“Ok... prima di tutto, sono
vivo?”
Il dolore che sentivo alla
gamba sembrò rispondermi di sì.
Accertato quindi di essere in
uno stato ottimale, incominciai a guardarmi attorno.
Ero in una caverna,
profondato chissà di quanti chilometri sotto il livello del mare e l'unica
uscita sembrava anche l'entrata, ovvero qualche
chilometro sopra le nostre teste e ovviamente non era possibile raggiungerla.
L'unica luce era quella che
veniva proprio da quel buco sul soffitto, flebile e soffusa.
Lupin, Jigen
e Goemon erano davanti a quella che sembrava una...
una porta?
“Ma...diavolo!”
urlai “La nave! Sam ci ucciderà tutti!”
La nave, infatti, non si
poteva più chiamare tale.
Ormai era solo un ammasso di
rottami, inutilizzabile.
Il trio mi guardò, e Lupin
sogghignò:
“Beh, se troviamo il tesoro,
potremo ripagarlo!”
“TESORO? TESORO? Siamo
intrappolati in una dannata grotta e tra poco gli americ...i rus...CHIUNQUE CI SIA in questa maledetta base verrà a cercarci! E VOI CHE
FATE? STATE DAVANTI A QUESTA PORT...CHE DIAVOLO CI FA UNA PORTA QUI?”
“Calmati Leo, o ti verrà un
infarto!” mi suggerì Lupin “E osserva meglio la porta...”
“Ho diciassette anni ed è
impossibile che mi venga un infar...”
Magari non mi venne un
infarto, ma mi mancò il fiato. Sulla porta c'era un buco, un buco
che poteva essere colmato solo con un diamante! Il diamante che Lupin che aveva
trovato! L'entrata del tesoro!
“Che fortuna...”dissi guardando la porta, ancora sgomento “Ma...dov'è
papà Zenigat...l'ispettore Zazà....insomma
il signor ispettore Zenigat...”
“LUPIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNN!”
Dai rottami della nave,
spuntò, più pimpante che mai, Koichi Zenigata, urlando quello che urlava
di solito.
“AH, Zazà
si è svegliato!”
Lupin tirò fuori dalla giacca
il diamante e lo ficcò dentro il buco apposito nella
porta.
La terrà cominciò a tremare,
e il soffitto iniziò a franare.
“Perchè
è tutto così maledettamente banale!” urlai, un po'
preso dal panico.
“Lupin!” continuava ad urlare Zenigata, agitando le
manette, come suo solito.
La porta si aprì di scatto,
accompagnata da un fragore infernale.
Io, Jigen
e Goemon ci si infilammo
dentro senza esitazioni, seguiti da un urlante Zazà.
Dentro non si vedeva niente,
tanto era fitta la polvere che si era alzata.
“Lupiiiiiiiiin,
non mi sfuggirai”
“Paparino, cambia disco!” gli
consigliò Lupin.
Zak!
Fu uno scintillio
nell'oscurità, e sentii qualcosa di metallico aggrapparsi ad
un mio polso.
“Ah-ah!
Ti ho preso Lupin!”
Il polverone infine si diradò
e vidi un corridoio che in lontananza si biforcava.
Ed io e Zenigata eravamo legati con
le manette.
“Paparino, mi sa che hai
sbagliato mira...”
“Già...”
Tunf!
“Un classico...”pensai “la parete che cala tra gli eroi per
dividerli...”
“Leo, Zazà,
state bene?”ci chiese Lupin, che insieme al resto della banda era rimasto
dall'altra parte della parete.
“Tutto bene!”urlai
“LUPIIIN!TI PRENDERÒ!”urlò Zazà, ancora legato a me.
“E anche Zazà
sta bene...”disse il ladro gentiluomo, mente molto
probabilmente sorrideva “Ok, ci dividiamo! Voi andate avanti! Probabilmente
tutte e due le strade portano al tesoro!”
“D'accordo!”dissi “Ci vediamo
dopo!”
“Lupin!”
“Ispettore Zenigata, ci
conviene andare.”
Zenigata mi guardò con intensità:
“E tu chi sei?”
Sembrò che mi passasse
davanti una balla di fieno.
Zenigata fino a quel momento non mi aveva neanche notato!
“Sono Leonardo, e mi sono
unito recentemente alla banda di Lupin...”
“Male, male” mi ammonì Zenigata “Così
giovane e già sulla via del crimine! Sopratutto considerando cosa stai
per rubare!”
“Perchè
cosa sto per rubare?”
“L'arma batteriologica che
russi e americani stanno sviluppando segretamente da più di 50
anni!”
“Arma batteriologica?”Guardai
l'ispettore Zenigata perplesso “io e Lupin siamo qui per recuperare il tesoro
nascosto di una tribù Maya!”
“Ah, sì?”Gli occhi
dell'ispettore Zenigata si illuminarono “però un furto rimane sempre un furto! Lupin deve essere arrestato!”
“Ecco perchè
Zazà era così su di giri!”realizzai tra me e me
“Pensava che Lupin volesse rubare quell'arma!”
“Leonardo, giusto?”
“Sì...”
“Temo di avere una brutta
notizia...non trovo più le chiavi delle manette....”
“O dannaz...
e adesso?”
“Beh, andremo avanti legati...”
Sospirai: Niente da fare, era
destino che succedesse.
Mi guardai intorno: la parete
che mi aveva diviso dagli altri mi lasciava un unica
via, dritta e lunga, che conduceva a chissà quali pericoli.
Tremai.
Quante volte ancora avrei dovuto rischiare la vita?
“Andiamo!” dissi al mio
compagno, trascinandolo per le manette.
Il corridoio era fiocamente
illuminato da della luce che filtrava attraverso alcuni buchi che erano sul
soffitto.
Io mi muovevo cautamente, di
soppiatto, un po' come faceva Buggs Bunny quando si
muoveva in punta di piedi.
Zenigata mi seguiva esitante.
“Ispettore Zenigata...”
“Sì?”
“La prego di fare piano, un
piede in un posto sbagliato potrebbe far accadere la più terribile delle cose...”
Zenigata deglutì: “V-va bene...”
Dopotutto era logico che io
fossi esperto di caverne e trappole in generale...quante
ore avevo passato, dentro anguste caverne, schivando trappole e combattendo
contro terribili mostri in agguato nell'oscurità?
Beh, forse non ero
propriamente io ad aver fatto quelle cose, ma il mio alter ego di Doungens & Dragon, Karth...
comunque restava il fatto che ero io ad impersonificarlo...
Ebbi come un flash, e rividi
il mio gruppo di amici intenti nella nostra attività preferita: il cazzeggio.
Cazzeggio che nell'80% delle volte sfociava durante una partita di
D&D.
Marco, il nostro Master severo e bastardo...
Laura, la nostra chierica
tira mazzate...
Mauro, il nostro guerriero
sclerotico...
Gabriele, il mago saccente e
sentenzioso... e infine io, Leonardo, il paladino rompicoglioni del gruppo, che
blaterava sempre qualcosa sulla giustizia e sulla morale...
Eravamo davvero un bel
gruppo. Chissà se mai uscirò vivo da tutto ciò, potrò tornare a giocare con
loro...
E ora qui, insieme a Zazà in un Dougen pieno di
trappole che proteggeva un tesoro inestimabile... insomma il mio Master non
avrebbe potuto inventare di meglio.
Neanche il tempo di
fantasticare un attimo che sentii mancarmi il terreno sotto i piedi.
“LEO!”
Zenigata riuscì a salvarmi solo perchè
eravamo legati con le manette, altrimenti sarei diventato un puntaspilli.
Infatti, sotto di me, si
aperto il pavimento, e sotto c'erano tanti bei
spuntoni pronti pronti a infilzarmi.
Zenigata mi tirò sù con un po' di
fatica.
“Questa caverna è troppo
stereotipata...”dicevo a Zenigata,
mentre, superato il buco faidiventareunpuntaspillileo,
camminavamo avanti “prima il terremoto quando apriamo la porta, poi il muro che
ci separa e ancora la trappola del puntaspilli...insomma manca solo il masso
rotolante e chiamo Indiana Jon...”
Click
Sentii di aver calpestato
qualcosa che non dovevo calpestare, ma sembrò non
succedere niente.
Rimanemmo qualche secondo in
silenzio, fino a quando in lontananza non sentimmo una specie di rombo, come un
tuono.
“Ma che...”
Zenigata non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che lo
costrinsi a correre, trascinandolo per le manette.
Poco dopo, neanche a farlo a
posta, dal mio 3030 incominciò a partire la suoneria
del theme di Indina Jones.
“Un masso rotolante ci sta
venendo addossooo!” urlai mentre un masso gigante si
avvicinava pericolosamente a noi “E PERCHÈ DIAVOLO È PARTITA LA SUONERIA DI INDIANA JONES PROPRIO ADESSO! AAAAAAAAAAAAAAAH!”
Correvo come riusciva a fare
solo Nebeshin in Exel Saga,
mentre Zenigata mi seguiva a due passi di distanza.
“SI STA AVVICINANDO, SI STA
AVVICINANDOSISTAAVVICINANDO!!!”urlai, un po' (?)in
preda al panico.
“Oh mio dio!” pensai “la
trappola di prima!”
“Leo!” urlò Zenigata
“saltiamo!”
“Il buco è piuttosto lungo
non so se riuscirei a AAAAAAAAAAAAAAAAAH!”
Zenigata saltò, e così feci anch'io...e
ci appendemmo al bordo della trappola, mentre il masso si sfracellava dietro di
noi, nella trappola.
“Ce la siamo vista brutta,
eh, Leo?”
“Non ti preoccupare, ormai ci
sono abituato...”
E pensare che fino a poco
tempo fa ero il più normare
dei ragazzi...
Sospirò.
“Ok, Ispettore, andiamo!”
Superammo di nuovo la buca, e
procedemmo lentamente lungo il tortuoso tunnel.
Quali altri pericoli avremmo dovuto affrontare?
Io e Zenigata camminammo in silenzio
per vari minuti, nella speranza che nessun gruppo di indigeni con archi e
frecce avvelenati avrebbe tentato di ucciderli, magari mentre cercavamo di
raggiungere un aereo...
Il tunnel finalmente si aprì
in uno spazio più ampio, dove c'erano due porte, con
accanto due statue, fedeli riproduzioni di due aztechi armati di lancia.
Al centro c'era una scritta
composta da caratteri che non avevo mai visto...
eppure... sapevo di saperli leggere...
“Com'è possibile?” Chiesi con
voce spezzata, più a me stesso che a Zenigata “So leggere questi caratteri...”
Ma, aspetta! Lupin avrebbero
dovuto parlare giapponese! E gli abitanti della Colombia una
specie di spagnolo!
Come diavolo avevo fatto a non pensarci prima? Come era
possibile?
“E allora cosa c'è scritto?”
mi chiese Zenigata, probabilmente senza aver notato il mio conflitto
interiore.
“Due porte, una conduce alla tesoro, una alla morte. Due guardiani. Uno ha fatto
voto di retta parola, l'altro di non farlo mai. Una sola domanda ti è concessa,
o viandante, ad uno dei due guardiani.” lessi.
“Quindi...”
disse Zazà grattandosi la testa “Queste due statue...
sarebbero i guardiani... e uno dei due dice solo la verità e l'altro solo
bugie... e una conduce al tesoro... e l'altra... a morte certa?”
“Esattamente..” dissi, con aria solenne “Ma dubito che questi pezzi di
roccia sappiano parlare...” dissi, dando un calcio ad una statua.
“!!!!”
Gli occhi della statua si
erano illuminati di rosso! E...
Non so grazie a quali miei poteri nascosti, ma riuscii a schivare la
lancia... per un soffio.
“Promemoria per me: mai
prendere a calci dei guardiani sacri...”
“S-si
è mossa!” balbettò Zenigata “Che strano...Ragazzo, riflettiamoci un attimo sopra, ok?
Dopo aver visto la statua muoversi tutta questa faccenda dell'indovinello mi
sembra anche troppo reale...”
Zenigata aveva ragione... ma...
Come si era mossa quella
statua? Magia Azteca?
…
…
“Boh...”
come al solito era l'unica risposta che mi sapevo dare.
Tanto valeva concentrarsi
sull'indovinello...
...Ma
aspetta, ho già sentito qualcosa del genere...
Il mio Master...
C'ha fatto lo stesso indovinello, una volta!
Ma chi l'aveva risolto...
Mmm...
“Bisogna fare una domanda
pertinente alla strada da prendere... e che ci dica la direzione in cui
andare... sia che lo chiediamo al guardiamo sincero,
che a quello bugiardo...” disse Zenigata,
sorprendendomi con le sue abilità deduttive.
Ma dopotutto era nell'Interpool per un motivo, no?
Poi
Un flash.
Quasi di una vita passata.
E probabilmente era la
soluzione....
Mi alzai deciso, e mi diressi
verso il guardiano a sinistra. Chiesi quindi con voce tuonante e chiara:
“"Secondo te, qual è la porta che consiglierebbe l'altro
guardiano?"
La guardia rimase ferma
immobile, senza darmi risposta.
Poi, lentamente, girò la sua
lancia in direzione della porta a destra.
“Ok, la porta giusta è quella
a sinistra” dissi deciso.
“E come fai
ad esserne tanto sicuro?” chiese, quel bonaccione di Zenigata,
che neanche si era arrabbiato del fatto che non l'avevo consultato prima di
fare la domanda...
“Seguimi
nel ragionamento: Se l'avessi chiesto al guardiano bugiardo
avrebbe indicato quello che porta alla morte, perchè
è bugiardo, e la guardia che dice la verità mi avrebbe indicato quella della
salvezza, no?”
“Certo” disse “ti seguo... ma
se lo avessi chiesto alla statua sincera?”
“E' lo stesso....anche
se fosse stato il guardiano sincero, avrebbe indicato quello che porta
alla morte, perchè così gli avrebbe consigliato il
guardiano bugiardo...”
“Ma certo!” disse Zenigata
battendo il pugno su una parete “Geniale! Quindi visto
che la guardia ha indicato la destra, noi dobbiamo andare a sinistra! Certo!”
Andammo verso la porta di
sinistra, e ci ritrovammo in un altro tortuoso tunnel, che dopo qualche minuto
sbucò...
In un salone. Enorme.
Grandioso... e
raccapricciante allo stesso tempo.
Oro, gioielli, vasi
preziosi... ce n'erano fino alla nausea... accanto
ad... un mare di ossa.
Cadaveri che erano lì da più
di 400 anni, che attendevano solo il loro arrivo.
E in un lato, l'unico che
aveva ancora i vestiti... anche se comunque cadavere.
Probabilmente era quel Conquistadores traditore...
Zenigata ed io rimanemmo qualche minuto a contemplare quella
macabra bellezza che avevamo di fronte.
“Bene, bene, bene... che cosa
abbiamo qui?”
Fu una voce sconosciuta a
parlare.
E veniva da dietro di noi...
Era uno dei tizi più strani
che avessi mai visto.
Occhiali che sembravano un
visore notturno, un gilè bianco su una camicia bianca
e un paio di pantaloncini corti che avevano tutta l'aria di essere mutande.
“Proprio come pensavo, un trio di trasgressori!”
A parte che eravamo in due...
a parte che quella era una palese citazione...
E a parte il modo in cui era
vestito...
“Che diavolo vuoi?” chiese
Leonardo, guardandolo malissimo.
“Quello che volete voi,
trasgressori...”
Dai boxer (!!?)
tirò fuori una pistola, che ci puntò addosso.
“Il tesoro... e in particolare...
questo...” disse prendendo un vaso.
“IN NOME DELLA LEGGE TI
ORDINO DI...”
Partì un proiettile dalla
pistola dell'uomo, che colpì la gamba di Zenigata.
Riuscii appena a sostenerlo
prima che cadesse a terra.
“ Povero piccolo ispettore...” disse quel bastardo, con voce compassionevole “Se fossi
stato zitto e fermo non sarebbe successo”
“Bastardo...”
sussurrai a mezzabocca
“Cosa, cosa
cosa? Mio giovane e sconosciuto amico, hai
detto qualcosa?”
Avrei voluto saltargli
addosso e prenderlo a botte per quello che aveva fatto a Zenigata... ma... lui aveva
una pistola...
Mi toccava fare buon viso e
cattivo gioco.
“Non ho detto niente, sconosciuto signore”
“Ah, già, già, già! Non mi
sono ancora presentato! Che maleducato! Sono Kirt Poler, piacere di conoscervi!”
“Oh!” fece dopo un attimo
“Suppongo che uno sparo non sia il miglior biglietto da visita del mondo...ihihih! Ma
che ci volete fare! Non ci sono più le buone maniere di una volta!”
Rise della sua stessa battuta
per qualche secondo.
“Comunque! Io ero tornato qui
per prendere...QUESTO!”
Lasciò cadere il vaso che
conteneva... cosa?
Un oggetto verde di fattura e
forma indefinita.... Mai visto niente del genere...
Non credevo a quello che
vedevo...
Non era stato costruito da mani umani... il mio sguardo e quello di Zenigata
venivano catturati dal verde brillare di quel diamante, senza poter
distoglierlo.
“Che diavolo...” riuscii solo a dire, mentre quel tizio lo prendeva in
mano
“Eccolo, ispettore e ragazzo
sconosciuto! L'ho cercato a lungo... molto a lungo! Il segreto della prosperità
dei Maya! La Sacra Pietra del Tempo! E ora è miaaaaaaa!”
E incominciò a ridere
convulsamente.
“Ora... nessuno... nessuno,
potrà fermarmi!”
Poi, un terremoto. Forte
violento, pieno di quella forza che solo madre natura sapeva avere.
E poi... una macchina sbucò
dal soffitto.
Per essere precisi era una
vecchia Ferrari...
Che mi era famigliare...
Una vecchia
Ferrari rosso fiammante...
“...SCERIFFO
DAN!”
Urlai con tutto il fiato che
avevo in gola
“Ancora tu?” disse Kilt
guardandolo stupito
“Sì, ancora io,
bracalone!”urlò Dan, con forza.
“Bracalone? Come osi!” disse
con voce stridula “tu... non capisci la mia arte!”
“Sarà...ma
non lo capisce l'intero mondo...”
“Ihih...
fai tutte le battute che vuoi...ma sei troppo tardi,
il Cristallo è mio!”
“Non credo proprio!” urlò
Dan, estraendo in un attimo la pistola, colpendo il cristallo con un
proiettile.
“IIIIIIIIIIIIIIIIIIIH! Il cristallo! Brutto stronzo!”
urlò, sempre con voce strozzata, mentre si gettava a terra per prenderlo.
Un attimo dopo Dan aveva la
sua Colt puntata alla tempia di Kilt.
“Fai una mossa e sei morto...”
“Ma non mi serve, fare una
mossa...”
E scomparve nel nulla,
lasciando Dan con un palmo di naso.
“DANNAZIONE!” urlò “MI E' FUGGIATO ANCORA!”
Quindi, senza degnare di
un'occhiata, né me, né Zenigata, Dan risalì sulla sua Ferrari.
“Leo, sono certo che ci
rivedremo, e allora... ti spiegherò!”
Mise in moto.
“Oh, giusto...”
Un vento caldo colpì me e Zenigata, un
vento che sapeva di deserto...
“Ok, ci rivedremo,
prescelto!”
E lui e la sua macchina
scomparirono.
“Ma che diavolo...” riuscii a dire
Zenigata mi rispose con un'alzata di spalle.
E la sua gamba... anche se
era intrisa ancora del suo sangue... era guarita!
“Ma che diavol..” tentai di dire “Zazà?”
Zenigata scosse la testa.
“Questo mondo è più
misterioso di quanto non sembri...”
Passi in lontananza.
“Comunque” disse una voce in
lontananza che assomigliava troppo a quella di Lupin “è stato
fin troppo facile arrivare fin qui... insomma, quel masso rotolante, quelle
trappole, le frecce che escono dal terreno... insomma... chi fatto questo
sotterraneo non aveva un minimo di fantasia o si era visto troppo film di
Indiana Jones...”
“Beh, Lupin” disse Jigen “dubito che all'epoca avessero già creato i film di
Indiana Jones”
“Anche tu hai ragione...”
“Toh, eccovi” feci a Jigen, Goemon e Lupin, che si
avvicinavano “Ve la siete presa comoda...”
Lupin si sfegò
la mano sulla nuca:
“Hai ragione scusaci! Ma
sapendo che con te c'era Zazà...”
Poi notò il sangue sulla
gamba di Zazà:
“Ma che è successo qu...”
Pareva che fosse destino.
Oggi nessuno riusciva a completare le frasi che intendeva dire.
Dal soffitto apparvero due
persone... anzi tre...
Poi, apparvero i loro
paracadute.
Ma... che diavolo? Era finito nella giornata dei
personaggi a sorpresa?
Perchè nessuno gliel'aveva detto?
Il prima persona delle tre....e la riconobbi, mio
malgrado, dalla grandezza del seno. Era senz'altro Fujiko
Mine.
Gli altri due... mai visti.
Erano una ragazza e un
ragazzo, vestiti elegantemente, ed tutti e tre
atterrarono impeccabilmente sull'accidentato terreno di quella grotta.
Fino a quando lui non
inciampò e fine con la faccia tra le tette della ragazza.
“...”
disse Fujiko
“...”
disse la ragazza
“...”
disse il ragazzo
“...”
disse Geomon
“...”
disse Jigen
“...”
disse Lupin
“...”
disse Zenigata
“...”
dissi io
Minuti di silenzio.
Il ragazzo e la ragazza erano
entrambi rossi.
“Quanto
ancora hai intezione di tenere la faccia lì?”
dicemmo tutti contemporaneamente al ragazzo.
“Finchè
lei noi mi dice niente...” rispose, prima di essere
colpito da un calcio della ragazza.
Proprio lì in mezzo.
Tutti i maschi presenti, si misero le mani lì per solidarietà maschile.
“CHE MAAAAAAAAAAAAAAAAAALE!” Urlò
il ragazzo, cadendo in terra in preda a convulsioni degne di un epilettico.
“Non ti sembra di aver
esagerato?” feci alla ragazza, affabile
“Vuoi essere tu il prossimo?”
mi rispose rabbiosa.
“N-no...
non ci tengo, grazie... magari quando avrò avuto una salda progenie, va bene? Eh, eh, eh...”
E mi nascosi dietro Zenigata.
“Comuqnue!”
Fece la ragazza “ Fbi! Voi tutti siete accusati di intrusione
in territorio militare di due nazioni! Siete in arresto!”
Ma ovviamente, nessuno se la cagava.
Lupin stava riempendo un sacco con tutti i tesori, Fujiko
faceva lo stesso.
Jigen aiutando Lupin, mentre Goemon
stava lucidando la sua spada.
Zenigata, dimentico per tutta quella successiva serie di
entrate in scena, sconcertanti e trionfali allo stesso tempo, della cattura di
Lupin, mi stava aiutando a cercare quel misterioso foglietto che mi avrebbe
dovuto riportare – o almeno lo speravo - a casa.
“QUALCUNO MI
STA ASCOLTANDO?”
“Credo di no...” fece il ragazzo, ancora stesso a terra, sofferente.
E la ragazza gli tirò un
altro calcio.
“Ah, eccolo!” dissi, alzando
un foglio in aria, trionfalmente
Era completamente bianco, non
v'era scritto niente.... ma la sua consistenza era la
stessa di un A4... e a quanto ne sapeva, gli A4, in quel periodo, non c'erano
ancora.
BANG!
Mi volò il biglietto dalla
mano. Era la giornata degli spari, oltre quella dei
personaggi a sorpresa, oggi?
Mi guardai intorno, non vidi
nessuno con una pistola.
“TUTTI A TERRA!”
Un altro colpo,
passò proprio dove cinque millesimi di secondi prima c'era la mia testa.
Se non fosse stato per l'urlo
di Lupin, la mia testa avrebbe un buco in più.
E, forse la cosa sorprenderà
qualcuno, quando dico che quel buco non sarebbe stato affatto
utile.
“Un cecchino!” urlò il
ragazzo di cui non sapevo ancora il nome.
Un altro colpo che anche
questa volta che andò a finire nel vuoto.
Poi ancora spari.
“Mirano a me!” urlai “E' lo
stesso che ha bucato il cappello di Jigen!”
“Ma...”
fece Fujiko con voce tramante “Se è lui... perchè sta mirando anche me...”
“Oh, cazz....” urlò la ragazza “Da dove spara?”
“Non ne ho idea!” urlai, ma
poi... poi vidi un puntino rosso.
Sembrava una di quelle luci
che utilizzavano i miei compagni di classe per accecarmi o per prendere in giro
il professore.
Un momento dopo ero in ginocchio, pistola in mano, sparando nella direzione
opposta dal dove veniva la luce rossa.
Quattro, no cinque e
assordanti Bang si udirono contemporaneamente in quella buia caverna.
Senza che me ne accorgessi,
al mio fianco c'erano Jigen, Lupin e Zenigata, tutti
con in mano una pistola fumante.
Aspetta... e allora di chi
era il quinto sparo?
La risposti la ebbi quando vidi Goemon
davanti a pochi metri da noi, con in mano la sua fedele spada e un proiettile
tagliato a metà.
Poi... un rumore di passi,
che corrono.
“Oh, merda, sta fuggendo!”
Noi quattro, io, Jigen, Zenigata e Lupin ci lanciammo in un rocambolesco inseguimento,
seguendo l'ombra del cecchino... che credevo essere il tipo dal caschetto
argentato!
Corremmo per le tortuose vie
della caverna, fino a quando ad una curva
particolarmente stretta...
BANG!
“Cazzo, un agguato!” Non ebbi
neanche il tempo di pensarlo, che vidi un proiettile
che si dirigeva verso di me.
No! Verso di Jigen!
Vedevo tutto a rallentatore.
Sapevo che succedeva solo nelle situazioni in cui sta per succedere qualcosa di
estremamente BRUTTO. Il proiettile che si avvicinava
verso il cuore di Jigen. E sicuramente, io non volevo
che questo accadesse.
“No, Jigen!”
Mi buttai a lato, colpendolo con una spallata e buttandolo di lato.
Sentii una fitta alla spalla, ma Jigen, anche se a
terra, era vivo.
“Dannazione!” urlò una voce a
noi sconosciuta “Non mi resta che far esplodere questo posto!”
Ci fu un botto. Un grosso
botto. Come se una bomba fosse esplosa. Una bomba messa al punto giusto per far
esplodere tutto.
E probabilmente, era proprio
così.
BOOOOOOOOOOOOOOOM!
Una violenta
esplosione. Un terremoto.
Inizia a crollare tutto.
“NO, NON DI
NUOVO!” Urlai nella disperazione, mentre con una mano mi tenevo la spalla, da cui
continuava ad uscire del sangue.
Mi trascinai dietro Zenigata (sì,
eravamo ancora legati dalle manette) verso qualche parte non meglio
identificata, mentre Lupin e Jigen...
Booom!
Un secondo Boom? O era il
terzo? Al diavolo! Alcuni pezzi di roccia mi caddero addosso.
In più ci fu
un assordante rumore, oltre quello della caverna che crollava... che
sembrava... quelle delle pale di un elicottero!!
Una scaletta si materializzò
davanti agli sguardi neanche tanto stupiti di Jigen e
Lupin, scaletta che scendeva da un elicottero sopra le nostre teste.
Peccato che io e Zenigata
stessimo un po' lontani.
“Merda!” pensai, correndo
verso di loro
Guardai il buco del soffitto
da cui si era scesa la scaletta.
C'era la ragazza di cui non
sapevo il nome con un Bazooka in mano e intanto, Goemon
teneva la scaletta.
Corsi, con tutto il fiato che
mi permetteva il mio corpo, tenendomi la ferita dolorante, tenendomi i ripetuti
shock, tenendomi dentro l'incredulità di trovarmi insieme a Zenigata...
Rallentai, non ce la facevo.
La ferita faceva troppo male. Non ce la facevo.
Jigen e Lupin avevano afferrato la scaletta, mentre
l'elicottero si innalzava nell'aria.
“LEOOOOOOOOOO!”urlò Jigen,
dell'elicottero.
“Mi dispiace” mormorai “Non
ce la faccio... Mi dispiace Zenigata...”
Caddi a terra.
“NO!” urlò Jigen.
Scese dalle scalette, scendendo fino all'ultimo gradino, poi diede la mano a
Lupin, rimanendo sospeso del vuoto.
Zenigata non aveva ancora demorso.
Prese la mano di Jigen...
“SU, SU!” Urlò Lupin
all'elicottero
Mi sentii sballottato in
aria, tirato verso su, verso l'elicottero...
Sbattei varie volte addosso ad una roccia... ma poi...
Passai attraverso il buco sul
soffitto, mentre tutta la caverna crollava su se stessa.
Poi, quello che vidi da
lassù, mentre ero sospeso per aria, con i piedi sul nulla, aggrappato nulla più
che alle manette di Zenigata, che era aggrappato a Jigen, che
era aggrappato a Lupin...
Le esplosioni continuavano,
rumori assordati che venivano ad basso.
Era una visione, di quelle
che si stampano nella testa come fotografie e non se ne vanno più.
Un’isola tropicale vista
dall'alto. Esplosioni sul lato est dell'isola, grandi esplosioni...
Sul lato ovest, nascosto da
una fitta boschiglia, c'era
la base americana-russa, poi il tutto era circondato da un limpidissimo mare
azzurro.
Rimanei lì, per qualche secondo, a bocca aperta, a guardare
il paesaggio, mentre volavamo verso la riva.
La riva della Colombia.
Qualche minuto dopo atterrai sulla solida roccia, anzi sul solido asfalto.
“Ma
che diavolo... è successo?” chiesi.
“Qualcuno ha fatto saltare
l'isola...” disse Lupin, scendendo anche lui dalla
scaletta “Americano? Russo? Di altri servizi segreti? Era un mandante di quelli
che hanno cercato di uccidere anche Leo? Penso che non lo
sapremo mai”
“Lupin ha ragione...” disse Jigen “Ma...”
“E anche questa volta non
abbiamo guadagnato niente!”
Fu Fujiko
a parlare, ovviamente, questa volta, scendendo dall'elicottero con un agile
salto, che fece fare vari boing
boing alle sue amiche colline.
Ah, ci tengo a farlo sapere,
non sono un maniaco!
“Ma
come!” dissi “E quei sacchi con i tesori?”
“Erano troppo pesanti! Non ci
saremmo stati tutti! Quei due” disse riferendosi ai due del FBI “mi hanno
costretto a buttare tutto! Loro e le storie sul valore della vita... Sarebbe
stato meglio buttare Lupin di sotto...”
“Ma Fujiko cara, che costa stai dicendo?”
“Que...” ma prima che il cuore di Lupin potesse essere colpito
ancora una volta dalle fredde parole di Fujiko,
arrivò....
“Sam!” urlai, spaventato.
“Ah,
eravate voi con quell'elicottero!
Avrei dovuto immaginarlo!” si guardò intorno.
“DOV'E' LA MIA NAVE?”
Il tono era il più spaventevole mai sentito... e non sono neanche certo che
spaventevole esista, come parola.
Ricordai dov'è che l'avevamo
lasciata. All'entrata di quella caverna, rotta... e adesso
molto probabilmente sotterrata da un mucchio di sassi.
“Speravo di poterci pagare
alcuni debiti...” disse Jigen,
estraendo dalla tasca un diamante di discrete dimensioni “Ecco”
“Questo mi farà comprare una
nuova nave di zecca! L'era della pirateria in Colombia è riaper...a-ehm... eravate voi con tutte quelle esplosioni?”
“Diciamo di sì...” disse Lupin “E...”
“Non voglio sapere altro”
disse Sam “mi basta sapere che siete andati su
quell'isola e siete tornati per non voler sapere niente!”
Intanto Zazà
mi venne vicino.
“Leo, che cos'è quella
carta?”
“Dovrebbe farmi tornare nel
mio mondo...”
“Eh?”
In breve gli spiegai tutta la
storia della mia vita degli ultimi due giorni, anche se a me erano sembrati due
secoli...
“Ah... ” disse infine “E quel
foglietto...”
“Esatto, spero che mi faccia tornare a casa... ma non ho idea di come
utilizzarlo!”
Lo tirai fuori dalla tasca in
cui l'avevo infilato.
Era tutto spiegazzato, e
sopra...
“C'è scritto qualcosa!”
“Eh?”
Tutti mi attorniarono per
leggere il foglietto.
Vidi chiaramente che la
pagina proveniva proprio da quella rivista.
“Cosa
c'è scritto?” chiesero in coro, tutti.
Se a casa vuoi tornare,
tra male e foreste ti
dovrai imbarcare
e se da solo non vorrai stare, un amico ti potrai
portare”
Ci furono attimi di silenzio.
Ovviamente, la domanda che
normalmente verrebbe in mente ad un gruppo di normali
persone coinvolte in un mistero sarebbe: “E cosa vuol dire?”
Ma... a quanto pare...
“CHI
DIAVOLO HA SCRITTO QUESTA ORRENDI VERSI?”
...noi
non eravamo normali.
“Non è questo il punto!”
urlai “Che cosa vuol dire?”
“Giovanotto?” disse Sam a
bassa voce “Sai di cosa stanno parlando?”
“No” rispose il ragazzo di
cui ancora non sapevo il nome, facendo spallucce.
La ragazza, che finalmente si
decise a dirmi il suo nome, Lea, e del suo ragazzo, David, fece lo stesso e
continuò ad ascoltare.
“Beh, mi pare chiaro” disse
Lupin “Che se a casa tua te ne vuoi andare, dovrai andare tra il male e le
foreste, e se vorrai, un amico ti porterai...”
“Grazzzzie
Lupin... il tuo intuito non smetta mai di stupirmi...”
“Guarda sul retro!” mi
consigliò Zenigata “Magari c'è scritto
qualcos'altro...”
Girai il biglietto e...
“Spiegazioni per impediti e
per gli animi per niente poetici” lessi ad alta voce “Se vuoi andare a casa, ti
tocca sgobbare, quindi prima passi per un altro mondo, e visto
che non voglio che ci resti secco, puoi portarti un compagno. Quando lo
vorrai toccare questo biglietto di nuovo...”
“Quelli non erano versi Haiko...” mormorò Goemon nel silenziò che seguì la mia lettura.
“Beh, ragazzi” disse guardandoli “Mi sa che questa storia del prescelto è
più complicata di quanto possa sembrare...”
“Già” disse Jigen “E io vengo con te”
Nuovo silenzio di tomba.
“COOOOOOOOOSA?!”
L'urlo era il mio.
“Beh, quel foglio dice che
qualcuno può venire con te, vero? Eccomi qui”
“M-m-m-ma...” ero incredulo “e Lupin? E la tua vita
qui?”
“Lupin ha già la sua vita qui
e può farcela anche senza di me... tu ne hai più bisogno. Cosa
succederebbe se ti dovesse capitare qualcosa come quella di poco fa?”
“Ma comunque, no non è possibile...”
“E poi ti devo ancora la vita
per quando eravamo nella caverna...”
“Per tutte le volte che l'hai
salvata tu a me la vita...”
“E quindi vengo con te...”
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Allora, prima di tutto...
scusate il ritardo ovviamente. Ma... sono accadute tipo due/tre cosucce che mi
hanno rallentato....
Tipo... il fatto che ho
dovuto trasferirmi per due volte... e poi il fatto che si è cancellata la prima
versione di questo capitolo....
Infatti è cambiata anche di un bel po'... in teoria il
“bracalone” doveva prendere in ostaggio Leo e poi Dan doveva liberarlo...
E avevo pensato ad un passato così lacrimoso per Dan che non ve lo sto manco
a narrare.
E come è
uscita fuori questa storia del gioiello del tempo.... la Ferrari...?
Boh! Forse per
il fatto che mi sono rivisto di recente Ritorno al Futuro!
Grande Giove!
Silenzio.
Un palco vuoto. Tende rosso accarezzate dal caldo
vento del deserto.
Passi. Passi.
Urla stridule. Due assordanti BANG!
Un soffio. E sul palco apparve un uomo.
Aveva un cappello da cowboy, un paio di occhiali da
sole, una bandana giapponese ed era vestito con un paio di jeans, un giacca con sotto solo
una canottiera.
L'uomo rinfoderò la Single Action
Army che aveva in mano e fissò la platea.
“Salve, gente. Ho appena finito qualche bimbominkia, lì, fuori... ma ce
sono sempre troppi” con un dito si alzò la visiera del cappello, fissando la
platea attraverso i suoi occhiali la sole. La bandana sventolava. “Sono qui per
porvi una domanda. Lo vedete Leo, quel giovincello? Ebbene, l'autore ha in
mente di mettergli al fianco una gentil donzella di qualche Anime o Manga. Il
problema... è che non deve essere impegnata nel Canon e che deve avere le
palle. E sopratutto, deve saper combattere. Quindi
nessuna Sana (é impegnata e non sa combattere), nessuna fottuta Linalee (si piange troppo addosso) e nessuna Lina Invese o Akane. Ci siamo capiti?
Quindi l'autore al momento a pensato a “Temari” di Naruto”. Lo so, mi
stare dicendo, ma Temari è impegnata con Shikamaru o (mettere nome a caso di personaggio maschile). E io vi dirò... questo è Fanon,
non Canon. E se non sapete cosa vogliono dire, andate
su Wikipedia, addio”
MMm... mi perdonate, se per questa
volta non vi rispondo singolarmente?T_T Comunque...
avrete il vostro capitolo su un vecchio anime... e
sarà il prossimo! E vi pentirete di averlo chiesto!BWAHAHAAHHA!