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Autore: Arkady    20/12/2020    0 recensioni
Dal testo:
< sei il mio migliore amico, Sirius. >.
< appunto, sono il tuo migliore amico e tu sei il mio. Non ti metterei mai nella condizione di dover scegliere tra me e la tua… ragazza. Se anche fosse antipatica, brutta, odiosa, fastidiosa ed insopportabile, me la farei andare bene. Anche se io e lei dovessimo essere incompatibili, la sopporterei per te, James.>.
---
Un breve racconto di come i rapporti tra Lily James e Sirius sono diventati indissolubili, scritto dal punto di vista di Lily.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Sirius/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Capitolo 4
 
Oggi è il primo Settembre.
L’ultimo primo Settembre che mi vedrà a King’s Cross in attesa dell’Espresso per Hogwarts.
Stanotte non ho dormito per l’agitazione, sono in piedi da prima dell’alba e sono qui dalle 9.
Quando sono arrivata in stazione non solo non c’era nessuno, non c’era nemmeno il treno.
Avevo avvisato sia Sirius che James che con ogni probabilità sarei stata a Londra con largo anticipo, considerato che mio papà mi avrebbe accompagnata prima di andare in ufficio, e mi avevano detto che avrebbero fatto il possibile per arrivare anche loro presto.
Ho intessuto una fitta corrispondenza con entrambi in questi mesi, ed è la cosa più bella che ho fatto quest’estate.
A metà agosto Sirius mi ha scritto da casa di James, avvisandomi che era scappato dalla famiglia Black e si era rifugiato dai Potter.
Ho usato tutto il tatto che sia possibile mettere nero su bianco per chiedergli come fossero andate le cose, e quando lui è stato evasivo, non ho insistito.
Ho continuato a scrivere ad entrambi lettere separate, non ho idea se poi loro le abbiano condivise, essendo nello stesso posto, o comunque se le avessero condivise già da prima.
Ma non penso che lo abbiano fatto, considerato il riserbo che ha dimostrato Sirius la prima volta che io e lui abbiamo parlato di mia sorella, ancora a scuola, che lo ha portato a litigare con il suo migliore amico.
Non che ci sia poi qualcosa da nascondere con l’uno o con l’altro, però gli argomenti di cui ci siamo scritti erano molto diversi, come anche la frequenza dei gufi: James ha mantenuto la sua promessa con una valanga di lettere.
L’ultima missiva che ho mandato, indirizzata a tutti e due, riportava chiacchiere abbastanza generiche su tutto quello di cui avevo parlato sia con l’uno che con l’altro. Così, nell’eventualità in cui non avessero condiviso le mie lettere singole, sapessero di che cosa avevo informato entrambi.
 
Il primo che vedo arrivare è Sirius. Ha un braccio fasciato appeso al collo e più ci avviciniamo più noto altri piccoli dettagli, come i punti sul labbro inferiore, ancora gonfio, e quelli sul sopracciglio destro. Non oso pensare cos’altro ci possa essere nascosto alla vista dagli indumenti.
Lui mi fa un mezzo sorriso più simile ad una smorfia e si lascia esaminare in silenzio per un po’, dopo avermi salutato.
 
< come stai? >.
 
Gli chiedo sfiorando il braccio fasciato, poi mi alzo sulle punte per arrivare con le dita al sopracciglio e, passando per la guancia con una carezza, arrivo infine al labbro.
A pensarci, trovo strano non provare alcun imbarazzo nell’accarezzare con il pollice la bocca di Sirius, nonostante sia effettivamente un gesto molto intimo.
Nemmeno lui sembra in imbarazzo e mentre mi risponde, mi accarezza una guancia, scostandomi una ciocca di capelli e portandola dietro l’orecchio.
 
< sono stato meglio, ma mi rimetterò in sesto presto >.
 
Lo guardo addolorata e contrariata dalle sue condizioni, lui fa un sospiro profondo e poi mi rivolge uno sguardo determinato e risoluto.
 
< non guardarmi così, Lily. Sono felice di essermi allontanato da quell’orrendo posto >.
 
< e non ci tornerà. Dovranno passare sul mio cadavere. >.
 
Mentre parlavamo è arrivato James, che ha sentito l’ultima frase di Sirius e che ha fatto la sua battuta con un tono a metà tra serio e divertito.
Ci mancherebbe che torni in quel postaccio, soprattutto visto come lo hanno ridotto.
 
< ciao James. >.
 
Lo saluto e poi torno a guardare Sirius, volendo essere sicura di quello che sto per affermare.
 
< Lasciamo perdere i discorsi di corpi morti, dubito che Sirius ci voglia tornare. >.
 
< affatto. >.
 
Conferma subito lui, poi dà un’occhiata al suo amico e torna da dove è venuto, borbottando qualcosa su una crema per il labbro che ha dimenticato di farsi dare dalla madre di James.
Una scusa per lasciarci soli e io mentalmente lo ringrazio.
Temo che nelle mie lettere a Sirius, senza volere, io abbia fatto trasparire quello che sto iniziando a provare per James.
L’ho capito da un paio di cose velate che mi ha scritto in risposta, e forse è l’unico motivo per il quale spero che loro due non abbiano condiviso la nostra corrispondenza.
Mi sento tirare come una calamita e mi avvicino a James di un passo.
Anche lui fa un passo verso di me e mi stringe in un abbraccio, che io ricambio subito.
 
< mi sei mancata >.
 
Mi sussurra appoggiando il mento sulla mia spalla.
 
< anche tu >.
 
Restiamo così a lungo, e nemmeno questo mi imbarazza, anzi.
Non vedevo l’ora di vederlo di nuovo, di parlargli a voce e non solo per lettera.
Ci scostiamo piano l’uno dall’altra, e anche lui gioca con una ciocca dei miei capelli.
 
< ti stanno molto bene >.
 
Sono stata dalla parrucchiera qualche giorno fa e questo nuovo taglio mi ha reso i capelli molto più mossi di prima. Sono felice che gli piaccia e glielo esprimo con un sorriso raggiante.
 
Quando Sirius attraversa di nuovo la barriera, mi trova da sola e aggrotta le sopracciglia confuso.
Ridacchio della sua espressione e indico il treno, che nel frattempo è arrivato, spiegandogli che James è andato a caricare i nostri tre bauli.
 
< mi piaci con questi boccoli >.
 
Prima di dirlo guarda verso il treno e controlla dov’è James, come a voler essere sicuro che non lo senta e questa volta sono io a rimanere perplessa.
Lui sorride divertito scuotendo piano la testa, e poi mi guarda serio.
 
< Lily io ho tenuto per me le tue lettere, e James ha tenuto per sé le sue. Non ci siamo chiesti tra noi cosa ci hai scritto e non ne abbiamo parlato. Se c’era qualcosa che volevi restasse… diciamo privata?... tra me e te, o tra te e lui, ognuno di noi ha tenuto il riserbo. Anche perché io sicuramente ti ho scritto cose che a James non ho mai confidato, non so e non voglio nemmeno sapere, se lui ha fatto altrettanto >.
 
< ti ringrazio, Sirius. Non c’era niente di misterioso o segreto che non dovesse assolutamente essere condiviso tra voi, però si, anche io ho scritto alcune cose solo a te e altre solo a lui. E a nessuno dei due ho riferito quello che mi ha scritto l’altro. >.
 
Dopo un ultimo sorriso, gli stringo il braccio sano prendendolo a braccetto e così andiamo incontro a James, che nel frattempo è sceso dal treno e sua volta sorride, vedendoci arrivare.
Con l’avvicinarsi delle 11 il binario si riempie, arrivano anche i nostri amici e l’unica depressa è Alice, perché Frank si è diplomato lo scorso anno e lei si sente sola e abbandonata.
Per tutto il viaggio cerchiamo di risollevarle il morale e mantenerlo alto, e ci riusciamo alla grande.
È palese a tutti loro che, nonostante non ci siamo visti per quasi tre mesi, il rapporto tra me e James e quello tra me e Sirius siano decisamente più profondi di com’erano quando quello stesso treno ci stava portando a casa lo scorso Giugno.
Mary mi indirizza un grande sorriso. Anche lei ha intuito come stanno le cose e non sono stata in grado di mentirle nelle due settimane che ho passato a casa sua.
Secondo lei, io e James staremmo benissimo assieme e non crede che ci vorrà molto tempo ad appurare se ha ragione o meno.
Le sorrido di rimando e poi sposto lo sguardo su James, che sta ridendo con Remus, e spero che lei abbia ragione.
 
---
 
Che James fosse l’altro Caposcuola è stato davvero un fulmine a ciel sereno.
Vista la sua carriera brigantesca degli anni scorsi, non sarebbe stato tra le mie prime scelte.
Devo ammettere però che solo l’anno scorso ho finalmente conosciuto il vero James Potter, e che forse capisco la scelta di Silente: lui è carismatico, sa spronare gli altri, è sempre sorridente e pronto a dare una mano. Sa essere serio quando serve, è autorevole e sa farsi rispettare.
E di questi tempi, serve una persona così. La guerra è più vicina che mai, ed in molti siamo convinti che Lord Voldemort abbia dei seguaci anche all’interno della scuola.
Quest’anno aveva tutte le più buone prospettive di essere spensierato e felice, ma purtroppo il più delle volte aleggia un clima davvero cupo.
Poco prima di cena deve essere successo qualcosa, uno scontro per i corridoi, e io ho un gran brutto presentimento: non sarebbe la prima volta che Sirius partecipa o, peggio ancora, ne inizia uno.
E dato che so per certo che di mezzo c’è Regulus, il mio sospetto mi sembra più che fondato.
 
Mi ha raccontato, qualche giorno dopo il nostro rientro a scuola, della sua fuga.
Voleva parlarmene di persona e non per lettera, e si è scusato più volte per avermi fatto aspettare.
E io più volte ho dovuto ripetergli che non c’era niente di cui scusarsi e che non c’era scritto da nessuna parte che lui dovesse raccontarmi tutto.
Con voce atona, come se non stesse parlando di sé o di cose così gravi, mi ha riportato tutti i dettagli. Tutti quelli che si è sentito di dirmi, sono sicura che come ha voluto risparmiarmi i particolari la prima volta che ne abbiamo parlato, lo stesso ha fatto in quell’occasione.
Ho pianto anche solo immaginandomeli, e le mie lacrime forse lo hanno messo più in difficoltà che non il rievocare quei ricordi.
Non gliel’ho detto, ma quella notte e nelle notti a seguire ho avuto gli incubi.
Temo che qualcosa abbia intuito, ma io ho sviato sapientemente i suoi sospetti dovuti al mio aspetto stanco e pallido, attribuendolo alla crisi premestruale e lui, dopo una smorfia disgustata, non mi ha più chiesto nulla in merito.
 
Trovo Sirius tranquillo in sala comune, assieme a Remus e Peter, ignaro di cosa sia successo.
Lo prego di seguirmi in un angolo più tranquillo e gli chiedo di nuovo se c’entra qualcosa. Mi ribadisce la sua innocenza, un po’ risentito e forse vagamente preoccupato per le sorti di suo fratello, e io lo scruto ancora un attimo, prima di sciogliere tutte le mie riserve e credergli.
Mi guardo intorno, scandagliando la sala comune, come se potessi trovare così un indizio e aggrottando la fronte torno a guardare Sirius.
 
< Dov’è James? >.
 
< non lo so. In realtà pensavo fosse impegnato con te e qualche impegno da Caposcuola >.
 
L’ultima parola la sputa quasi come fosse un insulto. È stato offeso con tutti e due, ma soprattutto con James, per diverse settimane, accusandolo di essere passato dall’altra parte, di aver rovinato i Malandrini, di aver messo la parola fine alle loro epiche avventure, ed altre cose simili.
Io scuoto la testa, concedendomi un sorriso per il buffo broncio di Sirius, ma tornando poi turbata a guardarmi attorno.
 
< Lily, cosa c’è che non va? >.
 
Mi chiede dolcemente, appoggiandomi una mano sul braccio.
Scuoto di nuovo la testa, e lui capisce che non lo so cosa c’è che non va, ma so che c’è.
Mi prende per mano e mi invita a seguirlo e io mi faccio trascinare fino alla loro camera.
È la prima volta che ci entro, e fisso sbalordita per buoni cinque minuti il caos che regna nella stanza.
Sirius ride della mia espressione e inizia a cercare qualcosa, che si rivela essere una vecchia pergamena vuota. Quando si accorge che sono ancora sulla soglia, mi viene a prendere e mi accompagna fino ad un letto, il suo immagino, vantandosi che a breve mi mostrerà un prodigioso manufatto magico creato dai Malandrini, quando ancora James non ne aveva rinnegato gli alti principi e scopi.
Inarco un sopracciglio, con un mezzo sorriso scettico, che presto deve lasciare il posto all’incredulità più assoluta.
Su quella pergamena iniziano a disegnarsi i contorni del castello, tutti i piani e le stanze.
Ma non solo!
Si riempie anche di piccoli cartigli che riportano il nome di tutti coloro che sono presenti ad Hogwarts.
Esprimo la mia meraviglia e gli faccio i complimenti. Dopo esserseli presi con aria altezzosa, mi racconta la storia che c’è dietro, che l’idea è stata di Remus e che la realizzazione ha visto anni di lavoro e l’impegno di tutti e quattro.
 
< ma potrai lodare me e gli altri in un altro momento. Ti sto facendo vedere la Mappa del Malandrino così possiamo trovare James. >.
 
Mi dice con un sorriso e poi inizia a scrutare la pergamena. Lo imito anche io, ma se davvero James c’entra qualcosa con quello che è successo qualche ora fa, penso di sapere già dov’è.
Spero di vedere il suo nome dove penso, così saprei come raggiungerlo, ma spero anche di non vederlo, così saprei che invece è solo in giro per il castello e non c’entra nulla.
James è lì, sulla torre dell’orologio.
Sospiro e ringrazio Sirius con un bacio sulla guancia.
 
< vengo con te? >.
 
Mi chiede quando ho già un piede fuori dalla porta.
Gli rispondo che tento da sola, perché temo che se è andata come penso, lui darebbe man forte a James.
Sirius alza l’angolo della bocca solo da un lato, dandomi ragione con una smorfia.
 
< se non avrò successo, ti cederò l’onore e l’onere >.
 
Lo avverto, mentre lui mette via la mappa e mi si avvicina.
Mette entrambi i suoi palmi ai lati del mio viso e mi deposita un piccolo bacio sulla fronte, dove poi appoggia la sua.
 
< sono certo che avrai successo >.
 
Mi sussurra piano e poi mi lascia andare, restando a guardarmi scendere le scale.
 
Arrivo alla nostra botola a passo spedito e dopo aver sfiorato con il dito l’incisione che ho fatto io, raggiungo James nel suo rifugio.
È seduto sul davanzale di una delle finestre, con la schiena appoggiata al vetro e le gambe a penzoloni.
Quando mi vede fa un mezzo sorriso divertito e mormora un debole “ciao”, tornando poi a guardarsi i piedi dondolare.
Mi avvicino piano rispondendo al suo saluto e resto in silenzio ad osservarlo, cercando qualche ferita, ma a parte i vestiti in disordine, James mi pare a posto.
Mi avvicino ancora un po’ e sorrido.
 
< un galeone per i tuoi pensieri >.
 
Al mio sussurro lui torna ad incrociare il mio sguardo, e mi rilasso quando dentro ci vedo una piccola luce di divertimento.
 
< e se facciamo un bacio? >.
 
Mormora piano, con un mezzo sorriso.
Glielo restituisco e poi mi avvicino ulteriormente, arrivando tra le sue gambe che smettono di dondolare, gli accarezzo una guancia e sull’altra gli poso un piccolo bacio.
Lui mi guarda un po’ sorpreso e io assottiglio per un momento gli occhi, non è certo la prima volta che gli bacio una guancia.
 
< non ce l’ho un galeone >.
 
Dico piano, come a volermi giustificare e non so nemmeno perché l’ho detto.
Anche James porta una sua mano ad accarezzarmi una guancia, mentre l’altra si appoggia delicata sul mio fianco.
C’è una strana atmosfera tra noi, elettrica.
Vedo James posare per un attimo i suoi occhi sulle mie labbra e poi tornare ad incrociarli con i miei, come se… come se mi stesse chiedendo… il permesso?
Non so più che sto facendo, ma anche io sposto lo sguardo sulla sua bocca leggermente schiusa.
La mia mano è ancora sulla sua guancia e l’altra la poso sul suo petto, stringendo la stoffa della sua maglia.
La sua mano sul mio fianco mi sospinge delicatamente verso di lui, mentre l’altra affonda piano tra i miei capelli sulla nuca.
Si ferma ad un millimetro dalle mie labbra, e io azzero la distanza rimanente poggiandole sulle sue.
È un bacio breve, finisce rapidamente, e altrettanto rapidamente ne segue un altro, più profondo, urgente, intenso. Socchiudo appena la bocca e la danza coinvolge anche le nostre lingue.
Non mi interessa dove sono, non mi interessa che giorno è o che ora sia. Solo io, James ed i nostri baci esistono.
Questa mia bolla di frenesia, si dissolve quando mi rendo conto di dove si stiano spostando le sue mani, una risalendo sulla schiena sotto la maglia, e l’altra scendendo dal collo verso il mio seno.
Probabilmente mi sono irrigidita e basta una leggera spinta della mia mano ancora sul suo petto per terminare il bacio e fermare i movimenti di James.
Mi allontano un po’, per poterlo guardare in viso. Ha gli occhi luminosissimi e la bocca rossa e lucida.
 
< scusa, James, io non… non vorrei correre troppo >.
 
Mormoro a mezza voce, incredibilmente imbarazzata.
Mi mordo un labbro, per controllare il forte impulso a baciarlo ancora, e abbasso lo sguardo.
 
< non sei tu a doverti scusare, Lily >.
 
Mi sussurra lui con tono colpevole. Poggia due dita sotto il mio mento e con una leggera pressione mi costringe a guardarlo di nuovo negli occhi.
 
< e io spero di doverlo fare solo perché mi sono fatto trasportare, e non perché non smetterei di baciarti >.
 
Continua con voce roca, tornando a guardare per un attimo le mie labbra.
La mia risposta è un altro bacio, più appassionato di prima.
Quando inizia a mancare l’aria ci separiamo di nuovo, e James ridacchia piano, appoggiando la fronte sulla mia e facendo toccare i nostri nasi.
 
< certo che se fai così non mi aiuti a trattenermi >.
 
Rido anche io e dopo qualche altro bacio, mi allontano a distanza di sicurezza.
Mi sfioro le labbra con le dita e sorrido a James, raggiante.
Poi la mia espressione si fa sorniona e gli faccio notare che io il mio pagamento richiesto l’ho fatto, ora tocca a lui espormi i suoi pensieri.
 
< adesso sto pensando che abbiamo perso un sacco di tempo prezioso >.
 
Mi risponde alzandosi dal davanzale e sedendosi a terra, facendomi cenno di sedermi accanto a lui.
 
< non posso che darti ragione. >.
 
Gli rispondo io e lui mi sorride con affetto.
Io però torno seria, affronterò poi questo argomento.
 
< mi preme sapere perché ti sei rifugiato qui >.
 
Gli dico piano, cercando una sua mano, che trovo e stringo.
Lui sospira e non devo insistere ulteriormente, perché inizia subito a raccontarmi che ha trovato i soliti Serpeverde a prendersela con un Nato Babbano del primo o secondo anno.
Sette contro uno, volendo anche tralasciare l’aggravante che questo uno sia di 4/5 anni più piccolo, già in partenza non era assolutamente leale.
Si è messo in mezzo, togliendo punti a tutti e portando il ragazzino in infermeria.
Mi fa i nomi: Avery, Mulciber, Yaxley, Selwyn e Rosier. Poi esita un attimo, distogliendo lo sguardo da me.
 
< lo so che c’era anche Regulus >.
 
Gli dico io, pensando di toglierlo di impiccio, ma lui invece chiude gli occhi, strizzandoli, e poi mi guarda addolorato.
 
< c’era anche Severus Piton >.
 
Beh, non mi sorprende affatto.
 
< per questo sei venuto qui da solo? Perché in qualche modo secondo te siamo coinvolti anche io e Sirius? >.
 
Forse sono più infastidita per questo che non perché Severus ha finalmente trovato il coraggio di palesare apertamente da che parte sta, smettendola di nascondersi dietro gli altri suoi compagni e agire nell’ombra.
Lui mi guarda sorpreso, forse dalla mia veemenza, e io gli prendo il volto tra le mani.
 
< James, Regulus non è più la famiglia di Sirius. La famiglia di Sirius sei tu. Suo fratello sei tu. So perfettamente, come lo sa lui e lo sai anche tu, che una parte del suo cuore è occupata e lo sarà sempre da Regulus. Gli vorrà bene per sempre, nonostante tutto. >.
 
James mette una mano sulla mia, io prendo un sospiro e poi continuo.
 
< e lo stesso vale per me. Severus e Petunia avranno sempre un angolino a loro riservato nel mio cuore. Proverò sempre per loro dell’affetto, nonostante tutto. Questo non vuol dire che io non sia consapevole che abbiamo preso strade diverse, che ormai il legame si è spezzato. Forse… forse con Petunia ci potrei riprovare. Ma Severus Piton e Regulus Black hanno scelto la loro fazione, che è schierata contro quella che abbiamo scelto io e Sirius. Prima o poi potremmo dover scontrarci davvero con loro, fuori di qui, rischiando la vita e non qualche punizione. >.
 
< quello che mi hai appena detto… tu e Sirius ne avete già discusso, vero? >.
 
Me lo chiede anche se sa già che è così, e io annuisco lo stesso.
È un argomento che io e Sirius abbiamo trattato molte volte, già da questa estate via gufo, e poi anche qui a scuola, cercando di ritagliarci un po’ di tempo per noi, per parlare di questo e anche di altro.
 
Ora che so qual era il suo cruccio, mi rilasso e sorrido di nuovo, felice di cosa sia successo prima.
Io e James ci siamo baciati.
Non mi interessa nemmeno di avere la conferma definitiva che sono io la fantomatica ragazza per cui ha lasciato Emily Jones, una vita fa.
Mi interessa solo che ora ci siamo io e lui.
 
< scusa James, non ho capito una cosa >.
 
Gli dico e lui mi guarda curioso, incitandomi a continuare.
E io continuo, da dove ci siamo fermati prima: mi avvicino di nuovo e di nuovo premo le mie labbra sulle sue.
La sua reazione non si fa aspettare e mi ritrovo a terra, schiacciata tra lui ed il pavimento, mentre James continua a baciarmi con passione, reggendosi sulle braccia per non pesarmi troppo addosso.
Si stacca di poco e restando a portata di bacio, mi chiede con voce roca qual è il mio dubbio.
Io ridacchio e gli rispondo che volevo essere sicura che baciarlo andasse ben oltre la mia immaginazione.
 
< te lo sei immaginato spesso? >.
 
Mi sussurra lasciandomi piccoli baci sulle guance, sulla fronte, sul naso…
 
< può darsi… e tu? >.
 
Si ferma il tempo per guardarmi divertito dalla mia risposta e ribattere.
 
< da molto tempo, e molto di frequente, ad essere onesti >.
 
Poi riprende a baciarmi, scendendo verso il collo, lasciandomi una scia di baci che mi sembrano bruciarmi la pelle.
Il mio primo impulso è rovesciare la testa indietro, per dargli più superfice da baciare. Ma l’istinto più forte è quello di scappare, vista la posizione in cui siamo, visto che sento l’intenso desiderio di lasciarmi andare, e soprattutto visto che ho paura.
 
< James… >.
 
Ho chiuso gli occhi prima di chiamarlo, perché non voglio che ci riconosca dentro la paura, non voglio che pensi che ho paura di lui.
Sento le sue labbra sulla fronte e spalanco gli occhi, sorpresa.
James mi fissa negli occhi serio e… innamorato.
 
< Lily, non ho nessunissima intenzione di spingere troppo, di andare troppo veloce, o di spaventarti. Se… se vorrai, io ti darò tutto me stesso. >.
 
Si alza a sedere e mi aiuta a fare altrettanto.
 
< io ti amo, Lily >.
 
Mormora piano, arrossendo, ma non distogliendo lo sguardo.
 
< anche io ti amo, James >.
 
Gli rispondo, arrossendo ben di più.
 
< davvero? >.
 
Mi chiede stupito e speranzoso.
 
< davvero. >.
 
Confermo con un sorriso e lui mi attira a sé in un abbraccio stritolatore.
 
< questo va davvero oltre ogni mia aspettativa >.
 
Mi sussurra sulla spalla e anche io lo stringo forte.
James mi lascia andare, poggiandomi le mani sulle spalle e tornando a guardarmi in viso.
 
< sono così felice che lo urlerei al mondo, Lily >.
 
A queste parole mi irrigidisco.
Dirlo al mondo? Dirlo a tutti?
Non so se sono pronta.
Immagino che il mio viso esprima chiaramente quello che ho appena pensato, perché James smette di sorridere.
 
< non vuoi? >.
 
Chiede titubante e io resto immobile.
Non lo so cosa voglio.
 
< ma non vuoi dirlo o non vuoi stare con me? >.
 
< certo che voglio stare con te! >.
 
Rispondo subito.
Questo si che lo so.
 
< posso dirlo almeno ai Malandrini? Se non a tutti, almeno a Sirius? >.
 
Sorrido e annuisco. E subito anche lui sorride raggiante.
 
< a Sirius posso dirlo io? >.
 
Chiedo titubando un po’, con un mezzo sorriso.
Lui aggrotta le sopracciglia, capendo che sotto c’è qualcosa.
 
< cos’hai in mente? >.
 
< oh, niente di che. >.
 
Lo prendo per mano e assieme a lui corro verso la torre dell’infermeria.
Gli chiedo in prestito lo specchietto e gli indico un angolo in cui sedersi, poi faccio un respiro profondo, cercando di tirare fuori l’espressione più affranta del mio repertorio e chiamo Sirius attraverso lo specchio, chiedendogli di raggiungermi lì, prima che poteva.
Mi sento un po’ in colpa vedendo la sua preoccupazione negli occhi e anche James mi guarda un po’ perplesso.
Mi metto ad aspettare Sirius fuori dalla porta e quando lui arriva di corsa gli allaccio le braccia attorno al collo parlando sulla sua spalla.
 
< oh, Sirius. Mi dispiace così tanto! >.
 
Mormoro avvilita a bassa voce.
Ho coinvolto James in questo teatrino, ma quello che devo dire a Sirius è solo per le sue orecchie.
 
< ma da ora in poi dovrai sopportarmi, Sirius. Dovrai farlo per James. >.
 
Lo sento irrigidirsi e allontanarmi piano da sé per guardarmi negli occhi. Con la coda dell’occhio deve aver visto James e dopo un’occhiata di un nano secondo ha già di nuovo gli occhi nei miei, increduli ed estremamente felici.
 
< anche se sono antipatica, brutta, odiosa, fastidiosa ed insopportabile, dovrai fartela andare bene >.
 
Continuo sempre a bassa voce per farmi sentire solo da lui.
Mi regala un sorriso raggiante e poi torna a stringermi forte, parlando tra i miei capelli.
 
< sono fortunato, allora, perché non sei nessuna di queste cose, Lily. >.
 
Poi si allontana quanto basta a baciarmi la fronte.
 
< anche se invece pare che tu sia una subdola origliatrice di conversazioni che non ti riguardano >.
 
< beh, veramente quella mi riguardava >.
 
Ribatto io e lui scoppia a ridere, sciogliendo l’abbraccio e andando ad abbracciare forte James.
Anche loro due si sussurrano qualcosa tra loro, sghignazzando, e io mi godo la visione.
Sirius poi torna da me, stringendomi, alzandomi da terra e facendomi volteggiare in aria.
Quando mi riposa a terra, dice qualcosa sulle scommesse da saldare in giro per la scuola.
 
< scommesse? >.
 
Chiedo guardinga e sorpresa.
C’è davvero chi ha scommesso su di me e James?
Sirius lancia un’occhiata a James e poi mi guarda quasi mortificato.
 
< beh, se proprio vuoi saperlo anche Silente ha scommesso con la McGranitt. Ma questo non vuol dire assolutamente nulla. Lo sai questo, vero? Lily? >.
 
< non è giusto >.
 
Mormoro io. E sia Sirius che James si avvicinano a me, agitati.
 
< ah, ma adesso gliela faccio vedere io! >.
 
Continuo con un ghigno. James rimane perplesso, mentre a Sirius passa un lampo di comprensione negli occhi.
 
< mi farai vedere chi ha scommesso cosa, e in base a chi vorrò far vincere, divulgheremo la notizia! >.
 
Sirius scoppia a ridere e James fa un mezzo sorriso.
Lo abbraccio e gli chiedo se è davvero importante che lo sappia la scuola intera, o se l’importante è che lo sappiano le persone a cui teniamo.
 
< io ti amo, che lo sappiamo solo noi due, solo Sirius, solo i nostri amici o il mondo intero, questo non cambia >.
 
Mi stringe forte e mi sussurra dolce che anche lui mi ama, e gli è sufficiente che lo sappia io.
Inutile dire che nel giro di poco lo sapeva tutta la scuola, ed il professor Lumacorno è venuto a sincerarsi che James non mi avesse rifilato un filtro d’amore.
Ha dovuto arrendersi e pagare la sua scommessa ad Hagrid, e come lui tutti gli altri che avevano valutato impossibile che James riuscisse a conquistarmi.
 
---
 
Guardo i miei uomini dormire teneramente sul divano.
A Harry è caduto il ciuccio e, a bocca aperta e sdraiato scomposto, sta sbavando sulla maglietta di suo padre.
Gli accarezzo piano i capelli, sospirando perché più passa il tempo e più assomigliano a quelli di James: totalmente ingestibili.
Mio marito ha gli occhiali storti sul naso, glieli toglierei, ma rischio di svegliarli tutti e quindi con un sospiro li lascio dove sono, limitandomi ad accarezzargli piano la guancia.
Con una mano sulla schiena di Harry, James è buttato indietro sullo schienale del divano, con il viso nell’incavo del collo di Sirius.
Divertita, ringrazio Merlino che non gli stia sbavando sulla maglietta anche lui come il figlio.
Il nostro comune migliore amico ha appoggiato a sua volta la guancia sulla testa di James e il braccio oltre Harry, in modo da evitare che cada dalle sue gambe, se dovesse girarsi.
Sorrido, davvero felice.
Li amo tutti e tre, sono tre affetti completamente diversi tra loro, ma tutti sono forti ed intensi.
Morirei per loro, come anche loro darebbero la vita l’un l’altro e per me.
Prendo mio figlio in braccio, stando attenta a non svegliare nessuno. Lo cullo un po’ tra le mie braccia e poi lo porto al piano di sopra, nella sua culla.
Gli poso un bacio sulla fronte, tutti e tre siamo più che pronti a sacrificarci per Harry.
E un po’ lo stiamo già facendo: siamo chiusi qui dentro da mesi, sotto ordine di Silente, per la protezione nostra e quella di nostro figlio.
Mary, purtroppo, e la cosa mi addolora ancora tutte le volte che ci penso, è stata uccisa assieme a tutta la sua famiglia quando ancora non sapevo di essere incinta.
Alice e Frank, assieme a loro figlio Neville, nato un giorno prima di Harry, sono nascosti come noi da qualche parte.
Solo Silente sa dove ci troviamo noi e dove siano loro: pare che questa segretezza si sia resa necessaria perché Voldemort sembra aver puntato le nostre famiglie proprio per le date di nascita dei nostri figli.
Io e James siamo stati inamovibili nel volere che Sirius ne fosse messo a conoscenza, ed il preside non si è potuto opporre e ha ceduto.
James ha litigato con Silente a lungo, perché vorrebbe estendere la conoscenza del nostro rifugio agli altri nostri amici fidati: Remus e Peter, e io sono completamente d’accordo.
Sirius, veramente, ha sempre insistito per escludere Remus: non ce lo aveva mai detto apertamente né a me né a James, ma entrambi sospettavamo da tempo che nutra dei dubbi sulla sua lealtà. Lui ha invece sempre giustificato la cosa dicendo che essendo in missione con i licantropi per convincerli a non passare dalla parte di Voldemort, potrebbe essere pericoloso affidargli un’informazione di così vitale importanza.
 
Giusto ieri Silente ci ha proposto una soluzione: l’incanto Fidelus. Nominare un Custode segreto, che sarà l’unico a poter diffondere ad altri l’ubicazione del loro rifugio, e potrà farlo solo volontariamente.
Si è offerto lui stesso, ma sia io che James abbiamo fatto lo stesso nome quando il preside ancora non aveva finito di parlare, e domani apporremo l’incanto.
Quando Silente è andato via, abbiamo avuto molto tempo per rimuginarci ognuno per sé e poi ne abbiamo discusso a lungo tra noi.
Ancora sulle scale, osservo Sirius dormire, e sono assolutamente convinta della mia scelta, anche se ha portato me e James a litigare così pesantemente come non succedeva dagli anni di Hogwarts.
Quando Sirius ha esposto la sua idea, l’ho appoggiato subito, anche se per motivazioni diverse da quelle che ha presentato. Lui non ci tradirebbe mai, si farebbe torturare a morte pur di non rivelare il nostro segreto.
E questo che mi spaventa.
Sorrido guardandoli entrambi, senza Harry si sono accoccolati meglio l’uno sull’altro. Sono così teneri che mi scappa una piccola risata.
Riesco a sfilare gli occhiali a James, e scosto i capelli di Sirius dal suo volto, con una piccola carezza.
 
Mi sposto in cucina e mi appoggio al bancone, scoraggiata.
Mi sento impotente, inutile.
I nostri amici, le persone che conosciamo, stanno morendo tutti, uno dopo l’altro.
Ieri è toccato a Benjy Fenwick e nella stessa operazione Alastor Moody ha perso un occhio e parte del naso.
Questa stupida guerra la stiamo perdendo, e io devo restare chiusa in casa ad aspettare di sapere chi è il morto del giorno.
 
< Lily? >.
 
Mi volto e sulla porta trovo Sirius, che ancora mezzo addormentato, si stropiccia gli occhi.
 
< scusami, Sirius. Non volevo svegliarti >.
 
Lui si avvicina, per accarezzarmi una guancia con un sorriso.
 
< veramente è stato Prongs. Harry è su? >.
 
Annuisco e lancio un’occhiata a James. Ora è praticamente disteso sul divano, ma mi pare abbia ancora gli occhi chiusi.
 
< ancora dorme, si deve essere girato nel sonno >.
 
< non sta mai fermo quando dorme. Si limita solo se c’è Harry. >
 
Sirius ha seguito il mio sguardo e io gli ho risposto divertita, facendolo sghignazzare.
Ci appoggiamo entrambi al bancone, uno vicino all’altra e lui mi chiede serio.
 
< Lily, perché mi hai appoggiato? Non vedevo litigare te e James da anni, e non mi ha fatto piacere esserne il motivo. >.
 
< Sirius, lo so che moriresti per noi senza alcuna esitazione, come io o James lo faremmo per te. Ma io non voglio che tu lo faccia. Non voglio star qui a pensare che, da qualche parte, Voldemort o chi per lui ti sta torturando per arrivare a noi. Tutti sanno cosa lega noi tre, chiunque può immaginare che dovendo scegliere, avremmo scelto te. Io e James abbiamo fatto subito il tuo nome, perché non c’è persona di cui ci fidiamo di più. >.
 
< e io di questo sono onorato, Lily. >.
 
< Ma che tu sia o meno il Custode Segreto, ti stiamo mettendo un enorme bersaglio addosso, perché per quanto inutile potrà essere torturarti, loro ci proveranno comunque. >.
 
Sirius ha proposto di nominare Peter come Custode Segreto, senza inizialmente dirlo a nessuno, nemmeno a Silente.
Questo gli darà un vantaggio per poter andare lontano da qui e allontanarsi dai Mangiamorte che lo inizieranno a cercare, e darà modo a Peter, che nessuno penserebbe mai che avremmo scelto, di nascondersi a dovere da qualche altra parte e far perdere le sue tracce.
 
< Poi noi divulgheremo l’informazione, prima a Silente e poi a tutto l’Ordine, e la spia, chiunque sia, lo riferirà a Voldemort, che smetterà di cercare te. Così saremo tutti al sicuro, noi sotto l’incanto, tu perché non sei il Custode e Peter perché nessuno lo andrà a cercare finché non sarà troppo tardi. >.
 
La vera motivazione che in realtà ha spinto Sirius a questa proposta, è proprio quello che abbiamo sempre sospettato, e che finalmente lui ha confessato di pensare da lungo tempo: secondo lui la spia è Remus.
James si è arrabbiato da morire: mettere in dubbio la lealtà dei suoi amici è la peggior offesa che gli si potrebbe fare.
E quando io ho dato man forte a Sirius, ha quasi dato di matto.
 
< non condivido i tuoi sospetti su Remus. >.
 
< Lo so. E infatti non ho capito perché non lo hai detto a James. Avete litigato per questo, Lily. Per un’idea che non è tua. >.
 
Potrà sembrare anormale come cosa, ma forse non lo è: sono capace di mentire senza farmi scoprire da mio marito, ma mi è impossibile farlo con il mio migliore amico.
Non avevo dubbi che Sirius sapesse che non sono affatto convinta della colpevolezza di Remus.
 
< nemmeno tu ne hai fatto parola. >.
 
Gli faccio notare e lui mi guarda serio, prima di abbassare lo sguardo, colpevole.
 
< Quale che fosse la tua motivazione, ti sei schierata con me. E questo era necessario per far cedere James. Mi dispiace avervi fatto litigare >.
 
Gli accarezzo una guancia.
 
< dispiace anche a me. Ma abbiamo fatto pace, no? >.
 
Lui ridacchia, guardandomi malizioso.
 
< mettendo in cantiere una sorellina per Harry? >.
 
< quanto sei stupido, Sirius >.
 
Gli dico guardandolo male.
 
< però ho ragione, Lily >.
 
Ribatte lui, con un’espressione di chi la sa lunga.
E io lo guardo guardinga e sorpresa, chiedendomi con un leggero filo di imbarazzo se quel sorriso di scherno e la sua dichiarazione siano riferite al fatto che ci ha sentiti e ha capito che siamo finiti a fare sesso ieri notte oppure…
Non ho detto a nessuno quello che sospetto da più di un mese ormai, come può essersene accorto?
 
< oddio, Lily! Ho ragione? Nel senso… ci ho preso? >.
 
Mi sono tradita da sola, chiudo gli occhi e quando li riapro Sirius mi guarda raggiante, prendendomi le mani nelle sue.
 
< ha ragione? >.
 
La voce impastata di James fa voltare tutti e due verso la porta della cucina.
Mi guarda con occhi traboccanti di gioia, esattamente come quando gli ho detto che ero incinta di Harry.
 
< credo di si >.
 
James colma la distanza che ci separa e mi fa volteggiare in aria.
Quando mi mette giù, Sirius gli dà un paio di pacche sulla spalla e James abbraccia forte anche lui.
 
< non voglio perdere anche te, Sirius. >.
 
Mormoro io e lui lascia James, per venire a stringere forte me.
 
< non lo farai, te lo prometto Lily. >.
 
---
 
Mi sono sbagliata.
Sirius si è sbagliato.
 
È il pensiero che mi rimbomba in testa, prima che l’urlo di James penetri nella mia mente e mi faccia agire.
 
< Lily, prendi Harry e corri! >.
 
James era sul divano e stava giocando con nostro figlio, facendo uscire piccoli sbuffi colorati dalla punta della bacchetta, mentre Harry cercava di acchiapparli con la mano ridendo.
Mi aveva richiamato in soggiorno, dicendomi che nostro figlio aveva la stoffa per diventare un ottimo cercatore, e io avevo ridacchiato, a James il Quiddich sarebbe rimasto nel cuore per sempre, poi avevo preso in braccio Harry, per lasciare a mio marito un po’ di pace.
James aveva lanciato la bacchetta sul divano e si era stiracchiato, sbadigliando, guardandomi riconoscente.
 
È successo tutto in un lampo, la porta si è spalancata di colpo, e nell’ingresso di casa nostra c’era Lui, Colui che non deve essere nominato, Lord Voldemort.
 
Mi sono sbagliata e si è sbagliato anche Sirius.
 
Se Lui è qui, Peter ci ha tradito.
Volontariamente.
E ancora nessuno sa che non era Sirius il nostro Custode segreto.
 
< Lily! Lily è lui! Vai! Scappa! Io lo trattengo... >.
 
James urla di nuovo e qualcosa sblocca le mie gambe, mi giro e inizio a salire le scale di corsa, terrorizzata.
 
< Avada Kedavra! >.
 
La luce verde della maledizione di Voldemort arriva ad illuminare anche il muro del corridoio al piano di sopra.
Sento un tonfo e prendo coscienza che James è morto.
James è morto.
Sento le guance bagnate di lacrime e mi sento persa.
Sono in trappola.
Harry si agita tra le mie braccia e io mi riscuoto.
Harry… devo proteggere Harry!
Lo metto nella sua culla e cerco di barricare la porta, per quanto io sappia perfettamente che è inutile.
Ed infatti a Lui basta agitare la mano per spalancare la porta e rimuovere la sedia e le scatole che ci avevo messo dietro.
Mi sposto davanti a mio figlio, allargando le braccia e nascondendolo alla sua vista.
 
< non mio figlio, ti prego! >.
 
Imploro, e lui mi ordina di spostarmi.
Rimango dove sono, e la cosa lo indispettisce.
Mi intima ancora di sposarmi, dandomi della sciocca, e io continuo a restare immobile tra Lui e Harry.
 
< È il mio ultimo avvertimento! >.
 
Mi urla contro e di nuovo io lo prego di prendere me e risparmiare Harry.
Lo vedo alzare la bacchetta e so già cosa sta per fare, lancio un’ultima occhiata al mio bambino, che nella culla sembra ignaro di cosa sta per succedere.
James ha dato la vita per noi, Harry. Anche se sapeva che non sarebbe servito.
Ora io darò la vita per te.
Ma spero con tutta me stessa, che il nostro sacrificio non sarà inutile.
Lo sto ancora guardando quando l’Avada Kedavra mi colpisce forte al petto, con un dolore sordo mi cedono le gambe e cado a terra, con lo stesso tonfo che ha fatto James.
L’ultima cosa di cui ho coscienza è mio figlio che scoppia a piangere.
Mamma ti ama, papà ti ama.
Ti ameremo per sempre, fino alla fine.


---
Ed eccoci alla fine.
Per la parte della morte di James e Lily, chiaramente mi sono basata sul capitolo dei Doni della Morte, dove viene raccontata da zia Row.
Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere cosa vi è piaciuto e cosa avreste voluto leggere diversamente.
Arkady


 
   
 
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