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Autore: 18Ginny18    01/11/2020    1 recensioni
[Missing moment della serie "The Black Chronicles"]
Cos'è successo alla Coppa del Mondo? Questa breve storia, che avevo tagliato da un capitolo di 'Secrets' e che adesso ho rivisitato, vi darà qualche delucidazione.
Piccolo assaggio:
- Lunastorta – lo chiamò Sirius, con tono mieloso.
- Che vuoi? - brontolò Remus, che era alle prese con un panno umido di disinfettante. Ginevra cercò di nascondere un sorriso divertito nel vedere il modo in cui il suo padrino puliva la bacchetta. Quella bacchetta aveva visitato un luogo che una bacchetta non avrebbe mai dovuto conoscere.
Sirius picchiettò le dita sul tavolo. - Hai intenzione di tenere il muso per sempre?
Remus finse di pensarci. - Non lo so... Però ti garantisco che se ti uccidessi tornerei a sorridere.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio | Coppie: Arthur/Molly, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~The Black Chronicles~'
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CAPITOLO 8


- Ma che diavolo succede qui? - esclamò una voce alle loro spalle.
Fred e George si voltarono verso la voce e Ginevra ne approfittò per liberarsi. - Cedric!
Non appena lo vide, si alzò e con un sorriso radioso andò verso di lui.
Quando lo raggiunse vide che non c’era nemmeno l’ombra di un sorriso sulle sue labbra, tutto ciò che riusciva a percepire era lo shock nei suoi occhi. - Che succede?
- Che succede? - ripeté lui. - Hai anche il coraggio di chiedermelo?
La fulminò con lo sguardo, ma lei non riuscì a capirne il motivo. Aspettò con il fiato sospeso che lui parlasse di nuovo, ma lui girò i tacchi e se ne andò furioso.
Ginevra non esitò un’istante e lo seguì. - Ehi! - tuonò. - Si può sapere che ti prende?
Cedric arrestò il passo e si voltò, lentamente. - Fai sul serio?
- Dobbiamo continuare a farci domande o ti sei deciso a dirmi che succede?
Incrociò le braccia al petto e attese.
Cedric sbuffò dal naso, ma non la guardò. - Che diamine ci facevi su quel letto insieme ai gemelli Weasley?
Ginevra lo guardò perplessa. - Cosa?
- Mi hai sentito.
Lei rimase sorpresa da quel tono duro. - Ced… io…
Ci fu una pausa. Poi Ginevra rise divertita quando capì la sua interpretazione. Inutile dirlo, il Tassorosso fraintese. Prese quella risata come una conferma.
Abbassò lo sguardo. - Proprio come pensavo – disse.
Tornò su suoi passi, ma ben presto dovette fermarsi. Ginevra lo afferrò per il braccio.
- Ti prego, aspetta...
- NO! Non aspetterò neanche un secondo – si liberò dalla sua stretta con uno strattone e continuò a camminare verso la sua tenda, facendosi strada tra i capannelli di persone spaventate.
Ormai era chiaro che Cedric non voleva sentire ragioni, ma Ginevra era molto più testarda di lui. Gli corse dietro e lo fermò, di nuovo.
- Sei un’idiota.
- Grazie tante – borbottò lui, ferito. - Devi dirmi nient’altro o posso andare?
- Come puoi credere che io possa tradirti! E con due ragazzi, che poi sono anche i miei migliori amici!
- Be’, allora tu non hai visto come ti guardano.
- Ma fammi il piacere! - sbuffò lei, senza dare alcun peso alle sue parole. - Lo sai benissimo che non farei mai niente per farti soffrire.
Cedric s’imbronciò. Rimase in silenzio ancora qualche istante e poi la guardò. - Quindi… Voi tre non…
- No! - esclamò Ginevra. - E mi stupisce che tu possa pensarlo! Soprattutto dopo che siamo stati attaccati da un branco di Mangiamorte!
A quel punto il Tassorosso si lasciò sfuggire un sospiro e sorrise, sollevato.
L’abbracciò forte e la riempì di baci su tutto il viso. - Mi era venuto un colpo.
- Gelosone – lo sfotté lei.
- Ah, quindi tu puoi essere gelosa di Cho e io non posso esserlo dei tuoi amici?
- Guarda che è ben diverso. Essere gelosa è il mio dovere – affermò lei.
Cedric sorrise. - Va bene. Va bene.
La guardò per un istante e i loro occhi si incontrarono. Si persero l’uno nell’altro senza dire nulla e rimasero abbracciati fino a quando le loro labbra non si toccarono. Un bacio, due baci… Non volevano più separarsi.
Era stata una notte terribile e non sopportavano l’idea di rimanere separati ancora.
- Dormi con me stanotte? - La voce di Cedric vibrò per l’emozione.
Ginevra sentì in brivido percorrerle la schiena e le sue guance andare in fiamme. - Dormire insieme? - disse, cercando di non balbettare.
Cadde il silenzio.
Cedric aggrottò la fronte. - Non… Non ti va?
Ginevra non riuscì a rispondere. Qualcuno stava chiamando Cedric a gran voce.
Il ragazzo si voltò appena, ma senza sciogliere l’abbraccio. Vide suo padre, che batteva un piede a terra con impazienza. Era in compagnia di Cho e dei signori Chang, lo stavano aspettando con gli zaini pronti in spalla.
- Ced! - tuonò il signor Diggory. - Dobbiamo tornare subito a casa!
Cedric era sorpreso, non si aspettava affatto quel cambio di programma e men che meno di vedere lo sguardo furente del padre.
- Non accetto obiezioni – continuò il signor Diggory, impedendogli di aprire bocca. - Vieni subito qui.
- Ma che gli prende? - mormorò Cedric tra sé e sé.
Il signor Diggory stava guardando Ginevra in modo strano e all’inizio lei non ne capì il motivo, poi ricordò le sue parole: si trovavano in quella radura, sotto il Marchio Nero ed erano circondati dai membri del Ministero. “Se non ricordo male qui abbiamo la figlia di un traditore, nonché il miglior alleato di Voldemort. Potrebbe essere stata lei a evocarlo”, aveva insinuato il padre di Cedric, ma lei non gli aveva prestato molta attenzione. In quel momento era concentrata sul signor Crouch.
Ma, in quel momento, lo sguardo di fuoco del signor Diggory non lasciava molto alla fantasia: era più che convinto che lei fosse coinvolta con l’evocazione di quel marchio.
Non le importava, ovviamente. Ormai aveva capito com’era fatto quell’uomo e non si stupì più di tanto. Probabilmente era pronto a far cambiare idea al figlio, allontanarlo dalla progenie dei Black; pazzi assassini per eccellenza nonché grandi sostenitori di Voldemort.
- Muoviti, Ced! Dobbiamo andare – sbraitò ancora il signor Diggory.
Anche se non era d’accordo con la scelta del padre, Cedric dovette allontanarsi da Ginevra, con la promessa che le avrebbe scritto il giorno dopo.
Ovviamente Cho approfittò subito dell’occasione per avvinghiarsi al braccio del bel Tassorosso.
L’unica cose che poté fare Ginevra quando li vide smaterializzarsi, fu tornare alla sua tenda.
Una volta al suo interno, trovò Bill e Percy seduti al tavolino della cucina, mentre Hermione medicava il naso di quest’ultimo con metodi babbani.
Il resto della famiglia Weasley era radunato nel soggiorno insieme a Nymphadora e Harry.
Il signor Weasley stava raccontando ciò che era successo alla radura.
Ginevra oltrepassò la stanza, in silenzio, fino a raggiungere la cucina. Bill aveva una ferita sul braccio e cercava di tamponare il sangue con un lenzuolo, quindi Ginevra prese delle bende e iniziò a medicargli la ferita.
- Vuoi fare concorrenza a Charlie? - gli domandò con ironia.
Bill fece un mezzo sorriso. - Le cicatrici mi donano… fanno colpo sulle ragazze.
Lei rise piano e continuò a medicarlo con delicatezza, mentre il suo orecchio prestava attenzione alla conversazione nell’altra stanza.
- Quindi nessuno sa chi ha evocato il Marchio? – chiedeva Nymphadora.
Fu Charlie a rispondere. - Il signor Crouch e il signor Diggory hanno accusato quasi tutti in quella radura… Secondo me hanno esitato troppo prima di andare a cercare il vero colpevole. Se non fossero stati così idioti da accusare degli adolescenti, lo avrebbero preso!
- Erano tutti spaventati, non possiamo biasimarli – disse il signor Weasley. - Dopotutto non si vedeva il Marchio da tredici anni. È stato come rivedere Voi-Sapete-Chi.
- Io non capisco – disse Ron accigliato. - Voglio dire… è pur sempre solo una sagoma in cielo…
- Ron, Tu-Sai-Chi e i suoi seguaci mostravano il Marchio Nero tutte le volte che uccidevano – spiegò il signor Weasley. - Il terrore che ha provocato… non ne hai idea, sei troppo giovane. Ma immagina di tornare a casa e trovare a casa e ritrovarti il Marchio Nero che incombe sul tuo tetto, sapendo quello che stai per trovare dentro… - il signor Weasley rabbrividì. - Il terrore più grande per chiunque… il più grande in assoluto…
Calò il silenzio e Bill chiamò l’attenzione di Ginevra.
- Va tutto bene? - chiese, piano. - Prima ti ho visto con il tuo ragazzo… Cecil, giusto?
Ginevra alzò lo sguardo e cercò di sopprimere un sorriso. - Si chiama Cedric – lo corresse. - E comunque va tutto bene, papà orso. Non preoccuparti – disse facendo un nodo alla benda sul suo braccio.
- Però me lo diresti se le cose non dovessero andare bene, vero? Se doveste discutere su qualsiasi cosa...
- Certo – rispose Ginevra con un sorriso. - Te lo prometto.
- Gin, sei come una sorella per me e farei di tutto per proteggerti – disse, serio. - Tutti noi lo faremmo. Ti prego, non cacciarti nei guai.
- Con guai intendi…
- Parlo di quello che è successo stanotte. Del signor Diggory, Crouch... – disse, poi la guardò negli occhi. - Cosa avresti fatto se non ti avessimo fermata?
- Possiamo parlare d’altro, per favore?
Bill non rispose, si limitò ad annuire in maniera impercettibile. - Voglio solo che tu non faccia cazzate, Gin. Diggory e Crouch non saranno né i primi né gli ultimi ad avere dei pregiudizi su di te. Però noi saremo sempre dalla tua parte.
Questo lei lo sapeva, lo aveva sempre saputo. Chiunque penserebbe al male davanti al nome ‘Black’. Ma i Weasley c’erano sempre stati per lei, erano come una seconda famiglia e voleva un mondo di bene ad ognuno di loro.
Sorrise. - Grazie, Bill.
Gli diede un bacio sulla guancia e lui ricambiò il suo sorriso.
- Adesso tutti a letto – disse il signor Weasley, alzandosi in piedi. - Dormiremo qualche ora e poi cercheremo di prendere una Passaporta domattina presto per andarcene da qui. - Poi si rivolse ai suoi figli. - Se vostra madre viene a sapere cos’è successo si spaventerà da morire.
Ognuno di loro tornò a letto, ma nessuno di loro riuscì a riprendere sonno; erano quasi le tre del mattino. Erano tutti molto preoccupati e non facevano che pensare a ciò che era successo quella notte, sopratutto Harry.
Tre giorni prima si era svegliato con la cicatrice che gli bruciava. E quella notte, per la prima volta dopo tredici anni, il Marchio di Voldemort era comparso nel cielo. Coincidenze? Be’, lui non la pensava affatto così.
Ginevra si avvicinò a lui con passo felpato e, nonostante il letto fosse un po’ stretto per entrambi, si sdraiò al suo fianco e si abbracciarono stretti. Non si scambiarono nemmeno una parola, ma Harry era sicuro che anche lei la pensasse come lui.
Si addormentarono poco dopo, con lo stesso cupo pensiero: C’è qualcosa di strano nell’aria… e Voldemort ne è coinvolto”.


Il signor Weasley li svegliò dopo poche ore di sonno. Usò la magia per ripiegare la tenda, e lasciarono il campeggio più in fretta che poterono.
Raggiunsero la brughiera, trovando un gran numero di maghi e streghe attorno al custode delle Passaporte, tutti insistevano per andarsene dal campeggio il più presto possibile.
Dopo aver fatto una coda che sembrava infinita, il signor Weasley riuscì a recuperare una Passaporta per tornare a Stoatshead Hill prima ancora che il sole sorgesse. Parlarono molto poco durante il tragitto, tanto erano esausti, il loro unico pensiero era fare un’abbondante colazione. Alla curva del sentiero, La Tana apparve ai loro occhi, e un grido echeggiò nell’aria.
- Oh, grazie al cielo, grazie al cielo!
La signora Weasley, che evidentemente li stava aspettando in giardino, corse loro incontro, con indosso ancora le pantofole, il viso pallido e teso, e una copia stropicciata della Gazzetta del Profeta stretta in mano. Con lei c’era Remus, anche lui era molto pallido e aveva delle occhiaie scure, come se quella notte non avesse dormito affatto. Quando raggiunse in poche falcate Harry e la sua figlioccia, li abbracciò forte. - State bene? - chiese, agitato. - Eravamo in pensiero per voi. Molly mi ha contattato quando ha visto che sull’orologio le lancette erano tutte su “pericolo mortale” e poi abbiamo ricevuto la notizia dal Profeta solo qualche ora fa…
Harry lo guardò, confuso. Poi la signora Weasley gettò le braccia al collo del marito, e La Gazzetta del Profeta cadde a terra. Harry guardò in giù e lesse il titolo: SCENE DI TERRORE ALLA COPPA DEL MONDO DI QUIDDITCH, completo di foto balenante in bianco e nero del Marchio Nero sopra le cime degli alberi.
- State tutti bene… ero così preoccupata…– mormorò la signora Weasley agitatissima, liberando il signor Weasley dalla stretta e fissando tutti gli atri con gli occhi arrossati, - siete vivi… oh, ragazzi…
E con gran sorpresa di tutti, afferrò Fred e George e li strinse in un abbraccio così serrato che le loro teste cozzarono.
- Ahia! Mamma… ci stai strangolando…
- Vi ho sgridati prima che partiste e non lo meritavate! - esclamò la signora Weasley, e cominciò a singhiozzare. - Non ho pensato ad altro! E se Voi-Sapete-Chi vi avesse catturato e… Sono una pessima madre! Oh, Fred… George… Mi dispiace!
- Mamma… - mormorò George con le lacrime agli occhi. Guardò il fratello e entrambi ricambiarono l’abbraccio della madre. Non potevano tollerare di vederla in quello stato. Dovevano risollevarle l’umore in qualche modo e sarebbero rimasti lì ad abbracciarla tutto il giorno, se fosse stato necessario.
- Non sei una pessima madre. Sei una madre meravigliosa - disse Fred. - Il problema è che hai due pessimi figli.
I singhiozzi della signora Weasley divennero sempre più forti e sembrava non voler lasciare i suoi figli per nessuna ragione al mondo.


Tutti entrarono in casa, eccetto Harry, Ginevra, Remus e il signor Weasley.
- Credo sia meglio che io riporti Ginevra dal padre… - disse Remus al signor Weasley.
Per un breve istante gli occhi di Harry si erano illuminati di speranza. Sirius gli mancava molto, ma sapeva che non poteva raggiungerlo, almeno finché le acque non si fossero calmate. Poi avrebbero potuto anche pensare di ricominciare tutto da capo. Diventare una famiglia, vivere mille avventure e, chissà, magari anche viaggiare in giro per il mondo.
Il signor Weasley annuì. - Grazie per essere rimasto con Molly, Remus. Lo apprezzo molto. - Poi abbracciò Ginevra e le accarezzò la testa con fare paterno. - Ci vediamo alla stazione – disse, dopodiché tornò dalla moglie.
Harry guardava la sorella e il suo ex professore con un sorriso malinconico e lei capì. - Mi dispiace tanto, Harry – ammise.
- Lo capisco – disse Harry. - Solo che… non è facile. Vorrei tanto seguirvi.
Remus poggiò una mano sulla sua spalla. - Lo so, Harry. E credimi, Sirius vorrebbe tanto che tu lo facessi. Lo vorremmo tutti… Purtroppo non è possibile.
- Lui verrebbe a prenderti anche nel cuore della notte, se solo potesse.
Quelle parole lo fecero sorridere. - È un po’ inquietante…
Risero spensierati, poi arrivò il momento di salutarsi.
Ginevra abbracciò i fratello, sussurrandogli all’orecchio: - Comportati bene, quattrocchi.
Le labbra di Harry si curvarono mentre la stringeva tra le braccia. - Anche tu.
Salutò Remus con un cenno del capo e li guardò smaterializzarsi prima di raggiungere i Weasley nella piccola cucina della Tana.
Quando Remus e Ginevra si materializzarono a Godric’s Hollow, davanti alla porta di casa di Sirius, lei si rese conto quanto gli fosse mancato il padre. Certo erano passate solo poche ore, ma in quel momento si sentiva come la signora Weasley. Aveva un gran bisogno di riabbracciarlo.
Aprì la porta e corse in cucina, dov’era sicura di trovarlo, e lui era lì: seduto d’avanti a una bottiglia di Whisky Incendiario con la testa fra le mani.
- Papà! – esclamò, correndo ad abbracciarlo.
Lui si voltò appena in tempo per accoglierla fra le braccia. - Ho avuto tanta paura, piccola mia! Stai bene… Stai bene…
Le diede un piccolo bacio sulla fronte e lei si sentì al sicuro.
  
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