Inedito il figlio
il prediletto
anestetico
fisarmonizzava
le albe mie presagite
piene zeppe
di
relativitą demagogiche
trasparenze d'acque
che nello spalancarsi al mio volto
stanco
quasi bianco
impallidivano
decodificavano livide
l'immobilitą
che m'apparteneva
e che era mia pił che mai
un po' oggi
un po'
domani
per sempre
l'avrei desiderata
e detestata insieme.
La cittą sconvolta
ha due anime:
una isolata e teporosa
distante dal mondo
dai
mondi
librata e raggomitolata
su sč stessa
e su pacifiche sere di
luce,
era pronta come eroina
a scaldarmi le budella
l'altra si smarrisce
gasteropode su
strisce
striscia viscosa
su costa che non si posa
la sosta che non si
trova
sempre nuova sempre nuova
pugnalata alle spalle
dalla terra
e
speriamo che non piova
e soprattutto che si muova ...
quest'anima bruta
al sapor di cicuta
soffocava il
volere mio maieutico
e malefico di stasi
frasi
quasi a perdersi
nel
mare che limpido
e linfocita
fagocitava il mio respiro
respiro che ero ben contento
di non esalare
che č
demone crudo
ed č per forza l'ultimo
ogni boccata d'aria č morte
č fine
della
serenitą.
E sul piano euclideo
di quei
pomeriggi
fotografavamo le nostre speranze neosimboliste
di non essere mai
nel mucchio
ma quel mucchio domarlo
poco a poco
mangiucchiarlo
stuprarlo.
E soldi
quanti soldi a piovere dal cielo
e erba a
poco prezzo
due euro al grammo
che č troppo bello
per essere vero.