Un'altra piccola flash leggera a tema hurt/comfort. Così, tanto per giocare un po'.

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Nel percepire il suo animale domestico finire di allacciarsi le scarpe e dirigersi con disinvoltura verso l’ingresso, Iason disconnesse temporaneamente il collegamento neurologico col sistema centrale di Eos e aprì gli occhi. “Dove stai andando?”

“A prendere un gelato o a commettere un reato, lo deciderò strada facendo,” rispose il meticcio.

Nel momento esatto in cui il Blondie si alzò dalla scrivania e gli si avvicinò a passi lunghi, Riki protese le mani davanti a sé in modo difensivo per ritrattare. “Ai giardini! Dove vuoi che vada? Di certo, non a farmi insultare da quella mandria di animali domestici imbecilli nel salone!”

Lord Mink lo guardò con sospetto. “Hai parlato di commettere un reato. Cosa intendevi?”

Riki avrebbe voluto ribattere con un'altra battuta pungente, ma aveva già giocato fin troppo col fuoco. “Merda, Iason, è ovvio che non sto per farlo. Come potrei? Ci sono telecamere dappertutto.”

L’androide ci pensò un po' sù, poi cinse il fianco di Riki obbligandolo ad alzarsi in punta di piedi. “Vedo che oggi sei di buon umore.”

L'altro non riuscì a nascondere una nota di fastidio. “Per favore, non ora …"

Incurante dell’atteggiamento poco collaborativo del suo animale domestico, Iason abbassò la mano sul suo inguine e glielo sfiorò. L’aderente pantalone di cuoio sottile non offrì a Riki alcun tipo di protezione dal brivido che si scatenò in lui a partire da quel contatto. “Ah … Iason … io …”

“Sei libero di uscire dall’appartamento quando io non ci sono, pet,” sussurrò Lord Mink, accarezzando col pollice della mano libera il mento del ragazzo e forzandogli la testa un po’ all’indietro. “Ma se sono in casa, verrai prima a chiedermi se ho bisogno dei tuoi servigi.”

L’impuro deglutì. Anziché sciogliersi indifeso sotto alle attenzioni del Blondie - come sarebbe accaduto in circostanze normali - i suoi occhi si sbarrarono prendendo un’aria tesa e meravigliata. “Iason … il collo …”

L’Elite ritirò immediatamente entrambi le mani. “Che hai?” Chiese scettico.

“Il collo. Ahi! Si è bloccato, non riesco a muoverlo.”

Non era ovviamente una scusa. Con la testa inclinata all'indietro, Riki cercò di massaggiarsi i muscoli del collo che erano incredibilmente duri. “Fa malissimo!” Gemette con una smorfia.

Iason sapeva essere freddo e spietato, ma la vista del suo meticcio sofferente tirò fuori un lato poco usuale di lui. Con incredibile delicatezza, lo prese in braccio per portarlo in camera. “Raoul ha un unguento miracoloso,” gli disse, posandolo sul letto. “Gli chiederò di portarmene un po'.”

“Non farmi toccare da lui,” piagnucolò il ragazzo, mentre cercava un modo per appoggiare la testa sul letto senza che il dolore lo uccidesse.

“No, te lo applicherò io stesso e sarò molto delicato,” lo rassicurò il Blondie.

Riki non era sicuro che Iason fosse in grado di mantenere quella promessa, ma indubbiamente non voleva essere toccato da mani diverse dalle sue, in quel momento. Finalmente, riuscì a trovare una posizione comoda appoggiandosi sulle cosce dell'androide.

“Scusami, Riki, starò più attento,” dichiarò a bassa voce Lord Mink, accarezzandogli i capelli. Ed era la prima volta che pronunciava simili parole.