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Autore: KikiWhiteFly    18/08/2009    8 recensioni
[Dedicata a clow][RyouIchigo] Tema duro, vi avviso.
"Quando si sveglierà, troverà davanti a lei qualcuno che la ama davvero. Qualcuno che le tasterà la mano con dolcezza, avvertirà il suo piccolo fremito e le dirà: “Sei tra noi”, un piccolo miracolo della natura. Ci crede ancora, anche adesso che lo hanno privato della speranza. Ci crede, perché a farlo sperare è un'altra forza. È la forza solo di coloro che amano veramente, con tutta la volontà di questo mondo. È la speranza di chi non ti abbandonerà mai, Ichigo"
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I Capitolo

Ricordi, Realtà e Visioni.







Ryou tasta la mano sul letto, accorgendosi solo un attimo dopo che è vuoto. Le lenzuola da una parte sono perfettamente ordinate, sembra essersi posata sopra l'anima di un angelo. Dalla sua parte, invece, le lenzuola sono arrotolate e accartocciate, quasi stesse combattendo un'epica battaglia. Decide di alzarsi, si passa una mano fra i capelli color del grano. Ancora ricorda lo scontro di qualche giorno prima, gli era rimasto qualche livido. Prima aveva combattuto contro un avversario, vincendo. Poi, come se ciò non gli fosse bastato, aveva iniziato a prendere a pugni ogni sacco che si trovasse nel raggio di un metro. Alla fine era finito sulla barella, dove si era ripreso subito dopo. Era stato solamente uno svenimento, gli avevano spiegato.

Ora, però, tutto era finito.

Almeno, per ora.

Ryou appoggia la tazza di caffè sul ripiano di marmo della cucina, immaginando la padrona di casa cucinare il sukiyaki o altre pietanze che a lui piacciono tanto. Sorride debolmente, guarda il cielo limpido.

Un'altra primavera.

Un altro anno.

A conti fatti, sono passati dieci anni. Fissa per un momento il piccolo cerchietto dorato, se lo gira intorno all'anulare, respira amaramente. Più volte aveva provato a dimenticarla, senza tuttavia riuscirci. Anzi, il pensiero di un lettino d'ospedale gli tartassava il cervello e, così, anche la sua giovinezza veniva meno e, con essa, la prospettiva di un futuro sereno. Le prime ragnatele si formano agli angoli dei suoi occhi, i lineamenti sono più maturi, la mascella molto più pronunciata. Lei invece è sempre uguale: una bellezza unica al mondo, eterea come poche.

Posa la tazza, decide di vestirsi. Mentre cerca di scegliere accuratamente il completo da mettere quella mattina - anche se già sa che indosserà la giacca, la camicia e la cravatta - volta lo sguardo dalla parte di Ichigo. Apre l'anta, scorre con un dito tutti i suoi abiti. Forse sanno un po' di chiuso, ma il suo olfatto affino va oltre l'apparenza. Riesce a sentire il profumo che metteva sempre dopo aver fatto la doccia, quella spruzzata frizzante che gli entrava nelle narici; ricorda quella sua abitudine di mettere maniacalmente le scarpe al proprio posto, catalogate per colore ed altezza. Sorride o, almeno, ci prova; la scarpiera è perfettamente in ordine, tutto sembra nuovo. Un vecchio modello di dieci anni prima, per esempio, un tipo di scarpa ormai passata di moda. Sono rosse, lucide, color vernice.

Ryou si ferma ad osservarle, se non ricorda male erano le sue preferite. A ben vedere, poi, la suola sembra piuttosto malconcia ma, lo ammette, sua moglie aveva dei gusti eccellenti in fatto di stile.

Ricorda quando gli rimproverava il fatto che sostava sempre davanti alle vetrine, sognando di comprare questo o quell'altro completo... E poi pensa quando sbuffava, imputandosi come una bambina capricciosa.

Quando avremo dei figli, non saprò a chi badare, sappilo”, gli aveva detto un giorno.

Non erano mai arrivati, però.

Nei pochi anni che avevano passato insieme quel discorso lo avevano affrontato poche volte, avevano sempre e solo parlato di ipotesi ed eventualità. Ogni tanto Ichigo si toccava il ventre piatto, alzava un po' la maglietta e scorreva con un dito su e giù, sognando di vedersi un altro essere umano dentro di sé.

E tu, Ryou... Quanti figli vuoi avere?”

Gli aveva proposto, con un sorriso sornione. Gli sembra di vederla, raggiante, mentre cerca di scoprire cosa nascondevano i suoi occhi.

Riusciva sempre ad indagare, scrutare, cercare indizi che agli altri erano invisibili mentre a lei erano chiarissimi, limpidi.

Non mi dire che non vuoi averne.”, sguardo puntato in basso, un po' delusa.

È presto, Ichigo”, aveva spiegato lui, rimanendo fedele alle proprie convinzioni.

Sono passati due anni.”

Appunto... Perché andare di fretta?”


Se solo fosse adesso...

Ryou chiude con violenza l'anta, sigillando i ricordi.

Se solo fosse adesso, Ichigo... Sarebbe pronto ad averne tanti, uno dopo l'altro.

Ma adesso non esiste. E capisce, capisce che la vita non può essere presa come qualcosa di sfuggente, probabile, incerto... No. Attimo per attimo.

Prendi una direzione e poi dritto fino alla meta.



Si pente, Ryou.

Decide di mettersi una camicia rigata ed una cravatta in tinta unita. I soliti pantaloni del giorno prima, tanto non noterà nessuno quel particolare. Si guarda allo specchio e la rivede... Tenta di sistemargli quel nodo, come al solito non si sofferma sui dettagli.


Adesso sei perfetto”, ricordò.

Lei, in vestaglia, quel semplice pezzo di raso che gli fasciava il corpicino esile, mentre i capelli brillavano alla luce riflessa del sole.

Cosa guardi?”, si era fermato ad osservare quei riflessi che giocavano sulla sua pelle, meravigliato. “Lo so, i capelli... Sono un disastro!”

Ryou non aveva perso tempo. L'aveva avvicinata a sé, abile. “Vuole forse adularmi, avvocato?”, aveva sibilato Ichigo in tono malizioso, giocando con un bottone.

Forse. Forse voglio accusarla, signorina”

Signora, prego. Sono una donna sposata, io”

Aveva detto, impigliando le mani tra i suoi capelli.

Importa?”, aveva infine proferito, trascinandola pochi metri più in là. Le sue gambe adesso circondavano la vita di Ryou, la sua bocca era incollata alla linea più nobile del collo mentre l'uomo le stava abbassando leggermente la spallina della veste.


Con il tempo ha imparato a farsi il nodo, Ryou. Mai come lo faceva lei, però. Le sue dita erano esperte, incastravano gli angoli perfettamente, era dotata di una precisione a dir poco oculare. Sfugge dallo specchio, anch'esso baratro di reminiscenze.

Il suono acuto, quasi sordo, del telefono lo riporta alla realtà. Con una fetta biscottata tra i denti mugugna un: “Pronto?”, ricevendo in risposta qualcosa che gli fa cadere la ventiquattro ore.

Aggravata?”, ripete, mentre una signora dall'altro capo del telefono cerca di calmarlo.

Esattamente. Sua moglie ora si trova in terapia intensiva”

Il telefono gli cade di mano. I sensi vengono meno e l'unica cosa che si sente in grado di fare è quella di fermarsi a riflettere.

Non voleva sentirla. L'ardua sentenza di morte avrebbe preferito non udirla, non dalla voce roca di un medico senza sentimenti. In quell'attimo sente una mano sfiorargli la spalla, debolmente. Il sorriso di Ichigo - quello tenero e sbarazzino che rivolgeva solo a lui – si stampa come un timbro nella sua mente. Non capisce l'ironia di quel gesto.

La vede, bellissima. Il vestito color panna le evidenzia le forme e al contempo le nasconde, grazie alle innumerevoli pieghe dell'abito.

Dimmi che non sei già morta”, dice, mentre il battito viene meno.

Non dentro di te”, passa una mano sotto il suo mento, sfiorandogli i capelli. Quella forse è una visione, una proiezione del suo ricordo, un attimo di sgomento che lo induce a vederla in ogni parte della casa ed in qualunque situazione. Ma in fondo, pensa, non è tanto male come miraggio. Si accontenta anche così, vederla di sfuggita da un angolo all'altro, camminare aggraziata sui suoi tacchi, il suo sorriso splendente, i suoi occhi color cioccolato, il suo sguardo intenso.

Cosa mi mancherà di più?”, si chiede, sentendo una fitta al cuore.

Ichigo ora scompare, lasciando la sua mano. Osserva il cerchietto dorato, identico al suo, sull'anulare sinistro. Le sfiora appena il dorso, in un pudico e casto bacio. E scompare, inghiottita dal sole che ora fa capolino tra le pareti immacolate della casa.


Cosa gli mancherà di più?

Forse quel suo profumo, forse quel nodo alla cravatta, il suo disordine, i suoi acquisti inutili... Sono tutte cose materiali, senza alcun valore.

Invece gli mancherà il sapore dei suoi baci, i suoi respiri regolari, il fatto di sentirsi chiamare “Amore”, le carezze che riuscivano a sfiorargli l'anima e infine... Infine gli mancherà quell'anello, quella fede nuziale, quel semplice oggettino dorato. Gli mancherà non poterci più giocare e non poterlo più vedere sulle sue dita.


Ichigo, torna qui.

Con me, possibilmente.

No, non rinuncia Ryou.

Non rinuncia alla felicità e, men che meno, al dolore.






***




Bien, primo capitolo postato!

Lo scorso era il prologo... Scusate se non sono lunghi, ma la storia mi assorbe alquanto e non nego che in alcuni pezzi mi sono dovuta fermare a riprendere fiato. Storia difficile, profonda e piena d'amore... Ryou è disposto ad amarla, sia pure in quello stato, ma tutta la vita, solo per poterla vedere mentre dorme.

Ringrazio sentitamente i lettori, preferite e seguite. Ovviamente i commentatori a cui rivolgo un caloroso grazie per la comprensione e le riflessioni fatte nei commenti. Purtroppo non posso ringraziarvi perché ho mia madre che mi gironzola attorno ._.', dovrei fare Matematica in vista degli esami, teoricamente.

Grazie a tutti <3,

Kiki.


   
 
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