Equinox
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Richieste
Finalmente la campanella di
mezzogiorno era suonata. Per quanto, ad Chris piacesse l’informatica, quella
mattina aveva davvero fame, eppure aveva fatto una doppia colazione, prima a
casa e poi con il croissant della sua migliore amica, perciò in fretta mise via
il libro e spense il suo computer e uscì dall’aula diretto
alla mensa. Era stato così veloce, che non c’era ancora la fila a prendere da
mangiare. Andò a sedersi in un tavolo un po’ isolato accese il suo portatile e
mentre mangiava cominciò a mettere in pratica gli insegnamenti del giorno.
Lentamente la mensa cominciò a riempirsi e a diventare caotica. Gli altri
ragazzi gli passavano di fianco senza neanche accorgersi di lui, non che a lui
interessasse particolarmente, ma ogni tanto staccava comunque lo sguardo dallo
schermo per dare un’occhiata in giro. Sembrava il solito giorno noioso. Era il
brutto di una scuola privata, davano l’impressione di essere tutti bravi
ragazzi e poi invece sotto sotto, magari avevano
tutti un tallone di Achille proprio come lui e sua sorella.
Proprio nel momento in cui
stava riportando la sua attenzione ai suoi esercizi di calcolo binario, una
ragazza appoggiò la mano sullo schiena della sedia
accanto alla sua.
“Posso?”
Chiese con una vocina esile.
Chris cercò di nascondere
la sua impazienza, aveva riconosciuto la sua compagna di corso anche senza
guardarla. Tutti nel corso di letteratura la prendevano in giro proprio per
quella vocina stridula.
“Fai pure, se vuoi!”
Disse, sperando che
cambiasse idea e se ne andasse, anche se non c’erano speranze, infatti la ragazzina si sedette appoggiando il vassoio.
“Gira voce di una nuova
arrivata. Hai sentito?”
Mugugnò già annoiato da
quella discussione. Sfortunatamente la ragazza doveva averlo preso per un si.
“So che frequenti il corso
di informatica.”
Chris si voltò a guardarla
confuso. Non capita il senso di quell’improvviso cambio d’argomento.
“Pensavo…che magari potevi cercare, insomma, di scoprire qualcosa su di
lei!”
“Perché sei venuta da me?”
“Beh…non sei il migliore
del corso?!
“Perciò vorresti che
violassi il sistema della scuola?”
Quella ragazza era come
tutti gli altri studenti di quella scuola, annoiati e stupidi. Adesso gli stava
sorridendo come per convincerlo, ma non sapeva che facendo così, non stava di
certo migliorando la situazione.
La odiava proprio quella
ragazza, come tutti gli altri li dentro. Si alzò e con
una certa tensione chiuse il portatile e lo mise nello zaino.
“Scordatelo! Trovati qualcun altro
che vuole mettersi nei casini per la tua curiosità!”, e senza aggiungere altro,
uscì dalla mensa diretto verso l’aula di biologia del
pomeriggio.
Si andò a sedere in fondo,
uno degli ultimi posti. Una nuova arrivata…forse un minimo di speranza c’era
ancora in quella dannatissima scuola. Ora era curioso di sapere qualcosa di
quella ragazza, ma avrebbe rischiato tanto, se l’avessero scoperto. Ne valeva
davvero la pena? Forse sarebbe arrivata solo il giorno seguente. Del resto era
inutile illudersi per niente, magari sarebbe risultata interessante sulla
carta, ma di persona no o il contrario, quindi perché rovinarsi il fegato per
nulla? Doveva solo aspettare, magari poteva decidere di fare ricerche solo una
volta che l’aveva vista e poteva essere sicuro che ci fosse qualche speranza.
Bene!
Dopo aver preso quella
decisione si rilassò e buttò indietro la testa facendola appoggiare al muro.
Rimase così in attesa che arrivassero gli altri studenti e il professore per la
lezione.
Anna era ancora profondamente
irritata per la festa di quella sera che andava a farsi benedire e nelle
orecchie doveva subirsi i complimenti maliziosi e farciti di doppi sensi su suo
zio.
“La volete smettere?”
Sbottò immediatamente
irritata, mentre camminava a passo sicuro per i corridoi e i suoi capelli
ondulati si muovevano sinuosi ipnotizzando chiunque la guardasse. Era senza
dubbio la ragazza più popolare della scuola e la sua incredibile bellezza
l’aiutava notevolmente, era perfetta e irraggiungibile una dea scesa in terra inavvicinabile
e incomprensibile. Era sempre così tutto d’un pezzo fredda e altezzosa che
nessuno poteva dichiarare di conoscerla realmente e profondamente.
“A proposito cosa potete
dirmi della nuova arrivata?”
Chiese camminando come se
stesse sfilando alla settimana della moda di Milano e guardando di fronte a sé
ignorando gli sguardi su di lei, sia quelli d’adorazione sia quelli d’invidia.
“Le voci sono ancora
poche, ma dovrebbe essere poco più che una ragazzina di prima …”
“Oh sì dice che abbia
viaggiato moltissimo …”
“E che sia qui perché sua
madre sia morta …”
Parlavano una dietro l’altra tutte eccitate completando l’una la frase
dell’altra.
“Tutto qua? Tutto questo fermento per una piccola e insulsa matricola?”
Chiesi scuotendo il viso
con sguardo divertito, e io che speravo in qualcosa di meglio.
“Forse potresti chiedere a
tuo fratello è del suo anno dopo tutto!”
Appena sentì la brillante
idea di Brooke si fermò così improvvisamente che
sentì quella stolta sbattere contro la sua schiena. Si irrigidì e tutto nel
corridoio sembrò gelarsi immediatamente. Tutti gli occhi su di lei come in
attesa di una reazione esplosiva da un momento all’altro.
Aveva nominato Chris.
Aveva osato nominarlo. Lui sapeva meglio di Anna che lì dentro cessavamo di
essere fratelli e quella mocciosa cosa faceva? Glielo ricordava?
Si voltò polverizzandola
all’istante con il suo sguardo vitreo trapassandola da parte a parte.
“Hai detto qualcosa cara?
Credo di aver sentito un brusio, ma forse mi sono sbagliata …”
Tentò con tono soave, anche
se in realtà di dolce non aveva assolutamente nulla. La vide deglutire il nulla
prima di sforzarsi in un sorriso anche se le uscì di
più una smorfia imprecisa.
“Oh n-no … n-non ho detto
n-nulla … Sì … nulla!”
Rinfrancò le sue parole
più di una volta cercando di mostrare i denti bianchi e contraendo i muscoli
del viso in un sorriso forzato cercando in tutti i modi di essere naturale e
farsi perdonare. Nessuno osava sapere o anche solo immaginare le conseguenze.
Non era mai successo nulla di concreto, ma quella rossa aveva qualcosa di
inspiegabile che la rendeva temibile agli occhi di tutto
ragazzi o ragazze che fossero, persino i professori sembravano riverenti
nei suoi confronti.
“Oh mi hai tolto un peso
dal cuore!”
Contro le previsioni di tutti Anna sorrise toccandosi il cuore e alzando gli occhi
al cielo superficialmente prima di ricominciare a camminare con la sua cricca.
“A proposito domani
pomeriggio a casa mia per gli allenamenti ho già scelto la nuova musica ed è
davvero da sballo!”
Continuò a parlare e fare
come se nulla fosse successo e presto anche nel corridoio tutti ripresero la
loro vita e i loro affari cercando ancora di scrollarli di dosso la sensazione
appena provata. Sembrava che la sua tensione e la sua rabbia si trasmettesse a
tutti ogni volta che la provava, ma adesso sembrava solo una nube scura passata
dopo una giornata di vento.
“Ma non credi che dovremmo
fare qualcosa? Per Gabriel ha lasciato la squadra di basket e d’allora dobbiamo
ammettere che i ragazzi non vanno molto bene!”
“Mary i ragazzi si
riprenderanno al meglio non hanno bisogno di un finto emo
aspirante suicida nella loro squadra, anzi si sono liberati da un peso! Cioè
voglio dire ma lo vedevate? Sembra uscito da una bara, la sua popolarità era
dovuta solo perché sapeva fare due tiri a canestro, ora si trova invece
esattamente dove dovrebbe essere e cioè nel dimenticatoio! Noi oggi ci
alleneremo e faremo la coreografia più bella che si sia mai vista! Siamo o non
siamo delle cheerleader? Il successo della squadra è dovuta anche a noi!
Dobbiamo tirare su di morale i ragazzi e riprendere il lustro che si spetta
anche senza quel finto tenebroso!”
Tutte le ragazze pendevano
dalle sue labbra ad ogni parola e appena entrate in classe assentivano ancora,
mentre si accingevano a prendere posto ormai ai loro fedeli banchi nei primi
posti nell’aula di spagnolo.
L’ultima campanella della giornata era suonata.
Chris come ogni giorno si stava avviando lentamente verso il punto di ritrovo
che aveva architettato con Anna. Per non farsi vedere insieme si erano messi
d’accordo di aspettarsi di fronte alla biblioteca ad un isolato di distanza
dalla scuola. La cultura non era forte. Non rischiavano di essere visti e nel
caso avrebbero sempre potuto usare come scusa il fatto che dovevano fare qualche
noiosissima ricerca.
Si sistemò meglio lo zaino sulle spalle e chiuse
tutta la cerniera della giacca. La temperatura era scesa drasticamente negli
ultimi giorni. Va bene che era metà novembre, ma non si ricordava che
avesse mai fatto cosi freddo in quel periodo. Alzò lo sguardo verso le nuvole.
Non promettevano niente di buono. Chris sperò con tutto il cuore che sua
sorella non lo facesse aspettare tanto come al solito.
Si era dimenticato dell’ombrello e non voleva rischiare che il suo portatile si
rovinasse. Non gliel’avrebbe perdonata!
Sospirò preoccupato e guardò l’orologio. Se entro
dieci minuti non fosse arrivata, lui sarebbe andato a casa da solo.
Annoiato dalla attesa, si
era messo a guardare le persone che passavano per strada, chi era in giro a
rilassarsi per negozi e chi tornava a casa dopo una giornata di lavoro.
Casualmente lo sguardo cadde su una nuova agenzia di viaggi e subito gli
tornarono alla mente delle voci sulla nuova arrivata. Si vociferava che avesse
viaggiato in lungo e in largo per tutto il mondo, prima di capitare in quella
squallida e noiosa città. In effetti, questo era l’unico tratto che lo
incuriosiva verso quella ragazza. Chissà se era già arrivata. Sua sorella
arrivò proprio in tempo per interrompere quei suoi pensieri.
“Ehi, sfigato! Ti si è fuso il cervello
finalmente?”
“Ma di che diavolo stai parlando?”
Ecco il loro solito saluto affettuoso di ogni
giorno. Davvero una coppia di fratelli che si volevano bene!
“Non so, stavi guardando quel negozio con una
faccia da ebete!”, quando notò con più precisione che tipo di negozio era, gli
rivolse un sorrisetto malizioso. “Non penserai mica di squagliartela?!”
“Certo che no!”, ribatté subito, non che non ci
avesse mai pensato di andarsene da quella gabbia di matti che era la sua famiglia.
“Stavo solo pensando alla nuova arrivata. Dicono che abbia
viaggiato molto!”
“Si, l’ho sentita anche
io questa voce!”, gli rispose con una scrollata di spalle e avviandosi verso
casa. “Dicono che dovrebbe essere del tuo anno e che è venuta qui perché le è morta la madre”, aggiunse ripetendo quello
che le avevano detto stamattina le sue amiche.
In quel momento, la curiosità lo travolse.
“Del mio anno? Ma perché viene qui?
Ha qualche parente?”
“Perché lo chiedi a me? Non sei te il genio?!”, esclamò isterica cercando di controllarsi per non farsi
sentire dagli altri passanti sul marciapiede.
Chris abbassò lo sguardo e diede un calcio ad una
lattina, mandandola a sbattere contro il muro della casa.
“Stamattina in mensa, una mia compagna è venuta a
chiedermi di violare il sistema della scuola per trovare qualche informazione
su di lei!”, ammise tutto d’un fiato. Come se fosse stato in colpa per aver
preso , anche solo, in considerazione di farlo.
“E quindi?”
“Non l’ho fatto! Però
devo ammettere che è parecchio interessante!”, tenendo lo sguardo ancora basso,
per evitare quello della sorella, che sicuramente lo stava tenendo d’occhio.
Sentendola sbuffare stizzita, alzò finalmente lo sguardo.
“Però una sbirciatina avresti potuto darla! Cosa
ti costava?!”
“Oh... beh! Penso
solo il rischio di un’espulsione!”, ribatté ironico.
“Ma figuriamoci se ti espellono! Sarebbe troppo
bello per essere vero…e poi sei il pupillo di mezza scuola!”
“Non è vero!”, sembrava un ragazzino di sei anni
quando faceva così.
“Si, forse hai ragione!”,
poi vedendo il sospirò di sollievo del fratello, affondò di nuovo il coltello.
“Solo
A quel affondo, Chris mugugnò qualcosa di
impercettibile e non rispose alla sorella. Era stato un colpo basso quello, lei
sapeva benissimo che lui non brillava certo in Arte Figurativa e Ginnastica.
Fu così che la loro discussione morì lì e il resto
della strada verso casa, venne affrontata nel più profondo dei silenzi.