La fuga
Shinichi riaprì lentamente gli
occhi, con di nuovo tutti i ricordi in mente.
E finalmente, il dolore alla
testa era svanito.
Trasse un respiro di sollievo;
un sollievo che durò molto poco.
«Acc...» strizzò forte un
occhio, colpito da una fitta al petto.
Il cuore prese a battergli più
forte e dolorosamente e il corpo iniziò a tremargli di
più.
Sudava e quasi gli mancava il
respiro.
«Ma che diamine...?» si chiese,
animando, con la sempre più netta sensazione di aver
già provato una sofferenza
simile, in passato «Ma quando?» questo non gli
venne in mente.
Girò allora gli occhi indietro,
stringendo un po’ i denti per resistere al dolore, e, notando
l’amico ancora
addormentato, ricominciò a chiamarlo con il fiato corto:
«Heiji? ... Heiji, insomma...
quanto pensi di... dormire... ancora?»
L’altro non rispose.
«Dannazione, Heiji!» Shinichi
mosse di scatto la testa indietro, facendola sbattere forte contro il
capo
dell’altro detective.
«Ahi...» fece Shinichi,
dolorante.
Heiji, invece, svegliato
improvvisamente dal colpo, strizzò un attimo gli occhi, poi
alzò le palpebre.
«Che cavolo...?» chiese,
guardandosi intorno confuso.
«Era ora...» poi Shinichi
tossì, scosso da un’altra fitta al petto.
Heiji voltò immediatamente il
capo indietro, esclamando con stupore:
«Shinichi! Ma che succede? Dove
ci troviamo?»
«Ci hanno messi... su una...
barca...» ansimò l’altro, con il volto
tirato in un’espressione di sofferenza
«Credo... che tra un po’... salteremo... in
aria...»
«Che?!» fece Heiji, sbiancando,
poi si accorse che l’amico non stava per niente bene.
«Shinichi, che ti è successo?
Sei ferito?» si preoccupò subito.
«No... io non...» Shinichi
serrò i denti e gli occhi per il dolore «Non...
capisco che cosa...»
In quel momento, gli venne in
mente.
Riaprì di scatto gli occhi, sorpreso.
“Ora lo so che sta
accadendo...” realizzò.
«Accidenti, dobbiamo
liberarci!» Heiji iniziò ad agitarsi, cercando di
allentare le corde che gli
tenevano le mani legate dietro e il corpo immobilizzato a quello
dell’altro
detective «Non ci riesco, dannazione...!»
«Heiji...» lo chiamò debolmente
Shinichi, scosso da fitte sempre più forti
«Io...»
«Cosa?» chiese Heiji, non
capendo.
Shinichi socchiuse gli occhi,
mormorando:
«Sto tornando piccolo...»
Heiji spalancò gli occhi, incredulo.
In quell’istante, il corpo
tremante di Shinichi iniziò a rimpicciolirsi sempre di
più, finendo per
“navigare” in quei vestiti ora troppo grandi.
«Shinichi!» esclamò sorpreso il
ragazzo di Osaka.
L’altro si alzò in piedi, un
po’ a fatica con quei abiti e scarpe
“enormi”, e, liberatosi delle corde che
ormai gli andavano larghe, si voltò verso Heiji. Poi, con
una smorfia un po’
contrariata sul volto, borbottò:
«Vorrai dire: Conan.»
Heij, ora libero dalla stretta
con l’amico, riuscì a voltarsi del tutto,
guardandolo stupito.
«Ti sei ridotto,
effettivamente.» constatò, non capendo
«Come mai?»
«In effetti l’azione
dell’antidoto di Ai non era certo permanente...
purtroppo...» rispose Conan,
sospirando e iniziando a slegare l’amico.
«Suvvia, grazie alla tua
trasformazione ora siamo liberi.» ribatté Heiji,
alzandosi in piedi e
massaggiandosi i polsi doloranti.
«Sì, va bene, lasciamo
stare...» Conan diede un’occhiata fuori da un
oblò, notando che si trovavano in
mare aperto e ancora si stavano muovendo «Credo dovremmo
andare...»
«Giusto, la bomba!» si ricordò
Heiji all’improvviso e, afferrato il bambino sotto braccio,
corse subito fuori
dalla cabina, ritrovandosi sul ponte.
Nel buio iniziò a guardarsi
intorno, non riuscendo però a vedere l’ordigno.
«Ma che fai? Lasciami!» si
lamentò Conan, dimenandosi.
«Ti porto in salvo, moccioso.»
gli sorrise Heiji e afferrò una scatolina di plastica, posta
vicino il bordo
della barca. Dopo di che, con Conan in una mano e la scatola
nell’altra, si
tuffò in mare.
Riemerse pochi istanti dopo e
lasciò il bambino, che riprese fiato a sua volta.
«Presto, nuotiamo lontani da qui!»
lo incitò Heiji, iniziando a nuotare.
Conan gli andò subito dietro.
Dopo qualche metro a nuoto, ci
fu l’esplosione.
La barca saltò in aria,
distruggendosi completamente e lasciando solo un ammasso di rottami e
pezzi di
legno in fiamme.
Heiji e Conan, ansimanti,
rimasero a fissare le fiamme qualche altro secondo, rendendosi conto di
essere
stati fortunati. Poi Heiji afferrò la scatolina e
l’apri; ne fuoriuscì
immediatamente un gommone di salvataggio già gonfio.
I due vi salirono e il giovane
di Osaka afferrò una pratica tavola di legno
dall’acqua, che usò come remo.
«Ora torniamo a riva.» decise
Heiji, remando.
«Sì; Ai è ancora con quei
tipi.» annuì Conan, appoggiandosi stancamente con
la schiena contro il bordo
del gommone.
«Non vorrai farti quasi ammazzare
di nuovo, spero!» esclamò Heiji, guardandolo
storto «Sta volta ci è mancato
davvero poco, Shinichi...»
«Non ti preoccupare.» lo
rassicurò l’altro «Sta volta ho un
piano.»
«E sarebbe?»
«Sareb...» Conan si fermò
all’improvviso, portandosi di scatto la mano al petto.
Una fitta come prima,
fortissima. E ora un’altra.
Gemendo, il bambino finì
straiato, prendendo a tremare.
«Ehi, che ti prende?» si
preoccupò Heiji, smettendo un attimo di remare e
avvicinandosi all’amico.
Rimase sorpreso, notando il corpo del bambino allungarsi nuovamente,
per
tornare quello di un liceale.
«Ma che...?» fece Heiji, senza
parole.
Shinichi si mise lentamente
seduto e si diede poi un’occhiata; sorpreso quanto
l’altro.
«Non capisco che cosa sia
potuto accadere...» ammise, incredulo «Pensavo di
essere tornato
definitivamente Conan anche sta volta, e invece? Sono di nuovo al mio
vero
aspetto...» alzò improvvisamente gli occhi su
Heiji «Aspetta! Mi pare di
ricordare che...»
«Direi...»
Ai storse un po’ le labbra, pensierosa
«Beh... Un
po’ più della volta scorsa.» concluse
con una tranquilla alzata di
spalle.
«Ah...»
fece Conan, per nulla rassicurato.
«Beh, sicuramente non sono riuscita ancora a trovare
l’antidoto decisivo, ma questa volta ci sarà una
piccola possibilità che accada
qualcosa di particolare.» riprese Ai, portandosi una mano al
mento.
«Ovvero?» chiese subito l’altro,
incuriosito.
«Non solo l’effetto dell’antidoto
durerà più a
lungo; può anche darsi che il corpo possa mutare in
continuazione, ad un certo
punto, tra lo stadio di “bambino di 7 anni” e
quello di “ragazzo liceale”, o,
nel mio caso, di “scienziata adulta”. Insomma, come
un tira e molla tra le due
“identità”. Per un po’ di
tempo.»
«E perché mai dovrebbe accadere questo?»
«Non lo so.» Ai alzò di nuovo le spalle
«Ma secondo
alcuni calcoli, c’è la possibilità che
avvenga questo tipo di fenomeno. Penso
che, una volta che riuscirò a rimediare anche a questo
problema, avrò trovato
l’antidoto definitivo.»
«Un “tira e molla tra le due
identità”?» ripeté Heiji,
stupito «Che strano effetto...»
«Già...» concordò Shinichi,
grattandosi il capo «E che fastidio, soprattutto...
riuscirò mai a liberarmi di
“Conan”? Accidenti, mi sono stancato di seguire
Kogoro in tutti i suoi casi e
risolverli al posto suo... L’unica consolazione è
stare con Ran: cucina che è
una meraviglia e certo la sua compagnia non è
male...» gli venne istintivo
sorridere.
«Non fai altro che ripeterlo.»
commentò Heiji, sospirando, poi si illuminò
all’improvviso, esclamando:
«Ehi, aspetta un attimo! Non mi
dirai che ti ricordi tutte queste cose?»
«Oh, sì, credo mi sia tornata
tutta la memoria.» sorrise Shinichi, appoggiandosi al bordo
del gommone e
afferrando a sua volta un asse di legno dall’acqua
«Finalmente l’effetto del
siero che mi hanno dato è finito.»
«Di che parli?» lo interrogò
l’altro, confuso.
«Ora ti racconto tutto.» esordì
Shinichi, riprendendo intanto a remare con Heiji.
«Dunque,
Shinichi? Che pensi di fare ora?» chiese Heiji in un sussurro
sbirciando appena
da dietro le casse dove erano rannicchiati lui e l’amico.
Shinichi
corrugò un po’ la fronte, osservando attento Wim,
dritto e vigile, appostato di
lato alla porta del magazzino.
«Seguiamo
il piano, chiaro.» sentenziò il giovane, deciso.
Heiji
storse un po’ le labbra, guardandolo.
«Shinichi,
il tuo piano fa un po’ acqua.»
«Ma
no, perché? E’ perfetto.» lo
zittì l’altro.
«Ah,
certo.» sospirò il detective d’Osaka
«Quindi spiegami come possiamo
“neutralizzare la guardia”.»
«Io farò da esca e tu lo
stordirai.» sentenziò Shinichi, risoluto.
«Ma sei pazzo?!» bisbigliò
Heiji «Vuoi proprio farti ammazzare, allora! Non credo sarai
un bel figurino
con un proiettile in testa!»
«Devo andare lì dentro, Heiji!»
insistette Shinichi con un’aria decisa «Devo andare
per forza!»
«Non voglio che tu rischi così
la vita.» affermò l’altro, seriamente.
«Ma piantala... andrà tutto
bene.» lo zittì l’amico, muovendosi di
lato con l’intenzione di iniziare il
piano, ma Heiji gli afferrò forte un braccio, trattenendolo.
«A volte sei davvero troppo
imprudente, Shinichi.» disse il giovane, con
un’aria scura «Quello appena ti
vede ti fa fuori.»
«E’ rischioso, lo ammetto, ma
non possiamo andare via ora.» Shinichi aveva ancora
un’aria convinta in volto
«Non abbandonerò mai Ai in questo modo.»
Heiji si incupì un po’. Dopo
una breve pausa, domandò, guardando fisso l’altro
negli occhi:
«Shinichi... Cosa rappresenta
Ai per te?»
Il ragazzo rimase un attimo
spiazzato alla domanda, poi si riprese subito, dicendo:
«Ma cosa stai dicendo? E’
un’amica.»
«E’ davvero solo
un’amica?» insistette il giovane di
Osaka «Mi pare tu sia troppo attaccato a lei...»
«E a me pare che tu ti faccia
troppe paranoie.» dichiarò duramente Shinichi, per
chiudere lì la questione «Ai
è una mia amica e io non abbandono gli amici, chiaro? Se tu
hai troppa paura
per continuare, allora vattene pure. Ti capisco, non temere, non voglio
che tu
rischi così la vita stando con me.»
Rimasero in silenzio a fissarsi
negli occhi con entrambi un’aria seria. Poi
all’improvviso Heiji lasciò la
presa al braccio dell’altro e, con un’aria
tranquilla, affermò:
«Nemmeno io abbandono gli
amici. Non ti lascio qui solo, Shinichi, non ti preoccupare.»
Shinichi si aprì in un piccolo
sorriso grato.
«Grazie.» sussurrò e, più
piano
che poté, si mosse nella semioscurità tra casse e
barili, avvicinandosi a Wim.
Heiji lo osservò allontanarsi,
pensieroso.
“Ti
sei innamorato di Ai, Shinichi?” si chiese a quel punto.
Shinichi, silenzioso, raggiunse
infine una cassa abbastanza vicino a Wim, che ancora non si era accorto
della
sua presenza. Il giovane detective appoggiò la schiena
contro il legno marcio,
traendo dei profondi respiri. Sentiva il cuore in gola e stava sudando
freddo.
“Calmati adesso, chiaro?” si
impose mentalmente, regolarizzando il respiro.
Non poteva negare di aver
paura, certo; quel tipo era armato e con propositi non certo molto
buoni.
Lanciò uno sguardo in direzione
del giovane biondo che, con aria seria, si guardava intorno con gli
occhi,
rimanendo immobile.
In quel momento si udirono in
lontananza delle sirene sempre più vicine; altre sirene,
visto che Shinichi e
Heiji le avevano già udite altre prima. Si stavano
sicuramente dirigendo, anche
a bordo di barche, verso i pochi resti dell’imbarcazione su
cui si trovavano
precedentemente i due detective.
Wim rimase impassibile, sicuro
che lì non li avrebbero trovati. Per il momento, almeno.
E a quel punto Shinichi decise
di agire.
Wim sospirò appena, abbastanza
stanco. Ormai non dormiva quasi per niente e tutto quel loro piano perfetto, doveva notare, in fondo
faceva acqua in diversi punti. Sherry era sempre abbastanza restia ad
obbedire
senza fare storie, e ora? Ora che le avevano ammazzato
l’amico, come si sarebbe
comportata? Wim storse le labbra, infastidito. Basta, se non avrebbe
voluto più
obbedire, lui avrebbe mandato al diavolo tutto, piano e compagni
compresi, e
avrebbe fatto di testa sua. Perché se Sherry non voleva
obbedire, per quale
ragione avrebbero dovuto tenerla ancora viva? Al diavolo tutto il
piano. Si
sarebbe messo in proprio, a costruire ordigni per i terroristi. Si
guadagna
abbastanza bene in quel campo...
Un rumore alla sua destra lo
mise subito in allerta. Portò immediatamente la mano alla
pistola e si voltò in
quella direzione, attento.
«Chi c’è?» chiese bruscamente,
con un’aria concentrata in volto.
Nella semioscurità non riusciva
a vedere bene; effettivamente il piazzale era appena illuminato
dall’incerta
luce arancio del lampione sul muro.
Una breve risata a mezza voce e
poi apparve Shinichi da dietro il suo nascondiglio, con
un’aria tranquilla in
volto.
«Ehilà, Wim.» salutò il
detective,
alzando un mano e sfoggiando un sorriso calmo.
Wim alzò un sopracciglio, più
che sorpreso.
«Tu?» fece, stringendo forte la
presa sull’impugnatura dell’arma ancora nel fodero
«Dovresti essere bello che
morto! Tu e l’altro ragazzino...»
«Infatti sono un fantasma.»
rispose Shinichi alzando le spalle con naturalezza «Prova a
colpirmi, vedrai
che non ci riesci.»
Wim mostrò i denti, furioso, e,
estraendo la pistola, ringhiò:
«Maledetto moccioso, te lo do
io il fantasma!»
Prima che potesse sparare,
Shinichi si gettò di corsa dietro la cassa, così
che il colpo della pistola con
il silenziatore lo mancò in pieno.
Wim partì subito a rincorrerlo
e si affacciò dietro la cassa di legno.
Shinichi era sparito.
«Dove ti nascondi, eh?» esclamò
il giovane con il codino, avanzando con la pistola davanti a
sé.
«Te l’ho detto... sono un
fantasma.» ripeté Shinichi, senza farsi vedere
«Quando voglio, divento
invisibile...»
«Ti ci faccio diventare io uno
spirito; conficcandoti un proiettile in fronte!»
inveì Wim, seccato, dando un
calcio ad un contenitore di plastica vuoto a terra e continuando a
cercare il
detective tra le casse.
«Provaci.» lo sfidò allora
Shinichi, apparendo improvvisamente da dietro una pila di barili di
ferro e
fermandosi, dritto e sicuro, a qualche metro dall’altro.
Wim lo vide subito; si voltò
verso di lui, tendendo la pistola ed aprendosi in un piccolo sorriso.
«Stupido.» sibilò con
soddisfazione, mirando alla testa del detective.
«Non quanto te.» ribatté Heiji,
spuntando alle spalle del giovane con il codino e colpendolo forte in
testa con
un piccolo tubo d’acciaio.
Wim, gemendo, finì subito a
terra; la pistola scivolò al suolo fino ai piedi di
Shinichi, che la fermò con
un piede.
Heiji si inginocchiò vicino il
giovane sdraiato a terra e lo voltò supino. Wim era svenuto,
con però una bella
chiazza di sangue che gli sporcava i capelli chiari.
«Adesso lo leghiamo per bene e
lo lasciamo qui. Meglio anche imbavagliarlo.»
affermò Shinichi, avvicinandosi
con la pistola in mano.
Heiji si girò a guardarlo con un’espressione
torva.
«Sei un incosciente, lo sai
questo?» sbottò il ragazzo d’Osaka.
«Sei stato provvidenziale,
Heiji.» sorrise Shinichi «E io volevo solo
divertirmi un po’.»
«Mi hanno sempre insegnato che
con la morte non si scherza.» dichiarò Heiji,
afferrando intanto Wim da sotto
le ascelle per trascinarlo in un angolo del piazzale.
Shinichi infilò l’arma tra i
pantaloni e la cintura e sospirò, dicendo:
«Per questo voglio salvare Ai.
Quelli l’ammazzano se non fa ciò che le
dicono.»
Heiji annuì con il capo, appoggiando Wim alla parete di uno
dei magazzini.
«Lo so, lo so, lo hai già
detto.»
Dopo aver ben legato il giovane
con delle corde trovate tra tutta quella roba e avergli tappato la
bocca con un
pezzo di stoffa ricavato dalla manica della maglia di Heiji, i due
detective
avanzarono verso il magazzino, per poi affacciarsi dalla porta e
sbirciare
l’interno buio.
«Strano che ancora non sia
giunto nessuno...» commentò Shinichi,
corrucciandosi «Eppure credo che lo sparo
si sia sentito bene.»
«Magari ci aspettano dentro.»
sospirò Heiji, alquanto stressato «Mi sai dire
come facciamo a vederli al
buio?»
Shinichi si voltò a guardarlo
con un mezzo sorriso sulle labbra.
«Hai perfettamente ragione,
Heiji.» annuì il ragazzo.
Heiji alzò un sopracciglio,
dicendo:
«Vuoi azionare il generatore
per far accendere tutte le luci e così scovarli?»
«Proprio così.» dichiarò
Shinichi, entrando nel magazzino.
«E va bene, cerchiamolo...»
fece l’altro, seguendolo.
Trovata senza difficoltà la
leva del generatore principale di energia, Shinichi si voltò
verso l’amico,
dicendo:
«Ho un piano per mettere fuori
gioco Jil e Rok. Sei pronto?»
Heiji annuì, confermando:
«Ormai ci siamo dentro fino al
collo, perciò...»
«Bene.» e Shinichi abbassò la
leva.
«L’avete
sentito anche voi lo
sparo?» chiese Jil ad un tratto, alzando istintivamente gli
occhi verso l’alto.
Lui, Rok e Stella si trovavano
nella stanza con il tavolo e stavano discutendo sul da farsi.
Stella si fece seria, dicendo:
«Certo che l’ho sentito.»
«Perché Wim ha sparato,
allora?» domandò Jil, non capendo «Che
sia giunta la polizia?»
«L’accordo era che se giungeva
la polizia doveva inviarci un segnare alla ricetrasmittente.»
ribatté Stella
«No, dev’esserci qualcuno... O c’era;
magari Wim l’ha seccato.»
«Penso che siano quei mocciosi.»
disse a quel punto Rok, torvo.
«Ma che dici!» esclamò Jil,
scettico «Hai visto e sentito anche tu il botto,
no?»
«Ho un presentimento.»
insistette l’altro.
«Aspettiamo e vediamo. Wim
dovrebbe farcela anche da solo.» affermò la
bionda, appoggiandosi tranquillamente
allo schienale della sedia.
«Ne sei certa?» chiese Jil,
poco convinto «Quei due mi sembrano dei tipi proprio
coriacei... Sempre che
siano loro.»
«Sciocchezze.» lo zittì la
donna.
Tornarono poi a discutere di
Sherry e dei loro piani. Probabilmente ora dovevano per forza
modificarli un
po’, immaginando che la ragazza avrebbe preferito morire, a
questo punto,
anziché obbedire.
Dopo qualche minuto, però, si
accese all’improvviso la luce del laboratorio e quella del
bagno, in
contemporanea.
I tre si alzarono in piedi,
sorpresi.
«Qualcuno ha azionato il
generatore.» capì Stella, corrugando la fronte.
«Secondo le modifiche che aveva
apportato Wim, anche se era spento quaggiù la luce ci
sarebbe stata lo stesso...» ricordò Jil
«Chiunque l’abbia azionato, ora ha acceso
praticamente
tutte le luci dell’edificio!»
«Maledizione, così ci faremo
scoprire facilmente.» ringhiò Rok, stringendo i
pugni.
«Cosa fate ancora qui?
Muovetevi ad andare a controllare!» ordinò Stella,
aggrottando le sopracciglia.
I due non se lo fecero ripetere
e corsero quindi di sopra.
Stella tirò un po’ le labbra.
“Qualcosa mi dice che sono
davvero quei due ragazzini...” pensò con rabbia,
poi si rilassò di colpo “In
ogni modo, non mi fregheranno.”
«Accidenti,
qua è tutto
acceso...» constatò Jil, mentre avanzavano in una
stanza del magazzino
completamente illuminata.
Rok si diede un’occhiata
intorno, lanciando sguardi in direzione dei vari scaffali della stanza,
e
affermò:
«Beh, in ogni modo, noi siamo
avvantaggiati. Conosciamo bene questo posto e ora che
c’è luce è pure meglio.»
«Su questo non posso darti
torto...» annuì Jil.
In allerta, continuarono a
camminare con in mano le pistole.
Il posto era silenzioso;
sembrava non esserci nessuno. Quando, all’improvviso, un
ombra rapida in fondo
alla stanza.
«Andiamo!» esclamò Jil,
partendo di corsa con Rok dietro di lui un po’ più
lentamente a causa della sua
gamba.
Uscirono dalla stanza ed
entrarono in altra.
Jil notò nuovamente l’ombra più
avanti, quindi si sbrigò in quella direzione, passando tra
due scaffali alti
diversi metri e carichi di roba. Rok lo seguì più
in fretta che poté.
Proprio mentre i due passavano
per lì, Heiji, nascosto in alto su uno degli scaffali,
buttò giù una scatola
contenente dei pezzi per un macchinario di plastica e ferro, che cadde
proprio
contro Jil. L’uomo cadde a terra, andando a sbattere con
forza il capo sul
pavimento, per poi non muoversi più.
Heiji fu pronto a lanciare la
seconda scatola contro Rok, ma questi, più agile del
previsto, fece un balzo
indietro e sparò in direzione del giovane di Osaka.
«Cavolo!» esclamò Heiji,
schivando il proiettile di un soffio, ma sbilanciandosi e cadendo con
un urlo
all’indietro, andando a finire contro degli scatoloni vuoti,
a terra.
Rok si mosse in quella
direzione, con l’intento di andare dietro lo scaffale per
ucciderlo, ma
Shinichi fu più rapido; comparendo come dal nulla,
balzò contro l’uomo, cadendo
insieme a lui verso uno scaffale. A Rok sfuggì la pistola di
mano e colpì con
la schiena lo scaffale, che cadde indietro al suolo. Anche Shinichi e
l’uomo in
nero finirono a terra.
Rok si sbrigò a spostare il
detective da sopra di sé, sbattendogli la schiena a terra e
portandosi in
ginocchio sopra di lui. L’uomo caricò un pugno e
colpì con forza il detective
al viso. Shinichi provò a spingerlo via, ma non ci
riuscì. Rok allungò la mano
sul collo del ragazzo, iniziandolo a stringerlo con rabbia. Il giovane
si
aggrappò con disperazione alle braccia dell’uomo
robusto, che era troppo forte
per lui, quindi non riuscì ad allontanarlo. Iniziava a
mancargli il fiato,
quando Heiji apparve all’improvviso alle spalle di Rok, gli
cinse le braccia
intorno la vita e lo allontanò dall’amico,
barcollando un po’ indietro.
Shinichi poté tornare a
respirare e si mise quindi seduto, portandosi una mano al collo per
massaggiarlo. Alzando poi gli occhi, vide Heiji essere sbattuto con
forza
contro uno strano macchinario, per poi finire a terra, dolorante. Rok,
con il
volto paonazzo dalla rabbia e dalla fatica, esclamò con il
fiato un po’ corto:
«Maledetti ragazzini, vi
ammazzo!»
Si lanciò in direzione di
Heiji, brandendo un’asta di legno trovata a terra.
I battiti del cuore di Shinichi
presero ad accelerare; gli sembrò di rivivere
l’esperienza passata, quando Rok
si era avvicinato a lui con quell’asta di ferro. Non poteva
permettere che a
Heiji accadesse la stessa cosa; quell’uomo
l’avrebbe ucciso!
Heiji provò ad alzarsi, ma non
ci sarebbe mai riuscito in tempo; Rok era ormai a pochi passi.
L’uomo in nero
si preparò ad abbassare l’arma con ira, quando
scoppiò uno sparo.
Heiji, ansimante, rimase con
gli occhi fissi sul corpo dell’uomo in nero, congelato nella
sua posizione, con
in volto un’espressione di sofferenza. Pian piano, sul suo
ventre, andò ad
espandersi una larga macchia di sangue, man mano sempre più
grande. Infine Rok
cadde a terra di lato, rimanendo immobile.
Heiji alzò quindi gli occhi in
direzione di Shinichi, vedendolo ancora seduto a terra con la pistola -
quella
che avevano preso a Wim - in mano, come se fosse pronto per sparare.
Però il
proiettile non veniva da quell’arma; quando Shinichi stava
per premere il
grilletto per salvare l’amico, infatti, qualcun
l’altro l’aveva fatto prima di
lui.
I due detective si voltarono
subito verso l’entrata della stanza e lì videro
Stella, seria, con la pistola ancora
puntata in avanti, verso il punto in cui prima si trovava Rok. La
bionda teneva
saldamente il braccio di Ai, che si trovava quindi al suo fianco un
po’
tremante.
«Cosa...?» fece Heiji,
incredulo, mentre Shinichi esclamò con preoccupazione nella
voce:
«Ai!»
«Bene bene... Guarda un po’.
Non dovevate essere saltati in aria, voi due?»
esordì Stella, con un tono
serio, andando ora a puntare la pistola contro la schiena della
scienziata.
Shinichi fece per alzarsi, ma
la donna lo bloccò, dicendo:
«Fai un altro movimento e
Sherry fa la stessa fine del mio uomo.»
Il giovane si morse un labbro,
rimanendo fermo.
«Cos’è, pensavate di farmela?»
continuò Stella, dura «Credevate di riuscire a
fregare me? Avete fatto male i
vostri conti.»
«Perché hai fatto fuori il tuo
uomo?» chiese a quel punto Heiji, non capendo, rimanendo a
sua volta seduto a
terra.
La bionda si aprì in un piccolo
sorriso di soddisfazione, per poi affermare:
«Questi stupidi... Non avevano
affatto capito che li stavo solamente sfruttando. Tutti e tre. Credete
davvero
che m’importi qualcosa di loro? Erano diventati solamente una
palla al piede.
Fin dall’inizio il mio obbiettivo era di farli fuori
comunque, alla fine.
Quindi...» proseguì poi con un tono glaciale:
«Sinceramente, non m’interessa
affatto nemmeno della vostra, di vita. Perciò ora, ragazzo,
dammi quell’arma.»
indicò con un cenno la pistola in mano a Shinichi.
Shinichi esitò un attimo, poi
posò l’arma sul pavimento e la spinse verso la
bionda. La pistola scivolò a
terra e raggiunse la donna, che prima la fermò con un piede,
poi la calciò
parecchio lontano da loro, facendone perdere le tracce sotto a qualche
macchinario della stanza.
Stella iniziò a dirigersi con
calma verso l’uscita del magazzino, con Ai sotto tiro.
«Credo sia ora di utilizzare il
piano di fuga che avevamo preparato...» annunciò
la donna, sorridendo furbamente «Voi non muovetevi; presto
sarà tutto finito.»
Shinichi si morse ancora un
labbro, a disagio. Quelle parole proprio non gli piacevano.
Stella raggiunse l’uscita e la
varcò. Poco prima di chiudere la porta, affermò
con tono beffardo:
«Le esplosioni mi sono sempre
piaciute, per questo ho chiesto a Wim di unirsi a noi.»
Ridendo divertita, chiuse a
chiave la porta, mentre Ai, allarmata, iniziava a gridare il nome di
Shinichi.
I due detective si alzarono in
piedi, entrambi doloranti, e si avvicinarono di corsa
all’uscita. Provarono ad
aprire, ma niente.
La bionda, appena fuori,
afferrò un piccolo telecomando da una tasca e premette il
pulsante. Poi,
ridacchiando con soddisfazione, si allontanò a passi svelti
con Ai, che provava
a divincolarsi senza successo. Passarono accanto Wim, ancora svenuto e
legato,
e Stella lo ignorò volutamente.
“Stupido idiota che sei Wim...
del tuo corpo non rimarrà che cenere, rimanendo
lì.” pensò sorridendo.
Intanto, dentro il magazzino
dove si trovavano i due detective, si udì un forte
“bip” e poi altri
successivi, più piano; sembrava fosse stato azionato un
meccanismo con timer.
«Questa ci vuole far saltare in
aria!» capì Heiji, guardandosi intorno e cercando
di individuare da dove
provenissero quei suoni; però il magazzino era grande e il
suono rimbombava
tutt’intorno, rendendo impossibile identificare la posizione
dell’ordigno.
«Andiamo via, svelto!» esclamò
Shinichi, partendo di corsa verso il fondo della stanza.
Heiji lo seguì subito,
stringendo un po’ i denti per i dolori alla schiena e al
fianco di quando era
caduto dallo scaffale ed era stato sbattuto contro il macchinario.
«Dove vuoi passare?» chiese
allora il giovane di Osaka, non venendogli in mente nessuna via di fuga.
«L’unica finestra che ho visto
si trova in una stanza in fondo l’edificio!»
spiegò Shinichi, avendo scorto la
finestra di sfuggita durante la sua prima fuga dai rapitori.
Uscirono dalla stanza e ne
percorsero subito un’altra. Passarono per un corridoio, poi
per un altro
adiacente, e raggiunsero infine la suddetta stanza, con la porta
spalancata. La
finestra era grande e aveva i vetri oscurati.
I due ragazzi corsero in quella
direzione e saltarono contro la vetrata proteggendosi il capo con le
braccia;
il vetro si ruppe con un suono cristallino e i due finirono di fuori,
rotolando
a terra. Mentre cercavano di rialzarsi in fretta per potersi
allontanare,
notando che si trovavano sul molo dietro il magazzino,
l’edificio esplose di un
colpo.
I due vennero scaraventati in
avanti dall’onda d’urto, finendo contro delle
vecchie reti da pesca e delle
casse piene di pesce.
Si alzò poi il fuoco, alto, che
divorò ciò che restava del magazzino e dei
dintorni.
Stella, non molto distante,
continuò a camminare con calma, senza voltarsi a guardare
tutta quella
distruzione alle sue spalle, mentre Ai, che era costretta a camminarle
al
fianco, aveva il volto girato indietro verso l’edificio in
fiamme e le lacrime
agli occhi.
«Shinichi...» mormorò sofferente
la scienziata.
«Fattene una ragione, Sherry.»
affermò con calma Stella, per nulla turbata «Ormai
è morto.»
«Shinichi!» urlò allora Ai con
disperazione e il suo urlo si perse infine nel buio, inghiottito dal
rombo del
fuoco e dalle sirene della polizia in avvicinamento.
Continua...
Eccomi tornata! ^^
Scusatemi, ma in questi giorni sono stata impegnatissima con la scuola guida... E ora che è tutto finito (:D) ne approfitto per fare i complimenti a me stessa (XD) e a Sweetgirl91 per aver superato l'esame di guida!!! :DDD EVVIVA LE NEO-PATENTATE!!!! ^____^
Ora
mi ricopongo... XP
Il prossimo sarà l'ultimo capitolo
(ç_ç), poi ci sarà l'epilogo e la fic
terminerà (T_T)... Me triste! ç///ç
Approfitto di questo spazio per fare gli auguri a Roe! Auguri, auguri, auguri!!!! :D
Passiamo ora ai ringraziamenti:
Sweetgirl91: Hai visto? L'avviso c'è anche qui! XD Basta, dopo ti scrivo una mail... Hai potuto leggere come sono riusciti a scappare dalla barca, ma adesso sono in un altro bel guaio! ^^'' Non possono farne a meno: si cacciano sempre nei guai! XD Riguardo il bacio del capitolo scorso... ^^' Non ho saputo resistere! XP In fondo insieme ce li vedo un po' bene, ma Ran... un po' mi fa pena; lei, che ancora lo aspetta. ** Ah, nel prossimo capitolo apparirà per un attimo... Ma non sarà del tutto una bella cosa! ^^''' Riguardo ad una storia "Conan-Heiji-Ai-Giovani Detective"... sarebbe carino! Ma sarabbe veramente un bel casino! XD Ci penserò su! XP Uffi... un altro capitolo, poi l'epilogo e la fic finirà. ç_ç Ci sentiamo dopo per mail, ciao!
EroSennin425: Ciao nuova/o lettrice/lettore! ^^ Mi fa piacere che la storia ti piaccia e che la trovi scritta bene! ^///^ Preferiamo paring diversi? Allora tu sei per le "Shinichi&Ai"? Già, io voto di più Ran... ma non nego che come coppia (Shinichi e Ai) potrebbe stare bene. -_^ Grazie mille dei complimenti! ^^ Ciao!
Roe: Ehilà! ^^ Ancora auguri! Te l'ho fatti quasi ovunque... mi manca ancora la tua fic! XD Però dopo pranzo; devo andare o mi si raffredda il piatto! ^^'' (ah, è vero... c'è la mozzarella da mangiare, e quella è già fredda! X°°°°D) Ti rispondo la mail più tardi, o domani, se dopo non faccio in tempo (nel pomeriggio devo uscire...); comunque presto! ^^ Immaginavo ti sarebbe piaciuto il capitolo scorso! XP Come ti ho detto, un po' ce li vedo bene quei due insieme... Perciò non ho potuto fare a meno di scrivere del bacio! XP In questo hai visto? Heiji e Shinichi sono di nuovo nei guai! ^^''' Il povero Heiji si è fatto un po' male... ç_ç Mi ha dispiaciuto anche a me quando l'ho scritto, sai? Ma se non si faceva niente non era realistico... ^^' Va bé, ci sentiamo poi! -_^ Ciaoooo! ^^
Un grazie anche a chi ha letto solamente e a chi ha aggiunto la storia alle Seguite e Preferite.
Prossimo
aggiornamento Lunedì 10. ^^