Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: CaramelizedApple    04/01/2020    1 recensioni
(Seguito di Mary Lloyd, la chiave e il volto del male)
Un nuovo personaggio è entrato a far parte della leggendaria storia ed ora, che è sempre più forte e consapevole delle sue capacità, sarà impossibile uscirne!
Buoni e cattivi, ma è così semplice?
Nuove idee, nuove emozioni, nuovi ricordi...un'altra vita!
(La lettura della storia precedente è indispensabile per comprendere la relazione tra i personaggi e la protagonista, ma se proprio non vi va potreste comunque riuscire a capire)
(Seguito: Mary Lloyd e il sogno rivelato)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hey gente!
Lo so, manco da tantissimo, credo siano mesi ormai e non sono nemmeno sicura che qualcuno aspetti ancora un aggiornamento…ma eccolo qua!
Mi ero ripromessa di portare a termine questa parte della storia entro la fine dell’anno, ma l’ispirazione mi è tornata da poco quindi ho dovuto sforare un pochino. In ogni caso spero che vi faccia piacere poter leggere questo capitolo.
Mi è capitato di leggere qualche vecchio pezzo della storia e so che questi testi sono pieni di errori e scene abbastanza trash, ma mi sono sempre divertita a scriverli e spero che voi vi siate divertiti a leggerli!
Buona lettura!


Mi getto verso sinistra, cercando di attutire la mia caduta, appena in tempo per riuscire ad evitare l’agguato di Greyback, che frena bruscamente smuovendo la terra umida.
Il Lupo Mannaro appare feroce come non lo avevo mai visto, il suo corpo è scosso da spasmi incontrollati e dalla bocca non fa altro che sbavare rabbioso, emettendo un basso ringhio costante.
Non ho il tempo di reagire che i suoi occhi sono di nuovo su di me e il suo corpo li segue, gettandosi nella mia direzione. Io trattengo il respiro e mi costringo a sopportare il forte dolore alle costole quando mi trovo a dover respingere tutto il peso del mio aggressore con braccia e gambe, per evitare che avvicini gli artigli o i grossi denti alla mia carne. Il mio braccio sinistro vaga istintivamente sul terreno accanto a me.
Ci deve essere qualcosa oltre la terra e i fili d’erba.
Un sasso o…
Le mia mano intercetta qualcosa e, con tutto il fiato che mi resta, la scaravento contro il viso della bestia. Il grosso pezzo di ramo pieno di schegge che impugno come se fosse un coltello raggiunge il Lupo Mannaro aprendo una ferita profonda sotto il suo occhio, dalla quale esce sangue caldo che mi schizza sul viso.
La sostanza viscida finisce ovunque, la sento scivolare tra i capelli, sui miei occhi che chiudo appena in tempo e nella mia bocca. Sputo via tutto, tossendo profondamente disgustata, mentre Greyback ulula sopra di me, coprendo con le mani luride lo squarcio. L’odore di sangue fresco si mescola velocemente al normale tanfo della bestia, diffondendo intorno a noi uno strano fetore, che mi ricorda tanto quello di una carcassa in putrefazione.
Credevo che colpendolo lo avrei allontanato, ma non immaginavo di ferirlo.
Ho poco tempo.
Ne sono certa.
Non appena si renderà realmente conto di ciò che ho fatto tornerà alla carica, ancora più furioso.
Ho solo un’opzione.
Seguire di nuovo il mio istinto.
Così scelgo di non fermarmi, porto le gambe al petto e mi concedo solo un secondo per prendere fiato e centrare il mio obbiettivo.
Lo visualizzo nella mia mente.
Il Lupo Mannaro sollevarsi in aria e atterrare a metri e metri di distanza.
Lancio la gamba destra in avanti che tremante raggiunge il suo petto, a malapena spostando il suo pesante corpo. Parte poi anche la sinistra che non ha risultati migliori, ma anzi mi provoca una forte fitta al costato.
“Concentrati Mary”
Ricarico, le lacrime agli occhi per il forte dolore.
Griderò più per soffocare il dolore che per vera necessità. -Depulso!- urlo stendendo entrambe le gambe, nella speranza di riuscire almeno a farlo ricadere a terra. Non arrivo nemmeno a toccarlo che una forza enorme ci separa, scagliando lui lontano e costringendo me ad una capriola all’indietro per il contraccolpo.
Il mondo mi gira intorno per un attimo, facendomi poi riatterrare sulla schiena, a corto di fiato. Resto immobile sul prato, senza riuscire a respirare per interminabili secondi, fino a che non chiudo gli occhi e mi sforzo di restare calma. Poco a poco l’aria torna a riempire i miei polmoni, provocandomi forti fitte al costato ogni volta che entra o esce. Mi mordo il labbro nervosa cercando di raccogliere il coraggio e finalmente riapro gli occhi sul cielo stellato, in parte oscurato dall’inquinamento luminoso, prodotto dalla capanna di Hagrid che brucia nella notte.
Velocemente mi rimetto a sedere, il fiato che torna ad essere corto a ogni movimento e la testa dolorante, come ogni centimetro del mio corpo.
Di Greyback non c’è traccia ne se ne sentono i lamenti.
Ci sono riuscita.
Ha funzionato.
Sento l’adrenalina salire alle stelle nel mio corpo. Sono messa male e di questo ne sono ben consapevole, ma improvvisamente non sento più dolore come prima e riesco ad alzarmi in piedi. I miei occhi cadono immediatamente sulla scena che si consuma poco lontano e le mie gambe scattano verso mio fratello, sovrastato dalla nera figura del professore. Qualsiasi cosa mi abbia dato Piton sta perdendo la sua efficacia e grazie all’adrenalina che il mio corpo sta producendo, ad ogni secondo mi sento più forte.
I passi incerti si trasformano in una veloce corsa e in poco tempo ho raggiunto i due, mio fratello è a terra, ha l’aria confusa e sembra che qualcosa lo abbia appena colpito in viso. I miei occhi si spostano su Piton e il mio braccio destro si muove più veloce dei miei pensieri, liberando tra me e lui una grande fiammata che ha il preciso intento di bruciarlo vivo.
Lo vedo chiaro nella mia mente. Il viso dell’uomo consumarsi tra le fiamme, le sue urla fendere l’aria e la mia ira finalmente appagata mentre assaggia la vendetta.
La rabbia in me esplode ancora più forte quando lui riesce a parare il mio attacco, anche se questo lo costringe ad indietreggiare.
-Mar…- cerca di dire lui, ma un altro attacco lo interrompe.
-Stai zitto- grido, mentre lui para una seconda volta. Così scaglio su di lui altri attacchi, fiamme roventi, schiantesimi e maledizioni.
Para il terzo incantesimo, il quarto, il quinto e tutti quelli che seguono, ma non sembra facile per lui, non quanto lo era durante gli allenamenti. Non ha il tempo di contrattaccare che i miei incantesimi tornano a colpirlo, sempre più veloci e forti, man mano che mi avvicino. Ignoro ciò che ci circonda, spinta unicamente dal desiderio di colpirlo.
La mia strategia lo sta stancando, ma sono certa che prima di riuscire a fermarlo ci vorrà ancora molto e il tempo non è dalla mia parte. È probabile che presto gli altri Mangiamorte vengano in suo soccorso e che Draco si allontani troppo.
Draco.
Per un secondo mi sono quasi dimenticata di lui.
Se uscisse dai confini di Hogwarts lo perderei.
Non posso permetterlo.
Inverto i miei gesti e ne cambio la fluidità, rendendoli più veloci e secchi, riuscendo finalmente a strappare la bacchetta dalla sua mano. So di dover agire velocemente, quindi lo colpisco con una fortissima folata di vento.
I capelli mi sfiorano il viso, coprendo quasi completamente la visuale su Piton, ma non perdo mai di vista il suo sguardo che segue la bacchetta mentre rotola alle sue spalle.
-Non ci provare neanche- grido e con un pestone sul terreno faccio tremare la terra sotto i suoi piedi. L’uomo non ha nemmeno il tempo di capire che cade a terra e in un attimo gli sono addosso.
È a terra.
È disarmato.
Alzo la sinistra e la punto su lui, vedendo oltre i suoi occhi neri e profondi.
Cosa prova?
Paura?
Rabbia?
Vergogna?
Non riesco a capirlo.
Alzo anche la destra, mi basta un gesto e una scarica incandescente lo colpirà in pieno viso.
Lo ucciderà.
Come era chiaro nella mia mente.
Senza pietà, come lui non ne ha avuta per Silente.
Come non ne ha avuta per me quando ha scelto di imbrogliarmi per tutto questo tempo.
Carico il colpo, pronta a scagliarlo.
I miei occhi incrociano i suoi e per la prima volta ho l’impressione di vederli per davvero. Due buchi profondi, spenti e insensibili che finalmente rivelano la verità, tutti gli imbrogli e le bugie.
Sono questi gli occhi di chi sta per morire?
Sono pronta.
È pronto.
Mi basta un gesto.
“Sono pronta” è la bugia che risuona nel mio cervello.
Ma non è niente di più che un bugia.
I denti tornano sul labbro, pronti a torturarlo mentre gli occhi si guardano intorno agitati, come a voler controllare che non ci sia nessuno ad assistere, mentre una goccia di sudore scivola lungo la mia fronte. In un istante mille immagini mi scivolano davanti agli occhi, dai rimproveri alle risate in compagnia dell’uomo, i sorrisi, le attenzioni e gli sguardi.
È solo una bugia.
Non sono pronta e probabilmente non la sarò mai.
Sento gli occhi pizzicare, ormai incapace di trattenermi.
La mano è al suo posto e il colpo è carico, non mi posso fermare nemmeno volendo. Il braccio si protende e con lui l’incantesimo trova la sua traiettoria, infrangendosi sull’uomo con tutta la sua forza.
Non sono le fiamme, però, ad avvolgere Severus Piton, ma una fortissima scarica d’acqua. Non riesco a capire da dove sia usciata, ma non ho tempo per indagare la cosa perché lui è già stato sbalzato in avanti, il più lontano possibile da me. Nella sua caduta, accompagnata da un urlo, quasi travolge una figura che si scansa appena in tempo gettandosi a terra. Piton rotola diversi metri dietro ad uno spaventato Draco Malfoy che mi fissa con gli occhi sgranati.
I miei occhi incrociano i suoi e per un istante correre da lui mi sembra essere l’unica cosa sensata da fare, ma il professore alle sua spalle si sta già alzando. Completamente fradicio cerca di non inciampare nei suoi stessi vestiti che sono appiccicati al suo corpo, così come i capelli lo so al volto.
Cerca di parlare al ragazzo, ma l’unica cosa che riesce a fare è essere assalito da un forte tosse che lo costringe a ripiegarsi in avanti, sputando fuori acqua con versi gutturali. Lui e Draco sono comunque piuttosto vicini e ho solo il tempo di fare qualche passo prima che la sua crisi di tosse finisca e riesca finalmente a parlare.
-Draco- lo chiama, ancora con la voce strozzata. –Andiamo via, Draco- continua, ma il ragazzo, ancora a terra, continua a fissarmi pietrificato dalla paura. L’uomo, però, non demorde e arranca fino a lui strattonandolo per un braccio. Di tutta risposta il Serpeverde si alza in piedi di scatto, come se si fosse improvvisamente risvegliato da un incantesimo. –Dobbiamo andarcene, adesso!- sento dire all’altro che richiama a se la bacchetta con un gesto secco.
-No!- grido io, non posso lasciare che lo porti via. –Non farlo- i miei passi diventano più veloci e mi fermo solo a pochi metri da lui, mentre sembra volersi voltare per seguire il suo compagno Mangiamorte, di cui lui stesso mi aveva detto di non fidarmi. –Puoi ancora scegliere- continuo io, asciugando le lacrime che sento scendere sul mio viso sempre più velocemente, mentre lui torna a guardarmi. –Non è troppo tardi- dico ancora, la voce ridotta praticamente ad un sussurro.
Non posso lasciare che lo portino via dopo tutto questo, ma non posso nemmeno trattenerlo con la forza.
Facendolo non otterrei nulla, lo allontanerei e basta.
È una cosa che solo lui può decidere.
Draco Malfoy si volta ancora verso il suo insegnante ed è chiara l’incertezza sul suo volto. Gli sto chiedendo di scegliere e so essere molto, ma sapevamo entrambi che prima o poi questo momento sarebbe arrivato.
Siamo ad un punto di non ritorno.
Qualsiasi cosa lui decida la sua vita cambierà.
Con Voldemort o con me.
-Draco- lo chiama ancora un volta il professore, ma i suoi occhi tornano su di me. Lacrime silenziose iniziano a rigare il suo viso, luccicando nella notte per i riflessi che creano le fiamme, mentre la casa di Hagrid ancora brucia.
Per un istante ho il terrore di vederlo correre via, dietro a Piton, ma ciò che fa mi sorprende. Il ragazzo si volta di scatto, la bacchetta già stretta in pugno lancia un incantesimo non verbale in direzione di Piton che prontamente si difende. L’onda d’urto costringe Draco ad indietreggiare, ma le mie gambe, anche se ancora deboli, sono già scattate e in un attimo sono al suo fianco.
Alzo le braccia pronta a combattere di nuovo, rendendomi immediatamente conto che le mie mani, come le gambe, hanno ripreso a tremare, mentre il sapore ferroso del sangue si fa strada nella mia bocca.
Era inevitabile.
Il mio corpo, provato e portato al limite non può resistere ancora a lungo.
Lo so io e lo sa anche il mio avversario.
Gli basterebbe pochissimo, è molto probabile che dopo qualche incantesimo la vittoria sarebbe sua.
I suoi occhi neri e profondi mi scrutano per interminabili secondi e poi proprio quando penso voglia attaccare si volta, percorrendo a grandi passi la strada che lo separa dal cancello in ferro della scuola. Io e Draco rimaniamo immobili, fino a quando non lo vediamo smaterializzarsi una volta uscito dai confini.
È andato via.
Così, senza ragione.
Avrebbe vinto, ma ha scelto di andarsene. Per quale ragione ha disobbedito agli ordini che sicuramente stava seguendo?
Non ha senso.
Un rumore oltre il grosso cancello di ferro mi fa sussultare, mettendo in allarme tutto il mio corpo che si protende in avanti con uno scatto. Sento il terreno tremare leggermente e gli alberi dalla corteccia nodosa piegarsi di lato, mentre grosse radici escono a fatica dal terreno, costringendo la cancellata a chiudersi, prima di avvolgersi intorno alle sbarre di ferro che si lamentano emettendo un flebile rumore metallico.
Faccio un passo indietro, rendendomi conto velocemente che oltre i confini non c’è nulla, così come intorno a noi.
Me lo sono immaginato?
Qualcosa di caldo scivola sulle mie labbra e non ho bisogno di controllare per sapere che si tratta di sangue. Sono arrivata molto oltre le mie possibilità e sono solo sorpresa che le gambe mi reggano ancora.
Un lieve sospiro attira la mia attenzione e finalmente il mio sguardo ritrova quello confuso di Draco, ancora vicino a me.
Le sue sopracciglia hanno un fremito e sembra lui voglia parlare, ma non gli lascio il tempo di dire o fare nulla e mi stringo a lui, mentre viene scosso da un singhiozzo. –Mi dispiace- dice la sua voce tremante, mentre le braccia mi avvolgono, diffondendo un leggero tepore lungo la mia pelle.
Draco ha scelto me.
Pensavo mi sarei sentita bene, ma non è così. La sua scelta gli è costata tutto e non posso fingere che non sia così.
Devo fare qualcosa per aiutarlo e rendere il fardello che grava sulla sua anima più leggero.
Lo sento stringersi a me con più forza quando un altro singhiozzo lo scuote e mi trovo costretta a soffocare un lamento per la forte fitta che mi colpisce al costato. Subito si allontana da me con aria preoccupata, segno che non sono stata poi così brava a nasconderlo.
-Ti ho fatto male?- domanda, il viso rigato di lacrime.
-No- mento, anche se sono certa non mi creda. –Troveremo una soluzione- aggiungo poi, immaginando solo le mille preoccupazioni che devono affollare in questo momento la sua testa. –Dobbiamo tornare al castello e trovare i membri dell’Ordine- continuo, prendendo la sua mano. –Loro ti aiuteranno-.
-Come fai a esserne così sicura?- la sua voce non è arrabbiata, ma rassegnata.
-Perché io gli dirò di farlo- dico con fermezza. –E non accetterò un no come risposta- inizio a camminare, seguita da lui che stringe la presa a sua volta sulla mia mano.
-Dopo tutto quello che ho fatto…- comincia.
-Quello che hai fatto?- domando, fermandomi bruscamente. Il mio ginocchio sinistro cede e improvvisamente mi ritrovo in ginocchio davanti a lui. Sospiro con forza, afferrando la mano che subito protende verso di me preoccupato, facendoci leva con la mia per tornare in piedi. –Hai fatto ciò che dovevi fare per sopravvivere e poi hai scelto di fermarti- avvicino una mano al suo viso, accarezzando la sua guancia.
-Ma io non sono come te, io sono…- i suoi occhi si spostano sul terreno. –Io sono un assassino-.
-Non è vero- dico subito con fermezza. –Tu non lo sei, non hai ucciso Silente-.
-Non direttamente ma…-.
-No- lo fermo prima che possa continuare. –Non l’hai fatto e hai scelto di restare- sollevo il suo viso in modo che i suoi occhi tornino nei miei. –Hai scelto me e ora io scelgo te, lascia che ti aiuti-.
 
Apro gli occhi a fatica, accecata dalla forte luce bianca che penetra dalla vetrata dell’infermeria.
L’inizio di una nuova terribile giornata che certamente passerà spiegando ancora e ancora all’Ordine come sono andate le cose l’altra sera. Sono certa che Malocchio non mi creda fino in fondo, ma non ha molta importanza.
Fino a che terranno Draco al sicuro non mi importa cosa pensino di me, anche se non vogliono dirmi dove lo hanno portato. Lasciar andare la sua mano quando l’hanno portato via è stato tremendo, un vero e proprio pugno nello stomaco ma so che non gli farebbero mai del male e questo, per adesso, mi basta.
Trattengo il respiro e mi metto a sedere, accorgendomi lentamente di non provare più dolore come ieri. Madama Chips aveva detto che la situazione sarebbe migliorata velocemente una volta che lo pozione avesse fatto effetto, ma sono passati giorni da quando l’ho presa e fino ad adesso riuscivo a malapena a respirare senza sentire dolore.
Espiro lentamente, tastando con delicatezza le mie costole.
Solo un leggero indolenzimento, come in tutto il corpo, ma credo sia dovuto ai lividi che ricoprono gran parte della mia pelle.
Scosto le coperte e lascio scivolare le gambe di lato, facendole penzolare giù dal letto.
Un rumore metallico attira il mio sguardo e subito riconosco l’alta figura di Minerva che mi osserva, sono giorni che ha quell’espressione preoccupata sul volto. Viene a trovarmi anche più di dieci volte al giorno, resta qualche minuto e scompare sempre con la stessa promessa.
“Torno appena è possibile”
Mi chiedo se riesca a dormire da quando Silente è morto. So che è sempre impegnata a gestire la scuola da quando lui non c’è, per non parlare dei molti incontri che ha con l’Ordine e il Ministero della Magia.
Non vorrei che si dovesse preoccupare anche di me, ma più lo dico più lei mi ripete che la mia salute è una delle sue priorità al momento.
La sento parlare spesso con Madama Chips e alcuni membri dell’Ordine della Fenice, probabilmente convinta che io non possa sentirla. Ha ripetuto spesso che parlo troppo poco e che sono troppo calma, ma non posso farne a meno.
Ho raccontato ciò che sapevo, nel limite delle mie possibilità, rischiando spesso di dire troppo. Non so se il Voto Infrangibile che ho stretto con Voldemort quest’estate abbia ancora valore, ma non posso di sicuro cercare di scoprirlo da sola.
E poi ci sono i sogni, ogni volta che mi veglio mi volto a cercare Piton, per dirgli cosa annotare sul suo taccuino. Ovviamente non c’è mai e io mi sento solo una stupida, gli ho raccontato così tanto e ora tutto ciò che io stessa so di me lo conoscerà anche Voldemort e sicuramente troverà il modo di usarlo contro di me.
Piton ha tradito Silente e poi anche me, come posso essere sicura che non ci sia qualcun altro tra noi pronto a pugnalarmi alle spalle.
-Sei sveglia- dice a bassa voce la donna, avvicinandosi velocemente a me.
-Mi sento molto meglio oggi- le sorrido debolmente, anticipando la sua domanda.
-Le tue costole?- si siede accanto a me. –Sono migliorate?-.
-Sì, penso che la pozione abbia fatto effetto- solevo leggermente la maglia del pigiama, scoprendo le costole e tastando la pelle con due dita. –Vedi?- le sorrido. –Riesco anche a toccarle-.
Con il mio gesto speravo di rincuorarla ma sortisco solo l’effetto opposto. L’espressione preoccupata non cambia, però, lo fanno i suoi occhi, che vengono coperti da un velo leggerissimo di lacrime.
I brividi percorrono il mio corpo e subito abbasso la maglietta, sentendomi in colpa, so di avere dei brutti lividi, ma pensavo si fosse abituata a vederli ormai.
-Sto bene- dico cercando di rassicurarla.
-Mary, sei sicura di non volere qualcosa per quei lividi?- domanda accarezzandomi dolcemente la testa.
-No, va bene così- rispondo io. –Guariranno da soli-.
Le sorrido, ripensando al momento in cui ho chiesto a Madama Chips di non darmi nulla per quelli. Lentamente andranno via, ma io ricorderò per ognuno di loro dove ho sbagliato.
La vedo aprire la bocca per controbattere, ma subito serra di nuovo le labbra. Vorrebbe insistere ma non lo farà. –C’è tuo fratello, è venuto per vedere il signor Paciock- dice e io inizio a sbuffare, ritrovando al centro di una sua occhiataccia. –Vorrebbe vederti-.
-Così può urlarmi di nuovo addosso?- dico infastidita, incrociando le braccia. –Grazie ma ne posso fare a meno-.
Lo ricordo perfettamente, dopo aver salutato Draco, mi sono ritrovata con tutti gli altri in Infermeria. Non appena io e Harry siamo rimasti da soli la situazione è precipitata velocemente, mi incalzava con continue domande, fino a che non è scoppiato.
Forse era solo uno sfogo, ma non aveva il diritto dirmi certe cose, non così, non in quel modo e non in quel momento.
-Mary, cerca di capire, era scosso da quello che era appena successo- sposta lentamente una ciocca dei miei capelli dietro l’orecchio. -È dispiaciuto per quello che ha detto-.
-Anche io ero scossa, lo eravamo tutti- scuoto la testa. –Pensa ancora ciò che mi ha detto, lo pensano tutti- distolgo lo sguardo dal suo. –Sono stata un stupida, Piton si è preso gioco di me e io non me ne sono accorta, ho preso le sue difese più di una volta e non ho ascoltato chi mi diceva di non fidarmi. È tutta colpa mia-.
-Questo non è vero- la mano della donna si stringe sulla mia. –Io ti ho chiesto di fidarti, Silente te l’ha chiesto-.
-Minerva…- sussurro, sentendo gli occhi pizzicare. Non volevo piangere e non volevo che lei si preoccupasse ancora di più, ma ora è più forte di me. Mi stringo a lei con talmente tanta foga da sorprendermi quando il mio corpo risponde al gesto con una serie di fitte acute, dovute ai lividi ancora freschi. –Gli ho raccontato tutto-.
La donna mi stringe in un abbraccio rassicurante, appoggiando la testa alla mia, senza dire nulla.
Quando sciogliamo l’abbraccio mi sento leggermente in imbarazzo, quindi cerco di cambiare velocemente argomento. –Vedrò Harry più tardi, quando sarò più calma, al funerale- dico osservando i miei piedi sospesi a pochi centimetri dal pavimento. –Ti prometto che gli parlerò- tiro con le labbra un sorriso forzato.
La strega mi guarda con intensità, ma non ribatte, anche perché Madama Chips si presenta davanti a noi con passo veloce. È mattina presto ma credo lei abbia già fatto il giro di tutti i suoi pazienti più di una volta.
 
L’acqua scorre finalmente sul mio corpo, scivolando dalla testa fino ai piedi e trascinando via lo sporco, mentre l’aria diventa sempre più pesante calda e carica di vapore. Quando mi sono risvegliata in Infermeria il giorno dopo la fuga di Piton ero pulita, ma fino a che questa mattina non sono entrata nella doccia mi sembrava ancora di essere macchiata da sangue e fango.
Socchiudo gli occhi, appoggiando la fronte sulle piastrelle fredde che ricoprono il muro. Il contrasto tra le temperature mi fa rabbrividire e subito sento tutti i miei muscoli irrigidirsi, così allungo un braccio tastando il vuoto, fino a che non raggiungo la manopola che mi permette di interrompere il getto d’acqua.
Sospiro e lentamente esco dalla piccola nicchia di pietra nel bagno delle ragazze, tamponando con delicatezza il mio corpo per poi passare ai capelli. A piccoli passi doloranti raggiungo il grande specchio appannato sopra i lavandini e senza pensarci troppo trascino sulla sua superficie il mio asciugamano, così da poter vedere in modo nitido la mia figura.
Subito i miei occhi trovano quelli del mio riflesso, ma non si riconoscono. L’altra me ha gli occhi stanchi e uno di loro sembra essersi leggermente gonfiato, per non parlare della sclera che in parte è rimasta macchiata di sangue. Madama Chips ha detto che è solo momentaneo e presto il mio occhio tornerà alla normalità, ma non è una delle mie principali preoccupazioni.
Lentamente torno ad asciugare il mio corpo, facendo particolare attenzione a non calcare la mano nei punti in cui i lividi fanno più male. I gomiti, le ginocchia e le costole sono i tratti più complicati da gestire, nonostante ogni taglio che li accompagnava si è rimarginato perfettamente. L’infermiera era preoccupata dalle mie colluttazioni con Greyback, viste le ferite riportate da Bill Weasley.
Non ho nemmeno avuto il coraggio di andare a trovarlo o guardare in faccia il Signore e la Signora Weasley quando sono venuti da me con il resto dell’Ordine.
Mi sento in colpa per ciò che gli è accaduto, se io fossi riuscita a fermare Draco non gli sarebbe successo nulla.
Raccolgo i vestiti puliti che ho lasciato vicino ad uno dei lavandini, dopo aver asciugato i capelli con pochi tocchi delle dita. Mi vesto facendo attenzione ad apparire il più ordinata possibile nella mia divisa da Grifondoro, prima di lasciare il bagno per tornare nella mia stanza.
Raggiungo il mio letto e inizio a gettare tutto ciò che individuo come mio nel grosso baule ai suoi piedi, ringraziando di non aver trovato le mie compagne di stanza. Praticamente le mie sono le uniche cose rimaste in giro, quindi è abbastanza semplice trovarle. Oggi Madama Chips ha dimesso tutti i pazienti che non correvano più nessun rischio, per dare loro la possibilità di partecipare al funerale, dopo il quale partirà il treno per riportare a casa quelli di noi che sono rimasti.
In molti sono stati portati via dai genitori in questi pochi giorni, come Calì di cui non c’è più traccia. In tanti, però, sono anche giunti da ogni dove per assistere al funerale.
Tra i primi c’è ovviamente il Ministro della Magia che mi è stato riferito alloggi a Hogwarts, ma fortunatamente sembra lasci raramente le sue stanze. Madame Maxime sembra sia arrivata da poco e Minerva in persona si è raccomandata con me perché andassi a salutarla, lei come altri rappresentati delle scuole di magia del mondo che quest’anno mi hanno ospitata.
Dei colpetti decisi mi distraggono e subito il mio sguardo viene attirato verso la finestra, oltre la quale Shadow svolazza agitato. Corro ad aprirgli e con un piccolo verso plana sulla testiera del letto, guardandomi incuriosito mentre finisco di preparare il mio baule, gettandoci alla rinfusa ciò che è rimasto fuori.
Il falco non deve aspettare molto perché io avvicini la sua gabbia al mio bagaglio, riempiendola di cibo per il viaggio. –Avanti- dico gentilmente, aspettando che lui entri. –Le regole sono regole- continuo, richiudendo lo sportellino e accarezzando la sua piccola testolina piumata con un dito passato tra le sbarre.
Raccolgo le vecchie scarpe che uso per correre e le getto insieme al resto nel baule per accucciarmi a terra e controllare di non aver lasciato niente sotto al letto, tornare in piedi non è molto semplice ma con qualche respiro profondo mi riesce anche questo. Manca solo il comodino, mi avvicino e raccolgo la cravatta abbandonata lì sopra, con ancora il nodo intatto. Prendo anche le foto, sforzandomi di non guardarle, so che se il mio sguardo cedesse incontrerebbe quello Piton.
Anche quella sera, alla festa di Lumacorno, stava solo mentendo?
Abbasso gli occhi coprendo la fotografia con la mano, per votarla e adagiarla nel baule, sopra i vestiti che ho ammassato in un angolo. Finalmente lo richiudo assicurando le cinghie, prima di lasciare la stanza.
Fortunatamente il Castello sembra essere deserto e per evitare le domande e gli sguardi dei pochi che incontro scendendo in Sala Grande mi basta camminare velocemente e tenere gli occhi fissi sul pavimento. Arrivata al piano terra sono sollevata di non sentire il solito brusio che caratterizza i pasti a Hogwarts, sempre che ancora stiano servendo la colazione.
Mi affaccio sulla grande stanza, sorprendendomi di vedervi tante persone. Nessuno degli studenti seduti alle quattro tavole indossa la divisa come faccio io ma sembrano tutti aver scelto dei vestiti più formali, probabilmente per il funerale. Sento improvvisamente molto caldo e sono certa di essere diventata rossa in viso, mentre cerco con gli occhi un posto libero nella stanza.
Non posso saltare la colazione solo perché mi sento a disagio.
I miei occhi scorrono sul tavolo di Serpeverde, più che altro per abitudine, ma subito li distolgo quando mi rendo conto che è inutile cercare Draco. Mi avvio quindi verso il mio tavolo, scegliendo di sedermi in uno degli spazi vuoti lungo il tavolo, il più lontano possibile da tutti gli altri studenti.
Riempio il piatto e mi verso un bicchiere di succo di zucca, ignorando i bisbigli che mi circondano, prima di appoggiare i gomiti sul tavolo e portare avanti i capelli, nella speranza di riuscire a nascondere il brutto livido sul mio viso.
-Posso?- sussulto quando una mano mi tocca la spalla. Mi volto lentamente, sapendo alla perfezione chi sia stato a parlare. Harry è in piedi accanto a me, il suo piatto stretto tra le mani. Annuisco e si siede accanto a me, avvicinandosi un bicchiere e versando anche per se del succo. -Mi dispiace per le cose che ho detto l’altra sera- è di nuovo lui a parlare, rompendo il silenzio imbarazzante che in fretta si è formato tra noi.
-No Harry, dispiace a me, tu avevi ragione- mi volto verso di lui, parlando a bassa voce. -È colpa mia, sento che avrei potuto evitarlo ma non sapevo come fare- abbasso di nuovo lo sguardo sul mio piatto.
-Potevi parlare con me- dice Harry. –Ti avrei aiutata, lo avremmo fatto tutti-.
-Non potevi farlo- scuoto la testa. –E io non potevo parlarne- continuo. –Non sai quante cose sono successe che non ti posso raccontare- prendo un profondo respiro e fisso i miei occhi nei suoi. –Una cosa posso dirtela però, non è stato Draco ad uccidere Silente- il verde dei suoi occhi risalta, in contrasto alle scurissime ciocche di capelli che scivolano disordinate sulla sua fronte. –So che non è mai stato gentile con voi e che vi ha sempre detto cattiverie ma non è solo questo, c’è molto di più in lui e non sarebbe mai in grado di fare una cosa del genere-.
Una morsa mi stringe lo stomaco, l’ho detto così tante volte all’Ordine ma non penso mi credano, ho bisogno che almeno lui lo faccia.
-Ti prego Harry, credimi…-.
-Io ti credo Mary, l’ho visto- una delle sue mani si appoggia incerta sulla mia spalla. –Ero lì, ho visto tutto- dice con sicurezza. –Ho visto te, ho visto Draco e…ho visto anche Piton e ho visto quando lui ha…bhè lo sai-.
-Eri lì?- domando.
Come poteva essere lì?
Era pieno di Mangiamorte, lo avrebbero visto, se ne sarebbero sicuramente accorti.
-Ero con Silente prima che Draco arrivasse, sotto il Mantello dell’Invisibilità, bloccato da un incantesimo- i suoi occhi si allontanano leggermente dai miei come se stessero rivivendo quella scena. –Ho assistito a tutto, da prima che ti portassero lì. Draco era da solo all’inizio e tremava dalla paura, ha anche abbassato la bacchetta prima che gli altri Mangiamorte arrivassero-.
Senza riuscire a trattenermi abbraccio il ragazzo e dopo un breve attimo di indecisione lui ricambia il mio gesto, stringendomi a se.
-Andiamo a sederci con gli altri?- mi domanda, separandosi lentamente da me. –Sono tutti preoccupati per te-.
 
Una delle mie mani scivola lentamente sulla grande lastra di marmo bianco su cui fino a pochi minuti riposava il corpo di Silente, accarezzandone la superficie liscia e tiepida.
Ho fatto ciò che Minerva mi ha chiesto dopo la funzione, ho parlato con i presidi delle altre scuole e ho ascoltato le loro parole di cordoglio prima che tutte le persone iniziassero ad allontanarsi. Nessuno di loro è venuto davanti alla tomba, come sto facendo io ora.
Ne sentivo il bisogno.
Ho quasi la sensazione che Silente sia di nuovo davanti a me.
Sento la stessa calma e pacatezza che lui riusciva a trasmettere con un solo sguardo.
Chiudo gli occhi e ascolto quello che mi circonda.
Sembra tutto così tranquillo, ma io posso sentire che non lo è affatto. Tra gli alberi della foresta corrono i centauri allontanandosi dal funerale, le creature marine continuano il loro triste canto scendendo verso il fondo del Lago Nero e da qualche parte la fenice di Silente canta ancora la sua tristezza.
-Mary, andiamo?- dice la voce di Harry alle mie spalle.
Apro gli occhi lentamente, dando un ultimo sguardo al marmo bianco colpito dal sole, prima di voltarmi verso mio fratello, Ron ed Hermione. Annuisco e mi avvicino all’ultima, passando un braccio dietro alla sua schiena mentre cominciamo a camminare lungo il corridoio invisibile tra le sedie.
Sento che passerà molto tempo prima che io possa tornare a Hogwarts.

Hey!
Eccomi…ancora eheheh
Allora come vi è sembrato questo finale?
Pieno di errori?
Probabile.
A tratti incomprensibile?
Anche questo è possibile ahahah
Qui finisce “Mary Lloyd e Il Voto Infrangibile”, mi sarebbe piaciuto dare più senso a questo titolo ma questo è quanto per il momento!
La storia continua?
Oh sì! Nella mia testa è già tutta lì, probabilmente già piena di errori ortografici e scene trash!
L’unica cosa che mi domando è cosa ne pensiate voi e se realmente vi interessi un continuo! Fatemelo sapere con una recensione e chi può saperlo…un giorno potreste trovare un ultimo primo capitolo della storia di Mary!
Vi ringrazio se siete arrivati fino a qui!
Alla prossima!


 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: CaramelizedApple