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Autore: LadySweet    24/09/2020    1 recensioni
"Due semplici parole che gli diedero il colpo di grazia.
Il ragazzo si voltò nuovamente verso il mare, sganciò dalla cintura la sua spada rossa firma delle sue violente ed efferate imprese, e dopo averle dato un'ultima occhiata la gettò fra quelle acque tempestose.
Con quel gesto Kylo Ren era definitivamente morto.
Ben solo era finalmente rinato, ed era pronto e determinato a riprendersi il suo posto nella galassia. "
Un finale di TROS al contrario, dove a fare i conti con il lutto non è Rey, ma il ritrovato Ben Solo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Rey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Ben Solo riprese i sensi, la sua vista impiegò qualche minuto ad abituarsi alla luce ed a mettere a fuoco.
Era in una stanza bianca, in un letto medico, con varie tubicini che uscivano da non riusciva a capire dove. Il petto era stato immobilizzato e fasciato, così come la sua gamba sinistra. Per non parlare di tutti i piccoli e grandi graffi, ormai secchi che ricoprivano il suo corpo.
Non era decisamente una prigione del Primo Ordine, quindi doveva per forza essere in una delle basi della resistenza, o almeno così pensava. Sulle prime non ricordava nemmeno chi lo avesse salvato da quell'inferno, ma poi il volto di Lando comparì nella sua memoria, e tutto tornò chiaro.
Ma con la riacquistata memoria tornò anche il ricordo di quello che era successo.
Avevano vinto la guerra, ma a quale costo?
La vita di Rey era stato il prezzo da pagare per la vittoria. A parere suo un prezzo troppo alto. Era lui quello che sarebbe dovuto morire laggiù, non Rey.
Ma a quanto pareva il destino, la Forza o chi per loro avevano deciso in maniera diversa.
E adesso lui era nella base della Resistenza, in mezzo a persone che lo odiavano, a cercare di capire cosa fare della sua vita... ammesso che gliene avessero lasciata una.
Decisamente la più bizzarra delle situazioni.
E a peggiorare la situazione fu l'arrivo di quell'esaltato di Poe Deameron e di FN-2187
< Sei sveglio...? > disse Poe cercando di mantenere un tono educato, mentre si affacciava alla porta dopo aver bussato.
< Entrate pure > rispose lui con altrettanta educazione. Pensò che sfoderare le buone maniere da principe che sua madre gli aveva faticosamente inculcato potesse essere una buona strategia.
< Come ti senti? > chiese di nuovo il pilota.
< Sei stato fuori combattimento per quasi una settimana... > aggiunse il traditore
< Sono stato meglio, ma ho passato di peggio. In ogni caso grazie di avermi curato. >
< Si beh, il generale Carlissian è stato categorico a riguardo. >
< Ringrazierò zio Lando personalmente appena lo vedrò. Allora, cosa posso fare per voi? >
< Dov'è Rey? > chiese il traditore di botto
< Non lo sapete? > Ben era confuso. Possibile che nessuno avesse capito quello che era successo?
Poi guardò FN-2187 dritto negli occhi e una strana scoperta chiarì i suoi dubbi.
< Perché mi guardi così? > chiese l'ex assaltatore chiaramente a disagio
< Tu... tu l'hai sentito vero? >
< Sentito? Sentito cosa? Finn di che sta parlando?? > chiese Poe all'amico.
Ma Finn non rispose subito. Sapeva di aver ragione... quell'uomo era sensibile alla Forza, lo percepiva, e come lo aveva sentito lui, era sicuro che anche Finn avesse avvertito la morte di Rey. La domanda era: perché non lo aveva detto a nessuno? Che la credessero scomparsa? O cercassero solo la conferma ad una verità che nessuno era pronto ad accettare? Ma forse nemmeno lui aveva la piena consapevolezza di quello che accadeva dentro di se.
< Rey è morta > disse Ben infine, dato che Finn non riusciva a pronunciare una parola.
< Cosa? Come? > Poe era sgomento
< Ero andato da lei per aiutarla a combattere Palpatine, ma lui era più forte, e nello scontro sono stato sbalzato giù da un dirupo. Quando sono riuscito a tornare in superficie tutto quello che era rimasto della battaglia era lei a terra senza vita. Ho tentato in tutti i modi a guarirla, rianimarla... ma era troppo tardi. > disse come se ogni parola pesasse un quintale sul suo cuore.
Rimasero in silenzio per parecchi minuti, ognuno chiuso nel proprio dolore.
Ben non aveva più lacrime ormai, mentre Finn e Poe si erano abbracciati piangendo stretti l'uno all'altro.
Poi quando i pianti si furono calmati, Poe si ricompose e tornò al letto di Ben.
< Ascolta, ti cureremo finché non ti sarai rimesso, ma non sono certo che questa gente sia ben disposta ad accettarti... io stesso non ne sono certo... >
< Capisco perfettamente, non c'è bisogno che aggiungi altro. Non volete processarmi? >
< L'intenzione c'era tutta, e credo che tu sappia come sarebbe finita, ma ancora una volta il Generale Carlissian è stato molto chiaro a riguardo... >
< Naturalmente. Cercherò di rimettermi il prima possibile e me ne andrò. >
< Bene, allora noi andiamo... a dare la notizia agli altri... > e detto ciò i due uscirono dalla stanza.
Tutto sommato era andata meglio di quello che si era aspettato. Era sicuro che lo avrebbero trattato male, che lo avrebbero sottoposto ad un falso processo con esito pena di morte assicurata, e invece erano stati quasi cordiali.
Certo si vedeva che era una cosa forzata, ma meglio questo che peggio.
Ci volle quasi un'altra settimana affinché Ben si riprendesse del tutto, e a parte i medici che lo assistevano, nessuno era andato più a trovarlo. Se lo aspettava e da un lato era decisamente meglio, almeno non era costretto a fingere cordialità con nessuno. Sapeva di non essere ben accetto li, e sapeva dal canto suo che a lui non piaceva quella gente, nonostante fossero le persone che sua madre aveva amato e con cui aveva lottato. Ma quelle persone erano anche gli amici di Rey, e anche loro
stavano soffrendo per la sua perdita, quasi quanto lui.
Anzi no, nessuno avrebbe mai sofferto quanto lui per lei, perché loro erano una diade, loro erano una cosa sola nella Forza, nell'anima e nel cuore. E adesso lui era rimasto da solo, come se gli avessero strappato metà del suo corpo. Ogni respiro che faceva con la consapevolezza che lei non c'era più era una coltellata in quella metà del suo cuore che mai sarebbe guarita.
L'unica cosa che poteva fare era andarsene da quel posto che così tanto gliela ricordava.
Così appena gli diedero il permesso di camminare da solo, Ben cercò lo zio Lando. Doveva parlare con lui e almeno ringraziarlo. Lo trovò in sala riunioni insieme a Chwbecca, che stavano esaminando una mappa olografica. La creatura pelosa gli diede le spalle immediatamente, appena lo vide entrare... prevedibile. Ma l'anziano uomo rimase al suo posto accennando un sorriso.
< Guarda guarda chi si vede! Come ti senti figliolo? >
< Sto bene, grazie a te. >
< Pensavi davvero che ti avrei lasciato morire da qualche parte? I tuoi genitori mi avrebbero dato il tormento per il resto dei miei giorni! >
< Come facevi a sapere dov'ero? >
< In realtà non lo sapevo... ma dopo che Chwube mi ha detto cos'era successo e come Leia pensava che stessero le cose e ho visto quelle due navette parcheggiate vicine, non c'è voluto molto per fare due più due. L'unica cosa che mi dispiace è stata aver visto uscire solo da te quella grotta, e non entrambi. >
< Ci ho provato zio Lando, a salvarla... ci ho provato davvero, ma ho fallito. Non ero abbastanza forte, non ero abbastanza esperto, e ora lei non c'è più. >
< Ascoltami bene figliolo, lei lo sa che hai lottato per la sua vita. Già vederti al suo fianco in quello scontro terribile per lei era stato importante! Io credo che ti avesse già perdonato, le hai dimostrato di essere veramente cambiato, e il suo sacrificio è servito a più di uno scopo. Ora è in pace... sicuramente in compagnia di Luke e Leia che la staranno rimbombando di chiacchiere.... non la invidio personalmente! > disse Lando dando una pacca sulla spalla al nipote acquisito, cercando di sdrammatizzare.
< Grazie zio... ma adesso non so davvero cosa fare... >
< Beh, se guardiamo bene la realtà tu sei l'ultima persona addestrata nell'uso della Forza. E sarebbe un vero peccato che tutta questa conoscenza si perdesse dopo la tua morte... non credi? >
< Quindi cosa dovrei fare? Girare per la galassia alla ricerca di qualcuno da addestrare?? Ma mi ci vedi a fare il maestro?? >
< Se Rey fosse qui cosa farebbe secondo te? >
Ottima domanda. Ben ci pensò su qualche istante.
Lei era sempre così curiosa, così piena di voglia di imparare e condividere le sue conoscenze che non ci avrebbe pensato su due volte: sarebbe salita sul Falcon e avrebbe setacciato la galassia in cerca di persone da addestrare, avrebbe messo su un piccolo tempio e si sarebbe dedicata a quello che sapeva fare meglio... aiutare le persone.
Ma lui non era nemmeno come Rey, lui non amava troppo stare in mezzo alla gente... quindi come conciliare le due cose?
< Potrei cominciare con uno magari e vedere come va... >
< Questo è lo spirito! >
Chwube intanto non aveva ancora proferito suono da quando Ben era entrato nella sala, non riusciva a perdonare il nipote per la morte di Han, e a nulla erano valse le parole di Rey, di Lando, di Leia... lui aveva perso il suo migliore amico, suo fratello... per colpa di quel ragazzo che aveva fatto quasi tutte le scelte sbagliate nella vita.
Ma Ben sapeva che non sarebbe mai stato in pace con se stesso se non avesse ottenuto il perdono dal suo zio peloso. Così approfittando della presenza di Lando, si rivolse a lui.
< Zio Chwube... so che mi odi a morte, e ne hai tutte le ragioni. Volevo solo che tu sapessi che non passa giorno in cui non mi penta di quello che ho fatto. Mio padre mi manca costantemente, e se potessi tornare indietro, a quel momento, getterei via tutto per tornare a casa con voi. Ma non si può cambiare il passato, e io vivrò con questo rimorso per tutta la vita. Vorrei soltanto che tu mi perdonassi... >
Il Wooky si voltò e guardò intensamente negli occhi del ragazzo davanti a lui, e più lo guardava più rivedeva Han da giovane, ed era sicuro che il suo amico aveva perdonato suo figlio ancora prima che tutto accadesse, e vorrebbe che anche lui gli desse una seconda possibilità. Riluttante Chwube si alzò, tese il braccio e mollò una cinquina pesante sul volto del ragazzo che crollò a terra qualche metrò più in la.
< Wrrrraaaarr > disse la creatura pelosa.
< Lo so, me lo merito. Ma grazie! >
Zio Chwube alla fine lo aveva perdonato, dicendo che anche se quello schiaffo era solo una parte di quello che si meritava, insieme alla ferita al fianco che gli aveva procurato mesi prima, erano più o meno pari.
Una volta ristabiliti i rapporti con quello che rimaneva della sua famiglia, restava solo da organizzare la partenza nel minor tempo possibile.
Poe aveva messo a sua disposizione un paio di Blaster, qualche rifornimento di munizioni e del carburante per la sua partenza, augurandogli buona fortuna, per poi andarsene senza voltarsi indietro. E per Ben andava bene così. Non si aspettava certo quali grandi addii. Dopo tutto lui era stato la causa di tantissimo dolore per il 90% di quelle persone, perciò andarsene a testa bassa e in silenzio era la scelta migliore.
Salutare Lando e Chwube fu diverso.
Era nell'hangar, le due spade alla cintura, la sacca in spalla e cercava una navetta per andarsene, quando i suoi zii lo fermarono.
< Indeciso? Beh lo capisco, il parco macchine è ben fornito, ma io credo di avere quella giusta per te. > disse Lando.
Così i due lo condussero all'esterno, dove il Falcon era pronto a partire. Il ragazzo era confuso.
< Sai era volontà di tuo padre che il Falcon passasse a te un giorno, quando saresti stato pronto... > disse il vecchio generale.
< Cosa? No, non potrei mai... il Falcon deve stare con qualcuno che lo ami e che lo apprezzi come voi >
< Il Falcon è casa tua! Tu sei stato concepito li dentro, e li dentro sei venuto al mondo! Nessuno ha il diritto di averla più di te > disse dolcemente lo zio < E Chwube è più che felice di riprendere il suo posto da co-pilota. >
Così dicendo i tre erano saliti a bordo, ed entrati nella cabina di pilotaggio. Il Wookie si era già posizionato nella sua postazione da vice, facendo cenno a Ben di sedere al posto del pilota. Posto che era stato occupato da suo padre... e da Rey.
Una lacrima scese sul suo volto a quel pensiero, e con un lungo sospiro si sedette, poggiando le braccia sui braccioli e assaporando quella strana e nuova sensazione di casa.
< Fate buon viaggio amici miei! > disse Lando avviandosi verso il ponte di discesa.
< Tu non vieni con noi? > chiese Ben
< No ragazzo, sono troppo vecchio per queste cose, e poi devo dare una mano a quel matto di Poe a tenere insieme la baracca. Lui e quel Finn sono troppo inesperti... > rispose con una risata.
< Capisco, allora a presto! > gli disse Ben con un caldo sorriso e un cenno della mano.
Quando si furono assicurati che Lando fosse nuovamente a terra, Chwube alzò il ponte, e preparò la nave al decollo, attendendo che il giovane Solo fosse pronto < Andiamo > disse Bene.
Il Falcon decollò da Ajan Kloss e si diresse verso lo spazio infinito. Non avevano ne una rotta ne una destinazione, ma prima di iniziare il loro viaggio, c'era una cosa che desiderava fare.
Inserì le coordinate per un pianeta desertico e arido, una discarica di rottami e relitti.
< Wrrarr raarrr? >
< Vorrei tanto qualcosa di suo da portare sempre con me, e l'unico posto dove posso sperare di trovare qualcosa è Jakku. Non ci vorrà molto... >
Così saltarono nell'iperspazio e nel giro di qualche ora arrivarono davanti all'enorme palla di sabbia. Sorvolarono chilometri e chilometri di dune, fino a quando non videro la carcassa di un vecchio AT-AT imperiale. Doveva essere quello, lo aveva visto nella sua mente la prima volta che l'aveva interrogata, così scesero ancora un po' e atterrarono poco distante.
< Tu resta qui e fai la guardia alla nave, gira brutta gente da queste parti... io faccio presto. > disse il ragazzo.
Scese dalla nave e già odiava la sabbia sotto i piedi e il caldo soffocante.
Come diavolo aveva fatto quella ragazza a vivere quaggiù per tutti quegli anni??
Trovò l'entrata di quel pezzo di ferraglia e un magone al cuore lo colpì. Quella era stata la sua casa per una vita intera. Tutto in quei pochi metri urlava il suo nome.
Non fu difficile immaginare uno scricciolo con tre codini accucciata su quel giaciglio, o armeggiare con la microscopica cucina. Vide il vecchio casco e un sorriso gli uscì spontaneo nell'immaginarsela con quell'affare indosso. Ma gli si strinse il cuore vedendo tutte quelle tacche incise sulla parete. Ognuna di quelle corrispondeva ad un giorno passato su quel pianeta, da sola, aspettando una famiglia che non sarebbe più tornata a prenderla. Voltando lo sguardo, notò una specie di bambola, con una tuta arancione, fatta di stracci e fili di metallo. Probabilmente l'unico giocattolo che abbia mai avuto. L'unica compagnia e l'unico conforto nelle notti più buie.
La prese fra le mani e la strinse al petto. Poi se la portò al naso ed era come riuscisse a sentirne il profumo.
Decise che quella bambola sarebbe stato il suo ricordo di Rey da portare sempre con se.
Uscito dal relitto però accadde qualcosa che non si sarebbe aspettato che accadesse più.
Fu invaso da quella sensazione nella Forza, come quando si apriva una connessione fra loro due. L'istinto guidò il suo sguardo fino a che, in lontananza non vide apparire una figura.
Man a mano che questa si avvicinava, Ben riuscì a metterla a fuoco sempre di più, fino a quando un enorme sorriso ricoprì il suo volto.
La sua Rey, bella come non mai era finalmente davanti a lui, contornata da quell'aura azzurrina tipica dei fantasmi della Forza.
< Ciao Ben > disse lei. Meravigliosa, con i suoi capelli sciolti, la tunica bianca lunga fino a terra, e il sorriso angelico.
< Sei tu > rispose lui, ancora incredulo. < Mi dispiace così tanto. Io ci ho provato... > iniziò
< Non dispiacerti Ben, va tutto bene >
< Come può andare tutto bene? Tu sei morta e io non sono riuscito a salvarti... >
< Hei, non è colpa tua. È così che doveva andare. > rispose lei tranquillamente
< Che vuoi dire? >
< Vedi, mio nonno era sempre riuscito a restare in vita per via di un legame di sangue con un parente, anche lontano. Ma con la mia morte non c'è più nulla a cui il suo
spirito possa legarsi, nemmeno i segreti del lato oscuro potranno riportarlo in vita questa volta. E così la dinastia degli Skywalker è finalmente libera dalla maledizione dei Palpatine > spiegò lei con tutta la calma del mondo.
< Non è giusto però... non è così che doveva finire... >
< È esattamente così che doveva finire invece. >
< Ma noi due... >
< Lo so, ma non c'è più tempo per noi. É tempo invece che tu trovi qualcuno con cui passare la vita, essere felice e mandare avanti il nome della tua famiglia. >
< Cosa? Mi stai dicendo che dovrei trovarmi una donna, sposarmi e avere dei figli? >
< Preferisci passare la vita a fare l'eremita come tuo zio? >
< Potrebbe essere un'idea. >
< Ben... hai rinunciato a troppe cose per troppo tempo, ora è il momento che tu inizi a vivere sul serio, e che tu sia felice! > disse Rey appoggiando una mano sul volto di lui < Io sarò sempre con te. Un po' come fossi il tuo angelo custode. Se avrai bisogno di me, ti basterà chiamarmi, ed io accorrerò in tuo aiuto. >
< Mi manchi così tanto > disse lui stupendosi del fatto che potesse toccare la mano di lei, portandosela alla bocca per baciarla
< Anche tu mi manchi... ma verrà il giorno in cui ci ricongiungeremo. Ti amerò per sempre... > e così dicendo la giovane si spinse sulle punte per lasciare un dolce bacio sulle labbra di Ben. La gioia di poter provare ancora quella sensazione di pace e di appartenenza lo invase da capo a piedi, mentre stringeva a se più forte l'esile figura di Rey. Quando si staccarono, lo spirito della ragazza svanì, lasciando il giovane nuovamente solo e confuso.
Per quanto Rey gli avesse appena detto di rifarsi una vita, lui era di tutt'altro avviso, perché era certo che nell'intera galassia non sarebbe mai esistita una donna con cui avrebbe potuto condividere quello che aveva condiviso con lei, seppur per pochissimo tempo. Mai avrebbe avuto un legame così stretto e intimo con una persona.
Si sarebbe limitato a passare la sua conoscenza sulla forza ad una nuova generazione, e poi avrebbe messo fine per sempre alla sua dinastia. Il nome Skywalker sarebbe diventato finalmente solo una leggenda, come per anni si era creduto che fosse. Avrebbe lasciato che una nuova era prendesse forma, e nuovi eroi si occupassero della galassia.
Tornato alla nave mostrò all'amico quello che aveva scelto di portare con se, e lo posizionò sulla consolle nella cabina di pilotaggio, affinché lei fosse sempre con loro nei loro viaggi, e scoprisse le meraviglie che quella galassia che ora era in pace grazie a lei, aveva da offrire, e che aveva sempre desiderato visitare.

10 ANNI DOPO

La notte era appena calata su Chandrilla.
I suoi studenti erano stati mandati a dormire, e la calma e il silenzio scesero sulla sua piccola accademia. Guardò dal balcone della sua stanza le capanne dei suoi apprendisti e mai si sentì più fiero di qualcosa. Finalmente era riuscito a realizzare qualcosa di buono nella sua vita.
Tornò nella sua stanza, e controllò che ogni cosa fosse stata posizionata al posto esatto: la sua tunica appesa nell'armadio, la spada e la lettera sulla scrivania, la mappa all'interno della lettera, la fialetta sul comodino accanto al letto, la bambola di Rey sul cuscino.
Non aveva lasciato nulla al caso, e ora tutto era pronto.
Spense la luce, si sedette sul bordo del letto, prese la fiala e ne bevve il contenuto. Poi la ripose, si sdraiò sul letto e portò al petto la bambola. Pensò per un momento allo sgomento che avrebbero provato i suoi studenti nel trovarlo l'indomani mattina, infondo non aveva mai parlato a nessuno dei suoi piani, ne di lei, ma era tutto scritto nella lunga e dettagliata lettera che aveva lasciato. E per quanto avessero potuto non capirlo in quel momento, i suoi apprendisti avrebbero capito e compreso la sua scelta, un giorno. Di questo ne era certo.
Sorrise al pensiero che presto sarebbe tutto finito e chiuse gli occhi... per sempre.
Al suo risveglio non era più nel suo letto, ma due braccia esili lo cingevano, sdraiati su un bellissimo prato al chiaro di luna.
Alzò lo sguardo e incontrò due splendidi occhi nocciola che per anni aveva visto solo nei suoi ricordi.
< Ben, che ci fai tu qui? È troppo presto... > disse Rey cercando di sembrare allarmata, ma non riuscendo a contenere la felicità di riavere il suo amato accanto a lei.
< Ho fatto quello che dovevo Rey, ho tramandato la conoscenza della Forza, addestrato una nuova generazione, che a sua volta ne addestrerà altre... il sapere dei nostri antenati non andrà perso. >
< E che ne sarà della potente famiglia Skywalker? >
< Era tempo di mettere la parola fine alla dinastia, e lasciare che aleggi per sempre nella galassia come una leggenda, che possa essere d'insegnamento e ispirazione per tutti. E poi non riuscivo più a stare lontano da te. >
< Sei un pazzo! Hai rinunciato a molti anni di vita! >
< Li ho scambiati per la vita eterna accanto a te, e questo è il miglior affare che abbia mai fatto! > e così dicendo prese il volto della giovane fra le mani e se lo portò al
suo, baciando quelle labbra che così tanto gli erano mancate. Fu un bacio lungo, profondo, sincero. Ma nemmeno il tempo di un sorriso che la loro privacy venne interrotta da un gruppetto di persone che si stavano avvicinando.
La famiglia si era finalmente riunita e tutti erano in vena di festeggiare.
Ma questa volta ci sarebbe stato tutto il tempo dell'universo per vivere la sua nuova vita accanto alla sua Rey.

Fine!

NdA
Bene, eccoci qui alla fine di questa piccola storiellina.
Mi frullava in testa già da qualche giorno e volevo condividerla con voi.
Spero che vi sia piaciuta.
Vi do appuntamento a breve con un nuovo racconto! 
Quindi restate con me! 
Un saluto a tutti e alla prossima! :)
-LadySweet-

 

   
 
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