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Autore: fefi97    04/08/2021    4 recensioni
[sterek; hp AU; auror sterek; Stiles serpeverde, Derek tassorosso; Derek licantropo]
-Fammi capire. Secondo Argent il tuo... lupo interiore ha trovato il suo compagno. Il suo compagno per la vita. E sta facendo il pazzo per emergere e trovare il suo compagno, marchiarlo e stare con lui per sempre. E più reprimi il tuo lupo interiore più questo fa il pazzo scatenando in te la tua parte animale, spingendoti a comportamenti violenti e strani? -
Derek fece una smorfia, ma non lo contraddisse.
Sapeva che Stiles sarebbe scoppiato a ridere prima o poi, ma questo non gli impedì di trucidarlo con lo sguardo.
-Oh mio Dio! Il tuo lupo è un piccolo ribelle! - ghignò – Sono sicuro che sia un serpeverde. E che mi adora perché riconosce in me un suo pari. -
Questo spiegherebbe molte cose, pensò Derek amaramente.
ps: leggete le note!
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU, Cross-over, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12

 

Ricatto

 

 

Derek si mosse nervosamente sulla propria sedia, senza staccare lo sguardo da quello annoiato di Argent.

-Signore – cominciò, esitante – Spero che non la prenda male, non voglio insinuare alcuna condotta niente meno che professionale da parte sua, ho il massimo rispetto del suo giudizio e la mia stima nei suoi confronti è infinita, ma mi sembra che lei mi stia...ricattando. -

-Sono molto offeso, Hale – commentò Argent, versandosi serafico una tazza di tè.

Derek non trattenne un sospiro di sollievo.

-Lo so, Signore, mi perdoni. È così sciocco da parte mia pensare...

-Certo che ti sto ricattando, pensavo fosse piuttosto ovvio – lo interruppe Argent, in tono disinteressato.

Derek rimase a bocca aperta, fissando il suo capo come se non fosse vero.

-Non sono sicuro che lei possa farlo – commentò infine Derek, incerto – Sono abbastanza sicuro che potrei denunciarla. -

Argent si strinse nelle spalle, senza guardarlo.

-Sicuramente puoi farlo – lo inchiodò con uno sguardo che fece tremare la spina dorsale di Derek – Ma in quel caso penso che tu possa scordarti i tuoi due ragazzini nati babbani.-

Derek spalancò la bocca, inorridito.

-Oh mio Dio, lei è orribile – sussurrò, ritirandosi un po' sulla sua sedia.

Argent sospirò.

-E tu un ottuso tassorosso. Coraggio Hale, Stilinski non ha fatto tutte queste storie. -

Okay, adesso Derek era ufficialmente sconvolto.

-Lei ne ha parlato con Stiles? -

-Certo. E temo di doverti informare che è stato molto più cooperativo di te. -

-Beh, certo, lo zio da pugnalare alle spalle è il mio! - sbottò Derek, senza riuscire a trattenersi.

Argent gli rivolse un'occhiata torbida.

-Voglio solo parlare con lui. Niente di male.-

Derek scosse la testa, cercando di mantenere la calma.

-Con tutto il rispetto, Signore, ma penso che ci sia un motivo se non ha sue notizie da ventitré anni. Non credo che voglia vederla o ascoltare quello che ha da dire. -

Gli occhi di Argent adesso fiammeggiavano.

-Beh, sfortunatamente per lui, dovrà vedermi. E dovrà ascoltare. E tu mi aiuterai Hale, oppure i tuoi due ragazzini finiranno in qualche orfanotrofio sperduto. Sai che tu e Stilinski non potreste mai ottenere la custodia senza il mio aiuto. -

-Non posso credere che Stiles abbia acconsentito a questo ricatto! È inaudito! - protestò Derek, la voce un po' acuta.

Argent fece una smorfia.

-In realtà Stilinski sembrava piuttosto elettrizzato all'idea di... parole sue, non mie...di riunire la coppia. Ha cominciato a blaterare di qualcosa che mi pare si chiami “le pagine della nostra vita”, ma ho smesso di ascoltare.-

-Stiles è un idiota – proclamò Derek, cupo.

Argent roteò gli occhi.

-E su questo siamo tutti d'accordo – il suo sguardo si fece impaziente – Allora? Mi aiuterai? -

Derek si morse il labbro. Sapeva già in cuor suo la decisione che aveva preso e questo lo faceva sentire una persona orribile.

-Mi assicura che se la faccio incontrare con mio zio, lei poi ci aiuterà ad avere Mike e Maggie? -

Argent si sporse sulla scrivania, la mano tesa.

-Hai la mia parola, Hale. -

Derek strinse mesto la sua mano, chiedendosi se è così che ci si sentiva dopo aver fatto un patto con il diavolo.

 

 

-Oh, andiamo. Mi terrai il broncio ancora per molto? -

Derek continuò a guidare in silenzio, il suo broncio ancora saldo al suo posto.

Stiles sospirò, stiracchiandosi sul sedile del passeggero. Non sembrava attraversato dal benché minimo rimorso e questo, se possibile, fece aumentare l'irritazione di Derek.

-Non ci ha chiesto di drogare tuo zio e chiuderlo in una cantina piena di ratti feroci. Vuole solo parlare – insistette Stiles, la testa inclinata all'indietro per mantenere la sua bacchetta sul naso. Derek gliela avrebbe volentieri infilata in un occhio. O peggio.

-Argent ha abbandonato mio zio, gli ha spezzato il cuore e lo ha reso un alcolizzato senza spirito di conservazione. Ed era il suo compagno, Peter avrebbe potuto benissimo impazzire. Quindi, perdonami, ma non sono esattamente elettrizzato all'idea che si rivedano. -

-So che sei preoccupato per tuo zio – mormorò Stiles, la voce dolce e comprensiva, e Derek si odiò per l'immediato senso di tranquillità che lo invase – E, sì, Argent si è comportato di merda, ma adesso vuole rimediare, no? E poi, non voglio difenderlo, ma Argent non sapeva nulla della faccenda dei compagni. Tuo zio non glielo ha mai detto. -

-Perché ha messo incinta una tizia e l'ha sposata! - esclamò Derek, arrabbiato.

-Lo so. Dico solo che nemmeno tuo zio è stato particolarmente trasparente, cosa che immagino sia ereditaria – replicò Stiles e adesso il suo tono era un po' seccato.

Derek gli lanciò una rapida occhiata e sentì il suo sguardo ammorbidirsi subito quando incontrò quello turbato di Stiles. Gli posò una mano sul ginocchio, accarezzandogli delicato una rotula.

-Mi dispiace. Peter avrebbe dovuto dire subito la verità ad Argent. E io avrei dovuto dirla a te. -

Stiles lo guardò e Derek si sciolse quando gli sorrise. Posò una mano su quella di Derek, intrecciando le loro dita.

-Perdonato, stupido lupo. E sono sicuro che anche Argent e Peter faranno pace, vedrai. -

Derek sospirò, ritornando di umore cupo.

-A meno che non si uccidano prima. -

Stiles rise e il suono riuscì almeno in parte a rilassare Derek.

-Non essere drammatico, Sourpuff. Andrà tutto bene. Argent avrà Peter e noi avremo Mike e Maggie. E saremo tutti felici. -

Derek sbuffò, ma non lo contraddisse. Poteva solo sperare che sarebbe stato tutto così semplice.

 

 

Quando arrivarono a casa di Peter, Pinkie li accolse come al solito.

-Padroncino Derek, padroncino Stiles. I bambini aspettare voi.-

In effetti, aveva appena chiuso la porta dietro di loro, che Mike e Maggie gli corsero incontro, quasi travolgendo l'elfa.

Stiles si issò Mike in braccio, mentre Derek trasse brevemente Maggie a sé, baciandole i ricci ribelli.

-Stiamo andando a casa? - domandò Maggie, speranzosa.

-Abbiamo già preparato le valigie – li informò Mike, stretto con forza al collo di Stiles.

Il serpeverde ridacchiò, facendo scontrare il naso con quello del bambino e facendo innamorare Derek giusto un pochino di più.

-Impazienti, vero? Comunque, sì, andiamo a casa.-

-Forse – aggiunse precipitosamente Derek, ma ormai il danno era fatto.

Mike gli si buttò addosso con un gridolino, mentre Maggie abbracciava Stiles, senza dire nulla.

Derek cercò di guardare male Stiles da sopra la testa di Mike, ma non riusciva ad avercela con lui, non quando Stiles sembrava risplendere di felicità. Derek si ritrovò a sorridere, suo malgrado.

-Dobbiamo prima risolvere una faccenda – precisò comunque, aggiustando la presa su Mike e guardando seriamente lui e Maggie.

-Che faccenda? - chiese subito Maggie, appoggiandosi a Stiles, ma senza staccare gli occhi da Derek – Ancora i mangiamorte? -

Derek scosse con decisione la testa.

-No. Abbiamo risolto il caso e loro sono sotto processo, strettamente sorvegliati. Non possono più fare del male a nessuno. -

-Pinkie, Peter è in casa? - intervenne Stiles, in tono gentile.

L'elfa spalancò gli occhi sporgenti e Derek era sicuro che fosse la sua tattica per non alzarli al cielo.

-Sì, Padroncino Stiles. È di sopra. Pinkie pensa che non sia...

-Solo. Sì, immaginiamo – la interruppe Derek, chiedendosi cosa avesse fatto di male nella sua vita. Lanciò un'occhiata a Mike e a Maggie, pieno di disapprovazione.

-Potresti credere che non porti i suoi amanti a casa mentre deve badare a due bambini, e invece... -borbottò verso Stiles, che trattenne a stento una risata.

-Che sta succedendo? - li incalzò Maggie, spazientita.

-Dobbiamo parlare con Peter. Da soli – le spiegò Stiles, posandole una mano sulla spalla – Quindi sarebbe meglio se tu e Mike usciste per qualche ora con Pinkie – sorrise all'elfa – Se Pinkie può, naturalmente. -

Pinkie gonfiò il petto, orgogliosa come ogni volta che doveva assolvere un compito.

-Pinkie è onorata di badare alla signorina Maggie e al signorino Mike, padroncino Stiles. Pinkie li proteggerà a costo della sua stessa vita. -

-Non credo che sarà necessario, Pinkie – commentò Derek, posando con gentilezza Mike per terra – Portali a prendere un gelato a Diagon Alley, va bene? -

Mike emise un gridolino contento, ma Maggie continuò a soppesare con sospetto i due adulti, le braccia incrociate al petto.

-Perché non possiamo rimanere qui? -

Perché qui sarà un lago di sangue tra qualche minuto, pensò Derek, disperato.

-Perché dobbiamo parlare di cose da adulti – rispose invece, forse un po' troppo brusco.

-Quindi cose noiosissime – tradusse Stiles con un occhiolino, facendo ridere Mike e inducendo persino un piccolo sorriso sulle labbra di Maggie.

-Ma poi andiamo a casa? - insistette la ragazza, gli occhi puntati su Derek.

-Sì, Maggie, poi... - cominciò Stiles, ma Maggie lo interruppe toccandogli il braccio.

-Voglio che lo dica Derek – disse, con tono di sfida, anche se le tremava un po' il mento.

Derek sentì il proprio cuore scricchiolare. Si inginocchiò davanti a lei, guardandola seriamente negli occhi, lasciando che il suo sguardo fosse aperto e vulnerabile come lo era solo per Stiles.

-Poi andiamo a casa, Maggie. -

Maggie lo soppesò per alcuni istanti, poi, lentamente, annuì.

-Va bene – si rivolse al fratello, che era già attaccato alla mano di Pinkie, evidentemente già sognando la sua coppa di gelato – Andiamo, Mike.-

Stiles e Derek salutarono i due bambini con un sorriso, sorriso che si trasformò subito in una smorfia di orrore non appena rimasero da soli in casa.

-Quando ha detto che sarebbe arrivato Argent? -

Derek diede un'occhiata all'orologio al suo polso e imprecò.

-Tra dieci minuti. E quell'idiota di mio zio sta scopando con qualcuno al piano di sopra. Ottimo inizio per una riconciliazione serena. -

-Va bene, niente panico – esclamò Stiles, con una luce eccitata negli occhi che fece sprofondare Derek ancora di più nel panico – Andrà tutto bene. Tu vai di sopra e fai in modo che tuo zio...ehm, si liberi del suo ospite...-

-Perché io? - protestò subito Derek, disperato.

Stiles inarcò un sopracciglio.

-Non penso che tu voglia che veda nudo tuo zio. La nostra vita sessuale potrebbe risentirne in modo permanente. -

Derek grugnì, chiedendosi perché aveva dovuto innamorarsi di un idiota totale.

-Quindi, tu ti occupi di tuo zio. Io... - Stiles si diede un'occhiata intorno, indugiando con lo sguardo sulla decina di bottiglie mezze vuote che giacevano sul tavolino del soggiorno – Io bonifico l'ambiente. E magari metto qualche candela. -

Derek lo fulminò.

-Niente candele. Non vogliamo che si diano fuoco, giusto? -

Stiles mise il broncio.

-Beh, allora qualche petalo di rosa, un po' di musica...-

-Stiles. -

Il serpeverde sbuffò.

-Va bene! Mi libererò solo delle bottiglie, contento? -

-Neanche un po' – replicò Derek, cominciando ad avviarsi al piano di sopra con l'aria di un condannato a morte.

Circa cinque minuti dopo fece ritorno in soggiorno con un recalcitrante e scontento Peter al seguito.

-Insomma, si può sapere cosa succede? Avevo un ospite, se non ve ne siete accorti – si lagnò, tirando nervosamente i lembi della sua vestaglia, che lasciava scoperta decisamente più pelle di quanta mettesse a suo agio Derek.

-Me ne sono accorto. Ho visto più parti anatomiche del tuo ospite in due secondi, che del mio fidanzato in due settimane – brontolò Derek, sfregandosi con forza gli occhi, come se potesse cancellare anche le immagini che avevano dovuto vedere.

-Ora sono geloso – cinguettò Stiles, facendosi loro incontro.

Peter lo salutò con un buffetto distratto sui capelli, mentre i suoi occhi azzurri vagavano per la stanza.

-Dove sono gli orfani? E Pinkie? -

-Pinkie li ha portati a Diagon Alley – rispose Derek, dando un'occhiata al suo orologio.

Conoscendo la puntualità di Argent, avevano all'incirca due minuti di tempo.

Lanciò uno sguardo a suo zio e gemette quando vide l'ombra violacea di un grosso succhiotto fare bella mostra di sé sulla sua gola.

-Non puoi vestirti? Con una sciarpa magari?-

Peter lo guardò perplesso.

-Ma cosa sta succedendo? - i suoi occhi si posarono sul tavolino sgombro e si riempirono di orrore – E dov'è il mio alcol?! -

-Lo riavrai a tempo debito – promise Stiles, avendo la decenza di sembrare un po' imbarazzato.

Peter li fulminò.

-Si può sapere che vi prende? Piombate qui senza preavviso, rapite gli orfani e la mia elfa domestica, costringete un ragazzo incantevole a smaterializzarsi senza nemmeno dargli il tempo di rivestirsi e, cosa più grave di tutte, nascondete l'alcol! -

Derek e Stiles si scambiarono uno sguardo.

-Okay, non c'è un modo delicato per dirlo – Stiles sospirò profondamente, puntando gli occhi in quelli di Peter – Argent sta venendo qui. -

Per un attimo Peter non ebbe nessuna reazione. Poi i suoi occhi diventarono di un azzurro elettrico e il suo petto rimbombò con un ringhio minaccioso. Derek si affrettò a mettersi davanti a Stiles. Se suo zio doveva perdere il controllo, preferiva decisamente che lo facesse con un altro lupo, non con il suo compagno umano.

-No – ringhiò Peter, adesso guardando Derek.

Derek lasciò che i propri occhi si illuminassero di giallo. Era un piccolo avvertimento allo zio: sono pronto a liberare il lupo, se mi costringi.

-Sì. Vuole parlarti. E tu lo ascolterai. -

-Derek, tesoro... - cominciò Stiles, cercando di sgusciare da dietro di lui, ma Derek lo trattenne parandogli un braccio davanti, un blando ringhio nella sua gola.

Stiles sospirò, ma capì l'antifona e rimase dietro Derek.

-Stavo solo cercando di suggerire un approccio diverso, ma vedo che voi ragazzi siete entrati nella modalità mannara. -

-Non voglio vedere quello stronzo! Come cazzo vi è venuto in mente di dirgli dove abito! - latrò Peter, decisamente furioso.

-Vuole solo parlarti – rispose Stiles, la voce gentile e accomodante, anche se Derek continuava a mantenersi teso e sulla difensiva – Non devi perdonarlo o altro, solo ascoltarlo. Per favore. Non ci aiuterà a ottenere l'affidamento di Mike e Maggie se non lo fai. -

Peter aprì la bocca, furibondo, ma in quel momento qualcuno bussò alla porta, un suono deciso e secco. Sia Derek che Stiles puntarono gli occhi su Peter.

Il lupo li guardò con odio, poi grugnì.

-Bene. Ma lo faccio solo per gli orfani, tanto per cambiare. -

-Grazie – sillabò Stiles, pieno di sollievo.

Derek si mosse per aprire la porta, tenendo d'occhio lo zio nel processo.

-Ti prego, non azzannarlo. È il mio capo – gli sussurrò, precipitoso.

Peter fece schioccare le zanne, il che non era proprio una risposta rassicurante, ma ormai non c'era più tempo.

Derek aprì la porta, veloce come se dovesse strappare un cerotto. Argent lo guardò a malapena, i suoi occhi cercarono e trovarono subito Peter, che si manteneva un po' discostato, gli occhi ancora di un azzurro innaturale e le braccia incrociate sulla vestaglia.

-Peter – disse Argent dopo un tempo che sembrò infinito, la voce monotona come al solito, il viso che non esprimeva alcuna emozione tangibile.

-Chris – rispose con calma Peter, quasi affabile.

Stiles e Derek si scambiarono uno sguardo.

Chris squadrò Peter da capo a piedi.

-Ti colgo in un brutto momento? -

-In effetti, sì – replicò Peter, casuale, guardandosi con fare distratto le unghie – Ma il tuo tempismo ha sempre fatto schifo, per cui non preoccuparti troppo. -

La mascella di Argent si tese così tanto che avrebbe potuto spezzarsi da un momento all'altro.

-Okay – proclamò Derek con forza, afferrando Stiles per un polso e cominciando a trascinarlo verso la cucina – Vi lasciamo un po' di privacy. Siamo di là se... – se cercate di uccidervi – …se avete bisogno di noi. -

Proprio in quel momento Peter decise di informare Argent sulle dimensioni del suo amante e di elogiarne la straordinaria resistenza (“una vera novità dopo di te, Chris. Il tuo record era due minuti, vero?”), per cui Derek accelerò il passo, trascinandosi dietro un ridacchiante Stiles.

 

 

Derek cominciava a pensare che non sarebbero mai più usciti da quella cucina. Erano passate due ore e i toni nel soggiorno non si erano affatto calmati, anzi.

-...SE TU ME LO AVESSI DETTO...-

-...SE TU NON AVESSI MESSO INCINTA QUELLA STRONZA CHE TUO PADRE VOLEVA TANTO CHE FREQUENTASSI...-

-...È STATO UN INCIDENTE, ERO UBRIACO! DOVEVO PRENDERMI LE MIE RESPONSABILITÀ CON LA BAMBINA...-

-...OH, FOTTITI, CHRIS. SEI SOLO UNO STRONZO! -

Poi le urla smisero all'improvviso e per cinque minuti buoni si sentirono solo rumori di vetri rotti, il che non era propriamente rassicurante.

-Si stanno uccidendo – gemette Derek, la testa tra le mani, i gomiti affondati sul tavolo.

-Non essere drammatico – disse con leggerezza Stiles, l'orecchio premuto contro la porta. Derek lo avrebbe sbranato prima del tramonto – Hanno pure smesso di lanciarsi addosso oggetti. -

In effetti, nel giro di qualche secondo ripresero a urlare, anche se Derek non lo considerava necessariamente un miglioramento.

-Te ne sei fregato di me per tutti questi anni e adesso stai qui, a guardarmi come se ti dovessi qualcosa! Io non ti devo niente, Chris!-

-Ti ho cercato! - ruggì Argent e Derek non lo aveva mai sentito alzare la voce in quel modo prima d'ora – Nell'esatto momento in cui ho firmato le carte per il dannato divorzio, ti ho cercato! Volevo scusarmi, volevo...-

-Cosa? - tuonò Peter, il tono pericoloso – Cosa volevi? Un'ultima scopata?-

-Te! Volevo te, idiota! Perché...sei sempre stato...il solo per cui...e in tutti questi anni... - Argent diede in un suono frustrato e Derek poteva quasi immaginarselo fare avanti e indietro come un leone in gabbia – Devi proprio farmelo dire? -

-Sì – rispose Peter, implacabile.

-Bene! - ringhiò quasi Argent, il tono colmo d'odio – Ti amo. Ti amo, sei contento ora, stronzo narcisista? Ti ho sempre amato, Dio solo sa perché. Pensavo che mi sarebbe passata con il tempo, che era solo uno sciocco amore da ragazzini, che avrei amato Victoria come amavo te, che sarei riuscito ad amarla come amo Allison, ma non è così, perché tu... cazzo, tu eri sempre piantato lì nella mia mente e non riuscivo a fare niente, assolutamente niente, senza averti nei miei pensieri. -

Dopo le parole di Argent calò un silenzio denso e innaturale. Derek sollevò la testa, incrociando lo sguardo teso di Stiles.

-È stato doloroso? - domandò poi Peter, in tono disinteressato – Vivere senza di me per tutti questi anni? -

-Una tortura – rispose Argent, un po' spezzato – Mi sentivo lacerato. Incompleto. Ogni santo giorno. Ora so perché. Sono il tuo compagno. -

Derek non poté fare a meno di accogliere con sorpresa le parole di Argent. In tutti gli anni che aveva lavorato nel suo dipartimento, non una sola volta gli era sembrato che stesse combattendo contro qualche demone. Ma in fondo Argent era un serpeverde. Lanciò un'occhiata a Stiles. I serpeverde erano bravi a nascondere i loro sentimenti, purtroppo.

-Già. Una tortura. E sei umano – commentò Peter, sprezzante – Quindi puoi immaginare che per me sia stato dieci volte peggio di quello che è stato per te. -

I toni adesso si erano drasticamente abbassati e Derek fu costretto a raggiungere Stiles davanti alla porta per continuare a origliare la conversazione.

-Mi dispiace – disse Argent ed era sincero, lo avrebbe capito anche un essere umano qualunque – Mi dispiace, Peter. -

-Davvero mi hai cercato? - domandò Peter, con un tono diverso, quasi sommesso.

Argent sospirò. Derek sentì rumore di passi, poi un fruscio lieve.

-Ho divorziato da Victoria quindici anni fa, quando mi è stato chiaro che nessuno avrebbe mai potuto prendere il tuo posto. E da allora non ho smesso di cercarti. -

-Sei proprio un bastardo – ringhiò Peter – Ti odio, cazzo. Odio te e la tua stupida faccia impassibile e perfetta. Odio la tua famiglia per averci separato e odio te per averlo permesso. Ti odio perché dopo la morte di mia sorella avevo bisogno di te e tu non c'eri.-

Si sentì un forte stridio, come se le gambe del tavolino avessero slittato sul pavimento.

-Adesso sono qui. Mi odi ancora? - domandò Argent, il suo tono strano, un po' affannato.

La risposta di Peter andò perduta, ricoperta da improvvisi e forti rumori. Stiles trasalì un po' all'inconfondibile rumore del legno che si spezza. Lanciò uno sguardo a metà tra l'allucinato e il divertito a Derek, che lo ricambiò di malavoglia.

-Stanno... -

-Sì – grugnì Derek, chiudendo gli occhi quando sentì un inconfondibile gemito, emesso dall'inconfondibile voce di suo zio.

-Con noi qui dentro? - domandò Stiles, le labbra che tremavano nel palese tentativo di trattenere una risata.

Derek lo odiava.

-Puoi almeno fare finta di non trovarlo divertente?- sbottò seccato, andando di nuovo a sedersi al tavolo, coprendosi le orecchie con le mani.

Purtroppo l'udito di un licantropo funzionava fin troppo bene e Derek continuò a sentire ogni gemito e ogni imprecazione soffocata. Il fatto che continuassero a esserci rumori di oggetti rotti rendeva il tutto solo più inquietante. Il suono cristallino della risata di Stiles non migliorò per nulla il suo umore.

-Oh, ti prego, promettimi che risolveremo anche noi i nostri litigi scopando selvaggiamente e distruggendo mobili – ansimò, lasciandosi cadere sulla sedia accanto a quella di Derek – È così romantico. -

Derek sollevò la testa per lanciargli un'occhiataccia, ma era difficile rimanere furioso con Stiles quando l'altro sorrideva a non finire e aveva gli occhi lucidi e increspati ai lati. Seguendo il suo istinto, si sporse e catturò le sue labbra in un bacio dolce e profondo. Stiles ronzò di contentezza, appendendosi al collo di Derek con inaspettata forza.

-Mh. Stiamo cercando di gareggiare con il nostro capo e tuo zio? - mormorò contro la sua bocca, scoppiando a ridere forte quando Derek si ritrasse di scatto, un'espressione inorridita sul volto.

-Vaffanculo – biascicò, arrossendo mentre Stiles praticamente ululava dal ridere – Ti odio. -

Stiles gli rivolse un'occhiata maliziosa e, anche se lo stava prendendo in giro, Derek non riuscì a impedire la vampata di calore che lo attraversò.

-Scommetto che mi odi proprio come tuo zio odia Argent. -

Prima che Derek potesse replicare, con un movimento fluido, Stiles gli si mise a cavalcioni, allacciandogli di nuovo le braccia intorno al collo. Gli morse il labbro inferiore, facendolo ringhiare piano.

-Perché adesso non scopiamo su questo bel tavolo di legno massiccio finché non lo rompiamo? Non vorrai lasciarli vincere. -

Stiles scoppiò a ridere forte quando Derek lo sollevò di peso, issandolo sul bordo del tavolo e ricoprendolo con la sua mole. Derek schiacciò Stiles contro la superficie e ringhiò, ma il suono uscì in modo giocoso, accordandosi alle risatine del suo compagno.

-Sei una minaccia – brontolò, pieno d'affetto, lasciando un breve bacio sulla bocca ridente dell'altro.

Ignorando il broncio di Stiles, lo tirò su, aiutandolo a sedersi dritto sul tavolo e rimanendo davanti a lui, tra le sue gambe aperte.

-Davvero non stiamo scopando? - domandò, petulante.

Derek inarcò un sopracciglio, proprio mentre dal soggiorno proveniva un boato assordante che fece sobbalzare Stiles.

-No, Stiles. So che sembra assurdo e assolutamente irragionevole da parte mia, ma non stiamo scopando nella cucina di mio zio, mentre sempre mio zio si sta facendo scopare da Chris Argent nella stanza accanto. Perdonami. -

Stiles roteò gli occhi, ma sorrideva.

-Che noia.-

Derek lo guardò un po' male, anche se appoggiò la fronte a quella dell'altro.

-Spero che questo trauma ne valga la pena – mormorò, senza riuscire a nascondere totalmente la propria angoscia.

Lo sguardo di Stiles si fece serio e dolce mentre appoggiava una mano sulla guancia di Derek.

-Sarà così. Avremo Mike e Maggie. Te lo giuro. -

Derek guardò negli occhi castani di Stiles, luminosi e splendenti, e in quel momento di sentì quasi investito da una luce divina, si sentì invincibile e in grado di fare tutto, se solo Stiles avesse continuato a guardarlo in quel modo. Si appoggiò al tocco di Stiles, sentendosi più innamorato che mai del suo compagno, umano, infinitamente più fragile di lui, ma così forte e dolorosamente necessario.

-Sono così felice che il lupo abbia scelto te, non ne hai idea – sussurrò, godendosi la leggera sorpresa che colorò lo sguardo di Stiles.

-Beh, il tuo lupo è un serpeverde – cominciò Stiles, stiracchiando un sorriso. Si sporse leggermente in avanti, catturando le labbra di Derek con le sue.

-E mi ha chiaramente scelto come suo pari – completò in un bisbiglio dolce, prima che Derek lo baciasse di nuovo.

-Anche se non ti avesse scelto, non avrebbe avuto importanza – sussurrò Derek sulla sua bocca – Io mi sarei innamorato di te in ogni caso. -

Stiles arrossì ed era uno spettacolo così raro e così bello, che Derek non resistette a baciarlo un'altra volta.

 

 

 

 

Argent li squadrò malissimo non appena misero piede in tribunale.

-Siete in ritardo. Già partiamo male. -

Derek diede un'occhiata al proprio orologio.

-Avevamo appuntamento alle quattro. Sono le quattro e un minuto. -

Argent alzò seccato gli occhi al cielo.

-Ogni minuto è prezioso. Dobbiamo ripassare la nostra strategia. -

-Pensavo che la nostra strategia fosse rimanere in silenzio e lasciare parlare lei – intervenne Stiles, cercando disperatamente di allargare il nodo della cravatta che gli aveva fatto Derek poco prima.

-Eppure – commentò Argent mortifero, facendo scorrere lentamente gli occhi su Stiles, che praticamente navigava in un completo di Derek – Comincio a temere che non sarà sufficiente. -

-Non avevo abiti eleganti – sbottò Stiles, sulla difensiva.

-La scelta era tra i miei vestiti e camicie a scacchi, Signore – confermò Derek.

Argent roteò di nuovo gli occhi, provocando un preoccupato scambio di sguardi tra Stiles e Derek.

-Va bene, non importa. Vediamo di sbrigarci. Ho...delle cose di cui occuparmi. -

Derek cercò di mantenere un'espressione composta, anche se si sentiva un po' nauseato all'idea di cosa – di chi – Argent si dovesse occupare. Fece del suo meglio per non guardare troppo il colletto inamidato della camicia del suo capo, dove era piuttosto sicuro si nascondesse un morso ancora fresco. Non sapeva bene come sentirsi all'idea che Peter e Argent fossero legati per la vita. Certo, era felice per suo zio, Derek non lo aveva mai visto sobrio per un lasso di tempo così lungo, ma l'idea di passare ogni Natale seduto accanto ad Argent che lo fulminava mentre gli passava le patate arrosto, gli faceva venire i brividi.

-Che carini – commentò Stiles estasiato, con evidentemente meno spirito di conservazione di Derek – Sembra ieri che Derek mi legava a sé dopo mille paranoie e adesso siamo già surclassati da una nuova coppietta felice. Come vola il tempo quando ci si diverte. -

Derek gli pestò vigorosamente il piede, mentre Argent lo guardava con tutta l'aria di stare per lanciare una maledizione cruciatus.

-Mettiamo in chiaro questa cosa una volta per tutte. Voi due starete fuori dalla mia vita privata – fece una smorfia – Non importa quando possiamo essere... imparentati. -

-Va benissimo per me - si affrettò a dire Derek, pieno di sollievo.

Stiles pareva contrariato, ma Derek gli strinse la mano abbastanza forte da indurlo a tacere.

Argent li soppesò ancora per qualche istante, poi sospirò e gli fece cenno di avvicinarsi. Derek e Stiles obbedirono subito.

-Bene – cominciò Argent a bassa voce, anche erano soli nel grande atrio. Stiles e Derek si strinsero intorno a lui, pendendo dalle sue labbra.

– Mi sono informato sul giudice che ha in carica il caso. -

-Con informato intende...-

Argent fulminò Stiles.

-Che ho racimolato le giuste informazioni per ricattarlo nel caso le cose non andassero bene, ovviamente.-

-Sì. Ovviamente. -

-Non dovremmo arrivare a tanto, comunque. I babbani sono creature semplici e la nostra storia di copertura è abbastanza credibile. A proposito, ringrazia tuo padre, Stilinski. -

Stiles si strinse allegramente nelle spalle.

-Si figuri. Adora quando gli chiedo di falsificare dei rapporti della polizia. -

Non era propriamente vero, ma Derek decise di non commentare.

Argent annuì, sbrigativo.

-Con il rapporto della polizia che dichiara che i Dalton e Susan sono morti per una fuga di gas e i documenti falsi che ci siamo procurati, dovremmo riuscirci. Vi ricordate tutti i dettagli, giusto? -

-Io sono un pompiere babbano – cominciò Derek, salvo interrompersi per la risatina attutita di Stiles.

-Solo pompiere, tesoro. Il giudice potrebbe risentirsi per la precisazione. -

Derek aggrottò la fronte.

-Bene. Sono un pompiere e ho fatto irruzione in casa dei Dalton non appena è stato segnalato il pericolo. Non c'era niente da fare per Susan e i suoi genitori, ma ho trovato Mike, miracolosamente ancora vivo. L'ho tratto in salvo e portato in ospedale. -

-A questo punto entro in gioco io, valoroso agente di polizia che si è occupato del caso e compagno di Derek – intervenne Stiles allegro, giocherellando con il distintivo che suo padre gli aveva diligentemente procurato e che giaceva nella sua tasca – Ho rintracciato Maggie, che stava studiando in un prestigioso e normalissimo collegio in Scozia, e l'ho fatta ricongiungere con il fratello. Entrambi hanno trascorso queste ultime settimane in una casa famiglia. -

-Ma ci siamo affezionati e vorremmo ottenere la custodia temporanea. Lei è il nostro avvocato – completò Derek.

Argent li soppesò, stava per fare un cenno di approvazione, ma poi si bloccò, come ripensandoci.

-Avremmo sicuramente più opportunità se voi due foste sposati. -

Derek aggrottò la fronte.

-Ma noi non siamo...-

Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che Argent estrasse dalla tasca della giacca due perfette fedi d'oro. Le mise di forza in mano a Derek, ignorando il suo sconvolgimento.

-Me le hanno prestate Allison e Scott, gli serviranno per il matrimonio, per cui vedete di non perderle – li avvisò, fulminandoli con lo sguardo.

Derek rimase a osservare gli anelli, annichilito, ma Stiles proruppe in un versetto eccitato.

-Wow. Questa frode ai danni del sistema giudiziario babbano è sempre più romantica. -

Argent gli rivolse uno sguardo esasperato.

-Mettiti l'anello e basta, Stilinski.-

Stiles ridacchiò poi, gettando Derek nel panico più totale, allungò una mano verso di lui, agitando le dita affusolate. Derek deglutì, cercando di scacciare l'imbarazzo e anche quella sensazione calda che poteva sentire in fondo allo stomaco. Era ridicolo. Non era come se si stessero per sposare davvero. Era solo una farsa, come tutto il resto. Prendendo un profondo respiro, prese tra le dita uno degli anelli, quello di circonferenza più piccola, probabilmente destinato ad Allison, e lo infilò con delicatezza all'anulare di Stiles. Stiles aveva sicuramente le dita più grosse di Allison, ma l'anello si adattò senza difficoltà. Derek inarcò le sopracciglia. Avrebbe dovuto immaginare che Argent li avesse incantati.

Stiles sollevò la mano davanti al viso, sorridendo smagliante al suo nuovo anello. Derek deglutì di nuovo, cercando di respingere l'imbarazzante pensiero che quella fosse la vista più bella di sempre.

-Guardi Signore – cinguettò Stiles in direzione di Argent – Adesso siamo cognati o una cosa del genere. Cioè, come si dice quando qualcuno sposa il nipote e qualcun altro lo zio del nipote? Oh mio Dio, sono suo nipote anche io? -

Argent chiuse gli occhi, come a invocare pazienza.

-Hale, mettiti quel dannato anello prima che uccida Stilinski. -

Derek si affrettò a obbedire, ma Stiles bloccò gentilmente i suoi movimenti, prendendogli la fede dalla mano.

Gli sorrise e Derek sentì il suo stomaco contrarsi.

-Mi sembra giusto che lo faccia io – disse piano e per una volta non era canzonatorio o ironico. La sua voce era dolce e Derek stette immobile mentre Stiles, con una concentrazione che non gli aveva mai visto, gli prendeva la mano sinistra e con attenzione gli metteva l'anello. Stiles strinse brevemente le loro dita prima di ritrarsi e il rumore delle fedi l'una contro l'altra fece quasi sorridere Derek.

Argent, che li aveva osservati critico fino a quel momento, si lasciò andare in un sospiro drammatico.

-Spero davvero che funzionerà, non ho davvero voglia di confondere nessuno oggi – li fulminò – Muoviamoci, la nostra audienza è tra meno di un'ora. -

Cominciò ad avviarsi verso gli ascensori, ma Derek e Stiles rimasero indietro, guardandosi con cautela. Alla fine Stiles sorrise, un sorriso luminoso e caldo, che fece sentire bene Derek nel profondo, nonostante il nervosismo.

-Ehi. Andrà tutto bene. Mike e Maggie sono praticamente già nostri.-

Derek annuì soltanto, non fidandosi della stabilità della propria voce per parlare.

Stiles si sporse, intrecciò di nuovo le dita delle loro mani sinistre e gli baciò una guancia.

-Stai tranquillo. Andrà tutto bene – gli ripeté, un sussurro caldo contro la sua pelle, e questa volta Derek gli credette.

Stiles lo lasciò andare, guardò soddisfatto la faccia già più rilassata di Derek e gli fece l'occhiolino.

-E poi chissà. Magari tra qualche anno comprerò degli anelli veri. -

Prima che Derek potesse metabolizzare le parole dell'altro, Stiles lo superò saltellando allegramente e raggiunse Argent, che li stava aspettando con aria omicida davanti a un ascensore già aperto.

Derek rimase immobile, boccheggiando come un idiota.

-Hale, ti muovi o no? - lo chiamò aspro Argent e Derek si riscosse.

Si avviò verso i due, gli occhi fissi su Stiles, che era appoggiato a una parete dell'ascensore e lo guardava dolcemente, la bocca ritorta in un ghigno affettuoso e divertito. Derek gli sorrise, prendendo posto accanto a lui. Mentre l'ascensore cominciava a salire, Derek, guardando davanti a sé e cercando di non farsi vedere da Argent davanti a loro, prese la mano di Stiles. Il serpeverde ricambiò la stretta con tanta forza da fargli quasi male.

Derek sorrise ancora di più.

Sì, chissà. Magari tra qualche anno.

 

 

 

 

Quattro anni dopo, stazione di King's Cross

 

 

 

-Siamo in ritardo. Come è possibile che facciamo tardi tutti gli anni? -

Derek roteò gli occhi, accelerando il passo e trascinandosi brutalmente Mike dietro.

-Meno lamentele e più velocità, Maggie. Il treno partirà a minuti. -

-E comunque siamo in ritardo perché tu sei stata in bagno per secoli, Maggie cara – puntualizzò Stiles, che era appena dietro di loro e spingeva il carrello di Mike.

Maggie sbuffò, in perfetto stile diciassettenne annoiata dai genitori, poi prese la rincorsa e sparì con il proprio carrello e il proprio gufo oltre la barriera del binario 9 e ¾.

-Ora tu e Mike, Tassorosso – disse Stiles, con quel tono dolce e intimo che usava solo con lui e a cui Derek non si era ancora abituato, nemmeno dopo quattro anni.

Derek lanciò un'occhiata incoraggiante a Mike, che era un po' pallido e visibilmente nervoso, e poi attraversarono insieme la barriera, mano nella mano. Stiles li seguì poco dopo e Derek si concesse un sospiro di sollievo. Il treno era ancora lì, anche quest'anno ce l'avevano fatta.

Aiutò Stiles e Maggie a caricare i bagagli dei due ragazzi sul treno, mentre Mike rimaneva un po' in disparte sul binario, dondolandosi sui piedi.

-Zio Chris e zio Peter non vengono a salutarci? - domandò Mike, una volta che furono tornati da lui.

-Li hai visti ieri sera a cena, tesoro – rispose Derek distrattamente, la mente impegnata a fare un rapido check-in di tutte le cose di cui Mike e Maggie avevano bisogno. Almeno quest'anno voleva evitare di spedire pacchi a Hogwarts dopo appena due giorni perché Maggie si era resa conto di aver dimenticato qualcosa di fondamentale – Purtroppo oggi avevano un impegno improrogabile.-

Maggie storse il naso.

-Immagino quale sia l'impegno improrogabile. Saranno troppo impegnati a sco...

-Maggie! - la interruppe precipitosamente Derek, guardandola ad occhi spalancati.

-...a scommettere – completò Maggie, mentre Stiles guardava in alto in un palese tentativo di non scoppiare a ridere – A scommettere sui cavalli. -

Mike guardò la sorella e poi i due adulti, perplesso.

-Da quando scommettono sui cavalli? -

-Davvero da molti anni. E con passione instancabile – rispose Stiles e questa volta fu Maggie a doversi mordere le labbra per non ridere.

Derek guardò malissimo entrambi, ma sapeva che era una causa persa.

Serpe una volta, serpe per sempre.

-Finitela – sibilò, sospirando quando vide subito dopo Stiles fare un occhiolino giocoso a Maggie, che gli sorrise complice.

-Non ho capito – insistette Mike, con un po' di broncio – Perché non avevo mai sentito parlare di scommesse sui...-

-Maggie, non devi andare a salutare i tuoi amici? - lo interruppe Derek, con voce un po' troppo alta e un'occhiata alla ragazza che urlava “reggimi il gioco o brucerò tutti i tuoi cd”.

-Vado dai miei amici! - confermò Maggie zelante, con qualche decibel in più nel tono.

Abbracciò velocemente Derek, scoccò un bacio sulla guancia a Stiles e si lasciò stringere brevemente e infine scompigliò i capelli di Mike, sorridendogli con affetto.

-Ci vediamo sul treno, nanetto. -

Mike riuscì a scoccarle un breve sorriso teso, che però non raggiunse i suoi occhi.

Maggie lanciò un'occhiata a Stiles, che annuì come a dire “tranquilla, ci pensiamo noi qui”.

-Ci vediamo a Natale, tesoro – mormorò Derek, baciando un'ultima volta i capelli arruffati della ragazza.

Maggie si scostò, fingendosi infastidita, si scambiò un ultimo sguardo d'intesa con Stiles e poi si allontanò.

Una volta che Maggie fu sparita sul treno, Derek e Stiles si avvicinarono a Mike.

-Ehi – cominciò Stiles con un sorriso gentile, accarezzando i capelli rossi di Mike – È normale essere nervosi, sai? È il tuo primo anno a Hogwarts, dopotutto. -

Mike scosse la testa e per la prima volta Derek vide quanto chiaramente sembrasse terrorizzato.

-Maggie non era così nervosa la prima volta che l'abbiamo accompagnata in stazione. E non ditemi che non è vero, non c'eravate, non potete saperlo. -

-Magari lo nascondeva bene, ma sono sicuro che un po' lo fosse – intervenne Derek, sorridendogli gentilmente.

Stiles annuì con sussiego, appoggiandosi quasi casualmente alla sua spalla e scaldando il cuore di Derek.

-Confermo. Noi serpeverde siamo bravissimi a nascondere le cose. Derek non si è accorto di piacermi per tipo mezzo secolo. Cioè, in parte era dovuto al fatto che fosse un tassorosso scemo, ma era soprattutto perché lo nascondevo bene. -

-Confermo – disse Derek con un sorriso, senza prendersela.

Mike li fissò, non sembrando ancora molto rassicurato.

-E se come mago sono un disastro? Se non vengo smistato in nessuna casa? Se mi rispediscono indietro perché è stato tutto un errore? -

-Ehi, ehi – esclamò Stiles, inginocchiandosi davanti al ragazzo e prendendolo per le spalle – Calma, cucciolo. Innanzitutto, non sarai affatto un disastro. È proprio impossibile. -

-E il cappello parlante ti smisterà sicuramente in una delle quattro case – si inserì Derek, sperando di suonare rassicurante.

-E non possono rispedirti indietro – concluse Stiles con forza – Non se lo lasciano scappare un mago in gamba come te a Hogwarts.-

Mike stiracchiò un sorriso, anche se Derek captava ancora i battiti accelerati del suo cuore e il suo odore nervoso.

Si inginocchiò accanto a Stiles, cercando di ignorare il treno che fischiava e la gente che correva frenetica intorno a loro.

-Mike. Di cosa hai davvero paura? -

Mike si morse un labbro, puntando i suoi occhi su Derek ed evitando quelli di Stiles.

-Posso dirtelo nell'orecchio? -

Derek lanciò uno sguardo a Stiles, che sorrise consapevole. I ragazzi li amavano entrambi allo stesso modo, ma sapevano che, quando dovevano confidarsi su qualcosa, era più probabile che Maggie andasse da Stiles e Mike da Derek.

-Abbiamo i segreti vedo. Va bene, vado a vedere se Maggie si è sistemata. Cercate di non metterci troppo, il treno sta per partire. -

Il cuore di Derek accelerò quando Stiles gli posò una mano sulla spalla nell'alzarsi in piedi.

Mike rimase in silenzio finché non fu sicuro che solo Derek potesse sentirlo.

-Ho paura che mi manchiate troppo, ecco – sbottò Mike, arrossendo come i suoi capelli.

Derek sentì il cuore scaldarsi, mentre guardava con tenerezza quel ragazzino che era a tutti gli effetti suo figlio.

-Mike, ma questa è una paura più che naturale. Perché non volevi che Stiles lo sapesse? Pensavi che non avrebbe capito? -

Mike si strinse nelle spalle, dondolandosi ancora di più sui piedi. Quello era un tic nervoso che aveva preso da Stiles.

-È che lui e Maggie sono sempre così sicuri di sé. Maggie non piange mai al pensiero di dover venire a Hogwarts. -

-Mike, Maggie ha diciassette anni, questo è il suo ultimo anno a Hogwarts. È ovvio che sia più abituata di te a separarsi da noi. Ma ti assicuro che tutti abbiamo avuto paura a undici anni. Separarsi da chi si ama, anche solo per un breve periodo, non è mai semplice. Tu vedi Stiles così sicuro di sé, ma ti posso assicurare che Maggie gli manca ferocemente ogni volta che va via – spiegò dolcemente Derek, dandogli un buffetto sulla guancia – E comunque potrai scriverci sempre. E a Natale tu e Maggie tornerete a casa e saremo di nuovo tutti insieme. -

Mike lo guardò intensamente, smettendo di dondolare.

-Lo prometti? -

E all'improvviso Derek capì quale fosse la vera e più profonda paura di Mike e la consapevolezza gli strinse il cuore in una morsa: aveva paura di perdere Stiles e Derek, come aveva perso i suoi veri genitori e sua sorella.

Derek ricambiò con serietà il suo sguardo, verde contro grigio.

-Te lo prometto sulle tartarughe ninja, Mike. -

Questa volta Mike si aprì in un sorriso autentico, mentre si buttava addosso a Derek, abbracciandogli con forza il collo. Derek lo strinse a sé, sorridendo da sopra la testa del ragazzo a Stiles che stava tornando da loro.

-È ora, cucciolo – disse con delicatezza, guardando con occhi morbidi Derek e Mike.

Il ragazzino si staccò da Derek e si voltò ad abbracciare con forza Stiles, che gli accarezzò i capelli con affetto.

-Mi raccomando, studia ma trova anche il tempo di divertirti, d'accordo? - mormorò il serpeverde, la sua voce che quasi andava perduta sotto il fischio insistente del treno.

Mike annuì, staccandosi e sorridendo a entrambi gli adulti. Aveva gli occhi un po' lucidi, ma sia Derek che Stiles finsero di non notarlo, per non metterlo in imbarazzo.

-Allora ci vediamo a Natale – disse, scrutandoli come se temesse una contraddizione.

Ma Derek gli sorrise, mentre Stiles annuì con forza.

-Ci puoi scommettere. -

Derek sentì la gola serrata mentre guardava Stiles aiutare Mike a salire sul treno. Quando il treno cominciò a muoversi, Stiles tornò verso di lui, prendendolo per mano e stringendola forte.

-Coraggio, Sourpuff. Staranno bene. -

Derek sbuffò, anche se sorrideva.

-Non fingere di non essere turbato. Ti ho visto stamattina mentre ti soffiavi il naso. -

Stiles rise leggermente e il lupo di Derek uggiolò, felice e innamorato.

-Beh, sono i miei ragazzi. È dura separarmi da loro, soprattutto da Mike. Di solito sta sempre con noi o con Pinkie, Argent e Peter. È difficile pensare che non lo vedremo fino a Natale. -

Derek voltò appena la testa verso di lui, imitato da Stiles.

Gli occhi del ragazzo brillavano dolcemente nei suoi e per Derek fu istintivo sporgersi e baciargli piano le labbra.

-Saranno di nuovo con noi prima di quanto pensi – mormorò, strofinando il naso contro il suo.

Stiles sorrise, poi d'un tratto si esibì in un ghigno.

-Speriamo che Mike finisca a serpeverde. -

Derek si scostò un po' per potergli rivolgere un'occhiata scettica e divertita.

-Mike? A serpeverde? Parliamo dello stesso bambino che piange quando schiaccia una coccinella per sbaglio? -

Stiles sbuffò, facendolo sorridere ancora di più.

-Sì, lo so. Ci sono più probabilità che l'inferno geli, ma fammi sognare, Tassorosso. -

Derek inarcò le sopracciglia, insinuante.

-Magari finirà a grifondoro. -

Rise alla faccia orripilata di Stiles.

-No. Tutto tranne quello. Odio i grifondoro. -

-Il tuo migliore amico è grifondoro – gli fece presente Derek, per quella che doveva essere l'ennesima volta.

Stiles, sorprendentemente, scosse la testa, facendosi più vicino.

-Ti sbagli. Il mio migliore amico è anche il mio compagno, la mia metà. Ed è decisamente un tassorosso scemo con un lupo ribelle. -

Amo quest'uomo, pensò Derek, spassionato.

E il lupo non c'entrava proprio niente.

Lo baciò di nuovo, più a fondo questa volta. Stiles gli accarezzò la guancia, ridacchiando nel bacio.

-Ti amo – gli sussurrò Stiles, come a leggergli nel pensiero.

Derek lo fissò intensamente, appoggiando la fronte contro la sua.

-Anche io. -

Il sorriso che gli scoccò Stiles, era il motivo per cui Derek viveva.

E poi si voltarono verso il treno che si allontanava, trasportando via Mike e Maggie, e rimasero a guardarlo finché non fu solo un puntino all'orizzonte, tenendosi per mano.

 

 

ANGOLINO

 

Eccoci qui, è finita!

Posso solo dire grazie a chiunque l'abbia letta. Se sono riuscita a farvi stare bene o a strappare un piccolo sorriso, sarei davvero super contenta <3 Anche questo capitolo è dedicato alle mie cicce Rach e Giuls, con uno speciale ringraziamento a Giuls che mi fa sorridere con le sue recensioni e i suoi scleri. Vi voglio tanto bene <3

Alla prossima!
Un bacio,

Fede <3

 

ps: i due idioti si sono sposati o no? Lascio libera interpretazione <3

  
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