Crack: Mary/Janine
Note e Scuse 0.2 in fondo alla storia
In questo capitolo: femslash, what if?
rating giallo
…un vino dallo strano sapore
Non era ideale rischiare di ubriacarsi a un matrimonio, essendo la damigella d’onore; ma era stata la cerimonia più assurda di sempre, e il vino aveva uno squisito, carezzevole bouquet.
“Come puoi dire che è cattivo? Secondo me sei tu che hai strani gusti”.
Mary rise in modo simpatico: bocca spalancata, testa appena inclinata indietro.
“Sono incinta. Sei l’unica che si è fatta qualche domanda, Janine. So scegliere la mia migliore amica”.
“Davvero!? Auguri, Mary, ma allora… non dirmi che John non lo sa, è un dottore!”
“Pensa che prenda la pillola, ma ho smesso da cinque mesi; qualche settimana fa ho contratto un virus, non sarà sospettoso. L’hai conosciuto, no?”
“Mary… sai che non dirò niente, ma perché? Sembrate innamorati, certamente sarà felice”.
Janine era perplessa, ma si stava facendo un quadro; non era stupida.
Mary Morstan era comparsa nella sua vita all’improvviso, ma si era fatta in quattro per lei. Il posto di segretaria per Charles Magnussen era ottimo, anche se aveva la tentazione di licenziarsi; lui era inquietante. Quella raccomandazione che le aveva girato ‘non sono più single, questo è un lavoro senza orari e con poche ferie, ma si guadagna bene’ gliel’aveva richiesta indietro. ‘Una sera mi lasceresti il portone con l’allarme disattivato?’ Come uno scherzo.
Guardò fuori dall’ampia vetrata della saletta da toilette dove si erano chiuse. Nel corridoio vuoto, Sherlock Holmes stava aiutando un nervosissimo John a ripassare un giro del valtzer.
“Che ne pensi?”
A Janine non servivano troppe specifiche.
“Gay, purtroppo. Me lo sarei fatto dieci volte altrimenti, la tua damigella sarebbe scomparsa sotto qualche tavolo. Oh, per questo…”
Mary stirò le labbra in un ghigno, facendo spallucce.
“Cosa immagini che sarebbero diventati se Sherlock non fosse tornato appena in ritardo? Pensa, un giorno, non potevo rischiare ancora. Voglio una famiglia, Janine”.
“Che spreco... guarda che bel corpo che ha! Dovevo arrendermi invece di sperarci tutto il giorno, ma conosco tanti metrosexual che non sono convinta fino alla prova”.
Lo sguardo della damigella si spostò sull’amica.
“Come fai a sopportarlo?” Janine posò il flûte, aveva bevuto abbastanza “Magari combineranno qualcosa… secondo me dovresti trovarti un’amante”.
Probabilmente la frase era innocente, una battuta per sdrammatizzare, ma era stata rivolta alla persona giusta. Facendo l’occhiolino la bionda mise le mani sotto l’ampia gonna, estraendo gli slip di pizzo, roteandoli intorno all’indice come un pistolero dei western.
“Non l’ho mai fatto con l’abito da sposa addosso. E non credo che il mio caro marito stia per rimediare”.
“Stai scherzando!?” Janine soffocò una grande risata dietro le mani giunte.
“Alla prima damigella spetta un sacco di sesso, è mio dovere”.
“Prendiamo una stanza? Chi sono io per dirti di no, l’addio al nubilato non l’hai voluto!”
“Qui, dove rischiamo che ci vedano”.
“Sei pazza, Mary!” Janine la baciò con foga, lasciandosi slacciare l’abito lilla fino alla vita mentre le sollevava le sottogonne di tulle, con una risata sincera.
“Per questo mi vogliono, sono pericolosa”. La sua voce, però, di divertente non aveva nulla.
Note:
È un what if? quindi ho girato la cosa come volevo: però la parte di Mary è proprio la mia visione di lei.
Janine invece mi piace, qui l’ho peggiorata per esigenza di crack-paring; Mary si è appena sposata…
Grazie, Giunia , mi sfidi ad alzare l’asticella delle mie remore! Finirò che sarò una donna provatissima!