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Autore: Irene_Violet    02/06/2020    1 recensioni
[Magic Kaitō/Lupin III]
Fujiko Mine, la donna fatale ha per le mani un obiettivo prestigioso, per mettere le mani sul quale avrà bisogno di tutto l'aiuto possibile, da parte del talentuoso Kuroba Kaitō. Il furto sarà però solo la punta dall'iceberg di un gioco di rivalse, legato al gioiello in questione. Vi auguro buona lettura! -Irene_Violet.
Genere: Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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#EXTRA – Minaccia Velata

 

Un nuovo preavviso giunse al MoMA di New York, anzi non si trattava esattamente di ciò, bensì di una lettera di sfida, indirizzata a Mine Fujiko, con una data precisa indicata nel corpo del messaggio. L’obiettivo messo in palio – che ci si possa credere o meno – non si trovava neppure esposto in quel museo. Si trattava di una comune ossidiana, custodita in un piccolo museo alla periferia della grande mela, che di certo la donna non si sarebbe sognata di sottrarre a meno di ricevere un compenso esorbitante in cambio, tanto sarebbe stata una perdita del suo prezioso tempo, nonché una fatica sprecata. Però questa volta volle fare un’eccezione, a causa della firma apposta in calce alla lettera. Un sorriso malizioso piegò le labbra carnose ed evidenziate da un cupo rossetto rosso, che s’intonava perfettamente alla carrozzeria della sua Harley; dunque mormorò tra sé e sé:

 

«Phantom Lady, eh?»

 

Il rombo della motocicletta fece da scia al percorso della castana verso la sua destinazione. Ne aveva sentito parlare, era famosa a Parigi. Aveva uno stile molto particolare, per essere una ladra fantasma ed aveva molti nemici. Spesso compiva furti per svelare crimini più estesi o veniva presa di mira da diversi criminali, che invece lei riusciva ad ingannare, consegnandoli alla giustizia, mentre lei finiva con l’essere sempre ricercata. Sparì 18 anni prima, in concomitanza con la comparsa di un altro grande ladro.

 

«Se un’eroina del passato, mi convoca in questo modo, allora non posso proprio tirarmi indietro.»

 

Smontò dalla Davidson, che parcheggiò sul retro, per poi fare il giro con l’intenzione di aprirsi la strada corrompendo con le sue arti femminee, la guarda all’ingresso del piccolissimo museo in cui la pietra nera, era custodita, però al suo arrivo in guardiola, trovò il tale privo di sensi e sporco di quello che era effettivamente sangue finto. Proseguì come se nulla fosse, spiata dagli occhi delle telecamere, di fronte alle quali si dimostrò perplessa, come a dire ad eventuali spettatori: “È come se aveste lasciato la porta aperta, allora io entro!”. Il museo aveva tre piani ed il minerale era situato all’ultimo. Vi arrivò salendo le scale e senza il minimo intoppo, tutti gli agenti della sicurezza erano stati messi K.O. e Fujiko finì per dover fare slalom tra i corpi privi di sensi degli uomini in divisa. Giunse presto di fronte alla teca in cui era conservata l’ossidiana, ed una volta lì, si guardò intorno ponendo entrambe le mani sui fianchi.

 

«Come, tutto qui? Dove sarebbe la sfida… in pratica ho fatto una passeggiata. Possibile non ci sia nessun comitato d’accoglienza a darmi il benvenuto? Sono un po’ delusa dico davvero!» - sbuffò la donna, voltandosi quindi nuovamente verso la teca - «Bé, dato che sono qui, prenderò questa come souvenir.»

 

Proprio nell’istante in cui Fujiko si mise ad adoperarsi per tentare di aprire l’espositore con una forcina, qualcosa scattò e la donna si ritrovò di colpo, “attaccata” da un gruppo di garze che le vennero lanciate contro da dietro l’espositore, annodandosi attorno alle sue caviglie ed ai suoi polsi. Quando provò a dimenarsi si trovò a venir tirata invece verso l’espositore stesso, finendovi per premervi contro il corpo, come se qualcuno le avesse imposto di sdraiarsi a pancia in giù su quella teca.

 

«Ma-… da dove sono saltati fuori?!»

 

Mentre si adoperava per tentare di capirlo, sentì dei passi al suo fianco, dunque la ladra voltò la testa di lato per poter vedere chi fosse. Una donna che indossava una tuta nera aderente con un leggero motivo frastagliato verso il collo, delle bende poste a coprirle la parte superiore volto, le mani nonché il braccio destro, la pancia oltre al polpaccio sinistro; la metà inferiore era visibile e faceva intravedere un sorriso sottile accentuato da un rossetto viola scuro. La figura applaudì lentamente, quasi in modo canzonatorio.

 

≤Bienvenue!≥ - parlò una voce dal tono pacato e sensuale - «Ammetto che non ero sicura avresti accettato il mio invito. Ma a quanto pare mi agitavo per nulla.» - affermò camminando lentamente verso di lei ed il retro dell’espositore.

 

«Bé… difficile non cedere alla tentazione. Quando a sfidarti è una ladra scomparsa da anni.»

 

Fujiko, in quella scomoda posizione, tentò comunque di apparire beffarda e sprezzante. Era armata, ma in quella situazione non avrebbe potuto raggiungere la sua pistola neanche volendo. Intanto la Lady bendata, raccolse da terra sul retro dell’espositore, un paio di strumenti da una borsa. Prese un coltello affilato ed un groviglio di garze annodate tra loro, le stesse che per qualche artificio, stavano bloccando la castana.

 

«Oh, è così? Mi fa sentire importante, l’essere ricordata da una collega tanto famosa. Forse dovrei farti stare più comoda.»

 

Fujiko non vide chiaramente lo sguardo dell’altra, ma ebbe un brivido lungo la schiena, consapevole che le fosse stata lanciata un occhiataccia raggelante da sotto quelle bende.

 

«Huh? Waaaa!»

 

Phantom Lady, tagliò il groviglio di garze e Fujiko si ritrovò a venire sollevata bruscamente e sospinta all’indietro verso il centro dalla stanza. Dopo un brusco strattone, si ritrovò con il penzolare a qualche metro da terra, con le gambe divaricate e le braccia disposte simmetricamente, in modo che il suo corpo formasse una sorta di “X”, in quello spazio.

 

«Ehi! Cosa significa tutto questo?! Si può sapere qual è il tuo scopo?!»

 

Si ritrovò a chiedere con la voce ancora scossa dallo spavento la donna, intenta a dimenarsi, provando a liberarsi da quelle garze, che sembravano quasi più resistenti di un quanto lo sarebbero sembrate un gruppo di catene. La donna in tuta nera, si incamminò quindi verso di lei, brandendo quel coltello a lama larga, responsabile di averla messa in quell’ennesima scomoda situazione. La lama scintillava nell’oscurità illuminata dalla luce bluastra del cielo notturno.

 

«Già...» - sibilò Phantom Lady, avanzando ritmicamente, verso la sua preda, con un sorrisetto divertito - «Chissà quale sarà… perché non provi a pensarci.»

 

Non appena fu abbastanza vicina, la ladra bendata, passò la lama fredda del coltello contro la guancia della collega, standole ad un palmo dal naso. Fujiko gemette appena ed il suo corpo venne pervaso da brividi mentre la lama scivolò lentamente, seppur senza provocarle alcuna ferita, dall’interno della guancia lungo il mento della seducente ricercata internazionale.


«N-Non ho la minima idea… forse potresti darmi una mano a ricordare, non credi?»

 

«Mmm… capisco. Quindi non ricordi? Eppure è stato poco tempo fa… Non mi stupisce, dopotutto chissà quanti uomini avrai tentato di irretire da allora.» - Phantom Lady apparve farsi pensierosa, poiché la vide allontanarsi appena ed alzare la testa verso il soffitto - «Forse, qualche piccola ferita aperta potrebbe farti tornare la memoria.» - la testa della ladra scattò e la punta della lama andò a rivolgersi verso l’addome della sua vittima. La castana sbarrò dapprima gli occhi scuri, ricolmi di terrore, per poi serrarli con forza come una bambina che tenta di scacciare i mostri che si annidano nelle ombre della sua stanza.

 

«Oh no! Non farlo!!» - mugugnò con voce rotta Fujiko.

 

«Andiamo, non tremare in questo modo… così rischiò di emozionarmi sul serio.»

 

Ridacchiò Phantom Lady per poi procedere in un movimento fluido ad avvicinare la lama del coltello, Fujiko percepì un lieve pizzicore sulla pelle che la portò a piagnucolare nuovamente, cosa che evidentemente divertiva molto la sua aguzzina.

 

 

«Oh, questa sì è una bella vista, vi dispiace se mi unico a voi, signore?»

 

Una voce maschile, si palesò dal nulla, proveniva dalla zona delle scale, dunque la donna bendata allungò il collo per vedere chi potesse essere, senza neppure vederlo, Fujiko però la riconobbe al volo e si sentì dunque sollevata nel riaprire gli occhi ormai ricolmi di lacrime.

 

«Lupin! Oh meno male, ti prego librami! Non so cosa stia succedendo e non voglio finire affettata.»

 

Lupin che indossava una giacca blu, camicia nera, pantaloni grigi ed una cravatta rossa, aveva la mano sinistra nella tasca anteriore dei pantaloni, mentre reggeva con la destra la sua fida pistola.

 

«Solo un momento cara e ti faccio scendere da quell’intreccio di garze. Resisti ancora un po’, prima voglio sapere cosa significa tutto questo.»

 

Dunque estrasse dalla tasca sinistra un bigliettino bianco con sul retro incollata una piuma nera, mostrandolo in direzione della ladra avvolta dalle bende, la quale ebbe un sussulto.

 

«Cosa? Che significa?» - commentò Phantom Lady, in tono turbato.

 

«Oh dunque lei conosce, il mittente di questo preavviso che mi intimava di essere qui più o meno a quest’ora, perché avrei dovuto togliere Fujiko da una brutta situazione. Qualcuno voleva disperatamente sventassi i suoi piani, a quanto pa...»

 

Proprio in quel momento, una carta da gioco proveniente da di fronte a sé, colpì la mano con cui Lupin III reggeva la sua pistola, facendo sbalzar via l’arma, mentre la carta – un due di picche – si conficcò nel pavimento.

 

«-re? Ahi, ahi, ahi… ehi, ma chi diavolo è stato?!» - sbottò il ladro franco- giapponese, guardando attorno in cagnesco, nella speranza di individuare il responsabile, contro cui dirigere la sua collera.

 

Anche Fujiko aveva tentato di guardarsi alle spalle, naturalmente non riuscendoci, prima di capire che la carta era partita da di fronte a lei. Tornando a voltarsi, vide in contro luce una figura nera, con mantello ed una tuba alta, che prima non c’era. Si chiese da dove fosse venuta e la risposta le arrivò direttamente in viso: un sottile filo cadde dal soffitto spingendola a guardare per aria. Ce n'erano diversi appesi lassù, quindi la donna immaginò fosse rimasto appeso lì per tutto il tempo. La figura aveva ancora la pistola puntata verso Lupin e gli sorrise.

 

«È solo in parte come crede. Mi sono ripromesso di vegliare su questo scherzetto – le garze sono opera mia – evitando che diventasse troppo pericoloso; e volevo anche avere l’occasione di poter incontrare il famoso Lupin III di persona.»

 

«Oh… davvero? Sono io che devo dire di non aspettarmi di incontrare qui lei, Mr. Kaitō Corbeau.»

 

L’uomo con il mantello fece una sorta di lieve inchino, poi pose una mano sulla spalla di Phantom Lady per poi tirarla verso di sé, avvolgendola con un lembo del proprio mantello.

 

«Vi chiedo scusa, le piace molto terrorizzare gli altri. Non è il mio stile, però di certo è molto efficace. La qui presente Lady (signora), non ha apprezzato molto, il vostro ultimo lavoro in Giappone di qualche mese fa, in cui avete coinvolto una copia di me stesso. e voleva assicurarsi di dirvelo di persona. Direi che è stata fin troppo concentrata sulla messa in scena, per spiegarsi come si deve.»

 

Corbeau dette uno sguardo verso la Lady la quale scrollò elegantemente le spalle.

 

«Forse… ma volevo ci arrivasse da sola, piuttosto che accettare i tuoi hint. Potevi darmi ancora cinque minuti!’» - ribatté la donna bendata, mentre il ladro in nero, sparò quattro colpi ognuno per ogni benda che legava Fujiko.

 

Lupin si era avvicinato nel mentre, quindi la prese subito al volo quando i supporti vennero recisi.

 

«Non abbiamo tempo… la polizia arriverà qui tra poco. Sarà meglio lasciarli con il dubbio.»

 

L’uomo fece cadere dalle maniche una serie di sferette metalliche che al contatto con il pavimento brillarono di una luce accecante, costringendo la coppia dall’altra parte a coprirsi gli occhi. Dopodiché prese in braccio Phantom Lady e nel breve periodo in cui la luce travolse ogni angolo della stanza, Corbeau aprì una delle vetrate ed il suo deltaplano allontanandosi nella notte con la sua compagna, che si reggeva tenendogli le braccia attorno al collo. Dopo neppure qualche minuto di volo, gli rivolse un’occhiata infastidita.

 

«Uffa Darling! Perché ti sei intromesso, stavo proprio per cominciare a divertirmi! Non posso certo fargliela passare liscia per aver messo nostro figlio nei guai per una sciocca ripicca con il proprio amante! Imperdonabile…! Quando Aoko-chan me l’ha descritta, come la donna che si è presentata di fronte al loro liceo non potevo crederci…»

 

Sbuffò Chikage Kuroba, sciogliendo le bende fermate con una forcina sul retro della testa, lasciando che le garze fluttuassero sinuosamente prima di cadere ondeggiando verso il suolo che stavano sorvolando.

 

«Proprio per questo sono intervenuto… sai che non voglio tu ti metta più in gioco, del necessario, anche se il gioco lo porti avanti per un nobile principio. Non sto dicendo, tu non abbia ragione, ma ricorda che sei pur sempre una “Phantom” Lady ...» - un fine gioco di parole, per rimproverarla di essere tornata ad indossare il suo vecchio costume come se fosse la cosa più naturale da fare, dopo essere sparita dalle scene, di comune accordo

 

La donna ruotò gli occhi rassegnata - «D’accordo… hai ragione. Piuttosto, avranno capito il tuo messaggio?» - chiese, guardandosi indietro oltre la spalla del marito.

 

«Lo capiranno, non temere. A differenza loro, siamo una coppia affiatata.»

 

Lupin e Fujiko, dopo essersi ripresi dalla granata accecante, si scambiarono un’occhiata confusa.

 

«Hai capito cosa volessero Lupin?» - chiese la donna cercando conferme negli occhi del partner che ancora la teneva in braccio.

 

Arsène fece spallucce, dunque Fujiko fece un’altra domanda, ovvero cosa ci fosse scritto sul biglietto lasciatogli da quel ladro Kaitō Corbeau.

 

«Niente di che… solo che eri stata invitata qui e che avrei dovuto raggiungerti al più presto… se tenevo alla tua sicurezza.»

 

Mentre rileggeva il messaggio, la ladra si concentrò su ciò che era incollato sul retro del biglietto - «Una piuma nera?» - commentò ad alta voce, rivolgendo uno sguardo all’uomo in giacca blu, il quale alzò lo sguardo, proprio per effetto delle sue parole.

 

Ripensarono brevemente alle parole del ladro dal mantello nero. Un ladro molto simile a Corbeau, coinvolto in un colpo di qualche mese prima… Una piuma nera…

 

«Di' Lupin, per caso quelli erano...» - azzardò Fujiko.

 

«…Sì, più che probabile.» - ribatté Asène.

 

Fu l’unica supposizione che riuscirono a fare, anche mostrandosi piuttosto increduli, prima di dover mettersi in fuga a causa dell’arrivo delle forze dell’ordine, tra cui l’ispettore Zenigata, accorso appositamente, grazie ad una chiamata anonima, Ancora una volta Lupin, si trovò a venire quasi fregato, per mano di un Kuroba.








Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti e benvenuti alla fine di questo ennesimo Cross-over! (Sembra abbia preso un mio andazzo stabile).
Che ci crediate o no, l'idea per questa Fict, è nata ormai diversi anni fa, ed i primi capitoli erano anche stati già scritti... ma ad un certo punto mi scoraggiai e non reputando buona, decisi di cancellarla. Questo periodo di forzata inattività tuttavia, ha fatto sì che ritrovassi la voglia di non lasciare incompiuta questa storia, portandomi dunque a riscriverla. Ed il risultato tutto sommato, non mi ha deluso. Ho tantato di rendere il gruppo di Lupin, il più possibile simile alla versione degli anni '90, per come me li ricordo, tranne forse che con Fujiko che preferisco sia un po' incline al filirt.  In ogni caso, spero di non aver rovinato troppo dei personaggi della mia infanzia, che mi hanno trasmesso la passione per i ladruncoli. Con ciò mi auguro vi abbia intrattenuto almeno un pochino. Un saluto ed alla prossima! -Irene_Violet.

Nota a margine: Non sapevo che segno grafico mettere per distinguere la parlata straniera, quindi ho optato per i simboli di minore/maggiore uguale (≤≥) cui mi ricordano le virgolette basse in un certo senso...

   
 
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