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Autore: OmbraClandestina    01/09/2009    0 recensioni
Ora voi chiamatela come vi pare: poesia; insieme di versi; pensiero; riflessione ... questo componimento, o meglio, l'istante di cui questo componimento parla è stato forse l'attimo in cui più mi sono avvicinato al venire a capo dell'eterno dilemma che mi perseguita: innatismo o acquisizione? Ispirazione o studio? Divinitas o labor limae?
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nonostante oscuri
e ambigui esercizi di metrica
ponderati e realizzati
con somma ricerca di tecnica

ho imparato a non sperare
di venire a capo
di certe storie.

Sono affanni al mercurio cromo
che tentan di guarire
il nostro cuore sanguinante ...

ma è proprio da quello squarcio
che s'afaccia ieratico
il verso.

Conobbi il crepuscolo
ed era lutto amaro

era l'estremo e straziato saluto
del mondo alla luce

stracci di sole
si citavano ai miei occhi
e suscitavano in me
il panorama spettrale
del mio volermi perdere
sgretolare
dissolvere ...

Era l'apollinea e acquisita virtù
a fondersi col pianto immondo
il pianto mio fradicio
di immonda umanità

fu quindi la sintesi catartica
tra il cantare a sè
e il cantare in sè
perduti e abbracciati
fra catene di cristallo
solo per un istante

al morire del giorno.

Poi ...

la collina sfrecciò

sfrecciò e per qualche secondo
quei brandelli di luce
scomparvero

giusto il tempo
per rendermi conto
di aver smarrito
la sublime visione
della creatura diploide
che aveva osato
svelarsi al mio sguardo.

  
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