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Autore: Mikirise    10/02/2020    1 recensioni
Uraraka spesso sbuffa, lamentandosi di Midoriya. Non è giusto, dice, che lui abbia un ragazzo perché gli è letteralmente caduto dal cielo tra le braccia. Non tutti possono essere così fortunati.
E Midoriya la guarda con un'espressione un pochino offesa, mentre si posa una mano sul petto. "Non è stata fortuna!" esclama un giorno. "Ho dovuto controllare la pressione dell'aria e la temperatura e che fosse abbastanza nuvoloso, che i pianeti si allineassero e che mia mamma mi desse la benedizione, poi aspettare pazientemente con le braccia aperte. Non è fortuna. È preparazione."
Uraraka ride a questo punto, dandogli un buffetto sul naso.
Midoriya è davvero cambiato tantissimo dalla prima volta che lo hanno conosciuto.
[vigilantes!au][tododeku][identity porn]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Shouto Todoroki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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#7 Amore: Ricalcolo del piano quinquennale!!

“Ho baciato Izuku.”

Uraraka sputa il suo caffè sul tavolo, mentre Iida prende un respiro profondo e le passa dei fazzoletti per pulire. Shouto li osserva, posa una guancia sulla mano e poi sospira. Alla fine, la cosa migliore deve essere tenerli aggiornati. Una volta che ha iniziato non può certo tirarsi indietro.

“Cosa hai fatto?” chiede teatralmente Uraraka, tappandosi il viso con un fazzoletto, mentre con l’altro pulisce il tavolo.

Non c’è nessuno intorno a loro. Si sono svegliati tutti e tre molto presto e hanno iniziato a fare colazione ancora più presto. Yaoyoruzu, che di solito è una delle prime ad arrivare in cucina, dovrebbe arrivare tra una decina di minuti. Era il momento migliore per aggiornare Iida e Uraraka. Almeno. Shouto pensava che fosse il momento migliore per aggiornarli. Giocherella con un ciuffo di capelli che gli cade sulla tempia. Forse avrebbe dovuto aspettare qualche giorno per aggiornarli? Non sarebbe stato un po’ come mentire? Si può mentire agli amici? Izuku lo fa. Uhm.

“Ho baciato Izuku” ripete Shouto, perché Uraraka sembra essere davvero molto confusa e forse prima non lo ha detto a voce abbastanza alta. Non vuole che fraintendano. Anche perché questa è una delle cose più belle che gli siano mai capitate, quindi vuole condividere con loro questa gioia. Giocherella ancora con il ciuffo dei capelli. “Dovrei tagliarmeli?” chiede, soprappensiero. A Izuku piacerebbe se si tagliasse i capelli? E che cosa deve fare adesso che ha tutto chiaro nella sua testa? Yaoyoruzu ha detto qualcosa sui capelli e le relazioni. Dovrebbe tagliarseli?

“Quando?” chiede Iida, togliendosi gli occhiali per pulirli.

“Non lo so” risponde Shouto, continuando a giocherellare col ciuffo. “Il prossimo fine settimana abbiamo il permesso di uscire dal campus. Quindi direi il prossimo fine settimana.”

“Non quando ti vuoi tagliare i capelli” sbuffa esasperata Uraraka. “Quando hai baciato Izuku-kun.”

Ah. Shouto inclina leggermente la testa, per pensare a quale sia la risposta giusta a questa domanda. “Qualche settimana fa” risponde alla fine. Perché è vero e anche abbastanza vago. Il fatto che Shouto non sapesse che il Coniglio Lunare fosse Izuku non ha molta importanza, ora come ora. Lo ha comunque baciato. Non saprebbe a chi dovrebbe dire questo, ma comunque, ormai, lo ha detto. Quindi tanto vale.

“E ce lo dici soltanto adesso?” chiede ancora più esasperata Uraraka. “Mi stai uccidendo, Todoroki-kun. Stai uccidendo la tua migliore amica.”

“Yaoyuruzu mi sembra star abbastanza bene” mormora lui in risposta e Uraraka si posa una mano sul petto, con l’espressione più falsamente ferita che ha in repertorio, prima di scuotere la testa.

“Oltre il danno anche la beffa” mormora lei, girandosi verso Iida.

“E che cosa ha fatto Midoriya-kun?” gli chiede invece Iida. “Quando lo hai baciato.”

“Mi ha detto che non mi devo preoccupare, perché sono cose che succedono tra amici.”

Sia Uraraka che Iida, quasi in contemporanea, si portano una mano sulle labbra, per fermare malamente una risata. “Ben ti sta” dice Uraraka, tornando a bere il suo caffè. “Avevamo fatto una lista d’attesa. Se Izuku-kun avesse dovuto baciare qualcuno della nostra classe, io sarei stata la prima della lista. E tu hai violato le regole. Quindi: ben ti sta.”

“Nessuno ha fatto nessuna lista” cerca di protestare Iida, scuotendo la testa.

“Oh, invece sì. Voi siete solo degli invidiosi perché la prima opzione dovevo essere io. Poi c’era Kirishima-kun. Voi non c’eravate nemmeno sulla lista. Dovreste proprio stare lontani da Izuku-kun.”

“Ma di che lista parli?”

“L’abbiamo compilata durante il campo delle Pussycat. Se volete, ve la faccio vedere.”

“Stai scherzando.”

“Sto ovviamente scherzando!” esclama lei esasperata, con un gesto delle mani. “È che mi spaventa che tu abbia baciato Izuku-kun. E che non ce l’abbia nemmeno detto. E che lui -lui ha deciso di ignorare la cosa, vero? Ovviamente. Forse è per questo che ha deciso di regalarci i biglietti omaggio per All Might: Rising. Perché voleva dirci addio, per colpa di Todoroki-kun e adesso si porta Bakugou-kun dietro perché è più facile affrontare un suo bullo delle elementari, piuttosto che affrontare i sentimenti di Todoroki-kun. E noi, io e Iida-kun, siamo qui, tra due fuochi, completamente inermi, mentre guardiamo una nostra amicizia sgretolarsi, per colpa di Todoroki-kun.” Col fazzoletto, fa finta di asciugarsi una lacrima. “Tutto per colpa tua.”

“Potresti prendere la cosa sul serio?” chiede Iida, sospirando.

“Io sono seria.”

“Allora sii più seria” la rimprovera Iida. “Per favore.”

“Dovresti prendere le cose con più leggerezza, Iida-kun” ribatte lei. “Questa cosa -sapevamo che sarebbe potuta succedere, per questo gli avevo detto di prenderla per le lunghe. Ha deciso di ignorare il bacio, giusto?”

Shouto scrolla le spalle. Può dire che è andata così, in effetti.

Uraraka arriccia le labbra. “Quindi sappiamo che sei importante come amico. E che Izuku è, in un certo grado, spaventato da quello che è successo, tanto da volerlo ignorare, giusto?”

“Ne abbiamo parlato” contribuisce Shouto, con le sopracciglia aggrottate. “Ma solo una volta e indirettamente. Lui mi ha chiesto perché l’ho fatto e io ho risposto che l’ho baciato perché volevo baciarlo e lui non mi è sembrato molto convinto.”

Uraraka lancia uno sguardo a Iida. “Perché ti vede come amico. E gli amici di solito non si baciano sulle labbra” gli spiega, con un cenno della testa.

“C’è una linea, tra amicizia e amore. Midoriya-kun ha appena scoperto l’amicizia e penso che stia cercando di capire cosa gli amici provano e che cosa no. Non so spiegarti i suoi sentimenti, ma... tu vuoi veramente oltrepassare quella linea? E poi: puoi tornare indietro, se lui ti dicesse no? Potreste tornare amici?”

“Se Izuku riesce a essere amico con Bakugou, io posso tornare a essere amico con lui, dopo che mi ha rifiutato” risponde Shouto, con una smorfia. “Mi state sottovalutando?”

“Beh, allora, se è una cosa che vuoi veramente fare e se veramente non vuoi seguire i nostri consigli di andare con calma...” Uraraka ha un tono leggermente accusatorio. Poi sospira, ruotando gli occhi. “Tanto alla fine, chi riceve consigli fa sempre come gli pare, vero? Beh. Comunque. Presentati come possibile partner romantico” dice, muovendo la mano di qua e di là. “Fino ad adesso hai fatto la parte dell’amico. Che va bene. Di solito ci si presenta così, ma se vuoi qualcosa di più, forse dovresti far capire che non lo vedi solo come un amico. Fa cose tipo, non lo so, accompagnarlo a casa, portalo a mangiare un gelato solo voi due, fa delle cose che potrebbero richiamare una vita di coppia, anche se non lo siete del tutto. Ormai avete passato la fase degli incontri coi gruppi, alla fine. Fa così. Fagli capire che sei lì e accettare o rifiutare -sarà tutto nelle mani di Izuku-kun, a quel punto.”

“E cosa cambia una volta che mi vedrà come possibile partner romantico?”

“Ti potrà dare la sua risposta” risponde prontamente Iida. “Adesso non ti ha né rifiutato né accettato come possibile partner perché -non pensa che tu faccia sul serio. Non essendoci stata nessuna preparazione, corteggiamento, o come lo vuoi chiamare, non ha visto arrivare il bacio. Ovviamente questo vuol dire che ti devi preparare a un possibile rifiuto.”

Shouto annuisce. Quindi è una cosa semplice così. Va bene. Lo può fare, in effetti. Anche se non era questo quello che voleva dalla conversazione. Lui voleva solo aggiornarli e sentire qualcuno che gli dicesse: vai così, bravo! E invece. Ma almeno gli hanno detto cose utili. Crede.

Uraraka sbuffa una risata. “Ehi, Iida-kun, siamo così bravi a dare dei consigli amorosi, perché noi non abbiamo nessuno?”

Iida, incrocia le braccia, in una posa stoica. “Beh” inizia. “La vita di un eroe ha raramente spazio per il romanticismo. Mia moglie sarà la Giustizia.”

Uraraka scoppia a ridere con la bocca aperta e a gran voce.


 

#7 Amore: La strada di casa!!

Fuori da scuola, oggi, non c’è soltanto All Might, che aspetta che Izuku esca, stranamente in orario. Fuori da scuola, oggi, con ancora la divisa della UA e le mani in tasca, c’è Shouto-kun, che guarda con insistenza qualcosa per terra. E Izuku non sa esattamente che cosa dovrebbe fare, a questo punto. Li vede dalla finestra della sua classe. E quindi posa le mani sul viso e sospira pesantemente, attirando l’attenzione di Yamamoto-kun, che gli dà un colpetto sulla spalla, per farlo sedere di nuovo con la schiena dritta.

La lezione era abbastanza complicata da seguire, per fortuna, perché altrimenti la mente di Izuku avrebbe ricominciato a volare da una parte all’altra, chiedendosi come è stato possibile che due dei suoi problemi più imminenti abbiano deciso di aspettarlo letteralmente al varco. Quindi, professoressa Abe che ha deciso di dare loro le nozioni base della Chimica e della sua applicazione generale. Il problema sorge quando, beh, la lezione finisce e Izuku lancia un’altra occhiata all’entrata di scuola e non si sono mossi di un millimetro. All Might e Shouto-kun non si sono mossi di un millimetro. Quindi. C’è una soluzione. Potrebbe scappare dalla scuola e correre verso casa e inventarsi una qualche scusa con la mamma. Mamma sarà arrabbiata per un po’, okay, ma poi le passerà e Izuku avrà guadagnato un pochino di tempo. Non tantissimo, ma un pochino sì. Almeno qualche ora. Almeno la sanità mentale di non dover affrontare entrambi allo stesso momento.

Ma non può scappare per sempre. È solo confuso. Nel modo peggiore, poi. Perché non vede Shouto-kun da quella notte in cui si è tolto la maschera da Coniglio Lunare e perché dice di aver fatto pace con All Might ma manca qualcosa. C’è qualcosa che non capisce, c’è qualcosa che non va bene.

Come può capire cosa va male, se lui stesso non ha il tempo di pensarci? Izuku sospira, infilando il più lentamente possibile le penne nell’astuccio e ancora più lentamente i libri dentro lo zaino. Deve trovare una soluzione in fretta. Non sa che soluzione dovrebbe trovare, però. Non sa nemmeno quale sia il maledetto problema.

Quando sta per uscire dalla classe, Yamamoto-kun gli scompiglia i capelli per poi fare un cenno con la mano e i gemelli Harada saltano via, mentre la professoressa gli fa cenno di seguirla, per poter raggiungere All Might. Davvero. Lo trattano come un bambino. Ma Izuku non può farci niente, a questi livelli, quindi tanto vale sospirare e seguire la professoressa. Tanto vale far finta di voler essere protetto.

Si sente un po’ come se avesse perso una battaglia, in effetti, con tutte queste persone che vogliono essere sicure che lui stia bene. Non ha mai avuto bisogno di nessuno, lo ha detto e lo ha anche ripetuto. Era uno dei motivi per cui si inventava tante scuse, quando era piccolo, per non far preoccupare la mamma, per non farle sapere qualsiasi cosa gli stesse succedendo. Non è sicuro che la mamma gli abbia mai creduto, ma, per lui, ha fatto finta. E, sempre per lui, lo ha cullato e lo ha custodito. Vederla fare il tour per incontrare, conoscere e ricordare i loro doveri agli adulti nella vita di Izuku è stato da una parte abbastanza imbarazzante, perché è sicuro che Koichi-nii, dopo aver incontrato la sua mamma, abbia pianto. Da una parte, invece, è stato come tornare bambino. Più piccolo, più giovane. Quando ancora non si vergognava di aggrapparsi alla gonna della mamma.

Ha sentimenti contrastanti, su questa faccenda. Ha promesso a Shouto-kun che avrebbe lasciato che le persone lo aiutassero a essere al sicuro, e in quel momento lo credeva per davvero, credeva di poterlo fare, ma questo non cancella l’irritazione che prova il più delle volte. Questa strana sensazione che tutti lo vedano come qualcosa di molto piccolo. Qualcosa di molto fragile.

Lui non è piccolo. Non è più fragile.

Izuku tiene stretti gli spallacci dello zaino e la professoressa Abe posa una mano sulle sue spalle, per spingerlo delicatamente verso All Might. Sì. Beh. Non che Izuku avesse voglia di rimanere a scuola per ancora molto altro tempo. “Forse è ora che Midoriya-kun entri in qualche club della scuola” dice la professoressa, guardando verso All Might. “I suoi voti sono abbastanza alti per entrare nelle iniziative dei laboratori. Ne parli con la madre.”

Izuku guarda intensamente il cemento sotto i suoi piedi, prima di fermarsi esattamente sulla linea dell’entrata. Dentro e fuori. Nessuno gli ha chiesto se volesse entrare a far parte delle iniziative del laboratorio, perché è quel tipo di attività extra-scolastica di cui prima di parla ai genitori, per avere i permessi. È, essenzialmente, un lavoro dopo scuola che ti dà crediti, e ca cui soltanto gli studenti della Nishimachi hanno accesso. I gemelli Harada ne fanno già parte. Ma nessuno ha chiesto niente a Izuku, che arriccia un po’ le labbra, evita la mano di All Might con molta naturalezza e fa un cenno di saluto a Shouto-kun. (Shouto-kun è stata la prima e unica persona che gli ha chiesto il permesso di proteggerlo.)(Forse per questo, invece, lui non gli dà così fastidio.)

“Ne parlerò col giovane Midoriya e poi con sua madre” la rassicura All Might, prima di fare un cenno con la testa, per salutarla e poi indicare la strada a Izuku e Shouto-kun.

Cammina loro dietro. Sicuramente per lasciare qualche spazio. Forse pensa che Shouto-kun voglia dire qualcosa di molto importante a Izuku. E forse ha ragione. Izuku sospira, grattandosi la guancia e rendendosi conto di non essersi tolto la fascia dai capelli.

Sente come tutto il sangue che ha in corpo diventi, per qualche motivo, freddo. Gelido. Quasi morto. Si è dimenticato di togliersi la fascia dai capelli. E ora la sua bruciatura... “Io...” inizia a voce un po’ troppo alta, che fa sobbalzare Shouto-kun. (Non riesce a vedere la reazione di All Might), ma Izuku chiude gli occhi dandosi dell’idiota. Si gratta la testa, ridacchiando nervosamente. “Non volevo spaventarti” mormora, lanciando uno sguardo alle loro spalle. All Might ha un passo molto lento. Non sembra volerli raggiungere. Shouto-kun deve avergli fatto capire qualcosa. Forse All Might sa che Shouto-kun sa della sua vita da vigilante. Forse non lo sa, ma lo ha intuito. Non sa come questo potrebbe complicare ancora di più le cose, ma Izuku sa che le complica ulteriormente. Quindi sospira, continuando a giocherellare col ciuffo sopra la sua vecchia bruciatura.

Shouto-kun inclina un pochino la testa e sorride, mentre continuano a camminare e gli mostra il palmo della mano. Come al cinema. Un’ancora. “L’‘avevo già vista” gli ricorda, con la voce bassa. E Izuku sbuffa una risata leggera e gli prende la mano., Come dei bambini. Stanno sempre a tenersi per mano. È una cosa molto importante, per loro. Per Izuku lo è. Che Shouto-kun continui a prendergli la mano nonostante tutto è molto importante per lui. Per questo rilassa le spalle. Per questo si sente un pochino più rilassato.

“Hai dovuto fare un permesso per uscire dal campus? Non hanno capito che l’intruso ero io, vero?” chiede a bassa voce, posando una mano sul lato della bocca.

Shouto-kun aggrotta le sopracciglia, scuotendo la testa. “Non credono che sia un vigilante a essere entrato. Forse un ladro, o un criminale. Si chiedono come abbia fatto a superare le barriere. L’unica volta che lo hanno fatto quest’anno è stato con dei giornalisti che hanno distrutto le porte.”

La domanda è nell’aria, quindi Izuku alza un lato delle labbra. “Ho saltato. E poi, dopo aver saltato, ho galleggiato fino al tuo edificio.”

“Le soluzioni semplici sono sempre le migliori” mormora Shouto-kun, annuendo piano. “Nessuno -All Might sa che ti sei intrufolato nel campus?” chiede, lanciando un’occhiata dietro di lui. Izuku si sforza di non fare la stessa cosa. Cerca di continuare a guardare dritto davanti a lui.

“Credo che lo sospetti.”

“Vuol dire che non glielo hai detto?” chiede ancora Shouto-kun, sempre con le sue sopracciglia aggrottate. Izuku non risponde. Continuano a camminare. Che importa se non glielo ha detto? che importa se ha mentito? Non è così che si va avanti, quando hai una doppia identità? Lo ha fatto con sua mamma, non può fare con All Might? Dov’è scritto? La mano di Shouto-kun non perde nemmeno per un attimo la stretta della mano di Izuku. “Sei ancora arrabbiato con lui?”

Izuku arriccia le labbra. Arrabbiato. Arrabbiato? “Non sono arrabbiato con lui. Non credo” risponde. “Ma... mi sento come se... tu sei mai stato deluso da qualcuno che ammiravi tanto. Oppure... hai deluso qualcuno che ammiravi tanto? Io mi sento come se...” Izuku sospira, ruotando gli occhi. “Avevo pensato di lasciare la carriera da eroe. Dopo Kamino” confessa. “Mia madre era furiosa con All Might e con me. Perché nessuno dei due ha dato peso alla propria vita.”

“Tua madre è una donna saggia” ci tiene a sottolineare Shouto-kun.

Izuku fa una smorfia, prima di alzare una spalla. “Avevo pensato di lasciar perdere tutto, tutta la storia dell’essere vigilante, perché... non facevate che piangere. Era così frustrante. Non facevate che piangere. E Koichi-nii mi aveva chiesto che tipo di eroe volessi essere e -non ho ancora la risposta, ma non volevo essere il motivo per cui voi continuavate a piangere. Di quello ero abbastanza sicuro. Lo sono anche adesso.” Si morde l’interno della guancia. “All Might mi ha fermato, durante la lite con Kacchan. Volevo fare male a Kacchan. Volevo davvero -ero davvero furioso, non penso che fossi in me. Volevo fargli sentire paura. E All Might è arrivato e mi ha fermato. E mi ha abbracciato e mi ha riportato a casa. Ha parlato con mia mamma. Ha detto che avrebbe messo le nostre vite al primo posto. Ha detto tante cose. E l’unica cosa che riuscivo a pensare io era... ti fai vedere solo adesso.

Si fermano davanti a delle strisce pedonali. All Might qualche metro dietro di loro sembra continuare a volergli dare dello spazio. Chissà a che cosa pensa. “Beh, in effetti, si è fatto vedere solo in quel momento, no?” gli dà man forte Shouto-kun.

“Lo avevo aspettato in ospedale. Lo avevo raggiunto a Kamino. Lo avevo aspettato dopo Kamino e lui non si è fatto mai vedere. Non mi ha scritto mai niente. Non mi ha mai detto niente. E poi è ricomparso dal nulla. E fa finta che vada tutto bene e io non so come mi sento. Non sono arrabbiato. Sono...”

“Deluso?” suggerisce Shouto-kun. Lancia uno sguardo al semaforo. “Sei deluso da All Might?”

Izuku si morde l’interno della guancia. “Ho passato tutto il tempo in cui siamo stati insieme a pensare che sarei stato io a deluderlo. Sapendo che lo stavo deludendo. E poi... Non so come mi sento.”

Shouto-kun annuisce lentamente. Con la mano gli fa capire che possono attraversare la strada e per qualche secondo, mezzo minuto al massimo, non ci sono rumori che non provengano da macchine o dalla città intorno a loro. Izuku si guarda le scarpe. Continuano a camminare ma nessuno dei due dice niente. Forse non avrebbe dovuto parlarne.

“Endeavor dice che con la delusione finisce l’amore” gli dice poi Shouto-kun, continuando a guardare dritto davanti a lui. “Per questo fa di tutto per dividere la vita privata e la vita pubblica. Non che a lui importi molto dell’amore altrui, ma i suoi fan dicono di amarlo, e quindi, per non deluderli, fa sapere molto poco della sua vita privata. Per continuare ad avere il loro amore.”

“Endeavor dovrebbe nascondere la sua vita privata per molti motivi e l’amore dei fan non dovrebbe nemmeno essere il primo di questi” gli ricorda Izuku seccamente. E Shouto-kun gli lancia uno sguardo sorridendo, per poi tornare a guardare davanti a loro.

“Penso che la delusione possa essere la fine dell’ammirazione, però. Non dell’amore” continua. “L’amore viene alimentato dalla delusione, in modo indiretto. Perché, nel momento in cui capisci che qualcuno ha fatto qualcosa che non dovrebbe, o che ti ha ferito, non metti più l’altra persona su un piedistallo, ma la metti al tuo stesso livello. E potete parlare. Potete capire insieme che cosa non va e potete avvicinarvi. La rabbia -non è mai solo rabbia. E tu ti aspettavi che All Might venisse a trovarti in ospedale. Come ti aspettavi che cercasse di contattarti dopo Kamino. Sei deluso perché lui non ha fatto qualcosa che avrebbe dovuto fare.”

Izuku aggrotta le sopracciglia. “Avrebbe davvero dovuto farlo?” gli chiede. “Lui è All Might. Il simbolo della Pace. L’eroe numero uno in Giappone e...”

“Tecnicamente, adesso, l’eroe numero uno è Endeavor.”

“Mi rifiuto categoricamente di accettarlo” lo informa Izuku, scuotendo la testa e alzando la mano libera, come segno di stop. “E comunque rimane All Might, Shouto-kun. Perché venirmi a trovare e perché darsi tanta pena per me? Ha fatto scarica-barile dall’incidente al centro commerciale. Chi sono io per pretendere una visita all’ospedale da All Might?”

“Sei il suo pupillo segreto” risponde prontamente Shouto-kun. “E Izuku. Sei anche Izuku. Io andrei mille volte contro il divieto del professor Aizawa per venirti di nuovo a trovare all’ospedale. E chi non lo ha fatto non merita la tua amicizia.”

Izuku sbuffa una risata. “Oggi parli molto” gli fa notare, puntandogli contro il dito indice.

“Sono felice” gli risponde Shouto-kun. “Di poter stare con te.” Poi si avvicina quel che basta per dargli un bacio sulla tempia.

Izuku sente una vampata di calore e un’ondata di confusione salirgli su dalla base del collo. Shouto-kun non sembra essere troppo scosso o non aver pensato a quello che stava facendo perché, beh, rimane fermo a guardre la reazione di Izuku, prima di sorridere e fargli cenno che dovrebbero continuare a camminare. Izuku non sa che cosa stia succedendo e nemmeno cosa dovrebbe dire a questo punto perché, ugh, ha davvero tante parole e tanti pensieri e tanto caldo in testa, in faccia, ovunque. Quindi si lascia guidare dalla mano di Shouto-kun, mentre si chiede che cosa stia succedendo, ancora e ancora e ancora e ancora e ancora e...

 

#7 Amore: Cronometri fallati!!

Haneyama allunga un braccio e poi, come se nulla fosse, come se non avesse fatto niente, dice: “Prendilo.”

Shouto-kun sente soltanto la sua mano, quando si posa sulla sua spalla e lo spinge giù dall’edificio. Ci mette un po’ a capire che cosa sia successo e ci mette un po’ a capire di star cadendo. Precipitando verso terra, come se fosse un sasso. I suoi tempi di reazione sono lenti. Sente soltanto il vento sul viso e la gravità sulla schiena, solo per poi vedere Izuku praticamente cercare di cadergli addosso, con un braccio allungato e le sopracciglia aggrottate.

Non gli prende il braccio. Shouto allunga il braccio, per puro istinto, ma Izuku non gli prende il braccio. Allunga il braccio quel tanto che basta per afferrarlo dal torso e poi la loro caduta sembra stranamente fermarsi. Shouto arriccia il naso, rendendosi conto di avere il viso contro il costume del Coniglio Lunare. È duro, quel costume. Il tessuto non sembra essere per nulla buono. Probabilmente è per questo che Izuku non fa altro che farsi male. Ancora e ancora. “Stiamo galleggiando” mormora Shouto, chiudendo gli occhi.

“Float” risponde semplicemente Izuku. E Shouto non lo può guardare in faccia, non nella posizione in cui si trovano. Ma si è aggrappato a lui con le braccia ed è la prima volta che potrebbe vederlo dal basso, come se lui fosse un pochino più alto. Shouto sente come Izuku sospiri, tirando avanti la testa. “Haneyama-san non ti avrebbe buttato giù, se non avesse saputo che sarei riuscito a prenderti. Non ti offendere.”

“Questa posizione mi ricorda qualcosa.”

“Con tutte le volte che ti ho preso prima di cadere, spero bene che ti ricordi qualcosa” ride Izuku. (Ride trai capelli di Shouto.)(Il suo respiro è caldo.)(La sua presa su Shouto è ferma.) Shouto tiene gli occhi chiusi.

“Il mio eroe” sussurra, aggrappandosi a Izuku con un pochino più di forza.

Izuku risponde anche a questo con una risata. “Scusa” gli dice poi, tirandogli su le gambe con dei gesti un pochino rudi. “Altrimenti poi ti fai male. Ho intenzione di saltare verso le pareti dell’edificio. Stai pensando a delle nuove mosse per la licenza provvisoria? All Might dice che siete tutti così impegnati.” Izuku fa qualcosa che Shouto non può vedere. Ma la sua stretta è ancora ferma e tiene Shouto ben stretto, mentre sente una spinta da una parte all’altra. “Hai pensato a fare della nebbia? Sarebbe divertente. Saper fare la nebbia.”

Shouto conta tre salti contro le pareti. Uno. Due. Poi tre e la presa sulle gambe di Izuku diventa un pochino meno ferma, mentre lo posa sul cornicione dell’edificio, di nuovo, e continua a galleggiare in aria, con una mano che giocherella con le labbra. È successo tutto davvero troppo in fretta. Shouto ha chiuso gli occhi e poi li ha riaperti ed è finito così. Non sente più il calore di Izuku o il materiale della sua divisa. Vede soltanto la sua espressione corrucciata, mentre sembra pensare a cose che Shouto, in questo preciso momento, non pensa abbia la minor importanza.

“La nebbia?” gli chiede comunque, cercando di nascondere i pugni chiusi. “Dovrebbe essermi d’aiuto la nebbia?”

Izuku continua a galleggiare davanti a lui. Incrocia le gambe e giocherella con le labbra. “Le tue Unicità sono legate al calore e al freddo. La nebbia si crea quando una massa di aria calda si raffredda e condensa, giusto? Quindi potresti fare entrambe. Diminuire il campo visivo dell’avversario potrebbe andare a tuo favore.”

“Ma così non diminuisco anche io il mio campo visivo?” gli chiede Shouto, con la testa inclinata. Deve dire che ci aveva già pensato alla nebbia. È dal campo delle Pussycat che pensa alla nebbia e, probabilmente, anche il professor Aizawa aveva in mente qualcosa del genere. Altrimenti perché far allenare Shouto sull’equilibrio termico? Il problema sta appunto in questo. Il campo visivo di Shouto si restringerebbe e non saprebbe nemmeno lui dove e come attaccare. O difendersi. Al campo delle Pussycat, un criminale ha usato qualcosa di simile alla nebbia. Ma era fermo in mezzo alla nube che aveva creato, senza nemmeno muoversi. E, un altro problema di quest’idea è che il calore e il freddo di Shouto derivano dal corpo di Shouto. Il che vorrebbe dire non vederci a un palmo dal naso. “Come potrei difendermi?” chiede.

Izuku aggrotta le sopracciglia ancora di più. “Ti affidi agli altri sensi” gli risponde facilmente. “Non sei una persona che si affida molto alla vista, alla fine, no?”

Shouto sbatte velocemente le palpebre. Izuku continua a galleggiare davanti a lui. Haneyama sbadiglia, guardando l’orologio del cellulare. Sembra star cronometrando qualcosa.

“Perché...?” inizia a chiedere Shouto e poi chiude gli occhi, dandosi dell’idiota. È vero che lui non è una persona che si affida molto alla vista. Perché, nella pratica, nella vita di tutti i giorni, non può affidarsi alla sola vista. Si porta una mano sull’occhio sinistro, mordendosi il labbro inferiore. Non lo ha mai detto a Izuku. Non ne ha mai parlato con nessuno (perché, secondo quello che dice Endeavor, una debolezza è una debolezza). Il fatto che il suo occhio sinistro sia quasi del tutto inutile doveva rimanere un segreto, qualcosa che non era stato detto e che non doveva essere detto. Anche se, lo ammette, chiunque ci avesse pensato più di dieci secondi avrebbe capito le implicazioni di avere una bruciatura che copre un intero occhio.

“In che modo?” gli chiede.

Izuku posa gli occhi su di lui e arriccia le labbra. “Koichi-nii e All Might mi fanno fare degli allenamenti bendato” gli risponde, incrociando anche le braccia. “Io mi affido al tatto, di solito. Cambiamenti di aria, di temperatura e cose così. All’inizio mi prendevo bastonate a destra e a sinistra.”

“Bastonate” ripete a bassa voce Shouto. “Come Luke Skywalker.”

Izuku arriccia il naso, per poi sorridere. “Le nostre similitudini sono sempre di più, vero?” chiede ridendo. Ma la ferma subito, la sua risata, perché sembra che per qualche secondo la sua Unicità non funzioni così bene e perde qualche centimetro di altezza. Izuku prende un respiro profondo, prima di tornare a sorridere. E Shouto non se n’era reso conto, ma, in effetti, sta sudando, Izuku. Sembra star facendo un enorme sforzo. “Ma va bene se tu passi così tanto tempo qui, invece che ad allenarti alla UA? Guarda che non ti devi preoccupare così tanto per me. Koichi-nii e Haneyama-san sono sempre due passi dietro di me, per controllare che io non inciampi da nessuna parte.”

“Succede più spesso del previsto” borbotta Haneyama e Izuku si passa una mano sul collo.

“Non è vero” borbotta in risposta.

“Mi sto allenando anche qui” risponde Shouto, scrollando le spalle. “E mi piace stare con te. E a Fuyumi piace che io stia con te.”

“Perché pensa che passi il tempo come un ragazzo normale” ribatte Izuku. “Se sapesse che invece stiamo cercando di potenziare le mie Unicità o che Haneyama-san ti fa cadere dai palazzi, per questo, sicuramente mi chiederebbe di non venirti più a trovare. E di non usare la sua delega così.”

“Un peccato, allora, che sia un segreto” risponde prontamente Shouto. Poi alza un lato delle labbra, per sorridergli.

Deve essere solo un’impressione, ma, a quel punto, Izuku sembra galleggiare un pochino più in alto, mentre le sue labbra si aprono in un sorriso. Ma forse questo gli richiede troppo sforzo, perché il suo corpo inizia a perdere di nuovo quota, prima da una parte e poi dall’altra, per poi farlo cadere giù come una mela troppo matura.

Izuku allunga il braccio, per tenersi dal cornicione e cercare di tirarsi su. Shouto si inginocchia, cercando di allungarsi per aiutarlo, ma il grido di Koichi lo raggiunge da dietro e sobbalza, facendolo girare verso di lui, solo per poi rimanere impietrito e vedere come Koichi, detto anche Crawler, prende Izuku da sotto le ascelle e lo tira sul terrazzo. La differenza tra Koichi, che ha aiutato Izuku a salire in salvo, e Shouto, che invece ha solo pensato a farlo, è il tempo di reazione. Shouto è troppo lento. Ci pensa troppo. Ha troppe cose per la testa. Koichi, pur avendo molte cose per la testa, riesce sempre a muoversi prima di pensare. Deve essere un pregio. E deve essere per questo che Izuku lo segue ovunque con un’espressione di adorazione e ammirazione.

“Tutto bene?”

“Ho i guanti. Non fa male” risponde Izuku con un sorriso, per tranquillizzarlo. “Quanto ho fatto?” chiede poi, girandosi verso Haneyama.

“Salvataggio in quindici secondi, più o meno. Sarebbero stati di meno, se non ti fossi fermato a parlare” lo rimprovera lei, con la testa inclinata.

“Lo hai tirato giù senza nemmeno dirgli che cosa stava succedendo” borbotta Izuku. “Che faccio? Lo lascio con il dubbio che volevi ucciderlo? Davvero?”

“Certo. Proprio questo” ribatte lei, sarcasticamente, ruotando gli occhi. “Invece il tempo di Float è di quattro minuti e due secondi.” Haneyama fa una smorfia e scuote la testa. “Sei peggiorato.”

Izuku sospira, passandosi le mani sul viso, come se volesse lavarsi via qualcosa. “Forse dovrei pensare di più alla respirazione? Forse è questo che non va?” si chiede, mentre Koichi sorride e gli passa una mano sulla testa.

“Beh, ma quattro minuti non è male” prova a consolarlo.

“Ieri è stato per aria per quasi un quarto d’ora. Quattro minuti non sarebbe stato male se fosse agli inizi. Ma sono settimane che ci alleniamo e questo è un peggioramento improvviso.” Haneyama posa una mano sul fianco, lanciando uno sguardo verso Shouto, con una smorfia. “Forse lo ha stancato il salvataggio.”

“Float sarebbe inutile, se non lo posso usare durante o dopo un salvataggio” fa notare Izuku, stringendo i pugni.

“Hai sentito qualcosa di diverso nel tuo corpo, mentre galleggiavi?” gli chiede ancora Koichi, posandogli una mano sulla fronte e poi togliendogli il guanto per sentire il suo polso. “In effetti sei un pochino più caldo del normale. Non penso sia febbre, ma...”

“Koichi” lo riprende Haneyama. “È stato il salvataggio che lo ha stancato” ripete, alzando le sopracciglia, come se fosse il codice per qualcosa.

Shouto si sente completamente lasciato fuori dalla conversazione, ma non ha comunque intenzione di dire niente. Si accovaccia accanto a Izuku e lo osserva, con la testa inclinata, vicina al ginocchio, per poter guardare la sua espressione corrucciata.

“Ieri ho salvato Koichi-nii” le ricorda Izuku con un tono che sta cadendo piano piano nel lagnoso. “E poi sono rimasto in aria per quindi minuti. Come può avermi questo salvataggio stancato?”

Haneyama ruota gli occhi. Koichi tira giù le spalle. “Deve essere il tuo corpo” gli risponde. “Una specie di risposta fisiologica.”

“Ma ultimamente non ho tanti problemi a sincronizzare il mio corpo e le Unicità” lagna ancora Izuku, portandosi una mano in testa e poi iniziando a tirare giù il ciuffo sull’orecchio destro. “Una ricaduta?”

Shouto sbatte lentamente le palpebre e posa la guancia sul ginocchio. “Prima di cadere” gli dice, attirando l’attenzione di Izuku (gli piace quando Izuku lo guarda negli occhi.)(Succede più spesso, ultimamente.)(Gli piace avere la sua attenzione.) “Hai provato a riprendere quota” gli fa sapere. “Forse questo non lo hai fatto prima e ti ha preso più energia di quello che pensavi.”

Izuku apre la bocca, come se volesse dire qualcosa. Poi aggrotta le sopracciglia e si prende la caviglia con la mano che non è presa da Koichi. “Riprendere quota?” ripete a voce bassa. Sembra che non sia una cosa che succede tutti i giorni. Forse Shouto ha veramente dato una soluzione al mistero del tempo diminuito. Izuku lancia un’occhiata a Haneyama. “Non ho mai provato a riprendere quota.”

“Lo devi aver fatto inconsciamente” propone Koichi.

Haneyama ruota di nuovo gli occhi e lancia un’occhiata a Shouto, prima di tornare a guardare Izuku e sedersi sul terrazzo, sbuffando. Prende un respiro profondo e ripete, più lentamente: “Questo salvataggio in particolare ti ha molto stancato.”

Izuku abbassa lo sguardo, mantiene ancora le sopracciglia aggrottate, mentre si guarda le scarpe rosse e poi alza lo sguardo verso Shouto, che gli sorride, per dirgli andava tutto bene e che ci sono sempre giornate in cui magari qualcuno è un pochino più stanco o un pochino meno pronto ad allenarsi e che va bene così. Izuku sembra voler dire qualcosa, ma poi torna a guardare per terra, mentre le sue orecchie diventano rosse rosse.

Koichi prende un respiro per dire qualcosa e poi aggrotta le sopracciglia, girandosi verso Haneyama. “Non sarà mica un altro attacco di panico?” le chiede a bassa voce.

Haneyama schiocca la lingua contro il palato e scuote la testa. “Sei la persona più stupida che io abbia mai conosciuto.”

Shouto li guarda, per poi tornare a guardare Izuku, che sembra essersi fatto ancora più piccolo. Posa una mano sulla sua schiena e sospira. Deve aver avuto una brutta giornata a scuola, se è così stanco da abbassare così drasticamente il suo tempo per aria. “Forse con Blackwhip sarai più fortunato” consiglia.

“No. Ritratto” sbuffa Haneyama. “La persona più stupida che io abbia mai incontrato è questo ragazzino.”

 

#7 Amore: A pranzo con All Might!!

Izuku prende in mano le sue carote e ne rosicchia una un pochino, guardando come All Might sia seduto proprio di fronte a lui, sul terrazzo della sua scuola, con un braccio ancora rotto, e come stiano mangiando in silenzio. Ci sarebbero tante cose da dire e sicuramente tante cose da fare e da chiarire, tra loro due, ma nessuno dei due riesce a dire niente. Izuku si chiede per davvero se ha, in qualche modo, deluso All Might.

Quella notte, contro Kacchan, gli sembrava che il corpo avesse preso il sopravvento su di lui. Molto spesso ha parlato di come vede e sente il corpo come un essere separato da lui. Importante, certo. Utile a volte. Essenziale per la sua stessa vita. Ma pur sempre separato da quello che è lui, come persona, quello che vuole essere. In realtà, se Kacchan si fosse presentato da lui e avessero parlato e si fossero detti tutto quello che si sono detti in un altro modo, con un po’ di calma e senza che Izuku perdesse le staffe in quel modo, forse, non si sarebbe sentito così tanto in colpa da accettare di ricreare un’amicizia con lui.

Il fatto che gli volesse fare male -Izuku riesce a sentire ancora quella sensazione nelle mani, nelle ossa. Quella rabbia furiosa e distruttiva che voleva riversare su Kacchan. Quello non era lui. Ma era una parte di lui che aveva fatto tacere per troppo tempo, una parte di lui che non aveva ascoltato perché si era detto che avrebbe fatto meglio a non vederla, a non sentirla. Perché non sapeva come preoccuparsene, come farla scappare. E non gli sono mai piaciuti i sentimenti negativi. Non gli sono mai piaciuti. Anche lui dovrebbe chiedere scusa a Kacchan. Ma non sa quando sarà il momento giusto. Ed è consapevole che il suo corpo stia ancora lottando contro di loro. Contro Izuku e contro Kacchan. Che ogni volta che lo vede prova a vedere fino a che punto può rispondere, fino a che punto quella che spera che non sia una facciata di Kacchan regga.

Forse All Might è deluso da lui perché ha visto questa sua parte. E Izuku invece ha sempre detto che sarebbe voluto essere un eroe. E gli eroi non si comportano in questo modo. Gli eroi non si dovrebbero voler vendicare.

Shouto-kun (il dolce, comprensivo, paziente Shouto-kun) gli ha fatto capire che non è soltanto questo, però. Perché All Might continua a ripetere, come un disco rotto che niente di quello che Izuku potrebbe fare lo potrebbe deludere. Lo ripete. Sempre nello stesso modo e sempre con le stesse parole. Sembra una registrazione. Le parole sono quelle giuste. Le azioni sono diverse dalle parole.

All Might mangia con un sorriso e Izuku mangiucchia la sua carota e non è sicuro di che cosa dovrebbe dire. Shouto-kun che cosa gli avrebbe detto di dire? Che consiglio gli avrebbe dato? Forse, come quella volta in cucina, avrebbe detto di ricominciare da capo. Dall’inizio. All Might lo ha abbandonato. E lo ha abbandonato anche suo padre. Tanto tempo fa. Izuku non ci aveva nemmeno più pensato. Però gli altri invece sì. Per gli altri lui e sua mamma sono stati abbandonati. Per gli altri lui è inutile. Per gli altri mamma è una donna che non sa nemmeno tenersi un marito.

C’è stata una volta in cui una signora aveva detto che non importava il figlio, in un matrimonio. Diceva che non poteva essere colpa di Izuku, se Midoriya Hisashi se n’era andato, perché la colpa stava tutta sulle spalle di Inko. Lei doveva tenerselo stretto. Lei doveva fare quello che fa una moglie per tenersi un marito. Lei. I padri non amano sempre i figli, lo sanno tutti. Possono stare lontani da casa, possono non vederli crescere, possono non ricordare nemmeno il loro nome. Il compito di crescerli è della mamma, certamente non del padre. E Inko non era riuscita a tenersi un marito.

Izuku la odiava, quella signora. La detestava con tutto il suo cuore. Non ha mai detestato nessuno, ma lei sì. Perché andava bene parlare male di lui. Lui è un Senza Unicità. Lui è un peso. Lui è la persona più inutile del mondo. Ma la mamma non è niente di meno che fantastica. Parlare in questo modo di lei -non è riuscito mai a perdonarla. Anche se quella signora aiutava la mamma e portava cibo e andava a prendere a scuola Izuku. Lui non riusciva a sopportarla.

Preferiva prendersi la colpa. Preferiva pensare che fosse colpa sua. Preferiva pensare che suo padre semplicemente non era un padre. La mamma ha sempre fatto e dato di tutto per lui. E lui è sempre stato un figlio ingrato e degenere, è vero. Ma lei ha continuato ad amarlo. La mamma non se n’è mai andata. Di questo nessuno ne parla. Di quanto fosse difficile proteggere, custodire e crescere Izuku, di questo, nessuno ne parla. Izuku che rompe le regole, che scappa di casa, che continua a farsi male. Di mamma che lo guarda, di tutte le volte che ha pianto per colpa sua, di quanto sia forte a continuare a sostenerlo -di questo nessuno parla.

Izuku non si è mai aspettato nulla dal suo papà. Perché -per aspettarsi qualcosa devi prima credere in qualcosa. La fiducia, un rapporto in cui si crea qualcosa, un affetto, si forma con un rapporto di dare e ricevere. Non per forza beni materiali. Dare affetto. Ricevere affetto. Izuku non ricorda se ha mai dato affetto a suo padre, ma non crede che lui gli abbia mai dato veramente dell’affetto. Altrimenti non riesce a spiegarsi perché, quando da piccolo lo ha visto andare via, non si è arrabbiato. Non si è sentito solo. Non si è sentito abbandonato. Sono stati gli altri a dirgli che era così. Lui non ha mai sentito nessuno di questi sentimenti.

Izuku, da suo padre, non si aspettava affetto. Non si aspettava niente. Per questo non è mai stato deluso.

Quando All Might lo ha abbandonato, però... è stato diverso. Quando lo ha mandato prima da Koichi-nii e da Haneyama e poi dalle Pussycat, è stato diverso. Perché All Might c’è sempre stato. Perché All Might un po’ di affetto a Izuku lo ha dato. E lui si è arrabbiato, perché è diventato avaro, perché di affetto, di protezione, ne vuole un pochino di più.

Lo chiamano bambino abbandonato da quando aveva tre anni, ma è stato a quindici anni che lui si è davvero sentito in questo modo.

Izuku continua a mordicchiare la carota, senza mangiarla. Lancia degli sguardi a All Might e lui sta sorridendo, mentre mangia il suo pranzo. Adesso è qui. All Might è qui. E Izuku sa che dovrebbe esserne felice e sa che sta comportandosi come un bambino capriccioso, ma non riesce a non pensare che non ci ha messo nulla a lasciarlo in custodia a qualcun altro. Non ci ha messo nulla a posare la mano sulla sua schiena e spingerlo da qualche altra parte.

Anche se non sembra, Izuku è indipendente. Molto. Prende decisioni senza pensarci, continua ad andare avanti senza fermarsi. Ma a volte -sarebbe bello girarsi e vedere che c’è un posto a cui tornare. Un posto che sua mamma non deve reggere da sola. Un posto che non ferisce con ogni sua azione. Izuku è un ragazzo molto indipendente, lo sa. Tutti i ragazzi che sono stati cresciuti nella sua solitudine devono diventare indipendenti. Perché non ci sono amici a cui appoggiarsi, perché non ci sono reti sociali che ti tengono su, se cadi. Devi imparare a cavartela da solo. Ma. Ci sono delle persone adesso con lui, e lui non è meno indipendente per questo. La sua domanda è: All Might vuole davvero essere parte di quelle persone? E se lo volesse -perché?

Izuku è soltanto Izuku.

Posa la fronte sulla spalla di All Might, mentre continua a mangiucchiare la carota. “Mi hai abbandonato” gli dice, senza nemmeno guardarlo negli occhi. Guarda intensamente la sua spalla, invece, smettendo di mordicchiare la carota. Izuku sbatte lentamente le palpebre, mentre sente i muscoli di All Might diventare tesi. “Mi sono sentito abbandonato” ripete Izuku, mentre gli si spezza la voce.

Non piange dal giorno dell’incidente al parco. Pensava che non sarebbe successo più. Hanno pianto in molti, intorno a lui e lui è riuscito a sincronizzarsi con loro. Sua mamma ha pianto e Izuku l’ha guardata. All Might ha pianto e Izuku si era chiesto se era possibile piangere a comando. Si è reso conto di aver pianto così tanto da aver seccato le sue lacrime. Come se da quel punto in poi non sarebbe più riuscito a piangere. Non ha pianto di gioia nel vincere i biglietti per All Might: Rising. Non ha pianto quando ha visto per la seconda volta All Might che puntava il dito verso di loro per indicare il suo erede. Non ha pianto nemmeno guardando quei vecchi film d’amore con la mamma. (Si è anche reso conto che piange davvero molto spesso, lui.) E ora, che ha detto quello che voleva dire, sente un po’ di sollievo. Sente come se avesse il permesso, di nuovo, di sentire le sue emozioni come ha sempre fatto. (Non sta più zittendo niente, ormai.)

All Might gli posa una mano sulla testa, per abbracciarlo.

Izuku rimane davvero molto piccolo, in confronto a All Might. E le braccia di All Might rimangono molto forti, anche se non ha più la sua muscle form. “Volevo lasciarti la tua libertà” gli dice a bassa voce. C’è una nota di malinconia. Una nota di dolore, mentre Izuku si aggrappa a lui, come un bambino. “Volevo darti lo spazio per guarire e ti ho allontanato. Mi dispiace.” Gli accarezza i capelli. Ha lo stesso tocco di Haneyama-san. Lo stesso tocco di mamma. Dolce. Tranquillizzante. “Mi diapice per non essere stato lì.”

“Pensavo che non mi volessi più intorno” singhiozza Izuku.

“Mi dispiace” ripete All Might.

“Avevo paura che saresti scomparso. E volevo dirti... volevo dirti che no, non sono arrabbiato ma...” Stringe il tessuto della maglietta di All Might. “Mi hai fatto sentire così male. Mi dispiace. Mi hai fatto sentire così male...”

“Mi dispiace” ripete ancora una volta All Might. Gli accarezza la testa. Era questo che mancava, forse. Shouto-kun dice che la delusione serve a tornare entrambi sullo stesso livello. Forse non è sempre così. Ma Izuku inizia a pensare che forse All Might fa tanti errori perché è solo un uomo. Perché non sa mai quali siano le mosse giuste da fare. Perché sono entrambi peri nello stesso modo. “Non lo farò più” gli assicura, posando il mento sulla testa di Izuku. “È una promessa che ho già fatto a tua madre. Se sono sopravvissuto, lo devo alla tua voce, che mi ha guidato in battaglia. E se sono ancora qui, se non ho perso la fiducia, la speranza, lo devo a te, che me ne hai portata quando mi serviva.”

Izuku aggrotta le sopracciglia e alza lo sguardo verso All Might, che torna a sorridergli.

“Ho fatto l’errore di pensare che la speranza potesse finire. E ho fatto l’errore di sottovalutare te e la tua risoluzione. È facile cadere nell’errore e vederti come un bambino, perché è questo quello che sei. E ci sono cose -ci sono situazioni che non vorrei che tu affrontassi. Non adesso. Iscriverti a un corso di eroi sarebbe stato arruolarti, farti perdere quella spensieratezza che i ragazzi della tua età dovrebbero avere. E lo so che è importante, per diventare eroi, ma... C’è stato un tempo in cui i liceali non erano altro se non liceali. In cui non dovevano vedere orrori. In cui non dovevano combattere. E io ti ho visto e ho pensato -ho ricordato che era quello il mondo in cui volevo vivere. Un modo in cui tutti potevano sorridere, fare di un sassolino una montagna, pensare ai problemi sentimentali, alla propria vita privata, senza paura che qualche criminale potesse venire e far loro del male.” All Might accarezza dolcemente la testa di Izuku. “In questo ho fallito. La mia maestra lo diceva sempre. Volevo creare un’utopia. E forse per questo sono arrivato al punto di perdere la speranza. Ma tu... Ho pensato: forse posso dargli quel pezzo di vita che avevo sognato per tutti. Forse posso proteggere almeno la sua vita. Posso proteggerlo adesso, fargli capire perché io volevo essere un eroe, fargli trovare la sua strada, con calma, senza pressioni.” Sbuffa, tirando giù la testa. “Anche in questo ho fallito. E i miei errori sono pesati su di te.”

Izuku aggrotta le sopracciglia, mordendosi l’interno delle guance. “Un mondo in cui le persone non devono combattere” ripete a bassa voce.

“In cui non ci sono attacchi al centro commerciale. In cui i ragazzi non vengono rapiti. A questo pensavo. E queste cose sono successe a te, perché io facevo parte della tua vita. Volevo proteggerti. E mi dispiace. Perché non sono riuscito a farlo.”

“Volevi darmi una mia libertà” ripete a bassa voce Izuku. Sta cercando di capire. Assaporare le parole di All Might per capire che gusto hanno. Non sembrano le parole di qualcuno che vuole abbandonarlo. Assomiglia alla mamma. Assomigliano alle parole della mamma.

“Già” continua All Might. “Non volevo che ti mandassero in missioni, che all’età che hai ti facessero vedere delle cose che dei bambini non dovrebbero vedere. Io -non sono nemmeno sicuro che le attività extra-scolastiche di questa tua scuola siano così sicure. Che cosa fate dopo? Ho chiesto a un mio amico, David, e mi ha detto che non firmate contratti vincolanti, ma che cosa fate durante quei club dopo scuola? Siamo sicuri che poi potete tirarvi indietro? Che non vi mettiate in cose che non capite adesso che siete ingenui e pensate a un futuro radioso?” gli chiede.

Izuku sbuffa una risata. All Might lo guarda e fa la stessa cosa.

“Quando ti ho incontrato, ho pensato di aver trovato il mio erede. E anche un ragazzo molto interessante, in realtà. Volevo che entrassi alla UA. Volevo che entrassi in un qualche corso di eroi. Ma, quando ho ascoltato i commenti sul tuo esame d’ingresso, mi sono sentito in dovere di darti più tempo. Di farti conoscere di più il mondo. Di non farti diventare solo una cosa. So che nella UA ci sono professori che tengono ai loro alunni e li proteggono da alcuni giochi di potere. Ma anche la loro influenza è limitata e sono costretti a non vedervi più come bambini nel momento in cui entrate in quella scuola. Vi devono vedere come soldati. Vi devono trattare come adulti. E so per certo che è così anche nelle altre scuole. Ho toccato con mano, per l’ennesima volta il mio fallimento, e ho pensato che non è il posto in cui avrei voluto che mio figlio crescesse.”

Izuku alza lo sguardo verso All Might. All Might si gratta la nuca.

“Sono diventato troppo protettivo. E ti ho allontanato. Mi dispiace. Ma, se sono ancora vivo adesso, è per aiutare a crescerti. Per ascoltarti. Quindi te lo giuro e te lo posso continuare a giurare. Non succederà mai più. Non ti deluderò mai più.”

Izuku si passa una mano sulla guancia, per cacciare via una lacrima. Si sente leggero. Si sente davvero molto più leggero adesso. Posa la fronte sulla spalla di All Might.

“Ora posso finalmente chiederti per quale motivo il giovane Todoroki mi tormenta per poter venire e accompagnarti quasi ogni giorno?”

Izuku tira su col naso. “Non ne sono sicuro. Penso che gli piaccia l’aria fuori dal campus.”

All Might sbuffa una risata, che poi diventa una risata che viene direttamente dalla pancia, mentre Izuku chiude gli occhi. Si sente in pace. Finalmente si sente in pace.

C’è solo una cosa che deve sistemare, adesso.


 

#7 Amore: La spiaggia di Dagobah!!

Non c’è nessun adulto ad accompagnare Izuku perché Izuku è scappato di nuovo di casa, nello stesso modo in cui Shouto adesso è scappato dal campus. Ci sono troppe regole, continua a pensare. Il coprifuoco, gli orari dei pasti, i permessi per uscire e il continuo monitoraggio degli adulti. Di solito Shouto non fa nulla di illegale, ma è anche vero che è irritante avere sempre qualcuno che lo segue ovunque. Non c’è nessun adulto, però, adesso e Izuku è seduto sul muro davanti alla spiaggia, con il mento posato sulla sbarra di ferro che serve a non far cadere nessuno di sotto.

Sono solo loro due. Non erano solo loro due da... da decisamente troppo tempo. Con la storia di Bakugou, la storia degli arresti domiciliari, la storia del campus, loro due non hanno avuto nemmeno un po’ di tempo per parlare normalmente, senza maschere, senza giri di parole. Senza dover fingere. Senza dover ricacciare dentro delle domande.

Shouto passa un ghiacciolo al limone a Izuku, che lo prende con un sorriso, prima di aprirlo. Dondola le gambe, posa un braccio sul palo di ferro e poi, sul braccio, ci posa la guancia, iniziando a mangiare il ghiacciolo. Sono scappati entrambi per finire qui. Il ginocchio di Izuku tocca il ginocchio di Shouto e comunque lui non sembra farci nemmeno molto caso. Guarda verso l’orizzonte, mentre Shouto guarda Izuku. E si chiede chissà che cosa prova lui per me. Chissà se vorrà mai essere qualcosa di diverso da mio amico.

“Che tipo di eroe vuoi essere?” gli chiede Izuku, continuando a dondolare le gambe. “Alla fine non sono riuscito a chiedertelo. Se avevi trovato la tua risposta, oppure no. Mi è scappato di mente. Dicevi che non sapevi se volevi essere un eroe oppure no e che non volevi essere come Endeavor. Sono cambiate un po’ le cose?” gli chiede.

Shouto sorride. “Voglio essere il tuo eroe” gli risponde, alzando una spalla.

“Ci ho pensato a questo, in effetti” continua Izuku, mangiando il ghiacciolo. “Ma che cosa vuol dire essere il mio eroe? Nel senso che non vuoi che le persone che non possono difendersi si difendano? Ma vale ancora la cosa del mio eroe, adesso che sai che io sono -beh. Hai capito però, vero?”

“Il tuo eroe nel senso che voglio proteggere le persone che si sanno proteggere ma che hanno imparato a che costo?” risponde Shouto, giocherellando con la confezione del suo ghiacciolo. “Voglio diventare l’eroe di quelle persone che pensano che dovrebbero essere sole, ma che non lo saranno più. Voglio essere quel tipo di eroe. Qualcuno che guarda e rassicura chi salva. Voglio far parte di un mondo in cui nessuno debba combattere da solo.”

Izuku si gira a guardarlo, con mezzo sorriso e la sua testa inclinata. “Tu sei una persona gentile” gli dice, prima di tornare a guardare l’orizzonte. “Sarai un eroe gentile.”

“Lo sarai anche tu.”

Izuku allunga le braccia in avanti, per poi stirarsi indietro. “Il piano A era farmi entrare alla UA, e da lì seguire il percorso per diventare eroe. Ma è fallito. Il piano B era tenermi nascosto per poi farmi seguire il percorso da eroe una volta diplomato, debuttando come spalla di All Might. Anche questo piano è fallito. Qualche giorno fa, hanno rilasciato il mio nome da vigilante per farmi arrestare quando mi vedranno. Sono praticamente un criminale. I vigilanti hanno fatto una festa pr darmi il benvenuto ufficiale tra loro. E mi sono chiesto: riuscirò mai davvero a diventare un eroe? E se lo divento, che tipo di eroe voglio diventare?”

Shouto si inumidisce le labbra. È difficile aprire la confezione del ghiacciolo. Non riesce a farlo. Sbuffa, cercando di tirare giù la plastica, ma l’unica cosa che riesce a fare è pizzicarsi le dita, mentre gli scivolano le mani. Izuku gli fa un cenno, per dirgli di passarlo a lui, questo ghiacciolo. Lo apre con pochi gesti, anche se la confezione è bagnata, anche se a Shouto sembrava impossibile farlo. Poi gli passa di nuovo il ghiacciolo.

“Tu sei un eroe gentile. Kacchan diventerà un eroe giusto. Tenya-kun sarà un eroe veloce, mentre Uravity-san è un eroe che sostiene. Pop☆Step è un eroe faro. Crawler è un eroe come te, gentile. All Might porta la pace. E io -non so veramente che tipo di eroe sono.” Izuku arriccia il naso, posando il ghiacciolo sulle labbra. “All Might dice che porto speranza. Eraserhead che porto guai.” Izuku ride. “Ma ho tempo per scegliere che tipo di eroe voglio essere. All Might mi ha regalato tempo.”

Shouto lancia un’occhiata al suo ghiacciolo. “E a te va bene così?”

Izuku dondola i piedi. “Beh, non sono bravo a seguire gli ordini e non sarei nemmeno dovuto diventare un vigilante, secondo quello che voleva All Might. Non è che smetterò di essere il Coniglio Lunare solo perché non mi sono presentato al mondo come eroe.” Fa una piccola pausa, passandosi una mano trai capelli. “Mi ha regalato libertà e un po’ di tempo in più per avere una scelta e farla consapevolmente. Ma non è che io non abbia già fatto quella scelta. Io voglio davvero essere un eroe. Però ho capito la domanda che mi hai fatto qualche tempo fa -sul voler essere come me. Sulla libertà.”

Shouto sorride. Izuku sembra essere così felice. Gli fa tenerezza, guardarlo. Lo fa sentire come quando ci si alza e c’è quest’aria di novità intorno a te. Quando il cervello è fresco, le mani sono calde, ma tutto intorno a te è condito da quell’aria frizzante che rende tutto davvero molto più bello. È questo l’effetto di Izuku su Shouto. Distrugge l’aria opprimente e pesante. Crea uno spazio nuovo. Uno spazio fresco.

“Avevi le labbra fredde” continua i, girandosi verso di lui. “Quella sera avevi le labbra fredde. Erano gelide.”

Shouto aggrotta le sopracciglia e si gira verso Izuku, che lo sta guardando, ancora una volta, con un sorriso e la guancia posata sul braccio. Qualche ciuffo di capelli gli cade sugli occhi e sulla guancia.

“Ehi, Shouto-kun” lo chiama a bassa voce. Ha le orecchie rosse e iniziano a intravedersi delle macchie rosse quasi violacee anche sulle sue guance. Sottolineano le sue lentiggini. Davanti al mare lo fanno anche sembrare più bello. “Quando dici che vuoi essere il mio eroe allora vuoi dire che vuoi essere le persone come me?” La voce sembra mancargli a metà della domanda e alza quel tanto che basta il braccio per coprirsi il viso e non dover guardare Shouto. “È questo quello che vuoi dire?”

Shouto arriccia il naso. “No” risponde. “Voglio dire che voglio proprio essere il tuo eroe. Mi va bene essere l’eroe di altre persone voglio essere un eroe. Ma voglio essere quella persona che quando ti senti in pericolo e mi vedi -voglio essere quella persona che ti fa sentire al sicuro. Voglio essere quella persona con cui tu vuoi combattere. Fianco a fianco.”

Izuku chiude la mano intorno ai suoi capelli. “Quando dici che ti piaccio, tu intendi...” Rimane in silenzio. Non finisce la frase. Stringe solo la mano, intorno ai suoi capelli. Ha così tanti tic strani, Izuku. Tira giù il ciuffo sopra l’orecchio destro, quando è nervoso. Giocherella con le labbra, quando sta pensando intensamente a qualcosa. Si aggrappa ai suoi capelli, quando è frustrato. “Dopo che mi hai baciato, ho mangiato decine e decine di ghiaccioli.”

“Ah, sì” risponde Shouto, anche se non capisce che cosa stia succedendo di preciso. “Per vincere i biglietti per All Might: Rising. È stato un bel film. Peccato che abbiano trascurato la parte dell’infanzia di All Might” ripete le sue stesse parole, si inumidisce un po’ le labbra. Sente che stanno per cambiare qualcosa, ma non è sicuro che sia così. Vorrebbe poter vedere almeno l’espressione di Izuku, adesso. Invece riesce a vedere solo le orecchie e il ghiacciolo, quasi finito, che inizia a gocciolare sulla sabbia. “Così mi hanno detto.”

Izuku alza lo sguardo per mezzo secondo, per poi tornare ad affondare il viso dietro il braccio con ancora più risoluzione. “Prendi anche in giro?” gli chiede. La sua voce è ovattata. Si sente a malapena. “È che forse non ne stavo mangiando così tanti perché volevo vincere quei biglietti. Forse. Non lo so.” Sembra star sospirando. Forse. Shouto aggrotta le sopracciglia e inclina la testa, per ascoltare il respiro di Izuku. Sembra star respirando. Shouto sorride. Sembra star respirando. “Ma le tue labbra erano davvero tanto gelide. Erano fredde.”

“Ti ha dato fastidio?” gli chiede. La sua voce è bassa. Sono abbastanza vicini da non dover urlare. Le loro ginocchia si toccano. E adesso, piano piano, Shouto sta avvicinando l’orecchio alla schiena di Izuku, per sentire il suo respiro. Perché il suo respiro lo ha fatto sorridere.

“Sei freddo anche adesso” gli fa sapere Izuku.

“È perché sono felice” spiega Shouto. “Ti dà fastidio?”

Izuku sembra star trattenendo il respiro. Non sono le loro ginocchia a toccarsi adesso. Sono in una posizione così strana, Shouto non ha mai visto nessuno sedersi in questo modo. Il ghiacciolo di Izuku è completamente sciolto. La sua schiena è calda. “Quando sei felice perdi il controllo sulla tua parte destra?” gli chiede Izuku, lanciando un’occhiata da sopra le spalle. “Ha senso.”

“Sono letteralmente un tipo fresco” risponde Shouto, chiudendo gli occhi. Ha ricominciato a respirare. Izuku. Un respiro irregolare, ma è un respiro.

“Non funziona così quella parola” gli dice, sospirando una risata. “Ehi, Shouto-kun” lo chiama di nuovo, con la voce un pochino più bassa. “Quando dici che io ti piaccio, lo dici sul serio? Non lo dici in un altro senso? Non lo dici per tranquillizzarmi?”

“Dovrei dirtelo per tranquillizzarti?” gli chiede a sua volta Shouto. Il respiro di Izuku è ancora più irregolare. Koichi ha parlato di un altro attacco di panico. Sta avendo un attacco di panico? Shouto stacca l’orecchio dalla schiena di Izuku e si muove, per poterlo guardare in faccia, capire se c’è davvero da sistemare. Non sembra.

“Perché me lo hai detto?” chiede ancora Izuku.

“Doveva essere un segreto?” chiede a sua volta Shouto. Glielo chiede genuinamente confuso. “Ancora non so le regole di queste cose.”

Izuku si passa una mano sul viso e sorride. “Ovviamente” mormora. Poi inizia a grattarsi la fronte con un dito. Da delle macchie, il viso è diventato tutto rosso. È omogeneo. Le lentiggini sono ancora più evidenziate adesso. Izuku torna a nascondere il viso. Sembra essere più forte di lui. “Per me è lo stesso” mormora, tirando su le ginocchia.

Shouto aggrotta le sopracciglia. Per lui è lo stesso. Per lui che cosa è lo stesso? Per lui è lo stesso nel senso che gli piace? Nel senso che anche Izuku si sente nello stesso modo, quando lo guarda? Nel senso che questi sentimenti sono voluti dall’altra parte? Nel senso che quelli a volerli ricevere è Izuku? In questo senso? Shouto sbatte velocemente le palpebre. Izuku è diventato una palla davanti a lui. Ha nascosto il viso dietro le braccia incrociate e tirato su le ginocchia. Sembra aver preso una posizione difensiva. Sembra essere pronto a difendersi. Perché?

Shouto si avvicina un pochino di più a lui. Sono in un posto pubblico, ma non sembra che nessuno stia passando per la spiaggia di Dagobah, ora come ora. Quindi lui gli si avvicina, incastrandolo tra le sue due gambe. Tiene il ginocchio alzato, dietro la schiena di Izuku e pensa che è un po’ come quelle conchiglie di cui gli ha parlato Fuyumi. Non le puoi aprire per forza. Le devi far aprire con gentilezza. Le devi far aprire lentamente. Quindi posa il mento sulla sua spalla e sussurra: “Quindi non ti ha dato fastidio il bacio dell’ultima volta?” Lui stesso sente che il cuore inizia a palpitargli nel petto con anche troppa forza. E sente che si stanno formando dei cristalli di ghiaccio. Ha capito bene? Ha capito bene, per davvero? Shouto si inumidisce le labbra e prende un respiro profondo.

Izuku sta aspettando un qualche rovescio della medaglia doloroso. Shouto non riesce nemmeno a capire il perché, ma conosce abbastanza Izuku da conoscere abbastanza bene le sue reazioni. E ama anche quelle. Vorrebbe aiutare a non averle più, ma le ama. Le ama. Le conosce. Le ama.

Shouto allunga il collo quel tanto che basta per baciare l’orecchio destro di Izuku. Voleva baciargli la bruciatura, ma ha paura che il tocco freddo e le sue mani in generale spaventino Izuku. Gli bacia l’orecchio teneramente. Gli bacia l’orecchio e anche un ciuffo di capelli, senza volere e si sta inebriando dell’odore di Izuku. Sente il cuore battergli con ancora più forza, quando Izuku alza la testa e si gira verso di lui. È così rosso. Sembra essere così confuso. Quindi Shouto gli bacia lo zigomo e sente quanto il viso di Izuku sia caldo. Posa una mano sulla sua guancia e posa la fronte sulla fronte di Izuku.

“Mi piaci davvero tanto” gli dice per l’ennesima volta. “Per me sei importante e mi piaci così tanto.”

Lo sguardo di Izuku corre da una parte all’altra. Prima guarda un occhio di Shouto e poi guarda l’altro suo occhio. Guarda dietro di lui, guarda le sue labbra. Corre. Izuku è sempre così veloce a pensare e così lento ad agire. Sono anche troppo simili, loro due. Ma in questo momento, Shouto non riesce a vedere altro se non Izuku e si chiede se anche lui allora non possa vedere altro se non Shouto. Gli piace quando Izuku lo guarda. Gli piace avere la sua attenzione. Gli piace che guardi solo lui. (Per Izuku è lo stesso?)(Davvero quello che prova Shouto è simile a quello che prova Izuku?)

Izuku anche posa una mano sul viso di Shouto. La sua mano è calda. I polpastrelli sono un po’ duri, ma il suo tocco è gentile e a Shouto è sempre piaciuto. Gli piace lasciarsi guidare da lui. Gli è sempre piaciuto farsi cullare da lui. Quindi inclina la testa quel tanto che basta per posare la tasta sulla mano di Izuku. “Lo hai fatto anche l’ultima volta” sussurra Izuku. Shouto vorrebbe anche chiedergli il perché, ma poi sente le labbra di Izuku sulle sue e ogni domanda muore lì.

Ha lasciato cadere un ginocchio già, verso il cemento, Izuku. Lo ha puntato per terra e si è dato un po’ di slancio per muoversi verso Shouto, che non ha problemi a mantenere l’equilibrio (almeno una volta) e sostenerlo. Gli piace questa sensazione.

È come quando ti alzi la mattina presto e fa ancora fresco e la freschezza intorno a te ti fa sentire come se ti fossi svegliato e fossi qualcun altro. Qualcuno di completamente nuovo, che può ricominciare da capo. Che può sistemare ogni errore. Izuku ha un tocco gentile, lo ha sempre avuto. E ora è ginocchio e tiene tra le sue mani calde il viso di Shouto e lo sta baciando, con gli occhi chiusi, le labbra morbide e una frase che non riesce a morire tra loro. “Mi piaci anche tu” gli sussurra. “Per me è lo stesso. Mi piaci anche tu.”

Shouto ha le mani fredde, ci sono dei cristalli di ghiaccio tra le dita, quindi posa una mano sulla mano di Izuku, che intreccia le loro dita insieme. E lui ha le mani calde. Le labbra calde. Gli dà un bacio sulle mani. E questa volta è Shouto che sente qualcosa nella pancia, come un caldo, che lo gli fa perdere la forza nel corpo. Posa la fronte sulla spalla di Izuku e sente di non riuscire più a respirare.

Izuku si passa una mano sugli occhi, per asciugarsi le lacrime che gli stanno cadendo sulle guance. “Mi piaci così tanto da farmi piangere” ride poi. E Shouto lo abbraccia. Lo abbraccia con tutta la tenerezza che ha in corpo.

“Anche a me” gli dice. “Anche a me piaci così tanto da volermi mettere a piangere.”



NdA: che oggi è un po' più una rubrica di tutto quello che invece mi è andata male. Uno. Il primo bacio di Izuku e Todoroki doveva essere, mi avete beccata, al campo delle Pussycat, quando Todoroki va a cercare Izuku e lo trova tra gli alberi. In effetti in quel momento doveva esserci il primo impulso di Todoroki di baciarlo e poi facevano tutti e due finta di niente, perché, ugh, sarebbero dovute succedere troppe cose. Ho comunque pensato che poi sarebbe stato mettere troppa carne al fuoco per Izuku, e che volevo mettere un po' più di dubbio in Izuku per dire "eh, sì, però a Todoroki piace il Coniglio Lunare, mica io"... cosa che poi non ho comunque fatto. Una vergogna una dopo l'altra per me, ma devo dire che Izuku ne ha passate così tante, dargli anche questo dubbio sarebbe stato crudele. Due. Doveva esserci l'incontro tra Todoroki e la mamma, il problema è stato che... io... non ho la più pallida idea di come usare Rei. E doveva esserci una piccola riunione dei Todoroki, più Uraraka, che decidevano di fare da consiglio di sostegno per Todoroki che ha appena scoperto le emozioni. Eh. Non è successo, anche una volta, perché sarebbe stato troppo lungo per me, e sarei entrata nel panico. Non voglio per nulla toccare la quarta stagione, ancora, perché, come ho già detto, apre delle altre problematiche, per me, quindi ho fatto di tutto per non . Tre. Doveva esserci l'incontro tra Bakugou e Inko. Questo perché così avrei dato un'ultima chiusura a Bakugou e le figure materne. Poi però mi sono detta uhmmm, it's not about him. Quattro. Nell'ultima sequenza, Izuku e Todoroki dovevano parlare di èiù della loro carriera come eroi. Todoroki non ha veramente dubbi, su quello che sta facendo, perché, beh, ormai ha deciso la sua strada, mentre Izuku, che si vede davanti più possibilità e più strade ha dubbi su cosa sia la strada più giusta seguire. Questo perché, immagino, se le scuole di eroi sono praticamente dei collegi militari, un ragazzino che vuole essere un eroe fuori da queste, cresciuto come uno dei reietti della società per non avere nessuna Unicità, abbia un'idea diversa di quello che è giusto e quello che non lo è. Ma essendo un commento politico, ho deciso di tagliare il tutto.
Vabbè. Questi sono i miei rimpianti sulla storia. Ma è anche vero che portarla ancora avanti mi avrebbe uccisa. Rega. Mi ha quasi uccisa questa long. Lo sapete che non sono fatta per le long. Ringrazio con tutto il cuore chi mi ha seguita fino a qui. Spero che il fiinale vi sia piaciuto e che la storia vi abbia tenuto un po' di compagnia!

 
  
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