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Autore: Justice Gundam    20/02/2020    2 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 74 - Prossima fermata Ametripoli 

Aya tirò un sospiro, mentre si riavviava i lunghi capelli viola. Era da parecchio tempo che non si sentiva così soddisfatta e tranquilla. Finalmente, sentiva che il disprezzo per sè stessa che aveva dominato i suoi pensieri per tanto tempo, cominciava lentamente a fare spazio ad una nuova convinzione e fiducia. Incontrare Pietro e gli altri nella sua sfortunata spedizione ad Agatipoli era stato un inaspettato colpo di fortuna... uno in cui lei stessa aveva smesso di credere tanto tempo fa.

La ragazza alzò lo sguardo e vide la sua fedele Nidoqueen che le si avvicinava, mettendole una mano sulla spalla e facendole un cenno con la testa. La Pokemon Veleno/Terra dava anche lei l'impressione di essere meno tesa e più rilassata, e la sua allenatrice riuscì a farle un sorriso prima di guardare in direzione dell'arena del circo, dove Celeste, Sansone e Terra stavano finendo il loro numero e salutando il pubblico. Vera e i suoi compagni erano tra il pubblico, ad applaudire alla loro bravura. 

"Nido?" chiese Nidoqueen, con il tono di una domanda cordiale.

"Ammetto che... sono contenta. Era da un po' che non riuscivo a dirlo." commentò Aya, e si sgranchì una spalla. "E anche... anche un po' imbarazzata, se devo dire la verità. Non credevo... anzi, direi che addirittura non volevo che Cain mi perdonasse così facilmente. Dopo quello che gli avevo fatto, io... non pensavo di avere il diritto di liberarmi di questo peso."

"Cain ti vuole bene. Te ne ha sempre voluto. Insomma, è pur sempre tuo fratello, no?" chiese retoricamente la voce di Pietro. Il giovane musicista dai capelli rossi e il suo Sudowoodo erano lì accanto a lei, dopo essersi avvicinati con sorprendente furtività, e il ragazzo aveva con sè la sua chitarra, che si mise a strimpellare, facendone uscire una breve, improvvisata ma orecchiabile melodia. Aya tirò un breve sospiro e si spostò dalla sua posizione, lasciando a Pietro lo spazio per sedersi. "E poi, conosci bene anche me, vero, Aya? Io non mi sono mai arreso. Ero sicuro che un giorno tu e Cain vi sareste capiti... e che anche tu avresti capito che non aveva senso punirti da sola."

"Anche se non ho fatto niente per impedire a nostra madre di trattare Cain in quel modo indegno?" rispose Aya, il cui sorriso si fece amaro. "Continuo a pensare che forse avrei potuto farle cambiare idea... anche se, a pensarci bene, era soltanto una pia illusione da parte mia."

"Sudowoodo..." esclamò il buffo Pokemon Roccia vagamente simile ad un albero. Ondeggiò lentamente il corpo, tenendo le braccia dritte in aria. "Su, sudo... woodo!"

Lentamente, con prudenza, Pietro avvicinò la mano a quella di Aya. La ragazza gettò una rapida occhiata al giovane chitarrista... e dopo un breve momento di imbarazzo, ricambiò il gesto e toccò lievemente le dita di Pietro con le sue. La sensazione del sangue che le correva all'improvviso alle guance le strappò un sorriso.

"Non preoccuparti più di queste cose, Aya." disse Pietro affettuosamente. "Tuo fratello è una grande persona, e io lo stimo e lo ammiro molto... anzi, oserei dire che lo invidio un po'. Il vostro rapporto, nonostante tutto, è saldo e sicuro."

Aya si fece seria. Non aveva incontrato Titania, la sorella di Pietro, che un paio di volte, e in entrambi i casi, le aveva dato l'impressione di una persona con cui era molto difficile andare d'accordo. Pietro non si faceva problemi a dire che non c'era nessun affiatamento tra lui e Titania, quindi Aya aveva tutti i migliori motivi per credere che questa sua impressione fosse corretta. Per lui, doveva essere una gran cosa vedere fratello e sorella che invece andavano d'accordo...  

"Anche tu, non pensare a queste cose, Pietro. So che tu e tua sorella Titania... non andate per niente d'accordo." affermò Aya. Pietro non cambiò espressione, ma sia Aya che i due Pokemon si accorsero che adesso era un po' più teso. "Scusa... non volevo riportarti alla mente dei brutti ricordi."

"Non fa niente." rispose Pietro con un'alzata di spalle. "Ormai mi sono abituato al fatto che Titania ed io non andremo mai d'accordo. Ho provato a seppellire l'ascia di guerra, e tu lo sai... ma non è così semplice, con una persona come Titania."

Nidoqueen disse di sì con la testa. "Nido..." affermò, e storse il naso al pensiero di cosa probabilmente stava facendo Titania in quel momento. Probabilmente adesso era a caccia di qualche membro del Team Meteora, e Nidoqueen non aveva esattamente voglia di vedere cosa avrebbe fatto loro. Sperò almeno che Amaria fosse con lei... quella ragazza riusciva sempre a tenere a freno la parte peggiore di Titania.

Aya provò a cambiare argomento, in modo da non rovinare l'atmosfera rilassata che si era venuta a creare. "Non te la prendere per questo... piuttosto, domani Vera e i suoi compagni partiranno per raggiungere Ametripoli. Chissà cosa incontreranno, da quelle parti... è una zona molto pericolosa, visto che lì il controllo del Team Meteora è ancora saldo."

"Forse meno di quanto pensi." rispose prontamente il ragazzo, muovendo un indice come per dire di no. "Vedi... ho sentito dire che qualcuno è riuscito a rimuovere il ghiacciaio che impediva l'accesso ad Ametripoli, e adesso la città non è più isolata. Credo che dobbiamo ringraziare la piccola Heather per questo."

"Davvero? Non credo di averla mai incontrata... dev'essere un'allenatrice davvero in gamba!" affermò Aya. 

"Lo è, e non soltanto perchè, a quanto ho sentito dire, è la figlia del famigerato Corey." rispose Pietro. Aya sospirò e disse di sì con la testa - non era successo tanto tempo prima che Corey, una figura di spicco a Reborn City e considerato una guida e un idolo da molti allenatori, si era rivelato essere un agente del Team Meteora. E pochi giorni dopo, si era tolto la vita. Doveva essere stato un duro colpo per sua figlia... "Comunque, non siamo certo qui per parlare di chi fosse figlia. Lei... vuole aiutarci, probabilmente anche per farla pagare al Team Meteora per aver rovinato la sua famiglia, e sicuramente non posso darle torto."

"Il Team Meteora ha provocato chissà quante sventure e tragedie per la gente di Reborn... e se non verranno fermati, lo faranno in tutto il mondo." continuò Pietro. "Ma... è per questo che siamo qui, no? Abbiamo sconfitto il Team Meteora già prima, e lo faremo ancora, quante volte sarà necessario. Una volta che Vera si sarà impadronita della Mega Evoluzione, sono sicuro che non ci sarà più niente in grado di fermarla!"

"Effettivamente, ci sta mettendo un po' per farlo..." rispose Aya. "Spero solo che ci riuscirà. per quando sarà il momento di affrontare Lord Solaris e quella Lin di cui abbiamo sentito..."

 

oooooooooo

 

Uno scrosciante applauso accolse Celeste e i suoi compagni nel momento in cui la giovane esperta di Pokemon Volanti eseguì un ultima acrobazia e atterrò con agilità in mezzo all'arena, gentilmente trasportata dal suo Altaria e dal suo Gliscor. Sansone e uno dei suoi Pokemon - un possente Conkeldurr che portava con sè due colonne di granito come se non pesassero niente - avevano appena finito di spezzare delle robuste catene con la sola forza delle braccia... mentre Terra, come sempre fedele alla sua fama di eccentrica, si era esibita in un numero di giocoliere su un monociclo, sostituendo le palline di gomma con Pokeball.

"Ed ora, signore e signori e persone non binarie... perchè le discriminazioni di genere fanno schifo, punto e basta... il gran finale del grande numero della grande Terra! TA-DAAAAAN!"

La ragazza dai capelli del colore dell'arcobaleno lanciò in aria tutte le sue Pokeball nello stesso momento e le fece aprire con uno spettacolare sbuffo di polvere colorata che investì l'arena! Celeste, Sansone e i loro Pokemon si ritirarono giusto di un passo, e i Pokemon della ragazza-pagliaccio atterrarono uno alla volta attorno a lei... Anche se il risultato non fu esattamente lo spettacolo che era stato l'esibizione di Celeste.

Il primo ad atterrare fu un pesante Hippowdon, un grosso Pokemon di Terra simile ad un ippopotamo giallo con delle placche nere sul dorso e sul muso, e dei buchi sulla schiena dai quali fuoriusciva un lento ma costante fiume di sabbia.

Lo seguì a ruota un Quagsire dall'aspetto allegro ma un po' melenso... e poi un altro Pokemon, davvero strano ed insolito, che Vera e i suoi compagni non avevano mai visto prima: sembrava un grande castello di sabbia vivente, le cui torri facevano da braccia, e un corpo centrale con una grande bocca simile ad un arco d'ingresso! Una paletta di plastica rossa spuntava dal tetto della bizzarra creatura.

"Hippoooooo!" esclamò il Pokemon simile ad un ippopotamo. Aprì le sue enormi fauci, mostrando una serie di denti lunghi come pugnali. Quagsire cominciò a sbracciarsi a salutare il pubblico, mentre quello strano Pokemon simile ad un castello di sabbia vivente cominciò ad ondeggiare come se fosse stato sospinto dal vento!

"Palo palo! Palossand!" esclamò la strana creatura, con una voce che suonava come sabbia sgretolata. 

"Hahahahaaa! Come potete vedere, anche i miei Pokemon hanno voluto rendere gli onori di casa... del grande Circo di Agatipoli! Anche se non è proprio una casa ma un tendone... e chi intende intenda, e gli altri in camper!" esclamò allegramente Terra, mentre Celeste si sbatteva una mano sulla fronte in segno di comica esasperazione!

"Dovevamo davvero lasciare che fosse lei a salutare il pubblico?" chiese al suo compagno.

Il Conkeldurr di Sansone sghignazzò come per dire che non c'era moltascelta, e il forzuto alzò le spalle. "E che ci vuoi fare, lo sai che è sempre stato così con Terra. Se non fa qualcuna delle sue battute, non è contenta!"

"Non credo di aver mai visto Terra di umore diverso da: come se avesse appena bevuto dozzine di tazze di pura caffeina!" fu la risposta di Celeste. "Altro che Julia, lei è una dilettante in confronto..."

"Altaria..." commentò l'Altaria di Celeste. Un movimento improvviso attirò la sua attenzione, proprio mentre Terra lanciava in aria un'altra Pokeball, che al contrario delle altre era decorata su tutta la sua superficie da lustrini di vari colori... e anche questa si aprì di scatto, senza però far uscire alcun Pokemon. Invece, un grosso sbuffo di fumo colorato uscì dalla sfera, creando una nube dei colori dell'iride sopra a Terra... e subito dopo, da un cavo calato dall'alto, scesero giù Ortilla ed Alty, entrambe in posa per salutare il pubblico! La bambina dai capelli turchini  era vestita in maniera davvero strana: il suo costume di scena, un po' rivelante ma del tutto innocuo, era stato sostituito da una tutina aderente di colori sgargianti che pur non mostrando molta pelle era comunque abbastanza stretta da apparire dipinta su di lei, e indossava un paio di guanti bianchi lunghi fino al gomito, che le davano una parvenza di eleganza... che tuttavia era rovinata da un paio di ampi stivali rossi con le punte arricciate, e da un trucco da clown che le aveva fatto il viso bianco, con un naso finto rosso e tondo! I suoi capelli erano legati in due codini che scendevano ai lati della testa, e indossava un buffo cappellino da giullare, con dei campanellini d'argento attaccati alle punte!

In pratica, aveva un aspetto terribilmente ridicolo... e ciò nonostante, si stava divertendo un sacco a sbracciarsi e a dare spettacolo, con Alty che svolazzava accanto a lei, producendosi in una serie di acrobazie!

E il resto dei suoi Pokemon - Scraggy, Bibarel e Spinda - stava nuovamente facendo il suo ingresso nell'arena. Il panda bianco e rosso, con la sua tipica andatura da ubriaco, stava facendo il giocoliere con alcune palline di gomma lanciate in aria, mentre il castoro faceva l'equilibrista correndo su un grosso pallone giallo decorato con stelle blu! Anche Scraggy, nonostante l'aspetto severo, stava facendo del suo meglio per far ridere il pubblico, suonando una strana tuba a stantuffo... che non produceva alcun suono! Ad ogni movimento dello strumento, Scraggy faceva salire o scendere le pieghe della sua pelle, creando un effetto davvero stravagante.

"Grazie! Grazie infinite! Io, Alty e tutti i miei Pokemon siamo felici di essere qui per voi!" esclamò Ortilla, mettendosi in posa sul cavo che la teneva sospesa a mezz'aria. Bibarel ne approfittò per fare un salto mortale e mettersi a correre sulle mani sopra il suo pallone. "Vi ringraziamo tutti per il vostro calore e il vostro entusiasmo! E' stato un onore esibirmi per voi... e spero di rivedervi presto, magari in circostanze più liete per il vostro paese!"

Gli applausi seguirono una frazione di secondo dopo, e Scraggy gettò via la tuba per fare un inchino al pubblico, lasciando cadere quei lembi di pelle in più che aveva come se fossero stati pantaloni troppo larghi!

"Altaria!" esclamò Alty. Aprì di scatto le ali, e usò la sua mossa Danzadipiume per scatenare un vortice di piume bianche tutt'attorno a sè e creare un suggestivo effetto - combinato con le brillanti luci dell'arena, sembrava quasi che Alty e la sua allenatrice si fossero trasformate in due angeli scesi dal cielo.

"Fantastico! Ne ha di talento per mettere su questi spettacoli, la nostra amica!" esclamò stupefatta Vera, mentre ammirava la scena assieme ai suoi compagni...

    

oooooooooo

 

Era ormai tarda sera quando lo spettacolo si concluse, ma molte persone continuarono a trattenersi, ancora per un bel po' di tempo, attorno al tendone del circo. All'interno di quest'ultimo, tuttavia, gli artisti e i loro compagni si stavano finalmente godendo un po' di calma... o meglio, questa sarebbe stata l'intenzione, se non ci fossero state delle cose più urgenti da fare in quel momento. Il gruppo di Vera, completo dei loro Pokemon più fidati, era seduto attorno ad un tavolo nel backstage del tendone, ad ascoltare quello che Celeste e il resto del gruppo della resistenza aveva da dire riguardo alla prossima destinazione che avevano individuato.

"Allora, dite che il segnale che sta facendo addormentare tutti ad Agatipoli è derivante da qualche PULSE, giusto?" chiese Drew, lo sguardo attento e le orecchie tese. "E questo segnale dovrebbe provenire da Ametripoli, sulle montagne più alte di Reborn."

"Proprio così. Non è un posto frequentato, quindi il Team Meteora avrebbe facile gioco... e data l'altitudine a cui si trova, è altamente probabile che un segnale radio trasmesso da lì potrebbe raggiungere qualsiasi punto del continente loro vogliano." rispose Sansone, e con un cenno della mano, indicò un punto su una mappa del continente di Reborn appesa alla parete accanto a lui. "Dobbiamo ringraziare la nostra Terra, che è riuscita a trovare il segnale... senza la sua abilità nell'uso dei computer, non credo che ce l'avremmo fatta."

"Modestamente, o non troppo modestamente, la vostra Terra è indispensabile come la maionese nel caffè, o un pugno in un occhio!" rispose la stravagante ragazza clown. Terra si mise a passeggiare in tondo davanti alla mappa sulla quale stavano illustrando quello che c'era da fare, senza un motivo apparente.

"Veramente, di quelle due cose si fa volentieri a meno..." commentò tra sè Hitomi, per nulla divertita dai modi di fare di Terra.

Terra si schiarì la voce, e per un attimo sembrò addirittura che stesse per fare un discorso serio. "Cooooomunque, la cosa più importante in questo momento è che... Celeste porta le mutandine azzurre!"

Davanti alle facce sorprese e disgustate del gruppo di Hoenn, Sansone scoppiò a ridere, mentre il viso di Celeste assumeva un interessante colore rosso incandescente! "T-Terra!" esclamò la giovane acrobata, e il Glicor che svolazzava accanto a lei emise una serie di stridii indignati. "Ti... ti sembrano cose da dire, davanti ai nostri amici? Miss Saphira li ha mandati qui per un motivo, dopotutto!" esclamò, con gli occhi sgranati per la sorpresa.

"Hahaaa! Allora non neghi!" fu la pronta risposta di Terra, accompagnata da un ghigno vittorioso. La ragazza clown si avvicinò a Celeste, puntandole comicamente un indice al petto. Celeste grugnì per l'imbarazzo e la frustrazione, e cercò di riportare il discorso su binari un po' più seri...

"Okay, signore, è stato uno scherzo divertente, ma ora è il momento di parlare del Team Meteora, e di quello che stanno cercando di fare." continuò il forzuto, e gettò uno sguardo di intesa alle due ragazze. Celeste lo ringraziò a bassa voce, mentre Terra borbottò qualcosa circa il fatto che aveva indovinato il colore giusto... "Allora... come abbiamo detto, Terra ha individuato il segnale che trasmette gli effetti di quella ipotetica macchina PULSE che fa addormentare gli abitanti di Agatipoli. Abbiamo detto che si trova in cima alle montagne di Ametripoli, quindi... è là che bisogna cercare."

"Se riuscissimo a distruggere la stazione di trasmissione, come minimo faremmo in modo che il segnale non possa più raggiungere tanto facilmente i luoghi che il Team Meteora vuole mettere a nanna..." spiegò Celeste, e gettò un'occhiata di avvertimento a Terra, che strizzò un occhio e mostrò la lingua come una monella. "E con un pizzico di fortuna, potremmo anche trovare la macchina PULSE che sta facendo tutto questo, e toglierla di mezzo una volta per tutte. Quello sarebbe davvero un grosso passo in avanti."

"Certo, sicuramente questa è una possibilità che abbiamo per ostacolare i piani del Team Meteora." rispose Max. "Quindi... quello che dobbiamo fare adesso è dirigerci ad Ametripoli, cercare questa stazione di trasmissione, e disattivarla o distruggerla. Mi sembra semplice... il che, sinceramente, mi lascia un po' scettico."

"Il Team Meteora non è così sprovveduto... avrà sicuramente pensato a qualcosa per impedirci di raggiungere la stazione di trasmissione." affermò Drew. E per quanto Vera avrebbe di gran lunga preferito che si trattasse di una missione semplice e lineare come era sembrata dalla descrizione, non osava certo sperare tanto.

E dall'espressione che fecero Celeste e Sansone alle parole di Drew, si capiva benissimo che ci sarebbero state delle complicazioni. "Ecco, lo sapevamo..." disse Cain con una breve risata ironica.

"In effetti... abbiamo da poco ricevuto delle notizie preoccupanti." affermò Sansone sfregandosi la nuca. "Temo... che alcuni di voi dovranno compiere una piccola deviazione verso Reborn City. Sembra... che qualche rimasuglio della Chiesa d'Alfa sia ancora in circolazione, e sia riuscito a far evadere Padre Elias ed Angela - due dei loro membri di rango più alto - grazie all'aiuto del Team Meteora e di altre bande a loro affiliate..."

"Pika pika..." disse Sparky con evidente disappunto. Non solo il loro duro lavoro era stato annullato, ma adesso che la Chiesa d'Alfa poteva contare per certo sull'aiuto del Team Meteora, le cose si facevano ancora più difficili.

Ritchie strinse i denti e si mordicchiò un pollice in segno di frustrazione. "Accidenti... questa davvero non ci voleva. In effetti, non siamo riusciti a catturare Pius, nè quel ragazzo di nome Bennett che si è unito a loro..." affermò. "Sicuramente è stato uno di loro, o tutti e due, ad organizzare questa evasione in piena regola..."

"Quindi... volete dire che alcuni di noi torneranno a Reborn City e cercheranno di tenere d'occhio la Chiesa d'Alfa, e ostacolare i suoi piani, dico bene?" azzardò Ortilla.

Celeste disse di sì con la testa. "Sì... e nel frattempo, il gruppo che si dirigerà ad Ametripoli dovrà cercare di contattare Heather e Shelly, se possibile, e sincerarsi delle loro condizioni." affermò. "Capirete che siamo in un momento critico per la resistenza. Nessuno prima d'ora aveva mai resistito tanto contro il Team Meteora, e adesso i loro tentativi di ostacolarci si faranno sempre più frenetici e decisi. Dobbiamo assolutamente resistere, e fare in modo che loro sprechino risorse nel tentativo di fermarci. Quando saranno indeboliti abbastanza, potremo finalmente sferrare l'attacco decisivo... e sperabilmente sconfiggerli una volta per tutte!"

"Ma se vogliamo raggiungere il nostro obiettivo, non possiamo lasciare al Team Meteora neanche il minimo vantaggio." affermò Sansone con decisione. "E' per questo che abbiamo deciso di affidarvi queste due missioni parallele. Qualsiasi cosa vogliano fare il Team Meteora e la Chiesa d'Alfa, deve essere fermata in tempo."

"Sì, credo di aver capito. In pratica, dobbiamo cercare di capire qual è il legame tra il Team Meteora e la Chiesa d'Alfa, e mettergli i proverbiali bastoni tra le ruote. Giusto?" chiese Vera, già pronta mentalmente alla sfida che le si presentava davanti. Chissà se sarebbe dobuta andare ad Ametripoli o tornare a Reborn City...

"Din doooon! Esatto, la signorina Vera Maple ha vinto un milione di sberle!" esclamò Terra. Un grosso gocciolone di sudore scese dalla fronte della bambina castana. Quando c'era Terra di mezzo, le possibilità di sostenere una conversazione seria a lungo si riducevano a meno di zero...

Celeste tirò un sospiro, ed estrasse da chissà dove un grosso ventaglio di carta, con il quale procedette a suonare Terra sulla testa, con risultati alquanto modesti. "Come stavamo dicendo..." affermò, e gettò uno sguardo di avvertimento a Terra, che si massaggiò il punto colpito e ridacchiò gentilmente. "Sì, credo che in questo caso sia meglio che alcuni di voi tornino a Reborn City e cerchino di capire cosa stia facendo la Chiesa d'Alfa da quelle parti." affermò la giovane donna. "Detto questo... vi consiglio di stare attenti a come dividete il gruppo."

Hitomi e il suo Sceptile annuirono... e Max si aggiustò gli occhiali, pensando già ad una strategia da proporre. Gardevoir fluttuò elegantemente al fianco del suo allenatore, e i suoi occhi emisero per qualche istante una luce azzurrina intermittente... 

"Max? Riesci a sentire il mio pensiero?" chiese per telepatia il fedele Pokemon Psico/Folletto. Il ragazzino con gli occhiali fece un piccolo sobbalzo per la sorpresa - non era sicuro che si sarebbe mai abituato a quello strano tipo di comunicazione non verbale - prima di rispondere al suo Pokemon con i propri pensieri.

"Sì, Gardevoir, ti sento bene. Hai qualche idea?" chiese il ragazzino con gli occhiali.

"Diciamo che piuttosto sarebbe una proposta." affermò il Pokemon Abbraccio. Restò in silenzio per qualche istante prima di completare i suoi pensieri. "Ho visto che c'è una certa sinergia tra te ed Hitomi. E credo che ci sia anche una certa intesa tra Ritchie ed Ortilla. Non posso certo dire come si evolverà, ma... ho come l'impressione che la nostra coordinatrice si fidi molto di quel ragazzo."   

"Hehee... capisco cosa vuoi dire, Gardevoir. In questo caso..." disse Max con un sorrisetto di intesa. Gardevoir ricambiò il cenno, e anche se Max non vedeva la bocca del suo amico Pokemon dalla sua posizione, dava tutta l'impressione di stare sorridendo anche lui. "Chiedo scusa, signori... potrei chiedere che Ritchie ed Ortilla siano nella stessa squadra?"

"Hm? Perchè questa domanda all'improvviso, Max?" chiese Hitomi, anche se dal tono, non dava l'impressione che gliene importasse più di tanto. Ma dopotutto, Hitomi non dava spesso l'impressione che le importasse molto di qualsiasi cosa.

Dandosi una rapida occhiata intorno, Max vide che anche altri membri del suo gruppo - e in particolare i due diretti interessati - erano curiosi di capire quale fosse la motivazione dietro una tale domanda. Il ragazzino con gli occhiali si schiarì la voce e cercò di dare l'impressione di aver già pensato a lungo alla risposta - in fondo, anche lui aveva la sua reputazione a cui tenere fede, giusto?

"Tutta questione di osservazioni, mia cara!" affermò Max, e le lenti dei suoi occhiali cominciarono a brillare in segno di sicurezza. "Semplicemente, ho pensato che affiancare ad Ortilla un allenatore esperto come Ritchie la aiuterà ad affinare le sue abilità, e potranno darsi una mano a vicenda!"

Hitomi non sembrò convinta. "Ti stai inventando tutto sul momento, vero?"  

L'espressione convinta di Max si rabbuiò appena un po', e il ragazzino storse il naso. "Insomma, Hitomi... non sai proprio come dire le cose senza essere brusca, no?"

"Non stai negando le mie insinuazioni." rispose lei senza perdere un colpo. Ma tra sè, stava pensando qualcos'altro...

"Accidenti a Terra... sto cominciando ad usare le sue stesse battute." si ammonì di non farsi influenzare troppo da quella buffona.

Sansone si sfregò il mento per un istante, poi disse di sì con la testa. "Non credo ci saranno problemi. Anzi, Ritchie sarebbe davvero il più adatto ad accompagnare Ortilla." affermò il forzuto. "Per il resto... Max, Hitomi, Cain, siete disposti ad andare con loro? Vera, Drew, Pietro ed Aya si dirigeranno ad Ametripoli."

"Woo-hoo! Siamo in squadra assieme, mia cara Aya!" esclamò Pietro tutto contento. Fece per abbraciare Aya, ma quest'ultima fece un sospiro falsamente esasperato, e lo tenne a freno mettendogli una mano sulla fronte. 

"Con calma, Pietro. Non si tratta di un appuntamento romantico, nè di una gita di piacere... stiamo andando a dare una lezione al Team Meteora, lo sai." rispose tersa la ragazza dai capelli viola. Tutti ridacchiarono della scena, prima che Cain dicesse la sua, facendosi uscire dei buffi ventaglietti di carta dalle mani!

"E dai, sorellina, un po' di romanticismo non può che fare bene! Da parte mia, io non posso che darvi la mia benedizione!" affermò il ragazzo, e strizzò un occhio ai due piccioncini, facendo arrossire nervosamente Aya, e strappando una risata imbarazzata a Pietro!

"Ugh... certo che tu sai come mettere una ragazza a suo agio, Cain..." mormorò Aya. Troppo tardi, si rese conto che era la cosa sbagliata da dire, in presenza del fratello maggiore.

"Lo sai, certe cose potrebbero essere prese nel senso sbagliato, mia cara sorellina... hey, Pietro, tu vuoi che Aya sia a suo agio quando... hehehee..." 

"CAIN! Non c'è bisogno di andare lì, okay?" esclamò prontamente Pietro, evitando che le orecchie innocenti dei ragazzi di Hoenn sentissero qualcosa di inappropriato! Se non altro, Vera e Drew sembravano aver capito, a giudicare da come Vera si mise la mano sulla fronte e scosse la testa, mentre Drew storse il naso. Evidentemente, certe battute erano off limits anche per lui.

"Preferisco non chiedere altro..." fu l'unico commento di Hitomi.

Ortilla si schiarì la voce, e spostò nuovamente l'attenzione di tutti sul problema attuale. Con grande rammarico di Terra, che pensava che la situazione si stesse facendo davvero divertente. "Ecco... io sono d'accordo con l'idea di Max." rispose, mentre passava una mano tra il piumaggio bianco e soffice di Alty. "Se... se dobbiamo dividerci in due gruppi, penso che avere con me un allenatore come Ritchie mi aiuterebbe. Senza offesa verso Vera e gli altri, che si sono dati da fare per aiutarmi e proteggermi per tutto questo tempo."

"Nessun offesa, Ortilla. Anch'io penso che te la caverai bene con Ritchie. E tu, Ritchie, cosa ne pensi?" domandò Vera.

Il ragazzo di Kanto si sfregò la nuca con una mano e guardò in direzione di Sparky per chiedergli consiglio, ma il buffo Pikachu con il ciuffo non potè fare altro che scuotere la testa ed alzare le spalle, non avendo nulla da offrire.

"Pika chu..." squittì.

Ritchie sospirò rassegnato. Beh, non poteva certo lamentarsi, o almeno questo è quello che si disse. Era stato mandato lì per ritrovare Ortilla e proteggerla, e andare con lei gli avrebbe permesso di svolgere il suo compito nel modo migliore. Se lei si fosse trovata in qualche guaio, lui, Sparky, Zippo e il resto dei suoi Pokemon sarebbero stati in grado di difenderla. O almeno, questo era quello che lui sperava.

"Va bene... allora, se tutti sono d'accordo, facciamo così. Il gruppo composto da Vera, Drew, Pietro ed Aya andranno ad Ametripoli, e cercheranno di disattivare e distruggere il segnale della macchina PULSE." concluse finalmente Celeste. "Il resto di voi tornerà a Reborn City, e cercherà di tenere sotto controllo il Team Meteora e i loro affiliati. Può andare bene?"

"Certo che sì!" rispose prontamente Vera, e si scambiò uno sguardo di intesa con Drew. Come sempre, il ragazzino dai capelli verdi aveva quell'espressione arguta e un po' maliziosa che Vera non sapeva mai se doveva prendere sul serio o meno... ma anche quello era un aspetto del suo rapporto con Drew che le piaceva, se doveva essere sincera. Manteneva sempre interessanti le loro discussioni...

"Per me non è un problema. Possiamo tenere d'occhio i piccioncini, e nel frattempo, scovare anche questo segnale radio che mette tuttia nanna." rispose Drew.

Aya sospitò e scosse la testa. "Ne parli come se fosse una gita scolastica..."

"E che c'è di male nelle gite scolastiche? Sono il tempo dell'amore e dei compiti copiati!" rispose Terra, come sempre in maniera del tutto casuale e che c'entrava ben poco con l'attuale conversazione! Alcuni risero, più per l'imbarazzo che per altro, mentre Hitomi ed Aya grugnirono con tono esasperato.

"Almeno, in questo mondo, non dobbiamo ascoltare i deliri di questo pagliaccio per qualche giorno..." disse tra sè Hitomi, e gettò un'occhiata a Terra che stava sghignazzando della sua stessa battuta...

 

oooooooooo

 

"Atlante... Dragospiro."

La fedele e valorosa Kingdra di Amaria non riuscì a nascondere un brivido nel sentire l'ordine della sua allenatrice, dato con una scioccante mancanza di emozioni, ma si fidava comunque al cento per cento, ed eseguì senza esitazione. La Pokemon Acqua/Drago prese fiato e scagliò un getto di fiamme multicolori che colpirono in pieno il gruppo di Pokemon che gli scagnozzi del Team Meteora avevano mandato contro di lei. Il risultato fu prevedibile - i nemici vennero travolti e scaraventati a terra privi di sensi, e gli scagnozzi vestiti di nero indietreggiarono sconvolti.

"Non... non abbiamo scampo! Questa donna è imbattibile!" piagnucolò una delle reclute, mentre Amaria avanzava con passo lento ma inesorabile verso di loro. Avevano già sentito parlare di lei, e certo non si aspettavano di avere di fronte un'avversaria facile... ma quella che avevano davanti era una sorta di inarrestabile forza della natura!

Ma non era questo a terrorizzare i malfattori.

Lo sguardo freddo e cupamente determinato con cui Amaria li stava osservando riusciva a spaventarli molto di più di quanto non riuscisse già a farlo l'incredibile abilità da lei dimostrata.

Gli scagnozzi del Team Meteora avevano l'impressione che Amaria non li stesse veramente guardando. Piuttosto, era come se stesse fissando qualcosa che si trovava dietro di loro, e che non fosse nemmeno accorta di loro. C'era qualcosa di inquietante nel suo comportamento. Qualcosa che non si aspettavano, e che le voci che avevano sentito su di lei non avevano neanche menzionato...

La ragazza dai capelli verdini era arrivata ormai a pochi passi dalle reclute, che emisero una serie di versi impauriti, e cercarono di indietreggiare...

"Per favore, fatemi passare." disse Amaria con voce atona. La frase in sè restava abbastanza formale... ma quello che veramente faceva paura era l'assoluta mancanza di emozione con la quale era stata pronunciata. Non servivano minacce per capire che Amaria faceva sul serio.     

"Sì... certo! Subito, signorina!" esclamò rapidamente il primo degli scagnozzi, con lo sguardo di chi ha in bocca le tenaglie di un cavadenti! Amaria passò in mezzo alle reclute del Team Meteora senza degnarli di uno sguardo, e i tre individui riuscirono a vedere da vicino il pallore della sua pelle e le borse che aveva sotto gli occhi... per non parlare del leggero rossore attorno alle sue pupille. Decisamente, dava l'impressione di una che non dormiva da un bel po'...

La sua Kingdra seguì Amaria fino a raggiungere un tavolo coperto di fogli per gli appunti, con sopra un computer portatile e altri strumenti dei quali Amaria non conosceva il funzionamento. E detto francamente, non poteva importarle di meno... Tutto quello che le interessava, in quel momento, era che si trattava di strumenti per i piani del Team Meteora, e che non poteva lasciare che continuassero ad esistere. I suoi amici... Tania... i loro Pokemon... ne avrebbero risentito...

Tania...

Già, Tania... nonostante tutti, Amaria continuava ad amarla. Un amore disperato, un'ancora di salvezza da quel male oscuro che l'aveva presa e le impediva di vivere come avrebbe dovuto... almeno finchè le mareggiate non l'avevano strappata via, e lei continuava ostinatamente a tentare di afferrarla... 

Non importa. Se Tania non poteva essere sua... almeno poteva fare in modo che il compito suo e di quei ragazzi di Hoenn fosse meno gravoso. Se la sua utilità si riduceva a questo... Amaria era disposta ad andare avanti su questa strada, fino alla fine. Se non altro, almeno così la sua vita sarebbe servita a salvare Reborn e ad aiutare il resto della resistenza.

"Distruggi tutto questo, Atlante. Ma lascia vivere queste persone." disse stancamente Amaria. "Loro... stavano solo eseguendo gli ordini..."

La Pokemon simile ad un cavalluccio marino gigante si avvicinò alla sua allenatrice, per cercare di scuoterla dalla sua depressione... ma ancora una volta, i suoi generosi tentativi incontrarono un inglorioso insuccesso. Amaria non sembrava avere nient'altro in mente che distruggere quante più basi del Team Meteora possibile, senza alcuna strategia...

...fino all'autodistruzione?

Atlante corrugò la fronte, e scagliò un attacco Idrovampata. Dal suo muso ad imbuto partì un potente getto di acqua bollente che colpì in pieno gli strumenti e i documenti, mandando in cortocircuito il computer e riducendo i fogli in poltiglia illeggibile. Il tavolo si rovesciò con fragore, e il resto degli strumenti si schiantò sul pavimento, dove quelli ancora funzionanti vennero fatti a pezzi da un colpo di coda della Pokemon ippocampo. Le tre reclute del Team Meteora guardavano terrificati, ringraziando tutte le divinità che conoscevano del fatto che Amaria avesse deciso di risparmiare loro la vita. Se quella Kingdra avesse deciso di farli fuori, sarebbero diventati le sue prede, senza possibilità di scampo...

Completata la loro opera di distruzione, Amaria e Kingdra si voltarono e cominciarono ad allontanarsi, senza mai guardare negli occhi le reclute del Team Meteora, che restarono a guardarle spaventate. Avevano paura che ogni più piccolo movimento, ogni parola fuori posto, avrebbe potuto attirare l'ira dell'allenatrice di Pokemon d'Acqua su di loro...

Solo quando ormai i passi di Amaria non si sentirono più, le reclute si azzardarono a tirare il fiato, e una di esse giunse addirittura a sedersi per terra non appena la scarica di adrenalina si esaurì.

"Mamma mia... credo... credo... di aver visto tutta la vita passarmi davanti..." mormorò uno di loro, un ragazzo di non più di vent'anni. "Ero... ero davvero convinto che ci avrebbe fatti fuori tutti..."

Quello che si era seduto per terra si fece aria con una mano. "Anch'io... avete... avete visto che modi? E che sguardo? Quella... quella era una che non si sarebbe fermata davanti a nulla! Sono... sono convinto che non abbia nemmeno paura di morire..."

"L'hai detto..." rispose il primo, sentendosi finalmente abbastanza sicuro da muovere qualche passo. "Anzi... se volete la mia... mi sembrava una che... vuole andare avanti... fino alla fine..."

"Sentite... meglio lei che noi... Io ho una famiglia a cui pensare... e credetemi, non appena avrò fatto rapporto al comandante Taka... andrò da mio figlio e passerò tutto il weekend con lui." sussurrò il terzo, un uomo già abbastanza maturo. "Prima, però... avrei davvero bisogno di andare alla toilette!"

"Non sei l'unico..." rispose il ragazzo più giovane con una risatina sollevata.

 

ooooooooooo

 

Amaria ripercorse il sentiero che l'aveva condotta a quel nascondiglio del Team Meteora, passando attraverso le reclute terrorizzate ma illese che lei e la sua Kingdra avevano affrontato. Senza dire una parola e senza neanche guardarsi attorno, la giovane donna uscì dal nascondiglio e raggiunse nuovamente le rive del fiume che aveva seguito per arrivare fin lì. Libertà, il suo fedele ma preoccupato Lapras, era ancora lì che aspettava... ed Amaria, con un movimento quasi automatico, richiamò Atlante nella Pokeball e salì in groppa a Libertà, che girò lo sguardo verso di lei per chiederle se andasse tutto bene. Anche se, in realtà, il Pokemon simile ad una testuggine di mare sapeva già cosa avrebbe risposto lei...

"Lapraaaas?" disse con voce melodica, e avvicinò la testa alla sua allenatrice per assicurarsi che fosse tutto a posto. L'espressione sul suo volto era quella di una persona che si stava sforzando, e Libertà aveva l'impressione che tra non molto sarebbe arrivata al limite... in quei giorni, si era fermata soltanto per mangiare lo stretto indispensabile per sopravvivere, e dormire non più di tre o quattro ore per notte. Il resto del tempo, lo aveva passato a dare la caccia alle basi segrete e ai nascondigli del Team Meteora, senza darsi pace.

"Va... va tutto bene, Libertà... devo solo rilassarmi un attimo... e poi torniamo a dare la caccia al Team Meteora... dobbiamo... dobbiamo cercare di neutralizzarne il più possibile... e magari anche eliminare un PULSE, se ci riusciamo..." mormorò la giovane donna. Fece un sorriso, che Libertà si rese subito conto essere falso e forzato. 

"La, lapras! Lapras!" esclamò il Pokemon Acqua/Ghiaccio. Sperava che almeno Amaria sarebbe stata disposta ad ascoltare lui, e la smettesse di strapazzarsi così.

Ma come Libertà temeva, Amaria mantenne quel suo sorriso poco convincente, e scosse la testa per dire che non aveva bisogno di aiuto. "No... non ti preoccupare, Libertà... non... non ho bisogno... di riposarmi... devo... devo andare avanti... continuare a dare la caccia... al Team Meteora." mormorò. La sua voce tremava, tradendo la stanchezza, ma Amaria sembra viaggiare con il pilota automatico, ignorando i segnali del proprio corpo che progressivamente si avvicinava al limite...

"Non... non ti preoccupare per me... ce la posso fare..." continuò la giovane donna. Si passò una mano sugli occhi per mandare via il bruciore, poi si chinò verso il corso d'acqua, prese un po' d'acqua nel cavo della mano, e se lo gettò in faccia per darsi una svegliata. "Andiamo... ho visto che... ci sono altre basi del Team Meteora... più a sud... dobbiamo prenderli... aiutare Tania e Vera... dopo... dopo mi riposo un po', va bene? Non... si può perdere troppo tempo."

Libertà sospirò. Aveva già capito che Amaria aveva preso la decisione di andare avanti, e quando faceva così, non era possibile convincerla a rinunciare. Tutto quello che poteva fare era darle retta... e sperare che davvero decidesse di prendersi un po' di riposo dopo aver eliminato quest'altro nascondiglio del Team Meteora.

Da quando era tornata da quella visita a Titania, alcuni giorni fa... Amaria era cambiata di colpo. Sembrava impazzita. Aveva cominciato a dare la caccia alle basi del Team Meteora con un fervore che sinceramente faceva paura sia a lui che al resto dei suoi Pokemon. Aveva cominciato ad ignorare i propri bisogni, e si stava spingendo fino al limite. A quel punto, Libertà era convinto che la sua allenatrice si reggesse in piedi solo per pura e semplice tenacia.

Quanto ancora sarebbe andata avanti?

 

oooooooooo

 

La strada per Ametripoli si snodava tra impressioni foreste di conifere innevate e colline imbiancate che sembravano estendersi all'infinito, sotto un cielo pallido e cosparso di nubi di un colore grigio appena accennato. Tutto era immerso in un silenzio che per Heather, in quel momento, era più che benvenuto. Sentiva di avere bisogno di stare un po' da sola, con soltanto il suo piccolo amico a farle compagnia... ma con il freddo che faceva lì, nessun Pokemon Drago si sarebbe sentito a suo agio, quindi decise che era meglio continuare a camminare da sola.

Ora che il PULSE-Avalugg era stato sconfitto, Heather era convinta che sarebbe stato più facile per i cittadini di Ametripoli comunicare con il resto di Reborn, e non avrebbero più dovuto dipendere dal Team Meteora per quello che serviva loro. Tuttavia, non aveva idea della situazione in cui la cittadina si sarebbe trovata, e aveva pensato che fosse meglio andare a verificare con i suoi stessi occhi. Non era mai stata da quelle parti - del resto, visto quanto fosse iperprotettivo suo padre, non era mai stata molto in giro - ma aveva già un'idea di come fosse Ametripoli, e sperava che sarebbe stata tranquilla e in pace come aveva letto sui libri che Shelly le aveva suggerito.

La bambina dai capelli fucsia rivolse un pensiero alla sua amichetta, e le augurò che andasse tutto bene, poi continuò sulla sua strada, lasciando delle larghe impronte sulla neve con i suoi stivali. Finalmente, raggiunta la sommità di una collinetta, Heather riuscì a vedere un certo abitato particolarmente importante - l'unico, tra tutti quelli che aveva incrociato finora, con dei palazzi che svettava tra i loro edifici. Non c'era modo di sbagliare: quella era senza dubbio Ametripoli, e già da quella distanza, dava l'impressione di essere in pace. Ovviamente, Heather aveva imparato, spesso a sue spese, che le apparenze possono ingannare, e decise di andare a dare un'occhiata di persona. Con prudenza, ovviamente, in modo da non farsi cogliere impreparata da nessun evento, Heather si avvicinò alla cittadina, fermandosi di tanto in tanto per nascondersi dietro qualche cespuglio o qualche muretto e farsi un'idea della situazione. Come aveva visto prima, non c'era quasi nessuno per la strada. L'attività di Ametripoli appariva ridotta, ma le persone non sembravano tese o preoccupate. Se non altro, davano l'impressione di non essere troppo preoccupati. Forse, l'influenza del Team Meteora non siera ancora fatta sentire troppo da quelle parti.

Finalmente, convinta che per adesso poteva farsi vedere, Heather si addentrò nella cittadina e raggiunse la piazza principale, un grande spiazzo in mezzo a case e palazzetti innevati dove i bambini si divertivano a pattinare su una pista ghiacciata sotto lo guardo dei loro genitori. Ciò nonostante, ad Heather non sembrava che ci fosse troppa vivacità nell'aria. Probabilmente, pensò la piccola allenatrice di draghi, non si era ancora diffusa la notizia che il PULSE-Avalugg era stato debellato. O magari erano preoccupati per qualcos altro... meglio stare all'erta, si disse mentre si incamminava lungo le strade spruzzate di neve, stando molto attenta a non mettere i piedi su qualche pozzanghera ghiacciata. 

All'ombra dei due hotel a più di dieci piani della città, si trovavano il Pokemon Center e il Pokemon Market... e visto che lei e i suoi Pokemon avevano appena fatto un viaggio stancante, e che non aveva abbastanza soldi da permettersi una stanza d'albergo in ogni caso, decise che era il caso di fermarsi a riposare per un po', e magari mangiare qualcosa prima di mettersi ad investigare il Team Meteora.

La ragazzina raggiunse il centro, e le sue membra intirizzite le fecero provare un brivido di piacere quando entrò e il calore la avvolse. Ora che ci pensava, non ci sarebbe stata male neanche una cioccolata calda...

"Benvenuta nel Pokemon Center di Ametripoli, piccola." disse l'infermiera Joy di turno, assistita da un grazioso Audino. Fu allora che Heather si rese conto che non c'era quasi nessuno là dentro... soltanto qualcuno che era venuto probabilmente a fare dei controlli di routine per i loro Pokemon, e che si teneva sulle sue, controllando le Pokeball o verificando se i loro beniamini erano in buona salute. Nella sala principale regnava uno strano silenzio... la stessa impressione di calma un po' spiazzante che la bambina aveva trovato nella piazza centrale.

"Posso... esserti utile? Hai bisogno di far curare i tuoi Pokemon?" chiese l'infermiera dai capelli rosa. Heather si avvicinò al banco dell'infermiera, cominciando a togliersi la giacca a vento e i guanti. Una volta di più, Heather si chiese come diamine facessero tutte le infermiere Joy dei Pokemon Center ad avere lo stesso aspetto... sembrava che qualcuno le avesse fotocopiate!

"Beh... ho fatto una bella camminata, con questo freddo, e i miei Pokemon hanno anche dobuto combattere. Quindi... sì, mi sembra una buona idea." rispose Heather. Le guance le pizzicavano, segno che la circolazione sanguigna stava riprendendo il ritmo normale. "A proposito... come mai questo silenzio? Di solito i Pokemon Center sono dei posti un po' più vivaci."

"Non sei di qui, vero? In effetti è la prima volta che ti vedo." disse l'infermiera dai capelli rosa, che riuscì a fare un sorriso un po' forzato. "Va bene, immagino che te lo posso dire... forse avrai sentito parlare di quelle misteriose formazioni di ghiaccio e quel clima insolitamente rigido che stanno flagellando questa zona di Reborn. Oltre a quei Bergmite che stanno diventando insolitamente aggressivi. Tutto questo stava isolando la nostra comunità, e temevamo che avremmo dovuto dare fondo alle nostre provviste. Fino a pochi giorni fa, quando qualcuno è riuscito a risolvere il problema..."

Heather represse un sorrisetto arguto e la tentazione di vantarsi di essere stata lei a compiere quell'impresa. Anche se andava abbastanza fiera di essere riuscita in quell'impresa, non era certo per vanteria che lo aveva fatto... "Sì, ho sentito parlare di tutto questo." mentì senza stare a pensarci più di tanto. "Ma quindi... se i Bergmite non attaccano più i viaggiatori, e quelle strane formazioni di ghiaccio non ostacolano più il percorso erso valle... come mai sembrate ancora così preoccupati?"

L'infermiera Joy esitò per un istante, ma Audino le fece un cenno con una mano per convincerla che poteva fidarsi di quella bambina. Fatto sta, che anche lei era ansiosa di liberarsi di quel peso, ed Heather dava l'impressione di essere la persona giusta a cui dirlo. "Ecco... noi siamo convinti che purtroppo questa situazione favorevole non durerà tanto a lungo." affermò. "Non siamo sicuri di come abbiano fatto... ma siamo sicuri che sia stato il Team Meteora a fare questo, per impedirci di ricevere rifornimenti da valle. Avrai notato che viviamo in un luogo un po' sperduto..."

"Sì, è vero..." rispose Heather. "Quindi... immagino che abbiate bisogno di importare un bel po' di roba dalle coltivazioni a valle."

L'infermiera Joy confermò con un cenno del capo. "Esatto. Con tutti questi ostacoli ad impedirci di ricevere le derrate alimentari che ci servono, avremmo dovuto capitolare e acconsentire alle imposizioni del Team Meteora per evitare di morire di fame. Non hanno detto esattamente cosa vogliono fare da queste parti, ma hanno bisogno della nostra collaborazione..." affermò. "Ad ogni modo, siamo contenti e grati che ora gli ostacoli siano stati rimossi, ma il Team Meteora non tarderà molto ad accorgersene e a mandare qui l'agente assegnato a questa zona."

Heather storse il naso. In effetti, non aveva considerato questa eventualità. Il Team Meteora era tutt'altro che arrendevole, e quando volevano qualcosa, andavano fino in fondo e calpestavano tutto e tutti. "Capisco... e sapete per caso chi sia l'agente del Team Meteora che si occupa di questa zona?" chiese a voce bassa. Avvicinò il viso a quello dell'infermiera Joy, in modo che quest'ultima e il suo Audino potessero sussurrarle la risposta.

Un po' sbalordita dall'iniziativa della bambina dai capelli fucsia, l'infermiera Joy rivolse di nuovo lo sguardo ad Audino, e il Pokemon rosato mosse le lunghe orecchie a sventola e disse di sì con la testa. "Audi audi!"

"E va bene... immagino che questo te lo posso dire." sussurrò Joy. "L'agente del Team Meteora assegnato ad Ametripoli è un certo... Blake Whitaker."

Blake Whitaker. Heather fece una smorfia. Proprio uno dei membri del Team Meteora che lei odiava di più. E non solo, era quello specializzato in Pokemon di tipo Ghiaccio, contro i quali i suoi Pokemon Drago potevano fare davvero poco. Se davvero si fosse presentato lui, la situazione si sarebbe fatta alquanto spinosa... ma Heather non era certo tipo da arrendersi tanto facilmente. Quello che doveva fare era elaborare un piano. Farsi venire qualche idea per catturare Blake e neutralizzarlo una volta per tutte una volta che fosse arrivato ad Ametripoli. Dopotutto, Blake non poteva sapere che lei fosse lì, e questo era un punto a suo favore.

"Capisco..." sussurrò Heather, la cui mente stava già lavorando ad una possibile soluzione. "Sì, ho... già sentito parlare di quell'uomo. Cercherò di stare attenta."

"Faresti meglio ad andare via da Ametripoli non appena ne hai la possibilità." la consigliò Joy. "Ma per il momento, riposati e mangia qualcosa. Anche i tuoi Pokemon avranno fame."

Heather riuscì a sorridere, mentre ancora si lambiccava il cervello in cerca di una buona idea. "Va bene, infermiera Joy." affermò. "Mi fermerò qui per un po'... avrei bisogno di un po' di sonno, in ogni caso."

Quella non era una bugia, se non altro. E magari le sarebbe servito per ragionare più lucidamente prima che Blake facesse vedere la sua faccia da schiaffi... 

                      

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CONTINUA...

 

Note: Chiedo scusa per il tempo che ci sto mettendo, ma i miei impegni giornalieri mi lasciano meno tempo per scrivere, e non sempre sono ispirato come dovrei. Ad ogni modo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Abbiamo visto che Amaria si sta praticamente autodistruggendo... e nel frattempo il gruppo di Vera, Heather e Blake stanno tutti per convergere su Ametripoli! La situazione si fa scottante, per non parlare di quello che Max e gli altri potrebbero trovare a Reborn City.

Vi ringrazio per l'attenzione... cercherò di aggiornare il prima possibile, ma non vi posso fare promesse. Aspettate e abbiate pazienza, perchè non finirò di scrivere tanto presto! :)

Ci vediamo! 

 

  
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