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Autore: HatoKosui    22/09/2020    1 recensioni
Nishiyoshi Mayori è una studentessa dello Yosen. Dalla fervida immaginazione e dal carattere diretto e diffidente, se ne sta sempre sulle sue, fa poca attenzione al mondo che la circonda ed ancora di meno ai ragazzi che le parlano. A malapena ricorda i loro nomi.
O almeno questo accadeva prima di conoscere Kise Ryouta. Travolta dal modello durante un viaggio in bus si ritrova a dover resistere ai suoi corteggiamenti... e come se non bastasse, sembra che la coach del club di basket della sua scuola la voglia in squadra ad ogni costo come manager.
Mayori è una ragazza semplice.
O almeno credeva di esserlo prima di innamorarsi di... di chi, esattamente?
Genere: Erotico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsushi Murasakibara, Nuovo personaggio, Ryouta Kise, Tatsuya Himuro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno o buonasera a tutti voi che siete arrivati fin qui o che stavate aspettando questo capitolo… mi scuso come sempre, ma oggi in modo particolare, perché il ritardo con cui sto aggiornando è mostruoso, ma dopo operazioni mediche, problemi lavorativi nonché famigliari, sono ugualmente contenta di essere riuscita a non mandare tutto all’aria e di presentare questo benedetto capitolo. Siamo vicini alla fine della storia, spero che vi piaccia e mi sento di dover dire grazie a tutte quelle persone che hanno continuato a scrivermi, supportarmi, a seguire e commentare, perché è grazie a voi che sono riuscita a non perdermi d’animo!
E dopo questo discorso anche troppo lungo e sdolcinato passiamo alle cose SERIE 😉
AVVERTO CHE sarà un capitolo dal bollino rosso, se non bordeaux, quindi sappiate che se arriverete alla fine avrete tutta la mia stima!
 
 
 
-Capitolo 21: Anima-


I nostri respiri si fondono, le sue labbra incontrano di nuovo le mie, mi sento pervadere dal calore del suo corpo. Mentre mi bacia ancora, le sue mani mi accarezzano i glutei e i suoi polpastrelli risalgono la spina dorsale, avanti e indietro, lasciandomi piccole scie infuocate.
Mi stacco dalla sua bocca e lo guardo dritta negli occhi, li vedo per la prima volta realmente, languidi e affilati, che mi scrutano, non sembrano lasciarmi andare.
-Vado a chiudere la porta.
Gli dico, ma la mia voce viene fuori del tutto sconnessa e roca. Lui emette un verso di approvazione e mi lascia andare. Piano, piano, come se qualcuno mi stesse osservando da lontano, chiudo la porta a chiave, faccio un giro e perché no, due. Non voglio assolutamente che qualcuno ci disturbi. Quando l’ultimo giro di chiave mi riporta nel silenzio della camera, sento il respiro mancare, perché non so come comportarmi.
Non avrei mai immaginato che potesse succeder così, non avrei mai immaginato di sentirmi così eccitata all’idea semplice di avere una persona, Kise, solo per me. Tutto per me.
Mi volto verso di lui, lo vedo che mi osserva nella penombra. I suoi occhi ancora mi fanno rabbrividire. Mi avvicino piano, i piedi scalzi che non fanno nessun rumore avvertono ogni singola vibrazione a contatto con il pavimento gelido. Lui allarga le gambe, io non posso far a meno di far cadere l’occhio sulla sporgenza del cavallo dei pantaloni.
Mi sento avvampare, ma cerco di camminare in modo desiderabile, cercando di creare atmosfera mi tiro giù la maglia, lascio intravedere la spalla, ma appena sono lì vicino a lui, sguardo fisso e fermo nel suo, inciampo rovinosamente, cadendo a terra come il più stupido poppante del mondo.
-AHI, porca miseri…
Mi tappo la bocca per non svegliare i miei genitori. Sono atterrata fortunatamente con le ginocchia e i polsi, ma la figuraccia che ho fatto mi varrà come cento lividi seri. Kise si piega su di me, mi prende un braccio.
-Mayori, tutto ok?
Mi chiede e sento nella sua voce quel tono divertito, quello scherno che quasi mi fa venire voglia di uccidermi.
-Si – Sussurro. In questa situazione mi sto mostrando per come sono e quel suo sghignazzare mi rende nervosa e vulnerabile. -Sto bene.
Lui si alza, mi sovrasta e le sue mani prendono il mio viso che guardava timidamente altrove voltandolo verso di lui. E ancora un bacio, ancora le labbra umide e la sua lingua che si intrufola veloce, gioca con la mia, che gli risponde impacciata. Mi sembra di perdere il controllo, mi aggrappo al suo braccio, lo sento in fiamme. Kise ha un odore forte, l’odore di buono, ma anche di naturale, pungente.
Mi sposta con una mano i capelli e li prende facendomi inarcare il collo all’indietro, senza farmi troppo male. Io mi lascio trasportare e lui inizia a lasciarmi baci caldi sul collo, poi un morso, io sussulto. Non so cosa pensare, la mia mente mi sta abbandonando.
-K…kise…
Lo chiamo nella speranza di riprendermi, ma lui fa il contrario. Non solo non mi risponde, ma con una leggera pressione sui capelli mi spinge ancora più dietro, mi inarco talmente tanto da cadere sul letto, lui dopo di me. Mi sovrasta e di punto in bianco si tira su, sedendosi a cavalcioni su di me. In silenzio si toglie la maglia della tuta, piano, i muscoli scolpiti ma eleganti si contraggono ad ogni movimento, la linea dei boxer esce chiara dal bordo dei pantaloni e le linee dell’inguine portano il mio sguardo dove forse non dovrebbe – o forse si, a questo punto.
Kise lancia la maglia altrove, scuote i suoi bellissimi capelli biondi e il suo orecchino brilla di riflesso per la luce della finestra. Chiudo le gambe d’istinto, ma orami è chiaro che effetto mi fa.
-Mayori- mi chiama, piegandosi su di me. -Facciamo così…
Io rimango immobile, lui si avvicina al mio orecchio strusciando di poco il naso sulla pelle rossa.
-Io mi occupo di te oggi -Mi sussurra ed una delle sue mani s’intrufola sotto la maglietta veloce fino al mio reggiseno. Io rabbrividisco. -E tu puoi occuparti di me.
Senza che io capisca bene cosa succede, l’altra sua mano mi prende il polso, lo trascina vicino alla sua pelle nuda, il petto. Sento i muscoli contrarsi, il suo sudore imperlarmi i polpastrelli. Scende, accompagnando la mia mano più giù, seguendo ogni incavo, ogni lembo di pelle, ogni muscolo, fino a giungere all’inguine, sorpassando la linea del boxer, fino al rigonfiamento. Il respiro mi si mozza e le guance avvampano, la mano ferma, immobile, quasi impaurita.
“Cosa devo fare? Come devo muovermi? Cosa si aspetta da me… cosa può piacergli?”
Troppe domande senza risposta. Lui si stacca del mio orecchio e soffia sul mio collo, poi si eleva quel poco che basta per potermi guardare da vicino. I nostri nasi si toccano.
-Ti va bene?
Mi domanda. Io apro la bocca per parlare, ma non esce alcun suono, quindi la richiudo e annuisco.
Cerco di rilassare la mano, sento che la sua, che stringe il mio polso è sudata e ferma. Inizia a baciarmi il collo, scende sulle clavicole ed io mi inarco un poco. Sento l’erezione sotto ai pantaloni, muovo qualche dito, cerco di fare qualcosa, la prendo con fermezza e sento un gemito forte di dolore.
-Piano- Sussurra ancora, con la fronte ormai sul mio petto. Apro la mano di scatto, per paura, ma lui mi impedisce di toglierla, anzi la spinge delicatamente verso su. -Più piano… così.
Il cuore mi salta in gola, quando sento l’erezione crescermi tra le dita. Kise scende con le labbra verso il seno, con l’altra mano mi sposta il reggiseno sfiora il capezzolo con le dita, mentre con la bocca soffia sull’altro. La pelle d’oca si vede, ma si sentono anche i suoi respiri pensanti, sempre più rumorosi. Mi aggrappo alla sua schiena con la mano libera. Inizio a massaggiarlo, sento che la mano che mi guida, lì sotto, lascia un po' la presa, si rilassa. La sua erezione si sente attraverso il tessuto, ma appena inizio a prenderci gusto, mi rendo conto di volerne di più. Sento il suo respiro sul mio petto, di punto in bianco prende in bocca un capezzolo, così veloce da farmi sussultare e mi lascio scappare un gemito.
-Kise!
Sussurro, cercando di coprirmi la bocca, ma non ci riesco. Lui lo prende tra i denti, non stinge, ma tira piano, poi la lingua lo stuzzica. Mi sento la testa esplodere, prendo istintivamente i suoi capelli stringendoli. Sono morbidi come immaginavo, sembrano quelli dei bambini, lisci e setosi. Li afferro con tutta me stessa quando inizia anche con la mano a prendere il seno, giocandoci.
Cerco di farmi forza e rimanere lucida, ma dalla mia bocca escono solo gemiti e sospiri, così una parte remota della mia mente cerca di concentrarsi su di lui. Ancora, infilo, come colta da un raptus, la mano sotto i pantaloni e improvvisamente lui si tacca ed emette un sonoro ed eccitante gemito di piacere, qualcosa che non avevo mai sentito, ma che sulle sue labbra mi fa rabbrividire.
-Ti va bene così?
Sussurro pianissimo, anche se so la risposta. Forse voglio solo metterlo un po' in difficoltà. Lui alza lo sguardo languido e ormai non credo di poter tornare indietro. Nei suoi occhi vorticano il desiderio, quell’istinto famelico che non avevo mai visto e che non credevo potesse manifestarsi su di Kise. Kise il modello perfetto e angelico.
Che ora, di angelico, non aveva niente.
Mi sorride sospirando di piacere, quando muovo piano la mano, accarezzandolo con movimenti delicati, ma precisi. C’è una zona che lo fa contorcere, non so come ma lo vedo appoggiarsi al letto con il gomito e cercare di nascondermi il volto, poggiandolo tra il mio seno. Sento i suoi lamenti trattenuti, allora accelero i movimenti. Sento il tessuto dei boxer bagnarsi, ormai sono diventati inutili ma da sola non riesco a sbarazzarmi anche di quelli. Riprendo fiato bene, ma proprio quando lo sento che nella mia mano s’ingrossa, con uno scatto felino il Modello mi prende la mano e me l’allontana. Io rimango ferma come se mi avesse punto un insetto.
Lui si alza, il volto in fiamme.
-Spogliati Mayori
Mi tiro su con i gomiti e allontano la mano da Kise. Lui aggrotta le sopracciglia contrariato ed io sorrido.
“è bellissimo”
-Non vuoi?
Mi domanda. Io scuoto subito la testa, poi mi tiro un po' più su. Mi tolgo la maglia, il reggiseno e mi copro istintivamente con il braccio, lanciando le cose più in là.
Fisso la mia pancia, vergognandomi come un verme per non essere una di quelle ragazze che si prendono cura di loro stesse. Avrei dovuto estirpare quei peletti biondi vicino all’ombelico e invece mi ritrovo a guardarli come se fosse possibile ormai toglierli con il potere della telecinesi.
Lui mi alza il viso prendendomi dal mento.
-Non potrò essere troppo gentile, a questo punto
Sento i nostri respiri confondersi e lo bacio istintivamente, piano, chiudendo gli occhi per qualche secondo. Quando li riapro lui fa lo stesso, si posiziona bene tra le mie gambe, le apre piano e mi guarda serio, il volto sudato. Io mi lascio cadere sulla schiena, con il cuore a mille.
-M…mi dispiace se non sono proprio perfetta…
Dico, guardando il soffitto con le mani a coprirmi il seno senza pensare che proprio lì poco fa giacevano le sue labbra. Kise si avvicina, passa il naso sulla spalla.
-Hai sentito il mio odore Mayori o eri troppo occupata a guardare altro?
Mi viene da sorridere, nonostante senta le guance avvampare.
-Non puoi chiedermi di cogliere i dettagli in una situazione del genere…
Dico, lui mi toglie le mani dal petto, le allarga e fa incontrare i nostri sguardi.
-E’ questo Mayori - Lo guardo confusa -E’ questa Mayori che mi piace.  
Mi sento importante, mi sento calma, una calma che non mi appartiene, perché non è flemma, non è noia, non è paura di buttarsi. È una sensazione di pace, una voce nell’aria che ti sussurra che sei dove devi essere, che sei tu, proprio tu, senza filtri, davanti alla persona che ami, protetta.
I miei occhi quasi si velano di lacrime, “quasi” perché forse evaporano anche quelle quando il bacino di Kise avanza verso il mio e si incastra in modo perfetto. Sento il mio respiro regolarizzarsi, lui mi lascia una mano, che io uso per aggrapparmi al suo braccio. Tira giù i boxer e ancora un po' più avanti, si sistema. Si lascia scivolare verso di me, i suoi occhi non si staccano dai miei e in quel momento, senza neanche pensarci le nostre labbra si toccano, mentre lo sento con una spinta che si fa largo dentro di me. Un leggero dolore mi pervade ma non è decisamente comparabile a quella sensazione nel ventre, che mi lascia per un attimo senza fiato, costringendomi ad ansimare. Mi copro la bocca subito, perché non voglio far rumore, ma non sono sicura di riuscirci.
Abbraccio Kise, lui mi tiene la schiena con una mano, l’altra sulle natiche.
I suoi respiri si uniscono ai miei, inizia a muoversi piano, sento di essere bagnata, sento il rumore dei nostri corpi che si scontrano ad ogni spinta. Sempre più veloce, ma regolare. Gli mordo volontariamente un orecchio, quando lui mi graffia la schiena con le unghie. Vorrei urlare, una parte di me vorrebbe letteralmente aprire la bocca e urlare tutto quello che non ho mai potuto dirgli, confessargli. Ma l’altra parte del mio io lo sa, che Kise ha già capito tutto.
Mi arpiono alla sua schiena, mentre i suoi respiri nel mio orecchio diventano rochi, bassi, quasi indecenti. Le spinte si velocizzano e dopo qualche secondo lo vedo allontanarsi di poco, posare il suo naso sulla mia guancia, mentre porta una mano li sotto, non ho idea del perché.
Mi tocca, mentre spinge, l’inguine, io mi poggio nell’incavo del suo collo e improvvisamente accarezza una parte che mi fa venire la pelle d’oca. Sento ogni fibra del mio corpo contrarsi e per lo spavento gli afferro il polso di scatto, con le unghie, guardandolo spaventata.
Lui non sembra volersi fermare, anzi ricambia con un’occhiata affilata e maliziosa.
-Shh, avevo promesso… - Ansima, spingendo ancora una volta, piano -che mi sarei preso cura di te.
Strabuzzo gli occhi, poi riprende ancora, si muove lui e la sua mano. Io lo graffio, mi inarco e sono costretta a tapparmi la bocca per perché non credevo di possedere un tono di voce così alto.
Kise mi tiene la schiena con la mano libera e sento le spinte aumentare, si accascia piano contro il mio petto inarcato e dopo qualche secondo lo sento, emette un rantolo strozzato, cerca di trattenere quel grido che anche io soffoco nella gola. Esce da dentro di me veloce, io sento quella sensazione di piacere esplodermi nel ventre, poi nel corpo, in tuti i muscoli, fino al cervello. La bocca impastata, mi contorco e lo abbraccio, consapevole di avergli graffiato a sangue quasi tutto il polso e di sentire il suo seme caldo sul ventre. Tremo così tanto che sembra che io stia per svenire e forse per un attimo credo che succeda, ma poi sento il suo volto alzarsi dal mio petto. Mi avvicina a sé, mi abbraccia e sento la sua pelle sudata, pelle d’oca, che trema, si contrae innaturalmente ad ogni movimento. Non c’è nulla di più sexy dei suo sospiri, nulla che io abbia mai sognato può eguagliare quello che è successo.
Lo guardo negli occhi.
-Ti amo.
  
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