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Autore: Sabri_97    23/10/2020    0 recensioni
Dal primo capitolo: "L’aveva vista. Davanti ai suoi occhi. Una scena terribile, il mondo gli era crollato addosso. L’aveva ucciso. E lo aveva fatto perfettamente. Non avrebbe potuto farlo meglio. Aveva riposto in lei tutte le sue certezze e le sue speranze. Lei, proprio lei le aveva distrutte. Rotte in mille pezzi, ridotte in frantumi. Non ce la fece più."
Fan fiction ispirata dall'ascolto dell'album Le cose che non ho di Marco Mengoni. il titolo di ogni capitolo è la canzone a cui mi sono ispirata per scriverlo.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Before you go
Let me thank you
‘Cause you killed me
 And you did it perfectly.

 
L’aveva vista. Davanti ai suoi occhi. Una scena terribile, il mondo gli era crollato addosso. L’aveva ucciso. E lo aveva fatto perfettamente. Non avrebbe potuto farlo meglio. Aveva riposto in lei tutte le sue certezze e le sue speranze. Lei, proprio lei le aveva distrutte. Rotte in mille pezzi, ridotte in frantumi.

Non ce la fece più.

Scappò.

Scappò via correndo per i corridoi del castello fino ad arrivare nei sotterranei, nel dormitorio verde e argento. Aprì la porta e si catapultò nel suo letto. Voleva solo dormire, dormire e svegliarsi come se non fosse successo niente.

Non chiuse occhio per tutta la notte. Era distrutto. Sia mentalmente che fisicamente. Si alzò dal letto con gli occhi ancora chiusi e si trascinò fino al bagno. Si chiuse la porta alle spalle, alzò lo sguardo e vide il suo riflesso nello specchio. I suoi occhi grigi erano spenti e stanchi, contornati dalle occhiaie. I suoi capelli biondi erano scompigliati. Era in pessimo stato. Doveva ricomporsi se non voleva dare nell’occhio. Si sistemò i capelli e si sciacquò la faccia. Sicuramente non era il massimo ma meglio di prima. Uscì dal bagno e si vestì. Indossò la divisa come sua abitudine: camicia fuori dai pantaloni, maniche arrotolate e colletto sbottonato senza cravatta. Come sempre i suoi amici dormivano ancora. Decise che forse era meglio andare a leggere un libro in sala comune aspettando che Albus si svegliasse per andare a fare colazione in sala grande.

Passò un bel po’ di tempo prima che Albus si facesse vedere. Era pronto. Potevano andare. Stavano chiacchierando tranquillamente lungo il corridoio che portava alla sala grande come ogni mattina, solo che qualcosa fece distrarre Scorpius.

Era lei.

Poteva vedere i suoi biondi e lisci capelli scendere dolcemente sulla schiena. Poteva capire che era lei ovunque, anche ad occhi chiusi: riconosceva perfettamente il suo profumo dolce e fresco.

Poi subito un flash.

Le sue mani bianche incastrate con quelle di un ragazzo che non era lui. Le sue morbide labbra che toccavano quelle di un altro. I suoi capelli che sfioravano il viso di colui che gliel’aveva portata via.

I suoi pensieri furono interrotti da Albus: “Scorpius? Qual è il problema? Sembra tu non abbia mai visto mia cugina prima d’ora! E tengo a precisare che è anche la tua ragazza!”.

A quelle parole Scorpius non ce la fece. Si girò e iniziò a camminare di nuovo verso il dormitorio. Voleva allontanarsi da quello che gli faceva più male.
 
Fu fermato.

Albus lo tirò per il braccio e si pose davanti a lui di scatto. Non lo aveva mai visto così in sei anni. Qualcosa non andava.

“Scorpius. Che succede?”

Voleva provare a parlare ma non ci riuscì.

Crollò.

Non riuscì a dire una parola. Gli occhi lucidi per lo sconforto, per la disperazione, la frustrazione.

Cercò di ricacciare dentro le lacrime, non voleva dar a vedere la sua sofferenza.

Ci provò ma non ci riuscì.

Ritornò al dormitorio e appena entrò nella sua stanza  si lasciò andare. Diede un pugno alla scrivania e iniziò a singhiozzare. Subito dopo il suo migliore amico si avvicinò ma non disse niente.

Lo lasciò sfogare.
  
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