PROLOGO
Estratti
dal Diario
Audio di Qui-Gon Jinn, Cavaliere Jedi
Coruscant,
Tempio Jedi
Mio
figlio é andato via.
Me
l'hanno portato via.
Ho
avuto appena il tempo di dirgli addio prima che mi fosse strappato
dalle mie
braccia e portato via dal Tempio.
Dalla
mia vita.
Ora
sono in prova, il mio status di cavaliere è sotto esame ogni
mia ogni azione è
esaminata per scoprire comportamenti nascosti e pericolosi.
Il
mio status di Jedi è sospeso, eppure per la prima volta
nella mia vita,
appartenere all'Ordine non è la cosa più
importante nella mia mente. Mi sembra
come se il sogno della mia infanzia, il sogno per cui ho lavorato
così tanto
per trasformarlo in realtà non sia più tanto
importante.
No,
questo non è vero. Se fosse stato così, avrei
sfidato di più il Consiglio, o mi
sarei dimesso per stare con mio figlio. Invece, mi sono chinato alla
volontà
dei maestri e ho lasciato che portassero via il mio ragazzo.
Perdonami,
figlio mio.
Perdonami,
Lydah.
Non
sono stato abbastanza forte per lottare contro il Consiglio. Non sono
stato
abbastanza forte per rinunciare a ciò che amo.
Ho
tentato, ma non è stato abbastanza.
Perdonami.
I
miei occhi sono chiusi strettamente per impedire alle lacrime di
cadere, e gli
eventi di questa mattina balenano nella mia mente.
Sono
tornato nella Camera del Consiglio, fermo, in piedi, nel centro della
stanza,
gli sguardi implacabili dei dodici maestri erano fissi su me.
"Cavaliere
Jinn, il Consiglio ha deciso. La tua richiesta è stata
negata. Il ragazzo non
sarà accettato nel Tempio." Le parole del maestro
Ki-Adi-Mundi sono come
una pugnalata al mio cuore.
"Perché,
Maestri ?" Costringo la mia bocca asciutta a dire. "Il ragazzo
è
forte nella Forza; lui ha il potenziale per divenire un grande Jedi.
Certamente
lo vedete - "
"Deciso
è stato di fare un esempio della tua situazione per altri
Jedi. Il Codice
spezzare non può essere," lo interruppe il Maestro Yoda.
"Ma
il Codice non è contro le relazioni casuali." Insisto,
"ammetto che è
stato inaspettato che io diventassi padre di un bambino, ed
è molto triste che
la madre sia morta nel darlo alla luce, ma non c’è
mai stato affetto tra Lydah
e me. Ci siamo solo confortati l’uno con l'altra durante una
situazione difficile...
"
"Non
alla madre tu sei legato; è al ragazzo", disse di nuovo il
Maestro
Ki-Adi-Mundi mentre i suoi occhi lo accusavano.
"Lui
è mio figlio! Come posso non aver cura di lui? " esplosi.
Ki-Adi-Mundi
scuote la testa, tristemente ma fermamente. "Qui-Gon, non possiamo
accettare il ragazzo questo potrebbe creare un precedente. Se noi ti
permettiamo di tenere il ragazzo vicino a te, gli altri cavalieri,
specialmente
i più giovani si sentirebbero in diritto di essere
negligenti come lo sei stato
tu. La vita di un Jedi è una vita di sacrificio, e la nostra
eredità è nei
Padawan che addestriamo dall’infanzia fino a che non
raggiungono il rango di
cavaliere. Questo è il motivo per cui noi non possiamo
accordare la tua
richiesta. Tuttavia, non devi preoccuparti per tuo figlio, abbiamo
già trovato
una buona famiglia per lui, sarà portato lì oggi".
Lo
so che sono stato battuto e non ho più la forza di lottare.
"Permettetemi
di portarlo io da loro... "
"No"
"Ma
- "
"Basta,
Cavaliere Jinn! " esclama Yoda con un tono che non permette repliche.
"Allontana da te questo legame affettivo devi, se rimanere un Jedi tu
desideri. In prova tu sarai, fino a che non lo avrai fatto."
"Farò
come lei comanda, Maestro", mi piego alla volontà del
Consiglio, "ma
vi prego permettetemi di vederlo un'ultima volta. Permettetemi di
dirgli
addio."
Un
lungo silenzio segue la mia richiesta ed un nodo mi stringe la gola,
sono
sicuro che loro diranno di no. Ed invece...
"Vedere
il ragazzo tu puoi, Cavaliere Jinn. Addio puoi dirgli e poi lascialo
andare." Le parole di Yoda sono un leggero bisbiglio e per un momento
sento che lui è addolorato come me.
E
così, figlio mio sono riuscito a vederti prima che ti
portassero via.
Il
mio bellissimo bambino, non ho neanche un ritratto di te, ero
così sicuro che
saresti stato accettato nel Tempio che non ho pensato di farne fare
uno...
pensavo che ci sarebbe stato più tempo.
Comunque
ti ricorderò per sempre, i tuoi capelli rosso-oro, i tuoi
vivaci occhi
blu-verde-grigi, la tua fossetta sul mento e la tua bella aura di Forza
che ti
circonda. Ogni dettaglio di te è inciso nella mia memoria.
Ti
terrò per sempre nel mio cuore, figlio mio.
Mio
Obi-Wan.
Che
la Forza sia con te, sempre.
CAP
1
Estratti
dal Diario
Audio di Qui-Gon Jinn, Maestro Jedi
Coruscant,
Tempio Jedi, 3:4:4
E’
quasi incredibile come rapidamente il tempo passa, ma è
anche più incredibile
come la mente può conservare i ricordi di eventi passati,
cosicché sembra come
se fossero appena accaduti.
La
maggior parte del tempo, questi ricordi riguardano qualcosa di
piacevole o
gioioso, ma non è sempre così.
Venticinque
anni fa proprio in questo giorno, vidi mio figlio per l'ultima volta,
ed ancora
sento come se fosse successo ieri.
Il
ricordo di quel giorno brucia ancora nella mia mente e nel mio cuore,
non sono
mai stato in grado di dimenticarlo, comunque ci ho meditato su.
Essendo
completamente onesto, ed desidero esserlo, non ho mai veramente tentato
di
rilasciare quei ricordi nella Forza. Li ho tenuti in me con tutto il
mio
essere, l'esatto opposto di quello che il Consiglio aveva voluto che io
facessi.
All’inizio
ho tenuto nascosti tutti i ricordi che riguardano mio figlio, mettendo
forti
scudi intorno a loro, così che il Maestro Yoda non poteva
vederli durante le
nostre meditazioni insieme. Comunque, diventando vecchio diventai
più critico
sui modi del Consiglio, smisi di nascondere quei ricordi, e li feci
loro
conoscere, con orgoglio e sfida.
Durante
questi lunghi anni loro sono stati il mio conforto ed il mio tormento,
e hanno
influenzato alcune delle mie azioni, qualcosa che, sono sicuro, il
Consiglio
sarebbe sconvolto di sapere.
I
miei occhi cadono sulla scatola di legno che giace aperta appoggiata
sulle mie
ginocchia. L’ho costruita con le mie mani, e contiene
venticinque pietre, una
per ognuno dei giorni in cui ho nominato mio figlio.
Questi
sono i regali che ho comprato per te, Obi-Wan, e che non ti ho mai
potuto dare.
Spesso
mi chiedo quale sia il tuo aspetto. Sei alto come me? O hai preso dalla
famiglia di tua madre? Cosa stai facendo ora? Sei un pilota, un
avvocato, o un
dottore?
Riuscirei
a riconoscerti se dovessi incontrarti per la strada? Vorrei credere di
si. La
Forza che ti circondava era così forte, così
bella, così unica...
Devo
smettere di sperare,. la galassia è così grande e
le opportunità di incontrare
mio figlio sono praticamente inesistenti, comunque io confido nella
volontà
della Forza.
E
parlando della Forza e della sua volontà, è
meglio che mi concentri su quello
che mi attende domani la
mia prima
missione congiunta con un Sith. Non posso negarlo sono molto eccitato
che mi
sia stata data questa opportunità. Lo so che il Codice
afferma che i Jedi non
desiderano l’eccitazione, ma sento che questa missione
sarà importante per i
Jedi ed i Sith.
Metto
via la scatola di legno e cerco di ricordarmi tutto quello che so sui
Sith.
Il
loro ordine fu creato approssimativamente mille anni fa, quando un
gruppo di
cavalieri Jedi ribelli lasciò il Tempio in disaccordo con il
Consiglio ed il
Codice. Loro credevano che le emozioni fossero importanti e si
rifiutarono di
rilasciarle nella Forza, anche quelle negative, che erano considerate
il
sentiero per il Lato Oscuro.
Una
guerra sanguinosa seguì la frattura, ma finì
senza vinti, né vincitori, troppi
morti su entrambi i lati ed un trattato di pace che ancora dura.
Da
allora in poi i due ordini avevano coesistito, non come nemici, ma come
concorrenti e qualche volta alleati, perché entrambi servono
la Repubblica,
benché in modi diversi.
Dove
i Jedi sono per lo più diplomatici e negoziatori, i Sith
operano in situazioni
dove la diplomazia fallisce.
I
Jedi lavoravano per prevenire ed evitare le guerre; i Sith lavoravano
per far
finire le guerre.
I
Jedi negoziano per la liberazione degli ostaggi; i Sith liberano
l'ostaggio
quando gli accordi falliscono.
I
Jedi sono i guardiani della pace; i Sith sono guerrieri.
I
Jedi rilasciavano le loro emozioni nella Forza; i Sith le trattengono
in sé.
I
Jedi sono i servitori del Lato Chiaro della Forza; i Sith camminano
sempre
vicino alla linea che divide il Lato Chiaro dal Lato Oscuro della
Forza. Loro
vivono in una perenne zona grigia, e questa è una delle
ragioni per cui sono
stati chiamati anche l'Ordine Grigio. L'altra ragione è il
colore delle loro
divise simili a quelle dei Jedi che comprende tuniche e mantelli con il
cappuccio grigio chiaro, pantaloni grigio scuro e stivali neri.
La
rivalità tra i due ordini è un fatto noto - anche
se il Consiglio dei Jedi
continua a negarlo - specialmente riguardo all'assunzione di nuovi
membri. I
Sith e i Jedi competono spesso tra loro sul cercare di convincere i
genitori a
consegnare loro i figli o figlie sensibili alla Forza.
La
vita di un Jedi è di solito meno pericolosa di quella di un
Sith, ma ai membri
dell'Ordine Grigio è permesso di tenersi in contatto con le
loro famiglie e
visitarle spesso, loro possono anche sposarsi e questa è
vista come una qualità
positiva dalle persone "normali" che spesso non riescono a capire la
rigida disciplina richiesta dall’Ordine dei Jedi. D'altra
parte i Jedi sono
molto più ammirati, rispettati e richiesti dalla Repubblica,
al contrario dei
Sith, e questo è utile per compensare il loro numero.
Il
mio partner in questa missione si chiama Dest-Parce, ed è un
maestro Sith. Ha
circa la mia età e secondo gli archivi del suo Ordine, ha un
stato di servizio
molto buono, ma per un Sith questo potrebbe significare tutto o niente.
La
superbia è sconveniente per un Jedi, bisbigliò
una voce nella mia mente.
È
giusto, naturalmente.
Gli
anni passati come inviato diplomatico mi hanno insegnato a non
giudicare le
persone basandomi su un preconcetto, eppure mi sto comportando proprio
così.
Non devo farlo.
Domani
partirò per Naboo con il Maestro Dest-Parce, e la mia mente
sarà aperta e non
offuscata dai pregiudizi.
Tutte
le mie risorse e la mia attenzione devono essere dirette per convincere
la
Federazione del Commercio a smantellare il blocco intorno a Naboo.
Questo è
quello che il Cancelliere Valorum mi ha chiesto di fare – ed
è questo quello
che farò.
Incrociatore
Diplomatico sulla Rotta per Naboo, 3:4:5
Sono
scioccato.
Suppongo
che un Jedi non deve mai, e dico mai essere scioccato, eppure io lo
sono. Non
c'è nessuna altra parola per descrivere come mi sento.
Oggi
ho rincontrato mio figlio.
Sembra
quasi incredibile che dovesse accadere oggi, meno di un giorno fa
pensavo a
come fossero inesistenti le probabilità di un incontro
casuale tra noi due. Ma
questo non è incontro casuale, io posso sentire il disegno
della Forza dietro a
tutto questo.
Non
poteva essere diverso, io non credo in concetti come il "fato", il
"destino", o la "fortuna." C'è solamente la Forza.
È
grazie alla sua volontà che il Maestro Dest-Parce si
è ammalato durante la
notte ed il Consiglio dei Sith ha deciso
all’ultim’ora di mandare un altro in
sostituzione.
Mio
figlio.
Il
Cavaliere Sith Obi-Wan Kenobi.
Ogni
volta che chiudo gli occhi la mia mente ritorna a questa mattina, al
momento in
cui sentii improvvisamente un'increspatura nella Forza Vivente.
Mi
voltai e guardai una figura vestita di grigio attraversare la
piattaforma di
sbarco vicino al Palazzo del Senato. Era ancora distante da dove ero
io, ma
anche così fui capace di vederlo, non era il Maestro
Dest-Parce. Questo uomo
era molto più giovane, aveva circa vent’anni.
Lo
studiai con interesse mentre lui si avvicinava. Era più
basso di me, il suo
corpo era snello ma muscoloso, ed il suo passo è atletico e
sicuro di se.
Il
giovane finalmente si fermò di fronte a me e
s’inchinò.
"Il
Maestro Jedi Qui-Gon Jinn? " chiese con la sua voce morbida e colta.
"Sì",
risposi, entrambi ci inchinammo salutandoci, mentre la Forza Vivente
roteava
intorno a noi.
"Sono
spiacente di informarla che il Maestro Dest-Parce si è
ammalato durante la
notte. Il Consiglio dei Sith mi mandato per sostituirlo. Io sono il
Cavaliere
Obi-Wan Kenobi."
Sono
pronto a giurare che per un momento l'universo abbia smesso di muoversi
mentre
le sue parole entrarono in me e la sua bella aura toccò i
miei scudi già
scossi.
Mio
figlio.
Là,
di fronte a me, come l’ho immaginato centinaia di volte.
Penso
di aver barcollato perché una mano di Obi-Wan mi sorresse
per il gomito e la
sua voce preoccupata chiese, "È tutto a posto, Maestro Jinn?
"
"Sì,
sì", riuscii a dire. "E’ stato solo un capogiro
momentaneo, nulla di
preoccupante."
Obbligai
me stesso a raddrizzarmi e a riconquistare almeno una parvenza di
controllo e
di calma.
Obi-Wan
non sembrò molto convinto ma prima che potesse dire
qualsiasi cosa, il capitano
dell'incrociatore diplomatico che il Cancelliere Valorum aveva messo a
nostra
disposizione si unì a noi sulla piattaforma di sbarco, e la
nostra attenzione
si concentrò sul viaggio a Naboo ed ai problemi che ci
attendevano una volta
che fossimo arrivati.
Poco
dopo che eravamo saliti a bordo, Obi-Wan ed io ci separammo ed ci
ritirammo
negli alloggi a noi assegnati durante il viaggio. Eravamo d'accordo che
ci
saremmo incontrati nella sala riunioni dopo un paio d’ore per
discutere la
missione in modo più dettagliato.
Avevo
intenzione di meditare e riportare le mie emozioni sotto controllo, ma
si stava
dimostrando molto difficile, perché continuavo a pensare a
Obi-Wan.
Oh,
Lydah, è una tale tragedia che tu non possa vederlo ora! Lui
ti assomiglia così
tanto!
Il
suo viso è bello e pieno di viva intelligenza, proprio
com’era il tuo.
Il
naso è diritto, gli zigomi raffinati, la mascella forte e la
bocca risoluta
circondata da una barbetta a punta ben rasata, assomiglia ad un pirata
di un
film olografico gli manca solo un orecchino per essere perfetto per
quel ruolo.
I suoi capelli sono scuri, come la barba, sono tagliati cortissimi in
un stile
militare, a parte una treccia sottile vicino all’orecchio
destro. È lo stesso
taglio di capelli adottato dai Padawan Jedi per indicare il loro status
di
apprendisti, ma ha un significato opposto per i Sith. Simboleggia il
conseguimento del rango di cavaliere, e le piccole perline gialle
inserite
nella treccia indica le missioni portate a termine con successo.
Ho
contato almeno quindici di queste perline nella treccia di nostro
figlio. Posso
solo chiedermi che tipo di missioni abbia compiuto... e non posso
reprimere
l’ondata d'orgoglio che ho provato quando le ho viste. Lui
è così giovane e già
così abile! Ma suppongo di non avere nessun diritto di
sentirmi orgoglioso dei
suoi risultati. Non posso dire di avere qualche merito per quello che
è
diventato, non sono stato al suo fianco mentre cresceva, non gli ho
insegnato
nulla. Io sono un estraneo per lui, come lui lo è per me.
Mi
chiedo come è stato arruolato dall’Ordine dei
Sith, e sulla vita che ha passato
nel loro tempio come bambino e come adolescente, cara Lydah, ma
c'è qualcosa
nei suoi occhi che non mi piace.
I
suoi occhi sono una miscela di blu, di verde e di grigio
com’erano i tuoi, e
cambiano a seconda della luce, e suppongo, anche a seconda delle sue
emozioni.
Sono dei begli occhi, che affascinano ma che sono anche inquietanti.
I
suoi sono occhi che hanno visto troppo e troppo presto ed io non lo
posso
aiutare ma sono preoccupato, sia come Jedi che come padre.