro due, gli adulti parlavano di merito, quando parlavano del Ragazzo Coniglio invece parlavano di colpa.)(Shouto non capiva.)(Shouto, in realtà, non capisce ancora.)

 

#0 Le Origini: Il Ragazzo Coniglio e Shouto-kun!!

Un bambino era caduto giù dal ponte, in mezzo all’acqua. O forse era inciampato mentre giocava con la palla. O forse -ci sono davvero tante versioni contrastanti. Fatto sta che un bambino veniva trascinato dalla corrente e che Shouto si trovava lì per caso, la sera, dopo che il sole era già tramontato. Cosa ci facesse lì un bambino, da solo, è davvero un gran bel mistero. Ma sono quelle cose che succedono e non tutti potevano davvero fare qualcosa perché era impossibile riuscire a vedere oltre il proprio naso. C’è stato un bagliore verde, un coniglio verde, il bambino che rischiava di affogare tra le braccia del Ragazzo Coniglio e poi un gran sorriso. Shouto non si era potuto nemmeno muovere per decidere di dare una mano.

Poi, il Ragazzo Coniglio aveva cercato di correre via. In effetti, questo modo di vivere inizia a ricordare quello di un criminale. Anche se un criminale avrebbe lasciato morire il ragazzino. Beh.

“Sei stato inserito nella lista dei vigilanti” gli ha detto appena riesce a raggiungerlo. Il Ragazzo Coniglio è veloce. Si muove come un piccolo animale selvatico, ma Shouto ha abbastanza ghiaccio per poterlo acciuffare. Per poterlo almeno avvisare.

Il Ragazzo Coniglio si era girato verso di lui. Forse stava sorridendo, forse invece era dannatamente serio. Forse era irritato, forse invece era soltanto stanco. Con quella maschera è davvero difficile da dire. E Shouto comunque il minimo che pensava di poter fare lo ha fatto. Non ripaga il debito, ma è qualcosa. “Me lo aspettavo” aveva mormorato, scrollando le spalle. Poi aveva aggiunto: “Grazie.” E sembrava avere tutta l’intenzione di correre via, di nuovo.

“Ti fermerà?” gli ha chiesto ancora Shouto, bloccandolo con le sue sole parole. “Dal cercare di aiutare gli altri, ti fermerà?”

La strada è buia, non ci sono tante persone adesso. Shouto aveva bisogno di uscire di casa per riprendere aria. Ci sono davvero tante cose che non riesce a capire e tante cose che gli frullano per la testa, tornando ancora e ancora e ancora. Ci sono cose ingiuste che tutti fanno sembrare come giuste e cose giuste che tutti accettano come cose ingiuste. Ci sono persone che fanno del male ma che vengono premiati per questo e persone che fanno del bene ma che vengono perseguitati per questo. Ci sono persone che vuole salvare. Una voce che gli dice che non è possibile E ha un debito con un criminale. Che però sembra essere tutto fuorché un criminale. Il mondo è complicato. Non sa come comportarsi. Il mondo è troppo complicato.

“Shouto-kun, vero?” gli aveva chiesto il Ragazzo Coniglio e la sua voce era dolce, leggera, comprensiva. Non è la voce di un criminale. Shouto annuisce, aggrottando le sopracciglia. “Io un giorno, esattamente come te, diventerò un eroe.”

Ha detto esattamente come te.

Esattamente come te.

Poi è tornato a correre via, lasciando Shouto in mezzo alla strada buia, con un altro pensiero che continua a frullargli in testa, insieme a tutti quanti gli altri. Esattamente come te, ha detto lui. Esattamente come te. Shouto è un eroe? Shouto può effettivamente essere visto come un eroe? O semplicemente essere un eroe?

Può?

Davvero?
  
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