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Autore: amirarcieri    13/04/2020    2 recensioni
Saeko è alle prese con il suo secondo anno di liceo.
Dopo essere stata espulsa dal suo vecchio a causa di un'incresciosa contesa tra studenti, non volendo starsene a casa a girarsi i pollici, si vede costretta a iscriversi in uno nuovo.
Il fortunato liceo da lei scelto è quello del Kainan.
Saeko si ritrova così ad annoiarsi alle lezioni e a instaurare un'amicizia spassionata con una sua compagna di classe.
Finché un giorno non riesce a ficcanasare nella palestra del club di basket e....
Genere: Generale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Change my rules [SAGA]. '
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Change my rules.




 

Capitolo uno.



 

"In the beginning

 


 

L'ultimo rintocco della prima campanella scolastica suonò con un'imposizione categorica.
«Su, forza andiamo, Saeko» incitò una ragazza a una sua compagna di classe.
Dove trovava tutta quella voglia di sorbirsi tot materie per tot ore, Saeko proprio non lo capiva.
Ma forse a motivarla era quel suo stupido motto che ripeteva ogni mattina appena incontrate a metà strada.
“Forza, prima si affronta qualcosa, prima questa avrà una sua fine prossima”.
«Si. Si, arrivo» disse Saeko ammusonita.
Si conoscevano da mezza settimana, però il loro rapporto d'amicizia aveva già trovato un equilibrio, se pur sempre male assortito.
E se il loro equilibrio era male assortito, i loro caratteri erano la parte mancante di cui nessuna delle due pretendeva di dover apprendere:
Saeko aveva dei lunghi boccoli color cioccolata che incorniciavano in maniera impeccabile il suo piccolo viso di porcellana.
Nami possedeva un'acconciatura stravolta a un taglio corto e del colore visibilmente tinto a quello di un nero cobalto.
Saeko era riservata e stava costantemente nelle sue senza però rifiutare mai un approccio di conversazione casuale.
Nami era chiacchierona, le piaceva raccontarsi a chiunque si fosse trovato a una distanza massima di due centimetri. Escludendo il civettarci a prescindere del sesso che fosse.
Saeko aveva un obbiettivo fisso nella vita e dedicava ore e anima a coltivarlo.
Nami non avendo ancora capito cosa volesse dalla vita e sopratutto essere, si dilettava in quello che veniva.
Insomma, non erano propriamente come il giorno e la notte, ma la metafora poteva benissimo indirizzarsi ad altri due fenomeni naturali comunque opposti: l'alba e il tramonto.
Una che si svegliava pronta ad affrontare la giornata impreziosita da imperdibili svolte, l'altra che si occultava dall'orizzonte per ritirarsi in un mondo tratteggiato d'inchiostro nero e pagine fantasiose.
Le due amiche salirono le rampe di scale e raggiunsero la loro aula.
Nami si fiondò al primo banco della fila dei banchi addossati alle finestre.
Saeko al penultimo della fila accostata al muro.
La prima perché supponeva che sbirciare i movimenti altrui gli avrebbe permesso di imitarli a sua volta.
La seconda, si deprimeva al vedere gli altri spassarsela mentre lei era bloccata a fare chissà cosa di noioso.
Come dimostrato, due vedute di pensiero opposte con un'amicizia non si sa come condivisa.
La classe era composta da cinque file di banchi con cinque alunni per ognuna. Davanti, dietro e alla loro destra avevano la disposizione di tre lavagne grandi la metà della parete. Il resto era occupato da un armadio, bacheche dove spillare annunci importanti o richieste e un auto parlante. La sinistra della classe invece interamente tappezzata di grandi finestre che inondavano la stanza di luce naturale sia nelle giornate di sole che di poggia.
Il professore fece la sua colossale entra in aula dopo qualche minuto e sbrigate le pratiche ordinarie, chiese di aprire il libro di testo nella pagina citata.
Poggiando la testa al muro, Saeko finse di seguire la lezione socchiudendo gli occhi in contemporanea a un soffio impercettibile della bocca.
Era già al secondo anno e già non ne poteva più di quei ritmi mattutini e schematici.
Aveva cambiato da poco liceo - causa un increscioso incidente nel cortile del vecchio con una banda di teppistelle - ed adesso si ritrovava smistata in questo nuovo.
Avrebbe preferito essere spedita come un pacco regalo formato persona nel liceo in cui andava anche sua sorella gemella, ma non si poteva avere tutta dalla vita no?
Dopotutto sua madre le aveva educate in maniera tale che avessero un legame unito e amorevole senza però essere ininterrottamente appiccate o dipendenti dalle abitudini reciproche. Una di queste difatti era l'iscriverle a due licei diversi.
E poi questo liceo vantava di una delle squadre di pallacanestro più forti di tutte la prefettura di Kanagawa: il Kainan.
Neanche a farlo apposta in classe con Saeko e Nami c'era un suo atleta.
Saeko, spostò lo sguardo dal professore - che stava fingendo di ascoltare - a lui.
Per lei era di una banalità sconcertante poterlo osservare di nascosto dato che si trovava un banco avanti al suo nella fila accanto: alto uno e ottantanove, fisico tisico e in ogni modo atletico, pelle chiara, occhi blu acciaio e un taglio corto ma folto sulla nuca mora.
Riconosciuto come il cecchino più abile del Giappone, non se la tirava propriamente anche se accoglieva ogni lusinga con un periodico sorriso compiaciuto.
Nel complesso Soichiro Jin era un tipo fervidamente disponibile, con una guardata risoluta e la tempra pacata.
In quella mezza settimana Saeko non ci aveva mai parlato e se accadeva era in una conversazione a gruppi di persone e perché – nell'ovvio - ci era capitata per un'accidentale coincidenza mediante quella ficcanaso che faceva di nome Nami. Nami e Jin infatti erano conoscenti di liceo e con lui, lei ci scambiava delle chicchere svolazzanti da ben due anni.
La lezione proseguiva noiosissima quanto uno stupido programma televisivo sul makeup che ti faceva prendere la sonicchia istantanea al solo guardare le figure.
Saeko, scostò lo sguardo dalla figura di Jin – apparentemente intento a seguire la lezione – e si intrattene con il trucco dei libri doppi in cui dava a intendere di leggere quello di testo e in tutt'altro procedimento leggeva un romanzo intrigante e superbo.
L'occhio però non riusciva proprio a saltare di tanto in tanto sul mite cecchino del Kainan.
Ciò – malgrado lei pensasse che fosse un ragazzo dotato da un'estrema bellezza – non dipendeva da una questione di attrazione.
Il suo grattacapo nasceva dal promemoria che gli balenava in mente a ogni frettolosa sbirciata che lanciava su di lui.
In una mezza settimana che frequentava il liceo, non era ancora riuscita a fare una fulminea e clandestina scappata nella palestra di basket. Se c'era una cosa che Saeko amava dopo i libri, una penna che scorreva ritmicamente su un foglio e il cibo, quello era il basket.
Sentire la palla sbattere lentamente e poi lestamente in un pavimento di palestra pazientemente lucidato o anche guardare i giocatori esibirsi in spettacolari elevazioni, rimbalzi, schiacciate, finte e passaggi memorabili, gli accendevano un ardore costante al petto che la facevano sentire sfrenatamente emozionata.
Ma per una cosa o altre mille, lo dimenticava o non riusciva mai a passare.
Unico e irritante fattore che le faceva rodere tremendamente le budella.
Quest'oggi però si sarebbe messa d'impegno ad andarci per forza e non mancare a quell'appuntamento stabilito da lei medesima.
La giornata scolastica proseguì incredibilmente serena e veloce.
Lezione, mensa, lezione, pulizia della scuola e club. La routine immutabile della vita di uno studente.
Alle sei meno venti, Saeko raccolse tutto l'equipaggiamento scolastico nella cartella andando via dal club di letteratura e scattando decisa in quello della palestra.
Ritrovatasi sola all'esterno si fermò un secondo per inalare l'aria tiepida e rilassante del pomeriggio che si accingeva a diventare sera. Poi riprese a camminare con il coraggio che la guidava fiera e curiosa verso la sua meta.
L'essere andata da sola la metteva a disagio, ma detestava essere scavata più a fondo nella personalità o subirsi delle interruzioni durante la contemplazione dei giocatori in campo.
Era una ragazza alla quale non piaceva raccontarsi.
Odiava in maniera categorica il dover esibire a voce esplicita le sue esperienze, preferenze e passioni intime.
Per lei equivaleva a un'arma che consegnavi di tua spontanea volontà a chiunque per permettergli di ferire o tormentare occasionalmente la tua persona. E lei non condivideva un comportamento così imprudentemente estroverso. Non l'avrebbe mai condiviso neanche se fosse stato usato per perseguire un legittimo fine o ambizione.
Saeko, era arrivata e metà strada e già da li riusciva a cogliere lo stridio delle scarpe sul pavimento, gli echi dei rimbalzi delle palle da basket e la moltitudine di voci che si incitavano a vicenda a mostrare la stoffa di cui erano fatti.
Avvicinandosi, notò le porte parzialmente affollate. Ovviamente, non si stava certo svolgendo una partita ufficiale.
C'erano solo dei patiti del basket e delle donzelle arrapate a livelli eccessivi. E una testa blu cobalto che si agitava come una pazza.
Saeko, si portò una mano alla faccia avvilita.
Ovviamente non aveva contato il fatto che anche Nami potesse essere li.
Lei era come il prezzemolo: sempre in mezzo a una qualunque folla che seguisse qualcuno di enormemente stimato o chiacchierato.
Se non ricordava male, comunque, stava “frequentando” un patito del basket e si incontravano li prima di tornare a casa insieme. Nami a quanto aveva capito non comprendeva il linguaggio del basket, né se n'era mai interessata.
Anche se - Saeko ne era sicura - lo faceva sopratutto per poter sbavare e ricoprire di complimenti poco casti quei manzi tutti d'un pezzo. Per citare le sue precise parole.
«Oh, Saeko sei venuta anche tu?» chiese questa correndogli incontro con una vocalità stridente.
«Io lo sentivo che in fondo a quella facciata impassibile e annoiata che mostri, si nascondeva tra le altre cose, un grande cuore arancione fatto a strisce nere» Saeko rimase a guardarla per un secondo perplessa.
Se fosse stata un manga gli sarebbe sbucato in capo alla testa un punto di domanda gigante e lampeggiante.
«Si, già» disse secca per dare ad intendere che si fosse trovata li per un puro incidente di corridoio.
«Si, si. Va bene. Guarda. Guarda. Abbiamo appena preso delle nuove matricole» fece l'altra trascinandola per la spalla direttamente in prima fila. Saeko, seguì l'indice di Nami. Quello che mise a fuoco fu un moretto tutto pepe che indossava una fascia viola sulla fronte e teneva i lunghi capelli legati in una coda.
«Andiamo. Andiamo. Non sono affatto stanco. Potrei continuare per tutta la notte» urlò a gran voce questo.
A guardarlo attentamente si capiva quanto si pavoneggiasse tramite i sorrisi sfrontati di pura sfida che mandava ai compagni.
Adesso ad esempio chiedeva il possesso di palla al suo compagno di squadra con un movimento ripetitivo della mano.
L'azione che venne a seguire fu una delle più straordinarie. Saeko, rimase a guardare la scena completamente rapita.
Il compagno gli passò la palla e venutone in possesso scartò due marcatori avversari per poi lanciarsi sul canestro ed esibirsi in un perfetto reverse dunk a una mano sola.
Il boato di esulti – pochi, ma energici – che si diffuse un minuto dopo esplose per ogni angolo della palestra come se ci fossero degli altoparlanti installati al suo interno.
«Quella è sicuramente la matricola più emergente di tutti» dicevano i ragazzi appostati alla loro sinistra.
In effetti il talento ce l'aveva da vendere e se questa era la passi serrata e dura degli allenamenti dell'intero anno, allora quella matricola avrebbe fatto dei notevoli miglioramenti prima della sua fine.
Saeko notò che la palestra fosse adeguamente pulita e super accessoriata. Poco distante da lei si trovavano della panche dove sedevano il coach e gli atleti che prendevano una succinta pausa, ai lati e al centro, il campo pullulava di palle e giocatori extra attivi, in fondo a sinistra invece c’era un’entrata che portava all’equipaggiamento di basket. Era un ambiente di normale vita sportiva dove i suoi atleti gettavano sudore oltre l’estremo per potersi accaparrare la coppa dei campioni.
«Vai così ragazzi. Siete grandi!»
«Sei il numero uno Maki!»
«Saremo dei campioni indiscussi anche quest'anno» incitarono degli altri. Ci era appena stata una veloce azione di Jin che aveva messo a segno uno dei suoi famosi e impeccabili canestri da tre punti e parte delle ragazze miagolava il suo nome come delle gatte in calore.
«Mamma mia che manzi» si infervorò Nami al fianco di Saeko. La povera Saeko sospirò cercando di ignorarla quanto gli fosse possibile.
«Kiyota. Jin. Siete dei fighi. Forza capitano. Sei un grande» gli urlo incontenibile questa. Saeko si nascose il viso dietro la mano e prese le adeguate distanze da lei per non essere inclusa nella sua follia ormonale e delirante.
Kyota in ogni caso, voltatosi verso il grido compiacente che la gentil donzella gli aveva indirizzato - appunto perché peccava appena di egocentrismo -  rispose con un sorriso da idiota spiaccicato in faccia e una mano sporta in segno di vittoria.
Nami a sua volta reagì a quel gesto con un urlo se possibile maggiormente potente di quello di uno strumento musicale a fiato.
Saeko finse di non conoscerla e riprese a sorvegliare lo svolgimento della mini – partita – allenamento con occhi vispi.
Spostandoli da una parte a un'altra cercò come una matta chi aveva il possesso di palla corrente, ma proprio in quel frangente di secondo la figura si materializzò davanti alla sua prospettiva in una lesta e clamorosa azione.
Il tempo le sembrò improvvisamente infinito in quegli incancellabili secondi. Perché fu li che Saeko sentì spaccarsi il cuore per tre volte consecutive.

Un lieve crack lo percepì quando la siluette intenta in un contropiede all'avversario, si mosse come una scheggia. In uno stile pulito, irreversibile e con un'inesorabilità tale che lo portò a trionfare in un spettacolare e incomparabile canestro.

Un altro crack, stavolta fortemente aguzzo, quando finiti gli allenamenti si poggiò scompostamente sulla testa un'asciugamano che rese così visibile l'esclusiva parte sinistra del volto.
I particolari del suo viso e i tratti della sua muscolatura esplosero nella mente di Saeko come l'urlo eccitato e selvaggio di una tribuna dopo uno Slam Dunk all'ultimo secondo di partita.
In un nano istante aveva immagazzinato ogni suo minuscolo dettaglio: qualche centimetro meno alto dei suoi compagni di squadra, aveva una corporatura imponente e marcata nei muscolosi asciutti . La pelle avidamente baciata dal sole.
I Capelli erano castani con acconciatura corta, ben tenuta e con dei ciuffi che gli ricadevano accattivanti sulla fronte.
Gli occhi - malgrado Saeko ne vedesse uno - di una sfumatura ardesia e trascinante, resi mirabilmente belli dal neo collocato all'estremità di quello sinistro.

E un altro ancora, un altro crack, quello decisivo, avvenne quando cementata sull'uscio di quella palestra capii che ogni regola emanata dal suo cuore fosse stata compiutamente sovvertita.
Perché in quel giorno di inizio Aprile comprese che sarebbe stato lui, l'ineguagliabile Shinichi Maki, lui, il capitano del Kainan, che avrebbe guardato con i soli occhi dell'amore.


NOTE AUTRICE: ciaooo a tutti. E si, se vedete che la mia storia è nuovamente cominciata dal primo capitolo è perché per sorte (non di EFP, ma mia) mi è toccato farlo. Mi dispiace per tutte le persone che mi avevano aggiunta alle preferite, seguite e ricordate, per quelle che mi leggevano silenziosamente e chi recensiva.
Quindi spero che chi mi seguiva, mi ritrovi.
Ma okay, non è un dramma no? Devo solo ricaricarla. Però l'introduzione - spiegazione la meritate comunque di nuovo. 
Allora io di FF non volevo più scriverne, ma poi ho rivisto Slam Dunk è mi si è accesa la lampadina. 
Quindi niente...dato che amo la maggior parte dei protagonisti e in particolar modo la squadra del Kainan e poiché questa è stata molto trascurata, la FF sarà ambientata più che altro nei loro personaggi - liceo. 
La FF si svolge nello stesso momento del manga/anime, infatti potrete rivivere molte sue scene dal punto di vista della protagonista. Volevo intrecciare la sua vita con loro e renderla parte integrante con la storia e cioè quello che si fa nelle FF. 
E niente, spero che chi l'ha letta abbia piacere a rileggerla e chi non l'ha fatto ne sia conquistato. 
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Se cliccate qui Saeko-Nami  potrete vedere le due protagoniste introdotte nella FF e niente...buona pasquetta e lettura a tutti. 

   
 
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