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Autore: Evil_eyes    01/05/2020    1 recensioni
Come dice il titolo non sapevo davvero come chiamarla, una raccolta di angst che aggiornerò ogni volta che avrò l'ispirazione, quindi non sperateci troppo che io riappaia dopo pochi giorni :)
Enjoy.
Capitolo due su richiesta aggiornato! Se volete che un vostro prompt venga messo all'interno della raccolta, scrivete una recensione dove suggerite l'idea e date un giudizio alla storia appena scritta!
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Jack Kline, Sam Winchester
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Pure Angst
Chapter Two
-Team Free Will 2.0 angst-

Puoi fare che il Team Free Will 2.0 va in vacanza?
Magari a natale quando è tutto congelato?
Sarebbe davvero carino vederli tutti sulla neve e come al solito qualcuno si mette nei guai!
Per: Magneta.65

“Credete che sia una buona idea essere qui? Adesso?” Sam cercò di non cadere sulla lastra di ghiaccio sotto ai suoi piedi. Quando Jack aveva scoperto che c’era un lago ghiacciato a pochi kilometri dalla loro baita, Dean propose di farci un giro visto che né Cas né Jack avevano mai pattinato sul ghiaccio.
“Avanti Sam dobbiamo farlo per il ragazzo! Guarda quanto è felice!” Dean indicò Jack che pattinava a stento.
Rimasero per qualche ora, Sam e Dean erano tornati sulla riva con i rispettivi libri e birre, mentre Jack e Cas giravano felici, e un pochino più agili, sul ghiaccio, rigandolo.
“Dovremmo chiamarli, qui fa buio presto e dobbiamo anche preparare la cena se non vogliamo che tu e Jack moriate di fame.” Sam si alzò dalla panchina e mise via il libro. Dean annuì e buttò la bottiglia vuota nel cestino, prima di sentire una crepa.
Alzarono lo sguardo e trovarono i due angeli fermi immobili sul ghiaccio spaccato attorno a loro.
“Dean?” Il sussurro di Jack viaggiò per tutta la distanza e arrivò dritto al cacciatore. “Va bene, fermi dove siete!” Sam fece un passo sul ghiaccio ma il suo peso creò altre piccole crepe che andarono a congiungersi a quelle più grandi a pochi metri da loro.
“Dobbiamo pensare a qualcosa o cadranno entrambi!” Sam si girò verso suo fratello, che si stava frugando tra le tasche.
“Okay in macchina devo avere una corda, possiamo usarla per tirarli via da lì.” Prese le chiavi e corse verso la macchina.
“Cas... ho paura...” Jack strinse le mani dell’angelo accanto a lui. Castiel non era al centro della crepa come lo era Jack e quando faceva un passo per avvicinarsi, il ghiaccio piangeva ancora di più, creando più crepe.
“Lo so Jack, ma Dean è andato a prendere una corda e ci sposterà da qui, andrà tutto bene...” L’angelo mantenne un contato visivo con il Nephilim impedendogli di guardare in basso e vedere come la ragnatela di spaccature si espandeva sotto ai suoi pattini.
Il rumore di uno spacco profondo fece raggelare loro il sangue. Le lacrime riempirono gli occhi del biondo e singhiozzò.
“Cas...” Pianse quando un’altra crepa riecheggiò nel silenzio della radura.
“DEAN!” Sam vide suo fratello arrivare, presero la corda e la lanciarono ai due in mezzo al lago.
“Hai visto? Tutto a posto, ora andremo via di qui.” Sorrise il moro legando la corda alla vita sottile del ragazzo. Jack aprì la bocca per rispondere quando il ghiaccio sotto di lui si spaccò, facendolo cadere nell’acqua ghiacciata.
“JACK!”
-Supernatural-
Jack non riusciva a respirare; l’acqua gli riempì i polmoni velocemente, gelida. Come se le sue preghiere fossero state appena esaudite un paio di braccia lo tirarono fuori, toccò l’aria con il visoe ricadde giù con il doppio del peso.
Sentì gridare sopra di lui, le braccia ancora strette attorno alla sua vita si allentarono e si sentì cadere.
No. Non potevano abbandonarmi così!
Lo shock scomparve come era arrivato, dal nulla. Sì dimenò, cercò di risalire, ma il suo stesso peso lo trascinava giù, non poteva arrivare alla luce. Allungò un braccio, gli occhi spalancati che bruciavano per il freddo, il corpo che cercava di lottare ma le forze erano troppo poche, era troppo lento.
Scivolò nell’incoscienza, ma non prima di sentire altre braccia tirarlo su, e non lasciarlo più andare.

-Supernatural-

Castiel si tuffò pochi secondi dopo il ragazzo, l’intento di prenderlo divenne più forte quando l’acqua gli ustionò la pelle, lo spronò ad andare più velocemente, il corpo del Nephilim che affondava senza resistenza, gli fece fermare il cuore.
Allungò la mano, sfiorò la manica del ragazzo, e quando lo prese, le braccia divennero in un secondo molli e lasciò la presa. L’aria fredda lo colpì come un pugno nello stomaco.
“Castiel!” Dean si inginocchiò affianco a lui, le mani che volevano sulla forma tremante dell’angelo. “Dobbiamo... Dobbiamo tornare a prenderlo...” la voce di Castiel si incrinò, le lacrime cadevano bollenti sulle guance congelate, stava per rituffarsi quando il corpo di Jack riapparve in superficie, rimanendoci qualche secondo per poi ripiombare giù.
“Jack!” L’angelo si sporse in avanti, ma Sam fu più veloce e strinse le braccia attorno alla vita del Nephilim, tirandolo su.
“Andiamo!” Dean sollevò l’amico tremante e tutti e tre si spostarono dal ghiaccio sottile, cadendo in ginocchio sulla neve fredda, giusto in tempo per vedere la lastra spaccarsi e cadere in acqua.
“Jack?” Sam aveva appoggiato il ragazzo a terra, la schiena contro la neve, tutto bagnato come un pulcino.
“Ragazzino?” Dean si avvicinò in ginocchio e con mano tremante toccò il collo gelido del biondo.
Jack non aveva emesso un suono. Il suo viso era estremamente pallido, un piccolo squarcio sulla tempia destra faceva colare il sangue rosso sul viso e le sue labbra avevano già assunto un colore blu, freddo, morto.
Dean avvicinò la mano e prese gentilmente la guancia del ragazzino, “no no no Jack!” Sam prese il polso del Nephilim e rimase fermo in mobile.
Alzò lo sguardo.
“Non c’è polso.” Sam mise le mani sul petto del ragazzo e cominciò la RCP, premendo sul petto immobile del ragazzo e forzando l’aria nei suoi polmoni. Andò avanti per quattro minuti, abbassando lo sguardo sul volto privo di emozioni di Jack e quasi soffocò un singhiozzo.
Per favore... non può andarsene così...
All’improvviso il corpo di Jack tremò, rabbrividì e cominciò a vomitare l’acqua del lago. Emisero un sospiro di sollievo e Castiel lo fece rotolare su un fianco, accarezzando leggermente la schiena tesa mentre Dean gli prese il collo e lo accarezzò con il pollice. Rabbrividiva violentemente e i tre si guardavano negli occhi, sapevano che dovevano portarlo in ospedale o almeno al caldo.

“Jack? Hey, mi senti?” E mentre pensavano che il ragazzino stesse riprendendo coscienza, all’improvviso si afflosciò tra le braccia dell’angelo, che lo sostenne guardandoli con preoccupazione, ma i brividi non cessarono.
“Dobbiamo portarlo via da qui.” Sam prese il ragazzino leggero tra le sue braccia, la testa che appoggiava sulla spalla destra e le gambe che penzolavano.
Dean tirò fuori il telefono, cercando di chiamare l’ospedale per avvisarli del loro arrivo.
“Maledizione!” Lanciò il telefono contro un albero, rompendolo.
“Dean?” Castiel si avvicinò tremando, il suo corpo umano aveva bisogno di calore e di riposo.
“Non c’è ricezione.” Dean allungo un braccio e lo appoggiò sulle spalle del moro, sostenendolo verso la macchina.
“Aspetta Cas...” fermandosi di colpo si scrollò le spalle e uscì dal suo giubbotto invernale, posandolo delicatamente sulla forma piccola e tremante tra le braccia del fratello.
“Andrà tutto bene, Jack. Presto starai bene.” Non aspettandosi alcuna risposta, Dean riprese a camminare accanto all’angelo, che lo guardò con un lieve sorriso.
“Cosa?” Castiel diniegò.
“Nulla.” Prese la mano del cacciatore e la strinse. “Starà bene Dean, è un Winchester e il ghiaccio non può fermare un Winchester.”
Dean ricambiò la stretta e non lo guardò negli occhi. Rimasero in silenzio e si diressero verso Baby.

“Siamo quasi attivati, Jack, quasi lì.” Sam mise apposto la presa sul corpo del ragazzino e avvicinò la testa al petto. Quando finalmente raggiunsero la macchina Sam era scoppiato in un sudore freddo, ed era sfinito. Per fortuna Dean aprì la porta posteriore e fece entrare sia il fratello che il ragazzo. Castiel entrò davanti e Dean al volante infilò la chiave nel quadro di accensione, accedendo prima di tutto il riscaldamento, e vedendo nello specchietto retrovisore il viso del ragazzo cominciar ad assumere una nota rossa, quasi malata. Sam strinse la sua giacca, e quella di Dean, attorno al ragazzo e facendogli scivolare la mano tra i capelli fradici, prima di prendere in mano il viso del ragazzo e premere un fazzoletto sulla fronte piena di sangue.
Era freddo... freddo come un cadavere, ma il colore era più da vivo che da morto.
“Dean, metti un moto.” Sam si mise il corpo in grembo e lo strinse a sé, mentre Castiel guardava la scena avvolto in una coperta di fortuna. Si asciugò le lacrime che colarono dai suoi occhi e sentì la stretta di Dean sulla sua mano aggrappata alla coperta.
“Starà bene, me lo hai detto tu...” Castiel sorrise e si levò il piumino leggero, porgendolo al cacciatore.
“Ha bisogno di calore, la mia grazia mi ha già riscaldato.” Sam la prese dalle sue mani e la avvolse attorno al corpo di Jack, che cominciò a mormorare freneticamente. Il cacciatore abbassò lo sguardo e vide il volto del ragazzo pizzicato dal dolore e dalla paura.
“Jack? Jack, va tutto bene, stai bene.” Gli occhi del Nephilim si spalancarono inaspettatamente e il suo respiro si intensificò. Le sue braccia lottarono contro il bozzolo di coperte e giacche, l’ansia che sbocciava nel suo sguardo divenne più intensa, le mani afferrarono la cosa più vicina che ci fosse. Sam.
“Fammi uscire, per favore, fammi uscire! Sto annegando!” Pianse stringendo la flanella con le mani tremanti.
“Jack! Jack calmati! Sei fuori, ti abbiamo tirato fuori!”
“No... ho troppo freddo... devo... devo uscire...” Ansimò, la cornice tremante, la fronte sudata. “Per favore sarò bravo...”
“Jack!” Sam prese il volto del ragazzo e la sua voce calma fece fermare il Nephilim, facendo incontrare lo sguardo dei loro occhi.
“Sei fuori dall’acqua, lontano dal lago, sei qui, con noi” Sam strinse il viso.
“Dean? Cas?” E in un attimo le voci dei due uomini davanti attirarono l’attenzione del biondo, che li guardò con occhi spalancati. Jack continuò a tenere il tessuto stretto nella sua presa mortale, ma il suo respiro si calmò quando sentì le voci dei suoi tre padri e lo sguardo vetroso nei suoi occhi sembrò scomparire.
“S-Sam?”
“Ciao Jack” sorrise, “ho capito, siamo tutti qui.”
Jack tossì violentemente, la sua presa tremò prima di espirare dolcente, gli occhi che ruotavano verso la parte posteriore della sua testa e cadendo di nuove inerte. Sam si accigliò mentre controllava freneticamente il polso di Jack, trovandolo troppo veloce per i suoi gusti. Appoggiò una mano sulla fronte del ragazzo e la sentì rovente di febbre. Scosse delicatamente le spalle di Jack nella speranza di svegliarlo, ma invano, il ragazzo rimase immobile.
Alzò lo sguardo verso Dean, che lo guardò dallo specchietto retrovisore.
“Guida più veloce.”
-Supernatural-

Sam e Castiel erano pazientemente seduti sulle sedie della sala d’aspetto ospedaliera mentre Dean solcava l’intera stanza. Lanciò un occhiata all’orologio appeso sulla parete bianca prima di guardare le doppie porte della terapia intensiva.
“Dean, perché non ti siedi?” La voce di Sam gli sembrò più stanca del solito e quando lo vide, il cuore gli saltò il gola. Dopotutto, il ragazzo era morto tra le sue braccia, a pochi passi dalle porte del pronto soccorso. Castiel si alzò e si avvicinò all’amico, “vieni qui” prese una braccio e lo trascinò su una delle sedie, facendolo sedere tra loro.
“È forte... può farcela” sorrise e strinse il braccio del cacciatore, che lo guardò negli occhi blu e si sentì un pochino meglio.
“Hai ragione, è solo che se non lo avessi portato a quel lago, ora non saremmo qui...” spostò lo sguardo verso Sam “mi dispiace, avrei dovuto darti retta invece di fare il bambino con lui” sospiro, “è solo che era così eccitato, per la prima volta dopo Chuck era felice...”
Sentì le lacrime raggrupparsi nei suoi occhi ma non le lasciò scendere, non poteva ora.

Aspettarono per altre due ore quando un dottore con una cartellina in mano uscì dalle doppie porte.
“Famiglia per Jack Kline?” Dean scattò in piedi e si schiantò contro il medico; “Siamo noi, come sta? Perché ci avete messo così tanto?” Il medico lo guardò per qualche secondo per poi spostare lo sguardo sugli altri due.
“Jack aveva una grave ipotermia, la febbre è di 104°F ma stiamo cercando di abbassarla, il brusco cambiamento di temperatura ha messo in grave shock il suo corpo, che ha reagito di conseguenza.” Uscì dalla stanza d’aspetto e si diresse verso una camera privata con la porta chiusa. “Dovremmo aspettare che la temperatura scendi per fare altri esami, ma sta andando bene.” Sorrise aprendo la porta.
“Se c’è qualcosa che non va spingete il pulsante accanto al letto e un infermiera arriverà il prima possibile.” Strinse la spalla di Castiel e diede un sorriso caloroso ai due cacciatori, “è giovane e in salute, fidatevi, sarà in piedi entro la fine della settimana.” Li lasciò prima che entrassero nella stanza.
I tre fecero qualche passo avanti e il calore li investì, le luci erano spente e le luci della città illuminavano fiaccamente il locale e il cardiofrequenzimetro strillava ogni volta che il cuore del ragazzo batteva eia suono cominciò a calmare i nervi dei tre uomini.
Non volevano mai più sentire le parole delle infermiere quando entrano all’interno dell’ospedale, con il copro privo di vita del ragazzo tra le braccia di Sam e la paura dipinta sui loro volti; “non respira, chiamate il dottore!”
Dean prese una delle cinque sedie della stanza, trascinandola affianco del letto pieno di coperte.
“Hey ragazzino” Sussurrò sedendosi affianco del letto e stringendo delicatamente la mano bollente di Jack.
“Sai che Sam non ti lascerà più uscire dal bunker dopo questa bravata?” Sentì suo fratello sbuffare dietro di lui e un sorriso gli adornò le labbra ma svanì quando vide il viso rosso di febbre e sentì il respiro affaticato che inumidiva la maschera d’ossigeno che copriva metà viso.
“Jack, se riesci a sentirmi, devi stare tranquillo, prenditi tutto il tempo che vuoi...” Spostò lo sguardo verso Castiel, che si era seduto accanto a lui su un altra sedia, e aveva posato la mano sulla gamba del cacciatore.
“Saremo qui quando ti sveglierai e dobbiamo sapere se stai bene.” Rimasero svegli per la maggior parte della notte, sperando che gli occhi del Nephilim si aprissero, ma non accade nulla.

Sam guardò l’orologio, le 4.38 e sorrise quando vide suo fratello e Castiel sdraiati sul divano, con una coperta che li copriva fino alla vita, addormentati.
“Dean e Cas erano stanno dormendo a cucchiaio con Cas tra le braccia di Dean” prese il portafoglio dalla tasca posteriore dei jeans e lo aprì, sfilando dieci dollari e appoggiandoli sul maglione colorato del ragazzino, sopra al comodino.
“Mi renderai povero così” Sorrise e richiuse gli occhi, dando prima la buona notte al ragazzo nel letto.

-Supernatural-

Era tutto confuso e si sentiva come se fosse seduto in una sauna.
Perché faceva così caldo nel bunker?
E cos’era quel bip?
Dean aveva di nuovo dimenticato il microonde acceso?
Sperava solo che Sam potesse spegnerlo perché il suo corpo era così pesante e non poteva muovere nemmeno un muscolo, si sentiva così stanco.
Si spostò un po’ sul suo letto e il dolore esplose in ogni fibra del suo corpo. Che diavolo?
“Jack?”

Quello era... Castiel? Okay, c’era sicuramente qualcosa che non andava. Perché Castiel doveva essere dentro alla sua stanza mentre stava riposando? O si era addormentato sul divano? Dio era così confuso e stanco e accaldato... Perché il suo cervello strano da Nephilim non si ricordava nulla?
Gemette mentre un brivido gli attraversò la schiena, facendolo aprire gli occhi così pesanti, e quando lo fece, tutto era così sfocato e le luci erano troppo brillanti che gli facevano male alla testa.
Richiuse gli occhi e cercò di portarsi la mano sul viso quando sentì il braccio pizzicare. Riaprì gli occhi e vide una forma sfocata proprio seduta accanto a lui, molto simile all’angelo.
“C-Castiel?” Wow da quanto non parlava?
“Jack!” Un’altra voce gli fece girare lentamente la testa verso la porta. Dean.
“Cosa...” Provò ad alzarsi ma un paio di mani gentili lo tennero sdraiato. Sam.
“Hey, sei con noi ragazzino?”
“Cosa sta succedendo?” Jack strizzò gli occhi per cercare di concentrarsi meglio e alla fine notò dov’era. Una stanza d’ospedale. Fantastico. “Come sono arrivato qui?”
“Non ricordi?” Chiese Castiel, le mani appoggiate al letto. Jack chiuse gli occhi e provò a pensare, ma c’era il buio più totale.
“No... tutto quello che ricordo è che siamo arrivati in una baita... volevamo passare il fine settimana lì per poi tornare a casa...” Guardò Sam “abbiamo fatto un incidente? Voi state bene?”
Il suo cuore cominciò a battere più forte, il respiro cominciò ad essere più veloce e la vista si stava di nuovo appannando.
Oh Dio, sto per morire...

“Non stai per morire Jack!” Dean gli prese le spalle e lo alzò a sedere, portandolo al petto e abbracciandolo. “Stai solo avendo un principio di attacco di panico, ma va bene, respira con me” Dean esagerò il suo respiro per un paio di volte, fino a quando anche il ragazzo poté fare a meno di respirare come lui.
“Meglio?” Dean accarezzò la testa del biondo che annuì stancamente, chiuse gli occhi.
“Stavamo facendo un’uscita al lago ghiacciato quando il ghiaccio si è rotto e sei finito dentro all’acqua ghiacciata.” Sam si sedette sul letto accompagnato da Castiel che si sedette dall’altra parte, posando una mano sulla gamba del ragazzo.
“Ti abbiamo tirato fuori e siamo venuti subito qui ma a pochi passi dalla porta sei...” Il Winchester non riuscì a dirlo, non mentre suo figlio lo guardava con quello sguardo dispiaciuto per una cosa che non ha fatto volontariamente. Rimasero in silenzio per qualche minuto, ascoltando il rumore della macchina e il mormorio della vita al di fuori di quella stanza.
“Quando usciamo posso avere un hamburger? Ho fame.”
I tre si guardarono scoccati prima di cominciar a ridere seguiti poco dopo da un confuso Jack.
“Certo, avrai tutto gli hamburger che vuoi.” Castiel gli scompigliò i capelli e lo portò via dalle braccia di Dean quando vide che il ragazzo cercava in tutti i modi di non addormentarsi. Lo sdraiò gentilmente e gli rimboccò le coperte.
“Usciremo di qui questa pomeriggio, ma adesso riposati, ne hai bisogno” strinse la mano e si sedette accanto a Dean sulla sedia, cominciando a parlare, mentre Sam si siede sul divanetto con il suo laptop in mano in cerca del posto più vicino con i migliori hamburger. Jack li guarda tutti e tre per qualche secondo prima che i suoi occhi si facciano più pesanti e sprofondi in un sonno caldo, confortevole, e sicuro di essere amato al suo risveglio.
-Fine-

Vorrei ringraziare Magneta.65 per il prompt e vorrei invitarvi a lasciare una recensione per farmi sapere come vi è sembrato o se volete che una vostra idea venga messa all’interno della raccolta. Vorrei ringraziare anche Clara, la mia beta, per supportami e sopportarmi, in tutti i miei scleri.
A presto! 
Evil_eyes
   
 
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