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Autore: Selian    18/08/2009    1 recensioni
" [..] Il giorno della mia trasformazione, è stato anche il giorno in cui è iniziato il nostro errare.
Il mio risveglio non è stato dei migliori (Trovare il tuo uomo riverso in terra, senza vita, non è proprio il massimo), ma quando Samuel si riprese, mi raccontò cos’era accaduto mentre il mio corpo stava subendo la mutazione.
A quanto pare la giustizia ha fatto il suo corso, pensai felice dentro me, ma ora dobbiamo guadagnarci la nostra libertà. [..]"
La felicità è un bene prezioso, e alle volte bisogna guadagnarselo.
C'è chi lo fa con mezzi leciti, chi meno, ma non si deve mai rinunciare a pretenderla.
Qualunque mezzo si usi.
[ Sequel di: Tua..Fino all'ultimo battito - Spero vi piaccia!!! Anche se so che alle volte i sequel non sono molto amati..vabbè, speriamo di si!!! Baci T_L_V]Il doppio tag < br > e il < br > semplice ad inizio e/o fine introduzione sono vietati. Lely1441, assistente amministratrice
Genere: Romantico, Malinconico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

La sensazione dell’acqua calda che scorre sulla pelle.
Della schiuma che lambisce il corpo, profumandolo.

Sensazioni veramente appaganti e confortanti, capaci di farti dimenticare tutto.
Ogni preoccupazione scivola via, goccia dopo goccia.

Mi insapono i capelli e massaggio gentilmente la cute, rilassandomi ulteriormente.
Poi sciacquo il tutto, ed un odore colpisce forte il mio olfatto.
Ma non è sapone.

Sangue.
Spalanco gli occhi ed apro la porta della doccia, cercando di capire da dov’è che proviene quell’odore.
Niente, non lo sento più.

Richiudo la porta, e penso che forse inizio ad avere le allucinazioni.
Forse è normale, ancora devo imparare a controllarmi.

Poi nuovamente quell’odore mi colpisce in pieno, e capisco da dove proviene.
Da me.

Abbasso lo sguardo verso il mio basso ventre e lo vedo.
Esce lentamente, scivolando lungo la gamba, arrivando a toccare il pavimento in ceramica della doccia, per poi mischiarsi con l’acqua insaponata, finendo nello scarico.

Sento una grande scarica di adrenalina inondarmi il corpo.
L’ansia crescere.
La paura attanagliarmi lo stomaco.
La debolezza colpire le mie immortali membra.

Chiudo gli occhi per calmarmi, e provo a respirare lentamente.

No, non è possibile.
Non posso avere le mestruazioni, non è possibile.

Il mio corpo è fisiologicamente morto, iniziai a ripetermi mentalmente, come una cantilena.
La ragione ebbe la meglio sulla sorpresa, e mi convinsi di guardare nuovamente.
Per accertarmene.

Così aprì leggermente il mio occhio destro, sbirciando cautamente verso la mia gamba e..non c’era niente.
Sospirai di sollievo.

Ma certo, sarà la fame a dettare queste allucinazioni.
Per forza..

Finì di sciacquarmi, accuratamente, chiudendo poi il getto d’acqua, e circondando poi il mio corpo con seta egiziana, l'asciugamano che afferrai per asciugarmi.

Iniziai ad asciugare i capelli con un piccolo phon, quando alzai lo sguardo sullo specchio ed il mio urlo invase la stanza.
Il mio viso, il mio riflesso è..orrendo!
Gli occhi escono in modo macabro dalle orbite, iniettati di sangue, le labbra sono completamente ritirate, lasciando posto ai denti bianchissimi, il naso è sparito e le guancie sono completamente incavate, la pelle è assente in certi punti del viso.
I capelli sono radi e grigiastri sul cranio scarno.

Urlai nuovamente, spaventata, accasciandomi al suolo.
Presi la testa tra le mani premendole forte contro le mie orecchie.

Cosa significano queste cose?

L’unica frase che la mia mente riuscì a mettere insieme fu - Samuel..aiutami, ho paura..Sam..- ed una risposta immediata mi raggiunse, calmandomi - Stiamo arrivando, calmati..- E mi poggiai con la schiena contro il muro, portando le ginocchia al petto.

Avevo paura, una tremenda paura.
Iniziai a piangere lacrime rossastre, lacrime di sangue, le mie prime lacrime vampiriche.

Dopo neanche cinque minuti mi trovai circondata da un paio di braccia, che mi tenevano stretta.
Ora mi sentivo al sicuro..

- Piccola, che è successo?- chiese Jason, sotto lo stipite della porta del bagno, aveva un’espressione apprensiva.

Li guardai entrambi in viso, non appena anche Sam si staccò da me, continuando a tenere le mie spalle tra le sue grandi mani..

Poi scoppiai nuovamente a piangere, senza motivo.
Loro erano lì, perché piangevo in quel modo?

- Amore, cos’è successo?- chiese premuroso il mio compagno, cercando di calmarmi, carezzandomi il viso e asciugandomi le lacrime.

Non so perché, ma non riuscì a parlare, e continuai a piangere.
I miei ricordi erano sconnessi dalla paura e dall’incredulità, e quando anche Sam li vide rimase seriamente scosso.

- Ma cosa..significa?- chiese a se stesso, con sguardo perso, turbato.

- “ Cosa significa” cosa? Che succede?- chiese alzando il tono di voce Jay, preoccupato.

Ed un silenzio irreale ci circondò.
I suoni circostanti furono prosciugati, per concentrarsi sulla voce di Samuel.

- Mary..credo che abbia dei problemi con la trasformazione..- un sussurro grave, triste, tormentato.

Impaurito.

- Cosa vuol dire?- chiese d’un fiato l’altro.

- Ha avuto due allucinazioni, e non sono affatto confortanti- continuò, spiegando cosa aveva visto nei miei ricordi, con voce debole- Cosa significano?- chiese afflitto.
.
.
.

Jason iniziò a girare per la stanza, facendo avanti e indietro, continuamente, di fronte al nostro letto.
Sam mi aveva posata sopra il soffice materasso dorato, ed ora mi stava accarezzando la testa con delicatezza, come se fossi di cristallo..fragile e delicata.

Io ero acciambellata su me stessa, immobile.
Avevo paura.
Tanta.

Perchè non posso essere felice anche nella mia morte?

Sentì un sospiro pesante uscire dalle labbra di Jason, seguito da un'altro più pesante, rassegnato, uscire da quelle di Sam.
Mi ero persa qualcosa?
Non stavo ascoltando minimamente il loro discorso, avevo completamente estraniato la mente dal mondo esterno.

- Cosa succede?- la mia voce era sempre stata così incrinata, stanca, roca?
Non lo so.
Ormai non so più nulla.

- Abbiamo preso una decisione..- rispose Jason sedendosi accanto a me, carezzando i miei capelli, dolcemente.
E la cosa mi spaventava.
Mi accarezzava come se fossi una bomba innescata.
Pronta ad esplodere da un momento all'altro.

Cosa mi stava succedendo?

Perchè mi stavano trattando con tutto questo riguardo?

- Cosa avete deciso?- chiesi, con una lieve inclinazione di preoccupazione nella voce.

Sam prese il mio viso nella coppa delle sue mani giunte, e mi fissò negli occhi per momenti interminabili.
Poi parlò, dolcemente, delicato come un petalo di rosa.

- Dobbiamo andare in un luogo, molto pericoloso per noi, per motivi che adesso non ti vado ad elencare, ma è un luogo dove potranno..curarti..- finì ancor più dolcemente, facendo uscire il suono più armonioso e ammaliante del suo tono di voce.

- C-curarmi?- chiesi, incredula- Perchè? Cos'ho?- continuai, impaurita.

- Non lo sappiamo, non riusciamo a dargli un nome..- prese parola Jason, serio.
Non mi piaceva questa storia.
Non mi piaceva il loro modo di trattarmi con eccessiva delicatezza.
Non potevo prendere neanche in considerazione l'idea della morte.

Non volevo.

- Mary, calmati, non ti succederà nulla..amore, va tutto bene..- disse Sam, tentando di calmare il mostro, come mi aveva detto che si chiamava l'essere che albergava in me da quando la mia non vita aveva avuto inizio.

Si stava abbattendo con potenza inaudita contro il muro che avevo creato per contenerlo.
Sentivo la testa pulsare, i suoni diventare sempre più simili ad eco lontane, i colori sbiadire in un bianco luminoso.

Stava per prendere il sopravvento.
Ma una dolce carezza, uno sguardo fiducioso riuscirono a farmi tornare in me, e a confinare nuovamente il mostro aldilà del muro.
- Promettimelo, promettimi che passeremo l'eternità l'uno di fianco all'altra..ti prego..- e nuovamente la mia voce uscì strozzata, e nuove perle cremisi bagnarono il mio volto impaurito.

Ma non solo per me stessa, ma per la paura di non vedere più l'altra metà di me stessa, la ragione della mia esistenza.

Di non vedere più il mio amato immortale.

- Te lo prometto..adesso che ti ho trovata non ti lascerò fuggire tanto facilmente..- ammise sicuro, ma con una nota di paura.
I nostri sguardi uniti insieme, le mie mani intrecciate alle sue formavano una catena indistruttibile, che anche oltre il confine della morte, ci avrebbe unito in un solo essere.
Per l'eternità.
.
.
.

- Dov'è che vorresti andare?!- chiesi sconvolta al mio compagno, intento a fare il suo bagaglio.

- Hai inteso benissimo, Mary..Vado dai miei parenti..Da solo.- rispose con voce petulante, stufo di rispondere per la milionesima volta alla stessa domanda.
Calcando particolarmente sulla parola solo.

Allora mi posizionai di fronte a lui, sbarrando la porta con il mio corpo e le mie braccia e gambe a toccarne gli stipiti laterali.
Ora il detto " Dovrai passare sul mio cadavere" non era più solo un modo di dire.

Non sarebbe passato, non si sarebbe mosso dall'albergo per nulla al mondo.
Non senza di me.

- Mary, non ti sto lasciando, solo che mi è stato seriamente proibito di portari con me..dai amore, scansati..- disse, esausto della mia lagna, iniziando ad avvicinarsi, valigie alla mano.

Sapevo che non mi stava lasciando.
Almeno, non di sua spontanea volontà.

Ma perchè avevano convocato solo lui?
Questa domanda, destinata a non avere una risposta, mi stava torturando da due giorni ormai.

Avevo un bruttissimo presentimento.
Era già successo.

La prima volta che lo avevano convocato, era stato per emettere la sentenza della mia morte, e per quello aveva già rischiato troppo la sua vita.
Ed ora stava per capitare lo stesso, me lo sentivo..

- No che non mi scanso! Devi dirmi cosa succede!- urlai, in preda al panico, avevo paura che la sua non fosse una marcia di pace verso di me.

Aveva un'espressione cattiva, furibonda.
Per la prima volta ebbi paura di lui..

Aveva gli occhi iniettati di sangue, e mi scrutava con fare minaccioso.
Stava usando tutta la sua pressione mentale contro di me.

Ormai aveva preso la sua decisione e non sarebbe tornato indietro.
Ma io ero ancor più testarda!
Volevo lui, lo volevo per sempre..
Ma di fianco a me!
Non chissà dove, solo, contro chissà chi!

No, decisamente, non si sarebbe mosso di un centimetro dalla stanza.

Mi ritrovai in una posa innaturale per quella che era la vecchia Mary, ma che adesso il mio corpo riconosceva come la cosa più naturale del mondo.

Ero con il busto piegato in avanti, le mani ai lati del corpo con il polso in su a scattare le dita posizionete ad uncini, nervosamente, i gomiti piegati e leggermente nascosti dietro la schiena.
Le gambe piagate quasi a toccare terra.

Sarebbe stata una posa scomodissima per la vecchia " Me" ma adesso mi sentivo più sicura di me stessa.
La mia testa stava iniziando ad elaborare talmente tante di quelle strategie d'attacco che la maggior parte non riuscì nemmeno a capirle.

Ora Sam mi osservava con un mezzo ghigno stampato sul quel volto perfetto.
Poi si accovacciò leggermente a sua volta verso di me.
E lì tutto il resto cessò di esistere.

Mi lanciai su di lui, facendo uscire gli artigli, e posizionando la mano destra di fronte al mio corpo, per attaccare, ma non uccidere.
Quando fui su di lui, un battito di ciglia dopo, lui era sparito, e si trovava di lato a me.

Non feci in tempo a sorprendermi che lui mi prese di peso e mi scagliò contro una poltrona.
Con il mio peso e la forza che vi impresse Sam la feci capovoltare.

Mi rialzai, ma non lo vidi, così chiusi gli occhi e sentì uno spostamento d'aria alla mia destra, così allungai nuovamente il braccio, ma stavolta lateralmente, così da poterlo afferrare per la collotola.
Ciò che invece riuscì ad afferrare fu solo un vaso, che frantumai pochi secondi dopo.

Era riuscito a fregarmi.
Dannazione.

Chiusi nuovamente gli occhi e mi lasciai guidare, in balia dei miei nuovi sensi.
Mi stavo lasciando andare.
Quando non mi accorsi di una presenza alle mie spalle, incombeva dall'alto scura e tenebrosa.

Poi un paio di braccia mi strinsero il busto in una presa ferrea.
Ero in trappola..avevo perso..

Fredde lacrime di frustrazione, color del corallo, uscirono dai miei occhi, rassegnate.

Poi un bacio si posò sul mio collo, ed una calda e calma voce mi fecero tornare in me.

- Amore, ancora devi allenarti se vuoi riuscire a battermi, anche se non sei male..ho cinquecento anni di esperienza in più, è normale..- disse calmo, cullandomi tra le sue possenti braccia.

Riuscì a riprendere il controllo di me stessa, quando nuovamente dei singhiozzi uscirono dalla mia bocca.

Ed allora mi strinse più forte a se, ma con delicatezza stavolta come se non volesse lasciarmi andare.
Poi posò un lieve e dolce bacio sui miei capelli, sussurrando un - Tranquilla torno presto..- e sparì nel giro di un secondo.

Mi voltai, cercando le valigie, ma anche quelle erano sparite, così mi accasciai a terra.
Guardai la porta, chiusa, come se non si fosse mossa.

Ed un senso di solitudine oppresse il mio cuore, di nuovo.

Piansi nuovamente, graffiando profondamente il pavimento di parquet con le mie unghie.
Triste, per la paura che quelle parole fossero l'ennesimo addio..

- Piccola..- sentì un sussurro alle mie spalle e della grandi e calde mani posarsi sulle mie spalle.

Mi voltai verso Jason senza rispondere e mi gettai tra le sue braccia aperte.
Sapeva cosa volevo, solamente la sua presenza, per compensare, anche se per un' infinitesima parte, l'assenza di Sam..

- Ti ringrazio per non essere intervenuto..non so ancora controllarmi, avrei potuto farti del male, e non me lo sarei mai perdonato..- continuai tra la pausa di un singhiozzo e l'altro.

- Beh, sai come si dice: " Tra moglie e marito non mettere il dito!", io ho semplicemente fatto come dice il buon vecchio detto..per non rimetterci tutta la mano!- concluse facendomi un'occhiolino, per sdrammatizzare la situazione.

Ci riuscì facendomi leggermente ridere, risollevando il mio umore nero.
Grazie..
.
.
.

Niente.
Nessuna lettera, chiamata, da più di due giorni.

L'ansia cresce in modo esponenziale, giorno dopo giorno.

Il mio autocontrollo spesso e volentieri va a farsi benedire, e sono costretta a nutrirmi più volte al giorno.

Stiamo finendo le scorte di sangue, e anche questo è fonte di stress per me.

Il mio corpo e la mia mente stanno subendo dei forti crolli.
Svenimenti, forti indigestioni di sangue che mi causano il rigetto, debolezza costante, allucinazioni..

Ho paura..Sam dove sei?
Perchè non sei con me?

Jay si trovava in bagno in quel momento, dopo avermi coricata per l'ennesima volta a letto.

Poi qualcuno bussò alla porta della nostra suite.
Chi sarà mai?

Mi alzai per aprire, dato che Jay era sotto la doccia, e probabilmente non aveva sentito, dato che aveva messo la musica della radio al massimo e lui che ci cantava sopra..

Vabbè, lasciamo perdere, mi dissi, e mi diressi lentamente alla porta, mentre continuavano a bussare.
Usai il mio olfatto sviluppato per vedere se riuscivo a riconoscere l'odore, ma non ci riuscì.
Ma era un'odore cattivo..sapeva quasi di rancido.
Chi mai poteva avere un simile odoraccio?

Ma era umano, questo lo sentivo, per via del battito ritmato del suo cuore.
Mi posizionai davanti alla porta e vidi attraverso lo spioncino.

Era una ragazza, doveva avere un'età compresa tra i diciannove e i vent'anni.

Aveva dei bei tratti somatici.
Gli occhi a mandorla di un castano chiaro molto simile al bronzo, i capelli lunghi e corvini le ricadevano in liscie ciocche dietro la schiena.
Il fisico snello e muscoloso, forte.

Cosa voleva da noi?
Non poteva essere nemmeno una cameriera.
Non indossava la divisa.
Indossava un completo nero, di cui canottiera e jeans.

Aprì la porta e mi mostrai a lei.
L'espressione superiore che assunse mi diede un certo fastidio.

- Si? Cosa desidera?- chiesi cortese.
Chi cercava?

- C'è Samuel Cross?- chiese seccamente, dura.
Capii che lei sapeva cos'eravamo, così mi mostrai più scontrosa.

- No, non c'è ritorni più tardi.- le risposi strafottente.
Se voleva la guerra, aveva trovato pane per i suoi denti.

- Peccato..- ammise scuotendo le spalle, come se non le impostasse nulla.

La guardai in silenzio, poi quando mise una mano in tasca, sentì qualcosa scattare dall'interno, e non feci in tempo a richiudere la porta che mi ritrovai una pallottola nella spalla destra.

Mi inginocchiai in terra, tenendomi la spalla offesa.
Bruciava come fuoco.

Da quel che sapevo noi eravamo immuni al dolore.
E allora perchè questa bruciava così tanto?

Quando alzai il volto, mi trovai ancora la pistola alzata contro, ma stavolta il colpo infierì sull'altra spalla.
Gridai di dolore, contorcendomi come un pesce fuor d'acqua.

L'altro colpo fu sparato sulla mia gamba destra, ed anche quella prese a bruciare e pulsare.
Continuai a gridare di dolore e a piangere ringhiando contro quella donna che mi stava uccidendo.

E così era lei la Cacciatrice che avevano sguinzagliato contro di noi.

Ora aveva posizionato la pistola sulla mia fronte, e parlò.

- Muori razza di mostro, in nome di tutto ciò che rappresento..Muori portandomi rancore essere demoniaco, e con te anche il tuo compagno!- disse caricando il colpo.
Stava per tirare il grilletto.
Stavo per morire.

Ma lo facevo contenta da una parte.
Sarei morta al posto di Sam.

Chiusi gli occhi, rassegnata.
E lei parve avere un ripensamento, così aprì gli occhi, e vidi che mi osservava con sguardo confuso.
Forse non le era mai capitato che qualcuno le si arrendesse così facilmente.

Poi premette il grilletto.

Chiusi gli occhi, sussurrando una sola parola..- Perdonami..-.

Ma il colpo non arrivò mai a destinazione.
Aprì gli occhi, e vidi il buco fumante sul pavimento, alla mia sinistra.

Alzai gli occhi e vidi Jason, tenere per le braccia la cacciatrice, che imprecava contro di lui, in una lingua che non conoscevo.

Li vidi entrare, e lo vidi legarla ad una sedia con una corda molto grande e robusta.
Non sarebbe riuscita a slegarsi facilmente.

Poi improvvisamente il mondo si fece più scuro, i suoni più lontani, i pensieri più sconnessi e confusionari.
Poi il buio mi avvolse tra le sue oscure ali.

Un unico nome fuoriuscì dalle mie labbra, l'unico che per me in quel momento avesse un senso.

- Sam..-.

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Bene ecco il secondo cap..
E' stato un parto un pò doloroso, ma alla fine ci sono riuscita, spero sia di vostro gradimento..

Vorrei ringraziare chi mi ha commentato e fare una richiesta:
Ho vista adesso che ci sono 25 visite..
E vi chiedo, costa tanto lasciare un commento?
Perchè è molto frustrante vedere che è stata letta, ma che non si sa se piace o meno..

Spero che non sia stata troppo graffiante, ma per me è così..

Ringrazio:

ale_9038: Caraaaaaaaaa XD grazie per avermi commentato nuovamente..beh, che dire, fammi sapere se ti piace anche questo!!
Forse non sono volati i divani, ma spero di averti soddisfatta!!!
Baci e al prox!!!

vigife: Grazie ( e anche se in ritardo) buon ferragosto anche a te!
spero che anche questo ti sia piaciuto!!

Al prox cap allora!!!!

Baci T_L_V
  
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