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Autore: LittleBunny    21/07/2020    4 recensioni
Passò un lungo istante in silenzio, prima di iniziare a dare delle, seppur lievi, testate sul suo armadietto, sotto lo sguardo incredulo di alcuni studenti che, dopo averlo guardato in maniera perplessa, decisero di allontanarsi.
Smise quasi all'istante, mugugnando parole incomprensibili, un unico pensiero ad invadergli la mente: era un'idiota.
Lo pensava già da un po' , ma ora aveva la conferma definitiva.
Era. Un. Totale. Idiota.
Come diavolo gli era saltato in mente di dire cose del genere ad uno che era il doppio di lui? Non gli bastava quello che stava passando con Flash, doveva per forza stuzzicare uno che poteva prenderlo a pugni, senza trovare la benchè minima resistenza?

[AU! SpideyPool]
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Deadpool, Peter Parker
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Irresistible012 ● In questa fanfiction, NON si fa riferimento al Peter Parker della MCU ma è ispirato a quello dei fumetti;
● I personaggi NON sono miei ma della Marvel Comics.
!! Attenzione, leggere le note a fine capitolo!!



12° Capitolo.


- Quindi ora state assieme? -

A quel messaggio appena mandato dall'amica, Peter istintivamente si era grattato la guancia, guardando per un lungo istante la tastiera del suo cellulare, quasi sperando che il correttore gli consigliasse la risposta corretta a quella domanda ma... la verità, era che non esisteva una vera e propria risposta.

Teoricamente, lui e Wade si erano incontrati, avevano parlato e, anche se non avevano chiarito del tutto - il moro non aveva avuto nuovamente il coraggio di chiedere di quel fantomatico bacio - avevano fatto pace e ora sembrava tutto tornato alla normalità.
Nonostante ciò, il loro rapporto sembrava profondamente cambiato infatti, ad esempio, anche se le scuole erano chiuse per le vacanze estive, i due si vedevano piuttosto regolarmente - e con regolarmente intendeva dire che un giorno sì ed uno no, anche solo per qualche ora, si vedevano.
Ovviamente, il biondo aveva comunque una vita, usciva con i suoi soliti amici e lo stesso faceva il newyorkese.
... O almeno, avrebbe voluto dire così.
D'estate Harry partiva col padre all'estero e solitamente passava le giornate con Mary Jane ma, da dopo la festa, sembrava un po' fredda nei suoi confronti e aveva iniziato a parlargli un po' di più solo recentemente.
Si chiedeva se le avesse fatto qualcosa o, peggio, se fosse successo qualcosa fra lei e il suo migliore amico per colpa sua ma, ogni volta che provava a chiederle qualcosa, evadeva la domanda e gli parlava di tutt'altro e, a quel punto, Peter aveva iniziato a non chiederle più niente.
Insomma, fra il corvino che era chissà dove in Europa e la rossa che si faceva sentire di rado, Wade era l'unica persona con cui uscire, letteralmente.
Era strano, si era sempre considerato introverso e spesso agognava un momento di pace, lontano dai problemi ma, ora che passava giornate intere senza fare niente, se non studiare, senza quasi sentire qualcuno, lo facevano sentire... solo.
Ovviamente, il minore faceva attenzione a non menzionare la cosa al canadese, praticamente l'unica persona che sentiva con regolarità, per paura che si precipitasse e si presentasse 24 ore su 24 sotto casa sua.
Non era giusto, non voleva dipendere troppo da lui e non voleva di certo che la sua vita ruotasse solo intorno alla sua.
... Al contempo, Peter avrebbe tanto voluto che il maggiore chiudesse i ponti con le sua amicizie.
Non tanto per ' averlo tutto per sè' , ma più per la pessima influenza che avevano su di lui.
Da quel che aveva visto la volta del party, non erano per niente delle brave persone e aveva paura di cosa sarebbe successo al canadese se avesse continuato a frequentarle.
Wade aveva tanta rabbia dentro di sè, probabilmente per la situazione familiare, ma aveva come l'impressione che la costante esperienza di individui del genere non facesse altro che fermentare questo sentimento e, una piccola parte di sè, aveva paura di dove questo l'avrebbe portato.
Aveva provato più volte ad affrontare il discorso, soprattutto perchè molti dei loro 'incontri' erano causati dal biondo che 'per puro caso' si ritrovava nelle vicinanze della casa del newyorkese e, con un sorriso ebete, gli chiedeva se poteva fargli da infermiere personale, presentandosi con qualche ferita dovuta a chissà quale lite.
'Non ti preoccupare, sto bene', lo rassicurava prontamente il ragazzo, ogni volta 'ho avuto i miei buoni motivi per ridurmi in questo stato' e da lì gli raccontava come aveva menato qualche cretino a fin di bene e la discussione finiva sempre con un gran sospirone da parte del minore.
Col tempo, il più piccolo aveva iniziato a fare sempre meno morali all'altro, in parte perchè non sapeva davvero che altro dirgli - Wade era testardo e Peter non era poi tanto sicuro di essere la persona adatta per convincerlo del contrario - e in parte perchè iniziava a pensare che avesse ragione.
Nonostante fosse comunque preoccupato che l'altro rischiasse di farsi male sul serio, doveva ammettere che ammirava sempre più questo lato di lui.
Insomma, era una vita che il moro aveva a che fare con la gente che lo derideva, lo prendeva in giro e lo umiliava e quell'anno, dopo tutto quello che era successo, era nato dentro di lui un forte risentimento e quasi invidiava il canadese che aveva tutta la forza e il coraggio che a lui mancavano.
A quei pensieri, finiva sempre con avere uno strano broncio combattuto, mentre magari sistemava qualche benda o simili all'amico e puntualmente, notando la cosa, il maggiore gli si avvicinava per scoccargli un piccolo bacio sulla fronte, facendolo arrossire all'istante.
Infatti, la loro quotidianità non era fatta solo di sgridate e fasciature ma di carezze, abbracci e coccole in generale.
All'inizio si sentiva stranito di come l'altro, pian piano, si fosse preso sempre più confidenze e, al contempo, avesse reso la cosa così naturale ma, in qualche modo, era riuscito ad abituarsi - per quanto questo significasse diventare rosso come un peperone ogni volta.
Certo, c'erano delle volte che il moro non voleva quel genere di attenzioni - specie se si trovavano in pubblico - e l'altro non lo premeva più di tanto ma, appena ne aveva l'opportunità o anche solo vedeva Peter più in 'vena', eccolo che lo abbracciava o lo riempiva di bacini sulla guancia o se lo prendeva in braccio, stringendolo forte a sè.
Per quanto, a pensarci era strano perchè, nonostante tutte quelle effusioni, non aveva più provato a baciarlo sulle labbra, neanche una volta.
Ma ancora più strani erano i loro 'appuntamenti'.
Solitamente stavano a casa a giocare a qualche videogioco che il biondo riusciva a procurarsi o uscivano al parco a mangiare un gelato.
Effettivamente, molte loro uscite erano molto limitate, un po' per il caldo afoso che faceva passare la voglia di fare qualsiasi cosa ma, in parte, il newyorkese sentiva che fosse per colpa sua, anche perchè l'altro sembrava evitare il più possibili i posti affollati.
Ma non era questa la cosa strana.
Lo era il fatto che passavano momenti in cui parlavano tantissimo - Wade aveva provato ad insegnargli addirittura un po' di francese, per poi smettere alla consapevolezza che l'altro non fosse portato per niente - a momenti in cui praticamente si ignoravano, facendo ciascuno un'attività diversa nonostante fossero nella stessa stanza.
Una volta, all'ombra di un albero al parco, dopo aver abbassato il libro di chimica, aveva guardato timidamente l'altro che stava giocando da solo con un frisbee, saltando da una parte e l'altra, chiedendogli se non si annoiasse in sua presenza e quello, molto semplicemente, gli aveva regalato un sorrisone commentando con 'nah, mi piace la tua compagnia, anche se facciamo cose diverse. E poi devi studiare tanto se mi vuoi sposare, aspetto ancora la mia cenetta come proposta di matrimonio.'
Inutile dire che, da allora, si era rifiutato di chiedergli qualsiasi cosa, per non morire dall'imbarazzo.

Con un grosso sospiro, Peter spostò momentaneamente il cellulare, dopo aver letto almeno un altro milione di volte il messaggio dell'amica e accantonò tutti quei pensieri, per posare lo sguardo sul suo amico, che ora dormiva placidamente per terra.
Da qualche tempo, il minore era riuscito a convincere l'altro a rimanere qualche volta a dormire da lui anche se il più alto si rifiutava di dormire sullo stesso letto perchè 'è meglio così per entrambi, fidati' gli aveva detto e il moro non aveva insistito.
Il suo primo pensiero, appena lo vedeva dormire così tranquillo, per terra, con un semplice lenzuolo e un cuscino era che, almeno, non stava sotto lo stesso tetto di quel padre tossico.
L'altro era che fosse il caso, prima o poi, di prendergli una qualche sorta di materasso per dormire.
Sospirò, constatando sempre di più quanto fosse strano, tutto troppo strano quando si trattava di Wade e, a quel punto, decise di rispondere alla rossa.

- Non lo so. -
****************

"Che ti è arrivato di bello?"

Appena sentì quella voce accompagnata dal tocco di due braccia che gli circondarono la vita da dietro, sussultò imbarazzato, per poi sfiorare appena i capelli biondi dell'altro, con un mezzo sorriso.
Solitamente quando riapriva gli occhi la mattina, Wade non c'era quasi mai, se ne andava prima che lui si svegliasse.
Le rare volte in cui rimaneva, erano le volte che la zia lo beccava scappare dalla finestra e lo costringeva a tornare a casa, come quella mattina.
Non si poteva dire di no a zia May, mai.

"La vera domanda è perchè sei in boxer." borbottò, guardandolo di sottecchi.

"Perchè l'estate da voi è atroce e rischio di sciogliermi da un momento all'altro." esclamò con tono teatrale, posando una mano sulla fronte e accasciandosi ancora di più al corpo di Peter che a malapena riusciva a reggerlo.

"... Eppure mi resti appiccicato, nonostante il caldo." ribattè, arrossendo lievemente.

"Perchè non posso resisterti" rispose, con quel suo tono fra il divertito e il malizioso, che non si capiva mai se fosse serio o no "Poi i tuoi non ci sono e non rischio di scandalizzare nessuno. Perchè tu per primo, non sei scandalizzato no? Sono sicurissimo al 113% che non ti dispiace guardare."

A quel punto, il newyorkese sospirò, prendendo il taglierino che era posto sopra il tavolo per aprire il pacco, non avendo più voglia di rispondere all'altro.
In parte perchè era inutile ed era quasi stancante trovare risposte con un senno logico per farlo ragionare e in parte perchè poteva avere, anche se in minima parte, ragione.
Si staccò quindi dall'altro, inchinandosi per tagliare con cautela il nastro adesivo che ricopriva l'intera scatola, immaginando già chi gli avesse spedito il pacco senza neanche leggere il mittente.
Da principio, vide solo un ammasso di imballaggio e carte poi, dopo tanto scavare, estrasse da là dentro vari pacchi e pacchettini contenenti dolci, statuine e quant'altro.

"Cos'è?"

"Souvenir." rispose il moro con un lieve sorriso "Harry, ogni volta che parte, mi spedisce un pacco contenente cose riguardanti i posti che ha visto. Gli ho detto che è una spesa inutile ma non ascolta mai. Vallo a capire..."

"...Mh" borbottò il maggiore, in modo contrariato "Perchè quel pacco ha un fiocco sopra?"

"Ah.." mormorò distrattamente Peter, estraendo i pacchettini rimasti, per poi rimettere apposto e buttare la scatola con all'interno tutto l'imballaggio da una parte "Ad Harry dispiace saltare il mio compleanno ogni anno, così mi manda il regalo in anticipo ed io lo apro il giorno giusto. Comunque, puoi prendermi un gelato dal congelatore che-?"

"No aspetta." disse Wade, guardandolo con fare indecifrabile "Cosa hai appena detto?"

"Eh?" disse il più piccolo, con fare confuso " 'Prendi il gelato dal congelatore?' "

"No, prima."

"Cosa allora? 'Mi manda un regalo in anticipo'?"

"No! Cioè sì! Cioè- AH! Odio questi clichè." esclamò il canadese con fare frustrato "Dicevo. Sì insomma. Compleanno? Come, dove, quando? E perchè non ne sapevo niente?!"

"... Allora, uh." rispose l'altro, abbastanza a disagio "Faccio gli anni fra qualche settimana, ad agosto e- insomma, non pensavo ti interessasse."

Ovviamente aveva detto, al solito, la frase sbagliata, perchè ora l'amico lo guardava con occhi sbarrati, con uno sguardo abbastanza offeso, come se l'avessero appena insultato.

"Come osi tu, Peter Parker, osare dire che io, il mago delle feste, il migliore intrattenitore, il bellissimo ragazzo canadese della porta accanto, non gli importa della festa compleanno della mia principessa preferita?"

C'erano molte cose che non gli quadravano nell'affermazione appena detta da parte dell'altro ma non ebbe il tempo di dire o fare altro che, il tempo di aprire bocca, Wade prese ed uscì dalla stanza e successivamente dalla casa, incurante di quello che gli disse il newyorkese, nel vano tentativo di fermarlo.
Ritornò indietro giusto quando gli fece notare che era uscito dalla casa in mutande, per poi cambiarsi, rubare un gelato ed andarsene nuovamente, con fare indignato.

****************

Nonostante il loro rapporto fosse mutato drasticamente, c'erano ancora delle cose che il moro proprio non riusciva a comprendere dell'altro, in particolare, come ragionasse.
Non erano passati manco tre quarti d'ora da quando era uscito di casa, che Wade gli aveva scritto un messaggio lunghissimo - e scritto molto velocemente, visto tutti gli innumerevoli errori di battitura - nella quale gli chiedeva il giorno preciso del suo compleanno, se avesse dei programmi e , nel caso, di prepararsi psicologicamente perchè avrebbero festeggiato il compleanno assieme, solo loro due.
Quando gli aveva chiesto un minimo di spiegazioni, il biondo aveva sbottato con un 'oh andiamo, mi sto impegnando tanto per far finire questa storia con un happy ending, dammi tregua!'.
Ovviamente, non aveva idea di cosa significasse, sapeva solo che la sera del suo compleanno era stato costretto a non prendere nessunissimo impegno, perchè sarebbe passato e gli avrebbe fatto una sorpresa - e, conoscendolo, poteva essere qualcosa di stupefacente o traumatizzante.
Nonostante si fosse ripromesso di non crearsi troppe aspettative per non ricascare in situazioni come quella del ballo - che gli aveva lasciato una ferita ancora aperta - era davvero su di giri per la serata che avrebbe passato con il maggiore, così tanto che a malapena mangiò una fetta della sua torta al cioccolato fatta dalla zia e aprì frettolosamente il loro regalo, il microscopio che tanto voleva.
Si sentiva davvero in colpa per essere un cattivo nipote - specie pensando a quanto avranno speso per quel regalo - e sapeva che nessun bacio e abbraccio che aveva dato loro quella sera sarebbe bastato a ripagarli per tutto l'amore e la pazienza che gli davano ogni giorno - ma... non poteva fare a meno di controllare ogni minuto quella dannata porta d'ingresso, in attesa che l'altro arrivasse.
Dopotutto, a parte per i suoi zii, l'uscita con il canadese era una delle sue piccole gioie del compleanno, visto che Mary Jane a malapena gli aveva fatto gli auguri ed Harry era all'estero e- a proposito, non aveva ancora aperto il suo regalo quindi si ripromise di farlo a fine di quella serata.
Aveva appena finito di cenare e di aiutare a sistemare la cucina, quando finalmente bussarono e Peter si precipitò, quasi cascando sui suoi stessi piedi e, quando vide l'altro, gli si illuminarono gli occhi.

"Ciao Wade! Vuoi entrare un attimo? E' rimasto un pezzo di torta e-"

"Petey pie, sono in tremendo ritardo." lo interruppe l'altro, senza fiato.

Il newyorkese gli diede un'occhiata un po' stralunata, per poi posare lo sguardo lo sguardo sull'orologio che aveva al polso: non solo non era in ritardo ma era arrivato anche in anticipo.
Nonostante ciò, l'altro sembrava aver fatto una lunga corsa per arrivare lì, rovinando in parte la sua camicia bianca per colpa di sudore, ed era un peccato perchè gli stava davvero bene, gli metteva in risalto i suoi-- okay, doveva concentrarsi.

"Veramente sei perfettamente in orario."

"No, non hai capito, io-" esclamò, passandosi frettolosamente una mano fra i capelli "Cioè, lo so che ufficialmente sono qui ma non sono propriamente qui ma- insomma, ho avuto dei problemi- mio padre e io-"

"Okay, calma, non riesco a capirti." lo bloccò il moro, preoccupato sentendo nominare il padre dell'altro "E' successo qualcosa con tuo padre? Ti ha fatto qualcosa o--?"

"No! Diciamo, okay sì. Più o meno."

Il biondo inspirò profondamente, schiarendosi la voce.

"... Non ci ho... diciamo, discusso a sangue, se è quello che pensi ma-" borbottò, con fare pensieroso "Ma è tornato a casa prima del previsto e- posso dire che- ecco, non sono riuscito a finire... 'tutto'."

"Tutto?" chiese con sincera curiosità "Tutto cosa?"

"LA SORPRESA!" disse Wade, come se fosse la cosa più ovvia del mondo "Non ho fatto in tempo e ora è tutto rovinato!"

"... Okay." rispose con un leggero sospiro, molto più sollevato che non fosse successo niente di grave "Beh- non fa niente. Cioè, ci sarà un'altra occasione per-"

"NO!" lo bloccò, guardandolo con fare quasi disperato "Doveva essere oggi. Stasera. Dovevano succedere cose... su cose... ma ora... uh..."

Peter non sapeva davvero che dire, l'altro sapeva davvero sconvolto per la cosa.

"Allora... come mai sei arrivato prima?"

"Beh, per sistemare mi ci voleva davvero un sacco di tempo ed avevo paura di far tardi e rovinare tutto ma... se ci penso ora, in qualche modo, è come se avessi comunque rovinato tutto."

A quel punto, il minore si appoggiò allo stipite della porta, fissando l'altro con sguardo intenerito: sembrava davvero che ci tenesse a fargli questa sorpresa per il suo compleanno.
Era... davvero uno stupido, quando faceva così, ma in senso buono.

"Potresti..." mormorò il moro, goffamente "Potresti, insomma, potrei darti più tempo. Ti ci vuole tanto?"

Il canadese lo guardò dritto negli occhi, sbattendo un paio di volte le palpebre.

"... Penso qualche ora." rispose pensieroso "Ma... sei sicuro? E' il tuo compleanno, non vorrei mandarlo a rotoli."

A quelle parole, il newyorkese gli sorrise dolcemente, tirandogli la guancia successivamente.

"Che stupido, mandare a rotoli cosa? Non ho comunque altri impegni per la serata."

Il più grande si lasciò tirare le guance, senza togliere gli occhi di dosso all'altro, per poi stringerlo forte a sè, lasciando di sasso il festeggiato.
Gli scoccò un bacio sulla guancia, per poi staccarsi di colpo, con un enorme sorriso.

"Farò super in fretta per il mio super festeggiato preferito." annunciò, iniziando ad allontanarsi.

Quando ancora Peter era fuori dalla porta, il ragazzo si voltò, alzando le braccia per salutarlo energicamente.

"Ritornerò presto! Tu aspettami, okay??"

Il ragazzo con gli occhiali, se la rise a quelle parole, per poi chiudere la porta alle sue spalle, sorridendo in maniera un po' ebete.
Era felice di quel giorno, felice di Wade e felice di quello che avrebbe riservato quella serata.
Chissà cosa aveva in serbo per lui? Beh... L'avrebbe sicuramente scoperto fra qualche ora.
Andò subito a mettere la suoneria al massimo, in caso l'altro lo chiamasse e fece quello che gli era stato chiesto: aspettò.
Attese...
Attese...
Ma Wade non tornò.


Fine Prima Parte.



//Bene ragazzi, spero mi abbiate stiate leggendo ora perchè ho un annuncio da fare!
Penso l'abbiate capito ma ci sarà un continuo.
Ebbene sì, la storia di questi due piccoli, grandi (?) imbecilli non si fermerà qui (pensavate davvero che avrei lasciato questo finale inconcludente? E lasciato così tanti buchi di trama?? TSK TSK).
Non so dirvi con esatezza quando riprenderò a scrivere (volevo fare un po' di pausa, mettere in ordine tutte le idee e magari riprendere cose lasciate in sospeso e continuare le cose che ho ancora aperte) ma posso già dirvi che il titolo sarà Indestructible e farà parte della raccolta 'You and Me are' quindi niente, spero di rivedervi tutti appena farò uscire la seconda parte. <3
Detto ciò, ho un enorme favore da chiedervi.
Essendo un favore, non siete obbligati, ma mi farebbe davvero, davvero comodo avere dei pareri dalle persone che leggono la storia, in particolare mi piacerebbe sapere cosa ne pensate del modo in cui scrivo, quali buchi di trama avete notato (sì, sono stati fatti apposta in previsione di un seguito, non vi preoccupate lololol), cosa vorreste vedere prossimamente e, in generale, se avete qualche critica costruttiva.
Mi farebbe davvero comodo, anche solo per migliorarmi e darvi in futuro 'lavori' migliori!
Quindi, non siate timidi e, se avete voglia, dite tutto alla vostra Bunny (?) <3 ( pubblicherò comunque, anche se nessuno dovesse scrivere, non vi preoccupate).
Detto ciò, voglio ringraziare come al solito tutte le persone che mi seguono dall'inizio, tutte quelle che hanno trovato anche solo un minuto di recensirmi o anche chi solo la legge in silenzio, amandola silenziosamente (?) ed in particolare, grazie a tutti quelli che mi hanno sostenuto ma, soprattutto, alla mia amica Alice che mi ha aiutato a sistemare il 90% dello scritto di questa fanfiction (se è un minimo decente è anche grazie a lei u.u)
Quindi, detto ciò, non mi dilungo oltre.
Alla prossima ragazzi. <3
   
 
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