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Autore: littlegiulyy    11/12/2021    1 recensioni
LaPush. Una riserva sperduta nello stato di Washington, uno dei posti più piovosi d'America, un luogo dove la magia è intrinseca nei suoi abitanti. Ma se esistesse della magia anche in altri posti? Se il branco Quileute non fosse l'unico branco che esiste? Le favole ormai sono realtà, questo si sa.
Hailey Bennett non è una ragazza come tutte le altre. La magia scorre anche nelle sue vene e questo comporta grandi responsabilità. Decisa ad allontanarsi dalla sua riserva Navajo, andrà a trovare il cugino Johnny, trasferitosi a LaPush un anno prima. Convinta di poter fuggire dalle sue pesanti responsabilità solo per qualche settimana, alla fine nella sua vita tutto cambierà; complice soprattutto l'incontro con un giovane Quileute, Embry Call.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Embry Call, Leah Clearweater, Nuovo personaggio, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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3. Pensiero fisso

La festa sembrava davvero un successo, nonostante l’ansia provata da Hailey per la presenza di tutte quelle persone che ancora doveva conoscere. La musica risuonava nell’ambiente al volume perfetto per poter parlare in tranquillità, le luci soffuse rendevano l’atmosfera ancora più accogliente e la tonnellata di cibo che stava cucinando Emily sarebbe sicuramente sparito nel giro di poco tempo. In fin dei conti, era pur sempre una festa di lupi. 
Hailey chiaccherava serenamente con Jared e Kim nel salotto ormai da svariati minuti.
Le piacevano molto, entrambi.
Jared era un tipo molto scherzoso ed a tratti un po’ borioso, in senso positivo; Kim invece, a differenza del suo ragazzo, era molto più pacata ma assolutamente socievole e dolce. Erano una bella coppia; equilibrata e perfettamente armoniosi. Quando gli occhi di Jared si poggiavano sulla sua ragazza, non serviva un grande intuito per comprendere che fosse proprio lei l’oggetto del suo imprinting. Non che Kim lo guardasse in modo diverso; sembravano perfettamente coordinati, nei movimenti e nelle parole, era davvero sorprendente!
Era come se anche lei avesse avuto l’imprinting con lui.
Le sensazioni che le trasmettevano quei due insieme, così come Sam ed Emily, erano puro amore e fedeltà; caratteristiche invidiabili per l’intensità con cui le provavano.
La sua magia le permetteva di percepire sempre la verità delle emozioni provate, in ogni persona che incontrava. Jared e Kim si amavano, infinitamente, senza riserve.
Aveva conosciuto un po’ tutto il branco ormai e doveva ammettere di essere davvero felice che suo cugino fosse circondato dai Quileute. Le avevano fatto fin da subito un’ottima impressione ed il suo sesto senso magico emanava sensazioni positive nei confronti di tutti loro.
-Hails…- la richiamò Johnny avvicinandosi a loro –scusate ragazzi se vi interrompo… volevo presentare Leah a Hailey... credo sia ora che si conoscano- disse guardando Jared e Kim.
Con una stretta delicata, Jonathan trascinò Leah in mezzo al gruppo ponendola al centro dell’attenzione.
-Sono molto felice di conoscerti!- esordì Hailey sorridente –sono Hailey, piacere- aggiunse tendendo la mano verso di lei. La guardo attentamente, analizzando il suo viso giovane e perfetto. La pelle perfettamente liscia ed ambrata non presentava neanche una minima imperfezione. I capelli lisci e neri sfioravano le spalle, sistemati ordinatamente dietro le orecchie adornate da due piccoli orecchini pendenti al lobi. I suoi occhi, neri come la pece, sorridevano socievoli trasmettendo la sua inaspettata timidezza. Ogni lineamento era perfettamente in armonia con tutto il resto del viso e del corpo, non c’era niente fuori posto.
Era probabilmente una delle ragazze più belle che avesse mai visto.
-Anche io sono molto felice di conoscerti…- disse stringendole la mano –Johnny mi parla spesso di te-
-Spero dica cose belle...- rise Hailey guadagnandosi una spintarella amichevole dal cugino.
-Non ti preoccupare, sono troppo buono per raccontare tutto- si intromise il ragazzo.
-Non è vero… mi parla sempre benissimo di te, ti vuole bene- disse Leah con un sorriso guardandolo. Johnny ricambiò lo sguardo e, con un sorriso che non gli aveva mai visto in faccia, avvolse le spalle della sua ragazza con il braccio stringendola a se. Le diede un fugace bacio sulle labbra, tornando poi a guardare la cugina che li fissava incantata ed allo stesso tempo quasi  intimidita dall'intensità delle loro emozioni.
Imprinting.
Quello si che era lo sguardo di due persone innamorate.

-Lo spero- disse Hailey –mi sono già giunte voci che va in giro a dire che mi sono portata mezza casa qui- aggiunse guardandolo fintamente risentita.
-Chi te lo avrebbe detto?- chiese sorpreso Johnny.
Hailey sghignazzò felice di averlo colto alla sprovvista.
-Ho le mie fonti-
-E le tue fonti chi sarebbero?- chiese Jared seguendo incuriosito il discorso.
-Embry- ammise la ragazza.
-Embry?- ripeté sorpreso Johnny senza comprendere come potesse conoscerlo sua cugina.
Prima che la ragazza potesse controbattere, una voce conosciuta alle sue spalle la precedette senza darle possibilità di risposta.
-Ma guarda! Non appena resta da sola subito fa la spia- esordì scherzosamente Embry comparendo improvvisamente ed avvicinandosi a loro –si dice il peccato, non il peccatore. Non te l’hanno mai insegnato Bennett?- aggiunse sghignazzando ed avvolgendo le spalle di Hailey con il braccio amichevolmente. Non appena Hailey avvertì la pelle bollente del suo braccio sul suo collo, qualcosa si smosse dentro il suo stomaco, riscaldandole all’istante le guance.
Si voltò a guardarlo, incrociando il suo sguardo che cercava il suo.
Si guardarono così intensamente per qualche istante, che non si resero conto del fatto che tutti i presenti li stessero osservando decisamente stupiti.
Adesso, finalmente poteva davvero guardarlo da vicino, molto vicino.
La sua pelle ambrata era perfetta, senza alcun segno ed imperfezione, se non una minuscola cicatrice di pochi millimetri appena sopra il sopracciglio destro. I suoi lineamenti morbidi e perfetti rendevano armonioso il viso magro, contornato da delle labbra assolutamente perfette, rosee e carnose. 
E poi gli occhi.
Gli occhi di quel ragazzo erano davvero stupendi.
Doveva riacquistare un contegno, ed anche in fretta. 
Hailey si rese conto improvvisamente di non aver risposto alla domanda, troppo concentrata a studiare ogni suo minimo particolare adesso che ne aveva l’occasione.
Doveva parlare, subito.
-Non credevo fosse un segreto- si affrettò a dire, sperando invano che nessuno dei presenti si fosse reso conto del suo tentennamento nella risposta. Guardò per un istante suo cugino ma, quando catturò lo sguardo di Johnny decisamente sospettoso e indecifrabile, spostò lo sguardo altrove sentendosi colpevole. Colpevole ed in imabarazzo. 
Ma colpevole di cosa?
Johnny guardò lei, poi guardò Embry, poi tornò a guardare lei.
Embry era solo un bel ragazzo in fin dei conti. Niente di più.
-Le basi Hailey- disse Embry ridacchiando con tono melodioso.
Tono melodioso.
Da quando aveva iniziato a catalogare così ogni caratteristica che appartenesse al Quileute?

La musica si abbassò improvvisamente ed Emily si diresse al centro del salone.
-Ragazzi è pronto, perché non ci sediamo tutti a tavola?- propose felice.
-Che bello finalmente si mangia!- esultò Jared –spero che Emily abbia fatto la torta salata alla ricotta, quella che fa lei è spaziale- aggiunse alzando gli occhi al cielo.
-Cercate di non mangiare come animali… ci sono anche gli altri che devono mangiare- gli ricordo Kim dandogli un buffetto. Il braccio di Embry tornò lungo i fianchi, liberando le spalle magre di Hailey dalla sua presa forte ma allo stesso tempo inaspettatamente delicata.
Jared e Kim si catapultarono verso il tavolo, prendendo posto affianco a Paul e Rachel, la ragazza del suo imprinting. Johnny mi fece l’occhiolino, poco prima di trascinare Leah verso il tavolo sedendosi davanti a Sam ed Emily. Jacob sistemò Renesmee su una sedia, e lui si sedette al suo fianco. Tutti erano pronti per mangiare e proseguire con la serata.
Gli occhi di Hailey studiarono rapita ancora per qualche istante quella piccola bambina, mezza umana e mezzo vampiro, decisamente bellissima. Non aveva mai visto niente del genere.
-Vieni- la interruppe Embry –ti sei guadagnata un posto affianco al sottoscritto questa sera- aggiunse baldanzoso. Le afferrò delicatamente un polso e, prima che potesse dire qualcosa, la trascinò fino alle sedie che aveva scelto per loro due, affianco a suo cugino e Leah Clearwater.
-Che fortuna…- borbottò sotto voce inarcando le sopracciglia.
Embry si sedette e si voltò verso di lei curioso.
-Se non ti piace la mia compagnia posso sempre spostarmi- disse con tono di sfida.
-Per questa sera me la farò andare bene- farfugliò bevendo un sorso di birra.
Embry sorrise divertito.
-Allora… sei riuscita a tornare a casa sana e salva oggi? O ci hai messo ore?- incalzò Embry ridacchiando.
-Ci ho messo poco. Te l’avevo detto che non avevo bisogno di aiuto- controbatté la ragazza.
-Ma si può sapere come vi siete conosciuti voi?- li interruppe Leah mettendo in bocca la prima forchettata e dando voce ai pensieri di tutti i presenti.
Embry e Hailey la guardarono, iniziando a mangiare a loro volta.
-Si era persa nel bosco- rispose Embry, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Hailey, ma lui proseguì –io l’ho aiutata ad arrivare alle spiaggia... voleva vedere First Beach- aggiunse piegando le labbra in un sorriso decisamente soddisfatto.
-Avrei trovato la strada anche da sola… ci avrei messo solo un po’ di più- precisò la ragazza.
Sentì lo sguardo insistente di Embry su di sé, quindi si voltò per guardarlo.
I suoi occhi erano fissi su di lei, intenti ad osservare ogni sua mossa. Che problemi aveva?
Hailey cercò di sostenere il suo sguardo, ma qualcosa la obbligo a guardare altrove. Abbassò gli occhi sul piatto di Embry e notò gli avanzi di po' di pollo  qualche patata. S
i sporse verso di lui con la sua forchetta.
-Posso rubarti un po’ di patate? Io le ho finite e sono buonissime- disse la ragazza rubando un boccone dal suo piatto. Embry continuò a guardarla in silenzio lasciandola fare.
-Embry, fratello, tutto bene?- si intromise improvvisamente Paul dall’altra parte del tavolo. Improvvisamente, l’attenzione di tutti i presenti fu catalizzata su Embry.
-Perché non dovrebbe?- rispose ridendo quasi forzatamente.
-Il tuo piatto, è ancora mezzo pieno- rispose Paul indicando il cibo ancora nel piatto davanti a lui. Embry si portò le mani sulla pancia, simulando un massaggio.
-Sarò ancora pieno dopo tutti gli spiedini che ti ho fregato ieri sera- gli rispose con un sorriso soddisfatto. Paul lo guardò in cagnesco.
-Non prendertela Paul, sei sempre troppo irascibile- lo prese in giro Embry addentando una coscia di pollo sornione. Racheal, la ragazza di Paul, scoppiò a ridere dandogli un buffetto sulla guancia -hai ragione-confermò dandogli un bacio  -quando si tratta di cibo perde la testa- ridacchiò la ragazza.
-Solo quando si parla di cibo?- chiese ironico Embry.
Hailey seguì divertita lo scambio di battute tra licantropi; erano decisamente divertenti. Sembrava quasi una soap opera; tuttavia, non sapeva ancora molte cose sul branco Quileute.
Il tempo le avrebbe svelato molte cose.
-Stai zitto Embry- ringhiò Paul.
-La prendi sempre troppo sul serio- sbuffò Embry –dovresti fare un corso di yoga… potremmo regalarti un abbonamento per il compleanno- continuò divertito.
Hailey spalancò gli occhi guardandolo stupita da quanto gusto ci provasse a stuzzicare Paul.
-Sei davvero terribile- sussurrò così piano da essere udita solo da lui. Embry la guardò con un ghigno e si sporse verso di lei –è più forte di me- le sussurrò all’orecchio.
-Ti stacco la testa a morsi la prossima volta- continuò Paul, per niente intenzionato a chiudere il battibecco. Embry sghignazzò insieme a Jared, ma decise saggiamente di chiudere la discussione prima che andasse oltre.
–Paul sei un po’ troppo permaloso- disse a voce alta –ma come sempre ti perdoniamo-.
La ragazza trattenne una risata intuendo l’aria che tirava e continuò a mangiare.
-Si, anche perché se non lo facessimo saresti già fuori dal branco da un pezzo- aggiunse Jared.
-Quindi tipo dall’inizio?- aggiunse Jacob scatenando le risate collettive. Paul tremò impercettibilmente senza che nessuno se ne accorgesse, ma l’occhio attento di Hailey registrò la tensione dei suoi muscoli e soprattutto avvertì un fortissimo nervosismo emanato dal ragazzo.
Sam decise di prendere in mano la situazione. –Basta così ragazzi, lasciatelo stare- disse dando una pacca sulla spalla a Paul, poi si voltò verso di lui. –e tu santo cielo, cerca di calmarti- aggiunse sorridendo. Il broncio di Paul sparì nel momento esatto in cui Rachel gli diede un rapido bacio sulla guancia.
Serenità. L’animo di Paul era di nuovo sereno, poteva percepirlo.
Ogni volta che lo vedeva con i suoi occhi e lo sentiva di riflesso ne restava ammaliata; era incredibile l’effetto che aveva il soggetto dell’imprinting sul lupo. 
-Quanto ti fermerai qui a LaPush, Hailey?- chiese Kim riportando l’attenzione su di lei.
-Qualche settimana credo…-
-Puoi fermarti tutto il tempo che vuoi, a noi fa piacere- si intromise Emily.
-Grazie… ma non vorrei approfittare troppo della vostra ospitalità- si affrettò a rispondere la ragazza –e poi… ho un po’ di questioni in sospeso a Rosewood- aggiunse abbassando lo sguardo sul piatto.
Forse avrebbe fatto meglio a stare zitta.
-Gli altri come stanno?- chiese Johnny riattirando la sua attenzione.
-Alti e bassi come sempre, ma stanno tutti bene-
-Nessuna novità? Nessuna nuova coppia in vista?-
Hailey fece un sospiro.
-Nick si è messo insieme a Lara Jean-
Jonathan spalancò gli occhi per la sorpresa –cosa?- gridò senza riuscire a contenersi.
Hailey annuì dandogli conferma di ciò che aveva appena detto, senza aggiungere altro.
-Ma com’è successo?-
Alzò le spalle freddamente, con distacco –è successo e basta-
-Immagino ci sia un po’ di casino nel branco adesso…- ipotizzò Johnny senza la minima intenzione di cambiare argomento. Ormai era fatta, avrebbe voluto sapere tutto, ogni dettaglio.
-Mattew non è contento, ma del resto non può farci niente… Nick è un beta-
-Non c’entra niente che sia un beta Hails!- rispose alterato Johnny –ha fregato la ragazza a Matt da sotto il naso- aggiunse guardando la cugina incredulo –dio, non invidio Matt per niente! Essere nella sua testa, vedere tutto ciò che pensa e che fa Nick…- rifletté a voce alta guardando un punto fisso davanti a sé.
-Credo che ognuno sia libero di provare sentimenti per chi vuole Johnny- rispose risoluta Hailey.
-Ma Mattew…-
Hailey lo interruppe. –Matt ha lasciato Lara Jean, non è più un suo problema- sentenziò senza possibilità di risposta. Si guardarono per qualche istante negli occhi, senza dire una parola.
Jonathan era uno degli amici più stretti di Mattew; era stupita che non gli avesse detto niente in tutti questi mesi. Tuttavia, Matt non si era comportato bene nei confronti di Lara Jean; non poteva essere giustificato solo perché amico di suo cugino. Quello che aveva fatto era imperdonabile, ma questa era un’altra storia.
Improvvisamente, i cugini Bennett si resero conto che la loro conversazione era diventata un po’ troppo focosa ed aveva attirato l’attenzione di quasi tutta la tavolata.
-Scusateci- disse subito Hailey in imbarazzo –abbiamo tante cose da dirci e da raccontarci- aggiunse sorridendo al cugino davanti a sé. Jonathan scosse la testa, poi le sorrise a sua volta.
-Sei diventata proprio brava. Sei severa quasi come un Alpha- bofonchiò il ragazzo sottovoce, ma Hailey lo sentì. Decise di ignorarlo per il quieto vivere.
-Wow… anche in Arizona ve la passate bene insomma- si intromise Jacob Black –a quanto pare i drammi ci sono in ogni branco- aggiunse ridacchiando e facendo un occhiolino alla piccola Renesmee. La bambina rispose con un sorriso a trentadue denti.
-Più di quanto immaginassi…- commentò Jonathan alzando gli occhi al cielo.
-Tutte queste cose non ce le hai mai mostrate però fratello- disse Jared tirando una pacca sulla spalla di Johnny –hai tenuto tutto per te, eh?-
-Ho cercato di lasciare i drammi in Arizona- si limitò a rispondere il ragazzo scrollando le spalle. La mano di Leah si appoggiò sul suo braccio, in un tacito segno di assenso e supporto.
La cena passò in fretta, tra le chiacchere collettive e qualche birra di troppo. L’atmosfera che si era creata era davvero piacevole e di casa. Ognuno era libero di parlare di ciò che voleva ed ogni pietanza attentamente preparata da Emily era stata spolverata da ogni piatto presente sulla tavola. Dopo aver concluso con una torta al cioccolato ed il soffio delle candeline, lentamente tutti iniziarono ad alzarsi dalle sedie, allontanandosi dal tavolo.
I primi ad andarsene furono Paul e Rachel, seguiti a ruota da Jacob che aveva promesso di riportare a casa la piccola Renesmee per mezzanotte in punto. Jared e Kim, dopo aver aiutato Emily a sistemare la cucina, tornarono a casa. Kim il giorno dopo avrebbe avuto l’ultimo esame della sessione invernale, non poteva assolutamente tardare.
Intorno al caminetto, Johnny e Leah si accomodarono sul divano abbracciati, mentre Sam ed Emily presero posto sul divano davanti a loro. Quil ed Embry si sedettero per terra vicino al fuoco che scoppiettava caldo nel camino, appollaiandosi su dei grandi cuscini.
Hailey ci mise un po’ a capire dove avrebbe voluto sistemarsi, ma alla fine decise di prendere posto anche lei su un cuscino per terra, vicino al caminetto.
Vicino ad Embry.
-Non volevi stare lontana da me?- le chiese il ragazzo sotto voce con un sorriso.
Hailey lo guardo.
-Te l'ho detto che per questa sera me lo sarei fatta andare bene-
-Secondo me ti fa piacere-
Hailey spalancò la bocca incapace di rispondere alla sua sfrontatezza. Si rimproverò mentalmente di essere così facilmente leggibile, soprattutto quando faceva certi pensieri in modo assolutamente e totalmente involontario.
Sfregò le mani un paio di volte nella speranza di riscaldarsele; il fuoco vicino a lei era come un richiamo. L’atmosfera era diventata improvvisamente estremamente rilassante.
-Fa freddo qui eh?- le chiese Embry guardando le sue mani pallide dal freddo.
-Non so come facciate a stare così, io sto morendo di freddo- rispose Hailey osservando le braccia nude del ragazzo seduto affianco a lei. Embry indossava solo una t-shirt nera a maniche corte e dei pantaloni lunghi. Come tutti gli altri del resto.
Aveva sempre invidiato i licantropi per il loro termostato tarato decisamente più alto rispetto al normale. Lei era da sempre stata costretta a patire il freddo, ma negli ultimi anni aveva trovato il modo di riscaldarsi…
-Cose da lupo- rispose il ragazzo accennando un sorriso.
-Embry hai finito di sistemare la moto sulla quale stavi lavorando la settimana scorsa?- gli chiese Johnny cambiando totalmente discorso.
-Non ancora, ci lavorerò un po’ anche domani-
-Posso venire da te ad aiutarti? Ti posso dare una mano con quel problemino di cui mi parlavi l’altro giorno- si propose Johnny. Embry annuì soddisfatto.
-Perché non ci troviamo da Jake? Il suo garage è perfetto per queste cose- disse Quil. I ragazzi iniziarono a parlare di moto, perdendosi nel loro mondo di motori e meccanica mentre Sam ed Emily se ne stavano dolcemente appisolati sul divano. Hailey ascoltò in silenzio disinteressata ma, ancora una volta, la sua attenzione fu calamitata dal volto bronzeo del ragazzo seduto affianco a lei.
Il viso di Embry, illuminato dalla luce fioca ed ambrata del fuoco, assumeva un’ombra quasi cupa e misteriosa. Analizzò i suoi movimenti come se li stesse seguendo a rallentatore nella sua testa.
C’era qualcosa in quel ragazzo che non riusciva a comprendere.
Combatté contro sé stessa per non far cambiare il colore dei suoi occhi mentre lo guardava; sarebbe stato un grosso problema e sicuramente qualcuno se ne sarebbe accorto.
Alla fine, fu costretta a distogliere lo sguardo e puntarlo altrove per riacquistare il controllo.
Era strano.
La sua magia rispondeva sempre. Eppure con Embry sembrava agitarsi senza motivo, senza il suo controllo, proprio come le prime volte che aveva scoperto i suoi poteri sovrannaturali.
C’era uno strano interesse da parte sua nei confronti di quel ragazzo che conosceva da meno di ventiquattro ore; tuttavia, sentiva esserci qualcosa sotto. Qualcosa di più profondo.
Qualcosa stava per succedere, ma non sapeva cosa.
Forse, si disse, era semplicemente molto stanca. 
-Bene ragazzi… io e Quil dobbiamo andare- disse improvvisamente Embry alzandosi in piedi. Quil si alzò subito dopo di lui sbuffando e stropicciandosi gli occhi con una mano.
-Se qualcuno ci attacca questa notte ci ammazza, ho troppo sonno-
-Ammazza te, non me di certo- ridacchiò Embry dandogli una pacca sulla spalla.
-Andrà bene questa notte, vedrai- li rassicurò Johnny.
-Succederà qualcosa solo perché l’hai detto fratello!- rispose Embry.
-Secondo me no- insistette Jonathan.
-Scommettiamo dieci dollari?-
-Neanche per sogno-
-Bene signori e signore, è stato un piacere passare questa serata con voi- concluse Embry alzando il tono di voce –io e Quil dobbiamo andare-
Hailey continuò a guardarli senza capire e Quil, intercettando il suo sguardo confuso, si affrettò a spiegare.
-Abbiamo al ronda notturna-
Hailey storse il naso. –Non vi invidio per niente- commentò gettando un'occhiata rapida fuori dalla finestra del soggiorno. Nevicava ancora.
-Il dovere chiama!- sentenziò Embry stiracchiandosi le gambe –spero solo che Colin e Brady non abbiano combinato casini questa sera in nostra assenza-
Sam si affrettò a controbattere –non fategli troppe storie. Se siete potuti venire alla festa è perché loro hanno coperto il perimetro… sono giovani, stanno ancora imparando cosa significhi essere un licantropo-
Quil annuì distratto –E’ Embry che fa nonnismo-
Embry gli diede una pacca sulla spalla, non così delicata –non faccio nonnismo-
-Ma se l’altra sera gli hai fatto fare tutto il perimetro nord avanti e indietro tre volte?-
Leah sbuffò straziata -Ragazzi basta, andate via vi prego! Non ne posso più, sembrate marito e moglie- commentò scatenando le risate di tutti i presenti, eccetto quelle di Quil ed Embry. 
-Ciao a tutti- disse Quil incamminandosi verso la porta quasi offeso. Embry lo seguì, alzando la mano e muovendola in segno di saluto ma senza aprire la bocca. 
Quando aprirono la porta, una brezza gelida corse rapida nella stanza e investì la schiena di Hailey facendola rabbrividire. Le venne spontaneo pensare al freddo che avrebbero patito i due ragazzi quella notte, ma in fin dei conti loro avevano la pelliccia…
Quando Embry si voltò per chiudere la porta, i loro sguardi si incrociarono per un istante e, dopo averle fatto un occhiolino accompagnato da un sorriso, il ragazzo chiuse la porta e sparì nella bufera di neve che si stava scatenando fuori ormai da ore.


Correva senza sosta, i suoi piedi si muovevano senza controllo tra il fango e la ghiaia della foresta. Hailey continuava a correre tra le querce da quelle che le sembravano ore, inseguita da una figura scura e poco nitida che non riusciva a riconoscere ne ad associare a nessuno.
Ormai la mancanza di fiato faceva bruciare ogni singolo centimetro del suo petto, attanagliandole la gola in una morsa dolorosa.
Boccheggiò priva di ossigeno cercando di inspirare più aria possibile, ma l’atmosfera intorno a lei sembrava essere diventata rarefatta e pesante.
Non poteva fermarsi, non ora.
Continuò a correre sentendo quella presenza alle sue spalle, sempre dietro di lei, che la seguiva incessantemente. Gli alberi intorno a lei scorrevano rapidi, quando improvvisamente un tronco mozzato la fece ruzzolare per terra malamente. Rotolò nel terriccio e nelle foglie secche della foresta, mentre il suo cuore batteva a mille per la paura.
Cadde prona mettendo le mani davanti a sé d’istinto, ma si voltò subito supina per guardarsi intorno ansiosa. Improvvisamente, tutto divenne buio in un istante.
Si guardò intorno agitata, cercando qualche punto di riferimento. Tutto sembrava essere sparito improvvisamente, oscurato da tutte le fonti luminose. L’unica cosa che riuscì a vedere, furono solo due puntini dorati che immediatamente registrò nella sua testa.
Non erano luci o puntini indefiniti nel buio…
Quelli erano occhi.
E sapeva anche a chi appartenevano.
Sussultò osservando quel colore innaturale ma conosciuto, mentre lui avanzava verso di lei. Il suo cuore fece una capriola e riprese a battere impazzito nel petto per l’agitazione.
Per un attimo, si chiese se il suo organo vitale avrebbe sfondato la gabbia toracica per quanto batteva forte e la mancanza di fiato tornò repentinamente a farle compagnia, reagendo alla sua vicinanza.
Adesso non aveva più paura. Sentiva distintamente di non dover avere paura.
Il suo sesto senso magico le diceva di fidarsi, di lasciarsi andare, di rendersi vulnerabile e raggiungibile.
Osservò in silenzio i suoi occhi avvicinarsi sempre di più, poi successe tutto in un attimo.
L’ambiente intorno a lei cambiò repentinamente di nuovo, confondendola sempre di più.
Immagini rapide e confuse si susseguirono davanti ai suoi occhi, senza accennare a rallentare.
Le iridi di poco prima divennero sempre più nitide, finalmente potendole osservare distintamente. Il marrone si mescolò con il verde. Alcuni dettagli le passarono davanti agli occhi veloci, come se degli spezzoni di un film venissero proiettati davanti a lei ma confondendole sempre di più le idee.
Cosa stava succedendo?
In una serie di immagini confuse e poco chiare, riuscì a riconoscere qualche ciuffo castano e la sagoma di quello che doveva essere un ragazzo piuttosto magro, la sua sagoma. Non vedeva distintamente il suo volto, ma alcuni dettagli del suo viso ed un tatuaggio tribale sul suo braccio destro vennero registrati dalla sua testa confusa. Un profumo muschiato raggiunse le sue narici, e lo catalogò involontariamente come decisamente buono.
In mezzo a tutta quella confusione, alla tensione ed alla paura, si sentì… al sicuro.
Sapeva a chi apparteneva quel profumo.
Ma perché adesso? Perché lì? Perché in quel momento?

Improvvisamente, così come tutto era iniziato, la sua visione terminò all’istante, facendola tornare nella foresta in cui si trovava poco prima.
Era ancora seduta per terra, la testa in confusione e le mani appoggiate nel fango e nella ghiaia del sentiero che aveva iniziato a percorrere per scappare.
Scappare… ma da cosa?
Una voce conosciuta parlò spezzando il silenzio surreale del bosco.
-Ti serve una mano?-
Hailey alzò lo sguardo ed incontrò gli stessi occhi che aveva visto poco prima in quella specie di visione. Guardò attonita la sua mano tesa verso di lei in gesto di aiuto, senza comprendere cosa stesse accadendo intorno a lei.
Deglutì nervosa, ancora stordita da tutto ciò che era successo e dalla sua presenza lì.
Parlò insicura.
-Embry?-
Si risvegliò di soprassalto, senza fiato, spalancando gli occhi. Scattò seduta nel letto e prese una grossa boccata d’aria, come se avesse trattenuto il respiro fino a quel momento. Le mancava ossigeno e le bruciava forte il petto.
Scostò tutte le coperte dal suo corpo scoprendosi sudata.
Era solo un sogno.
Perché aveva sognato Embry?

Si guardò in giro agitata ancora con il fiatone, cercando di sventolarsi il viso con una mano per farsi aria. Niente sembrava riuscire a calmare quella sensazione di agitazione che le stringeva in una morsa il petto. Scese dal letto e si diresse verso la finestra della camera aprendola subito. L’aria gelida si scontrò subito con il suo viso, ma per lei fu ossigeno puro.
Si sentiva inquieta.
Si sentiva inquieta e non sapeva perché.
Respirò a pieni polmoni l’aria proveniente dall’esterno e guardò fuori dalla finestra cercando di calmarsi. Nevicava ancora.
Cercava di dare una spiegazione al suo sogno, alla sua inquietudine, a tutta quella strana situazione che si era creata, ma non ci riusciva. Niente le sembrava avere senso.
Improvvisamente, la porta di camera sua si aprì.
Johnny catturò subito la figura della cugina in piedi davanti alla finestra. Gli bastò guardarla un istante per intuire che ci fosse qualcosa che non andava, quindi entrò e richiuse velocemente la porta alle sue spalle.
-Hails tutto bene? Cosa ci fai con la finestra aperta? Si gela qui dentro- le chiese insospettito.
-Non lo so…- mormorò a bassa voce la ragazza stringendosi le braccia al petto per scaldarsi.
Jonathan si avvicinò a lei e notò immediatamente la sua faccia sconvolta. Il suo petto si alzava e si abbassava rapidamente, mentre i suoi occhi cercavano disperatamente qualcosa nel bosco.
-Chiudiamo la finestra che fa freddo?- propose il ragazzo appoggiandole le mani sulle spalle gelide, lasciate scoperte dalla leggera canottiera che usava per dormire. I suoi occhi erano ancora incatenati fuori dalla finestra, fissi sul bosco che si estendeva a pochi metri dalla casa.
L’improvviso contatto con la pelle bollente del cugino la riscaldò dandole subito sollievo ed attirando la sua attenzione, quindi spostò lo sguardo finalmente nel suo.
Hailey registrò in quel momento la domanda fatta poco prima ed annuì.
Il ragazzo chiuse subito la finestra.
Johnny la guardò preoccupato -Haily… i tuoi occhi-
Hailey si voltò verso lo specchio appeso al muro e guardò il suo riflesso. Le sue iridi oscillavano tra il suo colore naturale ed un viola soprannaturale che conosceva bene.
Chiuse gli occhi cercando di controllare la sua magia e si portò le mani sulla testa.
-E’ il potere della mente…- disse Johnny notando la colorazione violacea –percepisci qualcosa di strano o troppo intenso?- le chiese preoccupato avvicinandosi. Hailey scosse la testa.
-No… niente di tutto questo-
Johnny la guardò sospettoso. -Non usi mai l’empatia senza controllarla-
Hailey sospirò rassegnata. –Infatti non la sto controllando Johnny- rispose secca –non so cosa mi succeda, è da quando sono arrivata qui che la mia empatia rischia di esplodere e non risponde al mio controllo- ammise sincera e leggermente preoccupata.
Sospirò nuovamente chiudendo gli occhi.
Johnny si avvicinò a lei e le prese il viso per farsi guardare -Si può sapere cos’è successo?- chiese.
Hailey riaprì gli occhi, il colore delle sue iridi era tornato normale.
Era riuscita a controllarsi.
-Cosa sta succedendo?- insistette il ragazzo.
-Non ne ho idea- ammise Hailey camminando avanti e indietro agitata –non riesco a dormire. Ho fatto un sogno strano… non sto male, non ho brutte sensazioni, mi sento solo… strana- aggiunse fermandosi e guardando il cugino in cerca di risposte. Jonathan la guardò accigliato. Non l’aveva mai vista così.
Non sembrava preoccupata, non sembrava essere niente di negativo in realtà.
E se fosse...
-Ok, quindi non è una sensazione che riguarda il branco vero?-
Hailey scosse la testa –no, è qualcosa che c’entra con me. Non riesco ad avere pieno controllo sulla mia magia, mi sento inquieta e non capisco perché… ma non è una sensazione negativa. Non so come spiegarlo- disse facendo un inspirio più lungo del normale. Era confusa.
Johnny la guardò accigliato. –Cos’hai sognato?-
Hailey distolse lo sguardo imbarazzata.
Non voleva dire di aver sognato Embry. Perché mai avrebbe dovuto sognare Embry Call e soprattutto perché era in quelle condizioni dopo averlo sognato? Era tutto così confuso; il suo sogno era stato confuso, quelle visioni erano confuse, le sue sensazioni erano confuse.
-Hailey- insistette, ma la ragazza fu irremovibile.
-Niente di che… adesso provo a dormire di nuovo- disse guardando l’orologio –sono le 4 della mattina-
Johnny sospirò, poi si avvicinò a lei –e va bene, non dirmi cos’hai sognato. L’importante è che il branco Navajo non sia in pericolo e che tu non abbia avuto sensazioni strane riguardo al branco- aggiunse cercando i suoi occhi per averne conferma.
Hailey annuì –tranquillo, non riguarda il branco-
-Scusami Hails se insisto, ma hai un ruolo troppo importante- disse a bassa voce come se si stesse scusando. Hailey lo abbracciò d’istinto –mi sei mancato Jhonny-
Lui ricambiò l’abbraccio –anche tu mi sei mancata Hails- disse dandole un bacio sulla testa –adesso vai a dormire e se ti svegli ancora vieni in camera mia, ok?-
-Va bene, grazie-




 
  
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