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Autore: Lady Femke    02/09/2009    1 recensioni
Cosa succederebbe se neanche i personaggi che prendono vita dalle leggende sapessero di esserlo? E se neanche le leggende che conosciamo rispecchiassero la vera realtà? Ecco quindi, due coppie di fratelli, che contro ogni regola diventeranno amici, proprio dopo le morti causate da quelle stesse regole. Ma del resto le regole sono fatte per esse infrante...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Equinox

 Equinox

 - 3 -

 Richieste

 

Finalmente la campanella di mezzogiorno era suonata. Per quanto, ad Chris piacesse l’informatica, quella mattina aveva davvero fame, eppure aveva fatto una doppia colazione, prima a casa e poi con il croissant della sua migliore amica, perciò in fretta mise via il libro e spense il suo computer e uscì dall’aula diretto alla mensa. Era stato così veloce, che non c’era ancora la fila a prendere da mangiare. Andò a sedersi in un tavolo un po’ isolato accese il suo portatile e mentre mangiava cominciò a mettere in pratica gli insegnamenti del giorno. Lentamente la mensa cominciò a riempirsi e a diventare caotica. Gli altri ragazzi gli passavano di fianco senza neanche accorgersi di lui, non che a lui interessasse particolarmente, ma ogni tanto staccava comunque lo sguardo dallo schermo per dare un’occhiata in giro. Sembrava il solito giorno noioso. Era il brutto di una scuola privata, davano l’impressione di essere tutti bravi ragazzi e poi invece sotto sotto, magari avevano tutti un tallone di Achille proprio come lui e sua sorella.

Proprio nel momento in cui stava riportando la sua attenzione ai suoi esercizi di calcolo binario, una ragazza appoggiò la mano sullo schiena della sedia accanto alla sua.

“Posso?”

Chiese con una vocina esile.

Chris cercò di nascondere la sua impazienza, aveva riconosciuto la sua compagna di corso anche senza guardarla. Tutti nel corso di letteratura la prendevano in giro proprio per quella vocina stridula.

“Fai pure, se vuoi!”

Disse, sperando che cambiasse idea e se ne andasse, anche se non c’erano speranze, infatti la ragazzina si sedette appoggiando il vassoio.

“Gira voce di una nuova arrivata. Hai sentito?”

Mugugnò già annoiato da quella discussione. Sfortunatamente la ragazza doveva averlo preso per un si.

“So che frequenti il corso di informatica.”

Chris si voltò a guardarla confuso. Non capita il senso di quell’improvviso cambio d’argomento.

“Pensavo…che magari potevi cercare, insomma, di scoprire qualcosa su di lei!”

“Perché sei venuta da me?”

“Beh…non sei il migliore del corso?! La Jehry dice a tutti che sei il suo prodigio!

“Perciò vorresti che violassi il sistema della scuola?”

Quella ragazza era come tutti gli altri studenti di quella scuola, annoiati e stupidi. Adesso gli stava sorridendo come per convincerlo, ma non sapeva che facendo così, non stava di certo migliorando la situazione.

La odiava proprio quella ragazza, come tutti gli altri li dentro. Si alzò e con una certa tensione chiuse il portatile e lo mise nello zaino.

“Scordatelo! Trovati qualcun altro che vuole mettersi nei casini per la tua curiosità!”, e senza aggiungere altro, uscì dalla mensa diretto verso l’aula di biologia del pomeriggio.

Si andò a sedere in fondo, uno degli ultimi posti. Una nuova arrivata…forse un minimo di speranza c’era ancora in quella dannatissima scuola. Ora era curioso di sapere qualcosa di quella ragazza, ma avrebbe rischiato tanto, se l’avessero scoperto. Ne valeva davvero la pena? Forse sarebbe arrivata solo il giorno seguente. Del resto era inutile illudersi per niente, magari sarebbe risultata interessante sulla carta, ma di persona no o il contrario, quindi perché rovinarsi il fegato per nulla? Doveva solo aspettare, magari poteva decidere di fare ricerche solo una volta che l’aveva vista e poteva essere sicuro che ci fosse qualche speranza.

Bene!

Dopo aver preso quella decisione si rilassò e buttò indietro la testa facendola appoggiare al muro. Rimase così in attesa che arrivassero gli altri studenti e il professore per la lezione.

 

Anna era ancora profondamente irritata per la festa di quella sera che andava a farsi benedire e nelle orecchie doveva subirsi i complimenti maliziosi e farciti di doppi sensi su suo zio.

“La volete smettere?”

Sbottò immediatamente irritata, mentre camminava a passo sicuro per i corridoi e i suoi capelli ondulati si muovevano sinuosi ipnotizzando chiunque la guardasse. Era senza dubbio la ragazza più popolare della scuola e la sua incredibile bellezza l’aiutava notevolmente, era perfetta e irraggiungibile una dea scesa in terra inavvicinabile e incomprensibile. Era sempre così tutto d’un pezzo fredda e altezzosa che nessuno poteva dichiarare di conoscerla realmente e profondamente.

“A proposito cosa potete dirmi della nuova arrivata?”

Chiese camminando come se stesse sfilando alla settimana della moda di Milano e guardando di fronte a sé ignorando gli sguardi su di lei, sia quelli d’adorazione sia quelli d’invidia.

“Le voci sono ancora poche, ma dovrebbe essere poco più che una ragazzina di prima …

“Oh sì dice che abbia viaggiato moltissimo …

“E che sia qui perché sua madre sia morta …

Parlavano una dietro l’altra tutte eccitate completando l’una la frase dell’altra.

“Tutto qua? Tutto questo fermento per una piccola e insulsa matricola?”

Chiesi scuotendo il viso con sguardo divertito, e io che speravo in qualcosa di meglio.

“Forse potresti chiedere a tuo fratello è del suo anno dopo tutto!”

Appena sentì la brillante idea di Brooke si fermò così improvvisamente che sentì quella stolta sbattere contro la sua schiena. Si irrigidì e tutto nel corridoio sembrò gelarsi immediatamente. Tutti gli occhi su di lei come in attesa di una reazione esplosiva da un momento all’altro.

Aveva nominato Chris. Aveva osato nominarlo. Lui sapeva meglio di Anna che lì dentro cessavamo di essere fratelli e quella mocciosa cosa faceva? Glielo ricordava?

Si voltò polverizzandola all’istante con il suo sguardo vitreo trapassandola da parte a parte.

“Hai detto qualcosa cara? Credo di aver sentito un brusio, ma forse mi sono sbagliata …

Tentò con tono soave, anche se in realtà di dolce non aveva assolutamente nulla. La vide deglutire il nulla prima di sforzarsi in un sorriso anche se le uscì di più una smorfia imprecisa.

“Oh n-no … n-non ho detto n-nulla … Sì … nulla!”

Rinfrancò le sue parole più di una volta cercando di mostrare i denti bianchi e contraendo i muscoli del viso in un sorriso forzato cercando in tutti i modi di essere naturale e farsi perdonare. Nessuno osava sapere o anche solo immaginare le conseguenze. Non era mai successo nulla di concreto, ma quella rossa aveva qualcosa di inspiegabile che la rendeva temibile agli occhi di tutto ragazzi o ragazze che fossero, persino i professori sembravano riverenti nei suoi confronti.

“Oh mi hai tolto un peso dal cuore!”

Contro le previsioni di tutti Anna sorrise toccandosi il cuore e alzando gli occhi al cielo superficialmente prima di ricominciare a camminare con la sua cricca.

“A proposito domani pomeriggio a casa mia per gli allenamenti ho già scelto la nuova musica ed è davvero da sballo!”

Continuò a parlare e fare come se nulla fosse successo e presto anche nel corridoio tutti ripresero la loro vita e i loro affari cercando ancora di scrollarli di dosso la sensazione appena provata. Sembrava che la sua tensione e la sua rabbia si trasmettesse a tutti ogni volta che la provava, ma adesso sembrava solo una nube scura passata dopo una giornata di vento.

“Ma non credi che dovremmo fare qualcosa? Per Gabriel ha lasciato la squadra di basket e d’allora dobbiamo ammettere che i ragazzi non vanno molto bene!

“Mary i ragazzi si riprenderanno al meglio non hanno bisogno di un finto emo aspirante suicida nella loro squadra, anzi si sono liberati da un peso! Cioè voglio dire ma lo vedevate? Sembra uscito da una bara, la sua popolarità era dovuta solo perché sapeva fare due tiri a canestro, ora si trova invece esattamente dove dovrebbe essere e cioè nel dimenticatoio! Noi oggi ci alleneremo e faremo la coreografia più bella che si sia mai vista! Siamo o non siamo delle cheerleader? Il successo della squadra è dovuta anche a noi! Dobbiamo tirare su di morale i ragazzi e riprendere il lustro che si spetta anche senza quel finto tenebroso!

Tutte le ragazze pendevano dalle sue labbra ad ogni parola e appena entrate in classe assentivano ancora, mentre si accingevano a prendere posto ormai ai loro fedeli banchi nei primi posti nell’aula di spagnolo.

 

L’ultima campanella della giornata era suonata. Chris come ogni giorno si stava avviando lentamente verso il punto di ritrovo che aveva architettato con Anna. Per non farsi vedere insieme si erano messi d’accordo di aspettarsi di fronte alla biblioteca ad un isolato di distanza dalla scuola. La cultura non era forte. Non rischiavano di essere visti e nel caso avrebbero sempre potuto usare come scusa il fatto che dovevano fare qualche noiosissima ricerca.

Si sistemò meglio lo zaino sulle spalle e chiuse tutta la cerniera della giacca. La temperatura era scesa drasticamente negli ultimi giorni. Va bene che era metà  novembre, ma non si ricordava che avesse mai fatto cosi freddo in quel periodo. Alzò lo sguardo verso le nuvole. Non promettevano niente di buono. Chris sperò con tutto il cuore che sua sorella non lo facesse aspettare tanto come al solito. Si era dimenticato dell’ombrello e non voleva rischiare che il suo portatile si rovinasse. Non gliel’avrebbe perdonata!

Sospirò preoccupato e guardò l’orologio. Se entro dieci minuti non fosse arrivata, lui sarebbe andato a casa da solo.

Annoiato dalla attesa, si era messo a guardare le persone che passavano per strada, chi era in giro a rilassarsi per negozi e chi tornava a casa dopo una giornata di lavoro. Casualmente lo sguardo cadde su una nuova agenzia di viaggi e subito gli tornarono alla mente delle voci sulla nuova arrivata. Si vociferava che avesse viaggiato in lungo e in largo per tutto il mondo, prima di capitare in quella squallida e noiosa città. In effetti, questo era l’unico tratto che lo incuriosiva verso quella ragazza. Chissà se era già arrivata. Sua sorella arrivò proprio in tempo per interrompere quei suoi pensieri.

“Ehi, sfigato! Ti si è fuso il cervello finalmente?”

“Ma di che diavolo stai parlando?”

Ecco il loro solito saluto affettuoso di ogni giorno. Davvero una coppia di fratelli che si volevano bene!

“Non so, stavi guardando quel negozio con una faccia da ebete!”, quando notò con più precisione che tipo di negozio era, gli rivolse un sorrisetto malizioso. “Non penserai mica di squagliartela?!

“Certo che no!”, ribatté subito, non che non ci avesse mai pensato di andarsene da quella gabbia di matti che era la sua famiglia. “Stavo solo pensando alla nuova arrivata. Dicono che abbia viaggiato molto!”

Si, l’ho sentita anche io questa voce!”, gli rispose con una scrollata di spalle e avviandosi verso casa. “Dicono che dovrebbe essere del tuo anno e che è venuta qui perché le è morta la madre”, aggiunse ripetendo quello che le avevano detto stamattina le sue amiche.

In quel momento, la curiosità lo travolse.

“Del mio anno? Ma perché viene qui? Ha qualche parente?”

“Perché lo chiedi a me? Non sei te il genio?!”, esclamò isterica cercando di controllarsi per non farsi sentire dagli altri passanti sul marciapiede.

Chris abbassò lo sguardo e diede un calcio ad una lattina, mandandola a sbattere contro il muro della casa.

“Stamattina in mensa, una mia compagna è venuta a chiedermi di violare il sistema della scuola per trovare qualche informazione su di lei!”, ammise tutto d’un fiato. Come se fosse stato in colpa per aver preso , anche solo, in considerazione di farlo.

“E quindi?”

“Non l’ho fatto! Però devo ammettere che è parecchio interessante!”, tenendo lo sguardo ancora basso, per evitare quello della sorella, che sicuramente lo stava tenendo d’occhio. Sentendola sbuffare stizzita, alzò finalmente lo sguardo.

“Però una sbirciatina avresti potuto darla! Cosa ti costava?!

“Oh... beh! Penso solo il rischio di un’espulsione!”, ribatté ironico.

“Ma figuriamoci se ti espellono! Sarebbe troppo bello per essere vero…e poi sei il pupillo di mezza scuola!

“Non è vero!”, sembrava un ragazzino di sei anni quando faceva così.

Si, forse hai ragione!”, poi vedendo il sospirò di sollievo del fratello, affondò di nuovo il coltello. “Solo la Johnson e la Oliver non ti tengono molto in considerazione.”

A quel affondo, Chris mugugnò qualcosa di impercettibile e non rispose alla sorella. Era stato un colpo basso quello, lei sapeva benissimo che lui non brillava certo in Arte Figurativa e Ginnastica.

Fu così che la loro discussione morì lì e il resto della strada verso casa, venne affrontata nel più profondo dei silenzi.

 

  
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