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Autore: lawlietismine    25/11/2020    1 recensioni
(...) Il fatto è che… Derek non è solo attraente. Sì, Stiles fantastica per ore e ore e pensa a innumerevoli cose decisamente vietate ai minori con lui come protagonista. Ma non è solo questo. (...)
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Stiles ha 26 anni, lavora con suo padre al dipartimento dello sceriffo e nel tempo libero scrive fanfiction. Derek ha 30 anni, una figlia di 4 ed è lo scrittore preferito di Stiles.
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AU - ci sono ancora i licantropi - la famiglia Hale è viva!
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Derek/Stiles, Stiles Stilinski
Note: AU, Kidfic | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questi personaggi purtroppo non mi appartengono 

e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Ehilà! 
OMG i'm back, scusate il ritardo aaaa!! Ho questo piccolo problemino: non mi accorgo del tempo che passa ugh!! E la mia memoria è pessima, quindi anche se mi accorgo che sono in ritardo, mi dico "ele, devi aggiornare" e poi rip me ne dimentico tre secondi dopo e passano altri 29483 secoli! Mai una gioia lmao però oggi sono entrata per caso su efp e mi sono accorta delle recensioni, quindi mi sono obbligata ad aggiornare! Davvero, grazie mille TnT♥♥♥♥ mi hanno dato la spinta di cui avevo bisogno. Poi questo mese è stato un periodo di alti e bassi, ma in questi ultimi giorni sono incredibilmente di buonumore quindi devo approfittarne! Il capitolo l'avevo già finito tempo fa, l'ho appena riletto velocemente ma non mi sono concentrata troppo sennò come minimo alla fine cambiavo idea e cestinavo tutto (infatti dopo la rilettura veloce, mi sono venuti duemila dubbi e non mi convince più granché ughhh)- ma spero vi piaccia e che non ci siano errori! ;-; 
Sono già a buon punto con il terzo, ma prima di pubblicarlo vorrei almeno iniziare il quarto, così da non rimanere troppo indietro!   
Lasciatemi un piccolo commento, se vi va, mi fa davvero sempre un immenso piacere leggerli e mi danno un sacco la carica per scrivere ancora^^ alla prossima, 
Lawlietismine 



 


Capitolo 2




 
 

 
Il fatto è che… Derek Hale non è solo attraente. Sì, Stiles fantastica per ore e ore e pensa a innumerevoli cose decisamente vietate ai minori con lui come protagonista. Ma non è solo questo.
 
Stiles pensa anche a Derek che scarica la spesa dalla macchina, una cosa così comune, domestica. Pensa a quando lo vede rientrare con la piccola Olivia in braccio, magari con lei addormentata contro la sua spalla, pensa a quando li vede giocare entrambi nel vialetto di casa con una complicità unica, prima di entrare definitivamente e chiudersi la porta alle spalle, lasciando il resto del mondo fuori. Pensa alla preoccupazione nel suo sguardo al pensiero di averla persa di vista, al modo in cui l’ha abbracciata riversandole addosso tutto il bene che le vuole. Pensa a quella volta in cui lo ha visto aiutare la signora anziana due case accanto alla sua, perché il gatto si era arrampicato sull’albero e non riusciva più a scendere– praticamente una delle cose più cliché tra i cliché, ma ugualmente così wow da lasciare Stiles a rimuginarci per ore con una sensazione quasi di dolore nel petto per la troppa dolcezza. E okay, va bene, ora Stiles sa che per lui deve essere stato un gioco da ragazzi visto che, insomma, la forza sovrumana e tutto il resto giocano a suo favore– ma il concetto è un altro. Derek è grande e grosso, quasi sempre con un’espressione seria stampata in faccia e sì, probabilmente riuscirebbe a intimidire chiunque. In più sembra (ed è) totalmente irraggiungibile. Ma superato questo aspetto esteriore, in realtà pare così premuroso, così amorevole.
Quando guarda la figlia, poi, i suoi tratti si addolciscono in una maniera unica che farebbe crollare definitivamente chiunque ne sia spettatore. E Stiles… Stiles non può fare a meno che immaginarsi stretto tra le sue braccia mentre se ne stanno sdraiati insieme sul divano, coperta sulle gambe, film di Star Wars in tv (–sì, Star Wars, questa è la sua fantasia e lui ama Star Wars!) e Olivia che scorrazza ridendo intorno a loro.
 
Quindi no– Derek Hale non è solo attraente ai suoi occhi.
 
Forse è questo il problema più grande. È addirittura peggio della questione Lydia ai tempi del liceo.
 
E a proposito di Lydia– “Sei un idiota” lo rimprovera lei come fosse un dato di fatto ormai appurato, la voce un po’ distante a causa del vivavoce. “Mi chiedo come sia possibile che tu non sia già andato a bussare alla sua porta, davvero. Sta lì da quanto? Due mesi? Tre? E non hai trovato un modo per interagire con lui che non sia osservarlo come uno stalker da lontano?” forse confidarle le disgrazie della sua (inesistente e irrealizzabile) vita amorosa non è stata un’idea geniale, ma con qualcuno doveva pur sfogarsi. E Scott è ancora meno adatto. Sì, qualche volta quando è con lui fa qualche commento, racconta alcune cose. Ma i consigli, soprattutto in questo campo, non sono il suo forte: è troppo ottimista e sognatore, un eterno romanticone che vive in una favola in cui tutto è perfetto e possibile. Doveva aspettarsi però che in Lydia, al contrario, non avrebbe trovato proprio una grande empatia. “Davvero, Stiles? Hai dovuto aspettare la fuga di una bambina per trovarti a meno di 30 metri da lui? Hai perso colpi dai tempi in cui avevi una cotta per me o cosa?
 
Stiles non sa se sprofondare maggiormente per il suo aver tirato in ballo i tempi oscuri in cui credeva di essere follemente innamorato di lei (tempi morti e sepolti, fortunatamente, perché quella che ha avuto l’occasione di nascere e crescere tra loro è una stupenda amicizia che non cambierebbe con altro per niente al mondo) o per il fatto che ha ragione.
 
Al liceo a volte era stato così spudorato e imbarazzante che ogni tanto ancora si sorprende che Lydia non gli abbia voltato le spalle disgustata.
Cioè– diciamocelo, sì, gli ha voltato le spalle disgustata, ma solo per quanto riguarda la sua patetica infatuazione fondata su poco o nulla di concreto. Non gli ha voltato le spalle all’idea di una possibile amicizia.
 
“Ho imparato dai miei errori, Lyds! Mi stai seriamente dicendo di comportarmi con lui come mi comportavo con te? Rovinerei tutto nel giro di mezzo secondo!” le risponde allibito, spalancando il frigo per trovare qualcosa da mangiucchiare. Oppure alcool. Vuole affogare tutti i suoi problemi nella vodka che non ha, possibilmente.
 
Ovviamente no. Ma neanche fare così come stai facendo. Ti stai comportando come–
Ma chi è? Stilinski?” la interrompe malamente la voce di Jackson in sottofondo e Stiles alza gli occhi al cielo, perché ci mancava solo lui in questo discorso. “Non ce ne frega niente dei tuoi problemi amoros–” il suono di una botta secca lo fa zittire e un secondo dopo gracchia un ahi! che dà a Stiles una vaga idea del fatto che probabilmente Lydia deve averlo colpito, più per l’essere stata interrotta che per la mancanza di grazia e tatto nelle cose dette.
Non mi interrompere, idiota–” sbotta infatti lei. “Ti stai comportando come un codardo, Stiles. Stai facendo l’adolescente patetico e direi che l’adolescenza dovresti essertela lasciata alle spalle già da un pezzo. Quindi tira fuori un po’ di carattere e fai qualcosa a riguardo, perché se riceverò l’ennesima chiamata solo per sentire i tuoi piagnistei, ti giuro che torno a Beacon Hills per porre fine alla tua miserabile vita.
 
“Wow Lyds, tu sì che sai come far eccitare un uomo–” (l’indignato “Stilinski, stai parlando con la mia ragazza!” viene bloccato da un altro suono secco e Stiles non può che esserne compiaciuto) “ma a parte questo, non ti prometto niente. Non hai davvero idea della divinità di cui stiamo parlando– cioè forse sì, qualche foto in giro c’è–” anche se pochissime e mai prese bene: Derek ha quasi sempre la testa bassa o gli occhi chiusi e ora Stiles capisce il perché. Farsi una dannata foto con Scott d’altronde è sempre un’impresa, visto che escono tutte rovinate per il bagliore innaturale agli occhi. “–Ma nonostante sia già wow in foto, beh, dal vivo…” terminare la frase è impossibile, Stiles non conosce termini adatti a descriverlo appieno, forse non esistono neanche, ma il sospiro tremolante che gli abbandona le labbra probabilmente trasmette l’idea.
 
A distanza, Jackson emette un verso strozzato come se stesse vomitando. Il bastardo.
 
Lydia invece resta per un attimo in silenzio, poi– “Dio mio, Stiles, sei già sul punto di non ritorno.”
 
E Stiles non può darle torto.
 
È spacciato, lo sanno entrambi.
 
 
*
 
 
Stiles è in cucina, fornelli accesi perché per una volta si sta concedendo di cucinare un pasto normale invece che qualcosa di surgelato e musica a volume medio, così da non beccarsi l’ennesima occhiataccia della signora Dodds o uno dei suoi biglietti di protesta lasciati sul cofano della macchina in quel suo modo totalmente passivo-aggressivo su cui Stiles vorrebbe consigliarle di lavorare un pochino con uno specialista. Quella donna non apprezza i suoi impeccabili gusti musicali, a quanto pare.
 
È troppo occupato ad assecondare Shakira e i suoi fianchi che non mentono, per poter realizzare che quando il campanello suona e lui si avvicina spensierato alla porta a tempo di musica, in mano un mestolo sporco di sugo con cui esibirsi in coro (perché chi è lui per non rispondere “sì!” al come se llama e bonita?) e passi di danza molto discutibili, forse prima di aprire dovrebbe ricomporsi un attimo.
 
Ma Stiles non è noto per la sua capacità di rendersi presentabile o fare una buona impressione.
 
E quindi, quando spalanca la porta di casa a suon di Shakira Shakira– ad attenderlo dall’altra parte con un’espressione indecifrabile c’è ovviamente Derek Hale in tutta la sua splendente gloria e Stiles si sente irrimediabilmente morire dentro, perché questo è proprio il riassunto della sua vita.
 
I due si guardano per un istante in completo silenzio, se non per la canzone che pian piano per fortuna giunge al termine in sottofondo. E Stiles vorrebbe attivare il cervello per dire qualcosa, qualsiasi cosa (o morire direttamente, sprofondare negli Inferi e non tornare più), ma nella testa ha incredibilmente il caos assoluto e il nulla cosmico allo stesso tempo, quindi l’unica cosa che riesce effettivamente a fare è spalancare la bocca senza emettere alcun suono.
 
Per fortuna, però, prima che possa ridicolizzarsi ulteriormente, Derek allunga le mani verso di lui, cogliendolo totalmente alla sprovvista, tanto che per poco non si ritrova malamente a terra inciampando nei suoi stessi piedi nell’indietreggiare per riflesso condizionato, e a quel punto potrebbe farsi qualche piccola domanda anche per quanto riguarda la sanità mentale dell’altro, ma si rende conto che il suo non è stato un tic nervoso: tra le mani ha qualcosa, che sta offrendo a Stiles.
 
Una torta.
 
Una torta?
 
Stiles la fissa come fosse materia aliena.
 
“Cosa–”
 
“Per ringraziarti. Per l’altro giorno.” Lo anticipa Derek e Stiles dal suo modo di parlare un po’ secco e dalla sua espressione seria non riesce a capire bene se il gesto sia volontario o se l’abbiano obbligato. Teme quasi la seconda. Ugh. “E per presentarmi. In ritardo.”
 
Beh. Forse un po’ del sugo che stava preparando è finito a terra mentre cucinava, ci è scivolato sopra e ha perso i sensi battendo la testa sul bordo del fornello, e questo in realtà è tutto frutto della sua fervida immaginazione mentre se ne sta morente sul pavimento. Non c’è altra spiegazione sensata a ciò che sta accadendo. Perché Derek Hale non può essersi presentato davvero alla sua porta. Tantomeno con una torta che sembra essere fatta in casa. Per Stiles.
 
Stiles, che solo ora si ricorda delle condizioni in cui è e che in un istante lancia alla cieca alle proprie spalle il mestolo che ancora teneva in mano, per poi poggiarsi con inesistente disinvoltura allo stipite della porta con un sorriso probabilmente squilibrato stampato in faccia.
 
“Ehm– Non devi!” È la prima cosa che gli esce dalla bocca, poi: “ringraziarmi, intendo!” aggiunge velocemente. “Sono–” inizia, porgendo la mano con cui un secondo prima si stava grattando distrattamente il collo un po’ nel panico, ma Derek lo interrompe ancora una volta.
 
“Stiles,” conclude al posto suo, cogliendolo totalmente alla sprovvista, perché, dannazione, Derek Hale si ricorda il suo nome. “Io sono Derek” continua, stringendogli la mano per un attimo, che nonostante duri più del dovuto per Stiles sembra durare comunque troppo poco.
 
Ed è già tanto che si sia trattenuto dal rispondergli istintivamente “lo so”, perché l’ultima cosa che vuole sinceramente è che Derek venga a sapere che il suo imbarazzante vicino è anche un suo fan. Però almeno si ricorda di prendere la torta che l’altro gli sta ancora porgendo con l’altra mano e addirittura di ringraziarlo come una persona normale. Ha un odore incredibilmente invitante. La torta, ovviamente. Ma Stiles è sicuro che la stessa identica cosa valga anche per Derek, se solo potesse avvicinarsi a lui quel tanto da accertarsene di persona. Oh, quanto lo vorrebbe.
 
Poi però si rende conto che il silenzio tra loro si sta prolungando in una maniera tendente all’imbarazzante, ma soprattutto–
 
“Hai lasciato qualcosa sul fuoco?” chiede Derek arricciando leggermente il naso, il suo super olfatto probabilmente disturbato, proprio nello stesso momento in cui anche Stiles si rende conto della cosa.
 
Stiles spalanca gli occhi, probabilmente anche la bocca, e non vuole pensare all’attraentissima immagine di sé appena dipinta di fronte a una delle persone più belle mai viste prima, ma l’istante dopo scatta verso la cucina (riesce perfino a raccogliere al volo il mestolo che aveva lanciato e su cui stava per cadere), abbandonando Derek sulla porta con un “il sugo!! Aspet– no! Entra pure! AH!” urlato alle proprie spalle senza un minimo di senso.
 
La torta in cucina ci arriva miracolosamente intatta.
 
E anche Stiles.
 
“Giusto in tempo,” sospira sollevato, prendendo un mestolo pulito. “Ci manca solo che arrivino i pompieri a far casino con le sirene a causa mia e allora sì che per me è la fine, la signora Dodds come minimo passerebbe dai biglietti minatori alle apparizioni sceniche da film horror davanti alle finestre. Già ce la vedo oltre il vetro, al buio, magari una torcia sotto il mento e con il suo sguardo inquietante dritto verso di me–” Stiles non sta necessariamente parlando a qualcuno, sono più le volte che farnetica tra sé e sé sinceramente, è una tremenda abitudine, ma si rende conto che Derek deve averlo sentito per forza  anche dall’ingresso –beh, super udito!– e vorrebbe schiaffeggiarsi da solo, perché peggio di così non potrebbe andar–
 
Quando si volta verso il tavolo per prendere il panno per asciugarsi le mani che si è appena lavato, Derek è lì. E Stiles sobbalza inevitabilmente per lo spavento, poi, ovviamente il suo cervello si concentra su un dettaglio importante e allora altro che spavento, Stiles inorridisce.
 
Perché in bella vista sul tavolo, dove prima di mettersi a cucinare aveva passato un’oretta lavorando, c’è uno dei libri di Derek. E accanto, rivolto proprio verso l’ospite a sorpresa, c’è lo stramaledetto portatile su cui stava lavorando alla fanfiction– Stiles scatta in avanti con una velocità che farebbe invidia a quella dei suoi cari licantropi e mezzo secondo dopo chiude lo schermo del pc con una violenza di cui si pente all’istante, sperando tra sé e sé di non aver rotto niente.

Per il libro non c’è nulla da fare. Vorrebbe tirare via pure quello, ma attirerebbe maggiormente l’attenzione. Inoltre, Stiles si rende tristemente conto che Derek, probabilmente per colpa della sua scenata per eliminare le prove della fanfiction, l’ha già notato.
 
“Derek! Hey! Ti ho già ringraziato per la torta? Davvero, sembra fatta in casa, sarà sicuramente buonissima, ma non dovevi! L’hai fatta tu? Sono certo che tu sia mille volte più bravo di me ai fornelli–” tenta invano di distrarlo, chiacchierando a manetta, una risata nervosa a fare da contorno al tutto. “Dovresti mangiarne un pezzo insieme a me, che dici? Accomodati pure in salotto, che te ne porto un po’!” 
 
Ma quando Derek distoglie finalmente lo sguardo dal libro, è solo per rivolgerlo a Stiles e sembra onestamente sorpreso.

“Hai letto il mio libro?” Chiede, ignorando del tutto i suoi discorsi deliranti, e dal modo in cui lo dice sembra quasi che la cosa lo destabilizzi, come se contemplarne la possibilità fosse surreale. Stiles non capisce se sia perché è uno di quelli che si straniscono all’idea che il proprio lavoro sia noto e apprezzato anche di fronte all’evidenza o, cosa che teme parecchio e che purtroppo è molto più probabile, perché non si aspettava che Stiles fosse uno dei tanti fan, andando a pensare di conseguenza che probabilmente sia meglio mantenere le distanze d’ora in poi.
 
E non può neanche mentire. Primo perché, beh, il libro è proprio lì in mezzo a loro come prova inconfutabile. Secondo, ancora– super udito: il battito sfalsato lo smaschererebbe all’istante.
 
L’unica cosa che può effettivamente fare è evitare di mostrargli che è un fan sfegatato, ma solo uno che sì, causalmente ha letto il suo libro, niente di più.
 
Almeno non si è accorto della fanfiction.
 
“Quello?” chiede con tono vago. “Sì– sì, l’ho letto, è un bel libro” continua, trattenendo a fatica la serie di elogi che gli riempiono la testa e che vorrebbe scaricargli addosso per trasmettergli quanto in realtà lo ami quello stramaledetto libro. Bello? Lo ha letto? È un eufemismo. Quel libro è stupendo e Stiles lo ha riletto così tante volte che l’ha praticamente consumato.
 
Ma nel suo farneticare, quando si ammutolisce e cerca di decifrare la reazione di Derek nella speranza che non l’abbia seriamente catalogato come fan psicopatico da evitare a tutti i costi nel giro di mezza frase, Stiles si rende conto che nonostante l’espressione sia in effetti seria e tendente al potrei spezzarti in due in un secondo se fai un solo passo verso di me, le punte delle sue orecchie dicono tutt’altra cosa–  
 
Derek è arrossito.
 
Proprio come qualche giorno fa.
 
Ed è impercettibile, una cosa che tra l’altro stona totalmente con quello che trasmette invece la sua espressione, ma è lì. Indiscutibile. Stiles lo nota al volo, perché notare i dettagli fa parte di lui in un modo ormai naturale, visto che, beh, è una parte importante del suo lavoro; ma anche perché i suoi occhi studiano Derek a fondo, lo ripercorrono con attenzione per catturare più dettagli possibili, per immagazzinare ogni singola cosa, ogni volta che si posano su di lui. Era impossibile che gli sfuggisse un particolare così fondamentale.
 
Ed è la cosa più dolce, tenera ed emozionante che abbia mai visto.
 
Derek arrossisce.
 
Stiles sente l’incessante bisogno di riempirlo di complimenti a ogni occasione possibile, d’ora in poi, solo per vederlo arrossire imbarazzato in risposta, perché scoprire la reazione di Derek ai complimenti è la cosa più affascinante che potesse capitargli oggi. Una scoperta elettrizzante. È la sua nuova cosa preferita. Un dettaglio che va dritto tra tutti quelli per cui ai suoi occhi Derek Hale non è solo attraente.
 
Ugh. Stiles sente una fitta al cuore di fronte a tanta tenerezza.
 
E diamine, quanto deve essere perso per poter associare Derek Hale a termini come dolce e tenero? È definitivo, Stiles è cotto a puntino più del sugo ormai finito nel dimenticatoio alle sue spalle.

 


 


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