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Autore: violetmoon888    17/08/2020    0 recensioni
Non riuscivo a capire, non riuscivo proprio a capire come fosse possibile. La mia vita era cambiata in quelle poche settimane. Lo shock, era chiaro che lo stato di adrenalina e confusione impediva agli altri di parlare. Sentivo il respiro di Jasper accelerare. Mi stringeva ancora la mano. Immobile io fissavo il cielo, quel bagliore bluastro che quell’angelo aveva lasciato. Restammo tutti pietrificati come statue per qualche minuto. Poi fui io a sbloccarmi. Guardai Jasper, lo sentivo, provava una sensazione nuova, era spiazzato e mi fissava trasognato. Lo scossi leggermente e mi lasciò la mano si voltò verso gli altri, mi girai anch’io. Carlisle, il più lontano da noi fece qualche passo e sillabò un i-n-c-r-e-d-i-b-i-l-e.
ATTENZIONE: Questa storia è da definirsi un sequel, è necessario leggere la precedente, "NON SO PIU' CHi SONO" sulla mia pagina.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Era giunto il giorno. L’aria calda del primo mattino entrava soffocante dalle finestre in vetro colorato della stanza del Signore Oscuro. Albeggiava e le pareti erano già roventi. Alice era immobile davanti al lungo specchio rettangolare, alto almeno 2 metri, il suo riflesso era quasi opaco, era uno specchio molto antico con intarsi d’oro rosso e argento. Lilith le stava sistemando il vestito sul retro. Respirava piano, c’era un silenzio ovattato in quella stanza mentre dal di fuori rumori e voci arrivavano in lontananza. L’abito cerimoniale era un vestito con una piccola coda, nero e con pendenti argentati e grigi, il tessuto formava trame geometriche molto particolari, era piuttosto raffinato. Quando Lucifero le aveva detto dell’abito e dei riti avrebbe preferito dar da mangiare a Cerbero piuttosto. Amava i vestiti e le cerimonie ma non quei vestiti e non quell’evento che l’avrebbe resa regina degli inferi, incatenata ad una vita buia e solitaria laggiù. Immaginava un vestito antico e pomposo ma quello era decisamente bello e quasi semplice, le stava benissimo, le piaceva. Alice si morse la lingua. Lilith emerse da dietro e le sistemò i quanti di pizzo nero e diede un’ ultima occhiata al trucco e alle scarpe argentate.
“Bene, è tutto come deve essere” disse stringendo leggermente i pugni. Alice fissò il proprio riflesso e poi gli occhi marroni e penetranti di lilith, anche lei era magnifica nel suo abito verde, un verde palude che faceva risaltare la sua pelle ambrata super avvitato e lucido. Alice con quel nero e le labbra rosso sangue sembrava ancora più pallida, le schiuse leggermente e parlò.
“Quanti sono?” chiese, Lilith alzò gli occhi al cielo,
“200, 300…che importa, probabilmente Lucifero ha convocato tutti, avrebbe convocato anche le anime dei mortali per assistere alla tua incoronazione” sorrise maliziosa.
“E i Superiori… loro…sarà difficile per loro…accettare una donna…” Lilith le strinse forte la spalla.
“Si sottometteranno, non avranno scelta” e lanciò un altro sguardo penetrante ad Alice. Lei annuì. Infilò i due anelli al dito e il ciondolo di sua madre cui aveva sostituito una catena d’oro bianco all’adamas. Nel frattempo le porte si spalancarono e Qyburn entrò per assicurarsi che fosse tutto apposto.
“Alice, è ora” disse, lei avanzò dietro di lui,
“Sarò in prima fila mezzosangue…” Lilith ammiccò, Alice aveva un’espressione indecifrabile. Era tesa, certo, molto tesa e preoccupata che tutto andasse storto. Lentamente si avvicinarono alla scala che portava alla sala del trono dove si sarebbe svolta la cerimonia. In tutto il palazzo Lucifero aveva commissionato tendaggi di velluto rosso, tappeti persiani, vasi colmi di rose nere come l’inchiostro, candele profumate, boccali d’oro colmi di ambrosia su ogni tavolo o mensola. Il portone di legno era diventato d’oro massiccio per qualche oscuro sortilegio. Alice afferrò la maniglia. Sapeva che molto probabilmente Michele avrebbe tentato di fermarli, ma non temeva per questo, temeva che la sua famiglia trovasse il modo di raggiungerla, che tentasse di fare qualcosa. Se fossero venuti troppo presto non…
“E’ ora mia cara” incalzò Qyburn, Alice si era come congelata con la mano sospesa a mezz’aria. Sillabò un si ed entrò. La sala era per fortuna semi-buia, nonostante ci fossero numerosi candelabri e candele anche sospese in aria. La luce rossastra promanava dalle vetrate, i demoni erano in piedi e composti attorno al trono, i superiori ai soliti scranni anche se avevano cambiato i loro vecchi e cenciosi abiti color fango con delle tuniche bianche, contrastavano con tutto e tutti. Nella latente oscurità Alice non riuscii a definire quanti demoni presenziassero, ma molto probabilmente le stime di Lilith erano corrette. Poi spostò lo sguardo alla piattaforma del trono, Lucifero era seduto e attorniato dai rubini rossi dello schienale, i suoi occhi erano viola acceso. Qyburn gli andò subito accanto mentre lei lentamente faceva lo stesso. Due anfore enormi e d’ebano nero sibilavano e un fumo grigistro d’incenso si estendeva dappertutto. Lilith entrò da una porticina laterale e si mise alla sinistra sul gradino più  basso della piattaforma. Alice Sali le scale e alchè suo padre si alzò e le venne incontro porgendole la mano.
“Sei incantevole” disse trasognato. Uno dei superiori con le orrende labbra cucite il cranio calvo e tumefatto e la veste candida come la neve scivolò dal suo scranno e col tirso alla mano venne  verso di loro. Un brivido percorse la schiena di Alice. Il vecchio tirò fuori da una tasca un piccolo recipiente con quella che sembrava cera fusa, era viscosa e di un blu notte intenso.
“Tossero te in lucem Lucifer regni” disse in uno strano latino e con due dita intinse la cera e fece due piccole strisce sulla sua fronte.
“Alice Stella del Mattino, mia figlia è pronta per spezzare il vincolo che mi tiene prigioniero…adesso tutti ai cancelli!” esclamò entusiasta Lucifero ai suoi e sorrise ad Alice. Non attraversarono il cielo ne andarono a piedi sino all’estremo confine degli Inferi, a Lucifero bastò tastare l’aria e si trovarono tutti smaterializzati lì. I demoni si inginocchiarono adulatori sulla sabbia rossa. Alice ora vedeva chiaramente all’aperto quanti fossero e vide con grande sollievo e terrore al tempo stesso Sean, in prima fila, inginocchiato ma con la testa alzata e gli occhi puntati su di lei. Alice ricambiò lo sguardo e poi cercò Lilith. Lucifero la teneva per mano ma quasi immediatamente la lasciò e le cinse la vita. Alice si costrinse a voltarsi. Gli immensi cancelli di ferro alti sino al cielo erano a pochi metri da lei. L’aria era sempre più afosa e a volte si avvertivano leggere scosse sismiche. Gli inferi capivano, quello che stava per succedere, per scombussolare il mondo.
“Ci siamo Alice, ecco la chiave… non appena aprirai il cancello, Amephiti….” E indicò il Superiore con le dita ancora imbrattate, doveva essere il capo dei Superiori, di cui suo padre aveva raccontato. Poteri immensi, fedeltà assoluta la loro. Alice pregò che così fosse.
“ Ti metterà la corona e ti imprimerà il marchio e tutti obbediranno a ogni tuo ordine” le sorrise ma Alice proprio non ci riusciva. Lui la abbracciò. Alice trattenne il fiato sorpresa.
“Non dimenticherò mai ciò che hai fatto per me, mai” Alice notò che aveva gli occhi lucidi. Le porse la piccola chiave lucente di elettro e indietreggiò. Tutti i demoni ripiegati a pronunciare parole in sinao sollevarono il capo e puntarono gli occhi sulla sua schiena. Col cuore che le martellava nel petto Alice infilò la piccola chiave nella serratura rovente. Il cancello sembrò sibilare. Alice cominciò a girare lentamente, sentiva la frenesia di Lucifero. Fissò la serratura e poi avvertì delle presenze poco lontano. Ma era quasi arrivata al meccanismo…e…
“Aperti” sussurrò suo padre mentre il cancello emise un rumoroso cigolio e una delle ante fu come spostato da una folata di vento caldo. La mano destra di Alice tremava ancora. Aveva sentito l’energia del cancello, che lasciava il cancello, tutti i demoni l’avevano percepita. E l’avevano percepita anche i 3 vampiri al di là del confine, a molti metri dalle sbarre e l’anziano e l’angelo che erano con loro.
“No” disse Michele quasi roco. Alice lasciò cadere la chiave ed indietreggiò. Lucifero aveva occhi solo per lo spazio che lo separava dal cancello. A passi lunghi lo varcò e rise.
“Libero….LIBERO LIBERO” alzò gli occhi al cielo rosso, non si curava della presenza degli intrusi.  Fissò Alice felice e poi fece un cenno ad uno dei demoni in prima fila ma quello non si mosse, sputò a terra e lo guardò con rabbia. Sean non aveva intenzione di seguirlo. Alice lo pregò con lo sguardo.
“Ebbene, fa come vuoi” Lucifero era troppo entusiasta e frenetico per badare a Sean, che restasse pure con sua figlia, non gli importava più perché dopo migliaia di anni poteva lasciare quel posto. Guardò finalmente Michele che aveva aperto il palco di ali e si stava lanciando contrò di lui, non si mosse, aspettò e quando Michele fu abbastanza vicino smaterializzò entrambi fuori. Pheobe atterrita provò a fare qualche passo ma Alice non osava guardarla, non potè solo trattenersi dal vedere la faccia di Jasper che era spaventato e che avrebbe fatto di tutto in quel momento pur di farla scappare, era quasi disperato. Alice dura voltò la testa.
“Alice!” Jasper ritrovò la voce si lanciò con gli altri verso il cancello, ma questo si richiuse e li sbalzò violentemente a distanza.
“Phoebe fa qualcosa… è tardi?!” Carlisle cercava di ammansirlo, Phoebe non riusciva a spicciacar verbo.
“Siamo arrivati tardi, Michele ci ha provato…ci ha provato” era quasi in lacrime… Amephiti intanto con un cenno fece riprendere il mormorio dei demoni in preghiera. Alice si portò davanti a loro e il vecchio fece apparire una corona d’ebano nero intarsiata dei medesimi rubini del trono. Con quello che era un vero e proprio artiglio e non un’ unghia pronunciò parole in un’altra lingua che Alice ignorava e le afferrò il polso, l’artiglio disegnò un alpha intrecciata ad un omega, una vera e propria incisione a fuoco sulla sua pelle, Alice trattenne un grido e serrò la mascella sofferente. Dopodicchè la corona le fu adagiata sul capo e anche il Superiore si inginocchiò, una macchia bianca tra i demoni neri. Qyburn fece altrettanto e anche lilith. Sean continuava a guardarla senza abbassare il capo. Passò qualche secondo di silenzio. Il polso le bruciava e avvertiva un calore sulla nuca, negli occhi, avvertiva un potere sconosciuto. Poteva controllare gli Inferi adesso.
“Alice , Alice aspetta, ti prego!” la voce di Jasper sembrava così lontana anche se era a 10 metri dal cancello.
“Alice Stella Del Mattino, regina degli Inferi… lunga vita alla regina…” Qyburn le prese una mano e gridò ai demoni che si alzarono battendo piedi e mani in segno di adulazione… lei fece un cenno a Qyburn che si allontanò mettendosi nelle prime file. Poco lontano da Sean.
“Lucifero è libero, il vostro signore ha pattuito con me che nessun altro lasciasse gli inferi…. Sono io ora la regina e ….Come regina…intendo fare una cosa fondamentale…” disse lei e la sua voce era ferma e quasi tonante con sua sorpresa. I demoni pendevano dalle sue labbra.
“Un gesto che cambierà le sorti di questo mondo…e le renderà…migliori” fece un cenno a Lilith che era ancora inginocchiata e le andò di fronte. Qyburn era confuso.
“Lilith, madre dei Demoni, prima moglie di Adamo… prima donna…. Io abdico  e nomino te mio successore” Alice si morse l’altro polso e un rigolo di sangue colò sul vestito, Lilith sorridendo le afferrò il braccio e ne bevve un sorso. Tutti i demoni erano esterefatti. I vampiri al di fuori dei cancelli ancora di più.
“Lillith ora ha il sangue della Stella del Mattino e quindi il mio stesso diritto di governare. Io cedo qui di fronte ai Superiori e ai demoni tutti il mio regno, il regno di mio padre a lei. Obbeditele e giurate fedeltà alla regina Lilith” Qyburn si agitò e inciampò quasi nella sua catena.
“Cosa fai! Non puoi, tuo padre…” Alice lo fulminò con lo sguardo. Sul braccio di Lilith apparve il suo stesso marchio e Alice le pose la corona sul capo sentendo tutta quella strana energia evaporarle dal corpo.
“NO! NO!” Lilith fissò una guardia che bloccò in parte Qyburn.
“Sono io la nuova regina vecchio bavoso, dovrai obbedirmi.” I demoni si inginocchiarono nuovamente, alcuni straniti, altri accondiscendenti, solo Sean era in piedi confuso più che mai, era stato un piano, tutto premeditato da Alice e Lilith fin da quando lei aveva saputo. Eppure si odiavano…fingevano di odiarsi…Sean ebbe il cuore più leggero, ora era Lilith ad essere regina e vincolata lì. Lucifero non l’aveva previsto, Alice era libera. Mosse qualche passo lento verso di loro.
“Alice, grazie. Sei stata la prima amica che abbia mai avuto quaggiù” si stavano abbracciando ed Alice dava le spalle a Qyburn.
“Alice! Attenta” Jasper che era basito e aveva compreso quel tanto che bastava, che Alice era libera e che però non tutti erano così d’accordo, molti demoni in ginocchio sbruffavano e il vecchio con la catena era furioso. Aveva appena visto che lanciava una piccola freccia fulminea su Alice e intrisa di verde…veleno… Alice si staccò dall’abbraccio e senti un tonfo. Il corpo di Sean giaceva inerte con la freccia conficcata nel petto. Si era frapposto tra lei e Qyburn tempestivamente.
“Come osi…Portatelo via” ruggì Lilith e due guardie presero di forza il maestro.
“S-sean” Alice raggelò, Jasper fece un cenno rabbioso a Lilith che aprii il cancello per farli entrare.
“NO no no…Sean!” Alice cadde in ginocchio, il demone respirava affannosamente. Pose  le mani sul suo petto grondante sangue e una calda luce bianca penetrò il suo corpo ma ormai c’era poco da fare.
“Non…non riesco a guarirti…” Sean aprii gli occhia mala pena ma vedendo il volto di Alice sorrise. Jasper e gli altri le stavano poco lontani. Jasper sapeva che doveva aspettare… lei voleva bene a Sean, lo amava in qualche modo e lui le aveva appena salvato la vita, anche Jasper sentiva una morsa nello stomaco.
“Va…bene co-cosi” sussurrò Sean, Alice si spostò e gli tenne il viso sul grembo,
“No non devi morire in questo modo, non posso permetterlo…” le lacrime cominciavano a rigarle le guance. Lilith era rigida e mesta. Fece sgomberare tutto il campo e restò con loro.
“Non si può fare niente” disse prendendo la freccia che Alice aveva gettato via,
“Sembra mufus, veleno che uccide in pochi minuti i celesti… più forte dell adamas” Alice accarezzò il viso di Sean,
“Fa..un po male..” gemette lui, continuando a guardarla negli occhi.
“Lo so…ma ci sono io…resto qui…non ti lascio Sean” Lui provò a sollevare la mano per toccarla, fu Alice allora a chinarsi e a dargli un bacio delicato sulle labbra. Lo meritava, dopo tutto quello che aveva fatto per lei.
“Era …e..ra questo il mio destino….Alice Cu…cullen…morire tra…le tue braccia…
“T-tu mi hai fatto conoscere l’amore e di questo ti sarò…sempre…grato…” sorrise un ultima volta e poi respirò l’aria rovente degli Inferi per l’ultima volta.
Alice si pietrificò, tremante gli chiuse le palpebre e carponi indietreggiò da quel corpo inerte. Sentii un dolore forte, l’energia del suo corpo a stento trattenersi, soffocò i lamenti con la mano ma poi due braccia l’avvolsero stretta. Jasper la trattenne come una tenaglia e lei tentò di scalciare di scivolare via, ma poi si abbandonò, esausta pianse sul suo petto.

Dopo minuti interminabili Alice sapeva che doveva alzarsi e far uscire la sua famiglia da lì. Con il dolore dentro le ossa e abbracciata a Jasper rivolse uno sguardo di scuse a Carlisle ed Edward, Phoebe non diceva una parola ma voleva abbracciare e confortare Alice ed essere perdonata. Lei gli rivolse un occhiata fugace poi Lilith annuì.
“Vi faccio uscire, addio Alice Stella del Mattino , abbi cura di te” aprii un portale e tutti vi entrarono, scossi ma sollevati. Alice respirò l aria fresca e senti un po di sollievo. Erano sul prato di casa Cullen. Ora l’unica cosa che desiderava era rivedere Aiden e starsene avvinghiata a lui e Jasper tutta la notte. Phoebe si schiari la voce.
“Alice mi dispiace tan” ma Alice le afferrò brusca una mano,
“Phoebe….io…. il fatto che tu sapessi di mio padre mi ha ferita molto, ho cercato di odiarti, ma…non ce la faccio, so che hai protetto me e la mia famiglia per quanto hai potuto con le tue sole forze, li ha portati da me… mi vuoi bene e io te ne voglio … ti ho perdonata” Phoebe le avvolse le braccia al collo quasi piangendo.
“Oh Alice, grazie…” poi si ricompose e tornò lucida.
“Ma è stato anche grazie a Michele se siamo arrivati negli inferi, anche se credevamo troppo tardi…tu hai…ingannato Lucifero, hai risolto la situazione…Lilith regina…è…non so cosa dire…mi sembra davvero la soluzione migliore…almeno finchè non cattureremo Lucifero…” ma a quelle parole Alice si rabbuiò.
“Ascolta pHoebe, io non ho intenzione di dare la caccia a mio padre, voglio solo essere lasciata in pace, promettimi una cosa… cercalo senza di me se vuoi, tu e Michele, non guardarmi così Phoebe, sei mia amica e devi capire che ne ho passate troppe negli ultimi mesi…ho bisogno di tranquillità…” l’angelo capii,
“Michele vorrebbe parlarti però, scusarsi…” Alice si rabbuio ancora di più,
“non voglio vederlo, lui aveva il diritto e il potere di dirmi chi fossi io per Lucifero e il mio destino, lui sapeva, lo so, tutto…e mi ha mentito, a differenza tua Phoebe lo ha fatto volontariamente… senza costrizioni….io non posso perdonarlo…” Jasper le prese la mano.
“E’ meglio che tu vada Phoebe” riprese Edward,
“Potrebbero essere lontani ormai” il minuto angelo annuì, guardò Alice e i suoi sofferente ma felice che fossero vivi e speranzosa in un futuro incontro. Il ruolo di Alice in tutta quella storia non era ancora finito.



 
 
 
Quando Phoebe si smaterializzo in mille particelle grigio bianche Alice senti il proprio cuore un po’ più leggero. Abbracciò finalmente anche Edward e Carlisle e poi fu difficile sottrarsi alle moine e alle domande di Bella. Aspettava con ansia che Aiden tornasse da scuola, per vederlo e rassicurarlo, era riuscita a tornare come gli aveva promesso.
“Era tutto pensato dall’inizio allora, questa Lilith deve essere alquanto scaltra…e in gamba” disse lei, Alice sospirò,
“ In realtà è stato quasi provvidenziale, ci abbiamo pensato in sincrono, dopo che Sean… che Sean” le tremò un secondo la voce,
“Mi aveva detto della Profezia del Vademecum io avevo perduto ogni speranza, sarei rimasta lì, intrappolata pur di scampare ad Aiden quel destino” Jasper la guardò con amore.
“E lei era entrata e non so perché ma abbiamo parlato come se fossimo due vecchie amiche eppure all’inizio Lilith mi odiava, era gelosa delle attenzioni di Lucifero…anche la sua è una storia triste… ha subito molti torti… e forse è l’unica capace di governare quel posto, ha appreso tutto da mio padre, era la sua ombra…e ora ha deciso di uscirci da quell’ombra, io potevo darle ciò che voleva e lei poteva fornirmi questa scappatoia, è stato un do ut des e per lo meno saremo al sicuro dall’Inferno e dai Demoni finchè lei sarà in vita” tutti annuirono.
“Ma-mamma sei qui!” Aiden era appena entrato dalla porta d’ingresso con la sua pesante cartella e i vestiti zuppi di pioggia, pioveva a dirotto da qualche ora. Alice gli andò in contro lo sollevo facendolo roteare e lo abbracciò commossa.
“Si, tesoro. Finalmente sono a casa” lo baciò molte volte e ripetutamente finchè il ragazzino vergognoso che ci fossero tutti a guardarli si scostò. Alice rise. Suo figlio stava crescendo così in fretta. Aveva quasi 11 anni ormai. Lei e Jasper stettero a parlare per ore con Aiden davanti una cioccolata calda mentre gli altri andavano e venivano dalla villa. Gli raccontarono tutto in gran parte fedelmente a quanto era accaduto. La notizia che Sean fosse caduto per proteggere sua madre non abbattè Aiden più di tanto ma lo rese davvero fiero, gli piaceva Sean ed era tremendamente dispiaciuto ma era felice che sua madre fosse lì più di qualsiasi brutta notizia. Alla fine Aiden sazio di particolari smise di fare domande e annunciò che doveva andare in camera a finire dei compiti di matematica. Alice e Jasper decisero di fare due passi vicino al lago della riserva. Si tennero per mano e stettero in silenzio sino alla riva, poi sedettero a pochi centimetri dall’acqua, la pioggia era diminuita, sottilissima cadeva sui loro visi senza dargli alcun fastidio. Alice fissò l’acqua distante. Jasper attendeva, sapeva che non voleva tenersi dentro quel dolore, la  morte di Sean l’aveva colpita nel profondo.
“Jazz, so a cosa stai pensando…sto..bene” continuò a fissare l’acqua.
“Alice, so cosa senti, sono qui per te, qualsiasi cosa tu voglia fare” Alice sospirò guardandola,
“Non so… non riesco a capire cosa provo… per Lucifero…per quello che è successo…per…” si fermò, cominciò a piangere sommessamente,
“Non doveva morire… io gli avevo detto di seguirlo, doveva venire sulla terra insieme a lui…avevo un presentimento, anzi più di una sensazione, il Salice mi aveva mostrato un ala nera che mi spostava…era lui…Sean…è morto” si alzò,
“Per colpa mia….” Jasper sospirò,
“Ha sofferto per colpa mia…” le prese una mano e la tirò giù trattenendola,
“Alice non è stata colpa tua…era già scritto…” ma lei scosse il capo,
“E’ la seconda persona che muore per me, per salvare me…” disse pensando al dottore che da umana l’aveva protetta da James, si asciugò le ultime lacrime,
“Lui ti amava…” Jasper le sorrise carezzandole una guancia, Alice arrossi leggermente, abbassò lo sguardo perlaceo,
“Jasper scusami, io sto qui a piangere per una persona che… che ti ha ferito insieme a me…non devi sentirlo, non dopo quello che ho fatto passare anche a te…” Jasper le sollevò brusco il mento.
“Lui ti amava e tu lo amavi in qualche modo” non c’era astio in quelle parole o rammarico, era quasi dolce il modo in cui l’aveva detto. Alice lo guardò negli occhi ambrati. Non poteva negarlo. Voleva bene a Sean, provava qualcosa di forte per lui.
“Si” disse, Jasper si alzò pensieroso,
“Non lo odio… è morto per salvarti, come potrei odiarlo…” Alice gli si avvicinò,
“Jazz” gli strinse dolcemente la mano,
“C’era un legame tra noi, e questo mi ha spezzato il cuore… è vero…ma io amo te di più, amo te in un modo che non riesco a descrivere, con un intensità che mi toglie il respiro… posso sopravvivere e vivere ed essere felice senza Sean, col tempo, ma non posso immaginare di perdere…te…” Jasper le si avvicinò e la baciò dolcemente,
“Non devi dire niente Alice io lo so…” Alice gli prese il viso tra le mani.
“Io avevo bisogno di dirtelo…” Jasper le sorrise,
“Se fossi rimasta lì sarei venuto ogni secondo di ogni giorno per cercare di riaverti… neanche io posso vivere senza di te. Siamo qui insieme adesso. E’ finita” Alice lo baciò con trasporto. Quanto le era mancato il suo odore il suo sapore, la sua voce. Si staccò a fatica e si stesero sulla sabbia, vicini guardarono il cielo reso opaco dalla pioggia. Da qualche parte, Lucifero vagava sulla Terra, braccato dagli angeli, era quella la sua idea di libertà?





(Cari lettori, la storia finisce qui, so di essere stata discontinua nella pubblicazione e dopo parecchi mesi di vuoto avevate perso la speranza di una conclusione. Scusate. Tempo, Covid e impegni mi avevano interrotta. Ma una cosa va fatta fino in fondo. Meglio tardi che mai! Un saluto a tutti e spero di avervi fatto compagnia e avervi fatto evadere con questa storia strampalata.)
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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