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Autore: Cara93    02/02/2020    3 recensioni
Approdo del Re. Tywin Lannister ha deciso che Sansa Stark dovrà sposare un Lannister. Non sposerà il Folletto, però, bensì il vero erede di Castel Granito: Jaime.
What if?
Sansa/Jaime; Jaime/Cersei, Sansa/Tyrion
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaime Lannister, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Erano passati giorni da quella serata disastrosa. Sansa non aveva più avuto modo di vedere il suo futuro marito. Jaime Lannister si teneva il più lontano possibile dalla torre in cui era alloggiata e cambiava strada letteralmente ogni volta che la incrociava nella Fortezza.
‘Benissimo, possiamo anche continuare così per tutta la vita, se vuole’, pensò indispettita. Lei più di chiunque altro avrebbe tutte le ragioni di disprezzare una simile unione, eppure sembrava che Jaime Lannister non avesse alcuna intenzione di dissimulare il proprio disappunto. 
‘Come un bambino.’
Se il leone dorato dei Lannister aveva deciso di giocare a nascondino con lei, lo stesso non si poteva dire di Cersei e Lady Olenna. La prima, l’aveva invitata nei suoi appartamenti per uno spuntino leggero, invito che era più che altro una convocazione. Durante l’ora colma di tensione e disagio, la regina madre le aveva fatto intendere chiaramente che il suo matrimonio con Jamie sarebbe stato esclusivamente una formalità, un modo come un altro per controllare il Nord e di non avere aspettative sul fratello. Come se non lo sapesse già o come se non avesse intuito la minaccia implicita nei toni di Cersei. Lady Olenna, per contro, l’aveva invitata a vedere le sue rose, che coltivava personalmente. In maniera molto più subdola rispetto a Cersei, la Regina di Spine si era scusata per il mancato accordo matrimoniale con Loras, ma nessuno, nemmeno i Tyrell, potevano permettersi di mettere i bastoni tra le ruote a Tywin Lannister. E, dopo aver elogiato la sua bellezza e la sua educazione, le ricordò che “molti leoni, anche se sembrano feroci, sono meno pericolosi delle loro femmine, perché, mia cara bambina, sono le femmine che si occupano della famiglia.” In un certo senso, era lusingata da quei consigli. Senza Septa Mordane e senza sua madre si era spesso sentita persa, ma stava crescendo ed imparando. Doveva diventare un’abile giocatrice, se voleva tornare a casa. 
 
Tyrion era stato convocato negli appartamenti del padre. Di nuovo. Non era un buon segno. Sapeva che Jaime non aveva fatto molto, per avvicinarsi a Sansa, così come sapeva che la rossa Stark aveva avuto una settimana intensa. Varys gli aveva riferito dell’incontro della ragazza con Lady Olenna e Cersei. Poteva immaginare cosa le avesse detto sua sorella. ‘Non dovrebbe fare l’errore di sottovalutare la giovane lupa. Tutti hanno sempre sottovalutato Cersei perché costantemente offuscata dal nostro nome e dal carisma di Re Robert. Con Sansa è lo stesso: tutti la credono stupida. Ironico, però, che tra quei tutti ci sia anche Cersei.’
“Ah, eccoti”, borbottò Tywin, una volta che entrò nella stanza, chiaramente irritato dal ritardo del figlio minore. Tyrion biascicò qualcosa in risposta, più interessato a capire perché Tywin Lannister avesse deciso di convocarlo. “Robb Stark e tutta la sua famiglia sono morti”, comunicò asciutto.
“Tutti?” chiese Tyrion, la bocca asciutta. Sapeva che Robb Stark aveva una moglie ed un figlio in arrivo. Era stato argomento di un lungo dibattimento sulle sorti del Nord, da quando i figli minori di Ned Stark erano morti. “Tutti, compresa Catelyn Stark.”
“È opera nostra?”
“Certo che è opera nostra! Credevi che avrei lasciato questa questione in sospeso?”
“Ovviamente no, padre. Cosa volete?” chiese, andando direttamente al punto. 
“Tieni d’occhio il ragazzo e fa’ in modo che non commetta sciocchezze irreparabili, come ha fatto con Ned Stark.”
“Perché? Cosa mi state nascondendo, padre?”
 
Jaime e Bronn, il mercenario di suo fratello e suo attuale insegnante di scherma, si stavano dirigendo alla sala del trono. Re Joffrey aveva convocato lì lo zio, e Bronn, che aveva notato l’umore nero del Lannister più alto, aveva deciso di accompagnarlo per evitare che facesse casini. D’altra parte, veniva pagato almeno tre volte: una, per difendere il nano; un’altra per insegnare al damerino come usare una mano sola e l’ultima per controllare che non si mettesse nei guai. E con l’umore nero che si ritrovava, probabilmente il nipote o meglio figlio, se doveva credere alle voci, lo avrebbe fatto decapitare. I Lannister lo stavano facendo diventare ricco, ma allo stesso tempo erano una fonte innegabile di grattacapi. Quando arrivarono nella sala del trono, l’odore acre e ferrigno del sangue colse le loro narici allenate. Bronn si fece ancora più attento, non gli piaceva quella situazione. Non gli piaceva il re: da quel poco che aveva avuto modo di vedere e di sentire, non era il caso di attirare la sua attenzione. 
“Zio! Ma che piacere vederti in questo giorno glorioso!” Joffrey Baratheon riusciva a stento a contenere l’eccitazione. Evidentemente, aveva ricevuto buone notizie. Da una delle porte laterali, caracollò Tyrion, ansimando per lo sforzo: aveva appena saputo che Joffrey aveva ricevuto le spoglie di Robb, Catelyn e Talisa Stark. Poteva solo immaginare cosa avesse in mente di farne. 
‘E adesso siamo al completo’, persò Bronn. 
“Oh, che bello. Ci siamo proprio tutti, nani e pezzenti compresi” commentò Joffrey crudele “o quasi.” 
Quasi fosse una parola d’ordine, dal portone principale dal quale erano entrati Jaime e Bronn, avanzò, scortata da due guardie, Sansa Stark. Jamie cercò di trattenere un moto di fastidio, alla vista della ragazza. Il risentimento e la ripugnanza che da sempre provava nei confronti dei nobili della corte, così molli e meschini, da soli sarebbero bastati a giustificare la sua scarsa inclinazione verso Sansa, che tra gli Stark gli era sempre sembrata quella più incline ed interessata a quel mondo. Come se non bastasse, ce l’aveva ancora con la giovane per il fatto stesso di essere obbligato a sposarla. Sapeva di essere infantile. Sapeva di essere ingiusto. Non poteva farne a meno. Spesso, nei momenti peggiori, aveva anche sperato che le accadesse qualcosa di brutto. Solo sperato, però. Non si sarebbe mai sognato di far del male ad una ragazzina.
‘Perché sono un cavaliere’, si disse, un moto d’orgoglio. ‘Sì, come no. Dillo a Brandon Stark, non appena lo incontrerai di nuovo nel regno dei morti’, aggiunse amaramente. Anche per questo, non solo per aver tradito il suo re, doveva riscattarsi. Sembrava essere la costante della sua esistenza. Era a buon punto, però. Forse. Era suo dovere proteggere Sansa Stark e, finché la ragazza fosse rimasta nel castello, circondata da guardie, era sinceramente convinto che si trovasse al sicuro: era un nobile ostaggio, dopotutto.
“Qualsiasi cosa tu voglia fare Joffrey ti prego, ti scongiuro, di non farla”, implorò Tyrion, provocando nel ragazzo una reazione sproporzionata. “Io sono il re e posso fare quello che voglio! Potrei tagliarti la testa con la spada di zio Jamie in questo momento, se volessi!” sbottò, infuriato. 
“Perché ci avete convocati, mio re?” chiese Jaime, nel tentativo di stemperare l’atmosfera. Il viso di Joffrey si aprì in un ghigno sadico: “Non vuoi vedere la testa di chi ti ha tenuto prigioniero, zio Jaime?”     
 
Sansa era visibilmente sbiancata, ma era riuscita a mantenere il solito contegno compito. Fissava in silenzio Joffrey, in attesa di istruzioni. Jaime si era ammutolito: non poteva credere che Joffrey avesse intenzione di mostrargli la testa di Robb Stark davanti a Sansa. Non era giusto ed era crudele. Non aveva intenzione di prestarsi a quello che Joffrey aveva in mente, cioè mettere in scena un’ulteriore umiliazione pubblica ai suoi danni. 
“No, mio re. Non ci tengo particolarmente”, rispose irrigidito. 
“Ah. Allora preferiresti quella di sua moglie? O di sua madre? Oppure ancora il minuscolo bimbo che la sua cagna non ha avuto modo modo di partorire?”
‘Non è successo davvero. Robb è vivo e sta bene. Stanno tutti bene. Va tutto bene’, continuava a ripetersi Sansa. L’aveva detto talmente tante volte, che stava quasi per crederci; anche quando Joffrey le si avvicinò, tenendo la testa di Robb per i capelli. Il suo sguardo si era appannato, tanto da accentuare l’illusione che fosse tutto un terribile incubo. Il sangue le pompava nelle orecchie tanto da non consentirle di sentire ciò che stava raccontando Joffrey, che doveva essere terribile a giudicare dall’espressione degli altri presenti. Sentiva di stare per svenire, ma non si sarebbe mai sognata di dare a Joffrey quella soddisfazione. ‘Forse dovrei farlo e basta. Forse mi lascerà in pace’, pensò. Sapeva che non era vero: Joffrey aveva deciso di tormentarla quando l’aveva catalogata come la più debole e ingenua della sorelle Stark. Se Arya fosse stata al suo posto, non si sarebbe mai sognato di trattarla come faceva con lei.
‘Quanto vorrei essere come Arya. Quanto vorrei essere Arya.’
“L’alfiere dei Tully, Lord Frey, è stato così scontento dell’onore di tuo fratello da decidere di ucciderlo. Non l’ha fatto da solo, ovviamente. Anche uno dei signori del Nord, Lord Bolton, si è reso conto di quanto Robb Stark fosse indegno. Li hanno uccisi tutti durante un banchetto. Hanno sgozzato il Re del Nord. Pugnalato al ventre la puttana che ha sposato. Sgozzato sua madre. E non è finita. Sai cos’hanno fatto con il corpo? Hanno ucciso uno dei cani rognosi che voi Stark vi portate sempre dietro e hanno attaccato la testa al corpo di Robb. Quanto avrei voluto essere lì!” Joffrey gongolava, incurante delle espressioni sbigottite dei presenti e di quella vagamente assente di Sansa. 
“Cosa dovrei fare con questa, mia signora?” chiese, portando la testa all’altezza degli occhi della ragazza, in modo che non potesse ignorarlo. Gli uomini tacevano. Non sapevano bene cosa fare, troppo sconcertati per intervenire. 
“Non mi importa cosa ne farete, mio re. Potete anche gettarla nel fango o darla in pasto ai poveri di Fondo delle Pulci” gli rispose, la voce priva di colore. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare quanto le fosse costato pronunciare quella frase. Jaime Lannister sussultò, Bronn sgranò gli occhi, mentre Tyrion la guardava rammaricato. 
“Davvero?” rispose Joffrey, lanciando lontano la testa di Robb, che finì contro una colonna, producendo un rumore sordo. Sansa serrò gli occhi un istante, sforzandosi di non trasalire. Non stava succedendo niente di diverso da quelle ore interminabili in cui Joffrey la torturava usando le spoglie di suo padre, facendogliele trovare davanti agli occhi nei momenti più disparati o usandole come pupazzi, al solo scopo di inorridirla e spaventarla. “E con quella di tua madre?”
“Sono traditori, mio re. Sono certa che sceglierete con saggezza cosa farne”, questa volta non riuscì a reprimere un tremito, che non sfuggì ai presenti. Per Joffrey, invece, non era abbastanza dato che si appollaiò sul trono, imbronciato. 
“È un peccato che l’abbiano ucciso al Tridente. Avrei voluto usare la mia spada su di lui, come vi avevo promesso” brontolò Joffrey. 
“La vostra mano non è degna di sporcarsi tanto, mio re” lo blandì quasi meccanicamente. ‘Anch’io avrei voluto che avessi affrontato Robb, stupido imbecille. Ti avrebbe ucciso ed ora non saresti qui a mostrarmi gongolante le teste dei miei famigliari’, pensò sforzandosi di trattenere una risata isterica. Forse la vera intenzione di Joffrey era di farla impazzire. Beh, non mancava molto. Sentiva la pelle tirare e prudere, le mani tremare e un sapore ferroso in bocca. Si era morsa la lingua.
“Mio re” intervenne Tyrion, quasi con disperazione, attirando l’attenzione di Joffrey “la vostra fidanzata ha richiesto la presenza di lady Sansa. Non vorrete certo...”
“Andate. Tutti” tagliò corto il re, congedandoli, senza più ombra dell’entusiasmo di poco prima.


Angolo dell'autrice: mi scuso per questi ritardi immensi, non sto rispettando i tempi di pubblicazione che mi sono imposta sia per cause di forza maggiore, sia perché sto facendo delle digressioni impreviste (e perché ho la brutta abitudine di cominciare anche altre storie). Però voglio portare a termine questa long, prima o poi; la scaletta con i punti principali della storia c'è e la voglia anche, quindi se siete ancora interessati, beh, tranquilli: si vedrà una fine non come qualcuno. A presto e grazie a chiunque legga e recensisca! 
   
 
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