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Autore: LadyLisaLaurie    17/08/2009    1 recensioni
"Le mattine sono sempre un po’ noiose quando sei un vampiro in cerca di quel qualcosa di avventuroso che le scuota. Lei continua a camminare per la sua bella casa a specchi. "
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Carlisle Cullen, Esme Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’inconfondibile profumo di gelsomino della sua pelle. I morbidi capelli appena scostati dal vento, insolente. Come osa schiaffeggiare le sue gote meravigliose? Quella seta viola che aderisce al suo corpo perfetto, e accarezza la sua intimità, se potessi…

“Buongiorno Bella, mattinata di pioggia. Hai portato l’ombrello?” Esme scese dalla sua auto fiammante lasciando Charlie a bocca aperta. Dalla prima volta che erano arrivati a Forks, i Cullen non avevano mai fatto molte scampagnate in città. Tutti conoscevano i ragazzi e il dottor Cullen, quasi nessuno immaginava il volto della signora Cullen.
Bella guardò Esme sorpresa, era la prima volta che la vedeva al volante di una macchina, e si chiese anche a cosa le servisse l’ombrello dato che Edward le aveva raccontato che gli agenti atmosferici non li scalfivano minimamente. Immaginò che fosse tutto parte della commedia.
“Charlie questa è…”
“La signora Cullen io… molto… molto…” Charlie balbettava davanti alla bellezza di Esme
“Ho le mani un po’ fredde, con questo tempo incerto” disse lei porgendogli la mano. Si era trovata un’ottima scusa.
“E così porta Bella a fare un giro di antiquariato”
“No tutt’altro è Bella che si è offerta di accompagnare me. Una ragazza veramente squisita, signor Swan”
“Oh Charlie la prego. Io non… devo ammetterlo signora Cullen, non ricordavo che fosse così bella”
“Papà…” Bella si sentì imbarazzata dall’affermazione
“Oh non preoccuparti Bella, a dir la verità il Capo… Charlie non è il primo a dirmelo. La prego mi chiami Esme, queste formalità di parole mi fanno sentire così vecchia…” sorrise
“Spero che il dottor Cullen non me ne voglia a male per questo complimento sfacciato”
“Sono certa di no! Sei pronta Bella?”
“Sì, pronta! Ciao papà!”
“Fai attenzione… non rompere niente. Esme è stato un vero piacere, spero di poter avere più tempo la prossima volta”
“Papàààà…” Bella entrò in macchina squadrando il padre prima di partire “Io.. mi spiace per mio padre..”
“Tranquilla Bella, per loro siamo così. Incredibilmente belli… tuo padre è stato molto gentile al contrario, sentissi cosa dicevano di Rosalie quando siamo arrivati…”
“L’immagino…”

Se tutti sapessero che tra di loro cammina una dea, si inchinerebbero al suo cospetto e l’adorerebbero nella sua misericordiosa grazia. Lei che gli permette di osservarla impunemente.

“Ti piace l’arte Bella?”
“Non sono molto brava. Da piccola ho provato a disegnare i miei genitori ma… sembravano più due mucche in un combattimento”
Esme sorrise sommessamente “Quando ero una… ragazza, volevo fare l’insegnante. Ma poi….”
“E’ arrivato Carlisle?”
“No… la mia famiglia era molto conservatrice. Loro credevano che una ragazza di buona famiglia avrebbe dovuto sposarsi, avere dei figli…”
“Posso chiederti una cosa?”
“Certamente”
“E’ un po’… personale”
“Sono pronta a tutto!” nel frattempo si destreggiavano qui e là tra antichi mobili e pregiate stoffe di raso. Bella aveva rischiato di inciampare due o tre volte, ma Esme l’aveva prontamente “salvata”.
“Com’è essere la moglie di chi ti ha…?”
“Lui mi ha scelto. Non scegliamo compagni passeggeri. Sono per l’eternità. Carlisle mi ha scelto per esser la sua eternità”
“Rimpiangi mai la tua umanità?”
“Affatto! Sono stata sola tutta la vita. Ho incontrato il mio angelo con la morte”
“Io non…”
“Chiedi Bella…”
“Edward mi ha raccontato la tua storia… quella di tutti in realtà. Di Rosalie e Jasper e il poco che sa di Alice…” si affrettava a sottolineare che ne sapesse di tutti, puntando al mascherare che Edward aveva spifferato la sua storia. “Lui mi ha… detto di tuo figlio…”
“Non aveva neanche un nome… ho sofferto molto Bella. Il mio unico male è forse il fatto che ne soffrirò per sempre, ma Carlisle ha costruito per me la mia favola. Ho quello che i miei genitori hanno sempre voluto per me, ironicamente. Un marito, una casa, sei figli…”
“Sono… cinque…” Bella si trovò confusa nel contare
“Sei parte integrante della famiglia adesso Bella” Esme le sorrise mettendo un braccio intorno alle sue spalle e Bella si nascose vergognata nei suoi stessi capelli.
Esme con lei era sempre stata dolce e amorevole, proprio come una madre, e sentire quelle parole le faceva prendere sempre più coscienza del fatto che effettivamente era anche lei una Cullen, magari non per sangue, ma ne faceva ormai parte e la cosa la rendeva maledettamente felice.
Il resto della mattinata passò così, guardando cose in giro, comprando oggetti vari per la casa e Bella inondava Esme di domande sui vampiri, su come vengono “creati”, come fanno ad esser vegetariani, come possono controllarsi.
“E’ sorprendente!”
“Cosa?”
“Tu sei qui in mezzo a tutti questi… umani! Ti… ti confondi tra di loro. Lo fate tutti. Siete incredibilmente belli eppure siete… umani”
“Non siamo più belli di quanto non lo sia tu o chiunque altro Bella”
“Charlie pensa il contrario…”
“Oh beh… io…”
“Lui dice che Carlisle è un ruba cuori. In ospedale sembra che le infermiere abbiano difficoltà di concentrazione quando passa lui… che scemo!” Bella sorrise delle affermazioni del padre, non notando che la cosa infastidiva un po’ Esme. Si sentì quasi gelosa, non del fatto che lo guardassero con quegli occhi, ma del fatto che lo potessero vedere, sicuramente più di quanto poteva lei. Gli anni con Carlisle erano diventati sempre più lunghi, non tanto per l’eternità, quanto per la sua assenza. I pochi attimi che avevano per sé, erano sempre attimi di famiglia, per il resto lei aveva la sua casa e lui il suo lavoro. Per qualche istante le sembrò di rivivere scene già viste, un passato che avrebbe voluto scrollarsi di dosso: la solitudine!
“Sì immagino che… colpisca particolarmente la sua presenza!” disse per spezzare quel silenzio.
“Vuoi?”
“Non mangio Bella lo sai!”
“Facevo la parte!” sorrise indicando un gruppo di ragazzi che le osservava alla tavola calda

Finito il pranzo tornarono a girare per il mercatino, sembrava che Esme avrebbe potuto vivere l’eternità lì senza mai annoiarsi. Bella leggeva nei suoi occhi la passione quando scovava qualche raro oggetto per la sua casa dei sogni.
“Ora faccio io una domanda a te!” proruppe Esme
“Sì!”
“Com’è l’adolescenza?”
“Complicata…” rispose Bella di getto
“Mmm… mi serve qualche informazione in più!” sorrisero entrambe
“E’ difficile. Sembra che non hai problemi ma non è vero”
“Problemi con Edward?” guardò la faccia sconvolta di Bella “Oh scusa sono sua madre, non ne parliamo!”
“Lui è…”
“Solitario! Perdonalo Bella è stato solo per molto tempo, tu sei il suo primo raggio di sole nella tempesta. Lo hai sconvolto, hai sconvolto tutti noi…”
“Rosalie per certo..”
“Rosalie è invidiosa delle attenzioni che ti riserviamo Bella, le passerà. Come le è passata con Alice. È come…”
“Un’adolescente?”
“Esattamente! Ne ho viste molte così…”
“Anche io!” disse con un’aria da persona esperta
“Eppure tu sei totalmente diversa Bella Swan…”
“Sono mia madre…”
“Come?”
“Mia madre è l’adolescente e io la madre…”
“Accidenti, e tuo padre?”
“Charlie è… Charlie!” Esme sorrise “Siamo molto simili, riservati. Sempre per conto nostro!”
“Come Edward! Prima che tu arrivassi abbiamo temuto molte volte che sparisse per non tornare più. Ho avuto il cuore in trepidazione, per quanto possibile, a questo pensiero!”
“Tu hai mai pensato a come sarebbe stata la tua vita diversamente da questa?” Bella riprese fiato con le domande
“Una morte suppongo. Se Carlisle non mi avesse trasformato sarei certamente morta. Le mie condizioni non erano delle migliori quando mi hanno trovato” ancora una volta i pronti riflessi di Esme, evitarono a Bella di inciampare in un prestigioso tappeto tibetano, con il suo caffè in mano.
“Deve essere stato molto doloroso prendere quella decisione…”
“Carlisle è contrario a ferire chiunque che sia umano o no. È un buon padre per i nostri figli e un ottimo compagno. Ci ha insegnato molto dalla sua esperienza. Edward ed Alice sono molto simili a lui… riflessivi, comprensivi e razionali. Sono quelli dai quali si è sentito più entusiasta dei suoi insegnamenti”
“Vi hanno mai dato motivo di delusione?”
“Mai… per quanto Edward ritenga di sì. Sai quando ti ha visto la prima volta è andato via…”
“…in Alaska. Si me lo ha detto!”
Esme sorrise “Sì. È tornato, pensando che fossi delusa dalla sua decisione, gli mancava la sua famiglia. Anche se penso che in realtà non potesse star lontano da te, per quanto dica che…”
“Bella!!” in lontananza una voce richiamò Bella. Si voltarono entrambe e dietro a loro c’erano i compagni di scuola di Bella: Jessica, Mike, Angela ed Eric.
“Ehi…”
“E allora i tuoi impegni familiari erano questi?” disse Jessica salutandola
“Ragazzi questa è…”
“La moglie del dottor Cullen…” proruppe Angela con la bocca spalancata
“La madre dei Cullen?” disse Mike senza pensare alle sue parole pronunciate ad alta voce. Jessica gli diede uno spintone, gelosa dalla sua bocca spalancata.
Bella sorrise di quella scena, ma subito si riprese quando vide Esme tirare un respiro profondo e chiudere gli occhi
“Io… mi gira un po’ la testa e… scusami Bella! Scusate…” non aggiunse altro e scappò nella direzione opposta.
“Sarà mica incinta? Dopo cinque figli…” disse Eric. Bella rimase ad osservarla, ma Jessica entrò nei suoi pensieri con il suo solito sproloquiare senza freni. Diceva qualcosa di una festa o forse era un compito, Bella non le prestava molta attenzione.

Esme si vergognò di sé stessa, della sua mancata capacità di fronteggiare una tale situazione. Aveva fatto tanti sforzi negli anni ad abituarsi al profumo umano, quel sangue che pulsava nelle loro vene emanando un profumo così singolarmente fantastico. Ma mai si era ritrovata in un gruppo così tornito di profumi e ormoni in circolo, era troppo anche per una “vegetariana” come lei, esperta ed addestrata.
Le parve quasi di sentire una lacrima di delusione scivolare dal suo occhio, fino alle sue guance.
“Spero che un acquisto possa tirarla su. Una bella signora come lei non può starsene qui in disparte a piangere” un uomo si palesò al suo fianco “Permette? Harold”
Dapprima Esme si fece pensierosa, credeva di conoscere tutti o quasi tutti nella dimenticata Forks, invece non era così “Esme”  si fece timorosa a stringergli la mano, troppo presa dai pensieri per poter pensare di spiegare il perché della sua freddezza. “Sono… la moglie del dottor Cullen” aggiunse subito come per marcare il territorio.
“Questo dottor Cullen deve essere molto fortunato, mi dicono che siate la donna più bella della cittadina” le strappò un sorriso. Per quanto non fosse estranea ai complimenti, questo in particolare le fece piacere, era da molto tempo che non riceveva un complimento così spontaneo da un perfetto estraneo. “E’ tutto il giorno che la osservo, lei gira  con quella… ragazza. La sua amica… ha visitato ogni stand ad eccezione del mio, laggiù in fondo. Le ho forse dato una cattiva impressione?”
“Oh io.. non… ci mancherebbe, assolutamente” si trovò disorientata. Avevano girato il mercatino diverse volte, ma forse troppo presa dalle sue chiacchiere, non aveva notato il piccolo stand di quadri in fondo alla strada. Il gentiluomo al suo fianco l’aiutò ad alzarsi, le parlò di un importantissimo quadro che voleva mostrarle, anzi regalarle perché nessun altro compratore sarebbe mai stato tanto attratto da un Monet, con quella luce negli occhi quando le nominò Soleil Levant.
“Esme…” urlò Bella facendosi strada tra la gente per raggiungerla
“A presto bella Esme, a molto presto…” disse Harold svanendo senza permettere ad Esme di replicare.
“Esme stai…”
“Bella?”
“Ho il fiatone… ho corso per cercarti e sono inciampata un paio di volte…” Esme guardò i suoi jeans strappati sulle ginocchia e si mise a ridere
Dolce Bella… andiamo a casa!”
“Io… se preferisci torno a casa sola, se… hai bisogno di starmi lontano…” improvvisamente Bella si fece cupa e colpevole
“Assolutamente no!” le sorrise con un calore che solo lei sapeva sprigionare dal suo corpo freddo “Chissà che ti succede se ti lascio sola. Edward non me lo perdonerebbe mai!” Esme sorrise ancora e prendendola sotto braccio ripresero la strada verso la macchina. Bella si voltò un istante per vedere che un uomo singolare le stava osservando ininterrottamente. Non seppe distinguere bene i suoi tratti, ma era certa che guardasse proprio loro due.

In macchina Bella cercò un pretesto per rompere il silenzio.
“Ehi Esme che… che hai fatto quando sei andata via?”
“Non devi fingere di interessartene per parlare Bella, è tutto ok!”
“No io…” si fece ancora cupa
“Ho comprato un quadro, o me l’hanno regalato, non ho capito bene. Uno strano tipo… Harold se non sbaglio. Sì Harold!”
“E dov’è?”
“O lui.. ehm… mi sa che voleva solo provarci con me!”
“Eh sì!” risero entrambe.

Arrivate a casa di Bella, Esme trovò Edward e Carlisle ad aspettare insieme a Charlie, il quale molto gentilmente, si apprestò ad aprirle la portiera  quando si fermarono.
“Grazie!”
“Io… ecco…” Charlie si sentì piccolissimo guardando Carlisle risplendere come un dio greco.
“Che succede?” chiese Bella
“Nulla, Charlie era un po’ preoccupato perché non riusciva a rintracciarti, manchi da tutto il giorno Bella” disse Carlisle con la sua solita voce pacata e soffice.
“Colpa mia, l’ho rapita nel mondo artistico. Mi dispiace veramente tanto Charlie, avrei dovuto insistere perché avvisasse”
“Non c’è problema Esm… signora Cullen!” Charlie si sentì ancora più piccolo
Edward rise sommessamente.
Si salutarono con una stretta di mano e Carlisle aprì la portiera ad Esme come poco prima aveva fatto Charlie “Edward verrà dopo!” disse e avvicinandosi al finestrino verso la moglie “Sembra che tu abbia fatto colpo, cara!”
“Girano strane voci anche su di te, caro!” rispose lei e sfrecciò via verso casa.
Edward li salutò e ancora ridendo sussurrò a Bella “Non puoi immaginare cosa pensa tuo padre di Esme”. Anche Bella non riuscì a trattenere una piccola risata.


  
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