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Autore: 18Ginny18    18/10/2020    1 recensioni
[Missing moment della serie "The Black Chronicles"]
Cos'è successo alla Coppa del Mondo? Questa breve storia, che avevo tagliato da un capitolo di 'Secrets' e che adesso ho rivisitato, vi darà qualche delucidazione.
Piccolo assaggio:
- Lunastorta – lo chiamò Sirius, con tono mieloso.
- Che vuoi? - brontolò Remus, che era alle prese con un panno umido di disinfettante. Ginevra cercò di nascondere un sorriso divertito nel vedere il modo in cui il suo padrino puliva la bacchetta. Quella bacchetta aveva visitato un luogo che una bacchetta non avrebbe mai dovuto conoscere.
Sirius picchiettò le dita sul tavolo. - Hai intenzione di tenere il muso per sempre?
Remus finse di pensarci. - Non lo so... Però ti garantisco che se ti uccidessi tornerei a sorridere.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio | Coppie: Arthur/Molly, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~The Black Chronicles~'
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CAPITOLO 6

- Presto ragazzi. Correte, nascondetevi! – gridò il signor Weasley, impugnando la bacchetta. - Bill, Charlie, Percy venite con me. Tonks, resta con i ragazzi. Li affido a te. Rimanete uniti!
- Su, venite – disse Nymphadora, trascinando i ragazzi verso il bosco.
Fred prese sua sorella per mano, mentre con l’altra teneva la bacchetta.
Iniziarono a correre senza guardarsi indietro neanche una volta, Nymphadora era in testa al gruppo con la bacchetta illuminata.
Poi Ron gettò un grido di dolore. Era disteso a terra, Harry corse subito ad aiutarlo a rialzarsi.
Nymphadora e gli altri non si accorsero di nulla e continuarono a correre. Gli unici rimasti indietro erano Harry, Ron, Hermione e Ginevra.
- Sono inciampato su una radice – sbottò Ron, rialzandosi.
- Be’, con dei piedi di quelle dimensioni è difficile evitarlo – disse una voce alle loro spalle.
Hermione la riconobbe immediatamente. Non aveva nemmeno bisogno di voltarsi per sapere chi fosse.
- Draco – disse la giovane Black.
Corse ad abbracciarlo e lui rise. - Ciao, cugina.
- Stai bene? Sei ferito?
- Sano come un pesce, tranquilla.
Hermione non riuscì a resistere, si voltò e lo vide appoggiato a un albero, decisamente rilassato. Le braccia incrociate e un ghigno malizioso sul suo volto. I suoi occhi saettarono su Hermione, la squadrava dalla testa ai piedi facendola imbarazzare. Iniziò ad avanzare lentamente, verso di lei.
- Vai a farti fottere da un troll - disse Ron, mettendosi davanti a lei con fare protettivo.
- Modera il linguaggio Weasley. Soprattutto davanti a delle ragazze.
Hermione strabuzzò gli occhi, sorpresa. “Da dove esce tutta questa galanteria?”, si chiese.
- È meglio che vi muoviate. Non ci vorrà molto, prima che riconoscano la Granger.
In quello stesso istante l’esplosione di una bomba echeggiò dal campeggio, un lampo verde illuminò per un attimo gli alberi attorno a loro.
- Che cosa vorresti dire? - esclamò Hermione in tono di sfida.
Avanzò verso di lui, con sguardo fiero. Non voleva starsene zitta in un angolo a subire le sue provocazioni.
Lui avanzò a sua volta.
- Non dovrei dirlo, ma mi preoccupo per te, Granger – le sussurrò, sfiorandole il viso con le dita.
Quel gesto le provocò dei brividi lungo tutta la schiena. Era una sensazione piacevole e voleva che continuasse, ma la parte razionale di lei la costrinse a reprimere quei brividi.
“Lui vuole solo giocare… vero?”.
Poi Draco riprese a parlare con un tono di voce più alto, in modo che tutti gli altri potessero sentire. - Stanno cercando i Babbani. Se non volete che la prendano vi conviene correre.
- E questo come dovremmo interpretarlo, Malfoy? - sibilò Harry.
- Vedila un po’ come ti pare, Potter. Se credi che non possano riconoscere una nata babbana, restate pure dove siete. Io ho di meglio da fare – disse, andando verso il tronco su cui era appoggiato poco prima.
- Draco, vieni con noi. Non è sicuro stare da soli – disse Ginevra, avvicinandosi al cugino.
- Non importa, sto bene così. E poi, non credo che a Lenticchia faccia piacere la mia compagnia.
- Dove sono i tuoi genitori? - Ginevra poggiò una mano sulla sua spalla.
- In giro - disse con fare non curante.
- Saranno sicuramente là fuori con un cappuccio in testa! – esclamò Ron con irruenza.
- Anche se fosse, non verrei a dirlo a te. – Malfoy alzò lo sguardo verso Ron, e Hermione vide i suoi bellissimi occhi grigi diventare lucidi.
- Io non lo lascio, resto con lui – disse Ginevra, girandosi verso il fratello. – Voi andate.
- Allora rimarrò anch’io. – Harry la affiancò.
- Voi due siete pazzi! – esclamò Ron, isterico.
- Ron, ti prego – lo ammonì Hermione.
Inavvertitamente, incrociò la figura del biondo e si sentì avvampare quando vide il sorriso mozzafiato che le stava rivolgendo. Spostò la sua attenzione altrove borbottò tra sé e sé: - Calmati, Hermione. Sta calma...
Draco ampliò il suo sorriso e scosse la testa.
Adorava quella Grifondoro.
Nessuno sembrò accorgersi di quel piccolo scambiò di sguardi tra i due, dal momento che Ron continuava a sbraitare come un pazzo.
- Non potete stare con questa serpe! Vi pugnalerà alle spalle non appena ne avrà l’occasione! - sbottò tutto d’un fiato.
- Ah! Stai dicendo che tutti i Serpeverde sono dei meschini, infami e schifosi doppiogiochisti? - replicò Ginevra con tono di sfida.
- Sì. Cioè, voglio dire no. No – Ron sgranò gli occhi e cominciò a parlare a raffica. Aveva detto le parole sbagliate al momento sbagliato. - Be’, tu sei diversa. Tu eri una Serpeverde e poi non sei come lui.
- Perché, lui com’è?
- Lo sai benissimo com’è.
- Sai, Ron, a volte mi chiedo cos’hai al posto del cervello! - tuonò Ginevra all’improvviso, facendolo sobbalzare per la sorpresa. - Cosa ti ha fatto Draco per meritarsi un trattamento del genere? È vero, ha sbagliato in passato, ma sono passati anni ormai! Non puoi mettere da parte quello stupido orgoglio e quei pregiudizi del cavolo che ti ritrovi, per un momento soltanto, e cominciare a pensare un po’?
Il volto di Ron divenne tutto rosso, ma non per rabbia.
Quelle parole lo avevano colpito come una doccia fredda. Boccheggiò un paio di volte, senza sapere come ribattere.
A quel punto il Serpeverde decise di calmare gli animi.
- Gin, non preoccuparti per me, so cavarmela. E poi… i miei genitori verranno a prendermi - disse Draco con un sorriso appena accennato.
Era grato alla cugina per la sua solidarietà e la sua gentilezza, ma sapeva di non poter andare con lei. Doveva tenere fede alle parole di sua madre.
Nasconditi, nel bosco”, gli aveva detto. “Non avere paura e non tornare indietro per nessuna ragione al mondo. Sarai al sicuro”.
- Non se ne parla, Draco, io non voglio lasciarti qui da solo. Tu vieni con noi! – ribadì lei, cocciuta. Guardò il fratello. - Giusto?
Harry annuì. Non provò nemmeno a fermarla, sapeva che quando sua sorella si metteva in testa una cosa era impossibile fermarla.
Ci fu una seconda esplosione. I Mangiamorte si stavano avvicinando.
A quel punto Draco si trovò davanti a una scelta: aspettare da solo o correre in cerca di un riparo migliore insieme agli altri.
Draco si passò una mano sul viso e sospirò. - Va bene, verrò con voi. Però ci conviene correre.
Dopotutto sua madre gli aveva detto di nascondersi e non di stare fermo. Almeno era in buona compagnia, fatta eccezione per quel Weasley.
Iniziarono a correre, proprio come aveva suggerito Draco, inoltrandosi nel fitto della foresta.
Hermione, che era solo a qualche palmo di distanza dal Serpeverde, provò un tuffo al cuore mentre mille pensieri e domande si affollavano nella sua mente. Il suo unico pensiero era Draco, e non poteva farne a meno.
Ripensò a ciò che era successo poco prima; alle sue labbra, al suono della sua voce, al tocco delicato delle sue dita, al suo splendido sorriso e alla sue parole.
Mi preoccupo per te, Granger”, aveva detto. E poi l’aveva chiamata “nata babbana” e non Mezzosangue come aveva fatto in passato.
Perché Draco Malfoy si preoccupava per la sua incolumità? Cosa gli importava se i Mangiamorte l’avessero presa?
Quando furono abbastanza lontani dal campo, rallentarono il passo. Ginevra si affiancò al cugino mentre Harry, Ron e Hermione scambiavano qualche parola con un gruppo campeggiatori spaventati, probabilmente erano nati babbani.
Draco non si accorse della cugina, perché aveva lo sguardo fisso su Hermione. Si sentì completamente stregato da lei e, per dirla tutta, quei pantaloncini corti che lei indossava non gli dispiacevano affatto. Mettevano in risalto quelle che per lui erano le sue parti preferite. Avrebbe voluto lasciarle una scia di baci lungo tutto il corpo e…
“Non fare il pervertito, Draco!”, si rimproverò e rise di se stesso. “Sono un povero idiota. Come ha fatto la Granger a ridurmi così?”.
Ripensò al suo sorriso irresistibile e al quel dolce profumo che, in un brevissimo istante, era riuscito a memorizzare. “Perché mi fai questo, Granger?”.
- Allora, quando ti dichiarerai a Hermione? - gli domandò la Ginevra, con un ghigno malizioso appena accennato.
Draco sobbalzò. - Cosa?
- Oh, piantala, Malfoy! Lo sanno praticamente tutti che le sbavi dietro!
- Cosa? - ripeté il biondo ad occhi sgranati.
- Be’, non proprio tutti… Però si capisce, dai!
Lui alzò gli occhi al cielo e sospirò. - Ti detesto, lo sai vero?
Ginevra gli sorrise serafica. - Lo so, ma questo non mi impedirà di stare qui con te a tenerti compagnia.
- Ma quanto sono fortunato! - borbottò lui, ricevendo uno buffetto sulla testa.
Iniziarono a battibeccare come due bambini e poi, quando Ginevra iniziò a chiedergli perché si era nascosto nel bosco, abbassarono la voce, in modo tale che gli altri non li sentissero e parlarono con tono più serio. Draco le raccontò cosa era successo dopo la partita, facendole promettere di non parlarne con nessuno.
- Yaxley, un vecchio amico di mio padre, lo aveva intrattenuto in una discussione abbastanza animata, poi era sparito. Mio padre era molto agitato, ma non quanto mia madre. È stata lei ha pregarmi di nascondermi – spiegò Draco, con tono cupo. - Ho paura che il tuo amico Weasley abbia ragione. Loro sono sotto uno di quei mantelli.
Ginevra poggiò una mano sulla sua spalla. - Non dire così. Ron non sa quello che dice. Lui parla a vanvera! - sbottò infine.
Draco alzò un sopracciglio e storse il naso. - So quello che stai cercando di fare, ma non funzionerà. Anche se lo apprezzo molto.
Si spintonarono giocosamente finché Harry non richiamò la loro attenzione. - Dobbiamo muoverci, altrimenti non troveremo più gli altri.
- Agli ordini, Potter – scherzò Draco.
Ron roteò gli occhi e sospirò, infastidito, e iniziò a marciare.
Continuarono a camminare mentre i Maghi del Ministero accorrevano da ogni parte per raggiungere il campo, ma Nymphadora e gli altri non si vedevano da nessuna parte.
- Non devono essere andati così lontani – disse Ron estraendo la bacchetta e accendendola per illuminare il sentiero. Harry frugò nelle tasche della giacca in cerca della sua bacchetta, ma non riuscì a trovarla.
- Ah, no, non è possibile… Ho perso la bacchetta!
- Stai scherzando?
Harry si guardò attorno, cercò dappertutto, ma la sua bacchetta non si vedeva.
- Forse è rimasta nella tenda – disse Ron.
- Forse ti è caduta dalla tasca mentre correvi – suggerì Hermione ansiosa.
- Sì – disse Harry, - forse…
Di solito portava sempre con sé la bacchetta nel mondo magico, e ritrovarsi senza nel bel mezzo di una situazione come quella lo fece sentire molto vulnerabile.
Un’altra forte esplosione echeggiò dal limitare del bosco.
- Muoviamoci e troviamo gli altri – disse Ron, guardò Hermione nervosamente.
Era terrorizzato dall’idea che Malfoy potesse avere ragione su Hermione. Lei era più in pericolo di tutti loro. Poi ripensò alle parole di Ginevra e si sentì in colpa. Dopotutto Draco Malfoy non si comportava più come un tempo… Forse era vero che doveva mettere da parte orgoglio e pregiudizi. Ma poteva fidarsi davvero di Malfoy?
  
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