I always get what I want – Impossible is nothing
First Act
«Ecco
qua, piccolini.»
Penelope
sorrise teneramente osservando le piccole palle di pelo avvicinarsi rapidamente
alla ciotola, colma di latte fresco. Allungò una mano verso di loro, andando a grattare
l’orecchio di un minuscolo gattino bianco che, al contatto, si lasciò andare in
affettuose fusa in segno di gratitudine.
Oltre
lo spesso vetro del negozio d’animali “Pet’s Shop”,
la caotica città di Orange County era in fermento fin dalle 9 del mattino:
macchine che sfrecciavano a tutta velocità sull’asfalto, ragazzi e ragazze di
ogni età che marinavano la scuola per una capatina sulle spiagge soleggiate
della California, madri sorridenti che non erano costrette a badare ai propri
figli e si dedicavano alle spese del lunedì mattina.
Con
un’ultima carezza al soffice pelo dell’animale, Penny si rizzò voltandosi e
dando le spalle al resto del mondo: doveva tornare al suo lavoro. Stava per dar
fede a tal nobile proposito quando un frenetico bussare sul vetro la indusse a
voltarsi di nuovo, e a fulminare con lo sguardo il disgraziato che aveva avuto
il coraggio di mettere le mani sul vetro, che lei aveva appena pulito.
Uno
sbuffo seccato le sfuggì dalle labbra quando intravide la figura minuta della
sua migliore amica. Con un gesto rapido della mano le ordinò d’entrare, mentre
si accomodava sullo sgabello dietro al grande bancone di legno scuro.
«Buongiorno!»
come diavolo faceva ad avere tutta quella grinta a quell’orario indecente del
mattino?
«’giorno,
Grace. Come mai non sei a scuola?»
«Blake
e gli altri mi hanno invitata giù alla spiaggia con loro...» cinguettò la
ragazzina con un sorriso furbo sul viso, guardando l’altra negli occhi azzurri.
«...E?»
«E
mica potevo rifiutare» esclamò con ovvietà.
«Ovviamente»
sbadigliò annoiata, poggiando un gomito sul bancone e sorreggendosi la
testolina castana con la mano.
«Tu
perché non sei in università?»
«La
lezione di Anatomia Veterinaria è stata rimandata a questo pomeriggio, non ho
capito bene il perché.»
«Non
è che non hai capito, è che a te non fregava niente del motivo» la accusò
Grace, puntandole un dito smaltato di viola contro.
«Non
provare a farmi la morale. Tra le due quella che sta saltando le lezioni, sei
tu.»
«Touché.»
Restarono
in silenzio per qualche minuto, osservando con poco interesse il movimento
continuo sulla strada.
«Comunque»
esclamò Penny, senza distogliere lo sguardo dal vetro «mi spieghi per quale
motivo non mi hai ancora presentato questo Blake?»
Grace
scrollò le spalle, quasi come se la cosa non la riguardasse poi molto.
«C’è
tempo.»
«Ci
hai fatto sesso?» chiese portando lo sguardo su di lei.
«Definisci
sesso, tesoro.»
Penelope
alzò leggermente un sopracciglio squadrando il brillio malizioso negli occhi
della mora davanti a sé.
«Grace,
sei una maledetta zoccola.»
«Ho
imparato dalla migliore.»
«Bella,
non tentare di fregarmi. Quando ti ho raccolto per strada» la più giovane delle
due si aprì in un sorriso sghembo «eri già difettosa.»
«Bhè,
vorrà dire che tu mi hai peggiorata.»
La
castana sbuffò sonoramente, mentre Grace afferrava la tracolla buttata
malamente per terra qualche attimo prima; con passo ondeggiante quasi a
sbeffeggiare l’amica, si diresse verso la porta d’ingresso.
«Vai
a scuola, disgraziata.» le urlò dietro Penny, sporgendosi dalla sedia per poter
vedere meglio la figura dell’amica.
Quest’ultima
si voltò leggermente verso di lei, sorridendo divertita e mostrando
elegantemente il dito medio.
La
stanza era piccola e poco confortevole, la luce che emanavano le grandi lampade
al neon sopra le loro teste provocava un lieve dolore agli occhi, il divanetto
dove erano accomodati era talmente duro da far sembrare il pavimento un ottimo
giaciglio per schiacciare un pisolino e la mancanza di finestre e di aria
condizionata non aiutava di certo la
respirazione.
«Passiamo
alla prossima domanda...» chiosò con voce melliflua una giovane reporter
dall’aria avvenente, accavallando le gambe e sporgendo il petto verso i due
ragazzi intervistati. Gesto che, ovviamente, non sfuggì agli occhi attenti di
Kellan Lutz che si premurò di farlo notare al giovane amico accanto a lui.
Jackson
Rathbone, per l’appunto, sbuffò leggermente seccato scompigliandosi i capelli
castani con una mano.
«Girano
voci su una presunta relazione di uno di voi due con la dolce Ashley Greene.
Potete confermarci o smentire queste informazioni?»
Kellan
scoppiò in una risata fragorosa.
«Non
c’è assolutamente niente tra noi e Ashley. Siamo tutti e tre ottimi amici,
tutto qua.»
«E
che mi dite di Kristen Stewart?»
«Meglio
di no, Rob non ne sarebbe molto contento» proclamò con sicurezza Jackson
facendo spuntare un sorrisetto divertito sulle labbra della giovane donna.
«Quindi»
continuò quella «non c’è nessuno, attualmente, nel vostro cuore?»
I
due si gettarono uno sguardo d’intesa: Kellan prese fra le sue la mano poggiata
sul tavolo di Jackson, i cui occhi brillarono intensamente.
«Glielo
diciamo, tesoro?» domandò in falsetto
l’interprete di Emmett Cullen.
«Ma
certo, amore. Basta segreti, voglio
vivere la nostra storia alla luce del sole.» rispose l’altro trattenendo le
risate, cosa che non fece il resto dei presenti.
«Bene,
niente ragazza» disse la reporter con le lacrime agli occhi «Un prototipo di
ragazza ideale per voi?»
I
giovani attori soppesarono la domanda, riflettendo seriamente sulla risposta.
«Bionda»
disse sicuro Jackson, annuendo.
«Rossa»
controbatté Kellan, adocchiando la chioma voluminosa della giornalista che
sorrise ammiccante e compiaciuta.
Con
le cuffie infilate nelle orecchie, la musica rock a palla e muovendo la testa a
ritmo, Grace stava passando una splendida mattinata all’insegna del cazzeggio.
Spostò leggermente la testa di lato, posando lo sguardo sul gruppo di ragazzi
intenti a giocare una partita di beach volley; i suoi occhi si fermarono più a
lungo sulla figura slanciata ed atletica di un ragazzo moro appena caduto nel
tentativo di salvare la palla. Sorrise.
«Guarda
che se continui a fissarlo così, lo consumi» la voce divertita di Maggie, sua
compagna di classe, la riportò alla realtà.
Si
lasciò andare in una risatina, alzandosi in piedi e sbattendo lievemente i
pantaloni per pulirli dai residui di sabbia. Con gesti lenti e annoiati
raccattò la sua roba, sistemandola in modo disordinato nella tracolla rossa
dove, di solito, stavano i libri scolastici.
«Già
te ne vai?»
Blake
l’aveva raggiunta di soppiatto, sorprendendola alle spalle e abbracciandole la
vita con le forti braccia abbronzate. Le posò un leggero bacio alla base del
collo, godendo del piacevole contatto con la sua pelle profumata e sorridendo
malizioso non appena aveva sentito il corpo che teneva stretto tra le braccia
scosso da un piccolo fremito.
«Ho
promesso a mio fratello che avrei pranzato con lui oggi» si voltò verso di lui,
allacciandogli le braccia attorno al collo e passando una mano tra i suoi
capelli ribelli: amava sentire la morbidezza di quei fili neri tra le dita.
«Ci
vediamo stasera?» chiese Blake completamente perso in quelle dolci carezze.
Grace
non rispose, limitandosi a sorridere furba e a depositare un leggero bacio
sulle sue labbra.
∞♥∞
Aaron
James River non era mai stato un ragazzo particolarmente violento o
attaccabrighe anzi, si poteva ben dire che era l’esempio perfetto di ragazzo
gentile e diligente; quello bello e intelligente che tutte le ragazze sognano
di avere al proprio fianco. Fin da quando era bambino aveva sempre ottenuto
ottimi voti, vincendo borse di studio e concorsi, eccellendo sempre negli sport
o nelle attività extra-scolastiche e facendo così sentire la sua cara sorellina
una grande merda secca di mucca essiccata al sole del deserto.
«Piantala
di guardarmi così, sei irritante» proclamò Penny, alzando gli occhi dagli
appunti di Anatomia Veterinaria presi il giorno prima e puntandoli in quelli
azzurri e identici ai suoi del fratello. Questi sbuffò sonoramente, muovendosi
irrequieto sulla sedia bianca del tavolo, borbottando sottovoce e facendo
inequivocabilmente inarcare un sopracciglio sottile alla sorella.
«Qualcosa
non va?» chiese infine tranquillamente, dopo svariati minuti di silenzio in cui
lui si lasciava andare in altri mugugni incomprensibili.
«Ieri
sera non ti ho sentita rientrare» cominciò burbero, guardando ovunque tranne
che verso di lei «si può sapere a che ora sei tornata?»
«Saranno
state le tre, o forse le quattro del mattino. Non ci ho fatto molto caso, a
dire il vero.»
«Lo
sapevo» la sua voce aveva assunto qualche tonalità in più di disapprovazione.
Penelope
sbatté leggermente le palpebre stupita, per poi prendere un profondo respiro e
chiudere gli occhi: eccolo che ricomincia.
Sì,
perché sebbene Aaron fosse il “bravo ragazzo perfetto” che tutti adorano e che
tutti vorrebbero, era umano e in quanto tale aveva un punto debole: sua sorella.
Era
risaputo in tutta Orange County che il suddetto Signor River era tremendamente
geloso, possessivo e iper-protettivo nei confronti della sorella gemella. Per
lui ogni uomo che la guardava un minuto di troppo era un possibile stupratore,
ogni amico che le si avvicinava per chiederle anche solo come stava era un
maschio che voleva più di un’amicizia con lei e poi, c’era lui. Drew, il fidanzato storico di Penelope. Lui era colui che, più
di tutti, Aaron detestava.
«Aaron»
la voce ammonitrice della castana lo costrinse a riportare lo sguardo su di
lei.
«Non
mi piace, sai che non mi piace.»
«Non
deve piacere a te. È il mio
fidanzato, non il tuo.»
«È
arrogante, viziato e fin troppo sicuro di sé.» elencò lui «Porca miseria, ma
hai visto come se lo tira?»
«Embhé?!
È un bel ragazzo, se lo può permettere» controbatté Penny.
«Non
è adatto a te.»
«Per
te nessuno è adatto a me.»
«Infatti,
te l’ho sempre detto che avresti dovuto farti suora.»
Trattenendo
un urlo frustato la giovane di casa River si alzò dalla propria sedia,
raccattando i residui della colazione e portandoli in cucina.
«Ehi»
l’urlo risentito di Aaron le giunse alle orecchie dalla sala da pranzo appena
lasciata «e la mia scodella?»
«Arrangiati!»
«Kels?!»
Ignorare,
ignorare è la scelta più saggia.
«Kels?!»
Far
finta di non aver sentito e continuare a sorseggiare il proprio delizioso
caffè.
«KELLAN!
Non far finta di non sentirmi.»
Sbuffò
infastidito posando la tazzina di ceramica, ancora colma dell’amaro liquido
nero, sul tavolo e voltandosi verso la porta d’ingresso della sala da pranzo.
Sorrise sornione, non appena incontrò il cipiglio leggermente incazzoso della giovane ragazza ora di fronte a lui.
«Dimmi
tutto, falsa racchia» proclamò con aria innocente.
«Me
li hai finiti tu, per caso?» chiese Grace sventolando qualcosa con una mano e
facendo tintinnare i numerosi braccialetti che aveva al polso.
Kellan
analizzò attentamente il pacchetto vuoto di biscotti al cioccolato, portando
poi lo sguardo azzurrino sul bel volto ancora deformato dall’ira della sorella.
«Ehm,
no…» ironico, come un attore professionista del suo calibro non sia in grado di
mentire alla propria sorellina minore.
«Ne sei sicuro?» ritentò la mora,
stavolta con una leggera nota minacciosa nella voce.
Stette
qualche minuto in silenzio a rimuginare sulla risposta giusta da darle: verità
o non verità? Se le avesse detto la verità gli avrebbe fatto molto male, se le
avesse mentito gli avrebbe fatto peggio.
…psicologicamente
parlando, ovviamente.
«Prometto»
cominciò l’attore, facendo gli occhi dolci «che te ne compro altri dieci
domani.»
Con
suo grande sollievo, vide le labbra della ragazza dischiudersi in un enorme
sorriso di soddisfazione che lo fece tornare a respirare regolarmente.
«Perfetto»
anche la voce era tornata allegra «Se la metti su questo piano, per questa
volta te la do buona.»
Detto
questo, Grace si voltò dandogli le spalle e trotterellando verso la porta con
la chiara intenzione di dirigersi in camera sua per prepararsi.
«Ah,
prima che mi dimentichi» la mora interruppe la sua corsa, voltandosi di nuovo
verso il fratello con un sorriso smagliante «Devi accompagnarmi a scuola,
oggi.»
Kellan
alzò un sopracciglio biondo, evidentemente incuriosito da quella richiesta che
tanto richiesta non era.
«La
mia macchina è dal meccanico per un controllo…» spiegò lei.
«Oh…devo?»
«Assolutamente
sì, fa parte dei tuoi doveri in quanto fratello maggiore.»
«D’accordo,
nessun problema.»
«Grazie,
Kels» cinguettò «E ricordati che prima devo passare da una mia amica.»
***
Note poco chiare e
poco serie:
Un
grazie sentito a tutte quelle persone che hanno messo questa Fan - fiction tra
i preferiti o anche solo tra le storie seguite.
Ci fa un immenso
piacere!
Un
grazie particolare a quelle anime sante che ci hanno recensito e hanno
espresso la loro opinione…
nightmare123: e chi non li
adora quei due furbacchioni? <3
In
effetti, storie su di loro ce ne sono ben poche. Tutti si dedicano alla coppia RobKris [che noi, senza dubbio, adoriamo da impazzire].
Perlomeno, ci fa piacere che la nostra storia ti piaccia. Continua a seguirci
che ne vedrai delle belle.
ilachan89yamapi: felici che ti
ispiri, Ilachan! XD
Speriamo
che questo primo capitolo ti sia piaciuto e che ti invogli a continuare a
seguirci.
pinkie_chan: cara
pinkie_chan…no, anzi…KIU! MALEDETTA! Cosa dici pubblicamente che ti
minacciamo??? Guarda che così ci rovini, disgraziata.
Ignora
il fatto che non conosci gli attori, gioia nostra. Recensiscici solo per il
caro e vecchio buon nome della nostra amicizia e per il fatto che ci vuoi
troppo bene per vederci rovinate.
Con
la speranza [punta pistola alla tempia di Kiully] di una tua prossima
recensione, ti salutiamo. *smile*
AlessandraMalfoy: anche tu fan di
Kellan? Evvai! Allora, aggregati al nostro FanClub di pazzoidi…abbiamo anche le
tessere e i cappellini. XD
Scherzi
a parte, siamo contente che anche solo il Prologo ti sia piaciuto [Eh sì, Mimi
ha questo potere di far piacere anche una lista della spesa], speriamo
vivamente che anche questo primo capitolo ti sia piaciuto almeno un pochino.
<3
Nejisfan 94: Francy! <3
Che
sorpresa piacevole trovare la tua recensione, non ce l’aspettavamo. Grazie
mille, caraH!
Allora,
che dire? Sempre le solite cose: siamo contente che la storia ti piaccia e
felicissime che la continuerai a seguire. Non importa quando potrai recensire,
già il fatto che non ci hai dimenticate ci fa un immenso piacere. XD
Attenderemo
il tuo prossima intervento, conquistadores.
Un
bacio e un saluto a tutte.
Hilly e Cà