Cambia
tutto quello che sei
e tutto quello che eri,
il tuo numero è
stato chiamato.
Butterflies & Hurricanes
“
Ehi,
ragazzi... voi avete mai sentito parlare di Sasuke Uchiha? ”
“
Sì!
Intendi quel ragazzo che è morto investito, vero? ”
“
Esatto!
Sapete, alcuni dicono d'aver visto il suo fantasma girovagare per i
boschi, di notte... ”
“
Ma
dai, e tu credi a queste stupidaggini? ”
Gli
capitava spesso di udire
simili discorsi,
all'interno della scuola. Fino ad allora non si era mai interessato a
certe cose, ma probabilmente era giunto il momento di domandare.
Questo perché aveva finalmente trovato il coraggio
necessario
per avvicinarsi alla cosa,
e quando aveva letto il nome che vi era inciso aveva sussultato.
Diamine, si trattava di una lapide! Allora non ci aveva visto male,
né era impazzito.
E non
solo... sulla suddetta
lapide v'era scritto proprio Sasuke Uchiha. Non c'erano date,
né
di nascita e né di morte. Pero' c'era una foto: si trattava
del ritratto di un ragazzo dall'espressione seria, quasi
strafottente, probabilmente aveva mandato a quel paese il fotografo
dopo lo scatto. Naruto rise a quel pensiero, poi si ricompose. Lo
guardò meglio: ciò che più lo
colpì erano
i suoi occhi d'onice, nei quali poteva leggere rabbia e risentimento.
Perché? Eppure lui era sempre felice, quando Jiraya
immortalava i più significativi momenti della sua vita.
Chissà
come mai era così adirato, quando gli avevano scattato
quella
fotografia.
Notò
che era bello. Non
esattamente il tipo di bellezza che s'aspettava di poter apprezzare
–
in quanto stava ammirando un ragazzo come lui –, ma comunque
lo
era.
Inoltre,
a quanto pare, era la
persona di cui i suoi compagni parlavano spesso; in effetti aveva
visto altre volte, ai lati delle strade, delle croci o dei mazzi di
fiori commemorativi. Di vedere una lapide, pero', non gli era mai
capitato. Possibile che quel Sasuke fosse stato seppellito proprio
lì? No. E' vero che la stupidità umana non ha
limiti,
ma non voleva credere che qualcuno avesse potuto avere così
poco rispetto per una vita stroncata troppo presto.
Tante,
troppe domande affollavano
la sua mente. Una parte di lui gli stava dicendo di andarsene, di
lasciar perdere, perché aveva fiutato un pericolo; l'altra,
quella meno razionale, gli consigliava di cercar di vederci chiaro,
riguardo quella faccenda.
“
Uff...
non sono affari miei, è meglio se me ne vado. ” si
disse,
alzandosi e voltando lo sguardo da un'altra parte. Non appena lo
fece, pero', udì nuovamente la voce che oramai ben conosceva.
“
Resta.
”
Una sola
parola, potente,
pronunciata con un tono inaspettatamente autoritario. E allora Naruto
comprese che lì c'era veramente qualcuno; qualcuno che
evidentemente aveva bisogno del suo aiuto.
“
Chi
sei? ” domandò con voce tremante.
“
Puoi
rincorrere una farfalla per tutto il prato e non prenderla mai. Ma se
ti siedi tranquillo sull'erba verrà a posarsi sulla tua
spalla. * ”
Sussurrò
quella frase con
voce pacata, stavolta, ma il ragazzo parve non capirne il
significato; che cosa diavolo voleva dire con quelle parole? Si
soffermò su di esse, ma non riusciva a pensare lucidamente.
Era troppo confuso.
“
Io...
io devo andare! ” esclamò; dopodiché
corse via,
cercando di lasciarsi alle spalle quell'avvenimento così
totalmente assurdo. Forse stava sognando, forse si trattava solo di
un'illusione.
Quando
raggiunse la propria casa,
a circa un chilometro da lì, si accasciò contro
il
cancello col fiatone; si sentiva stanco ed avvertiva un dolore
lancinante ai muscoli delle gambe, per l'eccessivo sforzo. Indi per
cui no... non era stato solo un sogno.
Evitò
per il momento di
parlarne a Jiraya, che trovò spaparanzato sul divano non
appena entrò; non aveva intenzione di dirlo a nessuno,
più
che altro per timore d'esser preso per folle. Si chiuse in camera e
si buttò scompostamente sul letto, a rimuginare su quanto la
strana voce gli aveva detto; cosa mai potevano voler dire quelle
parole? Si sforzò di pensare lucidamente, ma era
dannatamente
difficile; davanti agli occhi aveva ancora il volto imbronciato di
Sasuke Uchiha. Era come se il defunto gli avesse chiesto aiuto,
attraverso un messaggio in codice.
Sbuffò,
alzandosi e
avvicinandosi alla grande finestra, leggermente socchiusa. La
aprì
completamente, respirando un po' d'aria fresca. Fuori si stava
facendo buio, e per la strada non c'era anima viva; solo qualche auto
passava, ogni tanto, rompendo il silenzio.
D'improvviso,
pero', qualcosa si
mosse ed attirò la sua attenzione. Dall'altra parte del
viale
v'era una figura oscura, che camminava lentamente senza provocare il
minimo rumore; ad un certo punto lo sconosciuto si fermò, e
parve voltarsi verso Naruto. Quest'ultimo ne ebbe la certezza quando
egli alzò il braccio, facendogli cenno d'avvicinarsi.
No.
Che
diavolo stava succedendo?
Rabbrividì.
Era sempre
stato un ragazzo tranquillo, non aveva mai dato fastidio a nessuno.
Perché quella persona stava cercando proprio lui?
Oltretutto,
se fosse uscito di
casa in quel momento, era certo che il suo tutore lo avrebbe seguito
per controllare che non si mettesse nei guai. Dunque chiuse la
finestra e le tende, sedendosi davanti al computer; doveva parlare
con qualcuno, a costo di sembrare un povero pazzo. Aprì
dunque
il programma di posta elettronica, deciso ad inviare una e-mail a
Sakura; l'avrebbe vista la mattina dopo a scuola, è vero, ma
non poteva aspettare. Lei era l'unica persona che dimostrava di
capirlo, forse l'avrebbe aiutato.
Prima
che potesse cliccare sulla
dicitura “Nuovo messaggio”, notò alcune
e-mail che non
aveva ancora letto.
“
Pubblicità,
pubblicità, ancora pubblicità... oh, cazzo.
” sibilò,
quando lesse il mittente dell'ultimo messaggio in memoria: Sasuke
Uchiha. Non era possibile, non poteva esserlo.
Che
fare, dunque? Ignorarlo e
cancellarlo, oppure aprirlo? Stette almeno dieci minuti a decidere
sul da farsi, poi il suo istinto prese il sopravvento. L'indice
schiacciò il piccolo tasto del mouse, e ai suoi occhi venne
rivelato il contenuto della mail.
“ Puoi rincorrere una farfalla per tutto il prato e non prenderla mai. Ma se ti siedi tranquillo sull'erba verrà a posarsi sulla tua spalla. ”
“
Allora
è un vizio! ” sbottò, adirato.
Gli
venne da pensare che forse qualche suo compagno stava cercando di
spaventarlo, a e tal scopo aveva architettato quello scherzo. Anche
perché non era possibile che un morto
potesse usare un computer!
Spense
il pc ributtandosi sul
letto, senza neanche avvisare Sakura dell'accaduto.
“
E'
uno scherzo, solo un fottutissimo scherzo. ”
sussurrò nel
buio della stanza, un attimo prima di addormentarsi.
~ ~ ~
“
Buongiorno,
Naruto! Che hai fatto? Mi sembri un po' pallido... ”
esclamò
la ragazza dai capelli rosa, salutando il proprio compagno.
“
Ho
avuto un incubo, stanotte. Anzi, un sacco di incubi. ”
confessò,
ripensando a quel che aveva sognato; si era visto solo, a correre per
sfuggire allo sconosciuto che aveva visto poche ore prima. Poi aveva
sentito la voce di Sasuke, e aveva visto la sua foto tante di quelle
volte che oramai conosceva a menadito i suoi tratti somatici.
“
Accidenti!
”
“
Ma
adesso mi sento meglio. Andiamo in classe, mh? ” sorrise, e
la
giovane rispose con un cenno del capo.
In aula
l'atmosfera era quella di
sempre: il solito brusio, gli aeroplani di carta che volavano, le
imprecazioni di chi si era dimenticato di fare i compiti.
Nessuno
lo guardava, nessuno rideva osservandolo. Tutto normale. Naruto si
sentì ancor più confuso, constatando che
evidentemente
non erano stati i suoi compagni a fargli quello scherzo –
sempre
che si trattasse effettivamente di una burla –, o forse erano
incredibilmente bravi a fingere. Si sedette, aprendo svogliatamente
il libro di storia. Non aveva voglia di fare nulla. Voleva solo
capire.
Per
questo passò tutta la
mattinata sovrappensiero, a meditare. Quando qualche ora prima era
passato lì di fronte con lo scuolabus non aveva udito voci;
possibile che si fosse trattato veramente della sua immaginazione?
La
lapide, però, c'era ancora.
Trasalì
quando sentì
l'insistente suono della campanella, che segnò la fine
dell'ultima ora. Barcollando si diresse verso il proprio armadietto,
riponendovi alcuni libri; mentre lo faceva, notò una busta
color grigio spento che non aveva mai visto prima. La prese,
rigirandosela fra le mani: non c'era scritto nulla. Allora la
aprì,
trovando una lettera al suo interno; fece un profondo respiro e la
lesse, rimanendo basito.
“ Ho bisogno di vederti. Ti aspetto questa sera dove tu sai, alle 22:00 in punto. Non portare nessuno con te.
Sasuke ”
Ok,
come scherzo si stava rivelando un po' troppo macchinoso e
decisamente eccessivo. Tuttavia conservò la missiva e
salì
sul bus, passando nuovamente da quel posto.
Per
tutto il pomeriggio pensò,
spremendosi le meningi. Che cosa doveva fare? Accogliere l'invito o
declinarlo? E le conseguenze, in entrambi i casi, quali sarebbero
state? Si trovò di fronte ad un bivio, e non c'era modo di
aggirarlo prendendo una scorciatoia. Infine, colto da una
curiosità
tipica dell'essere umano, decise di presentarsi all'appuntamento.
“
Dove
vai, ragazzo? ” domandò Jiraya, quando alle 21:30
Naruto si
avviò verso la porta, con indosso la sua tuta preferita e
sul
volto un'espressione innaturale; cercava di stare calmo, ma non era
affatto semplice.
“
Ehm...
mi vedo con una mia amica. ” balbettò, alludendo a
Sakura,
sperando che il suo tutore ci credesse.
“
Finalmente!
” esclamò, visibilmente felice, “ Mi
raccomando, devi
diventare un rubacuori come il sottoscritto! ”
Il
giovane rise e lo salutò,
chiudendosi il portone alle spalle.
“
E'
giunta l'ora. ”
Faceva
freddo fuori, e il vento
sibilava fra le fronde degli alberi. Il ragazzo camminò fino
alla lapide, non poco agitato; giunto lì, notò
una
figura appoggiata ad una quercia, immobile. Era più che
sicuro
che si trattasse dello stesso individuo che aveva visto dalla
finestra della sua camera.
Il suo
volto era nascosto sotto un
cappuccio nero, che lasciava scoperta solo la parte inferiore del
viso.
“
Ciao,
Naruto. ”
Il
giovane fece due passi
indietro, spaventato.
“
Non
avere paura, non intendo farti del male. ”
“
Chi
sei? Sei il fantasma di cui tutti parlano? Lo spettro... di Sasuke
Uchiha? ” domandò.
“
Ah,
la gente ne parla, dunque. E che cosa dicono? ”
“
Che
la notte vaghi per i boschi... che ti hanno visto. ”
“
Meri
esseri umani che in realtà non vedono nulla. Ma tu sei
diverso. ”
A
quell'affermazione, il biondo
avvertì un brivido percorrergli la schiena.
“
Di
che cosa parli? ” balbettò.
“
Del
tuo potere. ”
Naruto
lo osservò stranito,
e dopodiché scoppiò in una fragorosa risata.
“
Potere?
Mi sa che hai sbagliato persona! Io sono un normalissimo essere
umano! ”
“
No.
”
tuonò, “
Tu non ne sai nulla, ma il tuo tutore potrebbe raccontarti ogni
singolo particolare... a lui crederesti, vero? ”
“
E...
e tu come fai a sapere di questo “potere”? Sono
certo che ti stai
inventando tutto! ” sbraitò, irritato.
“
Io
ti ho sentito, tu sei diverso... e il fatto che tu riesca a vedermi e
a sentirmi conferma la mia ipotesi. Tu sei il salvatore, l'Uragano.
Colui che deve aiutare la Farfalla a risorgere. ”
L'Uzumaki
lo guardò con
espressione interrogativa, confuso. Di che stava parlando, quel
pazzo? Uragani, farfalle?
Gli
girava la testa, tanto che
dovette appoggiarsi ad un tronco per non cadere a terra.
“
Senti,
non ho tempo per strani giochetti. Ci vediamo! ”
Fece per
andarsene, ma l'altro lo
bloccò.
“
Certo
che sei strano come fantasma... non riesco a passarti attraverso!
”
esclamò in tono di scherno, cercando di divincolarsi dalla
stretta ferrea.
“
Naruto,
ho bisogno di te. Devi riportarmi in vita. ”
~ ~ ~
Approfittando
del fatto che Jiraya stava dormendo, Naruto visionò ogni
singolo volume – non che i libri che possedevano fossero
molti, in
realtà – posto sulla libreria.
Quando Sasuke – o meglio, il suo fantasma – gli
aveva consigliato
di controllare i vecchi libri che tenevano in casa, non era riuscito
a resistere. In verità si sentiva dannatamente confuso,
tanto
che aveva persino detto allo spettro che gli avrebbe fatto
sapere.
“
Cazzo, devo
essere uscito di testa! ”
si maledì, gettando per terra il tomo che teneva in mano;
esso
si aprì a pagina 22, proprio all'inizio del capitolo
intitolato “L'Uragano”.
“
Che
diavolo... ”
Lo
prese ed iniziò a leggere:
“ L'Uragano fu intrappolato nel corpo del prescelto, appena questi vide la luce. Si pensa che l'entità così denominata sia in grado di viaggiare nel tempo, e di modificare gli eventi. Un giorno, il portatore dell'Uragano diverrà salvatore, e la Farfalla risorgerà. Così è deciso, così sarà. ”
Un'unica
domanda, prepotente,
cancellò tutte le altre: chi aveva scritto quelle righe? E
davvero parlavano di lui?
Continuò.
“ L'Uragano eviterà la fine del mondo. ”
Qualcosa
non quadrava. Lui era un
ragazzo come tutti gli altri, non poteva portare un fardello
così
pesante. Eppure, quel che Sasuke gli aveva detto e quel che v'era
scritto lì combaciava; possibile che possedesse davvero un
potere così grande? Inoltre, secondo quando aveva affermato
lo
spettro, Jiraya doveva saperne qualcosa.
Di
quante cose, dunque, non era a
conoscenza?
Tante,
troppe.
Gli
venne da piangere.
E
d'improvviso capì che il
suo destino era indissolubilmente legato a Sasuke Uchiha. Non sapeva
perché, non sapeva da quando, ma era certo che fosse
così.
Solo, se
veramente possedeva
quelle capacità, in che modo poteva usarle?
“
Mi
fa piacere che alla fine tu abbia deciso di collaborare. Adesso pensa
attentamente a ciò che ti dissi la prima volta che sei
venuto
qui... il resto verrà da sé. ”
“
Intendi
dire... ”
“
Sì.
”
Com'era
quella frase?
“
Puoi
rincorrere una farfalla per tutto il prato e non prenderla mai... ma
se ti siedi tranquillo sull'erba verrà... a posarsi sulla
tua
spalla. ”
“
Esatto.
Desiderami, Naruto. Solo così potrai riportarmi in vita.
”
Cos'aveva
detto? Desiderarlo?
Nonostante
capisse poco e niente
di quel che stava accadendo, si sedette sul ciglio della strada ad
aspettare. Osservò la lapide e la foto che ritraeva colui
che
avrebbe dovuto... resuscitare? Gli veniva quasi da ridere a quel
pensiero. Si soffermò in modo particolare sull'immagine, la
proiettò nella sua mente; pensò a Sasuke, e
desiderò
di averlo al proprio fianco vivo. Poi, avvertì una strana
sensazione, come se una sorta di energia si stesse impadronendo del
suo corpo; dopodiché, perse conoscenza.
“
Ah,
che mal di testa. Ehi, ma... ”
Naruto
si guardò attorno,
constatando che si trovava proprio lì, sul ciglio della
strada.
“
Bene,
lo sapevo io che era solo uno scherzo. Scommetto che quel bastardo mi
ha dato una botta in testa, e per questo sono svenuto. ”
borbottò
arrabbiato, cercando di dare un calcio alla lapide che, pero', non
c'era più.
“
Ehi,
dobe! Adesso usa fare l'autostop coi piedi? ” lo
schernì un
tizio che si trovava a pochi metri da lui.
Lo
guardò bene. E,
incredibilmente, riconobbe in quel volto gli occhi severi e profondi
di Sasuke.
“
Ma...
sei tu! ” esclamò, correndogli incontro,
“ Sasuke Uchiha!
”
“
E
tu come accidenti fai a sapere il mio nome? ”
“
Io...
”
Beh, non
poteva certo dirgli che
era il salvatore venuto dal futuro.
“
...ho
sentito parlare di te. ”
“
E
da chi? ”
“
Ehm...
”
“
Senti,
ho da fare, non posso star qui a perder tempo. Ci vediamo, dobe.
” enfatizzò l'ultima parola in modo particolare,
prima di
attraversare la strada. Non si accorse, pero', che stava
sopraggiungendo un'automobile.
“
Attento!
”
Fu un
attimo.
Si
scagliò sul ragazzo
stringendolo fra le braccia, nonostante a prima vista sembrasse
più
forte di lui.
L'auto
sfrecciò via, e
colui che era al volante urlò qualche insulto dal
finestrino,
prima di scomparire all'orizzonte.
“
Tutto
a posto? ” chiese Naruto, arrossendo poi vistosamente. La
posizione
in cui si erano ritrovati era alquanto equivoca, tanto che il suo
cuore accelerò i battiti. Per paura che il ragazzo sotto di
lui potesse sentirlo, si scansò velocemente; non riusciva a
comprendere quel turbinio di sensazioni che lo aveva assalito.
“
Sì,
ma... che ti è preso? Sei talmente stupido che ti metti a
salvare gli sconosciuti? ”
“
Senti
un po', vedi di fare meno l'arrogante! Io ti ho salvato e tu mi
ripaghi così? ”
“
Oh,
adesso vuoi pure una ricompensa? ” disse atono, guardandolo
storto.
Arrogante,
e decisamente
insopportabile. Queste le prime cose che l'Uzumaki pensò
dopo
avergli salvato la vita. E, soprattutto, dopo aver stravolto il
naturale corso degli eventi.
Dopo
poco la sua vista si offuscò
di nuovo, e capì subito che cosa lo aspettava: lo scontro
con
il presente, che non sarebbe più stato lo stesso.
“
Grazie.
”
“
Spero
che adesso mi darai qualcosa in cambio... ”
sussurrò il
giovane, spossato, aprendo gli occhi a fatica.
L'altro
ghignò, voltandogli le spalle: “
Sappi che la
felicità è come una Farfalla fra le mani: se la
stringi
troppo muore e se la lasci andare se ne va. Accarezzala, e
sarà
sempre con te. * ”
Un altro
indovinello?
“
Che
significa? ”
“
Che
io non sono Sasuke. ”
Si tolse
il cappuccio, rivelando
il suo volto; somigliava al ragazzo che Naruto aveva visto e che
aveva salvato, ma i suoi occhi erano diversi. Ancora più
severi, parevano di fuoco.
“
Chi
sei, allora? E dov'è la persona che ho salvato? ”
“
Devo
ringraziarti ancora, Uragano; la Farfalla è finalmente
risorta, ed io potrò intrappolarla nel mio eterno abbraccio.
Sarà mia, soltanto mia, nessun altro potrà
toccarla. ”
“
Piantala
di parlare in questo modo, razza di bastardo! Dimmi dov'è!
”
ringhiò il biondo, strattonandolo, “ Ti sei
servito di me,
di me che non avevo idea delle mie capacità! Come facevi a
saperlo? Eh? ”
“
Forse
avresti dovuto leggere quel capitolo fino in fondo... Naruto.
”
Lo
sconosciuto scomparve,
lasciandolo lì, immerso nei suoi pensieri. La lapide non
c'era
più. Si sentì come svuotato, eppure
trovò la
forza per rialzarsi e tornare a casa.
Com'era
ovvio, non appena vi
arrivò, Jiraya lo sgridò; era uscito senza dirgli
nulla, e per giunta aveva anche fatto tardi. Quando pero' l'uomo si
accorse delle sue condizioni, lo sorresse per le spalle e lo
invitò
a sedersi sul divano.
“
Cos'è
successo? ”
“
Perché
non mi hai mai detto nulla? Perché nessuno mi ha mai parlato
del mio... potere? ” singhiozzò.
“
Oh,
accidenti. Ecco... vedi, Naruto... ”
“
Mi
avete rovinato la vita! Perché non me lo avete detto?
”
Era
furioso. Avrebbe voluto
distruggere tutto, sfogarsi in qualche modo. Si domandò
perché
quel tizio non lo aveva ucciso, considerando che ne aveva avuto
l'occasione. Poi si chiese dove poteva mai essere la persona che
aveva strappato alla morte con un gesto disperato.
Si
alzò e prese il libro,
deciso ad arrivare fino in fondo. E dunque lesse:
“
Il
Bruco imprigionerà la Farfalla, e il mondo sarà
salvo.
Questo
è ciò che
la profezia narra, questo è ciò che
accadrà. In
un anno imprecisato, ad una persona qualunque.
Se
l'Uragano non accetterà,
il mondo si sgretolerà in tanti piccoli pezzi. ”
“
Naruto,
non dirmi che... che la profezia si è avverata! ”
“
Io
ho viaggiato nel tempo. Ho salvato la vita ad una persona, su
richiesta di colui che ero convinto essere il suo spettro.”
“
E
invece chi era? ”
“
Non
so dirlo di preciso. Ma credo si trattasse del
“bruco”... ”
Il
puzzle si andava man mano
ricomponendo. Solo, l'Uzumaki non riusciva a capire per quale motivo
Sasuke era la Farfalla, vale a dire la fine del mondo. O almeno,
così
sembrava.
~ ~ ~
“
Avete
sentito? Sasuke Uchiha è scomparso! ”
“
Sì,
sì! E' da un sacco di tempo che non torna a scuola!
”
“
Che
cosa gli sarà successo? ”
“
Dicono
che sia sparito anche suo fratello maggiore! ”
Dunque,
Sasuke era morto poco
tempo prima dell'arrivo di Naruto nella piccola cittadina,
probabilmente era passato solo qualche mese dal tragico evento. E
adesso era scomparso. Di bene in meglio, quindi. Inoltre, quei
ragazzi parlavano anche di suoi fratello maggiore, che
scoprì
chiamarsi Itachi; possibile che anche lui c'entrasse qualcosa?
Possibile che egli... fosse il Bruco?
“
Dove
sarà finito Sasuke? ” piagnucolava Sakura, senza
degnare il
biondo del minimo sguardo. Cercò di attirare la sua
attenzione, ma ogni sforzo fu vano. Per qualche motivo ogni cosa era
stata scombussolata; solo lui e il suo tutore erano a conoscenza
dell'accaduto, e si comportavano ancora normalmente.
Tutte
– o quasi – le ragazze
della scuola piangevano la scomparsa dell'Uchiha. Perché,
quando era morto, non lo facevano?
I
professori, pero', parevano non
farci caso e continuavano le loro lezioni imperterriti.
Le
persone, quando passavano sia
in auto che a piedi dal punto in cui un tempo v'era la lapide
commemorativa, ora vi gettavano rifiuti.
Nessuno
rispettava più gli
obblighi e i divieti, e le forze dell'ordine oramai non contavano
più
nulla.
Basta,
doveva vederci chiaro, la
situazione era divenuta insostenibile. E, alla fine, era stato lui
l'artefice di tutto; per questo era suo dovere risolvere la
situazione. Ma aveva capito che, desiderando Sasuke in maniera
ossessiva non sarebbe servito a nulla, anzi; lo avrebbe allontanato
da lui e basta.
Pero',
non poteva neanche
fregarsene. Doveva trovare un compromesso, una via di mezzo.
Così
s'informò più che poteva sulla Farfalla e sulla
sua
famiglia, scoprendone la residenza: abitavano in una villa a pochi
chilometri dalla scuola.
Si
armò dunque di
bicicletta e si recò a villa Uchiha, trovandola in uno stato
di degrado assoluto.
“
Ma...
che diavolo è successo qui? ” disse, legando la
bici al
cancello, “ Questa casa... sembra disabitata. ”
Entrò
in giardino,
infestato dalle erbacce e dai rampicanti. Le finestre erano state
scelte come dimora da una quantità innumerevole di ragni, e
le
ragnatele erano talmente fitte da non permettere di vedere l'interno
della casa, sebbene non vi fossero tende. Aprì la porta, che
cigolò attirando l'attenzione di chi soggiornava silenzioso
in
soffitta.
“
Sasuke!
” esclamò, accendendo la luce; si
ritrovò in un
enorme salone polveroso, arredato con un vecchio divano, un camino ed
un televisore su un tavolino, “ Sasuke! ”
chiamò di nuovo,
constatando che non si trovava al piano terra. Dunque decise di
salire le scale, che fortunatamente sembravano in condizioni decenti.
“
Sasuke,
sei quassù? ”
Esplorò
le varie stanze;
v'erano un bagno e due camere, ma nessuna traccia del ragazzo,
né
di suo fratello.
“
Cazzo.
” sbottò.
Oltretutto,
sembrava addirittura
che nessuno fosse andato a cercare i due in casa loro, visto che per
terra si potevano notare solo le sue orme, fra la polvere alta
diversi centimetri.
Fece per
andarsene, quando notò
una specie di botola sul soffitto.
“
Che
siano lassù? Beh, tentar non nuoce. ” si disse,
cercando
disperatamente una scala. La trovò in garage, e sebbene
sembrasse poco stabile decise comunque di utilizzarla.
La
botola si aprì anch'essa
con un cigolio, e rivelò agli occhi di Naruto uno spettacolo
affascinante ed inquietante allo stesso tempo.
C'erano
candele ovunque, tante piccole fiamme crepitanti che illuminavano
l'oscura stanza; al centro di essa c'era un antico letto in ferro
battuto, e Sasuke vi era disteso sopra, il suo corpo nudo coperto per
metà dalle lenzuola color cremisi. Non stava dormendo. I
suoi
occhi erano spalancati, fissi ad osservare il
nulla.
“
Sasuke...?
” chiamò piano, ma non ricevette risposta,
“ Ehi, è
tutto ok? Avanti... avanti, teme, guardami... ”
Gli si
avvicinò,
prendendogli la mano.
“
Che
cosa ti ha fatto? Dai, rispondimi... ”
Gli
toccò il braccio,
constatando che fortunatamente era caldo. Il suo cuore batteva
ancora, ma il suo sguardo era completamente assente. Gli
posò
una mano sulla fronte, accarezzandola, e l'Uchiha ebbe un fremito.
Parvero piacergli, quelle piccole e delicate attenzioni. Naruto
continuò, carezzandogli il volto, sentendosi un po' stupido
in
verità. Mai, mai prima d'allora aveva provato simili
sentimenti per una persona del suo stesso sesso, ma qualcosa era
cambiato; nonostante non lo conoscesse affatto sapeva che lui era
diverso, lo sentiva distintamente. Voleva salvarlo a tutti i costi, e
vederlo brillare ancora.
“
Svegliati...
svegliati... ”
A quelle
parole, Sasuke mosse un
poco la testa, e le sue iridi si persero in quelle azzurro cielo del
suo salvatore.
“
Dobe...
allora è destino che io e te c'incontriamo. ”
Sul
volto del biondo si disegnò
un sincero sorriso, e i suoi occhi s'illuminarono.
“
Grazie
al cielo, sei ancora vivo! ” esclamò,
abbracciandolo.
“
No.
Grazie a te. ”
Quella
voce risuonò nella
piccola stanza penetrando nelle orecchie del giovane come degli
ultrasuoni.
“
Tu...!
”
“
Nii-san...
” sussurrò Sasuke.
“
Allora
lui è veramente tuo fratello! ”
“
Itachi
Uchiha, piacere. Mi duole doverti uccidere, in fondo mi sei
simpatico... ma non dovevi arrivare a tanto. Non dovevi cercare
d'insidiare la Farfalla, così pura ed innocente. ”
“
Come?
Ma se sei stato proprio tu a dirmi cosa dovevo fare affinché
egli si avvicinasse a me! ” esclamò l'Uzumaki,
stringendo
forte la mano di Sasuke, “ Chi sei, in realtà?
Perché
stai facendo tutto questo? ”
“
Sei
più perspicace di quanto immaginassi, ragazzino. Lascia che
ti
racconti... in fondo, te lo devo. ”
Cosa
accadde dopo, fu qualcosa
d'inspiegabile: apparve una sorta di specchio, di fronte a loro. Uno
specchio che rifletté delle immagini apocalittiche.
Il mondo
si stava sgretolando; le
case bruciavano, le persone giacevano a terra agonizzanti. In mezzo
al caos, una figura luminosa camminava a passo lento; un bambino. Si
guardava attorno e piangeva; forse cercava i genitori, o
semplicemente un contatto umano.
Naruto
lo guardò bene: era
piccolo, sì, ma somigliava a Sasuke in modo impressionante.
Aveva i suoi stessi occhi neri e la pelle candida. Sulla sua schiena
due ali piumate, sporche di sangue.
Un
angelo.
Poi gli
si affiancò
un'altra figura, oscura, così diversa da lui. Anch'egli
possedeva delle ali, ma esse erano nere, così come i suoi
vestiti e i suoi capelli corvini.
Itachi.
Riconobbe
i suoi occhi di fuoco.
Gli
stava mostrando il passato?
Chissà a quando risalivano quei fotogrammi; non vedeva i
cartelloni pubblicitari che oramai caratterizzavano le moderne
città,
né le automobili che infestavano le strade. Solo pura e
semplice desolazione. E, in mezzo ad essa, due figure così
diverse e al contempo così simili.
“
Ho
tanta paura. ” aveva piagnucolato il piccolo angelo,
nascondendosi
il volto fra le mani.
“
Non
devi averne. Perché adesso ci sono io, con te. Ti
proteggerò.
”
gli aveva risposto il più
grande, per tranquillizzarlo. E il bimbo aveva sorriso,
ringraziandolo.
Improvvisamente
attorno a loro il
paesaggio cambiò; e videro verdi pianure, giardini
rigogliosi.
Tutto era rinato.
“
Cos'era...?
” chiese Naruto, con voce tremante.
“
Il
passato. Avresti dovuto leggere per intero quel libro. Quella che tu
possiedi è l'unica copia in circolazione, perché
nessun
altro deve sapere cos'è successo a quel tempo. ”
Una
pagina di storia sconosciuta,
per difendere un segreto.
“
E'
per questo che hai segregato Sasuke? Per non far sapere al mondo che
lui è la chiave di tutto? ”
“
No,
non lui. Noi.
Le due
facce della stessa medaglia. Il bene e il male, l'angelo e il demone.
”
Il
ragazzo
strabuzzò gli occhi, più
confuso che mai. Itachi stava dicendo che lui e suo fratello erano...
la stessa persona?
“
Io
e Sasuke dobbiamo
necessariamente stare l'uno accanto all'altro, altrimenti il mondo
sprofonderà nel caos. ”
spiegò con tono pacato.
“
Se
è davvero così,
perché adesso che state vicini, fuori sta andando tutto in
rovina? ”
“
E'
colpa tua... per questo devo
ucciderti. Devo allontanarti da Sasuke, tu lo stai facendo vacillare.
” lo accusò.
“
Io ho fatto
solo quello che mi hai
chiesto! ”
“
Ma
lui non fa altro che parlare di
te. ” disse, e il suo volto s'incupì, “
Non deve.
Può pensare solamente a me. ”
Perché?
Perché non
poteva decidere da solo a chi pensare? Eppure era così,
sebbene ciò non fosse affatto giusto.
“
Sasuke
è la mia metà;
senza di lui, la mia esistenza non ha senso. Per questo ho usato il
tuo potere per riportarlo in vita. ”
“
Pero'...
pero', anche se lui era morto, la vita sulla terra ha continuato il
suo corso. Che senso ha tutto questo? ”
Troppe
domande ancora senza
risposta.
“
Hai
fatto una domanda giusta,
ragazzino. Nei mesi in cui sono stato senza la mia metà ho
usato tutti i miei poteri pur di mantenere l'ordine su questo mondo.
Alla fine li ho terminati, e dunque necessitavo di quelli di mio
fratello. ”
“
E
perché mai un demone come te dovrebbe volere la pace?
”
I suoi
occhi si fecero scuri,
tristi.
“
Hai
mai desiderato di vedere il
sorriso di qualcuno? ”
Naruto
rimase sorpreso da quelle
parole. Le pronunciò quasi sussurrando, con voce roca.
“
Sì...
” rispose.
“
E
allora non fare domande inutili.
”
Fu
allora che il biondo capì
tutto. Itachi era sì un demone, ma la purezza di suo
fratello
l'aveva aiutato a redimersi; a rinnegare la sua natura pur di stargli
accanto. Lo amava, in un modo tutto suo ma lo amava. E sicuramente
Sasuke lo aveva ricambiato, ma le cose parevano essere cambiate.
“
Devi
morire, Naruto. ”
“
No.
”
La voce
dell'Uchiha minore era
ancora flebile.
“
No.
” ripeté.
“
Itachi,
no... non voglio più vedere sangue.”
supplicò, “ In
verità tu... è per me che hai avvicinato Naruto,
non è
vero? L'ho sentito... lo sento. ”
Lui
sapeva tutto, e il demone si chiese come potesse essere possibile.
Forse, essere la metà dell'altro significava sentire anche
quello. Così
come Itachi era
perfettamente consapevole
del fatto che i sentimenti dell'altro stavano cambiando
inesorabilmente.
“
Che cosa
significa? ” chiese il
biondo, confuso.
“
Essere
angeli o demoni non vuol
dire necessariamente essere immortali. ” fu la
risposta che
ricevette; dopodiché, ai suoi piedi cadde un oggetto che ben
conosceva. “ Leggi. Fino in fondo. ” lo
esortò.
“
Se
una delle facce della medaglia dovesse perire, l'altra potrà
utilizzare comunque i suoi poteri, ma per un tempo limitato.
Se
l'Uragano sarà dotato
di buona volontà, accompagnerà il Bruco o la
Farfalla
fino alla fine del mondo; se lo farà, il genere umano
vivrà
ancora per molti anni grazie al sentimento denominato amore.
Altrimenti,
vi sarà solo
buio. ”
“
Capisci
quel che c'è scritto? ”
“
Sì...
lo capisco. ”
“
Se
non vuoi che ti uccida e che condanni la terra alla totale
perdizione, distruggimi. ”
“
Quanto
tempo ti è rimasto... Itachi? ”
Sorrise
tristemente, senza
rispondere. Poco, pochissimo, a giudicare dalla sua reazione. Cosa
fare, allora? Uccidere il demone e vivere a fianco dell'angelo
donandogli amore, o provare ad usare nuovamente quell'enorme potere
per un altro, forse più nobile scopo?
“ Sai, Naruto... a volte penso che tu sia fin troppo altruista. ” gli aveva detto un giorno Jiraya. E forse aveva ragione. Ma alla fin fine, che aveva da perdere?
“
Dammi
qualche minuto per pensarci. ” gli disse, mentendo
spudoratamente.
Aveva già deciso, ormai.
Si
soffermò su quelle
immagini, che ancora affollavano la sua mente. Doveva tornare al
momento in cui Sasuke e Itachi si erano incontrati ed uniti in
quell'idillio.
Perché
lo sentiva, quello
era il suo destino. Il demone si fidava di lui, tanto che gli avrebbe
affidato la vita della sua metà... ma questo non era giusto.
~ ~ ~
Un pomeriggio d'estate, l'asfalto che bruciava sotto il sole cocente. Naruto rivisse ancora una volta quel momento, notando un ragazzo che stava per attraversare la strada. Si accorse poi di un particolare che in passato aveva omesso: dall'altra parte della carreggiata qualcuno lo attendeva, le braccia tese in direzione di lui. Dunque, Itachi era lì quando egli fu investito. Non seppe dire quando e come quest'ultimo si era ammalato, ma era certo di poter donare ai due un po' di tempo in più da trascorrere assieme. Si domandò per quale motivo il fratello maggiore non mosse un dito quando l'automobile sopraggiunse a gran velocità; forse non la vide. Ipotizzò che i suoi occhi fossero morti ormai da tempo, e che egli vedesse attraverso la propria anima. Sapeva dov'era Sasuke, percepiva la sua presenza, perché lui era – è – la sua metà.
Il
migliore,
devi
essere il migliore.
Devi
cambiare il mondo,
e
utilizzerai questa opportunità per essere ascoltato.
E'
il momento giusto.
In
fondo, diventare qualcuno
d'importante era sempre stato il suo sogno; aiutare gli altri, il suo
più grande desiderio.
Lo
salvò ancora una volta,
spingendolo semplicemente via, fra le braccia di colui che lo stava
aspettando; la macchina giunse, troppo veloce per dar modo al
guidatore di fermarsi in tempo.
Ma non
importava, a lui andava
bene così.
Non
sentì neanche dolore,
lo schianto fu talmente forte da non permettergli di soffrire
“ Lo sapevo. Sei troppo altruista, Uzumaki Naruto. ”
~ ~ ~
Note:
[*]
“ Puoi
rincorrere una farfalla per tutto il prato e non prenderla mai. Ma se
ti siedi tranquillo sull'erba verrà a posarsi sulla tua
spalla. ” - Anonimo
[*] “ Sappi che la
felicità è come una Farfalla fra le
mani: se la stringi troppo muore e se la lasci andare se ne va.
Accarezzala, e sarà sempre con te. ” - Anonimo
Le due frasi in corsivo grassetto allineate a destra ( dopo il prologo e nell'epilogo ) sono strofe della canzone “Butterflies & Hurricanes” dei Muse.
~ ~ ~
Ringrazio infinitamente x Saretta x e bacinaru per le
recensioni al prologo. ^^
Al più presto pubblicherò il breve epilogo di
questo delirio assurdo... spero ci abbiate capito qualcosa! xD