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Autore: Luz_    05/08/2009    5 recensioni
Lui sappiamo tutti chi è.
Lei, ragazza tremendamente introversa.
Lui, sebbene fosse spesso a contatto con lei, non l'aveva mai degnata di uno sguardo.
Lei innamorata di lui da quando lo vide la prima volta.
Loro...per sempre.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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16° capitolo

(POV Rob)

 

 


Ero rabbioso, infuriato, non riuscivo a ragionare...salii in macchina e senza che ci pensassi mi ritrovai davanti casa di quel lurido, che aveva massacrato mia sorella.
Camminai spedito lungo il viale e bussai forte alla porta. Niente. Riprovai, ed ecco che lui aprì e quando mi vide arretrò di un passo, probabilmente terrorizzato.
"Rob, ti posso spiegare.." balbettò.
"Ah..mi puoi spiegare? Bene!" e gli diedi un cazzotto, facendogli storcere la mascella.
"Brutto stronzo!Fai schifo!" urlai e continuai a tirare pugni, su quella schifosa faccia che si ritrovava..Cercò di difendersi e con un pugno mi colpi l'occhio destro, ma fortunatamente avevo più forza e gli diedi un calcio nelle parti basse, facendolo cadere.
Ormai era a terra, in posizione fetale..non tentava neppure di difendersi dai miei colpi.
Con un calcio lo feci rotolare a pancia in su e gli gridai con tutto il disprezzo che provavo:"SEI UNA MERDA!QUESTO PER AVERLA MESSA INCINTA!" e gli diedi un calcio nel fianco. " E QUESTO PER AVERLA QUASI AMMAZZATA DI BOTTE!" e altro calcio nello stomaco. "AZZARDATI AD AVVICINARTI A MIA SORELLA E SEI MORTO!" e uscii, riprendendo la macchina e tornando verso casa di Lucia...
Arrivato, parcheggiai fuori dal grande cancello e rientrai, per fortuna i suoi genitori non erano in casa quel weekend..
Quando entrai nella sua camera, balzò giù dal letto, dove era seduta vicino a Giulia, e mi venne incontro abbracciandomi.
Poi notò il livido sull'occhio e il labbro spaccato e disse preoccupata:"Oddio!Cosa è successo Rob?Non bastava tua sorella, ora anche tu.."e iniziò a medicarmi.
"Che gli hai fatto?" chiese dopo un pò, mentre mi poneva sull'occhio del ghiaccio.
"Quello che si meritava..." lei annuì. "Scusami per averti aggredita prima, ero fuori di me e..."
"Tranquillo amore, non ti preoccupare" e mi diede un bacio sulle labbra.
"Ahi!" gridai di dolore al contatto.
"Scusa, scusa..ok, niente più baci.."cercò di ironizzare, ma l'atmosfera era intrisa di tristezza.
Sospirando, posò lo sguardo su mia sorella, che riposava sul suo letto.
"Prima ho fatto venire il mio dottore e ha detto che... l'ha perso...Thomas, l'ha colpita proprio nel ventre.."mormorò e iniziò a singhiozzare; la feci sedere sulle mie gambe e la strinsi forte a me.
"Lei lo sa?" le chiesi, quando sentii che si era calmata.
Lucy annuì soltanto e capii già la reazione che mia sorella aveva avuto.

 

***

(POV Lucia)

 

 

Passarono due giorni, Giulia non volle porre denuncia contro Thomas e nessuno riusciva a capire il motivo, non aveva detto neppure ai genitori che fosse stato lui, quindi gli unici a saperlo eravamo noi del Fleg e il fratello.
Quelli furono giorni di inferno per me, tra esame di letteratura inglese al college, aiutare Giulls, che aveva difficoltà a muoversi e stare con Rob.
Tornata a casa, andai a farmi un lungo bagno rilassante, per cercare di mandare via la stanchezza accumulata nei giorni precedenti.
Poi asciugai accuratamente i capelli e scesi in cucina, da cui proveniva un ottimo odore.
Quando entrai, vidi Maddy ai fornelli e i miei genitori seduti a tavola, che mi fecero segno di sedermi.
"Pensavo di dover pranzare da sola! Come mai a casa?" chiesi...c'era qualcosa di strano..
"Io e tuo padre siamo tornati prima dal lavoro perchè dobbiamo parlarti di una cosa importante.."
Ecco lo sapevo, quando facevano così non era mai niente di buono.
"Che succede?" chiesi timorosa.
"Com'è andato l'esame?" disse, interrompendo mio padre.
"Bene, 29, ma non cambiare discorso...che succede?"
Mio padre prese fiato e disse:"Torniamo in Italia, si parte tra due giorni. Tua mamma è riuscita ad avere il posto a Chieti e io anche."
Nell'udire quelle parole, mi crollò il mondo addosso, la vista mi si appannò, sentivo le voci dei miei, ovattate.
No, non potevano farmi questo.
Non potevano allontanarmi dalla vita che ero riuscita a costruirmi.
Non potevano allontanarmi da Giulia, Enrica, Federica.
Non potevano allontanarmi dalla mia metà!!!
"No!Non potete farmi questoo!No!" gridai. "Ho 20 anni!Sono ultra maggiorenne per vivere da sola!"
"Signorina, quando inizierai a lavorare e avrai la capacità di sfamarti e pagarti autonomamente gli studi, potrai andare a vivere dove vuoi!" controbattè mia madre.
"Ah certo, perchè per voi pagarmi gli studi e darmi da mangiare è il concetto totale di genitore vero???Non potete decidere ora per me quando non l'avete mai fatto, trascurandomi sempre!!!"
"Ora basta!Tu verrai con noi!E' lì che sei nata!Fine della storia!" tuonò mio padre.
"E con il college come farò?" chiesi, con voce tremante, cercando di aggrapparmi a qualunque cosa.
"Trasferiremo i tuoi risultati all'università di Chieti." ripose.
"Non potete farmi questo, Giulia, Federica, Enrica..." non riuscii a pronunciare il nome più importante, più significativo, ma anche il più doloroso.
Mi alzai dal tavolo rovesciando la sedia e corsi per strada, in lacrime.
Correvo, correvo, senza sapere neppure dove stavo andando; mi fermai per riprendere fiato e provai a chiamare Robert, ma le lacrime mi offuscavano la vista, così cercai di calmarmi facendo profondi respiri, finchè non riacquistai la calma e riuscii a comporre il giusto numero.
"Rob.." singhiozzai.
"Amore, che succede?" disse, con voce allarmata.
"Ti prego vieni da me.."
"Lu, cosa ti è successo?Ti hanno fatto del male?" mi chiese sempre più agitato, mentre sentivo che stava mettendo in moto la sua Audi.
"No, no, ma vieni ti prego..ho bisogno di te.."
"Dove sei?"
Mi guardai attorno e mi accorsi che avevo corso parecchio senza accorgermene.
"Sono a Carnaby Street.."
"Ok, arrivo subito."
Mi sedetti su una panchina, tutta rannicchiata; finalmente, dopo non molto tempo, sentii due inconfondibili braccia forti, stringermi a sè e riniziai a piangere a dirotto sul petto di Robert.
"Shh, sono qui, sono qui..tranquilla."mi mormorò baciandomi il capo e accarezzandomi i capelli. Rimase in silenzio a coccolarmi, finchè non finii di bagnargli l'immacolata camicia.
"Cosa è successo?" mi chiese, asciugandomi le lacrime.
Alzai il volto e fissai quei suoi profondi occhi smeraldi...come avrei fatto???Come???
Presi forza e farfugliai tra i singhiozzi:"Ci ritrasferiamo in Italia, tra due giorni.."
Lo fissai e quando assimilò completamente la notizia, sul suo volto apparve una maschera di infinita tristezza...
"Oh Rob..!" singhiozzai,incastrando il mio capo sotto il suo mento, e lui mi strinse a sè talmente forte, che mi mancò il fiato, ma non mi interessava, volevo sentirmi unita a lui, come non lo ero mai stata.
Rimanemmo in silenzio per molto tempo, a cullarci, baciarci, sfiorarci su quella vecchia panchina di Carnaby Street.
Avevo pura di porgli la domanda che mi attanagliava lo stomaco, ma era fondamentale che gliela facessi, così presi coraggio e gli dissi:"Come faremo?" e lui capì subito cosa intendevo. Mi guardò con quegli occhi, che però in quel momento non emanavano più quella luce splendente che mi trasmetteva felicità anche nei momenti più cupi.
Mi baciò la fronte e mormorò con le labbra su di essa:"Ce la faremo amore, noi ci amiamo." Ma mi sembrò che, con quelle parole, cercasse di auto-convincere più se stesso, che me.

 

 

   
 
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