“Ebbene maestro?
Cos’ha intenzione di fare?” esclamò Naruto guardando il jonin dritto negli
occhi “Adesso che le ho raccontato tutta
la verità, riesce finalmente a comprendere cosa sto provando? Tutto quello che ho fatto, il piano che ho
realizzato… ho creato tutto per quest’unico scopo. Mi aiuterà, oppure, è
intenzionato a contrastarmi?”
Kakashi riversò il suo sguardo sul suo allievo. Noto come i
suoi occhi fossero divenuti freddi come il ghiaccio, quasi privi di ogni
emozione. Tuttavia, brillavano di una violenta determinazione nel voler andare
fino in fondo a tutto questo. Dopo qualche secondo, il jonin abbassò lo sguardo
e con voce grave replicò:
“Io… io non lo so. Non
so cosa sia giusta fare.” replicò Kakashi in piena coscienza “Nonostante io abbia compreso le tue
ragioni, continuo a pensare che ci sia qualcosa di tremendamente sbagliato in
tutto questo. Mi chiedo se… Davvero non c’è altro modo?”
Un sorriso amaro si formò sul volto dell’Uzumaki “Mi creda, maestro Kakashi, se ci fosse
stato un altro modo non mi sarei mai spinto fino a questo punto. Mai!” Con
un gesto quasi inconsapevole, Naruto portò una mano all’altezza del cuore e
iniziò a stringerlo con forza, quasi a voler sopprimere il dolore lancinante
che giaceva in profondità dentro di sé.
“Non ho altra scelta”
*
* *
“Naruto non farà più parte del Team 7”
“No!” sussurrò Sakura fra sé e sé, nel mentre le parole del
suo maestro risuonavano nella sua mente con sempre maggior vigore.
“La mia decisione è definitiva”
“No! No! No!” esclamo
con più forza la kunoichi, scuotendo la testa nel vano tentativo di dimenticare
ciò che aveva appena sentito.
“Ascolta Sakura…” Il
jonin non fece in tempo a parlare che la kunoichi gli si scaglio addosso,
tempestandolo di pugni sul torace.
“Perché, maestro,
perché?” le urlò la ragazza in un fiume di lacrime “Perché l’ha lasciato andare? Pensavo che lei, fra tutti, sarebbe stato
capace di fermarlo. Di farlo tornare in sé. Invece… perché? Anche lei è come
Naruto e Sasuke. Non gliene importa niente del Team 7, non è vero? Perché siete
tutti cosi egoisti? Perché? Perché?”
Kakashi non proferì parola. Né tantomeno si oppose ai
continui attacchi della sua allieva. La sofferenza che stava provando in quel
momento era stata, in parte, generata dalla sua decisione di lasciar andare
Naruto. Era giusto che fosse lui a pagare il prezzo di quel dolore. Per cui,
lasciò sfogare la kunoichi su di sé senza opporre resistenza. Il jonin rimase
sollevato nel constatare che i pugni di Sakura mancavano della loro solita
forza. Ma anche cosi, quei pugni sembravano essere più dolorosi del normale.
Passo quasi un minuto prima che Sakura riuscisse a
riprendere il controllo di sé. La giovane ninja arretrò di qualche passo dal
suo maestro, cercando con tutte le sue forze di ricomporsi. Non doveva certo
avere un bell’aspetto dopo quello sfogo.
“Va meglio adesso?” domandò
Kakashi sorridendo in maniera impercettibile sotto la sua solita maschera.
Sakura non rispose, ancora troppo presa ad asciugarsi le
lacrime. Si sentì una stupida per quello che aveva fatto. Aveva promesso a sé
stessa di rimanere forte, di non crollare nuovamente come era già successo in
passato. Eppure, aveva fallito e aveva mostrato nuovamente quanto facilmente le
proprie debolezze riuscissero a prendere il sopravvento su di lei. Un ninja dovrebbe essere in grado di
controllare le proprie emozioni, ma in quel caso le risultava essere un’impresa
titanica. Niente di tutto quello che stava accadendo era sotto il suo
controllo. Era in balia degli eventi e dei propri sentimenti. In questo momento
si sentiva “tradita”, un sentimento a lei fin troppo noto.
“Sakura?!” la
chiamo il jonin, visibilmente preoccupato.
“S-Sto bene!” replicò
la kunoichi finendo di ricomporsi. “Mi
dica perché, maestro? Perché ha permesso a Naruto di lasciare il Team 7?”
La voce di Sakura risuonò calma e risoluta, nel mentre i
suoi occhi smeraldini tradivano ansia e inquietudine. Kakashi le rivolse uno
sguardo serio e ricolmo di tristezza.
“Naruto mi ha
raccontato tutto. Ogni cosa. Ho compreso le ragioni che l’hanno spinto ad agire
in questo modo e… non ho avuto la forza di oppormi. Non ho potuto fare niente
per convincerlo.”
Sakura abbassò lentamente lo sguardo. Il suo viso era
coperto dai suoi capelli rosei e nessuna emozione traspariva dal suo volto. “Quali ragioni?” domandò pacata la
kunoichi, stringendo i pugni.
Nessuna risposta arrivò. Il jonin si limitava a guardare la
sua allieva dall’alto in basso con uno sguardo indecifrabile.
“Quali ragioni,
maestro Kakashi?” insistette Sakura, aumentando notevolmente il tono di
voce.
Kakashi sospirò sonoramente e disse: “Non voglio mentirti, Sakura. Naruto… lui non vuole che io ti riveli
nulla. È stato abbastanza categorico su questo e io rispetterò la sua volontà.”
“Quindi è così che
stanno le cose?” replicò la rosa con un sorriso di scherno sul volto “Anche lei, come Sai, è passato dalla parte di
Naruto? Ha deciso di aiutare lui e non me?”
“Non è cosi, Sakura!” si
affrettò a rispondere il jonin, in evidente difficoltà “Credi davvero che io volessi lasciar andare via Naruto dopo tutto
quello che abbiamo passato insieme? Pensi davvero che non abbia nemmeno tentato
di dissuaderlo? Io… Vorrei davvero aiutarti Sakura, dico davvero. Però…”
“Se ci fosse stato un altro
modo…”
“…non mi sarei mai spinto fino a
questo punto. Mai!”
“Non ho avuto altra scelta”
“Io… non posso, Sakura.
Non posso.” Le parole del jonin si facevano sempre più pesanti man mano che
proseguiva il discorso. Desiderava ardentemente aiutare i suoi due amati
allievi a riconciliarsi. Ma le parole pronunciate da Naruto pesavano sul suo
giudizio al punto da non sapere più distinguere ci fosse giusto o sbagliato
fare.
“Capisco” esclamò
atona la kunoichi, indietreggiando ancora di qualche passo “Sono stata una sciocca a sperare che lei avrebbe fatto qualcosa per
aiutarmi. Non avrei nemmeno chiedere le ragioni per cui Naruto ha deciso di
andarsene dal Team. È più che evidente che quella ragione sono io.”
Kakashi non replicò a quell’affermazione. Per Sakura quel
silenzio valeva più di qualsiasi assenso.
“Naruto… mi detesta.
Mi odia profondamente per ciò che gli ho fatto quel giorno. Per essermi
dichiarata a lui, tentando di riportarlo a casa. Sono stata causa di grande
sofferenza, per via di quella dannata promessa. Ecco… sono queste le ragioni
che lo hanno spinto ad andarsene, non è così maestro Kakashi?”
Il jonin sembrò essere in procinto di parlare, tuttavia non
una nota usci dalle sue labbra. Si limitò semplicemente a distogliere lo
sguardo da lei, guardando un punto imprecisato nel bosco.
Ormai spazientita dal lungo silenzio del suo maestro, Sakura
volse i tacchi dalla parte opposta. Sapeva che non avrebbe ottenuto alcuna
risposta. Indugiare ancora si sarebbe rivelata solo una perdita di tempo.
“Aspetta, Sakura!” replicò
improvvisamente il jonin, rivolgendo nuovamente il suo sguardo su di lei.
Sakura lo guardò a sua volta e, anche se il volto era coperto dalla maschera,
poteva percepire l’immenso sofferenza che stava attanagliando il suo maestro.
“È vero! Naruto ha deciso
di andarsene dal Team 7 per causa tua. Tuttavia, le reali ragioni che lo hanno spinto ad agire in questo modo non sono
quelle che credi.”
Sakura arrestò il suo cammino, guardando confusa il suo
maestro. Cosa intendeva con reali
ragioni?
“Stai commettendo un
grave errore, Sakura. Hai dato troppe cose per scontato e, senza che te ne
accorgessi, sei caduta dritta nella trappola di Naruto.”
Troppe cose per scontato? Trappola? Di che diavolo sta
parlando pensò confusa la kunoichi fra sé e sé.
“Ti sei fatta
ossessionare dalle sue parole, da ciò che è successo quel giorno e dalla vostra
promessa. Questo ti ha impedito di vedere oltre, di capire le reali intenzioni
di Naruto.”
“Cosa… cosa sta
cercando di dirmi?” domandò la rosa sempre più confusa. Le parole del suo maestro
apparivano prive di senso, eppure, qualcosa dentro di sé le suggeriva che, fra
quelle stesse parole, vi si celava la verità, la risposta a tutti i suoi
dilemmi.
“Mi dispiace, Sakura.
Più di così non posso aiutarti. Ho promesso a Naruto di non dirti nulla. Questo
è il massimo che posso fare per te.”
Sakura ripensò più volte alle parole pronunciate dal jonin.
Gli ci sarebbe voluto del tempo per interpretare la verità celata dietro il suo
messaggio. Ma il tempo era un lusso che al momento non aveva. Naruto sarebbe partito
da un momento all’altro e non poteva permettersi di aspettare oltre.
“Se non può dirmi la
verità, maestro, allora mi dica cosa dovrei fare? In che modo dovrei agire?”
Kakashi avanzò di qualche passo verso di lei, la guardo
negli occhi e con tono secco ma deciso esclamò:
“Lascialo andare”
Sakura si pietrificò di colpo. Il suo maestro aveva ripetuto
le stesse identiche parole che Hinata le aveva pronunciato la sera prima.
Entrambi la pensavano allo stesso modo e questo fece infuriare la kunoichi
ancor più di prima.
“No!” replicò di
rimando la rosa, senza pensarci due volte.
“Cerca di ragionare, Sakura.
Arrivati a questo punto, penso sia la cosa più sensata da fare. Lascia partire
Naruto in santa pace e vedrai che con il tempo le cose si sistemeranno.”
“Ah, sì? È in che modo
si sistemeranno?”
“La lontananza fra due
persone può affievolire qualunque tipo di sentimento, che si tratti di amore
oppure di odio. Vedrai che, con il tempo, la rabbia e il rancore che Naruto prova
nei tuoi confronti scompariranno. Potreste persino tornare ad essere amici come
un tempo. Ma questo potrà accadere solo se mantieni le distanze da lui.”
“Tsk! Dunque, è questo
che propone di fare?” replicò astiosa Sakura avanzando a sua volta verso il
jonin “Dovrei affidarmi semplicemente
alla speranza che un giorno Naruto possa perdonarmi per gli errori che ho
commesso. Quindi, secondo la sua logica, dovrei semplicemente starmene seduta
ad aspettare affidando il tutto al caso?”
“Hai forse un’idea migliore?
“
“Ho intenzione di
parlare con lui e, in qualche modo, riuscirò a risolvere questa situazione una
volta per tutte” esclamò Sakura decisa.
“L’ultima volta che
hai parlato con lui non è andata affatto bene e lo sai. Perché questa volta
dovrebbe essere diverso? Niente di quello che farai o dirai potrà fargli
cambiare idea su di te.”
“Si sbaglia!” esclamò
Sakura con gli occhi che emanavano scintille “Molte cose sono cambiate.” Il volto della kunoichi assunse
improvvisamente un colorito scarlatto.
“Ma lei non può
capire” replicò Sakura con voce flebile, nel mentre il suo corpo iniziava
ad avere spasmi per le lacrime che nuovamente si facevano largo sul suo volto. “Io non ho alcuna intenzione di stare ferma
a guardare mentre… mentre Naruto…”
Nel tentativo di nascondere le sue debolezze, Sakura tentò
la fuga attraverso il bosco lì vicino. Doveva a tutti i costi trovare Naruto
prima che fosse troppo tardi. Ma Kakashi glielo impedì, afferrandola
prontamente per un braccio.
“Ti prego, Sakura!
Pensa a quello che stai facendo. Non riuscirai mai a convincerlo. Rischi solo
di peggiorare le cose. Perché vuoi insistere? Perché non vuoi rispettare la sua
decisione. Perché non lasci andare?”
“Perché io lo amo” urlò
Sakura con quanto fiato aveva in corpo.
Come folgorato, Kakashi lasciò la presa sulla ragazza. Il
suo occhio sano, completamente spalancato dallo stupore, si riverso negli occhi
smeraldini e brillanti della sua giovane allieva.
“Cosa… Cosa hai
detto?” biascico il jonin ancora incredulo.
“Ho detto che… io amo
Naruto. Provo dei sentimenti per lui” esclamò timida Sakura con il volto
sfigurato dalle lacrime.
Kakashi rimase senza parola. I suoi pensieri ritornarono a
Naruto e a tutto ciò che gli aveva raccontato poco prima.
Ma allora…
Naruto si sbagliava
Forse… forse non è troppo tardi
Kakashi si avvicinò alla kunoichi, poggiando le mani sulle
sue spalle. Ancora turbato, il jonin chiese:
“Sakura! Quello che
hai appena detto… è la verità?”
“C-Certo che lo è” ammise
Sakura con imbarazzo e timidezza “Non
potrei mai mentire su una cosa del genere. Non… non di nuovo.”
“Questo… questo è…
be…inaspettato” replicò Kakashi, anch’egli un po’ in imbarazzo.
“Gia! Ammetto che è
stato inaspettato anche per me. Eppure questa è la verità.”
“Dunque è questo che
vuoi fare? Vuoi andare da Naruto e dichiararti (di nuovo)?”
Sakura semplicemente annui. “So che non è un granché come piano. Ma è tutto quello che ho. Per
questo non posso lasciarlo andare così. Non prima di aver fatto qualcosa. Non
prima di avergli rivelato i miei sentimenti.”
“Temo che sarà più
complicato di quanto pensi.”
“Perché? Teme forse
che gli mentirei di nuovo, come l’ultima volta?” replicò Sakura,
rifiutandosi di rivivere nuovamente quello che era accaduto allora sotto la
neve e il gelo.
“Quello che penso io
non ha alcuna importanza, Sakura. Quello che importa è cosa penserà Naruto
riguardo tutto questo.”
“Che vorrebbe dire?” domandò
la rosa non capendo.
“Pensi davvero che
Naruto crederà alle tue parole? Dovrebbe credere che ti sei improvvisamente
scoperta innamorata di lui soltanto adesso? Dopo che lui ti ha allontanata?”
“So che non sarà
semplice. Può darsi che Naruto non mi crederà all’inizio. Ma… questa volta le
cose andranno diversamente. Questa volta il mio sentimento è reale. Naruto lo
capirà. Lui, più di tutti, sa quando una persona mente o dice la verità. Mi
guarderà negli occhi è capirà che il mio amore per lui è…”
“Non accadrà!” replicò secco il jonin,
lasciando basita la kunoichi.
“Ascolta, Sakura! Le
cose tra te e Naruto sono cambiate drasticamente. Non è soltanto la tua
amicizia con lui ad essersi rovinata. Naruto… lui non si fida più di te. Questo
è uno dei motivi che lo ha spinto a lasciare la squadra.”
“Non… non si fida… di
me?!”
“Gia! È stato proprio
Naruto a dirmelo. Non importa quanto sia vero o intenso il tuo sentimento nei
suoi confronti. Lui continuerà a non crederti. Niente di quello che dirai
riuscirà a fargli cambiare idea.”
“N-No! Mi rifiuto di
credere a una cosa simile” replicò timorosa la kunoichi. C’era davvero la
possibilità che Naruto potesse non credere alle sue parole? Che potesse
paragonare i suoi sentimenti ad una menzogna?
“N-No! Questo… non può
essere. Naruto… lui capirà. I miei sentimenti per lui non sono solo parole e
bugie. Il Naruto che conosco io sa riconoscere la verità semplicemente guardando
negli occhi una persona.”
“Questa volta no,
Sakura. Forse non te ne sei resa conto ma… Naruto è cambiato. La guerra lo ha
cambiato. Non è più lo stesso ragazzo di un tempo. La prova evidente di questo
è stato il suo rifiuto di diventare Hokage. Il Naruto di un tempo non avrebbe
mai fatto una cosa simile. Adesso è più maturo, più razionale e meno impulsivo
nelle scelte da fare. Inoltre, qualcosa mi dice che questo suo improvviso
cambiamento è derivato anche da ciò che è successo quel giorno. La tua
dichiarazione, che lui ha riconosciuto come mera bugia, lo ha in qualche modo…
spezzato.”
“S-Spezzato?” biascicò
la kunoichi con un nodo alla gola. Con le sue azioni e le sue parole, era
davvero riuscita a spezzare Naruto fino a cambiarlo?
Kakashi annui, rimanendo in silenzio.
“C-Comunque stiano le
cose, questa volta sarà diverso” esclamò Sakura cercando di convincere sé
stessa “Mi dichiarerò ancora una volta
e…”
“… e cosa?” intervenne
Kakashi a bruciapelo, interrompendo il flusso di parole della rosa. “Pensi che, dopo che ti sarai dichiarata,
tutto si sistemerà come per magia? Pensi che Naruto dimenticherà tutto il
dolore, le bugie e ti perdonerà come se nulla fosse? Guarda Sakura che questa
non è una favola dove alla fine c’è il per sempre felici e contenti. Non è una
storia d’amore o una qualsiasi fanfiction. Questa è la realtà! È la fottuta
realtà! È nelle realtà le persone non perdonano così facilmente.”
“M-Ma…”
“Hai continuato a dire
imperterrita che vuoi dichiararti a Naruto, che il tuo sentimento è reale e che
tutto si sistemerà. Be’, io penso che stai solo illudendo te stessa. Non si
sistemerà un bel niente. Anzi, peggiorerai le cose in maniera irreversibile.”
“Io… io non mi sto
illudendo” replicò Sakura alzando il tono della voce “Come potrei peggiorare le cose più di quanto non lo siano già?”
“Tu stai puntando
tutto sui sentimenti di Naruto. Pensi che lui contraccambierà il tuo amore. Ma,
come ti ho appena detto, Naruto è cambiato. E questo significa anche che i suoi
sentimenti per te potrebbero essere cambiati. Se così fosse, quale pensi che
sarà a sua reazione davanti alla tua dichiarazione?”
“Io… io non lo so. Non
so che reazione avrà Naruto alla mia dichiarazione” rispose la kunoichi con
tutta la sincerità e la schiettezza di cui disponeva. “Non so se i suoi sentimenti per me sono cambiati. Non so se crederà
alle mie parole. Non ho la certezza che riuscirò a sistemare le cose. Non so un
bel niente” ammise Sakura mentre il suo corpo iniziava a tremare per via
dell’ansia e della frustrazione del momento.
“Io so solo che devo fare qualcosa. Voglio dichiaragli i miei
sentimenti perché… sento che è la cosa giusta da fare. Quello che è accaduto
quel giorno…”
“… lo rimpiangerò per
sempre. Se allora avessi capito i miei sentimenti, le cose sarebbero andate
diversamente. Se tutto fosse andato nel vero giusto, adesso io e Naruto saremo
felici. Insieme!”
“Ho avuto
un’occasione… e l’ho sprecata. Se adesso mi tirò indietro e non gli dichiarò i
miei sentimenti… il rimorso mi attanaglierà per tutta la vita. Capisce, maestro
Kakashi? Io…”
“Non ho altra scelta”
Le stesse parole pronunciate da Naruto poco prima adesso
fuoriuscivano dalla voce flebile e incrinata di Sakura. Kakashi non fece a meno
di pensare che c’era ancora un forte legame fra i due ragazzi. Qualcosa che
difficilmente sarebbe stato spezzato.
“Io… capisco cosa vuoi
fare, Sakura. Stai seguendo il tuo cuore in modo da non avere rimpianti in
futuro. È molto coraggioso…” esclamò Kakashi parlandole con dolcezza “… ma è anche imprudente perché… rischi di
perdere tutto.”
“P-Perdere tutto?!”
“Agire in questo modo
significa ignorare le conseguenze che deriveranno dalle tue azioni. Se
deciderai di dichiararti, rischierai di risvegliare ancor di più la rabbia di
Naruto e, se questo dovesse accadere, non avrà più alcuna possibilità di
riconciliarti con lui. Questo perché… Naruto non ti perdonerà mai. Mai! Dimmi,
è questo quello che vuoi? Sei davvero pronta a pagare le conseguenze delle tue
azioni?”
Sakura non replicò. Il suo timore peggiore era di affrontare
Naruto all’apice della sua furia. Il suo sguardo freddo e carico di rabbia le
faceva venire i brividi. Ancora adesso faticava a credere che Naruto l’avesse
guardata in quel modo. La kunoichi non sapeva se avrebbe avuto la forza di
sostenere ancora quello sguardo.
“Se decidi di
lasciarlo andare, potresti avere ancora una possibilità di riconciliarti con
lui. Per questo ti chiedo di desistere dai tuoi propositi. Tu sei molto legata
a Naruto e sono sicuro che non accetteresti di perderlo per sempre. Dunque ti
chiedo: Sei davvero disposta a correre il rischio?”
Sakura abbassò il capo. La perplessità e il dubbio erano
dipinti sul suo volto. Cosa avrebbe dovuto fare?
A ogni azione
corrisponde una reazione uguale o contraria.
Nessuna frase sarebbe stata più azzeccata di questa. La
reazione di Naruto sarebbe potuta essere uguale alla sua e, quindi, il suo
sentimento venire ricambiato. Ma se la sua reazione fosse stata contraria,
allora, avrebbe significato perdere Naruto per sempre.
“Non è sbagliato agire
secondo i propri desideri, Sakura. Ma, in questo caso, credo che dovresti
riflettere un attimo e pensare a ciò che davvero desidera Naruto. A cosa lo fa
soffrire, a cosa lo rende felice e cosa sarebbe giusto fare per lui.”
Kakashi non poté vedere il volto della sua allieva. Teneva
il viso chino coperto dai suoi capelli rosei. Poteva solo immaginare cosa
stesse pensano o provando in quel preciso momento. Il dubbio, la paura, la
sofferenza, il dolore di perdere per sempre la persona più importante della sua
vita. Il jonin ripensò a Naruto e a ciò che gli aveva chiesto di fare.
“La ringrazio del
consiglio, maestro Kakashi…” sussurrò flebile la kunoichi, quasi avesse
deciso di arrendersi.
Spero tu sia contento, Naruto
Forse sono riuscita a convincerla
Ti lascerà andare, proprio come
desideravi
“… ma…” Sakura
alzò lo sguardo sul suo maestro. Anche se i suoi occhi erano lucidi dalle
lacrime versate, essi rifulgevano di una luminosa aura di determinazione.
“… penso proprio che
correrò il rischio.”
“C-Cosa?” replicò
il jonin rimasto completamente di stucco.
“Preferisco
dichiararmi e rischiare di perderlo, piuttosto che sperare che il tempo risani
la nostra vecchia amicizia. Sopprimere i miei sentimenti… se lo facessi… vorrà
dire che in realtà io non l’ho amato. È questa è una menzogna. Significherebbe
mentire a lui e… a me stessa. No! Non lo farò mai! Non rinnegherò di nuovo i
miei sentimenti, come è successo allora. Andrò fino in fondo, costi quel che
costi e se il prezzo da pagare e perdere Naruto per sempre, allora, cosa sia.”
La prontezza di riflessi del jonin, questa volta, non fu
sufficiente ad arrestare la fuga della giovane kunoichi. Ancora basito per le
parole appena pronunciate dalla sua allieva, non poté far altro che vederla
andare via in direzione del villaggio. Kakashi non tentò nemmeno
l’inseguimento. Semplicemente la lasciò andare. Non sarebbe comunque stato in
grado di fermarla dai suoi propositi.
In un moto di rabbia, il jonin scaglio un pugno feroce
contro un’albero che era nelle vicinanze.
Maledizione, Naruto!
Stai cercando di distruggere il tuo legame con Sakura
Ma non hai pensato che lei… potesse ricambiare il tuo sentimento
Forse ho commesso un errore
Avrei fatto meglio ad aiutarla invece di…
Con il sangue che gli colava dalle nocche, Kakashi osservò
nuovamente il punto in cui Sakura era sparita.
“Mi dispiace tanto,
Sakura. Non credevo che il tuo sentimento per Naruto fosse così forte. Avrei
dovuto dirti la verità e porre fine a questa faccenda, invece di agire nel modo
che mi aveva indicato Naruto. Pensavo di fare il bene di entrambi, invece…
Adesso tu lo cercherai ovunque per il villaggio. Ma sarà tutto inutile. Non riuscirai
a trovarlo.”
*
* *
“Che hai intenzione di
fare con Sakura?”
“Uh? Che vorrebbe
dire?” domandò NAruto rivolgendo la parola al suo maestro.
“Sakura verrà a
cercarti, lo sai bene. Vorrà parlare con te e chiarire questa storia.”
“Tsk! Dubito che
accadrà” replicò Naruto scrollando le spalle “Gli ho detto così tante cose orribili ieri sera che dubito vorrà avere
ancora a che fare con me. Chiunque altro al suo posto non mi rivolgerebbe
nemmeno la parola. Dunque, perché preoccuparsi?”
“Pensi davvero di
contare così poco per lei?” lo incalzò il jonin, parandosi davanti al lui “La patetica scenata che hai fatto ieri sera
avrebbe potuto funzionare con chiunque, tranne che con Sakura. Lei tiene
moltissimo a te, più di quanto pensi. Sono più che sicuro che lei verrà
cercarti, che tu lo voglia o no.”
Naruto guardò di sottecchi il jonin, che a sua volta non
distoglieva lo sguardo da lui. Sospirò profondamente, quasi sfinito da
quell’assurda situazione.
“Pensavo che agire in
quel modo sarebbe stato sufficiente per tenerla alla larga da me. Ma ora… non
ne sono più così sicuro.”
Improvvisamente, Naruto girò la testa in un punto
imprecisato nel bosco, in direzione del villaggio. Qualcosa doveva aver
attirato la sua attenzione. Kakashi guardò a sua volta nella stessa direzione
del ninja biondo. Nulla si muoveva se non il fruscio delle foglie. Nulla si
udiva se non il rumore degli animali selvatici che abitavano la zona.
“Si sta muovendo” sussurrò
Naruto continuando a fissare dritto davanti a sé.
“Uh? DI che parli,
Naruto? Non c’è nessuno qui a parte noi due” sentenzio il jonin dopo
essersi guardato intorno. Che i suoi sensi di ninja si fossero indeboliti per
il troppo riposo?
“Maestro Kakashi!” esclamò
Naruto girandosi nuovamente nella sua direzione “Sono sicuro che Sakura verrà a cercare prima lei. Vorrà di certo
sapere cosa ci siamo detti.”
“Molto probabile” sentenzio
il jonin, incrociando le braccia “Ma,
come ti ho promesso, non le dirò nulla. Non verrà mai a sapere le tue reali
intenzioni. Anche se…”
“Devo chiederle un
ultimo favore. Deve dissuadere Sakura dal cercarmi”
“C-Cosa? È come dovrei
fare?” domandò il jonin esterrefatto “Non
posso andare da lei e fermarla come se niente fosse. Non mi ascolterà.”
“So che sarà
difficile, se non impossibile. Tuttavia, le chiedo comunque di provarci. La
supplico!” esclamò Naruto con fare serio.
“Accidenti, Naruto!” replicò
il jonin, seccato da quell’assurda richiesta “Va bene! Va bene! Ci proverò se è questo che vuoi.”
“La ringrazio maestro…
per quello che sta facendo per me. Le devo molto.” Naruto gli sorrise.
Kakashi vide chiaramente quanto quel sorriso fosse carico di dolore e
rammarico. Kakashi annui, consapevole ora dei grandi tormenti e pensieri che
turbavano l’anima del suo allievo.
“Bene! Credo sia
arrivato il momento di andare. Ho una sfida a cui non posso mancare.” La
tristezza che poco prima attanagliava il ninja biondo sembrava essere sparita
di colpo. Adesso il suo volto traspariva euforia e determinazione per
l’imminente battaglia.
“Davvero? Una sfida? E
contro chi sarebbe?” domandò Kakashi incuriosito.
“Rocklee! A quanto
pare mi ha disegnato come suo nuovo rivale. Un po’ come lei e il maestro Gai.
Vuole mettersi alla prova in modo da diventare più forte.”
“Ahahah! Dici sul
serio? Non vorrei essere nei tuoi panni. Gai mi ha tartassato con le sue
assurde sfide per quasi vent’anni. Se davvero vorrà seguire le sue orme, temo
proprio che non te lo scrollerai più di dosso.”
“Può darsi. Ma, da
quel che so, lei ha sempre accettato le sfide del maestro Gai. Se le trovava
cosi seccanti, avrebbe anche potuto trovare un modo per levarselo dai piedi,
non crede? Ma non l’ha mai fatto.”
“Eheh! È vero!” confermò
il jonin, sorridendo sotto la maschera “Non
ho mi accettato le sue sfide perché volevo dimostrarmi superiore a lui. L’ho
fatto perché, in qualche modo, riusciva sempre a tirarmi su di morale.”
“Dopo la morte do
Obito e Rin… lui è stato l’unica persona che mi è stata vicino. Gai, con il suo
modo di fare stravagante e lunatico, riusciva a farmi sentire… meno solo. Mi ha
aiutato quando nessuno era al mio fianco. Quindi, glielo dovevo. E inoltre…
devo ammettere che le sue sfide sono sempre state un passatempo divertente.”
“Eheh! Lo immagino” replicò
Naruto sorridendo a sua volta. “Be, io
vado maestro. Ci vedia…”
“Aspetta un attimo,
Naruto!” lo chiamò il jonin, fermando l’imminente corsa del ragazzo.
“Se dovessi fallire?”
“Uh?” bofonchiò
Naruto, voltandosi leggermente verso il jonin nel tentativo di capire.
“Se non dovessi riuscire
a fermare Sakura? Cosa farai?”
Naruto parve pensarci un attimo. Dopodiché, dette le spalle
al jonin e con noncuranza disse:
“Non si preoccupi,
maestro Kakashi. Comunque vadano le cose, io e Sakura non abbiamo più nulla da
dirci. Non lascerò che lei mi trovi. Non glielo permetterò.”
“Be, trovo l’impresa
alquanto difficile. Hai stabilito di partire questa notte e, come puoi notare,
è appena sorto il Sole. Sakura ha l’intera giornata a disposizione per cercarti
e, sfortunatamente per te, il villaggio non è così grande da renderti
introvabile. A meno che tu non sia dotato del dono dell’invisibilità, temo
proprio che alla fine finirai per incontrarla, che tu lo voglia o no.”
“Io non credo” replicò
Naruto con l’aria di chi la sapeva lunga “Sa
maestro, negli ultimi tempi ho continuato ad allenarmi, anche se Tsunade me lo
aveva proibito per via dell’operazione al braccio.” Naruto alzò il braccio
ricoperto di bende, osservandolo con estrema attenzione. “Non riesco ancora a far fluire il chakra come vorrei e, di
conseguenza, la mia forza ne ha risentito. Finora sono riuscito a creare
Rasengan incompleti e, attraverso quei fallimenti… ho realizzato un’amara
verità. I miei colpi non saranno più potenti come prima, perché adesso non
potrò più contare sul chakra di Kurama. La Bijudama che ho usato durante la
guerra si è rivelata molto utile in battaglia.”
“Senza Kurama e senza
il suo chakra, non riuscirò più a scagliare un colpo di tale potenza. Così, ho
preso una decisione. Ho deciso di portare tutte le mie vecchie tecniche ad un
nuovo livello. Dato che con il Rasengan stavo ottenendo scarsi risultati, ho
deciso di applicarmi su una tecnica che non richiede particolari sforzi fisici
per essere utilizzata: la modalità eremitica.”
“Interessante! Ti sono
venute delle idee su come diventare più forte usando quella modalità?” domandò
Kakashi incuriosito.
“Be… qualche idea mi è
venuta” ammise Naruto con falsa modestia, grattandosi il capo. “Comunque, per mettere in pratica quello che
ho in mente mi ci vorranno mesi, se non anni di allenamento. Negli ultimi 3 mesi ho passato quasi tutto il
tempo in modalità eremitica, soprattutto quando ero impegnato nei lavori di
ricostruzione per il villaggio. Grazie all’immensa forza fisica di cui potevo
disporre, riuscivo a sollevare interi pilastri come niente. Inoltre, è stato un
buon allenamento che ha permesso al mio corpo di irrobustirsi.”
“Capisco!” disse
il jonin “Tuttavia, non dev’essere stato
facile. So che mantenere la modalità eremitica richiede parecchia
concentrazione.”
“In effetti, capitava
spesso che tornassi in tenda completamente esausto. A volte non riuscivo
neanche a muovermi dal letto per l’eccessiva fatica a cui avevo sottoposto il
mio corpo. Ed è stato proprio lì che l’ho scoperto.”
“Uh? Scoperto cosa?”
“Sa che la modalità
eremitica fornisce la capacità di percepire il chakra altrui a chilometri di
distanza, proprio come i ninja sensitivi?”
“Si! Jiraya mi aveva
accennato a questa capacità, anche se non sono sicuro che la tecnica sia la
stessa usata dai ninja sensitivi. Quindi?”
“Che lei ci creda o
meno, ho imparato a percepire il chakra altrui anche senza entrare nella
modalità eremitica” esclamò Naruto pieno d’orgoglio per l’impresa eseguita.
“Quando mi accasciavo esausto sul mio
sacco a pelo, mi accorgevo di percepire ancora la loro presenza anche dopo aver
annullato la trasformazione. Tutte le persone con cui lavoravo la mattina…
potevo percepire il loro chakra, ovunque fossero.”
“Mmh! Che strano” bofonchiò
Kakashi, riflettendoci su. “Potrebbe
essere stata la forza dell’abitudine ad averti involontariamente fatto
apprendere questa abilità, oppure parte del chakra eremitico è ancora dentro di
te, permettendoti cosi di percepire il chakra anche senza usare la modalità
completa. Solitamente ai ninja sensitivi servono anni di allenamento e
meditazione per riuscire a padroneggiare la tecnica. Come sei riuscito ad
imparare così in fretta una tecnica così complessa?”
“Eheh! Si dimentica
che io sono pur sempre Naruto Uzumaki. Posso fare qualunque cosa” replicò
il ninja biondo mettendosi le braccia ai fianchi e ridendo a più non posso.
Tuttavia, la risposta parve non convincere il jonin. Come poteva Naruto aver
padroneggiato una tecnica simile in un così breve lasso di tempo? Persino i ninja più abili e talentuosi
faticavano a distinguere il chakra di una persona da quello naturale. Ogni cosa
su questa terra possiede il proprio chakra, la propria essenza vitale.
Riuscirne a distinguerne i flussi era come scindere le varie correnti presenti
in un immenso oceano pieno d’acqua. Kakashi guardò Naruto con più attenzione.
Era più che certo che il ragazzo non stesse utilizzando la modalità
eremitica. Se davvero poteva percepire
il chakra altrui così facilmente, allora, doveva esserci qualcosa di strano
sotto.
“Comunque, posso
percepire il chakra solo entro una certa distanza. Quando usavo il chakra di
Kurama, potevo percepire la presenza di tutti in un’area grande quanto un
continente. Usando la modalità eremitica posso ricoprire un’area grande come il
Paese del Fuoco. Adesso, senza ricorrere a nulla e concentrandomi, posso percepire
il chakra in un’area grande quanto il Villaggio della Foglia.”
Naruto guardò il suo maestro con aria eloquente. Sembrava
stesse cercando di dirgli qualcosa. Improvvisamente, intuì la verità.
“Ma certo! Adesso
capisco” il jonin aggrottò le ciglia, quasi contrariato da quella scoperta “Quando hai detto che Sakura non sarebbe
riuscita a trovarti… significa che…”
“Esatto, maestro” replicò
Naruto mentre un sorriso sinistro si formava sul suo volto “In questo momento riesco a percepire il chakra di Sakura anche se è a
chilometri di distanza da noi.”
“Quando prima ti sei
voltato verso il villaggio e hai detto di aver sentito muoversi qualcosa… ti
riferivi a lei, non è così?”
Naruto annui. “Considerando
la posizione in cui si trovava quando l’ho sentita spostarsi…penso si trovasse
nell’ufficio dell’Hokage.”
“Tsunade l’ha
trattenuta il tempo necessario perché mi permettesse di parlare con te. Ora
dove si trova?”
Naruto chiuse gli occhi per qualche secondo, per poter
localizzare meglio il chakra della ragazza. Dopodiché, gli aprì di scatto e con
voce rauca ed allarmata disse:
“Merda! Sta venendo
verso di noi. Come diavolo faceva a sapere che mi trovavo qui?”
“Ti conosce meglio di
quanto pensi, Naruto. Non riuscirai a liberarti di lei così facilmente” replicò
soddisfatto il jonin, ricevendo in rimando un’occhiata torva dal suo allievo.
“Non importa! Ho
ancora tempo per allontanarmi prima che arrivi. Devo sbrigarmi!”
Ma prima che il ninja biondo potesse fare anche solo un
passo verso la direzione opposta, Kakashi si sposto fulmineo davanti a lui,
guardandolo con aria truce.
“Solitamente i ninja
sensitivi non usano le loro capacità per scopi personali. Hai intenzione di
spiare Sakura abusando cosi del tuo nuovo potere?”
“So bene che percepire
il chakra altrui equivale a spiare. Non c’è bisogno che me lo dica, maestro” replicò
Naruto sostenendo lo sguardo del suo insegnante. “Comunque si… abuserò del mio potere per tutto il tempo che sarà
necessario. Solo per questa volta. Lo giuro.”
Naruto tentò di riprendere il suo cammino, cercando di
passare il jonin che gli si parava davanti. Ma l’uomo non glielo permise,
afferrando il ragazzo per la spalla sinistra.
“Si faccia da parte,
maestro Kakashi” urlò Naruto cercando di liberarsi dalla presa.
“Smettila, Naruto!” replicò
Kakashi con voce affettuosa “So cosa stai
cercando di fare. Ti ho anche detto che ti aiuterò, ma… mi chiedo se tu non
stia commettendo un errore. Perché non provi a parlare con Sakura e non gli
dici le cose come stanno? Sarà più facile se…”
“No!” sentenziò
Naruto. Kakashi non poté guardarlo negli occhi, ma percepiva distintamente il
corpo tremante del ninja biondo di fianco al suo. “Niente di tutto questo è facile. Niente! Se avessi potuto… No! Ormai è
troppo tardi! Non voglio incontrarla! Non voglio parlarci… non di nuovo… non
dopo quello che ho fatto…”
Kakashi lasciò la presa, sospirando in segno di resa. Le
ultime parole che Kakashi udì prima di vedere Naruto sparire nella folta
boscaglia alle sue spalle furono:
“Ho fatto la mia
scelta e non ho intenzione di tornare indietro. Non renderò tutto questo vano. Sakura
potrà cercarmi fino ai confini del mondo, ma non riuscirà ad avvicinarsi a me.
Non glielo permetterò!”
*
* *
“Yawn! Accidenti che
sonno.”
“Hai l’aria stanca,
Shikamaru. Ti vedo pallido.”
“Mai quanto te, Sai.” replico
il chunin di rimando, mettendosi una mano in bocca nel tentativo di soffocare
l’ennesimo sbadiglio della giornata.
“Fammi indovinare. Hai
passato le ore piccole a sistemare casa tua dopo la festa di ieri sera?”
“Avete trasformato
casa mia in un porcile. Se mia madre lo scoprisse… Brr! Non so cosa sarebbe
capace di fare.”
“Be, almeno eri in
piacevole compagnia. Temari è una ragazza in gamba e non si tira mai indietro
quando si tratta di aiutarti.”
“Temari è peggio di
mia madre. Te lo garantisco. Ieri sera mi ha trattato come se fossi il suo
zerbino. Non faceva altro che comandarmi e dirmi fai questo o pulisci quello.
Certe volte mi tratta come se fossi un moccioso. Non lo sopporto!”
“Però devi ammettere
che la sua presenza ha dato i suoi frutti.” Replicò il giovane Anbu con il
suo solito sorriso. “Sei ti fossi
occupato da solo di sistemare casa tua, la tua innata pigrizia avrebbe preso il
sopravvento e a quest’ora ti ritroveresti ancora a casa tua cercando
disperatamente di rassettarla alla bene e meglio.”
“Uff! Va bene!” ammise
Shikamaru alzando le mani in segno di resa “Ammetto
che l’influenza che Temari a su di me riesce in qualche modo a soverchiare la
mia pigrizia. La forza di carattere di quella ragazza mi spaventa e mi
affascina allo stesso tempo. È assurdo! Comunque, non credo riuscirei mai a
vivere insieme a lei. I nostri caratteri sono troppo diversi e finiremo per
litigare ogni santo giorno.”
“Interessante!” esclamò
Sai strofinandosi il mento con fare pensieroso “Quindi stai già pensando al grande passo.”
“C-Cosa?” esclamò
Shikamaru arrossendo violentemente “Ehi!
I-Io non ho detto questo.”
“Ma non puoi negare di
averci pensato” replicò l’Anbu con semplicità, come se fosse la cosa più
ovvia del mondo.
“N-No… io non… cioè…
Aaaaah! Al diavolo!” si affrettò a concludere seccato Shikamaru, voltandosi
dall’altra parte.
“Devo dire che è
interessante osservare le tue reazioni. Il rapporto che c’è tra te e Temari è
molto facile da comprendere. Chiunque capirebbe che voi due siete fatti l’uno
per l’altro. Al contrario di certe persone di mia conoscenza… Perché devono
complicare una così bella e semplice come l’amore?”
“Senti un po’, tu. Da
quand’è che sei diventato un esperto in materia?”
“Non lo so! Studiando
i sentimenti umani, devo aver letto troppi libri sull’argomento e cosi…”
“Piantala di dire
sciocchezze. Niente è mai semplice quando c’è di mezzo l’amore.”
“Eheh! Credo tu abbia
ragione.”
“Su! Dobbiamo
sbrigarci. È già mezzogiorno e l’Hokage ci sta aspettando” esclamò
Shikamaru affrettando il passo. Durante il tragitto, i due ragazzi parlarono
del più e del meno. In particolar modo, il principale argomento di discussione
verteva su quanto accaduto la sera prima. Fino a che, una voce a loro
famigliare li chiamo alle loro spalle.
“Ehi, ragazzi!”
I due ragazzi, sentendosi chiamare, arrestarono il passo.
Voltandosi, videro Naruto arrivare in tutta fretta.
“Ehi, amico! Credevamo
che fossi già partito” replicò Shikamaru, felice di aver potuto rivedere
ancora il suo compagno.
“Ma che ti è successo?
La tuta che indossi è in uno stato pietoso” esclamò Sai osservando il ninja
biondo dalla testa ai piedi. “Non dirmi
che hai combattuto contro qualcuno?”
“Ahahah! Non
preoccupatevi.” Si affrettò a rispondere Naruto con il suo solito sorriso a
trentadue denti. “Si trattava di una
piccola faccenda in sospeso fra me e RockLee. Nulla di cui preoccuparsi.”
“Se lo dici tu” replicò
Sai non del tutto convinto della risposta. Neanche durante gli allenamenti più
duri aveva visto Naruto ridursi cosi.
“Che ci fai qui?” domandò
Shikamaru portando le braccia a petto.
“Tsunade aveva detto
che avresti preparato tu i documenti e che me gli avresti consegnati in
mattinata.”
“I docum… Ah! Sì!
Certo! Gli ho qui con me” Shikamaru frugò nella cartella che aveva con sé.
Dal suo interno estro una piccola busta, ancora sigillata, e la porse al ninja
biondo.
“Ecco il
lasciapassare! Con questi sei libero di spostarti come vuoi all’interno dei
paesi partecipanti all’Alleanza Ninja. Non che tu ne abbia bisogno. Ormai tutti
quanti nel mondo ninja conoscono il tuo nome, l’eroe della Grande Guerra
Ninja.”
“Eheh! Lo so. Però, ho
deciso che in questi anni mi muoverò in incognito e, se dovessi avere qualche
rogna, non voglio rischiare di far saltare la mia copertura solo per questioni
burocratiche o di confine. Anche il maestro Jiraya portava un documento simile
quando partiva per i suoi viaggi in giro per il mondo.”
“Sei previdente.
Comunque, siamo in tempo di pace e tutti i grandi paesi vanno d’accordo fra
loro. Dubito lo userai spesso.”
“Non è detto!” replicò
sai rivolgendosi a Shikamaru “Non si può
mai sapere quando potrà scoppiare un’altra guerra. Non bisogna abbassare la
guardia. Soprattutto tu, Naruto. Anche se sei riconosciuto come l’eroe che ha
salvato tutti, devi continuare ad essere vigili e a tenere gli occhi ben
aperti.”
Naruto annui nel mentre inseriva la busta datagli da
Shikamaru nella sua borsa ninja. Dopodiche, rivolse un caldo sorriso ai suoi
due amici dicendo:
“Non sono venuto solo
per questo. Ho colto l’occasione per venirvi a salutare come si deve, dato che
ieri… be… sono andato via dalla festa in anticipo. Vi chiedo scusa per come mi
sono comportato. Non era mia intenzione coinvolgervi in questa storia.” Naruto
si inclinò leggermente in avanti, come era solito fare quando si scusava. I due
ragazzi compressero senza troppi indugi quanto il ragazzo fosse rammaricato per
quanto accaduto.
“Non preoccuparti di
questo“ rispose Shikamaru, mettendosi le mani in tasca “So il motivo per cui l’hai fatto.”
Naruto guardò esterrefatto Shikamaru mentre lo osservava
accendersi una sigaretta in assoluta tranquilla. Dopodiché, rivolse uno sguardo
accusatorio nei confronti di Sai.
“Non prendertela con
Sai. Non mi ha detto nulla” replicò il chunin, sbuffando fumo dalla bocca “Ieri ero troppo brillo per capire cosa
stesse realmente succedendo. Ma, ragionandoci a mente fredda, sono riuscito a
realizzare il tutto.”
Naruto non replicò. Si limitò semplicemente a rivolgere uno
sguardo duro e penetrante nei confronti del compagno.
“Noi due ci conosciamo
dai tempi dell’accademia, Naruto. Era ovvio che prima o poi ci sarei arrivato.
Inoltre, ti sei scoperto da solo senza che te ne rendessi conto. L’ho capito
dal modo di fare e dal modo di parlare che hai avuto ieri sera. Le accuse che
hai rivolto contro Sakura sono senza dubbio veritiere. Tuttavia, nel temere che
il tuo piano fallisse, hai voluto esagerare come al tuo solito. È stato tutto
troppo… “troppo!”. Anche per i tuoi standard, Naruto.”
Naruto e Sai si fissarono l’un l’altro con sguardo complice.
Entrambi erano stupefatti dalle incredibili capacità deduttive di Shikamaru.
“A differenza del
nostro amico qui presente…” esclamò Shikamaru indicando con fare annoiato
il giovane Anbu “… io non sono affatto un
esperto in amore. Eppure, sono riuscito a capire i tuoi propositi semplicemente
usando la logica.”
“Tsk! Stai forse
insinuando che Sakura potrebbe capire cosa sto cercando di fare?”
“In circostanze
normali: Si! Ma… ora come ora, dubito riuscirebbe a capire come stanno le cose.
Sakura è una ragazza intelligente e razionale. Fino a che non entrano in gioco
le sue emozioni. A quel punto non riesce più a ragionare lucidamente e agisce
d’impulso. Sono pronto a scommettere che in questo momento ti starà cercando
per cercare di sistemare le cose. Ma, qualcosa mi dice che tu non vuoi che le
cose fra voi due si sistemino, non è così?”
Naruto abbassò il colpo, cercando di non far trapelare
alcuna emozione dal suo volto.
“Non temere” esclamò
Shikamaru posandosi la sigaretta sulle labbra “Sakura non riuscirà a scoprire il tuo gioco. Le motivazioni, lo scopo
per cui vuoi tenerla lontana da te… è qualcosa che va al di là della sua
comprensione. Ma soprattutto… è qualcosa che non si aspetterebbe mai da un tipo
come te, Naruto. Quindi, non hai di che preoccuparti.”
“Credi che…” sibilò
Naruto con voce bassa e rauca “… credi
che io stia a sbagliando, Shikamaru? Nel voler agire in questo modo…”
Shimamaru rivolse una veloce occhiata all’Anbu di fianco a
lui. Da quando Naruto era arrivato non aveva quasi rivolto la parola
all’Uzumaki, ne aveva fatto domande. Questo significava che il ninja era già al
corrente della situazione e probabilmente… non era d’accordo con lui.
“Francamente parlando…”
iniziò il Nara, finendo di inquadrare la situazione “Non credo tu stia sbagliando.”
La risposta di Shikamaru stupì entrambi i ninja. Tenevano
gli occhi spalancati e la bocca semiaperta dallo sgomento.
“Se fossi stato al tuo
posto probabilmente avrei fatto lo stesso. Anche se in maniera diversa.” Il
ninja posò una mano rassicurante sulla spalla del nnija biondo e continuò “Prima o poi avresti dovuto intraprendere
questa strada. Era solo una questione di tempo. Perciò, smettila di crucciarti
in questo modo. Sappiamo entrambi che non hai avuto scelta.”
Naruto annui leggermente, non del tutto convinto delle
parole di Shikamaru. Sapeva benissimo di non aver avuto altra scelta. Eppure,
in cuor suo, sapeva di star mentendo a sé stesso.
Resosi conto dello stato d’animo del compagno, Sai decise
che era arrivato il momento di cambiare discorso.
“A proposito…” esclamò
l’Anbu avvicinandosi ai due ragazzi “…
ora che ci penso, ieri sera sei andato via senza neppure aprire i nostri
regali.”
“R-Regali? Davvero?” Naruto
sembrò destarsi dallo stato apatico in cui era caduto. I suoi occhi ora
brillavano come quelli di un bambino e il suo corpo iniziò a fremere per via
dell’adrenalina che gli pulsava nelle vene.
“Certo” replicò
Shikamaru dandogli manforte. “La festa di
ieri sera l’abbiamo organizzata anche per festeggiare la tua promozione a
chunin. Non era solo una festa d’addio.”
“Sei avessi aspettato
fino alla fine sarebbe uscita anche una torta. Invece sei andato via prima che
il bello potesse arrivare. Un vero peccato.” replicò Sai dispiaciuto.
“Gia! Sarebbe stato
una festa grandiosa” continuò Shikamaru mentre un sorriso mellifluo
cresceva sul suo volto. “Tutto il
villaggio ne avrebbe parlato. I giornali avrebbero scritto un articolo su di te
intitolato: Naruto Uzumaki, l’eroe della Grande Guerra Ninja, il ninja più
forte di Konoha, raggiunge finalmente il grado di Chunin. Chi l’avrebbe mai detto?”
“Ah-Ah! Molto
divertente, Shikamaru” replicò Naruto in tono sarcastico.
Senza perdere altro tempo, Sai prese dalla sua borsa ninja
il pacchetto confezionato che aveva precedentemente preparato e lo porse
delicatamente al compagno.
“Auguri per la tua
promozione, Naruto.”
“Grazie, Sai!” Naruto
iniziò euforico a scartare il regalo che aveva fra le mani. Considerate le dimensioni
del pacchetto, non doveva trattarsi di qualcosa di estremamente ingombrante.
Poteva trattarsi di una scatola piena zeppa di attrezzi ninja nuovi di zecca.
Senza indugiare oltre, Naruto sollevò il coperchio della scatola… lentamente il
suo smagliante sorriso scemò nella più cocente delle delusioni.
“Sai… ma questo è… è
un…” Il ninja biondo sollevò lentamente il contenuto della scatola e lo
avvicinò a sé con fare incredulo. Shikamaru non riuscì a trattenere una risata
davanti allo spettacolo che gli si parava davanti.
“Questo… è un semplice
libro” constatò l’Uzumaki rigirando l’oggetto fra le sue mani in modo da
fuorviare ogni dubbio.
“Ti piace?”
domandò l’Anbu in assoluta tranquillità, fiero del regalo che aveva fatto.
“C-Certo!” replicò
secco l’Uzumaki cercando di non far trasparire la sua delusione. Naruto studiò
il libro con maggiore attenzione e, nel mentre scandagliava la copertina color
arancio che ricopriva l’oggetto, si accorse di un piccolo quanto cruciale
dettaglio.
“Ehi, Sai! Ma… questo
libro non ha nessun titolo in copertina.”
L’Anbu annui. “Perché
non provi ad aprirlo?”
“Uh? O-OK!” Naruto
fece per aprire il libro, ma quest’ultimo non si aprì. “Ehi! Ma… che scherzo è questo? Il libro non si apre. Sembra quasi che
le pagine siano tutte incollate fra loro.”
“Wow! Fammi un po’
vedere” Shikamaru prese il libro dalle mani di Nauto e lo analizzò con
cura. “Interessante! Guarda bene, Naruto.
Le pagine non sono incollate. Il libro non si apre per via del sigillo posto al
centro della copertina. Vedi questi segni circolari? Sono parte di un sigillo e
avvolgono interamente il libro impedendone l’apertura. Se non sbaglio… questo
genere di sigilli possono essere rilasciati solo da coloro che li creano. In
questo caso, solo il legittimo proprietario può aprire questo libro. Ho
indovinato, Sai?”
“Si! Quando facevo
parte della Radice usavo questo sigillo per farsi che le informazioni potessero
passare da una mano all’altra senza venire essere in qualche modo rubate o
alterate. Tuttavia, il sigillo che vedi in questo momento è ancora incompleto.
C’è ancora una cosa da fare. Naruto! Potresti poggiare il palmo della mano
sulla copertina del libro?”
“C-Certo!” Naruto
poggiò la mano priva di fasciature sulla copertina.
“Ora non muoverti” Sai
prese a fare rapidi sigilli con le mani e infine pose il palmo della sua mano
sopra quella di Naruto. In quel momento, il sigillo prese vita, cambiando la
sua forma originaria e assumendone una completamente nuova.
“Cos’è successo?”
domandò Naruto ancora confuso da quanto accaduto.
“Ho semplicemente
completato il sigillo. Da questo momento in poi, questo libro potrà essere
aperto solo dal legittimo proprietario. Che in questo caso saresti tu. Perché
non provi di nuovo d aprirlo?”
“Ok!” Questa volta
Naruto riuscì ad aprire il libro senza nessuna difficolta. “Si è aperto!”
“Il sigillo riconosce
l’impronta digitale del suo proprietario e anche la tipologia di chakra a cui
esso appartiene. Una sorta di sistema di sicurezza. Non male, vero?”
“Però… tutte queste
pagine sono vuote” constatò Naruto sfogliando velocemente il libro “Questo il libro è completamente in bianco”
“Infatti lo è!” replicò
l’Anbu scrollando le spalle come se fosse una cosa ovvia.
“E quindi… cosa dovrei
farci?” domandò Naruto non comprendendo ancora il senso di quel regalo.
“Il libro è tuo.
Quindi, puoi farci quello che vuoi. Ad esempio, puoi usarlo per disegnarci
sopra, come faccio io. Oppure puoi usarlo per appuntarti delle cose, come
teorie o segreti delle tue tecniche ninja. Oppure… potresti usarlo per
scriverci una storia.”
“Ahahahah! Ti prego,
Sai!” intervenne Shikamaru ridendo di gusto. “Questo testa bacata faticherebbe al leggere anche il libro più
semplice. Figuriamoci scriverne uno.”
“Ehi!” protesto
Naruto, come offeso da quell’affermazione.
“Perché no? Dopotutto,
chiunque può scrivere una storia. Basta solo avere un pizzico di creatività e
la determinazione nel volersi mettere alla prova. Inoltre, dimentichi che il
ninja leggendario Jiraya era anch’egli uno scrittore di successo. Quindi,
perché Naruto non potrebbe fare lo stesso?”
“Sai! Il maestro
Jiraya scriveva romanzi erotici.”
“Lo so! È allora?”
“Tsk! Lascia perdere.
Comunque, dubito che Naruto scriverà mai una storia. Dico bene, Naruto?”
Il ninja biondo continuò a fissare le pagine bianche di quel
libro senza curarsi minimamente di ciò che dicevano i due ragazzi. “Una storia…” sussurrò Naruto fra sé e
sé, come immerso in un profondo stato di trance.
“Sapete! Il maestro
Jiraya scriveva spesso durante i suoi viaggi. Ripeteva spesso che la scrittura
aveva in sé l’incredibile potere di aprire le menti delle persone, immergendole
in mondi fantastici dove tutto era possibile. Molti ninja sono diventati famosi
proprio grazie ad essa. L’immaginazione, la fantasia… sono queste le chiavi che
permettono ai grandi ninja di creare delle tecniche formidabili. Basta solo
avere l’intuizione giusta. Scrivere potrebbe rivelarsi utile durante il mio
viaggio. Quindi, perché non provare?”
E dopo aver riposto accuratamente il libro
nella sua borsa ninja, Naruto disse sorridente: “Grazie mille, Sai!”
Naruto sembrò essere davvero soddisfatto del regalo ricevuto
e questo fece sorridere di cuore il giovane Anbu. Shikamaru, dal canto suo,
sbuffò non troppo convinto dicendo fra sé e sé: “Bah! Se lo dici tu…”
“Ora tocca a te” esclamò
Naruto tutto contento, porgendo entrambe le mani in direzione di Shikamaru. “Su! Forza! Dov’è il mio regalo?”
Shikamaru guardò con aria seccata l’espressione da ebete del
ninja biondo. “Tsk! Va bene! Va bene!” sbuffò
il chunin, nel mentre buttava a terra il mozzicone di sigaretta che aveva
appena finito di fumare.
“Sei fortunato che ho
deciso di portarli con me, nel caso ti avessi incontrato” replicò
Shikamaru, mettendo una mano nella sua borsa ninja. Da essa ne usci una piccola
scatoletta nera dallo spessore di 2 o 3 centimetri. Naruto prese la scatoletta
e la osservò con cura. A giudicare dal peso e dalle dimensioni doveva trattarsi
di un’oggetto ben più piccolo del libro che gli aveva regalato Sai.
“Che aspetti? Aprilo,
forza!”
Naruto annui e, senza indugiare oltre, sollevò il coperchio
della scatoletta. Ciò che vi trovo al suo interno gli fece letteralmente
spalancare la bocca dallo stupore.
“N-No! Non può
essere!” biasciò Naruto incredulo. Sentiva le mani tremare mentre stringeva
a sé il contenuto della scatola. “S-Shikamaru!
Questi… questi… non possono essere gli stessi…”
“Si, invece!” replicò
secco Shikamaru fissando il contenuto della scatola con profondo affetto.
“Sono le lame di
chakra appartenute al maestro Asuma.”
Naruto rimase senza parole. Per quale motivo Shikamaru gli
stava regalando il ricordo più prezioso che possedeva del suo maestro?
“Shikamaru… io… non
posso… non posso accettare!” esclamò Naruto deciso, rimettendo
delicatamente e con cura le lame nella loro scatola e restituendole al ragazzo.
“Non osare!” replicò
Shikamaru guardando Naruto con fare minaccioso “È stata una mia scelta. Perciò, non azzardarti a restituirmele.”
“Ma… perché? Queste
lame sono un ricordo del maestro Asuma.”
“Lo so benissimo. Non c'è bisogno che tu me lo dica.” Replicò il chunin a tono, senza però perdere
la sua compostezza.
“Devi tenere
moltissimo a loro. Quindi, perché? Perché hai deciso di darle a me?”
Shikamaru rivolse un profondo sguardo alle lame che Naruto teneva
fra le mani. Ogni volta posava gli occhi su di loro, gli venivano in mente i
tempi trascorsi insieme al maestro Asuma e il dolore incommensurabile di averlo
visto morire davanti ai suoi occhi.
“Ho conservato queste
lame con estrema cura da quando il maestro Asuma è morto. Da quando le ho con
me, non ho fatto altro che pensare a cosa avrei dovuto farne. Non avevo
intenzione di tenerle in una teca e di vederle arrugginire con il tempo. Cosi,
ho pensato di abbinarle al mio stile di combattimento.”
“Durante la guerra ho
fatto qualche prova e devo dire che… i risultati sono stati alquanto deludenti.
Alla fine riuscivo ad usarle solo come semplici lame affilate senza poterne
però sfruttare il reale potenziale. In fondo, il maestro Asuma era un guerriero
che combatteva in prima linea, mentre io mi sento più a mio agio nelle retrovie
grazie alla Tecnica del Controllo dell’ombra. Sono stato molto indeciso sul da
farsi. Fino al momento in cui ho saputo della tua promozione a chunin. Allora
ho pensato… che forse tu ne avresti fatto un uso migliore.”
“Un’uso migliore?”
“Hai sempre combattuto in prima linea, proprio
come faceva Asuma. Le lame di chakra esprimono il loro vero potenziale
attaccando direttamente, piuttosto che a distanza. Inoltre, proprio come il mio
maestro, possiedi il chakra del vento. Ciò significa che, quando infonderai il
tuo chakra in queste lame, incrementerai la loro forza d’attacco sfruttando
cosi al massimo le loro potenzialità. Una volta presa la mia decisione, sono
andato da un artigiano esperto e le ho fatto sistemare a dovere per
l’occasione. Sono tornate affilate come
un tempo.”
“Ok! Ma… continuo a
non capire. Avresti potuto benissimo fartene forgiare di nuovi. Perché hai
voluto regalarmi proprio le sue?”
“Tanto per cominciare,
il materiale di cui sono composte queste lame è estremamente raro. Non sono in
molti a possedere armi ninja di questa qualità. Oserei dire che esse potrebbero
rivaleggiare con le lame dei spadaccini leggendari. Ma non è questo il motivo
per cui l’ho fatto.” replicò Shikamaru guardandolo dritto negli occhi.
“Tu punti a diventare
Hokage, Naruto, e anche se hai deciso di rifiutare per ragioni a me
sconosciute, sono più che certo che arriverà il giorno in cui deciderà di
ricoprire quel ruolo. Hai un lungo cammino da percorrere e nuovi ostacoli da
superare. Devi diventare forte, molto più forte di come lo sei ora. Queste lame
ti aiuteranno nel percorso che hai deciso di intraprendere, te lo garantisco.
Inoltre, in qualche modo, il pensiero che le userai in battaglia mi rende
felice. E come se Asuma vivesse ancora attraverso di te. Dopotutto, entrambi
possedete la Volontà del Fuoco” concluse il ninja facendo l’occhiolino e
sorridendo.
Le parole di Shikamaru colpirono profondamente il giovane
Uzumaki, che lo fissava ancora più basito di prima. Adesso percepiva dentro di
sé l’enorme senso responsabilità e fiducia che Shikamaru gli aveva trasmesso
attraverso quel gesto carico di significato.
“Io… mi prenderò cura
di loro” replicò Naruto annuendo e mostrando tutta la sicurezza di cui
disponeva “Grazie di cuore, Shikamaru! E
grazie anche a te, Sai! I vostri doni sono fantastici.”
I due ninja semplicemente annuirono. Sprecare ulteriori
parole sarebbe stato superfluo a questo punto.
Ad un tratto, Naruto iniziò a guardarsi attorno con fare
circospetto. Shikamaru non ebbe bisogno di interpretare il comportamento del
compagno. Sapeva cosa stava facendo e da chi si stava guardando.
“Credo sia arrivato il
momento di andare” esclamò Naruto in tutta fretta. “È stato bello rivedere entrambi prima della partenza. Mi mancherete!”
“Anche tu ci
mancherai. Naruto!” replicò Shikamaru abbracciando Naruto con affetto.
“Aspetta un secondo,
Naruto!” intervenne Sai improvvisamente agitato “Prima che tu vada… ho bisogno di farti un’ultima domanda.”
“Uh? Va bene!” replicò
Naruto ancora con il sorriso sulle labbra. “Però
sbrigati. Non posso più restare qui. Ho… ancora delle cose da fare.”
L’ultima frase pronunciata da Naruto appariva molto come una
scusa. Ma entrambi i ninja decisero di non darci molto peso. Probabilmente
Naruto aveva ancora degli affari urgenti da sbrigare prima di lasciare il
villaggio.
“Riguarda… la
promessa, ricordi?”
Shikamaru rivolse all’Anbu uno sguardo obliquo. Di che
promessa stava parlando?
L’espressione allegra di Naruto cambiò radicalmente. I suoi
occhi divennero freddi e del tutto inespressivi. A guardarlo adesso, smembrava
essere tornato lo stesso Naruto della sera prima.
“Certo che ricordo” replicò
Naruto guardando l’Anbu dritto negli occhi. “Dunque?”
Dopo qualche attimo d’esitazione, Sai continuò: “Voglio sapere… cos’hai intenzione di fare a
riguardo?”
Attimi di silenzio calarono, nel mentre i 2 ninja
continuavano a scrutarsi l’un l’altro.
“Eheh! È insolito che
proprio tu mi faccia questa domanda, Sai” esclamò Naruto con un sorriso
sinistro stampato in volto. “Se non erro
noi due avevamo fatto un patto. Ma… dato che tu sei venuto meno alla tua parte
dell’accordo, di conseguenza, io non sono tenuto a fare proprio niente.”
“Questo è vero! Pero…”
Sai cercò in tutti i modi di controbattere, ma in cuor suo sapeva che non c’era
niente che avrebbe potuto fare per convincerlo del contrario.
“Se quel giorno fossi rimasto in silenzio..."
"... probabilmente avrei gestito le cose in modo diverso.
Questo lo sai bene. Tuttavia, posso garantirti che il risultato finale
sarebbe stato lo stesso.”
Anche se si era tenuto in disparte, Shikamaru poté sentire l’Anbu
digrignare i denti per la rabbia. I pugni stretti e il volto tirato erano il
chiaro segno della frustrazione e dell’impotenza che provava in quel momento.
“Mi… Mi dispiace, Naruto!
Io non volevo che…”
L’Anbu si bloccò quando sentì l’abbraccio di Naruto arrivare
all’improvviso.
“Non rammaricarti,
Sai! Io non servo alcun rancore nei tuoi confronti. Dopotutto, sei mio amico.”
Sai non replicò alle parole di Naruto. Nel mentre lo vedeva
allontanarsi, lo guardò negli occhi e li capì che davvero Naruto non servava
alcun sentimento d’odio nei suoi confronti. Eppure, nonostante le sue parole, l’Anbu
si sentì terribilmente in colpa per quanto stava accadendo.
“Ci si vede fra
qualche anno, ragazzi! Mi raccomando, prendetevi cura di voi.”
Quelle furono le ultime parole che udirono prima di vedere
la sagoma di Naruto sparire lungo le vie del villaggio.
“Che tipo!” esclamò
Shikamaru, riprendendo a camminare.
“Già!” rispose l’Anbu
con tono triste e apatico.
“Lungi da me intromettermi
negli affari altrui, ma… Di cosa stavate parlando prima tu e Naruto? Voi due vi
siete fatti una promessa?”
“A dire la verità, non
la definirei esattamente una promessa. E se mai lo è stata… è qualcosa che
riguarda solamente lui.”
“A giudicare da come
ti ha guardato, ho come la netta sensazione che di qualunque cosa si tratti…
deve avere a fare con Sakura, giusto?”
“Ottima intuizione,
Sherlock!” replicò l’Anbu sfoggiando un leggero sorriso. "Si tratta di qualcosa che avrebbe dovuto fare molto tempo fa."
“Promesse… Promesse...”
“È come una maledizione”
Ciao a tutti ragazzi :)
Spero stiate tutti
bene, soprattutto in questo particolare periodo.
Mi dispiace essere
sparito di nuovo e soprattutto mi scuso per non aver risposto alle recensioni.
Ho avuto dei problemi da affrontare durante febbraio e marzo. E quando
finalmente sono riuscito a sistemare tutto, è scoppiata la pandemia. Quindi,
capitemi. Non ero in vena di scrivere :(
Comunque, a parte
questo, prima che tutto torni alla normalità (sperando che tutto torni alla
normalità) ho voluto cogliere l’occasione rilasciando un altro capitolo di
questa storia.
Ovviamente avrei
potuto farlo prima (mea culpa). Però restando sempre a casa, con persone che ti
stanno sempre intorno… No! Non c’è la faccio proprio. Ma questo è solo un mio
problema XD
Tornando a noi, spero
che il capitolo vi piaccia. Come sempre è molto criptico in certe cose. Ma è
una cosa voluta ;) Infine, perdonate gli infiniti errori grammaticali.
Ringrazio tutti
coloro che continuano a seguirmi dopo tutto questo tempo. Ringrazio chi ha
recensito il capitolo e chi ha inserito la storia fra le preferite, le seguite
e le ricordate. Grazie a tutti :)
Un saluto e alla
prossima.
Leon92