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Autore: meiousetsuna    11/02/2020    4 recensioni
Raccolta di flash di 500 parole esatte per “La challenge delle sei coppie”, di GiuniaPalma
La challenge consiste nello scrivere di sei diverse coppie, che ho messo in quest’ordine: NOTP, crack, het, canon, slash, OTP.
Il titolo generale è quello del bellissimo spettacolo teatrale che mostra come ognuno sia diviso da chiunque al mondo solo da sei conoscenze. Qui è nell’accezione, più semplice, di: dal più impossibile al migliore.
So che le coppie non saranno tutte molto popolari, ― specie le prime due! ― ma spero che realizzino lo spirito del contest
Prima del titolo di ogni storia, il lettore dovrebbe immaginare di veder scritto: QUESTA COPPIA É…
NOTP: Adlerlock - ...fredda come il deserto
CRACK: Mary/Janine - ...un vino dallo strano sapore
HET: Kitty Riley/Richard Brook (A.K.A. Moriarty) - ...quella della Gattina che giocava con una tigre
CANON: Gary/Billy ...una calda coperta a quadri
SLASH: Mycroft/Lestrade ...al servizio di Sua Maestà
OTP: John/Sherlock ...come l'acqua per il cioccolato
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Irene Adler, Janine Hawkins, John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Raccolta di flash di 500 parole esatte per “La challenge delle sei coppie”, di GiuniaPalma
La challenge consiste nello scrivere di sei diverse coppie, che ho messo in quest’ordine: NOTP, crack, het, canon, slash, OTP.
Prima del titolo di ogni storia, il lettore dovrebbe immaginare di veder scritto: QUESTA COPPIA É…

NOTP: Sherlock/Irene
Note e Scuse in fondo alla storia
in questo capitolo: Het, uso di droghe leggere
, rating giallo

…fredda come il deserto

Di giorno il calore era spietato, ardeva fino a incendiare l’aria di bianco, con ondate vibranti che si potevano vedere stringendo gli occhi. Ma di notte l’escursione termica era pesante, come se soltanto in quelle ore di relativa quiete ottobre si ricordasse di esistere.
Sherlock arrotolò con un movimento secco e preciso la cartina improvvisata col biglietto dov’era scarabocchiata una mappa che aveva memorizzato, con la precisione di chi è abituato a compiere un gesto. La prima boccata di charas* la aspirò forte, inghiottendola per riempirsene i polmoni, soffiandola fuori con gusto, lentamente, perché il sapore amaro coprisse quello ancora peggiore che aveva sulla lingua. Solo allora stese la mano elegante per passare la canna alla sua amica.
“Non sei molto cavalleresco, avresti dovuto lasciami fare il primo tiro, mister Holmes”.
Irene sorrise mentre con la sinistra spostava il niqab** arrotolato come una sciarpa: se l’avesse bruciato, attraversare Erbil senza essere notati sarebbe risultato impossibile. Solo poche ore, e una macchina sicura li avrebbe prelevati nel pieno centro della capitale, secondo le istruzioni di Sherlock.
‘Il miglior nascondiglio è quello più in vista’.
C’erano pattuglie armate che li cercavano nelle abitazioni sospette, nei mercati affollati e, col calare del buio, nelle stradine insidiose pullulanti di disperati e trafficanti di ogni genere. Nessuno aveva controllato il perimetro delle mura della cittadella, spezzate e scoperte, non particolarmente adatte a celare alcunché. Specialmente due stranieri dagli occhi azzurri; gli occhiali da sole erano privilegio degli uomini, così Irene, dopo essere sfuggita alla decapitazione, aveva dovuto seguire Sherlock a testa china e sguardo basso, come una sposa onesta.
“Hanno pensato tutti che fossi tua moglie”, la donna premé le labbra in modo da lasciare della saliva sulla sigaretta prima di renderla “la cosa ti dà fastidio?”
“Nessuna delle due”, Sherlock le fissò la bocca per rimarcare il concetto “stavi meglio, col rossetto rosso”.
“Ouch! Senti il bisogno di passare alle offese, sei spaventato? O sai dove guardare più di quanto avessi capito?”
Prima che il ragazzo potesse obiettare, Irene si era sollevata dalla nicchia dov’era seduta, e con un passo l’aveva raggiunto, appoggiato con la schiena alla parete ornata di arabeschi sgretolati. Si sedette sulle sue lunghe gambe, le ginocchia aperte premute leggermente contro i fianchi magri di Sherlock.
“Potrebbero trovarci e ucciderci stanotte, moriresti vergine; per me sarebbe una macchia, non credi?”
Il bruno alzò le spalle con noncuranza, facendo un altro tiro, particolarmente profondo.
“Hai le pupille dilatate, se non sbaglio la chimica non mente”. La voce di Irene era suadente, graffiava come la sabbia che avevano inghiottito nei primi disperati chilometri di fuga.
“Lo so. Il THC altera alcune funzioni e stati fisici”. Con una risata sommessa Irene recuperò la sigaretta, curvandosi a soffiargli il fumo sulle labbra. Senza preavviso gli coprì gli occhi, sentendolo sussultare.
“Puoi immaginare che sia chi vuoi tu. Devi solo lasciarmi fare delle cose che ti piaceranno”.
“Non mi interessa”. Il tono non era affatto fermo quanto avrebbe voluto.
“Prova a fuggire, allora”.
Non mi interessa”.


Note:
* Tipo di hashish locale
** Velo delle donne musulmane che può essere indossato anche separatamente dall’abito tradizionale
Le scuse sono di due tipi:
1)Mai avrei pensato di scrivere Adlerlock, ma la giudice mi ha sgamata subito quando ho detto: odio sia John/Mary che la Adlerlock. Cara Giunia, questa è scritta col sangue ^_____^ peggio non potevo fare!
2)Ho dovuto scegliere un luogo, perché “i terroristi” che stanno per decapitare Irene (potevano spicciarsi) non ho capito bene chi siano, e dovevo dare un contesto. Ho scelto una zona calda nel 2012-13. Non c’è alcuna mia idea specifica nel voler “accusare” il Kurdistan iracheno, non è il sito giusto

 

 

  
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