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Autore: Me91    07/08/2009    5 recensioni
Shinichi è tornato; si ripresenta nel suo vero aspetto, come se nulla fosse. Di ciò che è accaduto, da quando ha incontrato gli uomini in nero per la prima volta, non ricorda niente. Unico suo ricordo, tra tutto quel vuoto, sembra proprio essere Ai, che pare sia in pericolo. Heiji, deciso a fargli tornare la memoria, si allea quindi a lui per ritrovare la scienziata scomparsa. Man mano che Shinichi ricomincia a ricordare, emergono fatti agghiaccianti accaduti in quei giorni... Ai va ritrovata al più presto!
Un misto di azione e mistero, con una punta di romanticismo... Come reagirà Ran di fronte a un Shinichi che nemmeno ricorda di averla abbandonata tutti quei mesi?
[...] ... Heiji domandò:
«Il nome Conan Edogawa ti dice nulla?»
Altro silenzio.
Poi Shinichi parlò:
«Non so chi sia.»
Genere: Romantico, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Heiji Hattori, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La fuga

“Ora è tutto chiaro...”
Shinichi riaprì lentamente gli occhi, con di nuovo tutti i ricordi in mente.
E finalmente, il dolore alla testa era svanito.
Trasse un respiro di sollievo; un sollievo che durò molto poco.
«Acc...» strizzò forte un occhio, colpito da una fitta al petto.
Il cuore prese a battergli più forte e dolorosamente e il corpo iniziò a tremargli di più.
Sudava e quasi gli mancava il respiro.
«Ma che diamine...?» si chiese, animando, con la sempre più netta sensazione di aver già provato una sofferenza simile, in passato «Ma quando?» questo non gli venne in mente.
Girò allora gli occhi indietro, stringendo un po’ i denti per resistere al dolore, e, notando l’amico ancora addormentato, ricominciò a chiamarlo con il fiato corto:
«Heiji? ... Heiji, insomma... quanto pensi di... dormire... ancora?»
L’altro non rispose.
«Dannazione, Heiji!» Shinichi mosse di scatto la testa indietro, facendola sbattere forte contro il capo dell’altro detective.
«Ahi...» fece Shinichi, dolorante.
Heiji, invece, svegliato improvvisamente dal colpo, strizzò un attimo gli occhi, poi alzò le palpebre.
«Che cavolo...?» chiese, guardandosi intorno confuso.
«Era ora...» poi Shinichi tossì, scosso da un’altra fitta al petto.
Heiji voltò immediatamente il capo indietro, esclamando con stupore:
«Shinichi! Ma che succede? Dove ci troviamo?»
«Ci hanno messi... su una... barca...» ansimò l’altro, con il volto tirato in un’espressione di sofferenza «Credo... che tra un po’... salteremo... in aria...»
«Che?!» fece Heiji, sbiancando, poi si accorse che l’amico non stava per niente bene.
«Shinichi, che ti è successo? Sei ferito?» si preoccupò subito.
«No... io non...» Shinichi serrò i denti e gli occhi per il dolore «Non... capisco che cosa...»
In quel momento, gli venne in mente.
Riaprì di scatto gli occhi, sorpreso.
“Ora lo so che sta accadendo...” realizzò.
«Accidenti, dobbiamo liberarci!» Heiji iniziò ad agitarsi, cercando di allentare le corde che gli tenevano le mani legate dietro e il corpo immobilizzato a quello dell’altro detective «Non ci riesco, dannazione...!»
«Heiji...» lo chiamò debolmente Shinichi, scosso da fitte sempre più forti «Io...»
«Cosa?» chiese Heiji, non capendo.
Shinichi socchiuse gli occhi, mormorando:
«Sto tornando piccolo...»
Heiji spalancò gli occhi, incredulo.
In quell’istante, il corpo tremante di Shinichi iniziò a rimpicciolirsi sempre di più, finendo per “navigare” in quei vestiti ora troppo grandi.
«Shinichi!» esclamò sorpreso il ragazzo di Osaka.
L’altro si alzò in piedi, un po’ a fatica con quei abiti e scarpe “enormi”, e, liberatosi delle corde che ormai gli andavano larghe, si voltò verso Heiji. Poi, con una smorfia un po’ contrariata sul volto, borbottò:
«Vorrai dire: Conan
Heij, ora libero dalla stretta con l’amico, riuscì a voltarsi del tutto, guardandolo stupito.
«Ti sei ridotto, effettivamente.» constatò, non capendo «Come mai?»
«In effetti l’azione dell’antidoto di Ai non era certo permanente... purtroppo...» rispose Conan, sospirando e iniziando a slegare l’amico.
«Suvvia, grazie alla tua trasformazione ora siamo liberi.» ribatté Heiji, alzandosi in piedi e massaggiandosi i polsi doloranti.
«Sì, va bene, lasciamo stare...» Conan diede un’occhiata fuori da un oblò, notando che si trovavano in mare aperto e ancora si stavano muovendo «Credo dovremmo andare...»
«Giusto, la bomba!» si ricordò Heiji all’improvviso e, afferrato il bambino sotto braccio, corse subito fuori dalla cabina, ritrovandosi sul ponte.
Nel buio iniziò a guardarsi intorno, non riuscendo però a vedere l’ordigno.
«Ma che fai? Lasciami!» si lamentò Conan, dimenandosi.
«Ti porto in salvo, moccioso.» gli sorrise Heiji e afferrò una scatolina di plastica, posta vicino il bordo della barca. Dopo di che, con Conan in una mano e la scatola nell’altra, si tuffò in mare.
Riemerse pochi istanti dopo e lasciò il bambino, che riprese fiato a sua volta.
«Presto, nuotiamo lontani da qui!» lo incitò Heiji, iniziando a nuotare.
Conan gli andò subito dietro.
Dopo qualche metro a nuoto, ci fu l’esplosione.
La barca saltò in aria, distruggendosi completamente e lasciando solo un ammasso di rottami e pezzi di legno in fiamme.
Heiji e Conan, ansimanti, rimasero a fissare le fiamme qualche altro secondo, rendendosi conto di essere stati fortunati. Poi Heiji afferrò la scatolina e l’apri; ne fuoriuscì immediatamente un gommone di salvataggio già gonfio.
I due vi salirono e il giovane di Osaka afferrò una pratica tavola di legno dall’acqua, che usò come remo.
«Ora torniamo a riva.» decise Heiji, remando.
«Sì; Ai è ancora con quei tipi.» annuì Conan, appoggiandosi stancamente con la schiena contro il bordo del gommone.
«Non vorrai farti quasi ammazzare di nuovo, spero!» esclamò Heiji, guardandolo storto «Sta volta ci è mancato davvero poco, Shinichi...»
«Non ti preoccupare.» lo rassicurò l’altro «Sta volta ho un piano.»
«E sarebbe?»
«Sareb...» Conan si fermò all’improvviso, portandosi di scatto la mano al petto.
Una fitta come prima, fortissima. E ora un’altra.
Gemendo, il bambino finì straiato, prendendo a tremare.
«Ehi, che ti prende?» si preoccupò Heiji, smettendo un attimo di remare e avvicinandosi all’amico. Rimase sorpreso, notando il corpo del bambino allungarsi nuovamente, per tornare quello di un liceale.
«Ma che...?» fece Heiji, senza parole.
Shinichi si mise lentamente seduto e si diede poi un’occhiata; sorpreso quanto l’altro.
«Non capisco che cosa sia potuto accadere...» ammise, incredulo «Pensavo di essere tornato definitivamente Conan anche sta volta, e invece? Sono di nuovo al mio vero aspetto...» alzò improvvisamente gli occhi su Heiji «Aspetta! Mi pare di ricordare che...»

«Direi...» Ai storse un po’ le labbra, pensierosa «Beh... Un po’ più della volta scorsa.» concluse con una tranquilla alzata di spalle.
«Ah...» fece Conan, per nulla rassicurato.
«Beh, sicuramente non sono riuscita ancora a trovare l’antidoto decisivo, ma questa volta ci sarà una piccola possibilità che accada qualcosa di particolare.» riprese Ai, portandosi una mano al mento.
«Ovvero?» chiese subito l’altro, incuriosito.
«Non solo l’effetto dell’antidoto durerà più a lungo; può anche darsi che il corpo possa mutare in continuazione, ad un certo punto, tra lo stadio di “bambino di 7 anni” e quello di “ragazzo liceale”, o, nel mio caso, di “scienziata adulta”. Insomma, come un tira e molla tra le due “identità”. Per un po’ di tempo.»
«E perché mai dovrebbe accadere questo?»
«Non lo so.» Ai alzò di nuovo le spalle «Ma secondo alcuni calcoli, c’è la possibilità che avvenga questo tipo di fenomeno. Penso che, una volta che riuscirò a rimediare anche a questo problema, avrò trovato l’antidoto definitivo.»

«Un “tira e molla tra le due identità”?» ripeté Heiji, stupito «Che strano effetto...»
«Già...» concordò Shinichi, grattandosi il capo «E che fastidio, soprattutto... riuscirò mai a liberarmi di “Conan”? Accidenti, mi sono stancato di seguire Kogoro in tutti i suoi casi e risolverli al posto suo... L’unica consolazione è stare con Ran: cucina che è una meraviglia e certo la sua compagnia non è male...» gli venne istintivo sorridere.
«Non fai altro che ripeterlo.» commentò Heiji, sospirando, poi si illuminò all’improvviso, esclamando:
«Ehi, aspetta un attimo! Non mi dirai che ti ricordi tutte queste cose?»
«Oh, sì, credo mi sia tornata tutta la memoria.» sorrise Shinichi, appoggiandosi al bordo del gommone e afferrando a sua volta un asse di legno dall’acqua «Finalmente l’effetto del siero che mi hanno dato è finito.»
«Di che parli?» lo interrogò l’altro, confuso.
«Ora ti racconto tutto.» esordì Shinichi, riprendendo intanto a remare con Heiji. 

«Dunque, Shinichi? Che pensi di fare ora?» chiese Heiji in un sussurro sbirciando appena da dietro le casse dove erano rannicchiati lui e l’amico.
Shinichi corrugò un po’ la fronte, osservando attento Wim, dritto e vigile, appostato di lato alla porta del magazzino.
«Seguiamo il piano, chiaro.» sentenziò il giovane, deciso.
Heiji storse un po’ le labbra, guardandolo.
«Shinichi, il tuo piano fa un po’ acqua.»
«Ma no, perché? E’ perfetto.» lo zittì l’altro.
«Ah, certo.» sospirò il detective d’Osaka «Quindi spiegami come possiamo “neutralizzare la guardia”.»
«Io farò da esca e tu lo stordirai.» sentenziò Shinichi, risoluto.
«Ma sei pazzo?!» bisbigliò Heiji «Vuoi proprio farti ammazzare, allora! Non credo sarai un bel figurino con un proiettile in testa!»
«Devo andare lì dentro, Heiji!» insistette Shinichi con un’aria decisa «Devo andare per forza!»
«Non voglio che tu rischi così la vita.» affermò l’altro, seriamente.
«Ma piantala... andrà tutto bene.» lo zittì l’amico, muovendosi di lato con l’intenzione di iniziare il piano, ma Heiji gli afferrò forte un braccio, trattenendolo.
«A volte sei davvero troppo imprudente, Shinichi.» disse il giovane, con un’aria scura «Quello appena ti vede ti fa fuori.»
«E’ rischioso, lo ammetto, ma non possiamo andare via ora.» Shinichi aveva ancora un’aria convinta in volto «Non abbandonerò mai Ai in questo modo.»
Heiji si incupì un po’. Dopo una breve pausa, domandò, guardando fisso l’altro negli occhi:
«Shinichi... Cosa rappresenta Ai per te?»
Il ragazzo rimase un attimo spiazzato alla domanda, poi si riprese subito, dicendo:
«Ma cosa stai dicendo? E’ un’amica.»
«E’ davvero solo un’amica?» insistette il giovane di Osaka «Mi pare tu sia troppo attaccato a lei...»
«E a me pare che tu ti faccia troppe paranoie.» dichiarò duramente Shinichi, per chiudere lì la questione «Ai è una mia amica e io non abbandono gli amici, chiaro? Se tu hai troppa paura per continuare, allora vattene pure. Ti capisco, non temere, non voglio che tu rischi così la vita stando con me.»
Rimasero in silenzio a fissarsi negli occhi con entrambi un’aria seria. Poi all’improvviso Heiji lasciò la presa al braccio dell’altro e, con un’aria tranquilla, affermò:
«Nemmeno io abbandono gli amici. Non ti lascio qui solo, Shinichi, non ti preoccupare.»
Shinichi si aprì in un piccolo sorriso grato.
«Grazie.» sussurrò e, più piano che poté, si mosse nella semioscurità tra casse e barili, avvicinandosi a Wim.
Heiji lo osservò allontanarsi, pensieroso.
“Ti sei innamorato di Ai, Shinichi?” si chiese a quel punto.
Shinichi, silenzioso, raggiunse infine una cassa abbastanza vicino a Wim, che ancora non si era accorto della sua presenza. Il giovane detective appoggiò la schiena contro il legno marcio, traendo dei profondi respiri. Sentiva il cuore in gola e stava sudando freddo.
“Calmati adesso, chiaro?” si impose mentalmente, regolarizzando il respiro.
Non poteva negare di aver paura, certo; quel tipo era armato e con propositi non certo molto buoni.
Lanciò uno sguardo in direzione del giovane biondo che, con aria seria, si guardava intorno con gli occhi, rimanendo immobile.
In quel momento si udirono in lontananza delle sirene sempre più vicine; altre sirene, visto che Shinichi e Heiji le avevano già udite altre prima. Si stavano sicuramente dirigendo, anche a bordo di barche, verso i pochi resti dell’imbarcazione su cui si trovavano precedentemente i due detective.
Wim rimase impassibile, sicuro che lì non li avrebbero trovati. Per il momento, almeno.
E a quel punto Shinichi decise di agire.
Wim sospirò appena, abbastanza stanco. Ormai non dormiva quasi per niente e tutto quel loro piano perfetto, doveva notare, in fondo faceva acqua in diversi punti. Sherry era sempre abbastanza restia ad obbedire senza fare storie, e ora? Ora che le avevano ammazzato l’amico, come si sarebbe comportata? Wim storse le labbra, infastidito. Basta, se non avrebbe voluto più obbedire, lui avrebbe mandato al diavolo tutto, piano e compagni compresi, e avrebbe fatto di testa sua. Perché se Sherry non voleva obbedire, per quale ragione avrebbero dovuto tenerla ancora viva? Al diavolo tutto il piano. Si sarebbe messo in proprio, a costruire ordigni per i terroristi. Si guadagna abbastanza bene in quel campo...
Un rumore alla sua destra lo mise subito in allerta. Portò immediatamente la mano alla pistola e si voltò in quella direzione, attento.
«Chi c’è?» chiese bruscamente, con un’aria concentrata in volto.
Nella semioscurità non riusciva a vedere bene; effettivamente il piazzale era appena illuminato dall’incerta luce arancio del lampione sul muro.
Una breve risata a mezza voce e poi apparve Shinichi da dietro il suo nascondiglio, con un’aria tranquilla in volto.
«Ehilà, Wim.» salutò il detective, alzando un mano e sfoggiando un sorriso calmo.
Wim alzò un sopracciglio, più che sorpreso.
«Tu?» fece, stringendo forte la presa sull’impugnatura dell’arma ancora nel fodero «Dovresti essere bello che morto! Tu e l’altro ragazzino...»
«Infatti sono un fantasma.» rispose Shinichi alzando le spalle con naturalezza «Prova a colpirmi, vedrai che non ci riesci.»
Wim mostrò i denti, furioso, e, estraendo la pistola, ringhiò:
«Maledetto moccioso, te lo do io il fantasma!»
Prima che potesse sparare, Shinichi si gettò di corsa dietro la cassa, così che il colpo della pistola con il silenziatore lo mancò in pieno.
Wim partì subito a rincorrerlo e si affacciò dietro la cassa di legno.
Shinichi era sparito.
«Dove ti nascondi, eh?» esclamò il giovane con il codino, avanzando con la pistola davanti a sé.
«Te l’ho detto... sono un fantasma.» ripeté Shinichi, senza farsi vedere «Quando voglio, divento invisibile...»
«Ti ci faccio diventare io uno spirito; conficcandoti un proiettile in fronte!» inveì Wim, seccato, dando un calcio ad un contenitore di plastica vuoto a terra e continuando a cercare il detective tra le casse.
«Provaci.» lo sfidò allora Shinichi, apparendo improvvisamente da dietro una pila di barili di ferro e fermandosi, dritto e sicuro, a qualche metro dall’altro.
Wim lo vide subito; si voltò verso di lui, tendendo la pistola ed aprendosi in un piccolo sorriso.
«Stupido.» sibilò con soddisfazione, mirando alla testa del detective.
«Non quanto te.» ribatté Heiji, spuntando alle spalle del giovane con il codino e colpendolo forte in testa con un piccolo tubo d’acciaio.
Wim, gemendo, finì subito a terra; la pistola scivolò al suolo fino ai piedi di Shinichi, che la fermò con un piede.
Heiji si inginocchiò vicino il giovane sdraiato a terra e lo voltò supino. Wim era svenuto, con però una bella chiazza di sangue che gli sporcava i capelli chiari.
«Adesso lo leghiamo per bene e lo lasciamo qui. Meglio anche imbavagliarlo.» affermò Shinichi, avvicinandosi con la pistola in mano.
Heiji si girò a guardarlo con un’espressione torva.
«Sei un incosciente, lo sai questo?» sbottò il ragazzo d’Osaka.
«Sei stato provvidenziale, Heiji.» sorrise Shinichi «E io volevo solo divertirmi un po’.»
«Mi hanno sempre insegnato che con la morte non si scherza.» dichiarò Heiji, afferrando intanto Wim da sotto le ascelle per trascinarlo in un angolo del piazzale.
Shinichi infilò l’arma tra i pantaloni e la cintura e sospirò, dicendo:
«Per questo voglio salvare Ai. Quelli l’ammazzano se non fa ciò che le dicono.»
Heiji annuì con il capo, appoggiando Wim alla parete di uno dei magazzini.
«Lo so, lo so, lo hai già detto.»
Dopo aver ben legato il giovane con delle corde trovate tra tutta quella roba e avergli tappato la bocca con un pezzo di stoffa ricavato dalla manica della maglia di Heiji, i due detective avanzarono verso il magazzino, per poi affacciarsi dalla porta e sbirciare l’interno buio.
«Strano che ancora non sia giunto nessuno...» commentò Shinichi, corrucciandosi «Eppure credo che lo sparo si sia sentito bene.»
«Magari ci aspettano dentro.» sospirò Heiji, alquanto stressato «Mi sai dire come facciamo a vederli al buio?»
Shinichi si voltò a guardarlo con un mezzo sorriso sulle labbra.
«Hai perfettamente ragione, Heiji.» annuì il ragazzo.
Heiji alzò un sopracciglio, dicendo:
«Vuoi azionare il generatore per far accendere tutte le luci e così scovarli?»
«Proprio così.» dichiarò Shinichi, entrando nel magazzino.
«E va bene, cerchiamolo...» fece l’altro, seguendolo.
Trovata senza difficoltà la leva del generatore principale di energia, Shinichi si voltò verso l’amico, dicendo:
«Ho un piano per mettere fuori gioco Jil e Rok. Sei pronto?»
Heiji annuì, confermando:
«Ormai ci siamo dentro fino al collo, perciò...»
«Bene.» e Shinichi abbassò la leva. 

«L’avete sentito anche voi lo sparo?» chiese Jil ad un tratto, alzando istintivamente gli occhi verso l’alto.
Lui, Rok e Stella si trovavano nella stanza con il tavolo e stavano discutendo sul da farsi.
Stella si fece seria, dicendo:
«Certo che l’ho sentito.»
«Perché Wim ha sparato, allora?» domandò Jil, non capendo «Che sia giunta la polizia?»
«L’accordo era che se giungeva la polizia doveva inviarci un segnare alla ricetrasmittente.» ribatté Stella «No, dev’esserci qualcuno... O c’era; magari Wim l’ha seccato.»
«Penso che siano quei mocciosi.» disse a quel punto Rok, torvo.
«Ma che dici!» esclamò Jil, scettico «Hai visto e sentito anche tu il botto, no?»
«Ho un presentimento.» insistette l’altro.
«Aspettiamo e vediamo. Wim dovrebbe farcela anche da solo.» affermò la bionda, appoggiandosi tranquillamente allo schienale della sedia.
«Ne sei certa?» chiese Jil, poco convinto «Quei due mi sembrano dei tipi proprio coriacei... Sempre che siano loro.»
«Sciocchezze.» lo zittì la donna.
Tornarono poi a discutere di Sherry e dei loro piani. Probabilmente ora dovevano per forza modificarli un po’, immaginando che la ragazza avrebbe preferito morire, a questo punto, anziché obbedire.
Dopo qualche minuto, però, si accese all’improvviso la luce del laboratorio e quella del bagno, in contemporanea.
I tre si alzarono in piedi, sorpresi.
«Qualcuno ha azionato il generatore.» capì Stella, corrugando la fronte.
«Secondo le modifiche che aveva apportato Wim, anche se era spento quaggiù la luce ci sarebbe stata lo stesso...» ricordò Jil «Chiunque l’abbia azionato, ora ha acceso praticamente tutte le luci dell’edificio!»
«Maledizione, così ci faremo scoprire facilmente.» ringhiò Rok, stringendo i pugni.
«Cosa fate ancora qui? Muovetevi ad andare a controllare!» ordinò Stella, aggrottando le sopracciglia.
I due non se lo fecero ripetere e corsero quindi di sopra.
Stella tirò un po’ le labbra.
“Qualcosa mi dice che sono davvero quei due ragazzini...” pensò con rabbia, poi si rilassò di colpo “In ogni modo, non mi fregheranno.” 

«Accidenti, qua è tutto acceso...» constatò Jil, mentre avanzavano in una stanza del magazzino completamente illuminata.
Rok si diede un’occhiata intorno, lanciando sguardi in direzione dei vari scaffali della stanza, e affermò:
«Beh, in ogni modo, noi siamo avvantaggiati. Conosciamo bene questo posto e ora che c’è luce è pure meglio.»
«Su questo non posso darti torto...» annuì Jil.
In allerta, continuarono a camminare con in mano le pistole.
Il posto era silenzioso; sembrava non esserci nessuno. Quando, all’improvviso, un ombra rapida in fondo alla stanza.
«Andiamo!» esclamò Jil, partendo di corsa con Rok dietro di lui un po’ più lentamente a causa della sua gamba.
Uscirono dalla stanza ed entrarono in altra.
Jil notò nuovamente l’ombra più avanti, quindi si sbrigò in quella direzione, passando tra due scaffali alti diversi metri e carichi di roba. Rok lo seguì più in fretta che poté.
Proprio mentre i due passavano per lì, Heiji, nascosto in alto su uno degli scaffali, buttò giù una scatola contenente dei pezzi per un macchinario di plastica e ferro, che cadde proprio contro Jil. L’uomo cadde a terra, andando a sbattere con forza il capo sul pavimento, per poi non muoversi più.
Heiji fu pronto a lanciare la seconda scatola contro Rok, ma questi, più agile del previsto, fece un balzo indietro e sparò in direzione del giovane di Osaka.
«Cavolo!» esclamò Heiji, schivando il proiettile di un soffio, ma sbilanciandosi e cadendo con un urlo all’indietro, andando a finire contro degli scatoloni vuoti, a terra.
Rok si mosse in quella direzione, con l’intento di andare dietro lo scaffale per ucciderlo, ma Shinichi fu più rapido; comparendo come dal nulla, balzò contro l’uomo, cadendo insieme a lui verso uno scaffale. A Rok sfuggì la pistola di mano e colpì con la schiena lo scaffale, che cadde indietro al suolo. Anche Shinichi e l’uomo in nero finirono a terra.
Rok si sbrigò a spostare il detective da sopra di sé, sbattendogli la schiena a terra e portandosi in ginocchio sopra di lui. L’uomo caricò un pugno e colpì con forza il detective al viso. Shinichi provò a spingerlo via, ma non ci riuscì. Rok allungò la mano sul collo del ragazzo, iniziandolo a stringerlo con rabbia. Il giovane si aggrappò con disperazione alle braccia dell’uomo robusto, che era troppo forte per lui, quindi non riuscì ad allontanarlo. Iniziava a mancargli il fiato, quando Heiji apparve all’improvviso alle spalle di Rok, gli cinse le braccia intorno la vita e lo allontanò dall’amico, barcollando un po’ indietro.
Shinichi poté tornare a respirare e si mise quindi seduto, portandosi una mano al collo per massaggiarlo. Alzando poi gli occhi, vide Heiji essere sbattuto con forza contro uno strano macchinario, per poi finire a terra, dolorante. Rok, con il volto paonazzo dalla rabbia e dalla fatica, esclamò con il fiato un po’ corto:
«Maledetti ragazzini, vi ammazzo!»
Si lanciò in direzione di Heiji, brandendo un’asta di legno trovata a terra.
I battiti del cuore di Shinichi presero ad accelerare; gli sembrò di rivivere l’esperienza passata, quando Rok si era avvicinato a lui con quell’asta di ferro. Non poteva permettere che a Heiji accadesse la stessa cosa; quell’uomo l’avrebbe ucciso!
Heiji provò ad alzarsi, ma non ci sarebbe mai riuscito in tempo; Rok era ormai a pochi passi. L’uomo in nero si preparò ad abbassare l’arma con ira, quando scoppiò uno sparo.
Heiji, ansimante, rimase con gli occhi fissi sul corpo dell’uomo in nero, congelato nella sua posizione, con in volto un’espressione di sofferenza. Pian piano, sul suo ventre, andò ad espandersi una larga macchia di sangue, man mano sempre più grande. Infine Rok cadde a terra di lato, rimanendo immobile.
Heiji alzò quindi gli occhi in direzione di Shinichi, vedendolo ancora seduto a terra con la pistola - quella che avevano preso a Wim - in mano, come se fosse pronto per sparare. Però il proiettile non veniva da quell’arma; quando Shinichi stava per premere il grilletto per salvare l’amico, infatti, qualcun l’altro l’aveva fatto prima di lui.
I due detective si voltarono subito verso l’entrata della stanza e lì videro Stella, seria, con la pistola ancora puntata in avanti, verso il punto in cui prima si trovava Rok. La bionda teneva saldamente il braccio di Ai, che si trovava quindi al suo fianco un po’ tremante.
«Cosa...?» fece Heiji, incredulo, mentre Shinichi esclamò con preoccupazione nella voce:
«Ai!»
«Bene bene... Guarda un po’. Non dovevate essere saltati in aria, voi due?» esordì Stella, con un tono serio, andando ora a puntare la pistola contro la schiena della scienziata.
Shinichi fece per alzarsi, ma la donna lo bloccò, dicendo:
«Fai un altro movimento e Sherry fa la stessa fine del mio uomo.»
Il giovane si morse un labbro, rimanendo fermo.
«Cos’è, pensavate di farmela?» continuò Stella, dura «Credevate di riuscire a fregare me? Avete fatto male i vostri conti.»
«Perché hai fatto fuori il tuo uomo?» chiese a quel punto Heiji, non capendo, rimanendo a sua volta seduto a terra.
La bionda si aprì in un piccolo sorriso di soddisfazione, per poi affermare:
«Questi stupidi... Non avevano affatto capito che li stavo solamente sfruttando. Tutti e tre. Credete davvero che m’importi qualcosa di loro? Erano diventati solamente una palla al piede. Fin dall’inizio il mio obbiettivo era di farli fuori comunque, alla fine. Quindi...» proseguì poi con un tono glaciale:
«Sinceramente, non m’interessa affatto nemmeno della vostra, di vita. Perciò ora, ragazzo, dammi quell’arma.» indicò con un cenno la pistola in mano a Shinichi.
Shinichi esitò un attimo, poi posò l’arma sul pavimento e la spinse verso la bionda. La pistola scivolò a terra e raggiunse la donna, che prima la fermò con un piede, poi la calciò parecchio lontano da loro, facendone perdere le tracce sotto a qualche macchinario della stanza.
Stella iniziò a dirigersi con calma verso l’uscita del magazzino, con Ai sotto tiro.
«Credo sia ora di utilizzare il piano di fuga che avevamo preparato...» annunciò la donna, sorridendo furbamente «Voi non muovetevi; presto sarà tutto finito.»
Shinichi si morse ancora un labbro, a disagio. Quelle parole proprio non gli piacevano.
Stella raggiunse l’uscita e la varcò. Poco prima di chiudere la porta, affermò con tono beffardo:
«Le esplosioni mi sono sempre piaciute, per questo ho chiesto a Wim di unirsi a noi.»
Ridendo divertita, chiuse a chiave la porta, mentre Ai, allarmata, iniziava a gridare il nome di Shinichi.
I due detective si alzarono in piedi, entrambi doloranti, e si avvicinarono di corsa all’uscita. Provarono ad aprire, ma niente.
La bionda, appena fuori, afferrò un piccolo telecomando da una tasca e premette il pulsante. Poi, ridacchiando con soddisfazione, si allontanò a passi svelti con Ai, che provava a divincolarsi senza successo. Passarono accanto Wim, ancora svenuto e legato, e Stella lo ignorò volutamente.
“Stupido idiota che sei Wim... del tuo corpo non rimarrà che cenere, rimanendo lì.” pensò sorridendo.
Intanto, dentro il magazzino dove si trovavano i due detective, si udì un forte “bip” e poi altri successivi, più piano; sembrava fosse stato azionato un meccanismo con timer.
«Questa ci vuole far saltare in aria!» capì Heiji, guardandosi intorno e cercando di individuare da dove provenissero quei suoni; però il magazzino era grande e il suono rimbombava tutt’intorno, rendendo impossibile identificare la posizione dell’ordigno.
«Andiamo via, svelto!» esclamò Shinichi, partendo di corsa verso il fondo della stanza.
Heiji lo seguì subito, stringendo un po’ i denti per i dolori alla schiena e al fianco di quando era caduto dallo scaffale ed era stato sbattuto contro il macchinario.
«Dove vuoi passare?» chiese allora il giovane di Osaka, non venendogli in mente nessuna via di fuga.
«L’unica finestra che ho visto si trova in una stanza in fondo l’edificio!» spiegò Shinichi, avendo scorto la finestra di sfuggita durante la sua prima fuga dai rapitori.
Uscirono dalla stanza e ne percorsero subito un’altra. Passarono per un corridoio, poi per un altro adiacente, e raggiunsero infine la suddetta stanza, con la porta spalancata. La finestra era grande e aveva i vetri oscurati.
I due ragazzi corsero in quella direzione e saltarono contro la vetrata proteggendosi il capo con le braccia; il vetro si ruppe con un suono cristallino e i due finirono di fuori, rotolando a terra. Mentre cercavano di rialzarsi in fretta per potersi allontanare, notando che si trovavano sul molo dietro il magazzino, l’edificio esplose di un colpo.
I due vennero scaraventati in avanti dall’onda d’urto, finendo contro delle vecchie reti da pesca e delle casse piene di pesce.
Si alzò poi il fuoco, alto, che divorò ciò che restava del magazzino e dei dintorni.
Stella, non molto distante, continuò a camminare con calma, senza voltarsi a guardare tutta quella distruzione alle sue spalle, mentre Ai, che era costretta a camminarle al fianco, aveva il volto girato indietro verso l’edificio in fiamme e le lacrime agli occhi.
«Shinichi...» mormorò sofferente la scienziata.
«Fattene una ragione, Sherry.» affermò con calma Stella, per nulla turbata «Ormai è morto.»
«Shinichi!» urlò allora Ai con disperazione e il suo urlo si perse infine nel buio, inghiottito dal rombo del fuoco e dalle sirene della polizia in avvicinamento.

Continua...

Eccomi tornata! ^^

Scusatemi, ma in questi giorni sono stata impegnatissima con la scuola guida... E ora che è tutto finito (:D) ne approfitto per fare i complimenti a me stessa (XD) e a Sweetgirl91 per aver superato l'esame di guida!!! :DDD      EVVIVA LE NEO-PATENTATE!!!! ^____^

Ora mi ricopongo... XP
Il prossimo sarà l'ultimo capitolo (ç_ç), poi ci sarà l'epilogo e la fic terminerà (T_T)... Me triste! ç///ç

Approfitto di questo spazio per fare gli auguri a Roe! Auguri, auguri, auguri!!!! :D

Passiamo ora ai ringraziamenti:

Sweetgirl91: Hai visto? L'avviso c'è anche qui! XD Basta, dopo ti scrivo una mail... Hai potuto leggere come sono riusciti a scappare dalla barca, ma adesso sono in un altro bel guaio! ^^'' Non possono farne a meno: si cacciano sempre nei guai! XD Riguardo il bacio del capitolo scorso... ^^' Non ho saputo resistere! XP In fondo insieme ce li vedo un po' bene, ma Ran... un po' mi fa pena; lei, che ancora lo aspetta. ** Ah, nel prossimo capitolo apparirà per un attimo... Ma non sarà del tutto una bella cosa! ^^''' Riguardo ad una storia "Conan-Heiji-Ai-Giovani Detective"... sarebbe carino! Ma sarabbe veramente un bel casino! XD Ci penserò su! XP Uffi... un altro capitolo, poi l'epilogo e la fic finirà. ç_ç Ci sentiamo dopo per mail, ciao!

EroSennin425: Ciao nuova/o lettrice/lettore! ^^ Mi fa piacere che la storia ti piaccia e che la trovi scritta bene! ^///^ Preferiamo paring diversi? Allora tu sei per le "Shinichi&Ai"? Già, io voto di più Ran... ma non nego che come coppia (Shinichi e Ai) potrebbe stare bene. -_^  Grazie mille dei complimenti! ^^ Ciao!

Roe: Ehilà! ^^ Ancora auguri! Te l'ho fatti quasi ovunque... mi manca ancora la tua fic! XD Però dopo pranzo; devo andare o mi si raffredda il piatto! ^^'' (ah, è vero... c'è la mozzarella da mangiare, e quella è già fredda! X°°°°D) Ti rispondo la mail più tardi, o domani, se dopo non faccio in tempo (nel pomeriggio devo uscire...); comunque presto! ^^ Immaginavo ti sarebbe piaciuto il capitolo scorso! XP Come ti ho detto, un po' ce li vedo bene quei due insieme... Perciò non ho potuto fare a meno di scrivere del bacio! XP In questo hai visto? Heiji e Shinichi sono di nuovo nei guai! ^^''' Il povero Heiji si è fatto un po' male... ç_ç Mi ha dispiaciuto anche a me quando l'ho scritto, sai? Ma se non si faceva niente non era realistico... ^^' Va bé, ci sentiamo poi! -_^ Ciaoooo! ^^

Un grazie anche a chi ha letto solamente e a chi ha aggiunto la storia alle Seguite e Preferite.

Prossimo aggiornamento Lunedì 10. ^^

  
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