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Autore: cassiana    17/05/2020    23 recensioni
Brenda ragazza brillante e un poco goffa deve per forza andare a quella premiazione a York. Ce la porterà un amico del fratello. Quel che Brenda non immagina è che Malcom sia così tremendamente sexy e sfrontato.
Se quel giorno non ci fosse stato uno sciopero dei treni forse non avrebbero mai incrociato i propri destini. Ma la vita come una strada ha bivi, incroci e biforcazioni anche molto distanti tra loro. Chissà se Brenda e Malcom torneranno a camminare insieme.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La famiglia Jones ovvero Londoners '80'
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Disclaimer: Trama, personaggi, luoghi e tutti gli elementi che questa storia contiene, sono una mia creazione e appartengono solo a me.

PER ARRIVARE AL TUO SORRISO

 

I - 1977

 

- Sei in ritardo!

Il tipo l'aspettava appoggiato a una kadett dorata, le gambe allungate davanti a sé e le braccia incrociate. I lunghi capelli castani incorniciavano il viso sottile e le labbra piene erano atteggiate ad una smorfia annoiata. Brenda guardò l'orologio e aggrottò le sopracciglia: erano le 10 e non le sembrava di essere affatto in ritardo. Anzi quella mattina si era svegliata ancora prima del solito per preparare tutte le sue cose e ripassare il suo discorso. Era stata ad ascoltare le raccomandazioni di Richard e della madre, due tipi di raccomandazioni molto diverse tra loro in effetti. Era persino riuscita a fare colazione con suo padre che di solito usciva sempre molto prima di lei per andare alla banca dove lavorava. Poi aveva dovuto prendere la tube e arrivare fino lì a Fulham. Si scostò i lunghi capelli neri dal viso e rispose con un sorriso, senza lasciarsi intimidire:

- Tu devi essere Malcom, l'amico di mio fratello, giusto? Ti ringrazio per il passaggio ... con questo sciopero dei treni non so proprio come avrei fatto ad arrivare fino a York!

Anche se lui fosse stato maleducato, lei non avrebbe rinunciato alle buone maniere!

- Si si, prego. Dai, sali in macchina che la strada è lunga!

L'auto era piena di pannolini e altre cose per bambini. Brenda posò le proprie borse davanti a sé tra i piedi, sconcertata.

- Scusa per il casino dietro. Richard non te l'ha detto? Maggie è quasi un termine e mi ha pregato di portarle tutte queste cose. E non pensare di toglierti le scarpe qui dentro!

Brenda alzò gli occhi al cielo, come se lei andasse in giro a togliersi le scarpe nelle macchine altrui! Non erano ancora partiti e già era pentita di aver accettato quel passaggio. Cercò di mettersi comoda, l'impermeabile appoggiato sulle gambe. Aveva optato per un abbigliamento confortevole per quel viaggio: i soliti jeans a zampa e un maglioncino corto a righe rosse e bianche. Per la premiazione si era portata un vestito di ricambio. Aveva già calcolato tutto come sempre. L'unica cosa che non era riuscita a prevedere era che i ferrovieri proprio il giorno prima avessero indetto quello sciopero e che nessuno potesse accompagnarla a York. Finché Richard non se n'era uscito con quel suggerimento: un suo amico doveva andare a Leeds così gli aveva proposto di darle un passaggio e quello aveva accettato.
Nel frattempo Malcom aveva messo in moto e si era immesso nel caos londinese. Festoni di bandierine colorate decoravano le strade gremite di mezzi e persone affrettate e i grossi autobus rossi ronzavano come calabroni nel traffico. Quell'anno era il giubileo d'argento della Regina e ovunque Londra portava i segni dei festeggiamenti. Il cielo non prometteva niente di buono e infatti qualche gocciolina iniziò un picchiettare sul parabrezza. Dall'autoradio si diffuse la voce di Donna Summer.

- Mi dispiace piombarvi in ​​casa così, se avessi saputo che tua sorella era incinta avrei detto a Richard di non chiedervi questo favore.
- Dickie Richie mi dovrà ben più di un favore, tranquilla.
- Dickie Richie ... mio fratello sa che lo chiami così?
- Oh si ... e lo detesta!

Brenda scoppiò in una risatina, Richard poteva essere davvero pedante a volte, era sempre così serioso. Ci voleva che qualcuno gli abbassasse la cresta ogni tanto. L'irriverenza di Malcom la divertì e si rilassò. Proseguirono un'oretta nel traffico con Malcom che imprecava e suonava il clacson nervoso. Avevano attraversato la zona di Earl's Court e ora stavano passando per Kensington.

- Che palle, ci metteremo una vita così! Comunque, cosa vai a fare a York?
- Una premiazione.

Rispose Brenda in tono sussiegoso. Non poteva farne a meno, aveva lavorato così a lungo che pensava di non meritare nulla di meno, in effetti.

- E se posso chiederlo per cosa vieni premiata?
- Per un saggio breve sulle guerriglie semiotiche tra i poeti delle nuove avanguardie.
- Mmmh, sembra abbastanza palloso, no?

Il commento di Malcom la smontò un poco. Si voltò verso di lui con un'espressione battagliera sul viso pronta a ribattere, ma si si accorse che lui aveva un sorriso strafottente. Ah, ecco la stava provocando. Decise di non dargliela vinta mostrandosi offesa e cambiò totalmente discorso. 
Nel frattempo la pioggia era aumentata e i tergicristalli grattavano sul parabrezza sempre più frenetici. Malcom era piegato in avanti e cercava di vedere la strada quasi nascosta dalla pioggia scrosciante.

- Che palle, odio gli Abba.

Cambiò su un canale di musica rock.

- Hey, a me non dispiacevano!

Brenda amava ballare, tutti i sabati pomeriggi andava con la sua amica Becky a uno dei club di Camden, il Koko o l'Elettric ballroom di solito e si perdeva nelle canzoni di Gloria Gaynor, Bee Gees, KC and the Sushine Band lasciandosi andare completamente alla musica.

- Ci avrei scommesso, ma sai com'è macchina mia...
- Musica tua. Sei pesante quasi quanto Richie.
- Quando ti comprerai una macchina con i tuoi soldi capirai.
- Si si, non cominciare. A proposito come vi siete conosciuti te e mio fratello?
- A una festa organizzata dal mio club, il Brentford. Lo sai quanto Richie è appassionato di calcio, praticamente abbiamo cominciato a parlare e tra una bevuta e una partita siamo poi diventati amici.

Si erano lasciati alle spalle Londra e l'acquazzone, quando incontrarono una deviazione sulla M1. Un lungo serpentone di macchine occhieggiava di luci rosse.

- Oh magnifico... - Malcom sbatté una mano sul volante - di questo passo non arriveremo mai. A che ora devi essere a York?

Brenda sussultò: la premiazione era alle 6:00 del pomeriggio.

- Senti, qua è inutile proseguire, alla prima uscita svicoliamo. Tra l'altro muoio di fame.
- Ce la faremo ad arrivare in tempo?

Malcom le lanciò un'occhiata intenerita, suo malgrado:

- Ma certo! Adesso ci fermiamo a mangiare, conosco delle strade alternative. Ma sta tranquilla ti ci faccio arrivare alla tua premiazione.

Brenda si appoggiò titubante allo schienale, non poteva farci niente e doveva fidarsi di Malcom. Sperava solo davvero di riuscire ad arrivare in tempo, andava bene anche prendere quelle stradine fangose di campagna che la facevano sballonzolare di qua e di là.
Dopo qualche chilometro disagevole arrivarono a uno slargo, più avanti si intravvedevano i cottage di un tipico paesino dello Yorkshire. Tutto era verde e quieto. C'era un pub di campagna che si affacciava sullo spiazzo. Malcom parcheggiò e uscì stiracchiandosi, la maglia verde gli risalì lasciando intravvedere i fianchi ossuti e il ventre piatto. Brenda lo occhieggiò e quando lui si girò verso di lei abbassò lo sguardo imbarazzata. Si sbrigò ad aprire la portiera e scendere.
Il pub era piccolo e grazioso, con le mura di pietra e legno. C'era un camino enorme che spandeva un piacevole tepore, alcune poltrone foderate in chintz davano un'aria casalinga all'ambiente, le finestre a bovindo creavano delle nicchie di intimità e alcuni avventori già sedevano al bancone con le loro pinte di birra.

- Allora, che prendi?

Malcom pilotò la ragazza verso un tavolo libero, poggiandole delicatamente la mano sulla schiena. Brenda avvertì una minuscola scossa a quel contatto:

- Qualcosa di veloce...

Rispose distratta. Lasciò che Malcom si dirigesse al bancone a fare le ordinazioni e ebbe tutto agio nell'osservalo bene. I jeans lasciavano intravvedere gambe lunghe e tornite e il giubbotto corto metteva in risalto un sedere tutt'altro che disprezzabile. Visto da dietro con quei capelli lunghi poteva quasi essere scambiato per una ragazza, ma la sua postura mascolina non dava adito a dubbi che fosse un uomo. Come se si fosse accorto di essere osservato, Malcom si voltò a metà per sorriderle con quel suo sorriso sghembo appena accennato. Brenda gli fece un piccolo cenno con la mano sorridendogli a sua volta, ma imbarazzata che fosse stata colta ad osservarlo. Lui tornò indietro con due boccali di birra.

- Ora arrivano i nostri yorkie e salsicce.

Brenda arricciò il naso, la birra non sarebbe stata proprio la sua prima scelta e neanche le salsicce: ecco cosa capita a lasciarsi distrarre! Sospirò affondando il viso nel suo piccolo boccale, Malcom guardava fuori sporgendo in avanti le labbra, sovrappensiero. Una cameriera posò loro i piatti davanti e Malcom si avventò sulle salsicce infilzandone una con foga. Questo fece sorridere Brenda:

- I calciatori non dovrebbero seguire una dieta?
- Abbiamo delle linee guida, ma possiamo mangiare come vogliamo finché consumiamo...Ma tu, non sarai fissata con quelle cose? A giudicare da quel che vedo non ne hai proprio bisogno.

Concluse facendole l'occhiolino. Brenda sentì una vampa di calore colorirle il volto. Non sapeva a cosa poteva riferirsi, non aveva i jeans così stretti e il maglioncino le scopriva solo un filo di pancia. Ma era compiaciuta che lui l'avesse guardata in quel modo.

- Ah, no, non direi fissata. Richie si, ci dice sempre che consumiamo troppa carne e troppi latticini e questo prima o poi si ripercuoterà sull'ambiente e tutte queste cose qui.
- E tu l'ascolti?

Brenda fece spallucce:

- Studia biologia, forse ha ragione. Io non mangio molto, ma lui mi accusa sempre di essere troppo golosa...anzi, chissà se hanno già le fragole, magari con la panna!

Malcom scoppiò a ridere e quasi si strozzò con la birra al tono sognante di Brenda.

- Ti giuro: te ne mando un cestino appena le trovo!

Lei incrociò le braccia tra l'offeso e l'imbarazzato.

- In Francia di questa stagione già ci sono quelle piccoline di bosco.

Brenda mise da parte l'acredine e si sporse un po' verso di lui incuriosita:

- Quando sei stato in Francia?
- Tre anni fa, stavo a Marsiglia, poi ho giocato un po' nel Tolone. Sai, nel campionato di terza serie. Abbiamo avuto anche un buon piazzamento.
- Mio fratello ha detto che hai fatto anche il modello, è vero?

Malcom fece spallucce scostandosi i capelli dagli occhi:

- Ho posato un po', si. Più che altro foto pubblicitarie per la squadra. Tuo fratello ti ha detto un sacco di cose.

Brenda sollevò in avanti i palmi delle mani:

- Colpa mia! Dovevo pur sapere tutto il possibile di chi mi avrebbe scarrozzato per mezza Inghilterra in macchina!

Lui annuì e sporse in avanti le labbra giocherellando con un pezzo di pane.

- Mi sembra giusto. Allora fammi sapere qualcosa di te. Hai 21 anni, sei la preziosa sorella di Richie e stai vincendo un premio prestigioso per un articolo noiosissimo, poi?
- Faccio giornalismo a Londra e l'articolo non è affatto noioso! Anzi magari potresti leggerlo, te ne lascio una copia. E fra un paio di mesi partirò per Berlino per uno scambio interuniversitario.
- Dicono che accadono un sacco di cose interessanti lì.
- Oh si: è il centro strategico dell'Europa, ci sono incontri al vertice e intrighi economici!
- Io intendevo cose interessanti tipo musica figa, droghe nuove, sesso strano...

Brenda aggrottò le sopracciglia interdetta e guardò l'orologio per darsi un tono:

- Si sta facendo tardi, sarà meglio andare

disse infatti brusca. Si alzarono dai rispettivi posti e Malcom sovrappensiero le sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio lasciandola turbata per un momento.
Le macchine sullo spiazzo erano aumentate e un furgoncino, nonostante ci fossero comunque altri posti liberi, si era parcheggiato attaccato alla loro opel, dalla parte del passeggero.

- Magnifico! - alzò gli occhi al cielo Malcom - dai, mettiti lì che faccio manovra...che razza di imbecille.

Brenda si affrettò a raggiungere l'uscita dello slargo e si fermò ad aspettarlo. Malcom sfilò la macchina dal parcheggio, ma nel fare manovra andò ad affondare una ruota posteriore in una pozzanghera che non aveva visto. Un getto di fango colpì in pieno Brenda che cacciò uno strillo. Quando la vide Malcom aprì la bocca in una o perfetta: la ragazza aveva l'impermeabile, le scarpe e la faccia infangate e i capelli le spiovevano flosci sul viso. Brenda aveva allargato le braccia e non riusciva a capacitarsi di quanto fosse appena accaduto. Non sapeva neppure se ridere o piangere tanto la scena era ridicola, con una notevole propensione però per la seconda opzione. E tutto questo proprio davanti a Malcom che, nel frattempo era sceso con quel suo sorrisetto e si vedeva che faceva di tutto per non prenderla in giro.

- Oh no...E' un completo disastro!

piagnucolò lei. Con una risatina il ragazzo le scostò i capelli dal volto:

- Dai, non sei un disastro, sembri solo una tortina di fango!

Lei si mise le mani sui fianchi e aggrottò le sopracciglia:

- E' colpa tua! Ora mi tocca cambiarmi e non mi andava di mettere il vestito così presto.

Recuperò lo zaino dalla macchina e a grandi passi s'incamminò di nuovo verso il pub. Malcom la guardò scuotendo la testa. Richie non gliel'aveva detto che sua sorella fosse così petulante. Era parecchio carina quello si, ma era pure una spina nel fianco. Rientrò in macchina e accese l'autoradio perdendosi nei suoi pensieri. Quando sentì la voce di Brenda ringraziare qualcuno, riaprì gli occhi e mormorò:

- Finalme...nte

La parola gli morì in gola quando si voltò a guardarla. Aveva un abitino a trapezio blu da cui spuntavano le gambe affusolate inguainate nelle calze nere e lo scollo quadrato appena accennato che lasciava intravvedere le clavicole. Si era tirata su i capelli così da mettere in evidenza il collo sottile e gli occhi verdi.

- Dai, partiamo!

Disse infilandosi in macchina inconsapevole della reazione che aveva causato.
La strada era molto più sgombra di prima e il tempo si era rasserenato, viaggiavano con un finestrino socchiuso di pochi centimetri e il profumo di asfalto bagnato pizzicava loro il naso. Durante il viaggio Malcom non aveva fatto altro che cambiare stazione radio ogni volta che veniva trasmessa una canzone che a lui non piaceva e guarda caso erano tutte quelle che piacevano a Brenda. Dopo poco più di un'ora finalmente arrivarono a York. Costeggiarono le mura imponenti per arrivare quasi a ridosso delle shambles, le piccole vie medievali che portavano alla cattedrale. La premiazione si sarebbe svolta allo York Opera Theatre, che a dispetto del nome pomposo, non era un teatro così grande e ospitava spesso eventi promossi dalla vicina università. I parcheggi erano ovviamente inesistenti, così Malcom scaricò Brenda davanti al teatro e andò a cercare parcheggio in un'area apposita.
Il ragazzo arrivò poco prima della premiazione, aveva un fiore in mano rubato ad una fioriera sul marciapiede. Si era reso conto che la sorella di Richie gli piaceva, era così ingenua e nello stesso tempo determinata, con quel visino pulito e i sinceri occhi verdi. E labbra che gli facevano venire voglia di baciarla. Aveva sbirciato le sue gambe per tutto il viaggio e ogni volta che ingranava una marcia avrebbe voluto carezzarle un ginocchio e magari lasciare la mano sulla coscia. Ma non aveva osato farlo, vedeva che lei era sempre un poco tesa. Forse era per questo che era così petulante, forse era stato un po' antipatico con lei. Non poteva farci niente: quando era con qualcuno che non conosceva bene agiva sempre così, per darsi un tono. Era per questo che aveva preso quel fiore, come segno di pace. Stava pensando queste cose Malcom, quando entrò nel foyer del teatro e vide Brenda chiacchierare con alcune persone. Sembrava molto a suo agio, in effetti molto più a suo agio rispetto a quanto lo era stata tutto il giorno con lui: tutto era diverso in lei, dalla postura più dritta al viso rilassato. Rise mentre l'uomo accanto a lei si piegava a dirle qualcosa da più vicino. Malcom fece una smorfia e buttò il fiore proprio prima che Brenda si girasse e si accorgesse di lui.
Lo chiamò sorridente e lui si avvicinò con passo indolente e un'espressione sardonica.

- Eccolo, questo è Malcom, l'amico di mio fratello! E questi sono Devlin, Pamela e Sandjit. Devlin è il mio supervisore e Pamela e Sandjit sono miei compagni di corso.

Devlin sembrava più grande di Brenda, aveva capelli e barba biondi e mentre gli stringeva la mano Malcom non poté fare a meno di notare l'orologio prezioso. In effetti tutto in lui dava l'idea di essere costoso, dal taglio di capelli ben eseguito agli abiti ricercati e Brenda sembrava ammirarlo parecchio. Malcom si irrigidì sempre di più mentre interagiva con quella gente. Non era del loro ambiente, non così ricco, non così acculturato. E se Brenda non sembrava farci caso, lui invece iniziava a sentirsi a disagio. Non che i compagni di corso stessero facendo alcunché per sminuirlo, anzi aveva iniziato una conversazione piuttosto vivace con Sandjit che si era rivelato un tifoso del Tottenham. E Pamela non gli staccava gli occhi di dosso, ma a quello era abituato. Era Devlin che pur comportandosi in maniera più che corretta, sembrava in qualche modo guardarlo dall'alto in basso e questo lo stava irritando parecchio.

- Pensavamo di andare a berci qualcosa dopo la premiazione. Vieni con noi naturalmente.

Disse infatti Devlin con la voce blasonata dall'accento delle classi alte.

- No, dobbiamo tornare presto.

Rispose sgarbato Malcom.
Non ebbero il tempo di scambiarsi altri convenevoli perché li chiamarono per la premiazione. Brenda era emozionata, ma ci era rimasta male per il comportamento di Malcom. Ammirava davvero Devlin, tra loro c'era un rapporto di reciproca stima, sebbene lui fosse più grande di lei non l'aveva mai trattata con aria di sufficienza. Anzi l'aveva seguita sempre senza pregiudizi, aiutandola e guidandola. Perciò non aveva capito perché Malcom fosse stato così odioso con lui. Va bene Devlin era ricco e Malcom no. Non era ai livelli di quei calciatori che guadagnavano milioni e si sentiva che proveniva da una famiglia umile. Non che a lei importasse, ma era proprio vero che la classe non è acqua! Ed era dispiaciuta, anche perché Malcom le piaceva con quel suo modo ruvido di fare e in una maniera del tutto incomprensibile riusciva ad essere anche tenero e divertente. Dovette ammettere a se stessa che era anche molto bello, non aveva mai conosciuto qualcuno sexy come lui e questo la metteva in agitazione. Era molto confusa, ma presto quei pensieri scivolarono in un angolo della mente. Erano seduti tutti vicini e Brenda si ritrovò tra Devlin e Malcom. Ogni volta che Devlin si avvicinava a sussurrarle qualcosa all'orecchio, Malcom stringeva i pugni. Ogni tanto Brenda esplodeva in una risatina se il commento era stato particolarmente sagace e il volto di Malcom s'incupiva sempre di più. Pamela e Sandjit presentarono il loro lavoro sui poeti indiani e sull'influenza di Tagore nella letteratura di Lawrence. Poi un ragazzo dai capelli arruffati e l'eye liner sbavato cantò una sua canzone alla chitarra.
Infine presentarono il lavoro di Brenda. Lei si alzò emozionata e ci fu un piccolo momento imbarazzante quando per passare dovette strusciarsi praticamente addosso a Malcom. Si diresse sul palco con sorriso trionfante sul viso. Mentre la guardava parlare del suo lavoro Malcom si sentiva orgoglioso di lei in maniera incomprensibile sebbene non avesse la minima idea di cosa volesse dire la metà dei termini che pronunciava. Guardò di sottecchi il tipo ricco che la seguiva e non gli piacque l'espressione compiaciuta sul suo volto. Di sicuro con i suoi modi raffinati e la sua cultura aveva già conquistato Brenda. Malcom non riusciva proprio a capire perché se prendesse tanto. In fondo, lei era solo la sorella di un suo amico, non aveva mai avuto nessuna mira su di lei e poi se voleva una ragazza non doveva fare altro che schioccare le dita, aveva sempre avuto successo con le donne e non si era mai dovuto sforzare più di tanto. Eppure man mano che aveva viaggiato con lei e l'aveva conosciuta meglio era rimasto sempre più attratto dal suo essere goffa e petulante e nello stesso tempo brillante e curiosa, era rimasto intenerito dall'espressione della sua faccia mentre la prendeva in giro, o quando l'aveva ricoperta di fango. E ora su quel palco era splendida e lui si accorse di volerla con tutto se stesso.
Quando Brenda tornò al suo posto dovette di nuovo fare quella specie di balletto per sedersi e questa volta lui con un'espressione imperscrutabile sul volto non fece nulla per facilitarle il compito, anzi rendendoglielo forse ancora più complicato. Per un breve momento lei quasi cadde a sedere sul suo grembo e per evitarlo si appoggiò con una mano alla sua coscia. Era solida e calda e Brenda avvampò e si affrettò a tirarsi su, mentre Malcom con quel suo lieve sorriso sghembo le appoggiava una mano sul fianco per aiutarla a mettersi dritta. Si guardarono negli occhi nella penombra e per un momento fugace rimasero agganciati. Poi Brenda fece un sospiro profondo e si mise finalmente seduta. Devlin si voltò a congratularsi con lei. Era ancora tesa e piena di adrenalina, confusa per le sensazioni appena provate, emozionata per gli applausi. Si sentiva vorticare la testa e si rese conto che aveva voglia di festeggiare e non rimettersi in macchina un'altra volta. Forse Devlin o qualcuno degli altri avrebbe potuto darle un passaggio a Londra. Ma Malcom si era prodigato così tanto per lei e poi avrebbe fatto di sicuro uno sgarbo alla sorella che, nonostante fosse incinta, si era messa a disposizione per ospitarla. Per non parlare di Richie che l'avrebbe redarguita per le sue cattive maniere per un sacco di tempo. Quando fu il momento di andare perciò, dopo aver salutato gli altri, seguì Malcom alla macchina anche se aveva un po' di paura a restare sola con lui. Sentiva che le cose stavano andando in una direzione che non si sarebbe mai immaginata quella mattina.
Lui sembrò accorgersi della sua esitazione perché le chiese con dolcezza:

- Volevi andare con loro? Magari io resto al bancone e ti aspetto...

Brenda rimase di stucco a quelle parole, non capiva perché non poteva stare al tavolo insieme a loro. Sì magari non era rimasto molto colpito da Devlin o gli altri, ma perché avrebbe dovuto isolarsi così, non lo sapeva. Poi ebbe come un lampo di consapevolezza e capì tutto: forse si sentiva a disagio o forse non voleva far sentire lei in imbarazzo! Avrebbe avuto voglia di abbracciarlo e provò un'immensa tenerezza e anche un po' di tristezza. Così scosse la testa:

- Ma no, guarda. A dire il vero mi sento un po' stanca e frastornata da tutta la giornata, è meglio se andiamo da tua sorella.
- Ho visto che c'è un take away indiano all'angolo. Ti va se prendiamo qualcosa e ce lo mangiamo lungo il percorso?

Brenda odiava la cucina indiana, ma non ebbe il cuore di dirlo a Malcom che sembrava essersi rianimato.

- Certo, perchè no? Sarai affamato!

Mentre camminavano verso la macchina Brenda annusò l'aria:

- Che strano, sarà la fame ma continuo a sentire odore di cioccolata...

Malcom rise e la prese per un braccio:

- Ma no, è solo la fabbrica della Terry's che spande il suo odore!
- C'è una fabbrica di cioccolata a York?

Brenda sgranò gli occhi incredula. Quella città le piaceva sempre di più, magari avrebbe convinto i suoi genitori a permetterle di trasferirsi lì, dopo Berlino! Man mano che si avvicinavano alla loro destinazione l'odore di curry si faceva sempre più forte fino a sovrastare quello di cioccolata. Presero delle samosa di verdura lei e polpette di pollo speziate con salsa lui e le andarono a mangiare in macchina.

- Mi permetti di offrirti almeno la cena?

Chiese Brenda sbocconcellando il suo fagottino di pasta. Non aveva mancato di notare che Malcom le aveva pagato anche il pranzo e voleva sdebitarsi con lui. Il ragazzo sorrise e scosse la testa:

- Neanche per sogno. E poi Dickie Richie ha già provveduto a darmi il necessario per il tuo sostentamento!

Brenda chiuse gli occhi umiliata e appoggiò la testa al sedile: era così tipico di lui. Il fratello doveva avere sempre avere tutto sotto controllo e Brenda si rammaricò che non l'avesse creduta in grado di potersi pagare i pasti da sola. Poi sollevò la testa e domandò abbattuta:

- Davvero Richard ha fatto questo? Io... mi dispiace così tanto Malcom, davvero!

Ma il sorriso del ragazzo si allargò mentre si scostava un ciuffo da davanti gli occhi:

- Avrebbe voluto farlo. Ma gli ho detto che se la sorella era tanto in gamba da vincere un premio per un suo articolo forse lo sarebbe stata anche per trovare il modo di rifocillarsi. Non è rimasto contento.

Brenda scoppiò a ridere:

- Mi sa che si è pentito di averti chiesto di accompagnami!
- E tu, sei pentita?

Le sfiorò una mano con un dito, lentamente, guardandola negli occhi. Brenda deglutì, all'improvviso seria. Sentiva il cuore batterle forsennato contro le costole. Prima che potesse rispondere una luce l'abbagliò: il custode del parcheggio era venuto a controllare perché la loro macchina fosse ancora ferma e spiegò loro che il parcheggio stava per chiudere e quindi se ne dovevano andare.

- Magnifico!

Esclamò Malcom ingranando la marcia per partire.
Con la superstrada A1 a quell'ora di notte ci voleva poco più di mezz'ora da York a Leeds e non parlarono molto. Ogni tanto i loro sguardi s'incrociavano nello specchietto retrovisore e ogni volta che Malcom sporgeva le labbra in quel suo tic tipico a Brenda veniva voglia di baciarlo. Anzi continuava a immaginarsi le mani e le labbra del ragazzo sul suo corpo e questo la imbarazzava. Si agitò un po' sul sedile in cerca di una posizione comoda, si tirò giù il vestito. Malcom ogni volta che cambiava marcia le sfiorava il ginocchio e questo sembrava infiammarla ancora di più. Lo guardò di sottecchi e si accorse che lui aveva il volto rilassato e una piccolissima fossetta che non aveva ancora notato. Si sentiva bruciare le guance e aprì un poco il finestrino. Il sorriso di Malcom si allargò. Dopo aver scalato l'ennesima marcia le accarezzò il ginocchio. Era un azzardo, lo sapeva. Ma non poteva farci niente: la ragazza gli piaceva troppo e si divertiva a provocarla. Non fu deluso, infatti, dalla sua reazione:

- Hey!
- Scusa, mi è scivolata la mano.
- Bugiardo...

L'accarezzò di nuovo questa volta trattenendo un po' più la mano sul ginocchio:

- Ops...
- Malcom.

Il tono di Brenda lo fece desistere da quel gioco, sotto la vena minacciosa c'era un leggerissimo tremolio nella voce. Erano fermi al semaforo, Malcom si voltò verso di lei che guardava avanti a sé:

- Ohi, stavo solo giocando. Guarda che l'ho capito che in fondo ti piaccio un po', non c'è mica niente di male.
- E' verde!

Fu la risposta. Malcom emise un verso a metà tra il sospiro e lo sbuffo. Brenda si stropicciò gli occhi stanca. Certo che le piaceva: era bellissimo e strafottente, come poteva non piacerle! Uno così piaceva a tutte le ragazze. Si voltò un po' verso di lui:

- Però, a me sembra che stasera quello geloso fossi tu!

Gli lanciò una frecciatina: se voleva anche lei sapeva giocare a quel gioco. E infatti Malcom strinse le labbra mentre s'immetteva in una strada costeggiata da casette a due piani tutte uguali. Si fermò davanti al n.12 e tirò con forza il freno a mano.
Brenda si mordicchiò il labbro, forse aveva esagerato. Ma Malcom sembrava non essersela presa più di tanto: in fondo lei stava con lui adesso e non con quel damerino biondo. Scese e girò intorno alla macchina per aprirle la portiera:

- Madame...

Brenda stava per dargli una risposta pungente, ma ci ripensò e si mise in spalla la borsa.

- Dai, vieni.

Malcom la prese per mano e salirono ridacchiando i quattro scalini che li separavano dalla porta. La quale porta fu aperta da un ragazzo visibilmente agitato, tanto che aveva la camicia non del tutto abbottonata e gli occhiali storti sul naso appuntito:

- Ah Malcom, perfetto tempismo! Maggie sta per entrare in travaglio. Venite su!

Malcom fece gli scalini due a due per sbrigarsi. Quando furono in casa, una ragazza bionda dal ventre enorme veleggiò verso di loro:

- John non sono ancora in travaglio, ma manca poco! Malcom ciao, hai portato tutto quello che ti ho detto? Piacere, cara io sono Maggie. Non spaventarti da tutta questa agitazione. John, amore, la valigetta prendila tu va bene?

Maggie distribuì baci e saluti ai nuovi arrivati, mise in una borsa un piccolo necessaire e nel frattempo si massaggiava le reni. John vagava sperduto per la casa, andò a prendere la piccola valigia, poi sparì di nuovo rendendosi conto che era ancora in calzini.

- Volete che vengo con voi?
- No no, resta pure qui. Sta per arrivare il taxi. Vi telefoniamo noi!

E la coppia uscì con John che sosteneva la moglie mentre lei si lamentava e dava le ultime indicazioni. Quando sentirono la porta sbattere Malcom e Brenda si guardarono.

- Wow!

Esclamò Brenda ancora frastornata.

- Benvenuta in casa Davidson Perkins: loro sono sempre così. Mia madre è peggio.

Brenda scoppiò in una risatina e Malcom guidandola verso il salone proseguì:

- Perché pensi che mi sia imbarcato con tutta quella roba per venire qui? Alla settima telefonata di mia madre per fortuna ha assistito anche tuo fratello.
- Ah, così è venuto a saperlo!
- E meno male, almeno ho avuto qualcuno con cui divertirmi durante il viaggio!

Le fece l'occhiolino. Poi allargando le braccia a indicare la stanza continuò:

- Allora cosa vuoi fare? Sentire dei dischi, guardare la TV? Ci mettiamo sul divano a pomiciare?


Brenda sgranò gli occhi e prese tempo:

- Un po' di the invece? Mi andrebbe proprio!

La cucina era piccola ma molto graziosa, con i classici mobili in formica marrone e il tavolo e le sedie gialle che davano allegria. Si vedeva che Maggie ci teneva: dalle tendine di cotone ai piccoli vasetti di piantine alla finestra, era tutto disposto con cura. Mentre lei era appoggiata al bancone Malcom si aggirava per la cucina, mise il bollitore pieno d'acqua sul fuoco, tirò fuori delle bustine di earl grey e le dispose sul piano insieme alla zuccheriera.

- Scusa.

Si allungò su di lei e aprì l'anta di un pensile proprio sulla sua testa per prenderle una tazza. Quando l'appoggiò sul bancone si resero conto che erano vicinissimi. Brenda sentiva il cuore rombarle nelle orecchie, nelle narici aveva il suo odore mascolino e poteva percepire il calore del suo corpo. Si guardarono negli occhi e Malcom le appoggiò una mano sul fianco, le teste vicinissime. Brenda deglutì: la stava per baciare, lei lo voleva ma nello stesso tempo le sembrava tutto troppo. Troppo presto, troppo intenso. Le labbra stavano per toccarsi quando un fischio penetrante li fece sobbalzare. Lei ne approfittò per sgusciare via.

- Mi vado a cambiare, scusa.
- Magnifico.

Mormorò Malcom sbattendo piano la fronte contro l'armadietto.
Quando Brenda tornò in salotto portava i jeans e il maglione della mattina. I pantaloni erano ancora un po' macchiati di fango vecchio. Non aveva portato un altro cambio con se e si sarebbe dovuta adattare. L'impermeabile poi era proprio un disastro, ma a quello avrebbe pensato la mattina dopo. Malcom stava stravaccato scalzo sul piccolo divano di pelle marrone, aveva portato la tazza con se e l'aveva poggiata sul tavolino tra divano e poltrone. Le fece un cenno e le chiese:

- Come mai non ti sei messa in pigiama?
- Io...No vabbè magari ti faccio un po' di compagnia, se per te va bene e comunque sono troppo agitata per dormire.
- Sono io che ti agito?
- Ovviamente no! Sono preoccupata per Maggie.

Malcom emise uno sbuffo di scherno. Brenda si sedette in punta su una delle poltroncine, le mani avvolte intorno alla tazza godendo del tepore del the. Ne bevve un piccolo sorso attenta a non scottarsi la lingua. Era agitata da tutte le emozioni di quella giornata, il viaggio, la premiazione e l'attrazione che sentiva sempre più forte per quel ragazzo. Rimasero in silenzio per un po' di tempo, un orologio da qualche parte ticchettava forte, dalla strada si sentiva il rumore di qualche sporadica macchina. Malcom aveva reclinato la testa sulla spalliera del divano e aveva chiuso gli occhi. Brenda l'osservò con tutta calma chiedendosi se lui fosse consapevole di essere così bello e cosa potesse provare. Lei non credeva di essere chissà cosa, anzi si considerava del tutto ordinaria. Pensando che si fosse addormentato si chinò a poggiare sul tavolino la tazza con delicatezza per non fare rumore. Malcom aprì un occhio:

- Dai, vieni qua. Non ti faccio niente, giuro! Sono stanco pure io.

Sbadigliò rumorosamente e prese il telecomando della TV:

- Ci vediamo un film, va bene?

Brenda annuì, si spostò sul divano e si schiacciò contro il bracciolo. Dopo qualche minuto di zapping decisero di vedere un vecchio film poliziesco così li avrebbe tenuti svegli. Man mano che gli spari e inseguimenti si susseguivano, però Brenda sentiva le palpebre farsi sempre più pesanti e senza rendersene conto scivolò sempre più vicino a Malcom, fino ad addormentarsi sul suo petto cullata dal suo respiro e dal tepore del suo corpo. Lui guardò ancora un po' il film, ma la vicinanza della ragazza, il profumo dei suoi capelli, il seno schiacciato contro il suo torace lo stavano mandando fuori di testa. Con gli occhi chiusi e il visino rilassato sembrava così serena che non ebbe cuore di svegliarla. Spense il televisore e allungò il braccio per prendere un plaid che Maggie teneva sempre appoggiato in una cesta accanto al divano, si sistemò meglio sotto la ragazza e tirò la copertina addosso ad entrambi. Le sfiorò con le labbra la fronte e chiuse gli occhi.
Uno squillo del telefono fece sobbalzare Brenda che quasi cadde dal divano. Malcom si districò a fatica da sotto di lei mentre il telefono continuava a squillare. Lei schizzò per aria e il ragazzo brontolando qualcosa finalmente riuscì a raggiungere l’apparecchio. Parlò per una decina di minuti mentre il viso gli si illuminava sempre di più. Dopo aver messo giù la cornetta con un sorriso enorme si voltò verso Brenda annunciando la nascita della nipote:

- Si chiama Alice e pesa 3,200 Kg!

Lei batté le mani contenta e congratulandosi con lui.

- Ma vorrai andare da loro, che ore sono? E poi io dovrei proprio togliermi di mezzo...
- Sono le 7:30, è ancora troppo presto per vivere!

Poi si massaggiò la schiena lamentandosi di aver dormito scomodissimo:

- Colpa tua che sei pesante!
- E tu russi!

In quel momento lo stomaco di Brenda brontolò rumorosamente e lei provando un'immensa vergogna si mise entrambe le mani sulla pancia nel tentativo di attutire il rumore. Era affamatissima, praticamente non aveva mangiato niente dal pranzo del giorno prima, dato che poi Malcom si era divorato anche le sue samosa. Lui scoppiò a ridere:

- Ecco, almeno facciamo colazione!

La ragazza zampettò di corsa fino al bagno nel tentativo di darsi un tono. Chiuse la porta a chiave e si spogliò per lavarsi. Rimasta solo con le mutandine si tirò su i capelli con le mani e si scrutò attenta allo specchio. Quel che vedeva era una ragazza come tutte le altre, era davvero così pesante? Si girò di tre quarti osservando la linea delicata della mascella e i seni pieni, l'ombelico era alla sommità del pancino appena accennato e la vita era resa più sottile dalla morbida rotondità dei fianchi. Scosse i capelli neri e li lasciò ricadere sulle spalle pallide spruzzate da lentiggini. Non c'era nulla in lei che non andasse, decise e finì le sue abluzioni.
Quando tornò in cucina Malcom ancora scalzo e con i capelli tutti arruffati, aveva apparecchiato la tavola: due tazze piene di the e un bricchetto di latte, la zuccheriera, un vasetto di marmellata e uno di miele e un piatto con due fette di pane ancora fumante. In quel momento un altro toast saltò fuori dal tostapane e Malcom mise le fette su un altro piatto accanto ai fornelli. In una padella stavano sfrigolando dei fagioli.

- Ci metti sempre così tanto in bagno?

L'apostrofò senza voltarsi agitando la padella. Brenda si sedette e rispose:

- E tua sorella lo sa che le hai praticamente svuotato la dispensa?

Malcom rovesciò i fagioli sul pane e tornò al tavolo col piatto.

- Non sapevo se preferivi una colazione dolce o salata, ma dato che sei golosa penso che miele e marmellata vanno bene.

Brenda, che stava imburrando il pane, sollevò appena lo sguardo:

- Non so come tu ci riesca.
- Non sai come riesco a fare cosa?
- A passare nel giro di cinque minuti dall'essere odioso a essere...mmmh così.
- Così come?

Malcom si stava divertendo, divorava la colazione con la bocca e Brenda con gli occhi. Lei spalmò una dose più che generosa di marmellata sul suo pane e dopo un minuto rispose con un sorrisetto:

- Sèdulo
- Sarebbe un'offesa o un complimento?
- Cercalo sul vocabolario!

Voleva dire premuroso, ma Brenda adorava le parole insolite e non si era lasciata scappare la possibilità di mettere un po' in difficoltà Malcom, che infatti reagì con una smorfia scherzosa:

- Antipatica!

Dopo fatto colazione e essersi preparati lui la osservò con fare critico:

- Non puoi mica andare in giro con quell'impermeabile - disse - aspetta ti do io qualcosa.

Lei provò a rifiutare, in fondo era solo un viaggio breve, poteva andare anche così. Ma lui fu irremovibile, le diede un giacchetto di jeans col colletto di peluche che le andava un po' grande:

- Grazie, poi te lo faccio riportare da Richie.
- Oppure me lo ridarai quando ci rivedremo.

Con uno scatto si chiuse la porta alle spalle. Quella mattina spirava un vento gelido e Brenda fu felice di stringersi nel giubbino. Annusò il pellicciotto e avvertì un leggerissimo residuo del profumo di Malcom. Le toccò stringere le gambe mentre il cuore le accelerava i battiti.
L'autoradio trasmetteva un radiogiornale: due ragazze erano state brutalmente uccise proprio lì a Leeds e la polizia avvisava le donne di fare molta attenzione e non muoversi da sole. Brenda rabbrividì, Malcom cambiò canale finché trovò una canzone di suo gusto. Iniziò a canticchiare il ritornello tambureggiando il tempo sul volante mentre i capelli svolazzavano di qua e di là: Qu'est-ce que c'est Fa-fa-fa-fa-fa-fa-fa-fa-fa-far better Run, run, run, run, run, run, run away oh o... e Brenda rise e si unì al coro.
In una quarantina di minuti, che avevano trascorso a cantare stonati e a ridere, erano arrivati alla stazione di York. Mentre erano davanti al tabellone degli orari per capire a che ora sarebbe partito il suo treno, Brenda sentì una stretta al cuore: non le andava di andare via, di non vedere più Malcom, stava davvero bene con lui e aveva capito che le sue prese in giro erano solo per divertirsi un po' e bastava stare al gioco. Lui la prese per mano e si diressero al binario giusto. Anche Malcom non aveva nessuna voglia di lasciare andare la ragazza. Sperava che una volta tornati a Londra avrebbero potuto cominciare a frequentarsi perché gli piaceva davvero. Il treno era arrivato, lui le accarezzò una spalla:

- Hai tutto, si?

Brenda sgranò gli occhi e si mise una mano sulla bocca:

- Ho dimenticato l'impermeabile a casa di tua sorella!
- Va bene, dai non ti preoccupare. Te lo ridò quando ci rivedremo!

L'altoparlante annunciò che il treno sarebbe partito da lì a pochi minuti. Lui le mise una ciocca di capelli ribelle dietro l'orecchio e la lasciò andare. Si salutarono con la mano un'ultima volta dal finestrino e poi il treno partì.

 

   
 
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