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Autore: Littletoknow    07/11/2021    1 recensioni
Dopo più di cinque anni dalla fine della Seconda Guerra magica Hermione si troverà a dover ancora soffrire per eventi non solo del suo tempo, ma anche eventi passati. Il passato di Hermione non andrà solo a tormentare la ragazza ma anche Remus Lupin, che a sua volta dovrà venire a patti con il suo passato, ma anche il suo presente.
La storia tratta di due periodi ben precisi: il passato, cioè gli anni del quinto libro 1995/96 e gli anni successivi alla guerra, nel particolare 2003/2004.
Pairing Principale: Remus Lupin/Hermione Granger
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Si sentiva le palpebre pesanti. Voleva aprirle ma le sembrava che ogni parte del suo corpo fosse ricoperta di cemento. Le pesava e faceva male tutto. La testa, le braccia, le gambe, lo stomaco.
Il cuore.
Un tuono squarciò il cielo londinese.
La pioggerellina di poche ore prima doveva essere diventata un bell'acquazzone estivo. Erano stati i tuoni a svegliarla.
Aprì gli occhi, le palpebre come grossi tendoni si alzarono e mostrarono un paio di occhi nocciola arrossati dalla stanchezza e dal dolore.
Quest'ultimi si fissarono sul soffitto molto alto della stanza nella quale si trovava.
Ricordò subito cosa fosse successo, ogni passo, ogni respiro o mancato respiro che aveva fatto.
Sapeva dov'era, ricordava qual era stato il suo ragionamento. Sapeva il perché fra tutte le possibili case avesse scelto proprio quella di Grimmauld Place. Si era catapultata dentro la casa di persone che sapeva le volevano bene, dopotutto ne avevano passate tante insieme. Allo stesso tempo sapeva che Ron non si sarebbe mai permesso di disturbarla qui, non quando Remus e Sirius erano in casa.
Non che non volessero bene a Ron e viceversa, assolutamente. 
Ma lui non aveva la stessa complicità che avevano lei e Harry con i due uomini.
Remus e Sirius erano un punto di riferimento per Harry, erano i migliori amici del padre e, inoltre, Sirius era il suo padrino. Mentre lei aveva, soprattutto dopo la guerra, legato molto con entrambi, soprattutto perché aveva vissuto con loro quasi un anno.
Ron era loro amico, ma non aveva mai passato una giornata da solo con loro, non aveva la stessa confidenza che aveva lei e di certo non come quella di Harry.

Ron.
Chiuse gli occhi.
L'espressione sul viso di Ron le tornò in mente, guardava il soffitto e vedeva solo quella. Una rabbia e una disperazione le salirono in gola. Voleva piangere e urlare disperata.
"DODICI ANNI!" pensò, "Dodici anni di amicizia e tre anni di relazione buttati al vento. Così."
Le lacrime iniziarono a bagnarle il viso per poi andare a morire nell'attaccatura dei capelli e nel cuscino.
Con grande sforzo alzò le braccia e le scacciò via con le mani. Posò le mani sulla faccia e respirò lentamente cercando di reprimere i singulti. Tra le dita notò la leggera luce che illuminava la stanza fiocamente. 
Sapeva in quale stanza si trovava. 
Era la sua. O almeno, così l'aveva chiamata Sirius qualche anno prima dopo aver fatto ristrutturare la casa da cima a fondo.
La libreria scura di fronte al letto andava da parte a parte passando perfino sopra l'architrave della porta; la parete a sinistra era piena di quadri e illustrazioni incorniciate che sovrastavano il grande comò di mogano. Erano stati lei e Remus in più di un mese a riempire la parete, e ogni volta che trovavano qualcosa da appendere lo mostravano all'altro. Era riuscita a trovare una bellissima stampa di Degas ed era subito corsa da Remus per mostrargliela. Il ricordo della gioia di entrambi per una cosa così minuscola le scaldò il cuore malato. Remus l'aveva incorniciata per lei e l'aveva appesa al muro il giorno stesso. 
Da quel momento "La lezione di danza" era diventata il pezzo centrale della loro esposizione.
La parete a destra era occupata dall'enorme finestra ad arco che nelle giornate soleggiate faceva entrare grandi fasce di luce e calore. Aveva vissuto in quella stanza per quasi un anno, la scrivania di fianco ad essa era stata il suo angolo studio per molto tempo.
Era stato un periodo felice.

I suoi occhi lucidi continuarono a ispezionare la stanza.
Nella poltrona di pelle scura, che si trovava tra la scrivania e la lampada, vi era seduta una figura immersa in una lettura.
Si tese leggermente, non si aspettava vi fosse qualcuno. 
La gamba sinistra accavallata su quella destra fungeva da sostegno per il braccio che sorreggeva il libro. La copertina, aguzzando la vista, le sembrava "Viaggio attraverso gli incantesimi e la difesa contro le arti oscure.".
Le sue labbra si curvarono leggermente: era il libro che aveva regalato a Remus per i suoi quarantatré anni mesi prima.
"Pensavo l'avessi finito di leggere.." disse Hermione con voce flebile e roca. Sembrava non bevesse da giorni.
Remus, non aspettandosi di sentire la sua voce fin l'indomani mattina, sobbalzò leggermente sulla poltrona. La guardò con occhi preoccupati, chiuse il libro e si allungò per posarlo sulla scrivania. 
"Ogni tanto mi piace rileggere qualche passaggio" le disse dolcemente alzandosi.
"Come ti senti?"
Hermione lo guardò negli occhi nocciola che seppur dolci erano anche ricchi di preoccupazione e stanchezza.
Non riuscì a rispondergli.
"Male? Bene? Un disastro?" pensò ancora fissandolo.
Non sapeva cosa fare, voleva rispondergli ma rivivere il tutto e raccontargli ciò che era successo era troppo doloroso.
Non si impose, la capiva, per quanto non sapesse cosa fosse successo sapeva che doveva essere stato grave e preferì non insistere. 
"Ti andrebbe un qualcosa da mangiare?"
Lei rimase in silenzio e abbassò lo sguardo.
"Un po' di cioccolata?" aggiunse speranzoso accovacciandosi vicino al letto e cercando il suo sguardo.
Hermione scosse la testa. 
"Io e Sirius ti abbiamo dato una pozione per un sonno senza sogni, purtroppo non è una buona idea prenderla a stomaco vuoto."
Remus, le accarezzò una guancia dolcemente con la mano. A quel contatto gli occhi di Hermione si riempirono di lacrime 
"Che ne dici di un goccio di tè? Giusto per farti prendere un po' di colore?"
Fece sì con il capo e Remus prima di alzarsi le portò via una lacrima scappata dalle ciglia con il pollice.
Si alzò e lentamente si incamminò verso la porta, ma sentì un suono dietro di sé. Hermione si stava alzando dal letto.
"Hermione stai pure a letto, te lo porto io" le disse andandole incontro per fermarla.
Lei si alzò e lentamente gli si avvicinò.
"Ti ringrazio, ma credo di poter berlo giù in sala."
La guardò per un secondo, i capelli scuri ricci le contornavano il piccolo viso e le ricadevano sulle spalle, non più fiere ma curvate in avanti. Il viso tendenzialmente pieno di vita era pallido e gli occhi dolci e grandi erano contornati da due solchi neri. Sembrava non dormisse da giorni. Sembrava sconfitta.
Notò che faceva fatica a camminare, velocemente le andò incontro e le mise un braccio intorno alla vita per sorreggerla.
Fecero le scale con calma e quando arrivarono in salotto la fece sedere sul divano centrale e le porse una coperta.
"Grazie Remus, ma posso farmelo pure da sola.."
"Tu stai tranquilla lì, non mi fa male fare due passi." 
Era un ordine, ma era così ricco di gentilezza che Hermione non se la sentì di insistere.
"Grazie.."
Con un cenno veloce del capo Remus si girò e andò in cucina dove Sirius aveva messo il bollitore sul fuoco.
"Come sta?" chiese Sirius guardando Remus mentre quest'ultimo prendeva il vassoio per posare le tazzine.
Dall'espressione dell'amico capì che la situazione era abbastanza grave. 

Poche ore prima aveva urlato con tutta l'aria che aveva nei polmoni il suo nome e quello di Kingsley. L'aveva presa in braccio e portata di corsa sul divano. Non era ferita, non aveva tagli o segni di maledizioni sul corpo. Sembrava semplicemente stremata.
Remus aveva subito asciugata con un colpo di bacchetta le aveva trasfigurato la maglietta lunga fradicia in un qualcosa di più comodo.
"Cosa è successo?" Chiede Kingsley 
Remus gli spiegò l'accaduto senza togliere gli occhi dalla ragazza. Sembrava una bambola.
"Hai idea di cosa possa esserle accaduto?"
Sirius incontrò lo sguardo di Remus e lo stato di confusione nel quale verteva il suo amico. 
"Nessuna."

Kingsley dopo poco tempo li aveva salutati, sincerandosi di ricevere notizie sulla salute di Hermione. Sirius gli aveva chiesto se fosse possibile chiedere al capo della ragazza un periodo di malattia per quest'ultima. 
"Lo avviserò personalmente domattina" e dopo un saluto veloce se ne andò.

Sirius ritorno con la mente in cucina.
"Ti ha mai detto cosa è successo?" disse a bassa voce Sirius.
Remus sapeva cosa intendeva, ma non aveva una risposta. 
"Non me ne ha mai parlato, no."

Sirius si alzò e lasciò solo Remus in cucina per andare in sala a controllare come stava Hermione.
Remus era un tumulto di emozioni. Era preoccupato poiché non si era aspettato di trovarsi Hermione in lacrime sulla porta di casa.
Cosa era successo alla paladina del mondo magico per renderla una bambola spezzata tra le sue braccia?
Posò le tre tazzine sul vassoio e lo portò in sala dove Hermione era ranicchiata sotto la coperta con la schiena poggiata sul divano. 
"Due di zucchero e un goccio di latte, corretto?" le chiese Remus porgendole la tazzina di tè. 
Hermione gli sorrise debolmente ma grata.
Sapeva di aver causato un bello scompiglio comparendo così sulla loro soglia.
Bevve un sorso di tè e inspirò cercando di controllare la voce.
"M..mi dispiace.." disse guardando i due amici seduti sul divano affianco al suo, "non volevo rovinarvi la serata.. non sapevo cosa fare.." 
Ogni parola sembrava costarle uno sforzo inaudito.
"Hermione, sei sempre la benvenuta in questa casa, la tua stanza è sempre a tua disposizione" le disse Sirius dolcemente.
Si sentiva in colpa e sapeva di dover dare loro delle spiegazioni. Glielo doveva ma, ma si sentiva il cuore pesante come un macigno. Rivedeva chiaramente le gambe della sconosciuta nude passarle davanti agli occhi. Alzò la testa e incontrò i loro sguardi, erano entrambi preoccupati e palesemente le loro menti stavano calcolando le possibilità che avevano portato a questo risultato.
Chissà se uno dei due sarebbe riuscito a capire che la causa scatenante era stata quella di scoprire che era stata tradita.
Sospirò. 
"Vi devo delle spiegazioni.." la voce era quasi un sussurro. Non si aspettava che uno dei due rispondesse.
"Solo se te la senti Hermione" 
La voce di Remus era calma e incoraggiante, e sembrava assolutamente sincero.
Si sentiva una bambina, non era più una strega di 23 anni sicura di sé e realizzata.
Era una bambina chiusa a riccio su un divano che raccontava agli amici cosa le aveva fatto il fidanzatino. Le sembrava di essere tornata al sesto anno.
Si sentiva dilaniata, tutto l'amore e tutte le difficoltà che lei e Ron avevano superato in questi anni erano state spazzate via da una scopata in una doccia. La loro doccia.
Poggiò con mani tremanti la tazzina vuota di tè, si tirò su la coperta fino al mento.
Remus prese la tazzina e gliela riempì di nuovo posandola sul tavolino basso.
Hermione con un respiro tremulo si preparò a raccontare.

"Sono arrivata a casa per le otto e mezza e prima di entrare avevo notato le luci accese. Ho pensato che fosse strano visto che Ron mi aveva detto che sarebbe tornato da lavoro alle 22. Comunque, pensando avesse avuto fortuna e fosse riuscito a smontare prima sono entrata in casa, ho posato le mie cose in ingresso e ho urlato dicendo di essere tornata, nessuna risposta. Salgo per le scale e sento l'acqua della doccia scorrere. Entrando in camera da letto per una seconda volta mi sono annunciata dicendo di essere tornata. Mi sono messa a parlare della mia giornata mentre mi cambiavo e lui è uscito dal bagno chiudendosi la porta alle spalle. Avevo bisogno di struccarmi e lavarmi la faccia, nel dirglielo sento un tonfo nel bagno. Ron dice che è il bagnoschiuma, gli credo. Chiedo di poter usare il bagno e di nuovo sento un secondo rumore. Lo guardo e.." 
La rabbia e la furia delle poche ore prima stavano di nuovo prendendo il sopravvento sul suo viso, Sirius e Remus la ascoltavano in religioso silenzio 
"e.. gli ho chiesto cosa fosse il rumore nel bagno. E lui.." si ritrovò a deglutire forzatamente "..lui mi ha risposto che non era nessuno."
Hermione si fermò e li guardò. Sapeva che bastava poco per fare due più due in questa storia, ma nessuno si sarebbe aspettato che Ron Weasley, eroe del mondo magico tradisse Hermione Granger. 
"Quel disgraziato.." Sirius non riuscì a tacere, sia lui che Remus avevano capito cosa poteva essere il rumore descritto da Hermione. Remus sapeva che Sirius si era trattenuto con quel commento. 
Bastò questo racconto e pochi collegamenti per ricordare le parole che una volta la stessa Hermione gli aveva rivolto:
"Tu non ti sei mai sentito inferiore? Non abbastanza? Come se ci fosse sempre qualcuno con la migliore offerta?"
Era stato lui. 
Era colpa sua.
Cercò di non lasciar trasparire ciò che provava ma Remus provava una profonda ira nei confronti di Ron.
"Già, quel disgraziato.." ripeté la ragazza quasi in automatico, con voce funerea. 
Quel disgraziato aveva nella loro casa un'altra donna. Abbassò lo sguardo e si guardò le mani tremanti. Continuò a raccontare con gli occhi chiusi.
"Ho usato l'homenum revelio, e ovviamente qualcuno era nel bagno. Ho provato a spostare Ron con tutte le mie forze ma non riuscivo a passare."
Prese un bel respiro.
"L'ho schiantato."  
Lo disse con un tono dispiaciuto, anche dopo essere stata tradita non pensava che l'uso della forza fosse stata una buona idea. Non si riconosceva in quel racconto.

"Hai fatto bene"
Sirius aveva parlato. Era di comune conoscenza la capacità di Sirius di esprimere i propri pensieri su questioni difficili. Si accendeva e si schierava subito verso chi aveva subito il torto, e spesso sottolineava le verità più scomode con una tranquillità disarmante.
Remus per quanto fosse in silenzio aveva concordato con Sirius, in questo determinato contesti avrebbe fatto lo stesso. 
"Lui è svenuto per terra e io sono andata ad aprire la porta e.."
strinse gli occhi e due lacrime sfuggirono da suo controllo e caddero sulla coperta che la copriva. 
"E c'era una ragazza nella doccia, con il mio asciugamano indosso che mi guardava. Le ho urlato di uscire e dopo poco era sparita." 
Hermione aveva concluso il racconto, ancora non le sembrava vero.
Remus si passò una mano tra i capelli, si chinò in avanti con aria turbata.
"Harry e Ginny.."
"No Remus, non lo sanno ancora." disse tormentandosi le mani "Come posso dirglielo? Come faccio a spiegare loro che Ron ha buttato all'aria quasi 12 anni di amicizia con una scopata?" 
Non l'avevano mai sentita parlare così, mai quel tono di voce era uscito dalle sue labbra. 
"Quanti anni ci abbiamo messo per metterci insieme? Quanto tempo è dovuto passare per renderci conto che ci piacevamo? Durante la guerra, gli anni a Hogwarts, la ricerca degli Horcrux eravamo sempre insieme. Abbiamo combattuto e vinto insieme. E comunque ci piacevamo, ci amavamo. E bastata un poco di routine per mandare tutto all'aria?"
Si era alzata in piedi, la furia che la sorreggeva mentre i due uomini non potevano far altro che ascoltarla.
"Abbiamo comprato una casa insieme, stavamo cercando di costruirci un futuro insieme, capito?" 
Un sorriso amaro le incupì il volto.
"No, io non sono mai stata abbastanza. 
Lui aveva bisogno di una donna che fosse meno studiosa, più divertente, più flessibile, presente in ogni cosa che fa. Una donna che non si fa problemi ad andare a letto con l'uomo di un'altra."
Scoppiò a piangere, aveva cercato di trattenersi ma la diga cadde. 
Sprofondò nel divano e si coprì il volto con le mani.
Un calore la avvolse improvvisamente. 
Sirius si era alzato dal divano e si era seduto vicino a lei, le aveva posato il braccio sulle spalle e l'aveva avvicinata.
Lei singhiozzava e con il viso ancora coperto poggiò il capo sulla spalla dell'amico.
Remus guardò la scena per pochi secondi per poi seguire l'amico, ma invece di sedersi di fianco a lei, come aveva fatto Sirius, si accovacciò davanti dalla ragazza, tra le sue gambe.
"Guardami, per favore"
Le tolse lentamente le mani dal viso e le prese nelle sue. Non era la prima volta che vedeva le mani di lei, piccole, delicate e curate in contrasto con le sue, grandi e piene di cicatrici profonde e indelebili.
Lei infossò il viso tra la spalliera del divano e Sirius, che guardava Remus con attenzione.
"Hermione, guardami." 
Questa volta la voce di Remus era più sicura, più forte. 
Lentamente la ragazza si girò verso di lui.
Il viso era chiazzato di rosso, le ciglia lunghe e scure erano bagnate dalle lacrime che sgorgavano inarrestabili dagli occhi arrossati che sembravano appannati, le labbra rosse e tremanti di dolore, il tutto contornato dai capelli ricci e scuri. 
"Quei capelli!" pensò.
La contemplò ancora per pochi secondi facendo vagare lo sguardo senza una vera meta cercando di trovare quei dettagli che, un tempo, gli era permesso di toccare.
Gli occhi tristi di Hermione, leggermente socchiusi in una smorfia di dolore incontrano quelli caldi e rassicuranti dell'uomo.
"Non c'è una parte del tuo corpo che sia cattiva, Hermione." 
Dicendolo inclinò la testa di lato e le sorrise teneramente.
"Quello che è successo stasera è soltanto un intoppo, un doloroso e straziante intoppo, lo so. Ma siamo qui per te, avrai bisogno di tempo e più in là arriverà il giorno dove vedrai questa serata come un flebile ricordo e non come la catastrofe che ti sembra vivere."
Sospirò e le strinse forte le mani e il cuore perse un battito sentendo quelle di lei ricambiare la stretta.
"Tempo al tempo. E ti prometto che camminerai a testa alta come prima."
Sirius li guardò e sorrise.
Remus era stato bravo, non aveva detto o fatto cose che avrebbero potuto mettere tutto a rischio. 
"Adesso che ne dici di prendere il resto della pozione per dormire tranquilla e domani cercheremo di mettere un piede davanti all'altro?" Le chiese Sirius scostandosi leggermente per guardarla.
Hermione annuì ancora sorretta dal corpo di Sirius e con Remus ormai inginocchiato davanti a lei che le teneva le mani nelle proprie. 
Sirius le posò un bacio sulla tempia e la aiutò ad alzarsi, si sentiva prosciugata da ogni energia. Sirius, come aveva fatto Remus in precedenza, la sorresse per tutte le scale, la portò nella sua camera, la fece sdraiare e le rimboccò le coperte.
"Adesso arriva Remus con la pozione" le disse mentre si chinava e le sistemava il cuscino "stai tranquilla, andrà tutto bene."
Lei non riusciva a parlare, le sembrava, dopo il riassunto della disastrosa serata,  di aver usato tutte le parole possibili e di esserne rimasta a corto. 
Una figura alta entrò nella stanza e posò due bicchieri sul comodino.
"Buonanotte tesoro" disse Sirius scambiandosi di posto con Remus come se fosse un numero teatrale, lasciandola alle sue cure.
"Ecco qua" disse l'uomo porgendole il bicchiere con la pozione nelle mani tremanti e aiutandola a ponendole una mano dietro la testa per sorreggerla "Questa ti farà dormire sonni tranquilli."
Si voltò per prendere il secondo bicchiere e di nuovo la aiutò a bere un sorso d'acqua. 
"Grazie.." riuscì a dirgli mentre le palpebre si facevano pesanti per la pozione.
"È sempre un piacere, lo sai" e si chinò a baciarle la guancia. Allontandandosi leggermente da quel contatto la guardò, si era addormentata. Era ancora vicino al suo viso candido e lo sguardo passò dalla fronte rilassata, al naso minuto e cadde sulle labbra rosate. Avrebbe voluto posare le proprie labbra sulle sue, solo per un secondo. Sentirle di nuovo morbide scorrere sotto le sue, sentire il loro sapore.
Ci volle tutto il suo autocontrollo per allontanarsi da lei, ma lo fece. 
Estrasse la bacchetta e con un movimento spense la luce gialla che illuminava fiocamente la stanza.
Prese il proprio libro sulla scrivania e s'incamminò verso la porta, e la chiuse alle sue spalle.

Con un sospiro Remus chinò la testa all'indietro e chiuse gli occhi, perso nei suoi pensieri in piedi da solo nel corridoio fuori dalla stanza della ragazza.
Un rumore di passi attutiti dal tappeto lo avvisò che Sirius si stava avvicinando.
"Come stai?"
Remus non si mosse, ancora fermo in quella posizione stava ripercorrendo con la mente tutti gli eventi che avevano portato a quel momento. 
"Non lo sapevo. Non me lo ha mai detto." esalò abbassando la testa e incontrando gli occhi dell'amico. 
"Magari era una ferita troppo fresca, Remus. Dopotutto questi mesi saranno duri per lei, e dureranno più del previsto." ipotizzò Sirius passandosi una mano tra i capelli scuri.
"La cosa che mi disgusta è che una parte di me è felice che Ron abbia fatto quello che ha fatto. Sia chiaro: non che l'abbia fatta soffrire ma che sia stato lui a porre fine alla loro storia." Sputò quelle parole con rabbia e disgusto.
"È normale Remus".
"No! No che non lo è!" Disse stremato cercando di sussurrare "Non se lo merita questo dolore, in teoria io non dovrei nemmeno essere nell'equazione Sirius! Tutto per un maledetto errore e siamo a questo punto. Lei non sa nulla. Mi fa impazzire pensare che gli unici testimoni di tutto siamo io e te."
Sirius abbassò la testa, capiva l'amico. Dopotutto erano sette anni che aspettava, in silenzio. Capiva che con l'avvicinarsi della fatidica data il suo terrore aumentasse di giorno in giorno.
"Sai quante volte ho pensato di fermarla? Di trovare un modo per impedirle di tornare indietro?" disse Remus sofferente quasi in un sussurro.
Sirius alzò lo sguardo stupito, non sapeva cosa dire. Semplicemente alzò una mano e la posò sulla spalla dell'amico stringendo cercando di dargli forza e lo guidò verso le scale.
"Beviamo qualcosa, vieni."
Sirius sapeva che Remus non l'avrebbe mai fatto, non si sarebbe mai intromesso.
Per due motivi: il primo perché lui stesso glielo avrebbe impedito, si ricordava quell'anno molto bene, non aveva mai visto l'amico felice così tranne che durante i loro anni di scuola e il secondo era evidente.
L'amava. 




Spazio Littletoknow 

Lo so, lo so..

Ci ho messo una vita ad aggiornare, ma tra l'uni, la pandemia ed altri avvenimenti mi sono persa. Ma sono tornata ah ah! Mi rendo conto che l'inizio sarà abbastanza lento per permettere di mettere delle basi abbastanza solide alla storia ma non disperate!

Alla prossima lettura!

















   
 
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