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Autore: sunako chan    10/05/2005    7 recensioni
Ecco una mia nuova storia, non sono pratica dei bb ma leggete lo stesso. Hilary è entrata a far parte di un organizzazione che...
Genere: Romantico, Azione, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una ragazza era seduta in una delle tante poltrone di un ufficio

Ciao!!!!!!!!!!!!! Allora devo dirvi alcune cose... sono nuova del campo fanfics dei Bayblade... ma avevo una mezza idea e quindi l’ho messa per iscritto. Non so se sarò all’altezza, bo, chissà come andrà!!!!!!

Che dire di questa storia: è una Hilary/..... lo scoprirete solo leggendo. Adesso non vi annoi più e leggete.

 

PROLOGO

 

““Una ragazza era seduta in una delle tante poltrone di una sala d’attesa.

Era bellissima: i lunghi capelli castani le ricadevano oltre le spalle mentre i suoi occhi color cioccolato, conosciuti per quell’allegria che solo essi sapevano donare, in quel frangente esprimevano confusione. Indossava un semplice vestitino azzurro cielo, le cui bratelline erano legate al collo, che arrivava sino alle ginocchia; semplice sì ma su lei l’effetto era davvero strabiliante poiché riusciva, attraverso la sua semplicità, ad esaltare le sue giuste curve, fasciando il suo corpo come ad una seconda pelle.

Si mosse sulla poltrona. Era passata più di mezzora da quando aveva preso posto lì, ed incominciava a stancarsi di quell’atteggiamento riservatole. Portò con un gesto meccanico la mano tra i capelli, attorcigliando noiosamente una ciocca tra le dita mentre con gesto molto femminile portava la coscia destra su quella sinistra, dondolando il piede.

Cosa ci faceva lì? Neanche lei lo sapeva o forse no, dire che non lo sapeva era troppo... che scopo c’era nell’essere lì se non per un obiettivo ben preciso! E poi... se pensava a chi apparteneva quel luogo... beh... non prometteva nulla di buono.

Ma cosa voleva ancora da lei? Non le era bastata la missione che aveva fatto prima? Forse l’aveva chiamata per ringraziarla... ma che stava pensando... figuriamoci se lui osava chinare il suo maestoso capo per ringraziare una come lei... no, lui non era il tipo da donarsi a certe formalità, e poi, non l’aveva ringraziata allora, perchè doveva farlo ora?

La voce dell’odiosa segretaria di quello studio la destò dai suoi pensieri, pigramente si alzò dalla poltrona, raccolse la sua borsetta e si recò a passi lenti verso l’ufficio tanto odiato.

Arrivata davanti alla porta fece un profondo respiro e si decise a bussare.

-Avanti...- 

Entrò con passo deciso. Se c’era una cosa che aveva imparato da tutto ciò, era proprio quello di non lasciarsi spaventare da lui se voleva il rispetto, sapeva cosa andava contro se disubbidiva ma ciò non toglieva a lei il diritto di ricevere il suo rispetto a missione conclusa, tale regola valeva anche per il mondo esterno, mai avere paura del proprio avversario. Il luogo era cambiato molto dall’ultima volta che l’aveva visto: 5 mesi prima. Era stato lì che quell’uomo l’aveva ricattata...

L’uomo, che fino ad ora gli aveva dato le spalle, si girò. Era un uomo abbastanza anziano, occhi castani, apparentemente gentili, capelli neri con qualche sfumatura biancastra, una fitta barba nera...

-Finalmente ci rivediamo!!!- un ghigno si fece largo tra le sue labbra curate.

-Non che possa farmi piacere.- disse la ragazza mettendo in quel tono un po’ di rabbia.

-Ehm... vedo che sei felice di vedermi, bene. Come stai? E’ da  tanto che non ci si vede!-

-Non essere così formale, sai benissimo che non ti si addice per niente.-

L’uomo con passo lento si avvicinò alla ragazza che continuava imperterrita ad osservarlo con espressione seria e grave. Le prese la mano e, con gesto veloce, l’attirò a se prendendole con l’altra mano il mento.

-No no no... non ci siamo proprio, devi comportarti bene con me, se no lo sai che fine può fare questo bel bocconcino!-

-Se non ti dispiace, adesso puoi anche lasciarmi.- disse lei tranquilla, per nulla spaventata da quel gesto, cosa che irritò l’uomo.

-Ok... ti lascerò, ma devi essere più gentile nei miei confronti.-

L’uomo, spingendola, la lasciò andare e, dopo aver fatto il giro della scrivania, si sedette sulla sua poltrona di pelle nera.

-Allora, perchè mi hai fatto chiamare?-

-Piccola Hilary, per lavoro no?!- il tono dato da quell’uomo sapeva di ironico.

-Lavoro?!- Hilary alzò il fine sopracciglio, incrociò le braccia al petto e sorridendo furbamente disse –Tu questo lo chiami lavoro?-

-Certo! cosa è se no? E poi, ti ricordo che la paga è piuttosto alta.- certo il ragionamento non guastava, quel “lavoro” fruttava tanto ma a quale prezzo? Il prezzo da scontare era proprio quello di mettere fine alla vita di qualcuno per ottenere la somma.

-Questa volta la tua missione sarà molto più difficile.-

-Dimmi pure.-

-Tu dovrai svolgere un piccolo incarico che è molto pericoloso.-

-Sai che paura.-

-Sapevo che avresti reagito così... non c’è nulla che possa spaventare la “dama dagli occhi dell’ombra”.-

-Infatti.- quel nomignolo gli fu affibbiato da lui per la sua determinazione nel compiere le missioni, una dama dagli occhi di fata che non concede all’avversario il minimo sospetto di falsità, nessuno sospetterebbe che dietro la dolcezza di quello sguardo si cela il rosso del sangue delle sue vittime. Nessuna emozione verso la pietà di coloro che implorano il suo nome, l’obbiettivo rimane uccidere chi intralcia i loro piani.

-Oggi, all’aeroporto, atterrerà un jet privato occupato dagli elementi della squadra dei Bladebreakers, una certa squadra di bayblade giapponese.-

-Ed io, cosa dovrei fare?-

-Sei ingenua mia piccola signorina Tachibana. Devi conquistarti la loro fiducia e poi... alla fine... devi... lo sai di che si occupa la nostra federazione segreta...- e come se lo sapeva, che domanda stupida le aveva appena fatto.

-E chi dovrei...-

-Un tizio di nome Takao Kinomiya.- l’uomo si abbasso di poco per prendere dal suo cassetto un fascicolo che fu dato ad Hilary.

-Ho sentito nominare questo certo Kinomiya. Lui è il campione mondiale del bayblade.-

-Già, vedo che non ti sfugge nulla piccola Hilary!-

-Chi è che ti ha comandato di...-

-Un certo Yuri Yvanov...-

-Perchè?-

-Ora vuoi sapere troppo, non lo immagini?-

-No, non credo possa esserci una motivazione valida da volere un ragazzo morto.- sorrise mentre continuava ad esaminare il fascicolo sulla sua nuova vittima.

-Conosci Yvanov?-

-Yvanov... forse sarebbe meglio dire chi non lo conosce! E’ il capitano dei Demoliton Boys, squadra russa i cui membri sono: Ivan, Boris e Sergej.- sorrise contenta di averlo lasciato ancora una volta sbalordito.

Quella ragazzina era un portento, conosceva di tutto e di più, non potè far altro che compiacersene. Quella ragazza rappresentava il futuro della sua organizzazione ed avrebbe fatto di tutto pur d’averla per lui e all’interno, per sempre.

-E secondo te perchè vuole la sua morte?-

-Vediamo...- mise un indice della mano sul mento per poi esclamare -Per vincere il campionato che si svolgerà qui in Italia...-

-Già..-

-Furbo il ragazzo!-

-Infatti!-

-La ricompensa?-

-Saranno 25,000,000 E se lo ucciderai nel minor tempo possibile...-

-Bella la ricompensa... allora ci si vede!- stava per dirigersi alla porta ma la voce di quell’uomo la fermò.

-Non ancora Hilary, non è tutto!-

-Come?- si girò di scatto, ma che stava dicendo?

-C’è un ma.-

-Sarebbe?-

-Non appena Yvanov ha visto chi sarebbe stata l’incantatrice di questo Kinomiya, in pratica tu, ha deciso di rendere ancora più difficoltosa ed eccitante la tua missione.-

-Cioè?- cominciava ad spazientirsi, ci mancava pure quel russo a complicarle la vita, come se fosse facile uccidere qualcuno senza altri problemi intorno.

-Sarò chiaro, breve e conciso: se non riuscirai ad ucciderlo sarai la sua sposa!- Hilary per poco non cadeva a terra che aveva detto? Stava scherzando forse? Lo guardò dritto negli occhi.

-Ti prego dimmi che non hai accettato?-

-Si, resta pur sempre un mio cliente.-

-No...-

-Io sono sicuro che ci riuscirai ad ucciderlo... lo hai fatto altre volte, non puoi fallire proprio ora...-. . Ma quello era tutto matto! Ora si che aveva un pretesto per uccidere questo Kinomiya.

-Suppongo che dirti se posso tirarmi indietro non servirebbe a nulla vero?-

-Vedo che sei perspicace. Ti affiancheranno altre 3 ragazze, loro avranno il compito di eliminare gli altri componenti, Rei Kon, Kai Hiwatary e Max Makusu. Considerati fortunata, questa volta non sari da sola.- sorrise malignamente per poi continuare -Le incontrerai in aeroporto, devi andare al gate numero 5, è lì che li troverai.-

-Come faremo ad avvicinarli?-

-Ho pensato anche a questo, sarete le loro collaboratrici nel campo del bey... ah dimenticavo, per la durata della missione abiterete tutte da loro, sarà più semplice spiare le loro mosse e attaccarli quando meno lo aspettano.””

 

Adesso era lì in taxi che aspettava di arrivare all’aeroporto.

Chissà come sarebbe stata la sua vittima? Gentile? Premurosa? Non lo sapeva, e francamente se ne infischiava, meno rapporti s’istauravano con le sue vittime e meglio era, la missione non rischiava di essere compromessa. Aveva accettato l’incarico in silenzio e l’avrebbe portato al termine a costo della sua vita, non poteva sposarsi con quel Yuri, diamine ma perchè dovevano capitarle tutte a lei.

-Signorina...-

La voce del tassista la risvegliò dai suoi pensieri. Erano già arrivati all’aeroporto e lei non se n’era accorta.

Dopo aver ringraziato e pagato il tassista entrò all’aeroporto.

-Ammazza che confusione...- Disse.

C’era una confusione tremenda e arrivava tutta dal gate 5. Diresse i suoi passi al gate trascinando con se il trolley, fermandosi non appena potè notare tre figure femminili tra la marmaglia di gente. Erano loro, le riconobbe dal piccolo tatuaggio che le ragazze avevano sul polso destro, le ali nere di un angelo. Lo stesso tatuaggio sfoggiato da lei. Per qualcuno era un semplice tatuaggio ma per loro indicava il segno di appartenenza a quella organizzazione dagli scopi lugubri e malefici.

Le osservò, La prima, era seduta stancamente sulla propria valigetta, aveva lunghi capelli rosa tenuti legati in una coda alta tramite ad uno spesso elastico rosso, gli occhi neri erano particolari in quando in essi risiedevano delle striature rosastre. Indossava un paio di pinocchietti bianchi, una fascia azzurra che le fasciava il corpo e che lasciava scoperto l’ombellico, ai piedi calzava un paio di stivali slacciati. La seconda era appoggiata al muro, aveva lunghi capelli blu come la notte, lasciati sciolti, gli occhi erano di un bellissimo colore verde, sulla fronte portava una fascia rossa, indossava una gonna lunga nera con spacchi laterali che si fermavano giusto all’altezza delle cosce, un top blu legato al collo, ai piedi calzava un paio di sandali col tacco. La terza, guardava l’uscita passeggiando avanti ed indietro, quel gesto le faceva dondolare i suoi capelli neri lunghi sino alle spalle con eleganza, capelli mossi leggermente e che si piegavano in boccoli nella parte finale, i suoi occhi erano castano scuri tenuti nascosti dietro la forma squadrata di un paio di occhiali da vista. Indossava una gonna corta a pieghe colore della pesca ed una maglia con scollo a barca bianca che risaltava le sue forme delicate, ai piedi calzava un paio di scarpe bianche con tacco a spillo.

Hilary sorrise, proprio un bel quartetto irresistibile aveva scelto: belle e intriganti, dolci e dai modi gentili. Nessuno avrebbe potuto resistere a loro, nessuno.

Hilary, si avvicinò a loro e disse: -Ragazze, io sono la quarta.- le ragazze le sorrisero.

-Benvenuta, piacere io sono Mao.- disse la ragazza dai capelli rosa porgendole la mano.

-Io sono la bellissima Mariam!- Disse la ragazza dai lunghi capelli blu.

-Ed io sono Luce.- Disse l’ultima ragazza dai capelli mossi e castani.

-Piacere io sono Hilary. Ho sentito parlare di voi, sul taxi ho letto qualche cosa su voi tre, complimenti ragazze, vantate di ottima fama all’interno dell’organizzazione.-

-Già...- disse Mao. –Anche tu non sei da meno comunque.-

-Eh già.-

-Ragazze i giornalisti scalpitano.- disse Mariam.

-Andiamo.- disse Luce.

-Delle vittime piuttosto famose...- si lasciò dire Hilary.

 

Stanno uscendo...- dissero tutti i giornalisti mentre si preparavano ad intervistarli ed a fargli delle foto..

 

-Andiamo...-

-A noi Bladebreakers.- Disse infine Hilary prima di avviarsi verso la sua vittima: Takao.

 

 

 

Come è andata? Lo so, non è ancora nulla però è solo il primo chap e per giunta il prologo.

Fatemi sapere cosa ne pensate...

baci

 

  
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