Erano trascorsi due giorni da quando Rin venne riportata al villaggio, ma la febbre causatagli dal veleno non accennava ad abbassarsi.
Kaede le somministrava tutti i giorni un potente infuso di erbe che le diminuivano il dolore, mentre Kagome le puliva la ferita e le cambiava periodicamente le bende.

<< Venerabile Kaede, la piccola Rin riuscirà a guarire vero?>> chiese Kagome con preoccupazione,

l'anziana signora sospirò << sta lottando con tutte le sue forze e fortunatamente è giovane, però il veleno che l'ha colpita è estremamente difficile da curare. Se Sesshomaru non l'avesse portata così velocemente da me, adesso Rin non sarebbe più tra noi… >>.

<< Lui è ancora fuori in cerca delle rare erbe mediche per l'antidoto?>> chiese la ragazza,

Kaede fece un cenno col capo << si, crescono sulle grandi alture e sono indispensabili per poterla curare… >>.

ad un certo punto le due donne sentirono un rumore provenire fuori dalla capanna e poco dopo comparve sulla soglia Sesshomaru con le erbe in mano, dietro di lui entrò timidamente anche Jaken.

<< Oh eccovi qui! Mi metto subito all'opera per fare altro antidoto>> disse Kaede alzandosi dal pavimento.

Sesshomaru gliele porse e subito dopo si sedette al fianco del futon di Rin. Anche Jaken si avvicinò e la osservò con le lacrime agli occhi,

<< povera Rin… sta ancora sudando per la febbre… speriamo che stavolta l'antidoto faccia effetto! Altrimenti...>> il piccolo demone non seppe resistere e scoppiò a piangere come una fontana.

<< Jaken smettila>> disse Sesshomaru con tono glaciale,

<< s..si… mio signore… scusatemi!>> e il demone rospo ricacciò le lacrime mordendosi il labbro.

Kagome pensò che forse era il caso di lasciare Sesshomaru e Rin soli, <<Jaken potresti venire un momento? >>. Jaken non capì bene l'intento di Kagome ma preferì seguirla senza fare domande.

Rimasto solo Sesshomaru osservò attentamente Rin. Distesa nel futon, aveva il volto pallido imperlato di sudore ed ogni tanto si contorceva in smorfie sofferenti. Il demone le bagnò con acqua fredda il panno che aveva sulla fronte, poi le accarezzò delicatamente una guancia.

“Rin… perché sei andata in cerca di guai? Dovevi aspettarmi al villaggio come sempre, ma non lo hai fatto. Sei sempre stata testarda… Se ti dovesse succedere qualcosa io.. io non potrei riportarti indietro con Tenseiga…”.

Dopo circa un'ora Kaede ritornò dentro la capanna con l'infuso pronto e con lei c'era anche Kohaku, guarito in parte dalle ferite.

<<Eccomi! Datemi una mano ad alzarla, deve berlo tutto quanto>>, Sesshomaru sollevò Rin, mentre la donna le fece bere tutto l'antidoto. Una volta riposta nel letto, il volto della fanciulla sembrò rilassarsi un poco.

<<Bene adesso ha solo bisogno di dormire e riposare. Sesshomaru, devo dirti una cosa. La ragazza è giovane e sta lottando con tutte le sue forze ma sono già passati due giorni ed ha ancora la febbre alta… se non supererà questa notte temo che...>> le parole le si strozzarono in gola, ma Kaede sapeva che il demone aveva perfettamente capito la situazione.

Kohaku disperato prese la mano di Rin, << No Kaede lei non può morire! Non è giusto!>>. L'anziana donna lo osservò con compassione ma tutto ad un tratto Sesshomaru si alzò in piedi e si avviò verso la porta, ma prima di uscire dalla capanna con voce decisa disse

<< Lei non morirà, perché io non lo permetterò>>.

Quella notte si udirono riecheggiare in tutta la valle, i terribili versi di un'enorme creatura. Inuyasha, Kagome, Sango e Miroku non erano spaventati perché sapevano bene di chi si trattava… Jaken passò ore a piangere abbracciato ad Ah-Un, mentre Kohaku restò accanto a Rin, pregando che gli dei la salvassero.
La notte passò lentamente, quasi nessuno riuscì a dormire, finché finalmente i versi smisero ed anche Kohaku stremato, si coricò poco lontano da Rin e si abbandonò al sonno.

Alle prime luci dell’alba, entrò silenziosamente nella capanna Sesshomaru, che prese il posto di Kohaku e si sedette al fianco della ragazza. Il demone le tenne l’esile mano per sentire il battito del suo cuore, era regolare anche se un po' debole. Egli la fissò intensamente con i suoi occhi ambrati e non riusciva a spiegarsi come mai si sentiva così strano. Era la stessa sensazione di rabbia e tristezza che aveva provato anni fa, quando rischiò di perdere Rin nel regno dei morti, per potenziare la sua spada Tenseiga.

“Quella volta ti salvasti grazie all'intervento di mia madre, ma già all'epoca mi aveva avvertito che non sarebbe mai potuto ricapitare una seconda volta… Perciò Rin non devi morire, perché altrimenti non potrei salvarti e questo io… io non lo posso sopportare!”.

Il demone percepì che la ragazza gli stava debolmente stringendo la mano, la osservò e con stupore si accorse che Rin aveva aperto gli occhi e lo osservava con sguardo stanco ma sereno.

<< Signor…. Sesshomaru… non mi lasciate...>>.

Sesshomaru si chinò su di lei, le accarezzò il volto con una mano <<No Rin… non ti lascerò più>>.

Lentamente avvicinò le sue labbra a quelle della ragazza e la baciò. Dagli occhi di lei scesero due sottili lacrime che le bagnarono le guance. Sesshomaru sentì nascere nel suo cuore un sentimento profondo, mai provato prima d'ora che gli toccò l'animo

“ Ecco dunque cos'è l'Amore…” pensò mentre stringeva tra le braccia la ragazza.