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Autore: AlyeskaGnac    17/03/2021    0 recensioni
[...]
La rosetta riportò il serpente sotto al mantello ridacchiando.
«Non è un coniglio, la sua natura non cambierà mai.»
Disse Riddle.
Per un breve attimo si specchiò nelle pozze azzurrine della ragazza.
«Questo però non implica che non possa nascere un' amicizia tra due creature di diversa natura.»
[...]
Nel 1942 Arthemisia Lux si trasferisce dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Ilvermorny all' istituto di Hogwarts, un magnifico castello tra le montagne scozzesi che si affaccia sulle rive del Lago Nero.
La ragazza si ritrova così immersa in una nuova realtà scolastica, in cui spera di non incappare nelle stesse difficoltà incontrate ad Ilvermorny. Giocosa e sognatrice, le personalità con cui incontrarsi e scontrarsi non le mancheranno, compresa quella di un certo Prefetto di Serpeverde.
La sua singolarità non passerà affatto inosservata allo sguardo attento di Arthemisia.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Abraxas Malfoy, Altro personaggio, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Il weekend era passato, così come la prima partita di allenamento di Quidditch tra Serpeverde e Corvonero.

Malgrado fosse avvenuta Sabato, Lauryn stava ancora riprendendo Viska durante colazione, al cui tavolo si era infiltrata anche Arthemisia.

«Non riesco proprio a credere che tu sia rimasta appesa a quella maledetta scopa per dieci minuti senza nemmeno provare ad atterrare!»

La Grifondoro sgraffignò un mini-muffin dal vassoio portandoselo alle labbra.

«Dieci minuti, Viska! Poteva colpirti un bolide, potevi cadere e sfracellarti al suolo!»

La ramata alzò gli occhi al cielo pregando in un aiuto dalla rosetta, la quale si tirò indietro non volendo finire preda delle prediche della ragazza infuriata. «Secondo te sarei sexy anche con la testa aperta in due?» Domandò sarcastica facendo solo più ribollire il sangue nella compagna.

Misia soffocò la risata nel suo muffin dando ad entrambe le spalle per non farsi vedere dalla castana.

«Forse servirebbe a rinvigorire quel tuo senno atrofizzato!» Continuò Lauryn, scattando dalla panca coi libri sotto braccio ed andandosene via sbattendo i piedi.

«Le passerà, ci sono abituata.» Rispose per rassicurare la Grifondoro, i cui dubbi in merito erano assai elevati.

«Non che non abbia ragione, Viska. Se in allenamento ti spingi a tanto non oso immaginare nelle vere partite.» Gli occhi restarono fissi sulle folte treccine ondeggianti della Corvonero fino a che abbandonò totalmente la Sala Grande.

«Conosco i miei limiti, so quando fermarmi.» Si giustificò masticando l'ultimo pezzo di torta ai mirtilli, indicando poi ad una titubante Arthemisia di recarsi anch'esse a lezione di Incantesimi.

Dalla scorsa settimana Rinspell aveva aumentato subito la mole di studio, pretendendo costanza e rigorosa attenzione.

Viska si era distinta nelle sue spiccate doti, quasi naturali, di riprodurre ogni nuovo incantesimo come se già lo conoscesse, accaparrando punti della casa. Vacillava tra quelli sottratti dai Prefetti per il comportamento e quelli recuperati con lo studio.

Misia avrebbe voluto farne una media per constatare quanti alla fine ne guadagnava realmente.

«Esercitatevi col vostro compagno di banco a turno, uno “Bombarda” e l'altro “Repara” .» Li istruì il docente osservandoli dalla cattedra.

Misia si girò verso lo studente accanto che le consentì di cominciare per prima.

Estrasse la bacchetta puntando il vaso di ceramica sul bancone e pronunciò l'incantesimo distruttore a seguito di una sottile movenze del braccio. Il contenitore esplose come molti altri in aula, riempiendola di un gran frastuono assordante che costrinse alcuni alunni a coprirsi le orecchie.

L'unico soddisfatto da quei rumori era proprio Rinspell, poiché indice della corretta esecuzione dell’esercizio.

Il suo compagno abbozzò un sorriso preparandosi a sistemare la situazione, nel frattempo lei rivolse lo sguardo alle amiche Corvonero di nuovo in bisticcio; Lauryn agitava convulsamente le mani mentre Viska ridacchiava sommessamente per non attirare l'insegnante. 

Confidò nelle parole della ramata circa l’attenuarsi della situazione, dopo tutto la conosceva meglio di chiunque.

Il ragazzo alla sua destra la fece improvvisamente saltare a causa del suo incantesimo, inaspettato, e si scusò sghignazzando. La rosetta sollevò il mento inclinandolo un poco, sembrava averlo fatto di proposito.

Tra vasi continuamente infranti e riparati, la lezione terminò dando modo ai Grifondoro di dirigersi a Pozioni. Le ripetizioni precedenti erano partite col piede sbagliato, ma comunque era riuscita a recuperare sul finale e ciò le diede la giusta sicurezza per affrontare la preparazione del distillato con le sue sole forze.

Varcata l’entrata, Lumacorno la accolse con un immenso sorriso. «Buongiorno signorina Lux! Mi aspetto non ci saranno problemi neanche oggi, giusto?» Vi era una punta di agitazione nella voce del professore che inizialmente non comprese, poi intravide con la coda dell'occhio la chioma del corvino ed intuì si stesse velatamente complimentandosi con lui.

«In linea di massima, non dovrebbero essercene professore.»

L'anziano mago farfugliò diversi “ottimo!" riacquistando posizione tra gli scaffali. 

Misia indirizzò un'occhiata divertita al Prefetto il quale mosse appena il capo in segno di semplice cordialità. Realizzò in quell'attimo che durante il loro ultimo scambio avesse avuto a che fare con una se stessa decisamente un po' instabile, un lieve rossore le colorò le gote.

L'entrata spigliata di Cutter, seguita dal resto degli studenti, si intromise nel suo campo visivo prendendo posto al fianco di Riddle. Blaterò un saluto, tirando fuori dalla sua tracolla in pelle il necessario per Pozioni, sicuramente incantata viste le minime dimensioni rispetto ai libri.

Come pizzicata da una scossa, la Serpeverde si voltò di scatto in direzione della rosetta abbozzando un leggero ghigno che non la tranquillizzò affatto. 

Non le diede peso essendo giunto anche Malfoy, perfettamente pettinato ed in ordine. «Buongiorno Abraxas.» Fortunatamente col passare del tempo si era abituato a lei, aprendosi ad alcune brevi conversazioni ogni tanto.

«Buongiorno Lux, contiamo tutti sui suoi passi avanti con Riddle anche oggi.» Se poteva ironizzare formalmente di prima mattina, doveva essersi svegliato dal lato giusto.

«Mi assicurerò di non deluderla.» Ed aprì il quadernetto riponendolo nel mezzo, ammiccando al biondino che schioccò la lingua fingendo indifferenza.

Lumacorno richiamò gli alunni con l'aiuto di una campanella, mostrando la boccetta contenente il nuovo preparato. «Molto bene ragazzi, statemi a sentire…Distillato della Pace!» Come facesse quell'uomo ad essere sempre così pimpante era uno dei tanti dilemmi per Arthemisia.

«Capitolo sette, paragrafo terzo. Non fatevi fuorviare dall’apparente facilità delle sequenza, basta il minimo errore e sarà una disfatta!»

Di certo non era il tipo da tranquillizzare le masse nonostante la veridicità delle sue affermazioni.

Diede il via per partire ed ognuno si mise all'opera; Misia riprodusse i passaggi del preparato avendo sempre cura di rileggere bene senza intoppi.

«Per quanto deve essere fatto bollire l'infuso?» Chiese consiglio Abraxas aumentando la fiamma. 

«Venti minuti, poi possiamo aggiungere i fiori di Gelsomino.» Il Serpeverde annuì attendendo lo scadere dell'intervallo necessario, trovandosi dunque con nulla da fare. «Com’è Riddle da insegnante?»

La rosetta fu colta un po' a bruciapelo essendo solitamente lei ad intraprendere i discorsi ma apprezzò le avesse dato una chance. «Puntiglioso, serio, poco incline alle battute se non per denigrare l'altro, dovresti saperlo dato che siete amici.»

Il ragazzo sorrise nervosamente mentre ripuliva la postazione da ciò che non era più necessario. «Non siamo proprio amici, credo solo mi sopporti meglio di certa gente.»

Arthemisia si sfregò le mani intrepida di continuare, dovevano ancora recuperare i fiori dalla dispensa.

«E com’è al di fuori delle aule?» Proseguì incuriosita, approfittando della momentanea propensione di Abraxas. «Non molto diverso, è un tipo riservato.»

La Grifondoro ritenne che fosse ora di procurarsi l'ultimo ingrediente e si allontanò dalla postazione seguita dal giovane. Aveva controllato la temperatura, dunque la pozione avrebbe dovuto bollire senza problemi nel giro di poco.

Presi i fiori, fece per tornare indietro ma fu bloccata dalla figura di una studentessa alle sue spalle, scontrandosi con delle iridi ambrate che sprizzavano vanità in ogni direzione. Cutter.

Misia si scostò repentinamente per evitare qualunque rischio di approccio, considerando com’era andata la volta in cui aveva provato a scusarsi.

Aveva troppe ansie durante Pozioni per potersi occupare anche di quella.

«Ehi Lux!» Abraxas la chiamò benché fossero ormai a due passi di distanza. «Non pensi stia bollendo un po' troppo?»

La rosetta ispezionò il preparato notando che, a differenza di quello del compagno, stava emettendo fumo. «Accidenti, la fiamma non era così alta prima che mi allontanassi!» Sbraitò a bassa voce correggendo tempestivamente l'errore.

Il ragazzo la guardò di sottecchi come a valutare se dover scappare o meno, ma l'espressione di lei lasciava a pochi margini d’ intuizione. 

Soffiò via il fumo mentre uno sgradevole odore di bruciato le invase le narici, tuttavia la situazione pareva essersi quietata e come essa anche il biondino apparve essere più rilassato.

«Sarà ancora salvabile?»

Il Serpeverde storse il naso dubbioso, incurante in fondo del suo esito positivo. Ad interessargli era esclusivamente non avvenissero disastri.

Misia rifletté sul da farsi posando gli occhi sui fiori di Gelsomino. Metterli o non metterli?

Probabilmente sarebbe stato un fiasco ma poteva almeno dire di averla completata.

Li inserì nella pozione e pian piano affondarono in essa fino a scomparire, poi girò il numero di volte necessario a terminarla aspettandosi qualunque segno. Nulla.

Né la nebbiolina argentea che ne indicava il successo, né strani rumori molesti. 

Tirò un sospiro di sollievo.

Fu una fortuna però che non avesse abbassato del tutto la guardia, perché pochi secondi dopo il composto ricominciò a bollire prepotentemente, minacciando di uscire dal calderone. «Oh no.»

Spinse a forza Abraxas lontano dal banco da lavoro il più possibile, ed un forte “Boom!” echeggiò in aula facendo voltare i presenti.

«Signorina Lux! Che ha combinato?!»

Si chiese se fosse stato davvero il professore a parlare, se non avesse solo immaginato la scena in modo esageratamente vivido.

Eppure percepiva bene quell’odiosa sensazione di viscido, per fortuna non bollente, scendere giù dai capelli fin sopra le maniche del mantello. Nemmeno la gonna era rimasta pulita.

«È un vero disastro!» Rimarcò Lumacorno aggrottando la fronte e, seppur non intendesse riferirsi a lei, non poté fare a meno di approvarlo per sé stessa.

«M-mi dispiace professore.» Diresse il viso timorosa sul suo povero compagno di banco, per l'inaspettata spinta era inciampato finendo a terra e da lì non si era mosso.

Uno dei due si è salvato.

Il tempestivo intervento della Grifondoro aveva evitato che venisse colpito pure lui ma, più che gratitudine, quelle iridi glaciali l'avrebbero volentieri congelata.

Alzò la testa abbastanza da inquadrare il corvino, i cui muscoli erano tesi come una corda e l'irritazione così palpabile da sentire il bisogno di fuggire a gambe levate.

Cutter invece se la rideva sotto i baffi, non aspettava altro evidentemente.

«Vada a darsi una sistemata e poi torni qui a ripulire.»

Non se lo fece ripetere due volte, tenendo il capo chino uscì in fretta dalla stanza per raggiungere il bagno più vicino e darsi una bella lavata da quel liquido appiccicoso.

Maledizione ma com’è possibile? Ho seguito alla lettera le istruzioni!

Avrebbe voluto farsi una doccia e scrollare con essa anche i sensi di colpa per aver rovinato pure il preparato di Malfoy, non si sarebbe stupita se avesse pregato Lumacorno di trovargli chiunque altro per rimpiazzarla.

Sono sicura che la fiamma fosse bassa quando mi sono allontanata.

Sfruttò la bacchetta per togliere velocemente i resti della pozione, sistemandosi alla meglio e rinfrescandosi il viso.

Osservò il riflesso allo specchio assicurandosi che non fosse rimasto niente, poggiando le mani sul lavandino.

Beh, Arthemisia, cosa sono le tue giornate senza un po’ di sano dramma?

L’autoironia era sempre stata un punto di forza per lei, utile in ben più di un'occasione; ne avrebbe comunque fatto a meno se avesse significato stare lontana dai guai. «Forza! È il momento di riparare al danno!»

La campanella di fine ora squillò quando mise piede fuori dal bagno, sospirando sollevata all'idea di poter pulire senza le occhiate degli studenti intorno.

Abraxas le passò di fianco dandole quasi una spallata e si irrigidì al gesto, proseguendo però imperterrita alla meta.

«Signorina Lux.» Fermatasi ad un passo dall’entrata, si girò verso l'interlocutore che aveva pronunciato il suo nome con così tanta apatia da farla rabbrividire. «Oh, Riddle…posso fare qualcosa per-»

«È perfettamente in grado di arrivarci da sola.» La riprese fermamente indicandole di nascondersi ancora un momento da Lumacorno.

Deglutì avvicinandosi al Prefetto con discrezione, mantenendo il contatto visivo. «Sarò diretto con lei, non ho mai nutrito alcuna aspettativa generale nei suoi confronti ma non tollero che il mio lavoro venga infangato a quel modo.»

Tentò di aprire bocca per difendersi ma fu stroncata sul nascere.

«Il professore comprenderà che un incidente di percorso possa capitare, tuttavia non dovranno esserci episodi simili in futuro. Mai

Misia boccheggiò tra il nervoso e la frustrazione al rimprovero saccente del ragazzo, sebbene consapevole del carattere indisponente che nascondeva, non aveva alcun diritto di sminuirla in toto.

«Senta un po' grande genio dei calderoni , ammesso non sia di eccessivo disturbo per lei scendere dal piedistallo e mischiarsi a noi comuni mortali, ho seguito quanto scritto sul quaderno rileggendo un migliaio di volte! E sono suoi appunti e direttive

Il ragazzo inarcò un sopracciglio stizzito fissandola minaccioso ma non la intimorì. Né la trattenne dal chiudersi la bocca.

«La stavo facendo bollire a fuoco lento, mi sono allontanata con Abraxas per prendere quegli stupidi fiori e quando sono tornata stava bruciando!»

«Quindi il composto avrebbe spontaneamente deciso di sabotarla?» Troneggiò sulla sua minuta figura, sollevando un angolo della bocca, prendendosi pienamente gioco di lei.

«Oh si, certo. È risaputo che i distillati abbiano grandi capacità cognitive! Oppure, caro signor Prefetto , forse sono le sue conoscenze ad essere sbagliate!»

Riddle ritrasse immediatamente il ghigno accennato tornando serio, molto serio, in procinto di perdere la calma.
Forse stava esagerando, Arthemisia lo sapeva.

«Ha il coraggio di incolpare chi ha perfettamente eseguito il compito, signorina Lux ?» La Grifondoro ebbe l’impressione, per un attimo, di avere davanti un serpente visti i toni sibilanti con cui aveva contornato la frase. I lineamenti fini si erano addolciti simulando comprensione, il resto del corpo intimava tutt'altro.

«Anche i migliori possono sbagliare, no? Non ho idea di cosa sia successo ma sono sicura di aver seguito tutti i passaggi da lei spiegati!» Sbatté pigramente le braccia sui fianchi, un gesto infantile quasi quanto l’intera discussione.

«Alla scorsa lezione aveva la testa da tutt'altra parte, lo ha ammesso ella stessa. Forse dovrebbe lavorare un pochino sulla sua umiltà

«Da che pulpito vien la predica!» Esasperata, gli diede le spalle portandosi le mani alle tempie per massaggiarle ed inspirando profondamente.

«Ritengo anche sia stata particolarmente offensiva nei confronti di chi, fino ad ora, le ha offerto supporto.»

Qualcosa la spronò a girarsi leggermente, scontrandosi con un mezzo sorriso altezzoso e compiaciuto. Non prevedeva nulla di buono. «Sospenderò le ripetizioni fino a che non avrà meditato a sufficienza sui suoi errori e si sarà opportunamente scusata.»

E la rosetta scattò di colpo strabuzzando gli occhi. «Non può farlo!»

«Posso. Servono a lei, non a me.»

Serrò la mascella e strinse i pugni.
Ammettere subito significava dargli ragione, totale ragione e rinnegare invece le sicurezze che aveva espresso. Sapeva di essere scarsa nella materia ma era così convinta dell’operato svolto che non riuscì a non mordersi la lingua alla richiesta del giovane.

«Attenderò le sue più sentite scuse , Signorina Lux.»

E sapeva di aver assolutamente bisogno di quel ragazzo per raggiungere almeno la sufficienza, ed anche lui doveva averlo capito fin troppo. Di fatti, se non lo avrebbe assecondato facendo così saltare le lezioni private, Lumacorno avrebbe senz'altro creduto alle parole del suo miglior studente piuttosto che a lei. Verità o menzogna che fosse.
Dunque Riddle ne sarebbe uscito pulito in un modo o nell'altro. Astuto.

«Signorina Lux! Perché ci mette tanto?» Il docente sciolse i nervi tesi della ragazza, mentre il Prefetto ricompose l'impeccabile eleganza.

«Colpa mia professore, volevo assicurarmi non si scoraggiasse al primo errore.»

Misia analizzò la scena mentre Lumacorno afferrò con orgoglio la spalla del corvino, complimentandosi per l’avvedutezza avuta. Sarebbe stata una sfida persa in partenza, ma non gli avrebbe certamente dato la soddisfazione di vincere così presto. «Scusi professore, ora pulisco.»

Entrò in aula avvertendo lo sguardo di Riddle seguirla; le sembrò di essere stata avvolta nella morsa stretta di quelle iridi smeraldine, invitandola ad arrendersi senza batter ciglio. Peccato fosse stata abituata alla simile sensazione da Richie.
Forse, senza di lui, avrebbe avuto l'effetto sperato dal corvino.

 


 

Era il decimo sbuffo che liberava a cena, con la testa poggiata sul tavolo, affranta.

«E adesso cosa faccio?Avrei dovuto pensare prima di agire.»

Dopo aver raccontato l'accaduto alle ragazze, si erano precipitate alla tavolata dei Grifondoro appropriandosi dei posti liberi vicino alla rosetta.

Tra di loro vi era anche Hagrid, trovatosi lì più per circostanze che per scelta essendo all'oscuro dei motivi di quella riunione, seduto in mezzo alle due Corvonero.

«Di certo rammaricarsi di averne dette quattro a Riddle, per i suoi modi scorbutici, non servirà a molto. Hai fatto bene.» Cercò di incoraggiarla Lauryn dall’altro lato del bancone, con scarsi risultati.

«Può essere ma ho davvero bisogno di quelle lezioni o non supererò mai i G.U.F.O.»

Viska rubò una ciliegia dal dolce del ragazzo che arrossì al gesto. 

«Perché non chiedi a Falloak? Se non erro dicesti che si era offerto in passato.» Le propose gustandosi la dolcezza del frutto tra le labbra.

«Non mi sembra carino approfittare così della gentilezza di Alan, fa tanto seconda scelta.»

«È ciò che sarebbe infatti ma se sei indietro col programma non puoi fare altrimenti.» Continuò la ramata arraffando un'altra ciliegia dal piatto, questa volta però Hagrid non sorvolò. 

«Ehi!»

«Ops, scusa ragazzone.» Sghignazzò a denti stretti, mentre Lauryn roteò gli occhi al cielo sospirando.

«Perdonala, non sa cosa voglia dire riflettere prima di agire.»

Viska si sporse in avanti per avere una buona visuale della castana, punzecchiandola con un sorriso malizioso, in contrasto col broncio di lei. «Sei ancora arrabbiata?»

«Assolutamente, Quiverbat!»

In altre occasioni l'umore della rosetta si sarebbe subito risollevato di fronte agli scambi delle Corvonero, ma non essendo quello il caso Mira si intromise per evitare che iniziassero a battibeccare di nuovo.

«Ragazze, Misia ha bisogno del nostro aiuto ora.»

Le due compagne si zittirono osservando la Tassorosso che sembrava aver appena avuto un improvviso colpo di genio rimuginando sulla sua stessa frase.

«Ma certo Misia, ho trovato!»

La Grifondoro sforzò in su il capo reggendolo col mento, doveva essere una visione davvero pietosa dato che tutti e quattro si crucciarono. «Okay, la smetto.»

Raddrizzò la schiena attendendo la proposta di Cromwell.  «Che hai in mente?»

«Semplice!» Agitò le mani in anticipazione per aumentare la loro curiosità. «Ti aiuteremo noi!»

Hagrid tagliò una fetta di crostata ed il suono stridulo delle posate contro il piatto parve rimbombare nel silenzio delle tre studentesse, ammutolite.

«Questo sarebbe il tuo piano?» Commentò Viska perplessa, guardandola come se avesse fatto una battuta indecente prima di essere anticipata da Arthemisia.

«Credevo che nessuna di voi eccellesse in Pozioni.»

«Beh, si ma cinque teste sono meglio di una!»

Il Grifondoro si tirò indietro non aspettandosi di essere contato nel gruppo. «Mi dispiace ma io sono una frana in Pozioni, oltretutto vado ancora al terzo anno!»

La rosetta lo calmò subito rassicurandolo; del resto aveva ragione se non aveva toccato quegli argomenti o preferiva, a detta sua, non peggiorare la situazione.

«Quattro teste allora, non cambia.» Si corresse Mira e le Corvonero valutarono l'idea, ammiccando poi l’un l'altra.

«Sono disposta a seppellire l'ascia di guerra con Quiverbat per la causa.»

«Finché mi chiami per cognome non dai quell’impressione.»

Lauryn lanciò l’ennesima ciliegia, presa dal piatto di Hagrid, alla ramata che invece di arrabbiarsi la ringraziò per il “regalo" .

Il giovane non provò nemmeno a lamentarsi avendo compreso fosse una battaglia persa.

«Vi ringrazio ragazze ma non vi assicuro nulla.» Giocherellò coi pollici fino ad avvertire le piccole dita della Tassorosso dondolarla affettuosamente per una spalla, nella speranza di ricavarne il principio di un sorriso. «Mi impegnerò, promesso!» E distese le labbra accontentando così la brunetta.

«Ad ogni modo Misia, Riddle ti sta fissando.» Indicò Viska, puntando il tavolo dei Serpeverde e la rosetta notò che avesse effettivamente ragione.

Da quella distanza non faticò affatto a scorgere il suo tipico cipiglio arrogante, forse aspettandosi già delle scuse ma la carenza di maturità della Grifondoro ebbe la meglio.

Rispose con una drammatica boccaccia, da cui dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere quando l'espressione del Prefetto mutò in una annoiata.

«Non dovresti evitare di bruciarti la minima possibilità di un suo ripensamento?»

Misia si mordicchiò il labbro all'ammonimento di Lauryn, distogliendo l'interesse dal ragazzo. «Ha detto di non nutrire alcuna aspettativa nei miei confronti, non posso deluderlo più di così.»

Spostò gli occhi di sfuggita sul giovane accanto al corvino, imbronciato e carico di risentimento. «Abraxas mi detesta, Lumacorno non ha potuto valutare il suo preparato a causa mia…»

«Tranquilla Misia, Venerdì lo accompagno alla festa privata del circolo di Lumacorno, ci parlerò io.» La rassicurò la brunetta, certa di avere successo. 

Viska ridacchiò sotto i baffi all’informazione trapelata, mostrando uno sguardo di piena consapevolezza a Mira. «Oh si, il caro Serpeverde dal fascino nordico non potrà resistere alle tentazioni della dolce e frivola Tassorosso.» Resse il mento su una mano alzando rapidamente le sopracciglia.

«Andiamo da amici, come ogni altra volta Viska, e non sono frivola!»

«Ovviamente.» La ramata rimase salda nella sua posa allusiva, apposta, per far arrancare la ragazza.

«Beh Mira, direi che dopo le battute sulle conversazioni tra me e Riddle, te la sia cercata.» Aggiunse Arthemisia spalleggiando di proposito la Corvonero.

«Ve lo concedo solo per questo, peccato tu abbia fatto mille passi indietro ormai. A meno che non ti scusi.» 

Effettivamente aveva riscontrato un briciolo di “miglioramento" durante i dialoghi con il Prefetto, prima del danno di quella giornata s'intende.

Non le erano andate del tutto giù le osservazioni che le aveva fatto, per quanto riuscisse ad ammettere di non essersi risparmiata neanche lei, se si fosse scusata sarebbe stato finto.

E Misia non era brava a fingere. Sapeva sviare, omettere certo ma mentire su ciò che realmente pensava non era affatto per lei. 

Glielo si sarebbe letto in faccia.

«Allora, quando si inizia?» Intervenne Lauryn tamburellando il tavolo con le nocche, piuttosto entusiasta nonostante i dubbi iniziali.

«La prossima lezione è giovedì, propongo di metterci all'opera già da domani nelle ore prima di cena!» Ribatté la Tassorosso con gran convinzione, gli occhi nocciola pieni di aspettative.

La rosetta desiderò fortemente che andasse tutto a gonfie vele, deluderle dopo essersi offerte di aiutarla sarebbe stato davvero sconfortante.

«Misia, non pensarlo nemmeno per un attimo.» Viska centrò il bersaglio lasciandola stupita, soprattutto per la serietà utilizzata. «Conosco quel tipo di atteggiamento, testa bassa e mente altrove.»

Non era avvezza ad una “Quiverbat"che non cogliesse l’attimo per fare una battuta, sembrava quasi un'altra persona, più matura.

La Grifondoro deviò lo sguardo sperando di non lasciar trapelare più del dovuto grazie ad esso. Viska doveva essere particolarmente brava ad analizzare le emozioni altrui, le era bastata solo un'occhiata per farla sentire sotto esame.

«Ci proveremo, indipendentemente dal risultato finale e se non dovesse funzionare ci inventeremo dell'altro.» Aggiunse sfiorandole una mano e distendendo le labbra per rassicurarla.

Arthemisia tentò di ricambiare l'espressione, in fondo aveva ragione. Non aveva senso fasciarsi la testa ancora prima di averla sbattuta, sebbene le opzioni propendessero verso una gran capocciata.

«Grazie, a tutte e tre.» Sussurrò così piano che per un attimo temette non l'avessero sentita e si schiarì la voce. «Significa molto per me, davvero.» 

Era passato tanto da quando qualcuno si era deliberatamente offerto di aiutarla senza tornaconto, perché quali ricambi avrebbero ottenuto perdendo delle ore su una materia in cui nemmeno loro eccellevano?

Le ragazze sorrisero all’unisono scambiandosi occhiolini d'intesa, persino Hagrid. Almeno finché la ramata non gli fregò l'ultima ciliegia dal piatto facendolo esasperare, mentre Lauryn la riprese per l'ennesima volta mostrando ancora il disappunto della precedente discussione. Tuttavia sembrava diverso.

Sembrava che l’atmosfera si fosse alleggerita di molti pesi, soprattutto per la rosetta. Avrebbe solo dovuto cercare di ripagare quegli sforzi.

Ed il giorno successivo arrivò.

Erano partite con una certa carica, ognuna di loro con i propri appunti, radunate in biblioteca non avendo il permesso di utilizzare l'aula di Pozioni allo scopo.

«Prima bisogna mescolare Viska, poi si alza la fiamma.» Ripeté per nuovamente Mira, sbuffando di fronte alla caparbietà della Corvonero.

«Ti sto dicendo di averla già sperimentata ed ha funzionato, dannazione Cromwell fidati!»

Lauryn cercava inutilmente di sedare la discussione tra le due, in merito a quale passaggio andasse effettuato prima e dopo, mentre Misia reggeva la testa fra le mani in un principio di resa.

«Sul libro è scritto così, non puoi inventare le procedure!» Proseguì imperterrita la Tassorosso.

«La guida più saggia è l'esperienza, molla quel manuale e dammi retta!»

La bibliotecaria le aveva ammonite per ben due volte da quando avevano cominciato, alla terza Misia era convinta che le avrebbe sbattute fuori a suon di incantesimi.

«Non funzionerà mai.» Mormorò, udita dalle altre sebbene il tono basso. Viska e Mira si acquietarono guardando la Grifondoro sprofondare pigramente sulla sedia amareggiata.

«Misia…» Lauryn le accarezzò una spalla lanciando occhiate minacciose alle due litiganti.

«Non è colpa vostra.» Rispose reggendosi il viso sui gomiti. «Sono io ad essere indietro, inoltre è una materia troppo precisa per me.»

La ramata riprese posto, sporgendosi decisa verso di lei. «Anche Incantesimi richiede precisione, eppure non hai difficoltà.»

«Esatto, non è una questione personale, Misia, sei solo un po' arretrata col programma ma vedrai che passato questo ostacolo sarà tutta in discesa!» La spronò Mira poco dietro, l'espressione dispiaciuta per essersi lasciata andare a quel confronto così animosamente.

La rosetta sospirò accennando un sorriso, tutt’altro che convinta visti recenti risultati. Ormai erano lì sedute da ore e non aveva fatto alcun passo avanti, anzi, ed il giorno successivo avrebbe avuto Pozioni.

L'ennesima esplosione sarebbe stata assicurata con quei prognostici e non voleva assolutamente peggiorare l’idea che il professore doveva essersi fatto di lei, per non parlare di Abraxas.

Se avesse combinato altri pasticci, Mira avrebbe avuto ben poco su cui spendere una buona parola con lui.

«Non capisco come sia successo, ero così certa di aver seguito per filo e per segno gli appunti di Riddle!» Con quello che si erano detti al termine della lezione poi, avrebbe dovuto starsene zitta, del resto aveva ragione. Lui aveva completato perfettamente il preparato, accusarlo di errori suoi era stato ingiusto.

Forse era stata seriamente tanto sovrappensiero da dimenticare di scrivere qualche passaggio, non era da escludere.

Lauryn le strinse lievemente il polso, abbassandosi appena per guardarla in viso. «Capita a tutti di sbagliare, non farne un simile dramma. Anche riconoscere i propri limiti è una virtù ma solo per poterli abbattere.»

La rosetta incontrò gli sguardi affettuosi delle amiche ricambiandoli alla meglio. Nonostante convenisse con loro avvertì l'ansia crescere dentro di sé man mano che realizzava l’incombere della lezione.

Non voleva ripetere quell'episodio. Non voleva partire con una media insufficiente.

Non poteva presentarsi a lezione.

 


 

Quella stessa notte continuò a rigirarsi nel letto, impossibilitata a trovare una posizione comoda in cui dormire, oppure erano tutti quei pensieri frastagliati a rubarle il sonno.

Non posso credere di averci anche solo sperato.

Voltata verso la teca di Richie, il suo serpente sonnecchiava tranquillo nascosto nel tronco cavo, pacifico e indisturbato.

Ripensò alle considerazioni delle compagne di stanza, ai commenti di Cutter e persino alle affermazioni di Riddle e Falloak.

Sembrava che avessero costruito dei copioni in base alla casata di appartenenza, come se essa li distinguesse in meritevoli e non, in bianco e in nero.

Non le erano mai andati a genio quei criteri di definizione, troppo poveri per racchiudere la complessità di ogni singola personalità.

Ed erano passate solo quasi tre settimane dal suo arrivo.

Si sedette di colpo scostando le coperte e sospirando, non sarebbe riuscita a chiudere occhio in quelle condizioni.

Si guardò intorno, le compagne dormivano e non vi erano suoni oltre al tenue russare di qualcuna.

Rapidamente scese dal letto, cambiando i vestiti con la divisa e ravvedendo bene dal fare rumore. Era un’idea sciocca e rischiosa ma se non si fosse schiarita un po' le idee avrebbe passato l'intera notte insonne.

A passo felpato sgattaiolò fuori dal dormitorio verso la Sala Comune, fortunatamente vuota, attraversandola fino all'ingresso. Si assicurò che nessuno fosse nei paraggi prima di varcare la porta, timorosa di veder spuntare improvvisamente Alan ed essere colta sul fatto.

Preso un bel respiro s'incamminò in punta di piedi, stringendosi nelle spalle. Non sapeva nemmeno dove dirigersi ma non rallentò il passo.

Attraversò un corridoio, poi un altro, salì un paio di volte le scale e giunse vicino alla Torre di Astronomia. 

L'intenzione principale era stata quella di raggiungere i cortili ma sapeva che avrebbe certamente incontrato qualcuno. I Prefetti, o peggio ancora i Caposcuola, dovevano essere ancora di ronda. Non desiderava affatto scoprire quali sarebbero stati i provvedimenti di una passeggiata notturna.

Farei meglio a tornare indietro finché posso.

Pensò adocchiando le scale, tuttavia la torre sembrava avvolta nel silenzio più totale. Forse poteva giusto dare una sbirciata al cielo stellato, tanto decantato dalle amiche Corvonero e che ancora non aveva avuto occasione di ammirare visto l'inizio tardivo del corso di Astronomia.

Restare ferma tra i corridoio era assai più imprudente, dunque si accinse a salire le ultime rampe di scale sboccando direttamente nella torre.

Artemisia osservò a bocca aperta l’estetica semplice ed allo stesso tempo particolareggiata dell' ambiente. Al centro del pavimento due massicci globi planetari si ergevano l'uno di fronte all'altro, in verticale. Qua e là erano posizionati i telescopi per le lezioni, affiancati da vari leggii il cui solo scopo doveva essere quello di reggere le carte astrologiche. Era divenuta impellente di incominciare il corso se quelle erano le aspettative, dopotutto era sempre stata affascinata dall’ infinità che si ergeva al di là dei loro occhi, dove nessuno sguardo poteva giungere senza l'aiuto di specifici apparecchi.

Si avvicinò alla ringhiera, appoggiandosi timidamente e sollevando il viso. Minuscoli puntini luminosi costellavano l’oscurità della notte, rendendola meno spaventosa. 

La vista rasserenò il suo animo donandole quel momento di pace di cui proprio necessitava e socchiuse le palpebre, mentre la fresca brezza serale le scompigliò un poco i ciuffi della frangia.

Ebbe giusto il tempo di lasciarsi andare ad un sospiro liberatorio che il suono distinto di passi echeggiò fra le sue orecchie, facendola girare di scatto. Nell’azione urtò il leggio accanto che cadde a terra in un pesante tonfo assordante, e quasi sussultò.

L'andamento sconosciuto aumentò vertiginosamente, costringendola a cercare un qualunque riparo e dovette optare per il globo planetario incastonato a terra, accovacciandosi dietro ad esso. 

Maledizione Misia, una cosa buona la sai fare per una dannatissimo volta?

Era ovvio che chiunque fosse l’avesse sentita, più che sentita, e quel nascondiglio era pressoché inutile. L'avrebbero trovata e sarebbe di nuovo finita in punizione, magari una addirittura peggiore del weekend in biblioteca.

Calma, devi stare calma.

Ripeté a se stessa cercando di controllare il respiro affannato ma l’attesa dell'imminente comparsa di un Prefetto, Caposcuola o professore era estenuante.

I passi si fermarono dopo essersi fatti assai vicini, segno che fossero arrivati a destinazione. Doveva trovarsi sulla soglia.

«Chi è là?» Una voce femminile e sottile, tentata di apparire accusatoria, fece distendere ogni nervo teso della Grifondoro non appena l'ebbe riconosciuta.

«Ti avviso Quiverbat, se esci adesso e fili nel tuo dormitorio chiuderò un occhio.»

Misia si resse meglio sulle gambe per darsi la giusta spinta ed alzarsi, così da uscire allo scoperto e rendersi nota alla studentessa. 

«Misia?» La Tassorosso boccheggiò sorpresa realizzando chi aveva di fronte e la rosetta sorrise imbarazzata arrancando delle scuse.

«Che ci fai qui? Ti rendi conto che sia l'una inoltrata?» La riprese avvicinandosi, tenendo il tono basso per non attirare altre grane.

«E che tocchi a noi Tassorosso e Serpeverde fare la ronda stanotte? Se non ti avessi trovata io-»

«Lo so, Mira scusami.» La interruppe ponendo in avanti le mani per tentare di tranquillizzarla. «Non mi sentivo benissimo e ho pensato che una boccata d'aria potesse aiutare.»

Alla confessione gli occhi vispi della brunetta si accesero di sincera preoccupazione. «È successo qualcosa?» Domandò indagando l’espressione dell'amica per una risposta.

Arthemisia negò con il capo scostando lo sguardo verso le colonne della torre. «Sono solo stupidi pensieri.» farfugliò, indecisa su come spiegarsi.

«Non sono stupidi se hai sentito il bisogno di isolarti.»

La rosetta incatenò le iridi a quelle di Mira per un breve attimo, colpita dall’affermazione uscita dalle sua labbra con una tale facilità.

Picchiettò le nocche sugli anelli del planetario, mordicchiandosi l'interno di una guancia prima di ritrovare le parole. «Non posso sbagliare Mira, so che siamo solo all'inizio ma non posso permettermelo.»

«Non stai sbagliando, forse oggi non è andata benissimo lo ammetto ma ci riusciremo e ti rimetterai in pari col programma!» Le acchiappò le mani stringendole delicatamente, atta ad infonderle un po' della sua sicurezza.

«Non posso chiedervi di passare ogni ora libera ad aiutarmi, non è una materia semplice neanche per voi e dovrete prepararvi per gli esa-»

«Non hai chiesto niente Misia, lo abbiamo scelto noi.» Continuò aumentando la presa, costringendola a non sviare lo sguardo. «Perché ci stai simpatica e teniamo al tuo successo.» Concluse annuendo per sottolineare il concetto, nonostante alla Grifondoro paresse troppo assurdo.

Mira non stava mentendo, era chiaro. Eppure una fitta strana le accalappiò il petto a quella frase.

«Ci conosciamo da sole tre settimane, come puoi essere così convinta che io ti piaccia?»

La Tassorosso arricciò il naso scuotendo il viso ambo i lati come a voler scacciare i dubbi posti dalla ragazza. «Che importanza ha? Non sempre servono anni per legarsi a qualcuno, a volte basta un'occasione, altre una chiacchierata.» Ammise sorridendo, sembrava che per lei fosse tutto molto irrilevante.

Arthemisia fissò intensamente i suoi cerchi castani ricolmi di dolcezza, erano parsi secoli dall’ultima volta che aveva incontrato una limpidezza simile, nel pensiero e nell'intenzione, di una persona. L'ultima forse era stata sua madre, lei si che aveva passato anni a rammentarle di avere fiducia, che tutto si sarebbe sistemato.

«Credi che il mio rapporto con Lauryn e Viska fosse così aperto già da prima? Assolutamente no.» Riprese quasi ridendo a se stessa. «Le conoscevo, certo ma le ho realmente conosciute più in queste tre settimane con te che negli scorsi quattro anni.»

La rosetta si addolcì, contagiata dalle emozioni dell'amica al punto di ricambiare la stretta.

«Ed è stato possibile perché tu hai creato l’opportunità, in qualche modo.» Mira avanzò maggiormente, assai coinvolta dalle sue esternazioni ed Arthemisia contraccambiò il sorriso.

Le sue speranze sembravano non essere state vane, aveva davvero trovato un'amica se non più di una. Magari Hogwarts sarebbe diventata la vera possibilità per ricominciare e lasciarsi Ilvermorny alle spalle. «Potrei non presentarmi a Pozioni domani, ne sei consapevole?»

La brunetta scrollò le spalle con indifferenza come se nemmeno apparisse un problema. «Lo sospettavo già ma non importa, ci prepareremo meglio per la prossima durante il weekend.» E ridacchiarono all'unisono, dondolando le braccia ancora salde in quella stretta.

«Sono felice che questo anno sia incominciato diversamente e sono convinta che ci divertiremo!» Proseguì, ricordando poi il tardo orario ed il compito che doveva terminare di svolgere.

«Adesso però fila a letto o sarò costretta a sottrarle punti, signorina Lux.»

«Ai suoi ordini, generoso Prefetto, non mi lascerò sfuggire questa sua nobiltà d'animo.»

Mira sollevò un ciglio ammiccando altezzosa, prima di accompagnarla giù dalla torre in cauto silenzio. Stava pur sempre violando le regole del resto.

«Ci vediamo in pausa pranzo allora, buonanotte.»

Si congedò dalla Grifondoro tornando all'opera col giro del castello, mentre Arthemisia fece retromarcia verso gli alloggi il più in fretta possibile. 

Era stata già eccessivamente fortunata di aver incontrato lei e non il Caposcuola, o addirittura Tom Riddle. Non sarebbero stati altrettanto magnanimi a confronto e non conveniva sfidare ulteriormente la sorte.

La Sala Comune era ancora vuota, i dormitori rimasti inviolati. Nessuno si era accorto della sua assenza.

Questa fortuna la ripagherò con gli interessi.

Si risistemò tra le calde coperte dopo essersi svestita, la testa finalmente sgombra dai cupi pensieri adagiandola sul cuscino. 

Era stata proprio ciò cui aveva bisogno, quella chiacchierata. Non la pace della solitudine ma un’onesta conversazione amichevole.

Magari più avanti sarebbe persino riuscita a toccare i tasti dolenti di Ilvermorny con loro, magari avrebbe potuto aprire nuovamente le porte dei dubbi che nutriva dentro, fidandosi.

Che sua madre avesse avuto ragione? Si sarebbe risolto tutto prima o poi?

Poteva solo che crederci ciecamente, al fine da renderlo reale.

  
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